Visitando il Giappone tra storia, cultura, modernità, tradizione. Singapore e Ko Lipe, passando per Langkawi

Giappone partendo da Tokyo e passando per Nikko, Mt. Fuji (Lago Kawaguchico), Hiroshima, Mijayima, Kyoto, Osaka, Takayama. Raggiunto Singapore, via Langkawi, soggiorno e ralax a Ko Lipe.
Scritto da: massimopaturzo68
visitando il giappone tra storia, cultura, modernità, tradizione. singapore e ko lipe, passando per langkawi
Partenza il: 20/02/2019
Ritorno il: 20/03/2019
Spesa: 3000 €
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Ci siamo, io e mia moglie quest’anno siamo pronti per la nuova avventura, però a differenza di altri anni dove eravamo in due, questa volta abbiamo il battesimo del viaggio di nostro figlio Francesco, 19 mesi alla partenza. La tensione e l’emozione e tanta, anche perché il viaggio è molto impegnativo. Ci fermeremo per due settimane nell’affascinante Giappone, qualche giorno nella moderna Singapore, e il finale nella bellissima Ko Lipe (Thailandia).

Giorno 19 febbraio – Volo Napoli – Parigi con Air France (Jooin), e siamo a Parigi Charles De Gaulle. Il nostro piccolo già inizia a correre impazzito di gioia, corre impazzito di gioia, sul tappeto dell’aeroporto che ci porta ai voli intercontinentali. Raggiungiamo subito il gate di partenza del nostro volo, che sempre con Air France ci porterà a Tokyo dopo 12 ore di volo. Atterriamo ad Haneda, secondo aeroporto di Tokyo. Il volo è stato perfetto, la compagnia di bandiera francese ci ha offerto un servizio a bordo eccellente. Quindi iniziamo carichi l’avventura in Giappone.

Giorno 20 febbraio – ore 12:00 siamo accolti all‘ uscita dell’aeroporto da Mika, la nostra guida, che Travel Arrange dove lavora Marco Ferrari, Marchino in Giappone, per il web. Nell’attesa del Limousine Bus, delle 13 e 05, che ci porterà allo Shinjuku Washinghton Hotel, andiamo a convalidare il Japan Rail Pass, il quale servirà per Shinkansen, treni locali, e la Yamanote line, Chuo line. Cioè tutte le linee Jr, sono incluse. Dopo 50 minuti raggiungiamo il nostro hotel. Mentre moglie e figlio, dopo il Check in prendono possesso della camera, con Mika raggiungiamo la biglietteria Jr della Stazione di Shinjuku. Dove procediamo alla prenotazione dei treni, che ci permetteranno di spostarci, nei giorni successivi alla visita di Tokyo. Al ritorno in hotel percorriamo la galleria che si unisce alla stazione, e impressionante la quantità di ristoranti e attività commerciali presenti. Raggiunto la famiglia, facciamo solo un piccolo giro nei dintorni, e dopo una cena nel ristorante dell’Hotel si va a letto.

Giorno 21 febbraio – Mika mi raggiunge in Hotel, alle h. 09:00 con puntualità nipponica, per questa prima giornata di escursione della città di Tokyo. Ho scelto di farla con la guida, per superare le iniziali difficoltà di spostamento con la metropolitana. Tokyo è una metropoli modernissima, ed ha numerose linee della metropolitana. Oggi comunque sono senza moglie e figlio, restano per riposo da jet lag in hotel. Raggiunta la Stazione di Shinjuku, prendiamo la linea Yamanote, detta Circle Line, famosa per l’ora di punta zeppa di pendolari. Raggiungiamo Yanaka Ginza Shopping Street. Sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, rappresenta una opportunità di visitare una Tokyo reale, senza palazzoni. Poi un po’ più avanti raggiungiamo il Yanaka Cementary. Mi colpiscono le cisterne di acqua con mestoli in legno, e Mika mi spiega che secondo le usanze dei Giapponesi, i quali bagnano le lapidi in marmo sulle tombe, per dissetare i defunti. Sempre con Yamanote Line raggiungiamo Ueno Park, dove visitiamo il Tempio Toshogu Shrine, santuario shintoista, costruito in onore del signore della guerra che unificò il Giappone. Bellissima la porta dorata. I giardini sono ben curati, e non oso immaginare, la bellezza nel periodo dell’hanami. Dopo la visita del santuario, raggiungiamo shinobazuno pond. Dove c’è la vista di un bellissimo lago, con la cornice di enormi palazzoni. Terminata questa visita, andiamo a visitare lo Zoo di Ueno, dove facciamo una ora di fila per vedere in 20 secondi una bellissima coppia di panda, donati dalla Cina al Giappone. In zona giusto in tempo per visitare il famoso e caotico mercato di Ameyoko Shopping Street. Sono le 13 e approfittiamo per pranzare e visitare quel che resta del vecchio Tsukiji Market. Anche se l’asta del pesce si è trasferita a quello nuovo, il mercato con le sue bancarelle da strada di pesce e altro rimane con il suo fascino. Approfittiamo per fare il mio primo assaggio di sushi, dal famoso e delizioso, Shushi Zanmai, catena di ristoranti specializzata in sushi molto famosa. In meno di 20 minuti, il tempo di fare alcuni assaggi, e scompaiono tutti i pregiudizi che avevo sul sushi. Dopo l ‘ottima degustazione, siamo diretti al Palazzo Imperiale di Tokyo, l ‘interno non è possibile visitarlo, ma the east garden of the Imperial Palace, anche se non è il periodo migliore, sono molto belli. All’incirca sono le 15 e 30 e raggiungiamo il molo di Hinode Pier, con l’efficientissima metropolitana Yurikamone, particolare, perché e senza conducente. E alle 16 e 30 prendiamo il battello che ci porterà a Odaiba. Quartiere sorto durante il periodo della bolla speculativa a Tokyo. Il tragitto è molto panoramico e passiamo sotto il Rainbow Bridge, dopo 20 minuti approdiamo a Odaiba Seaside Park. A piedi percorriamo una passerella panoramica, che ci porta su un terrazzamento dove si può ammirare la replica della Statua Della Libertà, oltre il Rainbow Bridge. È una bellissima serata e apprezziamo le prime luci dell’imbrunire. Sono le cinque e l’instancabile Mika, passando per Diver City, centro commerciale dove ci soffermiamo ad ammirare la Statua gigante posta all’ esterno di Gundam, mi accompagna per poi salutarci e ringraziarla per l’ottimo servizio avuto, fino al Venus Fort, centro commerciale riproduzione perfetta dello stile europeo, con tanto di fontane e cielo finto che cambia colore e a volte sembra ci sia un vero tramonto. Resto un po’ all’interno per ammirare i giochi di luce e delle fontane a ritmo di musica, spettacolo visibile al secondo piano. È ora di raggiungere, moglie e figlio, quindi riprendo la linea metro Yurikamone e poi Odaiba, e raggiungo Shinjuku Station. A 10 minuti a piedi sono in hotel, e ci organizziamo per la cena serale. Ritorniamo di nuovo a Shinjuku zona est, e visto che il nostro piccolo ha deciso di continuare a mangiare italiano, ceniamo al ristorante La Pausa. Dopo un po’ stanchi rientriamo in hotel.

