On the road a casa dei vichinghi

Un viaggio per esplorare Copenaghen e non solo, tra castelli, tranquilli borghi marinari fino ad Aarhus, Odense e Aalborg, le maggiori città danesi
Scritto da: girovaga54
on the road a casa dei vichinghi
Partenza il: 18/08/2018
Ritorno il: 25/08/2018
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Considerata la nostra passione per i paesi del Nord Europa, non poteva mancare un viaggio in Danimarca per la visita della bella Copenaghen, ma anche di tanto altro, rammaricandoci che solitamente si parla di questo paese limitatamente alla sua capitale. Abbiamo avuto a disposizione solo una settimana che però è risultata sufficiente per avere una panoramica, scegliendo accuratamente le mete da raggiungere.

SABATO 18 AGOSTO

Partiamo dall’aeroporto di Roma Ciampino con il volo Ryanair FR 407 delle ore 10:40 ed atterriamo all’aeroporto Kastrup di Copenaghen alle 13:15. Siamo in quattro, io Enrica, mio marito Fabio e i nostri amici Lucia e Gianni, con i quali condividiamo da tempo la passione per i viaggi. Recuperati i bagagli, ci accomodiamo per uno spuntino, vista l’ora.

Ritiriamo facilmente la Copenaghen Card 72 h presso il punto informazioni, già prenotata on line da Roma al costo di € 93,00 a persona: come sempre l’importo iniziale sembra considerevole, ma regolarmente commenteremo che ne vale la pena, visti gli elevati costi dei biglietti di ingresso alle principali attrazioni e quelli dei mezzi pubblici. Siamo ben consapevoli che la Danimarca, e in particolare la capitale non sono economici, ma con un po’ di accortezza si riesce a fare una bella vacanza.

Dall’aeroporto in città i collegamenti sono ottimi: si può scegliere tra la metro linea 2 o il treno S-Tog, a seconda di dove è posizionato l’alloggio da raggiungere (i biglietti sono compresi nella Copenaghen Card). Noi abbiamo prenotato un appartamento a Nordhavn, un nuovo quartiere residenziale a nord est della città, facilmente raggiungibile con i treni S-Tog (tre fermate in pochi minuti dalla stazione centrale). Scendiamo appunto alla stazione Nordhavn, consci che dovremo fare una discreta camminata (circa un chilometro) per raggiungere Murmanskgade 15 dove si trova il nostro appartamento Stay Seaport (www.stayseaport.dk), affacciato proprio lungo le banchine del vecchio porto libero di Copenaghen. Il quartiere è in grande fermento: nuove costruzioni stanno sorgendo dappertutto, edifici avveniristici e ci dicono, molto costosi, destinati ad una clientela selezionata. Come in altre città europee, gli abitanti di Copenaghen lasciano il centro città e si trasferiscono, consapevoli che i collegamenti sono eccezionali.

L’appartamento è di quelli ultramoderni, tutto bianco e spaziosissimo, abbiamo tre camere da letto a disposizione oltre due bagni e un grande salone con cucina: unico neo, si trova a pianterreno e non godremo così della vista mare. La scelta di questa location è dovuta al fatto che, pur non essendo propriamente economica, è risultata comunque più abbordabile dei costosi hotel delle zone centrali della capitale. Anche la distanza, che sembrava un ostacolo ai nostri spostamenti quotidiani, è alla fine risultata una bella passeggiata attraverso uno spaccato di vita degli abitanti locali, con l’osservazione delle loro abitudini, visto che qui, come nel resto del Nord Europa, le tende non si usano e tutti vivono tranquillamente “in vetrina”.

Ci riposiamo un po’, facciamo qualche compera per la colazione dei prossimi giorni nel supermercato della catena Netto, proprio di fronte all’appartamento, e siamo di nuovo pronti per riprendere il treno, scegliendo d’ora in poi di scendere alla fermata Norreport (due sole fermate), al centro di Copenaghen: abbiamo il tempo per una prima esplorazione delle vie adiacenti, trovandoci facilmente sullo Stroget, la lunghissima strada pedonale vivace, piena di negozi.

Nelle vicinanze, in Store Kannikestraede 15, troviamo facilmente il ristorante Det Lille Apotek (www.detlilleapotek.dk), un locale consigliato e molto caratteristico, già prenotato preventivamente da Roma considerato che oggi è sabato: mangiamo benissimo, gustando un’anatra con contorno di patate dolci, verdure miste e prugne accompagnate da una salsa gustosissima.

