Riga: tra le vestigia austere del passato e l’esuberanza del presente
In viaggio nonno e nipote alla scoperta delle capitali baltiche
Lasciamo Tallinn e, percorrendo una strada poco trafficata, passiamo in Lettonia, un paese con un territorio coperto da foreste abitate da cervi, cinghiali, alci, lupi, linci e orsi bruni. Arriviamo quando è sera a Riga, la capitale, al confortevole Tallink Hotel, in buona posizione, che ci consente un giretto serale perlustrativo in centro città, con i suoi locali alla moda, pub e ristoranti molto animati e un bel tramonto sul fiume prima del rientro corroborato da una cena deliziosa.
Riga è stata fondata nel 1201. Fu una roccaforte dei Cavalieri Portaspada e importante porto per gli scambi commerciali con l’occidente. Nel XIX secolo divenne un porto a livello mondiale per il commercio del legname e la sua espansione la portò ad essere la terza città dell’impero russo, preceduta soltanto da Mosca e San Pietroburgo. Dopo i disastrosi bombardamenti dell’ultima guerra mondiale, Riga risorse dalle ceneri grazie alla sua stimolante capacità di guardare al futuro. La Città Nuova, fulcro della vita moderna di Riga, che circonda il centro storico, risale al XIX secolo e comprende un alternarsi di zone commerciali e residenziali. E’ la più grande delle capitali baltiche, tra i più importanti centri culturali, economici e politici della regione ed è sempre stata una città cosmopolita. Nel 1997 il suo Centro Storico è stato inserito tra i Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco, grazie ai suoi oltre 800 edifici Art Nouveau, i più variegati d’Europa e per l’architettura in legno del XIX secolo. Nel 2014 è stata anche capitale europea della cultura. E’ inoltre ricordata turisticamente come la ‘Parigi del Nord’ per le allettanti attrazioni turistiche e la sua vitalità tra i caffè ed i pub all’aperto.
La visita della città, adagiata lungo il fiume Daugava, è molto interessante a partire dal centro storico, un’area medievale in gran parte chiusa al traffico, con un labirinto di vicoletti acciottolati, lungo i quali si ergono antichi palazzi del XV e XVI secolo. Il Monumento alla Libertà, conquistata la prima volta nel 1920 e poi definitivamente nel 1991, può essere considerato il punto di riferimento per l’accesso al centro di Riga, un’area con lunghi viali, grandi palazzi e singolari edifici in stile art nouveau. Tra i campanili, le guglie gotiche e il dedalo di stradine, è bello gironzolare alla scoperta della piazza Ratslaukums, dove si trova l’l’ufficio informazioni con opuscoli e piantine presso la Casa delle Teste Nere (1344) dei mercanti tedeschi celibi, lo storico Municipio distrutto durante la seconda guerra mondiale e ricostruito nel 2003, all’interno del quale si può visitare una mostra dei doni offerti dalle delegazioni delle città gemellate. Di fronte all’edificio la statua di San Rolando, patrono della città, poi la chiesa gotica luterana di San Pietro, uno dei più antichi edifici medievali del Baltico risalente a circa otto secoli fa, con la torre campanaria alta 72 metri. Sul retro, grazie ad un ascensore, si può salire sino alla piattaforma panoramica della torre e spaziare con lo sguardo sulla città.
Proseguiamo verso il castello con le sue possenti mura, costruito nel 1330 e rimaneggiato nei secoli, residenza ufficiale del presidente lettone, prima di visitare la più grande cattedrale dei Baltici dedicata a Santa Maria (1211), nella quale si trova il gigantesco organo del 1884 con 6768 canne utilizzato, in seguito al restauro, per concerti di musica classica. Avendo un po’ di tempo a disposizione, è possibile soffermarsi presso l’ex chiesa di San Giorgio, ora trasformata in museo dedicato alle arti applicate dal periodo art nouveau ad oggi, con una collezione di mobili, xilografie, arazzi e ceramiche. Tre case di pietra soprannominate ‘I Tre Fratelli’ rappresentano gli stili architettonici di Riga: la numero 17 è la più antica della città e risale al ‘400, mentre la sua vicina, la numero 19, ospita mostre temporanee. Da notare le minuscole finestrelle dovute alle imposte nella Riga medievale che si pagavano in base alle dimensioni delle finestre. Simbolo della città è il gatto nero spaventato che si trova in cima alla torretta della ‘Casa del Gatto’ (1909) in stile art nouveau.
Pranziamo deliziosamente nella nuova Biblioteca Nazionale della Lettonia, nota come Castle of Light, con davanti l’impareggiabile skyline di Riga affacciata sul fiume. Nel pomeriggio, poco fuori città, ci attende il Museo Etnografico Lettone di Riga, un museo all’aperto lungo le sponde del lago Jugla, con oltre un centinaio di edifici in legno (chiese, mulini, fattorie) caratteristici delle quattro regioni della Lettonia (Curlandia, Zemgale, Vidzeme e Latgale), con più di 3000 oggetti e testimonianze delle tradizioni artigianali locali.
Lungo la strada che conduce da Tallinn a Riga vale la pena sostare a Sigulda, la Svizzera della Lettonia, località climatica estiva, ma anche apprezzato centro sciistico invernale, con un castello e giardini fioriti. Da non perdere il Museo-Riserva Naturale di Turaida: un grande parco immerso nel verde con edifici trasformati in piccole gallerie d’arte e spazi espositivi, una chiesa di legno risalente al 1750 nel cui cimitero si trova la tomba di Maija Roze (1601-1620), la “Rosa di Turaida”, ricordata in una romantica leggenda. Attrazione principale il Castello di Turaida, in mattoni rossi, costruito nel 1214 sul sito di una roccaforte livoniana. Il castello è molto scenografico e nel museo allestito nel granaio del XV secolo si può ripercorrere la storia della Livonia dal 1319 al 1561. Dall’alto della Torre del Dongione, alta 42 metri, di forma cilindrica, che ospita altre mostre, si ha una veduta fantastica della fortezza e di tutta l’area circostante. Rilassante la visita nei paraggi del Giardino delle Canzoni della Collina di Diana, con sculture di eroi della mitologia lettone protagonisti dei canti popolari della tradizione locale.
In località Bauska, quasi al confine con la Lituania, visitiamo il Palazzo di Rundale (XVIII secolo), la Versailles dei Baltici, opera dell’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli, noto per aver progettato il Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo, residenza estiva del duca di Curlandia, sul quale aleggiano leggende di fantasmi, in particolare quella legata alla Dama Bianca della quale storici dell’arte e muratori affermerebbero di averne sentito le risate durante i restauri.