Giorno 22 febbraio – faccio riposare ancora moglie e figlio, e mi appresto alla seconda giornata di visita della città di Tokyo. Dall’ Italia ho preso contatti con l’organizzazione Tokyo free Tour, ed un simpatico pensionato, Mr. Aki mi ha subito risposto, e con lui abbiamo stilato, un programma di massima, assecondandomi in tutte le mie esigenze. Alle 9, puntuale mi raggiunge nella hall dell’hotel, facciamo conoscenza, lui è un arzillo 72 enne, pronto per un bel giro di Tokyo. La prima tappa di questa mattina e Tokyo Sky Tree, edificio più alto di Tokyo e credo del Giappone, con i suoi 634 mt. di altezza si gode di un panorama mozzafiato della città di Tokyo. Ci soffermiamo per un’ora, e dopo sempre con la metro ci dirigiamo nel quartiere di Asakusa, quartiere che mantiene una atmosfera della vecchia Tokyo. La prima tappa nel quartiere, è Asakusa Culture Tourist Information Center, dove dall’ottavo piano c’è una bellissima vista su Nakamise Shopping Street e il Senso Ji Temple. L’ ingresso è gratuito e si gode di una bellissima panoramica. Dopo qualche scatto di foto e video, riprendiamo con la visita del Senso Ji Temple, partendo da Kaminarimon Gate, porta d’ingresso del Tempio, Nakamise Shopping Street, è già abbastanza frequentata. Mi impressionano i numerosi giovani, con vestiti tradizionali giapponesi, che vanno verso il Tempio. Noi facciamo un giro di una ora e subito dopo, sempre con la metro ci trasferiamo ad Akihabara, dove pranziamo in uno dei ristoranti che sono nel quartiere. Mangiamo degli ottimi noodles e squisita tempura, e dopo proseguiamo la visita del quartiere, in primis Radio Kaikan, edificio di 9 piani, con manga, anime, action figure, gadget, gashapon e molto altro. Facciamo un po’ due passi nel quartiere, e dietro suggerimento di Aki, con un taxi, raggiungiamo il Yushima Tenmagu Temple, dove complice un inverno mite, c’è un festival attinente alla fioritura delle prugne. All’ interno del tempio c’è molta gente, alberi in fiori, bancarelle che vendono sakè. Bellissimo ambiente, ringrazio Aki che mi ha fatto una bellissima sorpresa. Sono le 15 del pomeriggio, e abbiamo l ‘ultima attrazione da visitare. Quindi con la metro raggiungiamo, Zojoji Temple e in lontananza ammiriamo la maestosità della Tokyo Tower. Sono le 16 e 15, siamo quasi a conclusione della giornata, e ci rimane forse la zona più suggestiva, e moderna di Tokyo. Il quartiere di Shibuya. Sempre con la metro la raggiungiamo, e clamorosamente, tra migliaia di persone ci incontriamo con moglie e figli. Prendiamo posizione nello Starbuck di Shibuya, dove c’è la miglior panoramica del famoso pedestrian scramble. Però prima facciamo le foto di rito vicino la statua di Hachiko. Sono le 17 e tra una ripresa e l ‘altra, sorseggiando un cappuccino, scambio le ultime chiacchiere con Aki, e lo ringrazio per la bellissima e interessantissima giornata, trascorsa con lui, e calorosamente lo salutiamo. Consiglio vivamente se si è fortunati a contattare, Tokyo free guide, perché c’è la possibilità di conoscere persone eccezionali. Alle 18 prendiamo anche noi la Yamanote, direzione Shinjuku. Poi dopo esserci sistemati in hotel, direzione prima ristorante la pausa, per nostro figlio Francesco, poi la nostra tappa per l’assaggio dell’ottimo sushi, da Sushi Zanmai.

Giorno 23 febbraio – Con Tobu Line, linea di treni privati che parte da Shinjuku in direzione Nikko, luogo distante un centinaio di Km. da Tokyo, in cui vale la pena fare una gita di un giorno. Il treno parte che ci accingiamo a prendere, parte alle 7 e 30. Conviene sfruttare la visita in mattinata. Così si può rientrare a Tokyo prima. Dopo 2 ore siamo alla stazione Tobu Nikko. Prendiamo degli autobus, che possono essere pagati con l’ICOCA CARD che abbiamo, e percorsi all’incirca 2 Km., ci fermiamo, allo Ponte Shinkyo, scenografico ponte di color rosso. Poi proseguiamo la visita salendo alcune scale, e dopo qualche centinaio di metri, ci dirigiamo alla prima attrazione di Nikko, il Tosho Gu. Santuario Shintoista annoverato tra i patrimoni Unesco. Complesso che comprende una dozzina di edifici shintoisti e buddisti, situati in mezzo ad un bellissimo bosco. Incluse nel complesso sacro, vi sono il portale di Yomei-mon, e poi ancora il portale Kara-mon, caratterizzato da motivi in stile cinese. Molte persone si fermano a fotografare, l’immagine che raffigura le tre scimmiette, non vedo, non sento, e non parlo. Visto l ‘affollamento ci impieghiamo un’ora a visitarlo, dopodiché percorriamo un lungo viale alberato, ed arriviamo al Nikko Futarasan Jinja Shrine. Uno dei più antichi santuari di Nikko, notevole il portale in bronzo. La cittadina è piacevole, complice la bella giornata in questo bell‘inverno mite che abbiamo trovato in Giappone, da percorrere a piedi, e dopo una bella passeggiata raggiungiamo una perla storica, Tamozawa Imperial Villa, residenza delle vacanze dell’imperatore a Nikko. I giardini sono ben tenuti, e li apprezziamo lo stesso anche con i colori invernali. L’ interno è ben tenuto e dal 1600 in poi ha ospitato numerosi imperatori che scappavano a Nikko per rifugiarsi dal caldo di Tokyo. Come ultima tappa della giornata dedicata a Nikko, ad 1 Km. dalla Villa, si trova Kammangafuchi Gorge, luogo dove ci sono statue di Jizo in pietra ossia divinità protettrici dei viaggiatori, delle donne incinte e dei bambini. Mi incammino da solo lasciando in un bar moglie e figlio, e la passeggiata e piacevole, arrivato a destinazione, adiacente alle statue poste la sequenza, c’è un ruscello. È un periodo un po’ scarso di turisti e sono da solo. Dopo 15 minuti rientro, e raggiunta la famiglia, ci dirigiamo al ristorante, prima di rientrare a Tokyo. Mangiamo degli ottimi noodle, e visto che abbiamo visitato tutto in maniera rapida, approfittiamo per rientrare prima, cambiando la prenotazione con Tobu. In serata a tokyo dopo aver cenato facciamo una bella passeggiata tra Omoide Yokocho e Kabukichò.