Siamo un po’ stanchi e preferiamo riposare nel nostro accogliente appartamento.

DOMENICA 19 AGOSTO

Siamo pronti per affrontare oggi le principali attrazioni di Copenaghen. Con la solita bella passeggiata arriviamo alla stazione di Nordhavn e nuovamente, dopo due sole fermate, scendiamo a Norreport: ci dirigiamo subito in Øster Voldgade per visitare il Castello di Rosemborg (ingresso 110 Kr pari a circa € 15,00, compreso nella Copenaghen Card). Il castello, in stile rinascimentale olandese, fu fatto costruire a partire dal 1606 dal re Cristiano IV, uno dei più famosi sovrani danesi quale residenza estiva della corte. Circondato da un fossato e da bei giardini, divenne a metà Ottocento, per volere della famiglia reale, un vero e proprio museo di mobili, suppellettili rare, oggetti preziosi in corallo, avorio, argento, pietre, accumulati nel corso dei secoli dai monarchi stessi e disposti oggi cronologicamente nelle ventiquattro belle sale, fino ad arrivare al fiore all’occhiello, cioè il sotterraneo blindato che custodisce i gioielli della corona, veramente fantastici!

Ci dirigiamo ora verso l’isoletta di Stotsholmen, separata dal centro della città da un canale che le gira intorno come un fossato, dove si trovano concentrati importanti monumenti della vita politica danese. Prima di accedervi attraverso l’Holmens Bro (bro sta per ponte), visitiamo la Holmens Kirke, la Chiesa della Marina Reale, edificio costruito nel 1569 quale fucina per le ancore e poi divenuto luogo di culto. Conserva una massiccia pala d’altare e un pulpito in legno di quercia e qui fu celebrato il matrimonio della attuale sovrana, la regina Margherita II.

Ammiriamo anche la lunghissima facciata della Børsen, con una guglia molto particolare formata dalle code intrecciate di quattro draghi, oggi non più aperta al pubblico.

Ed eccoci finalmente al centro di questo fantastico complesso di edifici, il cui fulcro è ovviamente il Cristiansborg Slot, l’imponente palazzo reale oggi sede, tra l’altro, del Folketinget, cioè il Parlamento danese. Sappiamo che la visita sarà piuttosto impegnativa e perciò, essendo già quasi ora di pranzo, ci fermiamo nella caffetteria del delizioso giardino su cui si affaccia la Det Kongelike Bibliotek (la Biblioteca Reale), un bellissimo edificio in mattoni rossi, oggi ampliato dalla moderna struttura chiamata “Diamante Nero”, in lucido granito nero e vetrate affacciato sul porto, collegati tra loro da una scala mobile.

Così rifocillati, attraversiamo l’immenso cortile che ci introduce dapprima nelle Stanze di Rappresentanza del castello. Le sale, volute dal re Cristiano VI intorno al 1730, sono elegantissime e lo giudichiamo uno dei più belli visti finora, ancora in attività, benché non abitato dalla famiglia reale, dove però si svolgono le visite di stato, i ricevimenti degli ambasciatori, i banchetti di inizio anno presieduti dalla regina. In particolare, ci colpisce l’enorme salone in stile rinascimentale le cui pareti sono ricoperte da coloratissimi arazzi che narrano la storia della nazione dall’epoca vichinga ad oggi.

Visitiamo a seguire le cucine, una serie di ambienti molto vasti, che pare conservino la più grande collezione di utensili in rame e pentole di tutte le misure, unico al mondo: durante i banchetti, vengono ancora utilizzate per gli ultimi ritocchi alle pietanze preparate nel palazzo di Amalienborg.

Da ultimo visitiamo il Teatro di Corte, che occupa la parte superiore delle scuderie: una piccola bomboniera.

Per mancanza di tempo, tralasciamo la visita del Kongelike Stalde (Museo delle Carrozze) dove si trova la collezione delle antiche carrozze nonché quelle ancora utilizzate dalla famiglia reale in occasioni particolari e la visita del Thorvaldsens Museum, dove è conservata la collezione privata che l’artista volle donare allo stato danese al suo ritorno nella capitale da Roma.

Da ultimo, non manchiamo la visita alla Christiansborg Slotkirke, la chiesa di corte in stile neoclassico, anch’essa ancora in uso alla famiglia reale per battesimi e funerali.

Il biglietto di ingresso per tutte queste attrazioni sarebbe risultato piuttosto oneroso se non avessimo avuto la Copenaghen Card.

Sotto un cielo sempre più cupo, ci dirigiamo ora, superata la Kongens Nytorv in versione cantiere, verso il Nyhavn, il famoso canale lungo il quale si allineano le graziose case colorate in toni vivaci. Il lungocanale, sicuramente il luogo più caratteristico e turistico della città, è oggi veramente impraticabile, in quanto le sue sponde sono parte del percorso di una maratona. Riusciamo a fatica ad uscire dalla calca ed arrivare nell’immensa piazza acciottolata dove prospettano i quattro palazzi settecenteschi dell’Amalienborg, l’attuale residenza dei Reali e dove ogni giorno alle 12:00 si tiene il cambio della guardia: purtroppo non riusciamo a visitarli, perché a Copenaghen, alle 17:00 in punto tutti i siti chiudono e noi arriviamo proprio intorno a quell’ora. Scenografico comunque tutto l’insieme.

A pochi passi dall’Amalienborg riusciamo, proprio all’ultimo momento, a visitare la Marmorkirken, meglio conosciuta come la Frederiskskirken, una imponente chiesa in stile neobarocco, la cui cupola dal diametro di trenta metri, è chiaramente ispirata a quella della Basilica di San Pietro di Roma: l’interno è, come dice il nome, interamente ricoperto di marmi.

Passando davanti alla Aleksander Nevskij Kirke, la chiesa ortodossa in stile russo bizantino sormontata da tre cupole dorate, ci troviamo in breve all’interno del Kastellet, uno dei luoghi più singolari di Copenaghen: antica cittadella militare a pianta pentagonale, ospita ancora molti begli edifici, ma soprattutto è una gradevole passeggiata nel verde che ci conduce al cospetto del famoso simbolo della città, la Sirenetta. Molti rimangono delusi perché la statua è piccola, ma tutti poi la ammirano e la fotografano da tutte le angolazioni. E’ vero, è una statua piccola, ma fa quasi una certa tenerezza, isolata e pudica sullo scoglio proteso in mare, comunque molto delicata, forse di dimensioni più grandi non sarebbe stata la stessa cosa.

A questo punto, siamo veramente stanchi e poiché minaccia pioggia, decidiamo di approfittare del bus 26 che passa nei pressi (i biglietti dei mezzi pubblici sono compresi nella Card) e scendiamo a Kongens Nytorv, avendo oltretutto deciso di cenare da Skindbuksen (www.skindbuksen.dk) in Lille Kongensgade 4: piccolo locale caratteristico, buone pietanze a prezzi onesti, ma una sorpresa alla fine: alle 21:00 ci dicono che la cucina è ormai chiusa e non possono più servirci il dolce e non solo, neanche la grappa!! Finiremo mai di stupirci?

Riprendiamo il nostro bravo treno a Norreport e finalmente ci riposiamo un po’ nell’appartamento.

LUNEDÌ 20 AGOSTO

Oggi andremo fuori Copenaghen e così, con il solito treno S-Tog, scendiamo alla fermata Vesterport per andare a ritirare l’auto a noleggio prenotata presso l’agenzia AVIS. In realtà, i treni danesi hanno una rete capillare che raggiunge ogni più piccolo centro abitato in breve tempo, ma noi abbiamo fatto questa scelta per spostarci non vincolati agli orari, avendo non tanto tempo a disposizione relativamente a tutto quello che ci sarebbe da visitare.

Ci assegnano una Nissan Qashqai, comoda per le esigenze di quattro persone.

Usciti dalla città, percorriamo per chilometri una campagna tutta uguale e curata e con poche fattorie isolate: sarà così in tutta la Danimarca.

La prima tappa della giornata è la cittadina di Hornbǽk sulla costa settentrionale, nota per la sua spiaggia molto ampia di sabbia bianca: in cielo ci sono grandi nuvole nere, il vento è fortissimo, ma non rinunciamo ovviamente a raggiungere la riva perché il Mare del Nord infuriato è sempre uno spettacolo, è quello che vuoi vedere a questa latitudine.

Riprendiamo l’auto e dopo una decina di chilometri, siamo già a Helsingør, la famosa Elsinore dell’Amleto, dove nel possente castello di Kronborg, Shakespeare ambientò la sua opera. L’ingresso al castello, pari a € 19,00, è gratuito con la Copenaghen Card e, per chi non è automunito, è raggiungibile dalla capitale in treno in poco più di mezz’ora.