Giorno 24 febbraio – ore 7 e 30, prendo Chuo Line jr., fino ad Otsuki, e poi da Otsuki, con Fujikyuko Line, un simpatico trenino locale, raggiungo Shimoyoshida. Fermata che mi permetterà di visitare la Chuerito Pagoda. Oggi sono da solo lascio riposare la mia famiglia, non chiedo troppi sacrifici al piccolo. Arrivo a Shimoyoshida per le 10. A parte che il percorso fatto con Fujiyuko Line è molto caratteristico, lo scenario delle piccole località che si trovano vicino al monte Fuji e molto affascinante, è appunto mentre percorriamo la tratta, c’è LUI che vigila imponente e ci accompagna. La giornata è bella, ci sono le condizioni ideali per visitare la Pagoda e scattare delle belle foto. Salgo i numerosi gradini, e mi soffermo ad ammirare il monte in tutte le sue prospettive. Terminata la visita, ritorno in stazione, per raggiungere con il treno Kawaguchiko Station. Avevo intenzione di prendere Green Bus, una delle 3 linee di bus che permettono di visitare il lago, per raggiungere il villaggio rurale Saiko Iyashi-no Sato Nemba, ma di sicuro poi sarò costretto a fare le cose di corsa. Mi concentro con la visita del Monte Tenjo, dove c’è una bellissima panoramica del Monte Fuji. Per raggiungere la Mt. Fuji Panoramic Ropeway, prendo dalla Stazione, il Red Line Kawaguchiko Sightseeing Bus, dove c’è una fermata vicino alla Ropeway. Ho fatto bene, a concentrarmi, solo su questa attrazione, perché c’è una ora di fila, prima di raggiungere la vetta. Dopo aver ammirato dall’alto, il lago, e dopo aver pranzato dell’ottima Tempura con il riso. Rientro alla Stazione di Kawaguchiko, per il percorso inverso, per poter rientrare a Tokyo. La giornata e stata soddisfacente, bella ed ho potuto ammirare il Monte Fuji in maniera straordinaria.

Giorno 25 febbraio – la sveglia è mattutina, optiamo per raggiungere la stazione di Tokyo, di prendere un taxi. Alle 9 e 05, puntuale parte il nostro Shikansen Hikari direzione Shin Kobe prima, e poi dallo stesso binario, 5 minuti dopo Shikansen Sakura, il quale ci porta alla nostra destinazione finale, Hiroshima. Marchino, anche stavolta, ci ha scelto una ottima struttura, Hotel Granvia Hiroshima, la quale è collegata alla Stazione. Comodissima. Mentre moglie e figlio si sistemano in hotel, vado a fare un giro di perlustrazione. Da Hiroshimaeki Station con Hiroshima Dentetsu No.2 – Hiroden-Miyajimaguchi, una delle due linee di tram che collegano il Parco della Pace, la principale attrazione di Hiroshima. Sono solo 15 minuti da dove alloggiamo. Appena arrivato, mi fermo vicino alla lapide posta dietro la A-Bomb dome, l’unico edificio rimasto in piedi dopo lo scoppio della bomba, la sensazione camminando nel parco, e di estrema tranquillità, e di estremo raccoglimento. Dopo aver attraversato un ponte, raggiungo la Fiamma Della Pace, accesa nel 1964, e si trova sopra un monumento che rappresenta due mani aperte. La Fiamma verrà spenta solo quando tutte le armi nucleari scompariranno dalla terra. Vicino c’è il Museo alla memoria, ma non ho voglia di vederlo…. Prima di rientrare in hotel, mi soffermo vicino al monumento eretto per ricordare Sadako Sasaki, che all’ età di due anni era rimasta illesa dalla bomba, ma a nove anni si iniziò a manifestare la malattia. Una antica leggenda giapponese vuole che se si realizzano mille gru, si può esprimere un desiderio. Lei stessa, e altri bimbi realizzarono mille gru per esprimere il desiderio di guarire. Ma che purtroppo non servirono. Rientro in hotel per ritornare dalla famiglia. Riprendiamo lo stesso tram per dirigerci di nuovo al parco della pace, e nel bus mentre colloquio con mia moglie, una simpatica signora riconosce che siamo italiani, e si dedica subito a noi, facendoci scendere a metà percorso dal parco, fermata tram hatchobori, e ci porta Hiroshima Hon Dori Shotengai, galleria dello shopping famosa a Hiroshima. Visto la sua gentilezza, ci prendiamo un caffè con lei, e lei dopo ci accompagna in un ristorante di specialità Teppanyaki, carne molto pregiata, la quale viene cucinata su di una griglia, dal cliente stesso. Dopo mangiato facciamo un giro per Hondori, visto che è ancora presto, e ci fermiamo in una sala giochi. Anche se abbiamo un’età con nostro figlio ci accaniamo, e alla fine riesco a vincere anche un gigantesco Doraemon, il famoso gatto dei cartoni animati. Verso le 9 riprendiamo il tram e rientriamo in hotel.