Il castello, dapprima piccola fortezza costruita dal re Eric di Pomerania nel 1420, fu ampliato man mano fino a raggiungere l’aspetto attuale, circondato da bastioni muniti di cannoni e fossati dove si può passeggiare liberamente fino al tramonto. Qui, nel bastione delle bandiere, Amleto incontra lo spettro del padre che gli rivela la verità sulla sua fine. Le stanze reali oggi sono un po’ spoglie e gli arredi non tutti originali, ma il fascino rimane affacciandoci dalle finestre delle torrette d’angolo e pensando che la terra che si vede vicinissima al di là dello stretto dell’Øresund è già Svezia. Infatti, questo castello servì spesso per rimpinguare le casse reali amministrando i dazi per il passaggio delle navi da una parte all’altra.

Da ultimo, si visitano le Casematte, fredde e buie prigioni, adibite anche a magazzini ed alloggi dei soldati, custodite dalla massiccia statua di Holger Danske (Ogier il Danese), un mitico capo vichingo che si dice vegli sulla Danimarca, pronto a risvegliarsi e sfoderare la spada in caso di pericolo. Pare che i bambini danesi imparino questa storia già a scuola.

Usciamo dal castello all’ora di pranzo e ci rifocilliamo in una graziosa caffetteria nella zona delle caserme, prima di uscire definitivamente dal sito. Ma non ci concediamo tregua: proprio di fronte all’uscita, si trova l’ingresso del Museet for Søfart (il Museo Marittimo), sistemato nel bacino di carenaggio, all’interno delle mura del vecchio porto. Molto interessante, non solo collezione di strumenti nautici, ma anche mostre interattive e storia degli interessi coloniali e commerciali della Danimarca nel passato.

Il biglietto di ingresso pari a € 15,00 è compreso nella Card.

Rientriamo a Copenaghen ed essendo ovviamente impossibile parcheggiare in città, ce ne torniamo nel nostro quartiere, poiché di fronte all’appartamento c’è un mega parcheggio multipiano dove sistemiamo la nostra auto.

Un po’ riposati, ritorniamo in città e, sempre scendendo a Norreport, andiamo a visitare la Rundetårn (la Torre Rotonda), nota attrazione di Copenaghen: una torre cilindrica in mattoni rossi fatta costruire dal re Cristiano IV come osservatorio per l’astronomo Tycho Brahe. Nella torre, alta circa 34 metri, si sale agevolmente in quanto non ci sono gradini, ma una rampa elicoidale e una volta in cima, se si riesce a sopportare il vento forte che vi spira, si può godere di una bella vista sulla città a 360°.

Abbiamo ancora del tempo a disposizione prima di cena e quindi, volendo fare i soliti acquisti all’Hard Rock, e ripassando davanti agli edifici dell’Università (una fantastica biblioteca che si intravvede da enormi vetrate e la chiesa), arriviamo in Rådhuspladsen, l’enorme piazza cuore della capitale, purtroppo anch’essa occupata da cantieri. Bellissimo l’edificio del Rådhus (il Municipio) e particolarmente interessante la facciata con l’orologio di Jens Olsen, costato nei primi del Novecento un milione di corone in quanto indica, oltre all’ora locale, quella solare, il tempo siderale, l’ora in cui sorge e tramonta il sole, il moto dei poli celesti e degli astri, le rivoluzioni dei pianeti e il calendario gregoriano.

Questi edifici di Copenaghen mi incantano per il contrasto tra il rosso dei mattoni e il verde delle coperture, tetti e guglie in rame.

Su questa piazza prospetta anche l’ingresso del famoso parco di divertimenti di Tivoli: entriamo a dare un’occhiata, anche perché il biglietto è compreso nella Card e ci troviamo immersi in un mondo da favola. Non solo giostre, ma elaborati padiglioni che accolgono ristoranti e soprattutto curatissimi giardini dappertutto. Consigliano di venire qui di sera, con tutte le luci accese e spettacoli anche gratuiti all’aperto.

Per noi si sta però facendo tardi e perciò facciamo a ritroso il percorso lungo lo Stroget perché abbiamo già stabilito di cenare da Riz Raz (www.rizraz.dk) in Kompagnistraede 20, un ristorante che offre anche un menù vegetariano di ottima qualità e con un grande assortimento di pietanze con la formula “all can you eat”.

Soddisfatti, ce ne ritorniamo a casa.

MARTEDÌ 21 AGOSTO

Oggi, come prima tappa, andremo a Hillerød, a una trentina di chilometri da Copenaghen, facilmente raggiungibile anche con il treno. La cittadina è famosa perché ospita il magnifico castello rinascimentale di Frederiksborg. Il palazzo, voluto dal re Federico II, fu poi ampliato nella struttura attuale dal figlio Cristiano IV, che qui era nato. La costruzione si adagia su tre isolotti circondati da un lago e alla sua magnificenza aggiunge quella dei giardini barocchi che lo attorniano.

Il biglietto di ingresso di € 10,00 è compreso nella Card.

Gli interni sono di straordinaria bellezza, dai soffitti agli arazzi, dai dipinti ai mobili e alle suppellettili, ma la vera chicca e la Slotskirken (la Cappella dell’Incoronazione), che conserva tutti gli interni originari che si possono ammirare da una galleria tutt’intorno alla cappella, tripudio di ori e stucchi. Veramente notevole! Da non perdere anche la Riddershalen ( la Sala dei Cavalieri) e la cosiddetta Sala Grande.

Magnifica è anche la vista del castello che si ha passeggiando nei giardini che non vediamo purtroppo nella loro interezza per mancanza di tempo. Volendo, sempre compreso nella Card, si può effettuare il giro del castello su un battellino.

Il castello subì gravi danni durante un incendio a metà Ottocento e da allora i Reali lo abbandonarono, mentre della ristrutturazione si prese cura la fondazione Carlsberg (dicasi i proprietari della famosa birreria) per farlo rinascere quale museo della storia danese.

Siamo vincolati agli orari di apertura dei siti da visitare che, come dicevamo, sono piuttosto ristretti, qualcuno chiude addirittura alle 16:00 e perciò ci affrettiamo a riprendere l’auto e a puntare su Roskilde, distante da qui quarantacinque chilometri. Per fortuna le strade sono ottime e tutto si raggiunge facilmente.

A Roskilde, parcheggiamo davanti al Vikingeskibsmuseet (Museo delle Navi Vichinghe) e, essendo ora di pranzo, per prima cosa ci fermiamo nella caffetteria del museo che offre gli smorrebrød preparati solo con gli ingredienti conosciuti all’epoca vichinga: mangiamo gustosamente!

Il sito del museo, il cui biglietto di ingresso di € 17,50 è compreso nella Card, è vario, nel senso che oltre all’edificio che ospita le cinque navi vichinghe recuperate nel Fiordo di Roskilde e restaurate accuratamente, avete la possibilità di vedere la falegnameria e l’officina all’aperto dove squadre di artigiani si alternano per ricostruire le imbarcazioni con le stesse tecniche e gli stessi utensili usati dai vichinghi. Veramente interessante. C’è inoltre la possibilità di fare un tour di cinquanta minuti, al costo di circa € 13,00 su una barca nordica tradizionale dove i rematori sono gli stessi partecipanti: purtroppo alla biglietteria troviamo il tutto esaurito perché la cosa è molto gettonata.

Ultima tappa della giornata è ora la Cattedrale di Roskilde, considerata la più bella della Danimarca e inserita nel Patrimonio UNESCO: maestosa e solenne, giustamente scelta fin dalle sue origini come luogo di riposo dei reali, è composta di varie cappelle tutte ospitanti sepolture. Le più belle, a mio avviso, sono la Cappella di Cristiano IV e quella dei Magi ma tutta la chiesa è piena di tesori da scoprire. Curioso che in una cappella sia già sistemato, opportunamente coperto alla vista del pubblico, il sarcofago di cristallo che ospiterà le spoglie dell’attuale regina e del suo consorte, già peraltro deceduto ma che non potrà essere sepolto lì se non dopo la scomparsa anche della moglie. Si può comunque vedere un video con la presentazione in anteprima del sarcofago e le tecniche della costruzione.

Il biglietto di ingresso alla cattedrale, pari € 8,00 è compreso nella Card.

Rientriamo a Copenaghen, sistemiamo l’auto nel parcheggio coperto e torniamo in città per cenare nuovamente da Riz Raz. Infine, essendo l’ultima sera di permanenza a Copenaghen, ci concediamo una piacevole passeggiata serale prima di rientrare all’appartamento.

MERCOLEDÌ 22 AGOSTO

Oggi sarà giornata di trasferimento, in quanto lasciamo Copenaghen e la Seelandia per raggiungere l’isola di Fyn (Fionia). Le due isole sono collegate tra loro dallo Storebaelts Bro (il Ponte della Grande Cintura), una straordinaria opera lunga diciotto chilometri, costituita da due ponti, un’isola e un tunnel che permette all’autostrada E20 di proseguire in un tutt’uno tra un’isola e l’altra. Per attraversare il ponte si deve pagare un pedaggio pari ad € 35,00 ad automobile.