Giorno 26 febbraio – siamo pronti per la visita dell’isola di Miyajima, essa vanta una storia antichissima che inizia nel periodo Daido (806), nei giorni nostri è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Arrivarci è molto semplice. Prendiamo la linea Sanyo Jr., inclusa nel japan rail pass, come pureJr West Miyajima Ferry, il traghetto che prendiamo a 10 minuti a piedi da Miyajimagughi Station, il quale è egli stesso incluso nel pass. Il tragitto del traghetto è di 10 minuti, in lontananza ammiriamo la famosa porta O-torii. Sono le 10 e 30, ed iniziamo a girare per la graziosa isola, il meteo oggi ci sorride, questo inverno mite ci accompagna ancora. Appena fuori dal porto di Miyajima, incontriamo qualche cervo, i quali fanni compagnia ai turisti, e ci avviciniamo verso i migliori punti dove poter fare qualche bella foto con scenario la Porta Otorii, simbolo dell’isola. Questa imponente porta rossa emerge dalle acque dell’isola per 17 metri, e si trova a circa 200 mt. della costa. Poi dopo raggiungiamo, Santuario di Itsukushima. Il complesso shintoista, costruito su palafitte, è molto caratteristico, e di sicuro una delle maggiori attrazioni di Miyajima. Proseguiamo il percorso, verso Il Tempio di Daiganji o Kikyozan Hokoin appartiene al Ramo Koyosan della denominazione Shingon del Buddismo. Il fondatore di questo tempio non è noto anche se si dice che il tempio fu ricostruito da Priest Ryokai tra il 1201 e il 1203 nel periodo Kamakura. Poi sempre vicino, Museum of Historical and Folklore Materials. ll museo conserva la casa principale e parte di un magazzino che in passato apparteneva alla famiglia Egami, una delle famiglie di mercanti più prospere di Miyajima. Espone materiali popolari che forniscono intuizioni sulla vita della gente comune e materiali storici inclusi documenti antichi e poesie e dipinti raffiguranti Miyajima, dal periodo Edo al periodo Meiji. Bellissimo anche il giardino curato e con un laghetto con bellissime carpe. Dopo ci spostiamo al Daishoin Temple, Daisho-in, il tempio principale della scuola buddista Shingon di Omuro. Sebbene il Daisho in non sia così conosciuto come il santuario di Itsukushima, ha molte caratteristiche che vale la pena vedere. Si trova ai piedi del Misen, fittamente boscoso, ed è uno dei templi più famosi di Miyajima. Fino alla separazione del buddismo e dello shintoismo nel periodo Meiji, il capo sacerdote del santuario di Itsukushima si dedicò alla politica qui. Bellissima atmosfera nella visita di questo tempio, peccato che la funivia in questo periodo è chiusa, quindi non effettuiamo la visita del Monte Misen. Ci concentriamo sul centro, e dopo un veloce pranzo, rientriamo verso le 16 ad Hiroshima. In serata ci dirigiamo verso il centro, per assaggiare un ottimo Okonomiyaki, specialità di Hiroshima, a Okonomi-Mura Ikki.

Giorno 27 febbraio – con Shinkansen Sakura e poi Hikari, via Shin Kobe, dopo due ore di tragitto raggiungiamo Kyoto. Ci intratteniamo un po’ in stazione, dove facciamo mangiare un bel piatto di pasta a nostro figlio Francesco, e dopo con il taxi, raggiungiamo il nostro hotel, di nuovo ottima scelta di Marco Ferrari, Solaria Nishitetsu Hotel Kyoto Premier. Siamo arrivati una ora prima dell’orario del check in, in giappone sono molto fiscali, ma troviamo la disponibilità della camera, per fortuna anche in questo hotel troviamo la disponibilità della culla. Lascio moglie e figlio riposare, e passando per Pontocho, vivace stradina che la sera si anima. Raggiungo Sanjo Station, e con Keihan Main Line direzione Yodoyabashi, raggiungo Fushimi inari Station. Quindi percorro la stradina che mi porterà al Santuario Fushimi Inari Taisha,dedicato al dio Inari dell’agricoltura e del riso, il quale risulta essere il più importante santuario di Kyoto. È bello vedere sia all’esterno che all’esterno, persone in abiti tradizionali, che si soffermano in preghiera e devozione. Dopo essermi soffermato nella parte iniziale vicina all’ingresso, inizio a percorrere i caratteristici Torii rosso, i quali la maggior parte, donati dai fedeli. Infatti ognuno porta una scritta con data e scritta della donazione. La passeggiata sotto i torii rossi, è molto suggestiva, è spirituale. I sentieri si trovano in collina e permettono di raggiungere la sommità, situata a 233 metri sopra al livello del mare. Dopo una discreta camminata e 1 ora e mezza, raggiungo la cima. La folla che si trova all’ ingresso si screma lungo il percorso e arrivati in cima, restano solo pochi eroi…. Sono le 18 e raggiungo la famiglia in hotel. Ormai pronti per la sera raggiungiamo il ristorante Dei Cacciatori, vicino Gion, dove nostro figlio mangia un bel piatto di pasta, dopo noi ci dirigiamo verso Pontocho Alley, dove ci gustiamo degli ottimi gyoza, in un piccolo ristorantino, Chao Chao Sanjo Kiyamachi. E dopo assaggiamo anche un ottimo sakè.

Giorno 28 febbraio – tra oggi e domani abbiamo due giorni a Kyoto con accompagnatore, ho fatto la richiesta a Marco Ferrari, prima di arrivare in Giappone, e visto che c’era la possibilità, le faremo con Marco Ferrari. Però oggi è piovoso e lui mi propone un cambio di rotta, quello di visitare la città di Osaka. Accettiamo di buon grado il cambio, e lo ringrazieremo alla fine della giornata, anche se il clima non ci aiuta ma la giornata sarà una delle migliori del viaggio, e mi farà ricredere di non aver scelto Osaka, nella lista dei luoghi da visitare. Prima di prendere il treno che ci porterà ad Osaka, attraversiamo tutto il Nishiki Market, ideale da visitare in una giornata di pioggia. Agglomerato di bancarelle, nelle quali si trovano articoli di artigianato locale e alimentari. Verso le 11 raggiungiamo Osaka, e dopo essere usciti dalla Stazione, scorgiamo in lontananza L ‘ Umeda Sky Building, è l’edificio più alto nonché simbolo indiscusso della città di Osaka: è composto da due torri di 40 piani, collegate tra loro mediante ponti e una scala mobile. Poi ci fermiamo in un centro commerciale, dove ne approfittiamo per pranzare qualcosa di caratteristico, e Marco in uno di questi ristorantini, ci fa mangiare dell’ottimo Ramen. Sono le 13, e noi siamo a pancia piena, ed ora bisogna far mangiare Francesco. Dopo aver trovato chiuso qualche ristorante italiano, finalmente troviamo ospitalità e accoglienza nella Pizzeria Regalo. Noi veniamo dalla provincia di Napoli, e trovare un pizzaiolo giapponese che è stato per 2 anni a Napoli, per imparare l’arte del pizzaiolo, è stato per noi come trovare l’acqua nel deserto. Trascorriamo un po’ di tempo nella pizzeria di questo simpatico pizzaiolo giapponese, dove abbiamo la possibilità di assaggiare una buona pizza. Dopo di questo, a stomaco pieno, ci dirigiamo verso il Castello di Osaka, uno dei più famosi ed importanti edifici del paese, ed ebbe un ruolo fondamentale nell’unificazione del Giappone nel XVI secolo, durante il periodo Azuchi-Momoyama. Trascorriamo un po’ di tempo per visitarlo e scattare qualche foto, è subito dopo ci dirigiamo verso Dotonbori. Famosa per la sua vita notturna, è una delle mete turistiche più popolari di Osaka e del Paese. Vi sono numerosi bar e ristoranti famosi, alcuni dei quali attirano i clienti con immense insegne meccanizzate e illuminate al neon, tra cui il famoso granchio gigante del ristorante Kani Doraku e l’atleta di Glico, simboli della zona. Shinjuku di Tokyo e Gion di Kyoto, sono lo stesso frequentate, ma Dotombori resta molto più interessante e variopinto. Sono le 18 e rientriamo in macchina dove Marco ci riaccompagna alla stazione. Prendiamo lo stesso treno che ci porterà a Kyoto. Che dire, grazie a Marco Ferrari, un iniziale giornata di pioggia, l’abbiamo trasformata nella visita di una delle più interessanti e caratteristiche città del Giappone. Rientriamo in Hotel, e dopo aver cenato, e domani mi preparo ad un bel trekking urbano di Kyoto, con visita di alcune attrazioni della città.

Giorno 01 marzo – appuntamento con Marco Ferrari nella Hall dell’hotel. Come prima attrazione, ci dirigiamo verso il Kinkaku-ji Temple, detto anche Golden Pavilion, uno dei templi buddisti più visitati di tutto il Giappone, tra le sue caratteristiche spiccano i suoi bellissimi giardini, progettato secondo i canoni del periodo Muromachi. Il color oro del tempio, nelle prime ore del mattino, crea un particolare riflesso sullo stagno, grazie alla luce del sole. E visto che oggi a differenza di ieri, godiamo di una bella giornata, scattiamo delle bellissime foto e video. La pagoda, che si articola su tre piani, contiene inoltre le reliquie del Buddha. Inserito nella lista di patrimonio dell’unesco. Lo visitiamo per una ora. E dopo prendiamo un bus che ci porta, vicino alla prima stazione utile per prendere Keifuku Electric Railroad, simile più ad un tram che ad un treno. È una vecchia linea caratteristica, che permette di raggiungere la Stazione di Arashiyama. Ci soffermiamo un po’ sul Togetsukyo Bridge, e dopo aver prenotato il ristorante Arashiyama Yoshimura, visto che la zona è visitata da migliaia di persone, ritorniamo sulla strada che costeggia il Katsura River, per raggiungere la famosa Bamboo Forest. È molto bella è caratteristica, solo che in questi ultimi anni è divenuta molto commerciale ed è sempre piena di turisti. Ne approfitto anche di visitare nelle vicinanze l’Okoki Sanso Garden, dove anche se è inverno, riusciamo a vedere dei bellissimi giardini ben curati. Sono le tredici e ci rechiamo al ristorante che abbiamo prenotato precedentemente. Mangiamo dell’ottimo ramen, e dopodichè, dopo aver attraversato il Togetsukyo Bridge, prendiamo l ‘ Hankiu Line per raggiungere il quartiere di gion, situato ad Higashiyama Sud. Famoso per la presenza nelle ore serali, delle famose geishe. Percorriamo questo quartiere e raggiungiamo Yasaka Temple, tempio adibito per i matrimoni e funge anche da cornice per numerose manifestazioni e spettacoli. Luogo molto famoso tra gli abitanti, che si radunano qui per ammirare la meravigliosa fioritura dei ciliegi. Continuiamo a percorrere queste caratteristiche strade e ne approfittiamo per rinfrescarci con un bel gelato al the verde(macha). Abbiamo ancora il tempo per visitare il Kodaji Temple, Al suo interno infatti troviamo, oltre a un bellissimo giardino tradizionale, un giardino di sabbia, luogo unico che induce alla meditazione, sale da te immerse nol verde, un boschetto di bambù è una bella vista su Kioto su cui si staglia la sagoma del grande Budda dell’adiacente tempio. Riprendiamo il cammino e passiamo vicino a una piccola stradina che visiterò domani, Ishibeykoji Alley, e dopo aver passeggiato per i quartieri di Ninen-zaka e Sannen-zaka , tra i distretti di Kyoto meglio conservati. Rimasti fermi nel tempo, riflettono l’aspetto che la città aveva prima dell’arrivo delle tecnologie moderne. Notiaamo molte persone che indossano abiti tradizionali. Dopo una bella camminata raggiungiamo il Kiyomizudera, patrimonio unesco, Il nome deriva dalla cascata che scorre all’interno del complesso: Kiyomizu significa infatti “acqua chiara” o “acqua pura”. Marco mi attende all’ingresso del tempio, ed io lo visito per circa 45 minuti. Ormai la giornata giunge quasi al termine, ripercorriamo la strada per ritornare di nuovo a Gion, e ci soffermiamo in una stradina dove in lontananza si scorge il Hokan-ji Temple Yasaka no To, icona di Kyoto, dove molte persone, anche in abito tradizionale, scattano la loro foto, con sfondo questo tempio. Prima di rientrare in hotel accompagno Marco Ferrari, alla stazione della metropolitana che lo porterà a casa. Io e la mia famiglia abbiamo trascorso 2 giorni molto intensi con lui. Di solito per visitare le città non mi affido a guide. Ma con lui si è azzerato l’aspetto formale della prestazione lavorativa per un cliente. E come se avessimo trascorso due giorni con un amico, il quale sia ad Osaka che nella giornata dedicata a Kyoto, ci ha mostrato oltre ai luoghi, anche tanti aspetti e sfaccettature, che da soli non avremo potuto né vedere né notare. Anche se i suoi servizi non sono terminati, lo ringraziamo del suo lavoro, in primis professionale, e amorevole. Raggiungo la moglie in hotel, e dopo si esce per un giro nella Kyoto serale, e abbiamo anche la fortuna di ammirare una geisha e di farle una foto.

Giorno 02 marzo – mi organizzo da solo per un trekking urbano di mezza giornata, di modo che la mia famiglia si organizza in maniera più tranquilla. Prendo la metro da Sanjo Station e raggiungo Demachiyanagi Station, per poi incamminarmi per circa 1 Km. Raggiungo la mia prima attrazione da visitare. Il Gingaku ji Temple, detto Padiglione D’Argento. Tempio situato nella zona di Higashiyama, come il tempio d’oro, ha un bellissimo giardino, e all’ interno c’è un punto dove è visibile un bellissimo panorama di una parte della città di Kyoto. Dopo 45 minuti, riprendo il cammino aiutato dal pocket wifi, utilissimo, e raggiungo il Philosopher’s Walk. Grazie a questo inverno mite, c’è un anticipo di fioritura di ciliegi, non oso immaginare la bellezza quando siamo nel pieno dell ‘ hanami. Comunque i colori invernali sono lo stesso belli, e lungo il tragitto del parco, si susseguono ristorantini, negozi, bancarelle. Alla fine del percorso c’è anche un artista che nella tranquillità assoluta dipinge alcuni acquerelli. Dopo 2 Km. raggiungo Heian Temple, uno dei simboli di Kyoto, prima dell’ingresso, c’è il torii più grande della città. La sua caratteristica è il colore forte di rosso. Il tragitto percorso in questa mattinata è stato molto interessante, Kyoto non fa altro che confermare la sua autenticità. Ora, prima di rientrare in hotel, raggiungo l’ultima attrazione da visitare, Castello Nijo, passo vicino alla sua fortificazione, e poi entro dal suo bellissimo ingresso. Tra le mura del castello sono presenti due giardini rigogliosi, il giardino Ninomaru e il giardino seiryu-en, dove è piacevole passeggiare. E vista la bella giornata ne approfitto per scattare belle foto e video. Tra gli edifici più importanti spicca il palazzo Ninomaru. Si tratta in realtà di un complesso di 6 edifici collegati tra loro attraverso tipiche passerelle in legno. All’ interno ci sono numerose opere. Sono le 13 ed è il tempo di rientrare in Hotel. Pranzo con la mia famiglia, e dopo raggiungiamo la parte più turistica di Kyoto, già ieri visitata con Marco, ora faccio io da cicerone a moglie e figlio. Raggiungiamo Gion Shirakawa e Gion Kaikan, l’atmosfera di queste stradine e di un Giappone autentico, non sembra di stare in una grande città. Poi ci spostiamo verso Hanamiko Dori, per poi avvicinarci verso Yasaka Temple e Kodaji Temple. Dove prendiamo un bel gelato al tè verde (matcha). La nostra passeggiata si conclude, dopo la visita dei caratteristici vicoletti di Ishibei Koji, a Sanneizaka e Ninenzaka. Dove ne approfittiamo per fare un po’ di shopping. Che dire, questi 3 giorni a Kyoto sono stati molto intensi, la città conserva ancora molte tradizioni, e come le altre città visitate, ci rimarrà impressa.