Intorno a mezzogiorno siamo alla prima meta della giornata: il Castello di Egeskov. Le guide consigliano di andarlo a vedere, in qualsiasi punto della Danimarca ci si trovi ed hanno tutte le ragioni per asserirlo: è veramente fantastico!

Prima di esplorarlo, però, vista l’ora, approfittiamo della caffetteria per uno spuntino.

Il biglietto di ingresso è un po’ caro: pari a € 35,00 a persona per la visita di castello e parco, di € 30,00 per il solo parco. Inutile dire cosa è meglio fare! I giardini sono notevoli, divisi per argomento, quello delle dalie, quello delle rose, quello delle erbe aromatiche, un labirinto e tanto altro. Il castello è ancora abitato dai suoi proprietari e se ne visitano solo dodici stanze, di cui una ospita il Palazzo di Titania, una enorme casa di bambola realizzata nell’arco di quindici anni, piena zeppa di miniature che sono delle vere e proprie opere d’arte. Nel sottotetto del castello visitiamo una collezione di giocattoli antichi e un modellino di treno risalente al 1900.

In altri edifici sparsi nel giardino sono ospitate una collezione di moto, una di biciclette e una di mezzi di soccorso.

Da ultimo, presi da una improvvisa voglia di avventura, ci cimentiamo in un ponte tibetano sospeso tra gli alberi. Pensavamo di essere ridicoli, ma poi abbiamo visto salire persone più anziane di noi e allora vai…gran divertimento!

Non saremmo più andati via da questo luogo fantastico, ma dobbiamo arrivare a Odense che dista dal castello una quarantina di chilometri. Facilmente troviamo il b&b “store ejlstrup” (www.storeejlstrup.blogspot.com), in Ejlstrupvej 210, il nostro nuovo alloggio che si rivela una bellissima sorpresa: è immerso nel verde, le camere indipendenti, che sono in realtà miniappartamenti, si affacciano sul giardino curatissimo e hanno degli arredi luminosi in stile country. Peccato doverci stare solo una notte.

Sistemiamo i bagagli e ci precipitiamo in città che dista sette o otto chilometri.

Tutto ad Odense parla di Hans Christian Andersen, il famoso scrittore di fiabe che qui nacque nel 1805: si percepisce quanto la città sia fiera del suo concittadino e proprio in questi giorni si tiene un festival a lui dedicato.Gironzoliamo nella città vecchia, lungo strade acciottolate e casette basse e colorate, piene di fiori e rose rampicanti.

Ceniamo in un ristorante consigliato dalla proprietaria del b&b, “Kok&Vin” (www.kokogvin.dk), in Store Gråbrødrestræde 19 che si rivela un ottimo suggerimento.

È ancora giorno quando usciamo dal locale (in realtà, non avendo prenotato ed essendo già pieno di gente, alle 19:15 eravamo già a tavola) e ci inoltriamo in una città che ci piace veramente tanto, vivace e ricca di attrattive. poi, la stanchezza ci vince e decidiamo di andare a riposare.

GIOVEDÌ 23 AGOSTO

Lasciamo con rammarico Odense e il nostro confortevole alloggio. Sotto un cielo decisamente coperto, ci spostiamo nello Jylland (meglio conosciuto come Jutland), l’unica parte della Danimarca collegata all’Europa continentale tramite il confine di sessantotto chilometri con la Germania. Ci dirigiamo direttamente nello Jylland centrale, verso la cosiddetta Regione dei Laghi: sicuramente questa regione è la più varia della Danimarca poiché presenta paesaggi profondamente diversi tra loro.

La Regione dei Laghi è una zona ricca di colline e di foreste, nonché di laghi appunto: qui scorre il fiume Gudenå e vi si innalza la vetta più alta del paese, l’Himmerlbjerget (147 metri): ma in un paese piatto come la Danimarca, questo è meta di trekking ed escursioni lungo i sentieri, con tanto di rifugi. Ad ognuno il suo!

Nella preparazione del viaggio, era nostra intenzione di arrivare a Ry o a Silkeborg e da lì raggiungere l’Himmerlbjerget in battello, ma poi, vuoi per il cielo minaccioso, vuoi per gli orari di andata e ritorno, non troppo comodi, rinunciamo alla navigazione, ma non a scalare la cima della “montagna”, attraverso un breve sentiero fino a una torre in mattoni rossi alta venticinque metri, da cui si gode un bel panorama sui laghi.

La prossima meta della giornata sarà la cittadina di Silkeborg, considerata una rarità in quanto adagiata sulle sponde di un grande lago e circondata da colline: proprio sul lago, ci fermiamo in una caffetteria per lo spuntino del pranzo. Lo scopo della nostra sosta a Silkeborg è la visita al Museo dove è custodito l’Uomo di Tollund, la famosa mummia di 2350 anni fa, ritrovata nel 1950 nelle torbiere della zona sorprendentemente intatta. Devo dire che fa un po’ impressione, ma è da vedere sicuramente: anche la storia della sua fine è interessante.

Il costo del biglietto di ingresso al museo è pari a € 9,00 a persona.

Nel tardo pomeriggio arriviamo ad Aalborg dove pernotteremo.

Il nostro b&b, Mary’s House (https://maryshouse.highline-fashion.dk), in Kong Christians Allé 29, è veramente fantastico. Camere e bagni di design e un giardino curatissimo, oltre alla cortesia del gestore, ci fanno innamorare del posto situato in una zona residenziale da cui si raggiunge il centro della città con una breve passeggiata.

Aalborg non ci entusiasma comunque più di tanto e forse la ricorderemo più che altro per il violento acquazzone che ci inzuppa fin nelle midolla, durante la ricognizione del centro storico quando, all’improvviso, il cielo è diventato nero da sembrare notte. Anche l’offerta gastronomica non ci sembra così accattivante come altrove e un po’ per ripararci dalla pioggia, un po’ perché non ci piaceva altro in giro, finiamo con il cenare in un ristorante italiano, “San Giovanni” (www.sangiovanni.dk) in Vesterbro 46, dove mangiamo una pizza, sicuramente buona ma piuttosto cara: il conto risulterà alla fine il più salato della vacanza.

Per fortuna non piove più e, nonostante una temperatura intorno ai tredici gradi, ci fa piacere passeggiare per ritornare nel b&b.

VENERDÌ 24 AGOSTO

Anche stamattina il cielo non promette niente di buono, proprio oggi che ci sposteremo lungo la costa settentrionale dello Jylland. Lungo il percorso per arrivare a Grenen piove abbondantemente, ma poi il tempo migliorerà e ci consentirà di vedere molte cose particolari, in un crescendo di emozioni.

Grenen è l’estremo lembo di sabbia, largo appena qualche metro, che segna il punto più settentrionale della Danimarca ed è un posto magico perché è qui che potete vedere l’incontro di due mari, il Kattegat e lo Skagerrak dove le onde si infrangono tra di loro spumeggiando. Ma la cosa più caratteristica è come siamo arrivati qui sulla spiaggia: ovviamente ci si può arrivare a piedi, faticando non poco tra le dune, oppure al parcheggio dove si lascia l’auto, salire sul Sandormen, un curioso autobus rosso trainato da un trattore che effettua corse ogni venti minuti al costo di € 4,00 a/r a persona. Da non perdere assolutamente!

Ritorniamo sulla strada 40 che in pochi minuti ci conduce a Skagen, un paese molto carino, fatto di casette basse tipiche dei vecchi borghi di pescatori, molto frequentato dai pittori dell’Ottocento che qui trovavano una luce particolare e un paesaggio costiero suggestivo, oggi invaso dal turismo estivo. Ci concediamo un po’ di shopping nei molti negozietti della strada principale e poi la pausa pranzo nel bel locale “Jacobs Cafè” (www.jacobscafe.dk) in Havnevej 4.

Riprendiamo la marcia per arrivare in breve al Rabjerg Mile, un sistema di dune di sabbia considerato in Danimarca un vero e proprio fenomeno naturale: si lascia l’auto e si prosegue a piedi dapprima un po’ faticosamente attraverso dune piccole da cui spunta una rada vegetazione. Poi, all’improvviso, appare una serie di dune alte quaranta metri, spettacolari! Qui si cammina più agevolmente in quanto la sabbia è compatta. L’aspetto è lunare e i colori magnifici adesso che c’è un bel sole: c’è anche tanto vento, però, e il velo di sabbia corre veloce rasoterra. Prove di un viaggio nel deserto.

La prossima tappa è la Tornby Strand, una lunghissima spiaggia di sabbia bianca, talmente compatta da poterla percorrere in auto. Infatti, molte auto sono parcheggiate lungo il litorale, ma a noi sembra uno scempio e ci andiamo a piedi: bellissima la spiaggia, ma quasi impossibile resistere al vento.