Giorno 3 marzo – da Kyoto con Shinkansen Hikari in 36 minuti siamo a Nagoya, e trasferiti nella zona treni regionali. Con Hida Wide view, in due 0re siamo a Takayama. Il percorso è molto bello, il treno passa attraverso scenari naturali molto belli, peccato che la giornata oggi sia un po’ uggiosa. Ci colpisce la pulizia che c’è anche in questi treni regionali, i trasporti in Giappone a livello organizzativo sono super efficienti, e non hanno nessuna pecca. Arrivati alla Stazione di Takayama, ci dirigiamo verso Antique Inn Sumiyoshi, il ryokan che ci ospiterà in questi due giorni. Prima però facciamo pausa pranzo, al cafè Flore, dove i due simpatici gestori ci preparano un piatto di pasta e due insalate. Dopo poi raggiungiamo il nostro Ryokan. Il Sumiyoshi è gestito da due simpatici anziani. Lei subito si affeziona a nostro figlio Francesco, e gioca un po’ con lui. Facciamo un po’ il giro della struttura, facilitati che visto il periodo di bassa stagione, siamo gli unici ospiti, e ci dirigiamo dove ci sono le Onsen. Sono le 15, e ne approfitto per fare due passi, pioviggina un po’, ma non mi scoraggio. Dopo 1 Km. raggiungo la zona di Higashiyama Walking Course, bellissima passeggiata tredici templi e cinque santuari. Mi fermo solo all’ingresso perché la giornata non permette di fare il percorso. Peccato per il meteo, perché Takayama è una città che ha saputo mantenere un suo fascino unico nel tempo, le sue case dai tetti spioventi in legno, circondata dalle alpi giapponesi, mantiene uno stile di vita proprio. Differente da quello trovato nelle città visitate precedentemente. Al ritorno ci dirigiamo Sakurayama Hachimangu Shrine. Complesso di templi, famoso per il festival dei carri allegorici esposti all’interno del museo. Natura e tradizione si fondono insieme dando vita a un paesaggio rilassante e di pace. Il festival di Takayama attira in questa pittoresca cittadina di montagna tantissimi visitatori, che si accalcano tra le stradine della città vecchia di Takayama per assistere alla colorata e sontuosa sfilata dei carri, chiamati Yatai. I carri sono 11, ma vengono esposti solo 4 alla volta, perché essendo molto antichi e preziosi necessitano di una manutenzione particolare e accurata. Rientro nel ryokan e con la famiglia sfruttiamo per una oretta l’ onsen che abbiamo a disposizione, di modo che ci riprendiamo dal freddo e dalla pioggia che abbiamo trovato a Takayama. Per la serata abbiamo in programma la cena Kaiseki, aiutati dalla simpatica proprietaria, ci vestiamo con i loro vestiti tradizionali, e una volta accomodati nella sala cena, ci porta molte pietanze tradizionali, e gustiamo con molto piacere tutte le specialità della casa.

Giorno 4 marzo – dopo una gradevole colazione tra metà Kaiseki tradizionale, e internazionale, sempre abbondante. Cerchiamo di visitare Takayama. Il meteo anche oggi non aiuta, però il percorso per visitare le maggiori attrazioni è percorribile in breve tempo. Percorriamo la stradina opposta al nostro ryokan, e raggiungiamo Miyagawa Morning marker, che in prevalenza offre frutta e verdura. E poi raggiungiamo Jinja Mae Morning Market. Questo mercato si trova fuori il Takayama Jinja, un museo ricco di storia della città. L’edificio costruito nel 1615 come alloggio del governo. Il granaio è la parte più vecchia, custodiva le tasse sul riso (e pagate in riso) di quel periodo. Ci sono numerose sale dove sono esposti molti pezzi di valore e antichità giapponese. Siamo una oretta, e dopo ci dirigiamo verso un caratteristico ponte rosso, per alcune foto. Poi raggiungiamo il centro storico della città, formato da 4 strade parallele, piene di negozi che vendono souvenir e artigianato locale. La ricostruzione delle vecchie abitazioni e stata fatta in maniera accurata. Ci sono anche dei negozi con annesse distillerie per la produzione di sakè. Noi entriamo in uno di questi, e con 8 euro facciamo un assaggio di alcune qualità presenti in uno scaffale. Usciti con qualche problema di lucidità, ne approfittiamo per fare alcune compere. Si è fatta ora di pranzo, e consumiamo qualcosa, e dopo un po’ di tregua della pioggia, raggiungiamo Takayama Showa Museum. Espone molte cose in modo disparato e racchiude grandissima quantità di oggetti di ogni genere, risalenti al periodo Showa (1926-1989). Siamo rimasti molto colpiti in positivo, nel veder riprodotto un vecchio negozio di barbiere, un bar ristorante del periodo post seconda guerra mondiale, e nel piano superiore una scuola dell’epoca. Il biglietto d’ingresso non è economico, all’incirca 10 euro a persona, però vale la pena visitarlo. Nel frattempo sono le 15 e 30, e siamo un po’ stanchi, fa un po’ freddo, e decidiamo di rientrare per approfittare dell’ultimo bagno termale. In serata decidiamo di mangiare una pizza, ma questa volta non ci soddisfa.

Giorno 5 marzo – alle 8 abbiamo il treno che ci porterà a Nagoya, e dopodiché lo Shinkansen per Tokyo. Oggi ci rimane l’ultimo pomeriggio per visitare la città, e ne approfittiamo per raggiungere con la Yamanote il Yoyogi Park. Iniziamo a percorrerlo e dopo 10 minuti siamo in un’area abbastanza affollata, dove ci sono una decina di alberi, tutti vicini, i quali offrono uno spettacolo di Hanami in anticipo. Ci soffermiamo per alcuni scatti e riprendiamo la camminata verso una caratteristica fontana. Dopo una ora, prima che chiude, raggiungiamo il Santuario Meiji Jingu. Costruito dall ‘ imperatore Meji, se si è fortunati, è possibile anche vedere un matrimonio. Sono le 17 e raggiungiamo Harajuku, quartiere delle mode, colorato e divertente dove e possibile rilassarsi. Raggiungiamo poi Takeshita Dori, strada ricca di negozi, e di culture diverse. Diciamo che siamo un po’ rammaricati di averla conosciuta nell’ ultimo giorno. Però nonostante tutto l ‘abbiamo lo stesso apprezzata. In serata ceniamo sempre da Sushi Zenmai. Meraviglioso come sempre, e lo porteremo con noi nei nostri ricordi. In questa ultima sera passeggiamo anche per Shinjuku, l’immenso quartiere città di Tokyo, al quale rimarremo per sempre affezionati. Frequentato giornalmente, insieme alla sua Stazione dei Treni, da milioni di persone.

Giorno 6 marzo – con Narita Express raggiungiamo l’aeroporto internazionale di Narita. Il tempo di acquistare gli ultimi souvenir, e fare il Check in, per poi prendere il volo Delta alle 17 e 25, che ci porterà ad affrontare una nuova avventura. La magnifica e modernissima città di Singapore. Il diario sul Giappone che ho descritto in maniera dettagliata, e forse non emozionante nella descrizione. Nulla di tutto ciò. Credo di aver lasciato questo viaggio troppo in cantiere, e di non averlo mai preso in considerazione. Che dire, non mi sarei mai aspettato della magia di Tokyo, discreta, dinamica, pulita, e pur avendo 16 milioni di abitanti, i servizi sono funzionali al 100 per 100. Kyoto, metà moderna e metà antica. Hiroshima con i suoi parchi e il santuario al ricordo della bomba atomica. Mijajima, Nikko patrimonio dell’umanita e Kawaguchiko, dove il Mt. Fuji, troneggia e controlla il lago e i paesini circostanti. Infine una delle più caratteristiche città del giappone, Takayama, e per non dimenticare di Osaka, anche se vista in maniera veloce. Nel suo tessuto sociale, ha molta italianità. E a chiudere questo quadro perfetto, metto l’organizzazione di Marco Ferrari. Alias Marchino in Giappone. Mio referente in Sol Levante. Ottime guide e ottimi Hotel. Per quelli che vorranno usufruire dei suoi servizi, sarete in mani sicure…

Giorno 7 marzo – verso le 00 e 25, dopo un ottimo volo con Delta Airline, atterriamo al modernissimo aeroporto di Singapore. Prendiamo un taxi che ci porterà al Parkroyal On the Beach Road, hotel non modernissimo ma situato in zone strategiche, a 5 minuti da Bugis Mrt, e 5 minuti da Arab Street. Mentre ci sistemiamo in hotel, andiamo a dormire verso le 2 e 30. Oggi lascio la famigliola a letto, ed io con la metro raggiungo Chinatown Mrt Station. Faccio una passeggiata, in uno dei principali quartieri di questa bellissima città. Chinatown. Ci sono numerose bancarelle e alla fine raggiungo Il Tempio e museo del dente reliquia di Buddha. Si narra che sia custodito il dente canino di Buddha. Mi soffermo un po’, per poi riprendere il percorso e raggiungere Sri Mariamman Temple, il più vecchio tempio induista di Singapore. luoghi di culto più importante per gli indù tamil nel paese, costruito per onorare la dea Mariamman. Scatto qualche foto, e nonostante il caldo, raggiungo a piedi il Read Bridge (malacca bridge), dove c’è il quartiere di Clarke Quay. Zona prettamente turistica, la mattina sembra un luogo anonimo, la sera è molto animata e i numerosi locali aperti, non sono tanto economici. Singapore è famosa per la sua capacità di integrazione tra le diverse culture e religioni e riprendendo la metro per completare la visita delle zone multietniche. Arrivato a Little India, mi incammino nei suoi vicoletti caratteristici, circondati da numerose bancarelle che, ad ogni angolo, offrono un’ampia gamma di prodotti locali. Raggiungo poi uno dei luoghi sacri più importanti di Little India. Il tempio Sri Veeramakaliamman, il tempio più antico e frequentato dedicato alla dea Kalì. Mi introduco all’ interno, il tempo di assistere ad una breve celebrazione, e riprendo il cammino che dopo un Km. mi porta ad Arab Street. Mi soffermo un po’ vicino alla Moschea. E dopo raggiungo moglie e figlio in Hotel. Pranziamo sulla piscina dell’hotel e ci rilassiamo fino alle 16. Dopo con un taxi raggiungiamo, Merlion Park. Il Merlion è il simbolo della città di Singapore. Figura metà leone e metà pesce. Iniziamo la passeggiata, e di fronte abbiamo la visione del maestoso Marina Sands Bay, con la grandissima piscina, posta sul tetto della struttura. Attraversiamo il Jubilee Bridge e dopo un 10 minuti di cammino, dopo aver scattato un po’ di foto, raggiungiamo Helix Bridge, altro ponte pedonale, che ci permetterà di raggiungere i Garden By the Bay. Enorme area che prende 101 ettari di superficie. Facciamo la fila per acquistare i biglietti delle due maggiori attrazioni, il Flower Dome e la Cloud Forest. La Flower Dome, e la serra dove è presente la più grande biodiversità di piante al mondo. All’ interno è come vivere in una primavera perenne, con clima fresco e asciutto delle regioni mediterranee come il Sudafrica, la California e parti della Spagna e dell’Italia. Il Giappone lo abbiamo lasciato da qualche giorno, ma ci segue ancora, siamo arrivati il giorno prima di una importante mostra di floricoltura che coinvolge questo magnifico paese del sol levante. Dopo una ora raggiungiamo la Cloud Forest, appena entrati ci colpisce una enorme montagna artificiale alta 35 metri, avvolta dalla foschia, ricoperta interamente da vegetazione lussureggiante e gemme floreali nascoste, dalla cui cima precipita la cascata interna più alta del mondo. Anche se con qualche difficoltà, saliamo all’ ultimo piano, con passeggino e bimbo. Dove troviamo un laghetto e bellissime composizioni di fiori. Sono le 18 e 45 e raggiungiamo l’ultima attrazione da visitare, i Supetree Grove. Per evitare la folla e preferibile visitarli di prima mattina, ma sdraiarsi sotto di loro alla sera per assistere allo spettacolo e qualcosa di straordinario. Noi appena è iniziato lo spettacolo eravamo in fila. Ed è stato magnifico ammirarlo. Poi siamo finalmente saliti sulle passerelle, ed è un magnifico spettacolo, vedere il Marina Sands Bay di fronte illuminato, come pure il resto della città. Scesi e saziati dal sublime spettacolo, raggiungiamo in taxi Clark Quay, sia per ammirare il quartiere di sera, ma anche per cenare. La zona è molto bella e vivace, nostro figlio si diverte con lo spettacolo di alcune fontane, e le attraversa per gioco. L’ unica cosa negativa è la ristorazione, medio bassa e cara. Verso le 10 e 30 rientriamo in hotel e andiamo a dormire.

Giorno 8 marzo – in mattinata ci dedichiamo all’ isola di Sentosa. Raggiungiamo con il taxi il Monte Faber, dove prendiamo il mezzo di trasporto più suggestivo, una telecabina sospesa sul mare, che partendo dal Monte Faber, effettua una fermata intermedia al molo di Singapore, e dopo, sempre con una bellissima panoramica della città e delle numerose attrazioni di Sentosa, raggiungiamo Imbiah Station, dove con alcune scale mobili raggiungiamo il Merlion di Sentosa. Ci soffermiamo solo per qualche ora alla visita, purtroppo con un bimbo piccolo non possiamo dedicarci e sfruttare le numerose attrazioni, come Universal Studio, Underwater World e Dolphin Lagoon , Sentosa 4D Magic. Rientriamo quindi verso le 13, per poi pranzare, riposare, e rilassarci un po’ in piscina. Un peccato non poter sfruttare le numerose attrazioni di Sentosa. Ma nostro figlio ha 20 mesi ed è troppo piccolo per poter sfruttare tutto questo ben di dio. In serata ci dedichiamo a visitare forse uno dei migliori hotel non solo di Singapore, ma credo al mondo. Il Marina Sands Bay. Con la linea della metropolitana Bugis Mrt, raggiungiamo Bayfront Mrt, questa fermata della metro raggiunge proprio l ‘ interno della struttura. E dopo essere passati vicino al Casinò, raggiungiamo l’ascensore verso la torre 3, il quale ci porterà al 56° piano, dove c’è una terrazza che mostra una panoramica su tutta la città, Supertree Grove e la baia sottostante. Comunque il nostro obiettivo è quello di raggiungere e di immortalarci in qualche foto vicino alla Infinity Pool, la famosissima piscina che funge da tetto alla struttura, Ne possono usufruire solo i clienti dell’hotel, ma noi alla fine riusciamo a sederci vicinissimi, al bar che confina, facciamo qualche foto con lo sfondo della piscina, e sembra quasi che siamo ospiti del Marina Sands Bay. Terminiamo in bellezza questo soggiorno a Singapore. Eravamo già stati, ma solo di transito nell’avveniristico aeroporto. Questa volta abbiamo apprezzato in questi due giorni trascorsi, la modernità della città. Metropoli sempre in crescita e in continua evoluzione tecnologica. Consigliamo la visita almeno una volta nella vita.

Giorno 9 marzo – raggiungiamo il terminal 4 dell’aeroporto di Singapore e alle 10 e 15, volo Air Asia, raggiungiamo la nostra prossima meta. Alle 13 raggiungiamo la famosa isola turistica Malese, Langkawi. Espletate le pratiche doganali, raggiungiamo dopo 10 minuti di taxi, l ‘ hotel Telaga Terrace Boutique Resort. Discreta struttura, per poter trascorrere, una mezza giornata, prima di raggiungere la nostra destinazione finale. Ko lipe. Nel pomeriggio ci rilassiamo sulla piscina ed in serata passeggiamo e ceniamo a Pantai Cenang, vicina al nostro Hotel. Prima di rientrare, ne approfittiamo per un massaggio alle erbe, in una beauty farm locale.

Giorno 10 marzo – alle prime luci del mattino raggiungiamo Talaga Terminal, e alle 9 e 15, dopo aver espletato le pratiche doganali, saliamo sullo Speed Boat, che ci porterà in meno di 90 minuti nella splendida isola Thailandese Ko Lipe. Nostra destinazione finale. Alle 10 e 30 raggiungiamo il nostro hotel, Cabana Lipe Beach Resort, dopo aver espletato le pratiche doganali. Questi 7 giorni a Ko lipe sono dedicati tutti a nostro figlio, mare e relax, lo merita, è una sorta di premio per un bimbo di 20 mesi, il quale non ci ha creato nessun problema. Abbiamo preso 7 voli, una miriade di trasferimenti terrestri e mare, e non ha minimamente accusato nessuna fatica e stress. Ci vuole audacia da parte di un adulto nel viaggiare con bimbo piccolo e visitare 4 paesi. Ma una volta avuto coraggio, tutto ti ritorna nel bene… non si può spiegare, a tutti consigliamo, viaggiate, viaggiate, con i vostri figli, e maturate sia voi che loro. Considerazioni finali su Ko Lipe. L’isola è un paradiso terrestre, però la crescita a dismisura dell’edilizia selvaggia, ha portato a brutalizzare l’estetica urbana. Peccato perché l’isola ha molte potenzialità e anche se è molto frequentata e pubblicizzata, l’invasione turistica di questi ultimi anni ha portato qualche cambiamento negativo del territorio, ma credo ancora recuperabile, a differenza di altre realtà Thailandesi, come Phuket, ormai pregiudicate per sempre. L a nostra esperienza è stata abbastanza positiva, noi è nostro figlio abbiamo trascorso una settimana in assoluta tranquillità e relax. La spiaggia dove eravamo alloggiati non ci ha soddisfatti in pieno. Infatti siamo sempre andati nel limbo di sabbia, vicino al Ten Moons Lipe Resort. Belle anche Pattaya Beach, Sanom Beach, Sunrise Beach. Da consigliare anche le escursioni nelle isole vicine, Ko Rawi e Ko Dong. Da fare in privato, anche se il costo è elevato. Si evita l’orda dei turisti che invadono queste isole. Come ristoranti, vi consigliamo due italiani, Kioskino e Il capriccio. Ottima cucina italiana. Poi si può provare i tipici ristoranti Thailandesi, ampia scelta su Walking Street.

La nostra lunga vacanza, si conclude il 19 marzo a Singapore di nuovo. Riposiamo nell’aerotel, interno aeroporto di Singapore, fino a sera. Dove alle 23 saliamo sul volo Air France, che ci porterà sia a Parigi e poi a Napoli, dove arriviamo per le 11 e 30.

Giappone… Singapore… Malesia… Thailandia, vi ricorderemo per molti anni, ma di sicuro Giappone, tu di certo ci rivedrai… Sayōnara… さようなら

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