Proseguiamo fino a Rubierg Knude, altra zona di dune di sabbia la cui attrazione, dopo aver parcheggiato l’auto, è raggiungere il Fyr (il Faro) che nel 1900 sorgeva a duecento metri dalla costa, sessanta metri sul livello del mare. Ma l’azione erosiva del mare e il vento sempre molto forte che soffia in questa zona, hanno fatto sì che il faro nel 1960 venisse definitivamente chiuso e abbandonato per le violente tempeste di sabbia che impedivano di controllare il mare. Oggi è stato riaperto per i turisti, seppur ormai sepolto per metà nella sabbia ed è permesso salire fino in cima da dove il panorama è fantastico, ma è possibile resistere solo per pochi minuti a causa del vento. Dicono che nel giro di un decennio, il faro, oggi a strapiombo sul mare, cadrà per effetto dell’erosione. Da vedere, finché è possibile!

Ultima tappa della giornata è Løkken, a una ventina di chilometri dal faro, un minuscolo borgo di pescatori adagiato su una bellissima spiaggia, oggi meta di turismo estivo, praticamente disabitato nella stagione invernale, quando pare faccia particolarmente freddo.

Decidiamo di cenare qui nel ristorante di un hotel affacciato sulla piazza del paese: Restaurant Løkken Badehotel in Torvet 8. Ottima scelta, rimaniamo soddisfatti.

Si capisce che siamo proprio su al nord, perché quando usciamo dal locale per ritornare al parcheggio, e sono già le 21:30, il cielo è ancora chiaro. Fa parecchio freddo e siamo contenti di ritornare nel nostro accogliente b&b.

SABATO 25 AGOSTO

Purtroppo oggi è il nostro ultimo giorno in terra danese: fortunatamente però il nostro volo è serale e abbiamo ancora la possibilità di vedere altri luoghi.

Attraversando la foresta di Rold Skov, ci dirigiamo ad Aarhus, che pur essendo la seconda città della Danimarca, ha un centro storico non molto grande e quindi visitabile con tranquillità. Belle piazze, strade pedonali piene di negozi di qualità, una grande cattedrale di mattoni rossi, e una passeggiata lungo il canale occupata quasi per intero dai dehors dei locali: proprio in uno di questi ci fermiamo per una pausa all’ora di pranzo, con le stufe accese per riscaldarci, visto che oggi la temperatura si aggira sui tredici gradi: qui sta arrivando l’autunno!

Ritornando verso il parcheggio, non ci lasciamo sfuggire di percorrere Møllestien, considerata la via più caratteristica di Aarhus, ultima testimone della città vecchia, lastricata di ciottoli e fiancheggiata da casette basse e colorate piene di rampicanti.

La città meriterebbe una visita più accurata, ma noi ci accontentiamo di averla potuta vedere anche sommariamente: riprendiamo il cammino verso Jelling, considerata quasi un luogo sacro dai Danesi che vi si recano almeno una volta nella vita come in una sorta di pellegrinaggio. Il motivo? Perché qui, nell’epoca d’oro vichinga ebbe la sua corte il re Gorm il Vecchio, capostipite di una stirpe di sovrani danesi tuttora esistente (la Danimarca è la monarchia europea più antica in assoluto). Questo è il luogo, da poco identificato con esattezza, dove il re fu sepolto dal proprio figlio Aroldo (detto Dente Azzurro) il quale introdusse il cristianesimo tra il suo popolo.

Visitiamo la Jelling Kirke, una chiesa costruita intorno al 1100, tutta imbiancata a calce, due tumuli sepolcrali e le pietre runiche, ritenute il testamento spirituale della Danimarca. Non possiamo invece visitare a fondo il museo interattivo sulla storia vichinga che ci appare molto interessante ma che, come tutte le attrazioni in Danimarca, sta chiudendo alle 17:00.

Ci avviamo ormai tristemente verso l’aeroporto di Billund, passando velocemente davanti all’ingresso di Legoland e riconsegniamo l’auto presso l’agenzia AVIS. Il volo Ryanair FR9634 delle ore 20:25 partirà con quasi un’ora di ritardo a causa del maltempo che ha imperversato su Roma al momento della partenza verso Billund. Pazienza! Il contrattempo non scalfisce minimamente la sensazione di aver vissuto anche questa volta una bellissima avventura in una terra meravigliosa.

Guarda la gallery
helsingor-ydntw

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-spcgp

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-hwzbe

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-63fm9

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-kj1sy

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-pnt1s

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-n1pfg

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-mmk8c

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-zwe74

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-ycaeh

On the road a casa dei Vichinghi

helsingor-ta4n7

On the road a casa dei Vichinghi



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari