Un tour tra Bretagna e Normandia on the road

Le spiagge dello sbarco, i fari lungo la costa, le cittadine più belle e tante dritte utili per organizzare al meglio il viaggio
Scritto da: acerorosso
un tour tra bretagna e normandia on the road
Partenza il: 01/07/2011
Ritorno il: 14/07/2011
Viaggiatori: 2
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Prima di iniziare a scrivere il diario di questo bellissimo tour in Bretagna e Normanida, ho deciso di scrivere alcune dritte che potrebbero essere utili a quanti avranno intenzione di andare in queste zone.

Per molti potranno essere inutili ma queste sono le informazioni che in genere almeno io cerco dai diari di viaggio, perché le informazioni su cosa vedere si possono trovare su una qualsiasi guida turistica.

Consigli per viaggiare in Bretagna e Normandia

Guide turistiche

Per questa vacanza abbiamo acquistato ed utilizzato la Rough perché più recente rispetto alla Routard ed alla Lonely Planet. È una guida ben fatta anche se spesso i suoi giudizi sulle mete da vedere non sono andati incontro al mio gusto. Per esempio cittadine da loro indicate come carine non ci hanno entusiasmato, mentre altre da loro scarsamente considerate ci sono piaciute molto.

Altra piccola pecca sono stati i fari. Sarà che a noi sono piaciuti molto, ma la Rough ne parla davvero poco se non per alcuni dei più famosi.

Viaggio (auto si/ auto no)

Nella pianificazione dell’itinerario siamo stati molto indecisi sul mezzo da utilizzare per raggiungere la zona. Con la nostra auto oppure con un volo su Parigi e poi auto a nolo? Ad un certo punto era spuntata anche l’idea del camper, ma in due non era proprio economico. Con un po’ di cifre e prezzi in mano abbiamo scelto per il viaggio in auto da casa.

I km non sono stati pochi soprattutto nei viaggi di andata e di ritorno, ma il bagaglio pieno di souvenir ci ha riconfermato il fatto di avere fatto un’ottima scelta.

Uffici Turistici

Molto utili sia nella pianificazione del viaggio che durante il viaggio stesso è stata la documentazione ricevuta dagli uffici turistici di quasi tutte le cittadine. È sufficiente contattarli via mail o tramite dei form sui vari siti per ricevere a casa, gratuitamente, molta documentazione interessante.

Meteo

Bretagna e Normandia non sono sicuramente famose per essere zone molto assolate , tanto che loro stessi ci scherzano su cartoline e gadget vari. Noi siamo comunque stati abbastanza fortunati nel senso che abbiamo trovato si cieli grigi e tempo nuvoloso, ma, a parte una mattina per una mezz’ora, non ha mai piovuto mentre eravamo in giro.

Io sono abbastanza freddolosa quindi o spesso tenuto un maglioncino in cotone o una giacca antivento, ma nulla di più. Giovanni, invece, che è più caloroso ha messo la felpa solo alcune sere e poi è sempre stato in maniche corte. Indispensabile, invece, una sciarpa a protezione dal vento perché praticamente sempre presente. Il sole quando c’è è molto caldo ma non abbiamo mai raggiunto le temperature che ci dicevano dall’Italia.

Visto il tempo così variabile la cosa migliore è sicuramente il classico abbigliamento a cipolla.

Strade/ Autostrade

Nell’andata e nel ritorno abbiamo ovviamente percorso le autostrade perché più veloci e scorrevoli. Per spostarci all’interno di Bretagna e Normandia, invece, abbiamo sempre percorso strade statali in alcuni casi anche a due corsie per senso di marcia e sempre gratuite. Unico tratta a pagamento lo spostamento fra Etretat ed Honfleur ed il Ponte di Normandia.

Nessun problema negli spostamenti grazie al Tom Tom.

Benzina

In autostrada benzina o gasolio costa all’incirca come in Italia. Sulle strade statali, invece, è più economica stando però attenti ai distributori. Abbiamo trovato molto cari Total e Shell, mentre più convenienti i distributori all’interno dei supermercati SuperU e Intermarchè dove abbiamo trovato anche prezzi sotto l’1,30.

Parcheggi

Non abbiamo avuto grosse difficoltà. Nella maggior parte dei posti siamo riusciti a parcheggiare gratuitamente, mentre in alcune mete molto turistiche ( Mont Saint Michel, fari, Point du raz) il parcheggio è obbligato ed anche a pagamento ( in alcuni posti anche 6 euro). In molti paesi e cittadine ( a parte in quelle molto turistiche) i parcheggi a pagamenti vanno a fascie orarie ed in genere sono gratuiti fra le 12 e le 14.

Importante è ricordare che Parcheggi blu parcheggi con disco orario – Parcheggi bianchi parcheggi a pagamento.

Pernottamenti

Inizialmente avevamo deciso di non prenotare nulla da casa se non la prima notte e poi cercare al momento. Alla fine, invece, già prima della partenza avevamo prenotato alcune notti mentre le altre le abbiamo fissate strada facendo in base alle modifiche del nostro itinerario, non senza alcuna difficoltà tra l’altro. In Normandia ed in parte della Bretagna abbiamo trovato posto piuttosto facilmente poi, complice il periodo ( 14 luglio) abbiamo avuto qualche difficoltà in più e ci siamo dovuti un po’ adattare ad hotel e prezzi più alti rispetto alle chambre d’hotes. Fra hotel e chambre abbiamo preferito quest’ultime perché più confortevoli e curate e tra l’altro più economiche avendo anche la colazione compresa nel prezzo.

Gastronomia

Come sempre, anche questa volta in Francia, abbiamo mangiato molto bene. Si trovano diverse tipologie di ristoranti per tutte le tasche e per tutti i gusti. Per il pranzo abbiamo sempre preferito ristorazione veloce con baguette, quiche o galette. L’idea iniziale era di fare anche qualche picnic ma non siamo riusciti molto se non due volte ma non in aree attrezzate.

Per cena invece abbiamo trovato di tutto: ristoranti con la cucina du terroir, etnici, italiani, una marea di creperie, pizzerie e brasserie. Noi abbiamo sempre scelto la cucina del territorio optando per i menù du Terroir. Ogni ristorante propone almeno un tipo di menù, ma in genere anche più di uno con prezzi diversi a seconda della quantità e del tipo di piatto.

Da questi menù sono ovviamente escluse le bevande a parte la classica eau en caraffe. Noi abbiamo sempre scelto menù composti da una entreè, un plat ed un dessert accompagnati, in genere, da vino, sidro o birre.

I menù sono molto vari e ci hanno permesso di assaggiare tantissimi piatti diversi (praticamente quasi mai la stessa cosa se non le immancabili moules).

Ecco alcuni cibi da assaggiare assolutamente:

  • Galette, sono le crêpes preparate utilizzando la farina di grano saraceno, ed in Bretagna, ma anche in tutta la Francia, sono utilizzate per preparazioni salate.
  • Terrine de campagne, dal contenuto ignoto ma a detta di Giovanni molto buone
  • Moules, le nostre cozze presentate in diverse varianti anche se la più famosa è quella a la creme e accompagnate sempre dalle frites
  • Huitres, noi non le abbiamo assaggiate perché non ci piacciono per niente ma si trovano praticamente ovunque ed a prezzi abbordabilissimi
  • Crabe, il nostro granchio. Lo abbiamo assaggiato sia come salsa da crostini che intero al vapore , un vero spettacolo. Non si trova però ovunque …. Noi lo abbiamo assaggiato a Duarnenez e a Roscoff ( sempre inserito nei menù du terroir)
  • Roie, la razza. Scusate l’ignoranza ma io non sapevo neppure si mangiasse ed è stata una piacevole sorpresa. Assolutamente da provare!
  • Canard. Anche questa si trova in tantissimi modi differenti di cottura e Giovanni ( a me non piace) consiglia soprattutto quella confit.
  • Fromage. Sarà che a noi piacciono molto quindi li abbiamo assaggiati più volte ed abbiamo avuto la conferma che non c’è solo il camembert ma ce ne sono altri davvero buoni in particolare quelli di capra.
  • Saint Jacques a la bretone sono le nostre capesante preparate in modo però diverso, anche queste da assaggiare assolutamente.
  • Far breton è un dolce bretone a basa di farina, uovo, zucchero e prugne. In Bretagna si trova ovunque
  • Kounig amann è un un dolce di pasta sfoglia, specialità regionale di Douarnenez in Bretagna. Il nome in bretone significa: kouign, dolce o brioche, e amann, burro
  • Marmellata al rabarbaro
  • Birre. A quanto sembra la Bretagna ha una importante tradizione nella produzione delle birre già a partire dal XVII secolo e si parla di più di 300 tipi di birre prodotte. Noi ne abbiamo assaggiate alcune in loco mentre altre ce le siamo portate come souvenir. Da assaggiare sicuramente quella prodotta con le alghe.
  • Breitz Cola è la Coca Cola in versione bretone.
  • Cidre. Il sidro è una bevanda alcolica prodotta dalla fermentazione della spremitura di mele. Ha sapore dolciastro-amarognolo, a seconda delle modalità di produzione, e può raggiungere dai 4 agli 8 gradi alcolici. Ne esistono tre tipologie: il sidro dolce, poco alcolico, molto spumeggiante, dal sapore fruttato che si accompagna abitualmente ai dolci; il sidro secco, più o meno gasato, da accompagnare a carne e pesce ed, infine, il sidro tradizionale, amarognolo e più alcolico che si può servire anche con formaggi stagionati e saporiti.

Souvenir

Essendo zone molto turistiche si trova praticamente qualsiasi tipo di souvenir o gadget. Per quanto ci riguarda ai classici souvenir abbiamo preferito quelli enogastronomici con cui abbiamo praticamente riempito l’auto.

Il nostro itinerario tra Normandia e Bretagna

  • 2 luglio: Partenza da casa – Auxerre – Vernon – Giverny
  • 3 luglio: Giverny – Rouen – Lyons la foret – Equemauville
  • 4 luglio: Jumieges – Saint Wandrille – Dieppe – Varengeville s/m – Veules les Roses – Fecamp – Etretat
  • 5 luglio: Pont de Normandie – Honfleur – Trouville – Cambremer – Beuvron en Auge – Caen – Arromaches – Vaux-sur-Seulles
  • 6 luglio: Ponte Pegasus ,Beny s/m, Courselles s/m, Arromaches, Longues s/m, Colleville s/m, La Cambe, Pointe du Hoc, Bayeux
  • 7 luglio: Sainte emr Eglise, Utah Beach, Phare Gatteville, Goury e Cap de la Hague, Nez de Jobourg, Fierville les Mines, Le Mont Saint Michel, Pontorson
  • 8 luglio: Le Mont Saint Michel, Pointe du Grouin, Cancale, Saint Malo, Pontorson
  • 9 luglio: Dinan, Dinard, Pointe de Decollè, Fort La Latte, Cap Frehel, Paimpol, Trezardec
  • 10 luglio: Plougrescant, Ploumanac, Perros Guirec, Ile de Brehat, Trezardec
  • 11 luglio: Lampau Guimiliau, Guimiliau, St Tregonnec, Morlaix, Roscoff
  • 12 luglio: Phare Ile Vierge, Phare du Four, Phare du Trezien, Plage de blanc sablon, Phare de Kermorvan, Pointe de Saint Mathieau, Phare de le petit Minou, Pointe de Penhir, Douarnenez
  • 13 luglio: Locronan, Point du Raz, Quimper, Concarneau
  • 14 luglio: Phare Eckmul, Loctudy, Benodet, Pont-Aven, Concarneau
  • 15 luglio: Quimperlè, Carnac, Vanes
  • 16 luglio: Josselin, Neris les bains
  • 17 luglio: Rientro a casa

Ed ora sotto con il diario!

2 luglio

  • Colazione in autogrill lungo la strada
  • Pranzo Le Point Gourmand 2, Place Charles Surugue Auxerre
  • Cena Ancien Hotel Baudy 81 rue Claude Monet 27620 Giverny menù da 23,10 euro a persona
  • Pernottamento Les coins des artistes rue Claude Monet 65 Giverny 70 euro

Dopo averlo preparato abbastanza minuziosamente lo scorso anno abbiamo dovuto rinunciare a questo viaggio quindi avendo già itinerario di massima, ma soprattutto tantissime informazioni abbiamo deciso di ritentare nel 2011.

Già lo scorso anno avevamo valutato il fatto di andare in auto direttamente dall’Italia, quindi quest’anno, fatti due calcoli su costi e kilometraggio siamo rimasti convinti della scelta ed abbiamo optato per la nostra auto con la speranza di riuscire a portarci a casa anche qualche souvenir (enogastronomico, soprattutto).

Nei mesi antecedenti la partenza abbiamo stilato un itinerario di massima grazie alle informazioni reperite sia in internet che dalla documentazione ricevuta dai diversi uffici turistici. L’idea iniziale sarebbe stata quella di partire dalla Bretagna e poi dalla Normandia per poi tornare a casa. Viste però le date del Tour de France abbiamo preferito invertire il giro in modo da evitare il traffico conseguente il passaggio della corsa. Siamo quindi partiti in direzione Normandia per poi scendere in Bretagna e rientrare a casa. Inizialmente pensavamo di non prenotare nulla se non la prima notte, ma poi vista l’alta affluenza turistica in zona abbiamo preferito fissare le prime 6-7 notti preferendo le chambre d’hotes agli hotel.

Dopo una settimana intensa di lavoro arriva finalmente il giorno della partenza che prevede la classica levataccia vista la lunga strada da percorrere. Tappa finale della giornata sarà. Infatti, la cittadina di Giverny a nord di Parigi.

La tabella di marcia prevede più di 900 km da percorrere prevalentemente in autostrada passando per il traforo del Monte Bianco prima e per la periferia di Parigi poi.

Dopo un ultimo buon caffè in Italia con panorama sullo splendido Monte Bianco superiamo senza intoppi il confine e con tranquillità e senza traffico raggiungiamo la Borgogna dove decidiamo di fare una sosta visto anche l’avvicinarsi dell’ora del pranzo.

Come meta scegliamo la cittadina di Auxerre sulle rive del fiume Yonne con un bel centro storico dominato da due enormi chiese. Proprio sul lungofiume si trova un enorme parcheggio gratuito ed in pochi minuti a piedi si raggiunge l’animato centro storico con belle case a graticcio e vicoli caratteristici. Per il pranzo scegliamo un locale che offre menù prestabiliti dove Giovanni si mangerà la sua prima baguette ed io la prima delle tantissime quiche della vacanza.

Complice la bella giornata di sole ed il piacevole clima trascorriamo un paio di ore nella cittadina prima di riprendere la strada verso Giverny. Per arrivare a destinazione si passa anche vicino a Parigi tanto che da lontano riesco ad intravedere anche le Sacre Coeur ma soprattutto la Tour Eiffel che tra l’altro si bede anche abbastanza da vicino. Il traffico peraltro pur essendo in città non è nemmeno esagerato tanto che mi verrebbe voglia di proporre una piccola deviazione verso il centro … abbiamo ancora un po’ di km e Giovanni sta guidando da casa quindi me ne sto zitta e proseguiamo.

Verso le 17.00 arriviamo a pochi km da Giverny, a Vernon dove facciamo tappa per ammirare un bel castello ed un piccolo mulino costruiti in un parco sulle rive della Senna. Il Vieux Moulin è l’ultimo dei 5 mulini posizionati sulla Senna e serviva anche come casa per la riscossione dei pedaggi per attraversare il fiume.

In meno di dieci minuti arriviamo al piccolo villaggio di Giverny dove tutto ruota attorno a Rue Claude Monet che praticamente inizia con la chiesa nel cui cimitero è sepolto il celebre pittore e termina con la casa in cui lui risiedette. La nostra chambre si trova poco oltre la chiesa ed è davvero molto carino. Non ha un parcheggio proprio ma lungo la via è possibile parcheggiare l’auto oppure esiste un enorme parcheggio gratuito di fronte all’ufficio turistico ed uno a pagamento (solo di giorno) proprio di fronte alla casa museo Monet.

Preso possesso della nostra stanza tutta sui toni del rosa decidiamo di uscire a fare due passi nel paese che è davvero piuttosto piccolo tanto che in poco tempo arriviamo alla fine della via e del villaggio stesso. Via Monet è davvero affollatissima di turisti molti dei quali stanno lasciano il villaggio dopo la visita alla casa del celebre pittore. Noi abbiamo fissato la visita per domattina quindi questa sera ci accontentiamo di vederla dal fuori… a dire il vero non si vede nulla perché la famosa facciata della casa si vede solo dall’interno!

Vista la giornata intensa decidiamo di fermarci a Giverny e cerchiamo un posto per la cena fra i quattro/cinque ristoranti che il villaggio offre. Alla fine ne scegliamo uno e prenotiamo un tavolo per più tardi per poi tornare in camera per un po’ di relax.

Usciamo dopo le 20.00 e ci accorgiamo che il sole è ancora alto e che l’afflusso di turisti si è ridotto anche se in giro c’è ancora un po’ di gente.

Come per tutta anche questa sera opteremo per i menù du terroir che a prezzi diversi a seconda della quantità e del tipo di piatto permettono di assaggiare la cucina del territorio. Il ristorante di questa sera è storico o almeno così dice la targa sulla sua facciata … qui Monet trascorreva le serate con gli amici pittori che lo raggiungevano alla sua scuola fra cui Cezane, Sisley, Renoir.

Quando lasciamo il ristorante c’è ancora luce ma dopo una breve passeggiata la stanchezza inizia a farsi sentire e quindi rientriamo in camera dove, dopo pochi minuti, ci addormentiamo profondamente.

3 luglio

  • Colazione nella chambre
  • Pranzo, La Gourmandine Rue Martainville Rouen
  • Cena, Les Maraichers 37 pl. du Vieux Marché Rouen menù du terroir a 21,50 euro
  • Pernottamento Sweet Home Rue des Marronniers 534 MARTAINVILLE – EPREVILLE 55 euro

Questa mattina ci alziamo con calma visto che la Casa di Monet apre alle nove e trenta e noi abbiamo già i biglietti visto che li abbiamo acquistati in internet prima della partenza. È vero abbiamo pagato un sovraprezzo di un euro a biglietto ma questo dovrebbe evitarci le code visto che oggi è domenica e sembra che la casa sia molto visitata. Qui si possono acquistare i biglietti

Ma andiamo con ordine…

Dopo una notte tranquillissima con un silenzio eccezionale scendiamo per la colazione e ci troviamo una splendida tavola imbandita con candele e musica in sottofondo e, con la gentile proprietaria, che con grande cortesia ci offre una splendida e copiosa colazione.

In attesa di entrare alla casa visitiamo la chiesa ed il cimitero con la tomba di Monet …. non aspettatevi nulla di particolare… è una tomba di famiglia con il suo nome riportato.

Dietro consiglio della proprietaria ci presentiamo all’ingresso gruppi (è indicato prima della biglietteria) e scopriamo che la casa apre un po’ prima per gruppi e biglietti acquistati online. Al controllo biglietti ci consigliano di andare subito al giardino giapponese prima dell’arrivo della massa e… siamo davvero fortunati. Con noi c’è solo un gruppo di giapponesi che sfrecciano mentre noi ci gustiamo le jardin d’eau con calma ammirando il famosissimo ponte giapponese verde divenuto famoso grazie ai quadri del pittore. Dopo un bel po’ di fotografie ci spostiamo nel clos normand, un coloratissimo giardino su cui si affaccia la casa dove Monet visse fino alla sua morte nel 1926. Nel giardino iniziano ad aumentare i turisti tanto che cercare di fare una fotografia alla famosa casa rosa senza persone davanti è una vera impresa. Nel biglietto è compresa anche la visita degli interni della casa ( proibito fare fotografie) con lo studio dell’artista e le riproduzioni di alcuni suoi famosissimi quadri, delle camere da letto e della splendida cucina gialla. Siamo stati davvero fortunati a visitare la casa così presto… molta meno gente e quindi maggiore tranquillità. Quando usciamo (verso le 10.30) alla biglietteria c’è già una bella coda e la via Monet brulica di turisti.

Riprendiamo la nostra auto ed iniziamo il nostro on the road in terra francese. Meta della serata è la zona di Rouen dove abbiamo prenotato sempre dall’Italia una chambre grazie ad un consiglio trovato sul forum. La chambre si trova ad una quindicina di minuti di auto da Rouen quindi prima di arrivare a destinazione ci fermiamo a Rouen. È domenica e la città è animatissima… trovare un parcheggio non è semplice anche perché noi ambiremmo ad un parcheggio pubblico visto che alla domenica non si paga. Giriamo un po’ e, quando siamo oramai pronti ad entrare in un parcheggio a pagamento, un’auto esce e parcheggiamo gratis!

Siamo a pochi passi dall’Eglise de Jeanne d’Arc quindi memorizziamo il punto GPS per questa sera e poi andiamo alla scoperta della città. Punto forte è sicuramente la grande cattedrale gotica che però è in via di ristrutturazione e quindi non ci entusiasma moltissimo. Le vie attorno alla cattedrale sono carine e piene di case a graticcio colorate … quante fotografie!

Passeggiamo un po’ per la città piena di turisti e poi cerchiamo un posto per pranzare e oggi optiamo per le quiche che assaggiamo in un piccolo locale a gestione familiare. Carino ma non imperdibile.

Entro le 14.00 poi dobbiamo contattare la nostra chambre per confermare l’arrivo e l’orario approssimativo. Nonostante le mie perplessità iniziali riesco a comunicare tranquillamente con il proprietario a cui confermo l’arrivo verso le 17.00. avendo ancora tempo a disposizione ci spostiamo a Lyons-la-Foret cittadina trascurata dalle guide ma molto carina con case a graticcio ed una bella loggia mercantile nella piazza principale. La città è animatissima per una festa con bancarelle di fiori e prodotti tipici… quanto vorremmo iniziare a fare un po’ di shopping, ma siamo solo all’inizio.

La nostra chambre si trova in un tranquillissimo paesino immerso nella campagna di Rouen e, ad accoglierci, troviamo un gentilissimo proprietario che ci spiega minuziosamente tutto sulla casa e sui dintorni. Ci mostra anche una piccola guida da lui stesa con indirizzi di locali e ristoranti da lui consigliati nei dintorni. La camera è davvero molto bella ed è superiore a quella da noi prenotata… avevamo scelto una camera normale ma allo stesso prezzo ci viene data una camera con letto a baldacchino.

Ci rilassiamo un po’ e, nonostante ci siano un po’ di indirizzi che ci attirino anche nei dintorni, decidiamo di spostarci a Rouen per la sera. L’intenzione iniziale era quella di fermarci a vedere lo spettacolo “Suoni e Luci” alla Cattedrale previsto ogni sera alle 22.45 ma i lavori di ristrutturazione ci hanno fatto desistere.

Per la cena scegliamo un ristorante in Place Vieux Marchè tra l’altro consigliato anche dalla nostra chambre. Vista l’arietta decidiamo di mangiare all’interno in una delle brasserie più antiche della piazza. Indirizzo davvero consigliato!

Terminata la cena vista la luce decidiamo di fare una passeggiata digestiva per le vie del centro oramai quasi deserte per poi rientrare nella chambre. Sulla strada in mezzo alla campagna facciamo anche degli incontri con la wildlife della zona tra cui una volpe ed un cinghiale.

4 luglio

  • Colazione nella chambre d’hotes
  • Pranzo panificio a Dieppe
  • Cena La Salamandre Etretat  23 euro a testa
  • Pernottamento Hotel d’Angleterre

Vista la zona passiamo una notte tranquillissima e al risveglio ci aspetta una colazione coi fiocchi. Anche qui infatti la colazione è molto curata con molti prodotti preparati dagli stessi proprietari. Durante la colazione riusciamo anche a chiacchierare con il proprietario che ci racconta della loro chambre, del fatto che grazie a Turisti per Caso sono molto conosciuti anche in Italia e della chambre che hanno aperto ai Caraibi. Uscendo gli parlo anche di Forum Viaggiatori e del fatto che, una volta tornata in Italia, parlerò di loro in modo da aumentare la pubblicità.

Con dispiacere lasciamo la chambre e partiamo in direzione della costa normanna. Sulla strada facciamo due tappe sulla strada delle abbazie normanne. La prima tappa è nella cittadina di Jumiegies sorta attorno ad una abbazia romanica fondata nell’anno 1000. Purtroppo dei lavori di ristrutturazione limitano un po’ la visita ma l’abbazia è comunque molto bella e, merito anche dello splendido cielo, riusciamo a fare qualche bello scatto. Visti i lavori di ristrutturazione il costo del biglietto è ridotto a 3,50 euro invece di 5. Sia di fronte all’abbazia che di fronte alla Mairie si trovano due parcheggi gratuiti.

La seconda tappa è, invece, all’abbazia di Saint Wandrille che, a differenza della precedente, è ancora utilizzata. In questa abbazia è possibile seguire una visita guidata all’interno, mentre i giardini e gli esterni sono visitabili liberamente e gratuitamente.

Il traffico è davvero scarso e riusciamo a spostarci tranquillamente e senza stress tanto che abbastanza in fretta arriviamo sulla costa nella cittadina di Dieppe, nell’alta Normandia. Lasciamo l’auto in un parcheggio gratuito vicino al porto e poi ci incamminiamo verso il centro storico della città. Visto l’orario scegliamo una boulangerie per il pranzo dove io assaggio ancora una buonissima quiche e poi proseguiamo la passeggiata. Arriviamo fino alla fine del centro storico dove, dal lungomare, ammiriamo il castello cittadino che però troviamo chiuso (in realtà non eravamo molto convinti di vedere). Riprendiamo l’auto per spostarci sempre lungo la costa arrivando ad un punto panoramico ( sulla strada si vedono le indicazioni stradali) da cui si può ammirare il castello ed il lungomare dall’alto.

Facciamo una breve tappa a Varengeville sur Mer che non ci entusiasma molto per poi spostarci alla vicina Veules les Roses.

Anche questa cittadina è trascurata dalle guide turistiche ma in internet avevo letto impressioni molto positive. Il paesino è una piacevole sorpresa e sorge lungo il fiume Veules, il fiume più corto di Francia .. meno di 2 km. Lasciamo l’auto sul lungomare e poi seguendo la piccola guida ricevuta dall’ufficio turistico passeggiamo lungo il fiume ammirando i vari punti di interesse ( mulini, splendide case a graticcio etc) ed arrivando sino alla sua sorgente. La passeggiata tutta in ombra è molto piacevole e rilassante nonostante sia molto battuta.

La nostra prossima meta è Fecamp per la visita al Palais Benedectine. Purtroppo sbagliamo i calcoli ed arriviamo dopo le 17.00 quando è prevista l’ultima visita. Il palazzo è molto bello e la visita guidata al palazzo in cui viene prodotto il famoso liquore deve essere molto interessante… Pazienza! Visitiamo il negozio dove ne approfittiamo per una breve pausa per assaggiare il famoso liquore (2 euro a bicchierino). Ci lasciamo tentare anche dal caffè Nespresso che però non a nulla a che vedere con quello che beviamo a casa. Alla fine lasciamo Fecamp che a dire il vero non ci ha entusiasmato con il nostro primo souvenir… le liqueur Benedectine.

La nostra ultima tappa della giornata è la cittadina di Etretat famosa per le sue due bellissime scogliere a picco sul mare. La cittadina è piuttosto caotica e trovare un parcheggio non è semplice soprattutto vicino al nostro hotel e gratuito. Anche qui la fortuna è dalla nostra parte e proprio dietro l’hotel troviamo un posto gratuito e di fronte all’ingresso posteriore dello stesso. L’hotel è piccolo e ogni camera ha caratteristiche e colori diversi. A noi viene assegnata la camera Hugo ( camera 12) sui toni del grigio e nero , è piccola ma comunque carina.

Visto il bel tempo usciamo subito e andiamo verso il mare dove ci troviamo di fronte le due scogliere: Avel e Amont dipinte anche da Monet. È possibile salire su entrambe le scogliere partendo dalla spiaggia, ma mentre Amont è raggiungibile anche in auto, su Avel è raggiungibile solo a piedi. Decidiamo allora di dedicarci solo ad Avel; per prima cosa approfittando della bassa marea scendiamo anche sotto ma essendo in controluce non riusciamo molto a fotografarla. Per raggiungere la sommità c’è prima una scalinata e poi un bel sentiero che permette di arrivare fino in cima e poi proseguire anche oltre.

Un vero spettacolo della natura che ci fa perdere la cognizione del tempo. Quando guardiamo l’orologio sono quasi le venti quindi riscendiamo in paese e, dopo aver prenotato un tavolo per la cena, rientriamo in camera. Doccia veloce e poi a cena. Il ristorante di questa sera è molto bello e ricavato in una casa a graticcio con interni in legno ed io provo le prime moules di tutta la vacanza.

Usciamo dal ristorante in tempo per raggiungere il mare ed ammirare uno splendido tramonto.

5 luglio

  • Colazione panificio Etretat
  • Pranzo boulangerie a Trouville Sur Mer
  • Cena Hotel Restaurant La Marine Arromaches menù da 22 euro
  • Pernottamento Le Hameau de Vaussieux 14400 Vaux Sur Seulles 58 euro con colazione

Essendo in hotel questa mattina non abbiamo la colazione compresa e il prezzo in hotel è davvero esagerato, quindi usciamo alla ricerca di un posto per la colazione. È un’impresa davvero ardua perché è tutto chiuso, quindi ci accontentiamo di un croissant in una boulangerie e poi ripartiamo. Prima di lasciare Etretat raggiungiamo in auto la falesia di Amont da cui ammiriamo il panorama della spiaggia con la falesia e della cittadina.

Anche oggi ci aspetta una giornata abbastanza intensa con lo spostamento fino alla zona di Bayeux. La giornata sembra promettere bene anche dal punto di vista meteorologico.

La prima tappa della giornata è la bellissima cittadina di Honfleur e per raggiungerla dobbiamo attraversare il modernissimo Pont de Normandie con pedaggio a pagamento di 5 euro. Trovare parcheggio nella animatissima Honfleur non è cosa semplice, ma se non si vuole parcheggiare proprio in centro e si è disposti a camminare qualche minuto in più a piedi, poco prima del porto si trova un parcheggio gratuito sempre vuoto. La cittadina quasi completamente costruita in ardesia si raccoglie attorno al porto e l’immagine delle case in ardesia che si specchiano nel mare ha reso famosa Honfleur. Molto caratteristici ed animati anche tutti i vicoli attorno al porto che ci permettono di arrivare sino alla particolare chiesa che di scoprire angoli molto caratteristici. Anche qui freniamo la nostra voglia di shopping gastronomico.

Per il pranzo decidiamo di spostarci nella cittadina di Trouville sur Mer di cui avevo letto pareri molto belli in diversi diari di viaggio. È una bella cittadina di mare con splendide case vittoriane costruite lungo il mare ma niente di più. Per la nostra pausa pranzo però è la scelta ideale visto che troviamo una boulangerie con tavolini dove oltre alla quiche ci mangiamo anche una fetta di torta spettacolare.

Il pomeriggio lo dedichiamo all’interno della campagna normanna per due paesini lungo la “Route du Cidre” di cui avevo letto pareri molto positivi prima della partenza. La strada è davvero carina immersa nelle campagne ma i paesini a dire il vero non sono imperdibili. Per primo visitiamo Cambremer… Il paese è davvero piccolo e insieme a noi vediamo anche altri turisti che vagano senza meta e con aria molto perplessa. Carine sono solo delle statue in legno che riproducono la vita campestre e che sono sparse nella piazza attorno alla chiesa. Ma le statue non meritano certo la deviazione fino qui.

Seconda tappa è la cittadina di Beuvron en Auge, inserita nel circuito “Les plus beaux Villages de France”, che è sicuramente più carina rispetto alla precedente. La piazza ovale e la struttura a graticcio del mercato coperto sono circondati da casa a graticcio colorate al cui interno si trovano negozi di souvenir o piccoli negozietti di alimentari.

Visto che abbiamo ancora buona parte del pomeriggio libera decidiamo di fare una veloce visita a Caen. L’idea iniziale era di saltare completamente le grosse città per evitare il traffico, ma decidiamo per una visita veloce giusto per vedere almeno dal fuori il castello, l’Abbaye des Hommes e il Memoriale. Come potevamo immaginare Caen è una città abbastanza caotica e con un bel traffico. Nonostante questo riusciamo a trovare un parcheggio ( a pagamento ovviamente) vicino all’Abbaye des Hommes, l’abbazia voluta da Guglielmo il Conquistatore per adempiere ad un voto che aveva fatta con la moglie che a sua volta fece erigere l’Abbaye des dames. La chiesa gotica è molto imponente e, all’interno, si trova anche la tomba del re Guglielmo il Conquistatore di cui sentiremo molto parlare durante la visita all’arazzo di Bayeux. A piedi ( non sono proprio vicini, però) raggiungiamo il castello di Caen mentre il cielo inizia ad incupirsi… una vista giusto dal fuori con un paio di fotografie grigie e poi, passando per le vie dello shopping, rientriamo in tempo alla macchina prima che inizi a piovere.

Decidiamo di andare verso la chambre d’hotes ma visto che ci passiamo vicino facciamo una sosta a Memorial de Caen, il museo della pace inaugurato nel 1988 e costruito attorno alla battaglia di Normandia. Già prima della partenza avevamo escluso, visto il nostro poco interesse al tema, la visita ai musei dedicati allo sbarco preferendo le spiagge ed i siti dedicati a questo momento storico. Sotto un bell’acquazzone arriviamo al Memoriale che fotografiamo dall’esterno e di cui visitiamo solo l’atrio con gli aerei ed il negozio di souvenir.

La chambre d’hotes che abbiamo prenotato dall’Italia si trova in un tranquillo paese tra Bayeux e il mare ed è all’interno di una casa molto curata. Non è semplice da trovare ma grazie all’esatto punto GPS fornito sul sito arriviamo senza problemi. I proprietari della chambre sono molto gentili e la camera che ci viene assegnata è enorme… la cosa strana è che non ci vengono date chiavi tutto resta tranquillamente aperto. Ammetto la mia perplessità iniziale ma alla fine mi sono dovuta ampiamente ricredere.

Dopo un po’ di relax decidiamo di andare a cena… Bayeux o la costa? Il tempo non è bellissimo piove e poi si apre, ma dovevamo aspettarcelo siamo in Normandia regione non nota per il cielo azzurro. Alla fine optiamo per il mare nel paese di Arromaches Les Bains famoso perché fu qui che gli alleati installarono il porto artificiale di Mulberry e di cui restano ancora tracce sulla spiaggia. Quando arriviamo il cielo è ancora cupo ma in giro c’è moltissima gente. Arromaches offre diverse possibilità per la cena ed alla fine scegliamo un ristorante affacciato sulla spiaggia. Mentre ceniamo più volte inizia a piovere ma quando usciamo assistiamo ancora ad un bel tramonto che colora anche i resti del ponte artificiale. Grazie alla bassa marea riusciamo anche a scendere in spiaggia e a vedere da vicino i resti dell’enorme ponte.

6 luglio

  • Colazione nella chambre d’hotes
  • Pranzo in un bar ad Arromaches
  • Cena Le Fringale 43 Rue St Jean, Bayeux menù da 23 euro
  • Pernottamento Le Hameau de Vaussieux 14400 Vaux Sur Seulles 58 euro con colazione

Dopo un’ottima colazione nella chambre in compagnia di una famiglia americana del Connecticut, iniziamo la nostra giornata dedicata al D-Day. Le cose in programma per oggi dono davvero tante ma con enorme sorpresa alla fine riusciamo a vederle tutte senza nemmeno correre troppo.

Prima tappa mattinata è il Ponte Pegasus, il nome in codice dato ad un ponte ribaltabile sul fiume Orne, vicino alla città di Ouistreham. Il ponte era uno dei principali obiettivi durante lo sbarco in Normandia, nella notte fra il 5 e il 6 giugno 1944. L’assalto iniziale venne eseguito da 181 soldati con 6 alianti Horsa, capitanati dal maggiore John Howard che atterrarono a una cinquantina di metri dal ponte, 16 minuti dopo la mezzanotte del 6 giugno. Le poche guardie tedesche che sorvegliavano la struttura, nonostante la vicinanza, non udirono gli alianti. Nel 1993 il ponte originale fu sostituito da uno più moderno: il vecchio ponte era ormai troppo stretto per il traffico odierno e la sua struttura non poteva sopportare ancora a lungo ulteriori sollecitazioni. Il nuovo ponte fu costruito identico all’originale, ma un po’ più largo e più grande. I francesi inizialmente avevano intenzione di smantellare quello vecchio, ma veterani inglesi lo comprarono per la cifra simbolica di una sterlina. Il ponte rimase abbandonato nei campi circostanti per sei anni fino a quando non furono trovati i fondi per sistemarlo nel giardino del museo, dove si trova ora.

Seconda tappa è la cittadina di Beny Sur Mer dove facciamo tappa al Cimitero canadese (dal paesino si trovano le indicazioni stradali). Non c’è moltissima gente, a differenza delle tappe successive, ma il cimitero è molto ben curato e pensare a quante persone hanno perso la vita mette i brividi.

Da qui ci rispostiamo sulla costa per una tappa a Juno Beach nella cittadina di Courseulles Sur Mer dove il 6 giugno sbarcarono in Normandia le truppe canadesi. Lungo questa spiaggia è stato costruito un museo e centro culturale che ricorda lo sbarco ed il contributo canadese durante la seconda guerra mondiale. Durante la visita alla spiaggia ci sorprende un bell’acquazzone che in fretta ci fa ritornare in auto e proseguire verso la tappa successiva, la cittadina di Arromaches già vista anche ieri sera.

Sulla strada verso Arromaches troviamo un bel punto di sosta da cui ammiriamo il panorama della spiaggia della cittadina nota perché fu il punto dove venne montato il Mulberry bridge, il grande porto artificiale utilizzato per lo sbarco. Guardandoci maggiormente in giro ci accorgiamo che ci troviamo vicino ad Arromaches 360° , il museo multimediale dedicato sempre allo sbarco. Questo posto è davvero “spenna turisti” (passatemi il termine). Il museo è ovviamente con ingresso a pagamento ma la cosa davvero strana è che viene fatto pagare anche il parcheggio (6 euro ad auto) …. un vero salasso! Noi, come molti altri, abbiamo invece lasciato l’auto in uno spiazzo vicino potendo così ammirare il panorama della baia con i resti del Mulberry Bridge dall’alto. Arriviamo ad Arromaches e riusciamo a trovare ancora un parcheggio gratuito e andiamo verso il lungomare dove i resti del ponte oggi sono in parte coperti di acqua a causa dell’alta marea. Ovviamente non possiamo non fotografarle anche per notare la differenza da ieri sera. Anche qui evitiamo il museo dedicato alla seconda guerra mondiale (in effetti ogni paese ne ha uno) e decidiamo di fermarci a pranzo visto l’orario.

La giornata è ancora lunga però e dalla nostra tabella di marcia mancano ancora un bel po’ di cose da vedere…

Prossima tappa… Longues Sur Mer famoso per la sua Batteria. Si tratta di una serie di bunker praticamente intatti costruiti dalle truppe tedesche a difesa delle coste dell’atlantico. Il sito è ad accesso gratuito ma è possibile seguire anche delle visite guidate insieme a dei volontari. Anche qui la guida non dà una grossa descrizione della zona, ma a noi è piaciuta molto. C’è un bel percorso pianeggiante immerso nel verde sulla scogliera che permette di vedere anche internamente alcuni bunker con cannone annesso.

Da qui ci spostiamo poi a Colleville Sur Mer, la cittadina famosa per ospitare il cimitero americano della seconda guerra mondiale. È sicuramente il luogo più famoso e fotografato fra quelli dedicati alla seconda guerra mondiale. Rispetto al resto dei posti visitati sino ad ora qui tutto è molto più turistico. All’accesso si trova un enorme parcheggio con tanto di parcheggiatori e per accedere al sito c’è un percorso guidato che passa vicino anche al Visitor Center (accesso solo tramite Metal Detector). Si cammina un bel po’ per poi arrivare ad una terrazza da cui si vede il cimitero nel suo insieme. Il cimitero è enorme con migliaia di croci bianche (9387 per l’esattezza) rivolte verso ovest, cioè verso una patria che i soldati non avrebbero più rivisto. All’interno del cimitero, nonostante i tantissimi turisti presenti, c’è davvero un silenzio pazzesco in segno di rispetto per le migliaia di giovani che persero la vita durante lo sbarco ad Omaha Beach.

Per completare la parte dedicata ai cimiteri ci spostiamo a La Cambe, dove si trova il cimitero tedesco. Anche qui la struttura cambia completamente, le croci non sono più bianche ma nere e disposte in modo diverso rispetto ai precedenti.

Ultima meta dedicata al D-Day è Pointe du Hoc, il promontorio normanno diventato famoso nella storia per la battaglia che si svolse all’alba del 6 giugno 1944 tra le truppe scelte dell’esercito americano e quelle tedesche. Oltre ad altri bunker è possibile vedere gli enormi segni (praticamente dei crateri) lasciati dalle bombe nel terreno. È un luogo scarsamente segnato nelle guide ma è molto bello e, a mio parere, merita la deviazione anche perché è abbastanza vicino a Le Cambe.

Riprendiamo la nostra auto e raggiungiamo, grazie ad una tangenziale piuttosto veloce, la nostra ultima tappa della giornata la cittadina di Bayeux. La città è davvero carina ma la nostra meta è il famosissimo arazzo noto anche con il nome di arazzo della regina Matilde. Sembra che sia stato ordinato da Ottone di Bayeux, fratellastro di Guglielmo il Conquistatore. L’arazzo descrive i fatti relativi alla conquista normanna dell’Inghilterra nel 1066; esso illustra gli avvenimenti chiave della conquista ma l’arazzo ha un valore documentario inestimabile per la conoscenza dell’XI secolo della Normandia e dell’Inghilterra. Infatti ci informa sul vestiario, sui castelli, le navi, le condizioni di vita di questa epoca che per il resto è poco nota. Da quanto avevo letto prima della partenza l’affluenza turistica è davvero alta e spesso non riesce a vederlo molto bene e quindi le particolarità vengono illustrate prima dell’ingresso con un filmato. Noi arriviamo dieci minuti prima dell’ultimo ingresso e siamo fortunatissimi perché siamo davvero in pochi. Ci viene fornita l’audioguida che ci spiega in modo dettagliato le scene rappresentate nell’arazzo e riusciamo a vederlo con calma e tranquillità soffermandoci anche sui dettagli più belli e particolari. Grazie ad un coupon che ci è stato dato nella nostra chambre abbiamo anche una riduzione sul biglietto di ingresso di un euro a testa.

Rientriamo in camera per un po’ di relax e poi ritorniamo a Bayeux per la cena.

7 luglio

  • Colazione compresa nella chambre
  • Pranzo Mac Donald’s Cherbourg
  • Cena La Rotisserie Route du Mont St Michel, 50170 Pontorson menù da 21 euro
  • Pernottamento Les Belles de mai 35, rue Saint-Michel Pontorson 72 euro

Oggi arriveremo finalmente a Le Mont Saint Michel! Ma ne abbiamo di strada da fare.

Lasciamo la nostra chambre dopo una ottima colazione e ci dirigiamo verso la penisola del Cotentin facendo però ancora due tappe sempre dedicate al D-Day.

Prima tappa della giornata è Pointe du Hoc, la prima cittadina francese ad essere liberata dopo lo sbarco in Normandia. È diventata famosa perché durante lo sbarco un paracadutista rimase impigliato sul tetto del campanile rimanendoci per diverse ore; ora per ricordare quell’episodio è stato installato un manichino.

Nella piazza antistante la chiesa è in corso anche un bello ed interessante mercato che noi non possiamo non visitare… peccato solo che viene sorpresi ancora da un acquazzone. Da qui ci spostiamo poi ad Utah Beach altro nevralgico punto dello sbarco in Normandia. Anche qui l’ennesimo museo dedicato al D-Day con tanto di carri armati americani e monumento dedicato sempre ai soldati americani. Bellissima la spiaggia sottostante dove vediamo l’allenamento di alcuni cavalli da corsa.

La prossima tappa è il faro di Gatteville, sulla punta della penisola del Cotentin. Purtroppo il tempo è in via di peggioramento ed il cielo è cupo anche se, fortunatamente, non piove. Il faro di Gatteville si trova oltre il paesino di Barfleur ed è molto bello nonostante il cielo grigio. Il faro è visitabile ma entro le ore 12.00… è meglio arrivare un po’ prima altrimenti non lasciano più salire. Noi siamo arrivati alle 11.45 e non siamo più riusciti a salire ed aspettare l’apertura delle 14.00 ci avrebbe fatto perdere troppo tempo (ingresso 2 euro).

Decidiamo di pranzare lungo la strada ma nel frattempo inizia a diluviare e quindi ci fermiamo in un Mac Donald’s che incontriamo sulla strada vicino a Cherbourg.

Sarà che siamo abituati a mangiare altro ma oggi il Mac proprio non ci entusiasma…

Ripartiamo in direzione di Goury dove possiamo ammirare un bellissimo faro al largo circondato da rocce. Siamo fortunati ed il cielo sopra di noi e azzurro così ne approfittiamo per scattare un po’ di fotografie ( un bel po’ a dire il vero) visto che il mare è mosso e le onde si infrangono sulle rocce creando uno splendido quadro. Questo posto è davvero splendido e non ce ne andremmo più ma la strada da fare oggi è ancora piuttosto lunga. Facciamo una breve sosta a Nez de Jobourg un punto panoramico sulle scogliere, ma purtroppo il tempo grigio fa diminuire la maestosità di questo punto. Decidiamo di non fare altre tappe in modo da arrivare non troppo tardi a Pontorson dove abbiamo fissato il nostro pernottamento per le prossime due notti. Sulla strada però alla fine facciamo una deviazione per Fierville Les Mines, dove in internet avevo letto di un mulino a vento. Non avendo mai visto un mulino dal vivo convinco Giovanni sulla deviazione ed arriviamo al mulino che è carino ( poi ne troveremo uno anche vicino a Pontorson). Lungo la strada verso “ casa” il tempo è sempre brutto e a volte piove anche piuttosto forte, pazienza siamo almeno in auto. Man mano ci avviciniamo all’arrivo da lontano inizia a vedersi il profilo di Le Mont Saint Michel …. Che meraviglia. La chambre che abbiamo prenotato è davvero bellissima e la proprietaria gentilissima ed ospitale. Per cena l’idea sarebbe di restare a Pontorson e poi di spostarci finalmente al Monte, ma gli indirizzi consigliatici dalla signora Beatrice sono chiusi quindi decidiamo di andare direttamente. Ci fermiamo in un ristorante appena prima del ponte . posto molto turistico senza infamia né lode.

E poi eccoci finalmente arrivati. Davanti a noi si staglia avvolto dalle nuvole le Mont Saint Michel, uno dei monumenti più famosi di Francia. Lasciamo l’auto nel parcheggio proprio sotto il monte… dalle diciotto il parcheggio è gratuito ed è veramente molto comodo.

Che emozione essere qui!

L’intenzione sarebbe quella di passeggiare nelle vie e rimandare la visita all’abbazia a domattina, ma questa cosa dell’apertura serale ci attira molto. Alla fine decidiamo di entrare … scelta davvero saggia. All’interno dell’abbazia è allestito uno spettacolo con luci, suoni e musiche …. Difficile da descriversi a parole ma secondo noi imperdibile (apertura serale dalle 19.00 alle 24.00). Usciamo dall’abbazia poco prima della chiusura serale e ce ne torniamo in camera davvero molto soddisfatti.

8 luglio

  • Colazione compresa nel pernottamento alla chambre d’hotes
  • Pranzo Creperie du Port Place du Calvaire Cancale
  • Cena Le Mouton
  • Pernottamento Les Belles de mai 35, rue Saint-Michel Pontorson 72 euro

Anche in questa chambre la colazione preparata dalla gentilissima signora Beatrice è spettacolare… ma dobbiamo sbrigarci la visita a Mont Saint Michel ci aspetta. Vogliamo arrivare presto prima che la massa di turisti invada le vie della piccola cittadina.

Prima delle nove lasciamo l’auto nel parcheggio di ieri sera, ma fino alle 18.00 il parcheggio è a pagamento (6 euro). Il consiglio di arrivare presto (non è proprio presto!!) è ottimo tanto che in giro c’è pochissima gente e molti dei negozietti della via principale sono ancora chiusi. Avendo visto l’abbazia ieri sera oggi ci concentriamo solo sull’esterno e dopo la via principale passeggiamo lungo le mura che circondano il Monte. Purtroppo il cielo è grigio ma noi continuiamo instancabili a scattare fotografie.

Vista la bassa marea decidiamo di scendere e di fare una passeggiata attorno al Monte. In giro c’è davvero pochissima gente ed ad un certo punto il cielo inizia ad aprirsi. Passeggiare attorno al Monte è davvero molto bello anche se bisogna prestare un po’ di attenzione visto che c’è ancora un po’ di acqua ma soprattutto in alcuni punti si tende a sprofondare. Facciamo tutto il giro e quando arriviamo di fronte all’ingresso il cielo è completamente azzurro… miracoli del cielo normanno o bretone (il monte infatti è conteso fra le due regioni).

Approfittando del cielo azzurro ripercorriamo le mura per ripetere le fotografie in modo da averle con il cielo azzurro che sicuramente dà un effetto diverso. Quando usciamo la via principale ed il parcheggio sono davvero stracolmi e siamo contenti di essere arrivati presto per muoversi con tranquillità. Verso le 11.00 lasciamo a malincuore Mont Saint Michel (ci torneremo però questa sera) per spostarci verso la nostra prima tappa bretone: Pointe Grouin. È uno sperone roccioso, ultimo baluardo prima di entrare nella Baia di Mont Saint-Michel, è un magnifico osservatorio, esposto ai venti. Avevo letto che il sito offre uno dei più vasti panorami d’Ille-et-Vilaine ma purtroppo il cielo tornato grigio appiattisce un po’ questo panorama.

Da qui ci spostiamo a Cancale, patria dell’ostricoltura bretone. Purtroppo l’alta marea non ci permette di vedere le coltivazioni di questi molluschi che tra l’altro a noi non piacciono nemmeno. Facciamo però una passeggiata sul lungomare fino ad arrivare alle bancarelle dove le mogli dei pescatori vendono le prelibate ostriche. Nonostante prima della partenza avessi deciso di provarle comunque alla fine , ricordando la volta che le provai, decido di evitare di mangiarle seppure sia l’ora di pranzo. In alternativa ci gustiamo un’ottima galette bretone accompagnata da una buona birra in una creperie del porto.

Ultima tappa prima di rientrare a Pontorson è la città corsara di Saint Malo. La città antica è circondata dalle mura ed all’esterno si trovano tantissimi parcheggi pubblici ovviamente a pagamento. Sono tantissimi i turisti che popolano le vie e le mura cittadine mentre il sole finalmente fa di nuovo capolino fra le nuvole. La camminata lungo le mura è davvero carina anche se a tratti soffia un vento gelido che intimorisce solo i turisti mentre gli abitanti della città e soprattutto i bambini se ne stanno tranquillamente in acqua.

Con calma, percorrendo la strasa costiera rientriamo a Pontorson. In certi momenti riusciamo ad intravedere anche il Monte avvolto nella foschia del brutto tempo. Cerchiamo invano anche le famose pecore di Mont Saint Michel per fare la famosissima fotografia, ma senza risultato ….. pazienza con gli animali non siamo proprio fortunati! (niente orso a Yellowstone e niente pecore a Mont Saint Michel). Breve pausa in camera e poi rientriamo al Monte per vederlo di sera. Decidiamo di cenare all’interno delle mura in uno dei ristoranti visti in mattinata … mangiamo benino ma è un posto senza infamia né lode. A differenza delle altre zone viste fino ad ora la zona di Mont Saint Michel è davvero molto turistica a volte anche troppo. In questi giorni avevamo già visto che non ci sarebbero state maree imponenti ma il Monte ci è piaciuto davvero molto in particolare al mattino ed alla sera quando i turisti sono molto meno.

Lasciamo a malincuore Mont Saint Michel… chissà se torneremo ancora!

9 luglio

  • Colazione compresa nel prezzo della chambre
  • Pranzo boulangerie a Dinard
  • Cena Restaurant Du Port Quai Morand Paimpol menù da 19,50 euro
  • Pernottamento Losten Ar Gogues rue de Kernavarec Tredarzec euro 65

A malincuore lasciamo la nostra chambre d’hotes e ci dirigiamo verso la Bretagna. Il programma di oggi è piuttosto intenso visto che dopo un po’ di tappe intermedie vogliamo arrivare a Tredarzec vicino a Paimpol.

La nostra prima tappa è la cittadina di Dinan, scarsamente considerata ma che a noi è piaciuta davvero molto. Nel centro storico ci sono bei vicoletti con splendide case a graticcio colorate. Bellissimo anche il panorama che si può ammirare dalle mura.

Prossima fermata è Dinard (che fantasia due nomi così simili) una cittadina sull’oceano. Quando arriviamo il cielo si sta ricoprendo ma noi non demordiamo e lasciata l’auto facciamo una bella passeggiata sul lungomare. Nonostante il cielo grigio la spiaggia è abbastanza animata ed in centro c’è moltissima gente grazie ad un bellissimo mercato alimentare ( se potessimo acquistare un po’ di prodotti…) . ne approfittiamo per prendere qualche cosa per pranzo in una boulangerie per poi cercare un posto tranquillo dove pranzare magari con una vista panoramica.

Lasciamo allora Dinard per proseguire verso due famosissime mete bretoni Fort La Latte e Cap Frehel. Sulla strada decidiamo di fare il nostro improvvisato picnic a Pointe du Décollé a Saint Lunaire. Troviamo un piccola area picnic con solo delle panchine con vista oceano e consumiamo le nostre baguette. Ovviamente arriviamo sino alla sommità della punta per poi ripartire per Fort La Latte.

Fort La Latte, conosciuto anche con il nome di Château de la Roche Goyon, è uno dei più famosi castelli della Bretagna. Si tratta di una fortezza del XIV secolo costruita su una scogliera della Baie de la Fresnaye, situata di fronte a Cap Fréhel. È classificato “monumento storico” dal Ministero della Cultura francese dal 1931 ed è stato utilizzato per le scene di numerosi film, tra cui “I Vichinghi” del 1958. Fort La Latte si trova a 4 chilometri a sud di Cap Fréhel e a qualche chilometro ad est di Sables-d’Or-les-Pins. Il castello è costruito in ardesia rosa e si erge a circa 60-70 metri dal mare sottostante. ll castello/forte è munito di due ponti levatoi e vi si trova, tra l’altro, una cappella, una cisterna d’acqua e un menhir, che – secondo la leggenda – sarebbe il dito di Gargantua. Ovviamente l’accesso è a pagamento ( 5 euro) e la strada per accedervi non è proprio cortissima.

Infatti si è costretti a lasciare l’auto in un parcheggio (gratuito) per poi proseguire a piedi lungo una strada sterrata di circa un km. Se si arriva nel tardo pomeriggio (se non erro dopo le 16.00) è possibile assistere anche a delle rappresentazioni medioevali.

Ultima tappa della giornata è il vicino Cap Frehel, il capo è una riserva ornitologica fra le più ricche della Bretagna e la sua alta falesia, circa 70 metri, permette di ammirare un bellissimo panorama. Sul capo si trovano anche due fari… il vecchio faro in granito fu costruito addirittura da Luigi XIV mentre il faro più moderno risale al 1950. È possibile visitare liberamente (costo del biglietto 2 euro a persona) il faro per ammirare dall’alto… sembra che nelle giornate limpide si vedano addirittura le isole del canale. Anche per la visita al Cap è stato creato un parcheggio riservato ad auto & C. a due euro, se si vuole evitare di pagare il biglietto è sufficiente camminare un po’ di tempo in più. Anche questo posto è davvero magico, ma ancora un paio di ore ci separano dalla nostra meta finale, quindi è meglio ripartire.

Grazie al nostro Tom Tom riusciamo ad arrivare senza problemi alla nostra chambre che si trova in un tranquillo paesino ad una decina di minuti di auto da Paimpol. Anche questa chambre è molto curata… ha una sola pecca non ha una connessione internet decente. Questa sera avremmo bisogno di prenotare un hotel per le prossime notti ma la connessione è talmente lenta che , dopo aver perso una decina di minuti inutilmente, decidiamo di lasciar perdere e di affidarci al caso. Il paese dove ci troviamo non ha nulla da offrire se una stranissima casa il cui giardino è stracolmo di pupazzi ed oggetti di vario tipo. Per cena decidiamo allora di andare verso Paimpol dove nella zona adiacente il porto si possono trovare un po’ di ristoranti per la cena.

Dopo l’ennesimo tramonto ed una passeggiata lungo il Quai rientriamo nella nostra chambre.

10 luglio

  • Colazione nella chambre d’hotes
  • Pranzo Le Mao 147 rue Saint-Guirec Ploumanach
  • Cena L’Islandais 19 Quai Morand Paimpol
  • Pernottamento Losten Ar Gogues rue de Kernavarec Tredarzec euro 65

Anche oggi il cielo è grigio, un peccato visto che oggi ci aspettano ancora delle mete davvero interessanti.

La prima meta è la famosa “casa fra le rocce”, una delle cartoline più famose di Francia. Dalla nostra chambre non è per niente difficile raggiungere la casa che tra l’altro è pure indicata. Peccato per il tempo perché la casa è davvero molto bella! Qui tra l’altro ci succede anche una strana cosa… Ad un certo punto vediamo aprirsi la porta della casa ed una persona che , a passo spedito, esce e viene dalla nostra parte. Ed in effetti la signora c’è la proprio con noi… Ha visto Giovanni con il cavalletto che scattava delle fotografie alla casa ed è subito partita nella nostra direzione. Ci ha fatto un vero e proprio interrogatorio facendoci promettere di non vendere gli scatti e di non pubblicarli da nessuna parte una volta tornati a casa. Un po’ stupiti abbiamo garantito alla signora che le fotografie le avremmo tenute per noi.

Dopo ancora qualche fotografia alla casa siamo ripartiti verso Perros Guirec per percorrere le sentier des douaniers, un sentiero sul mare caratterizzato da massi di granito rosa dalle forme più svariate dovute all’effetto del vento. Si tratta solo di un tratto di 4 km dell’intero sentiero dei doganieri. Sembra, infatti, che questo sentiero sia lungo quasi 1300 km e che percorra tutta la costa bretone dal porto di Saint Nazaire nella Loira sino alle porte di le Mont Saint Michel e che venne utilizzato per impedire il contrabbando nella regione.

Il sentiero è davvero molto bello e credo che con il sole le rocce assumano splendidi colori. Nonostante il tempo riusciamo comunque a scattare delle belle fotografie. Ci spostiamo poi nel centro di Ploumanach dove troviamo una bellissima spiaggia con una insenatura. È sufficiente salire vicino alla piccola chiesetta per poter ammirare il golfo ed i suoi isolotti fra cui quello dove si trova lo Château du Diable, il castello dove sembra che sia stato scritto il libro Quo Vadis. Sulla spiaggia si trova anche un piccolo altare dedicato a Saint Kireg, ben conosciuto dalle giovani donne in cerca di marito.

L’usanza vuole che le ragazze infilino uno spillo nel naso della statua del santo: se questo resta conficcato, si sposeranno entro l’anno! Per pranzo ci fermiamo in un locale vicino alla spiaggia tra l’altro consigliato anche dalla guida dove assaggiamo ancora due buonissime galette. Ma la vera sorpresa è la visita del pomeriggio. Avevamo letto tantissimi pareri positivi sull’Ile de Brehat ma vederla dal vero è stata una vera sorpresa. L’Ile de Brehat si raggiunge con dei traghetti in partenza da Pointe de l’Arcouest ad una decina di minuti in auto dalla cittadina di Paimpol. Vicino all’imbarcadero si trova un enorme parcheggio ovviamente a pagamento ( 6 euro) e in pochi minuti si arriva alla biglietteria delle Vedette de Brehat. Il tragitto andata ritorno costa 9 euro a testa ed i traghetti su entrambi i percorsi partono ogni ora. La traversata dura meno di dieci minuti e sull’isola sono vietate le auto per cui ci si può muovere a piedi od in bicicletta. Lasciamo la costa con il cielo grigio ma quando arriviamo all’isola in particolare nell’isola a nord il cielo è finalmente blu. L’Ile de Brehat è composta da due isole unite fra loro da un piccolo ponte e, in un pomeriggio, noi siamo riusciti a visitarla piuttosto bene. Sull’isola si trova un solo centro abitato Le Bourg dove si trovano alcuni negozi e ristoranti mentre nel resto dell’isola si trovano solo case private e piccole calette.

Noi facciamo un giro circolare e dall’imbarcadero andiamo verso il Nord passando dal famoso mulino a maree, dalla piccola Chapelle Saint-Michel fino al faro di Paon. La strada verso il faro è davvero splendida con dei panorami davvero mozzafiato ( sarà merito anche del cielo blu)… Non ce ne andremmo più ma l’ultimo traghetto per tornare sulla terraferma è alle 20.00. Quest’isola ci ha davvero sorpreso e la visita merita davvero molto grazie alle bellissime baie ed agli splendidi giardini fioriti con alcuni fiori che addirittura non avevamo mai visto.

Rientriamo in camera per una veloce doccia e poi torniamo a Paimpol per la cena cambiando però ristorante rispetto a ieri sera.

11 luglio

  • Colazione compresa nella chambre d’hotes
  • Pranzo Cafè de l’Aurore Morlaix
  • Cena Hotel des Arcades 15 rue Amiral-Reveillere Roscoff menu 19,80 euro
  • Pernottamento Ibis 17 place Lacaze Duthiers Roscoff 85 euro a notte

Non avendo a disposizione una connessione internet questa sera non abbiamo alcuna prenotazione per la notte… Quindi decidiamo di andare direttamente a Roscoff, cittadina dove intenderemmo trascorrere la notte, per cercare il pernottamento. Abbiamo un po’ di indirizzi a disposizione ma ci lasciamo traviare subito dall’Ibis. Arriviamo e troviamo subito una camera anche se non economica (85 euro in due senza colazione!) ma, nel timore di non trovare più nulla, decidiamo di fermarci. La qualità ed il prezzo non sono sicuramente ai livelli delle notti precedenti, ma pazienza la posizione è davvero ottima ed alla sera il parcheggio di fronte all’hotel è gratuito ( di giorno disco orario di due ore).

Sistemati i bagagli ripartiamo per il nostro giro che ci porterà per prima cosa alla scoperta degli enclos paroissiaux. Si tratta di una peculiarità dell’architettura e dell’arte cristiana della Bretagna e del Finistère in particolare. Si tratta di complessi parrocchiali recintati, frutto dell’opera di vari artisti realizzati in granito tra il XVI e il XVIII secolo attorno ad un cimitero e costituiti solitamente, oltre che dal recinto e dallo stesso cimitero, da un arco di trionfale, da una chiesa, da una cappella funeraria, da un ossario e da un calvario. Noi decidiamo di visitare i tre più famosi: Lampaul-Guimiliau, Guimiliau e Saint Thégonnec. I tre calvari sono molto simili fra loro nell’aspetto esterno, mentre all’interno ciascuno presenta una propria peculiarità. La visita di ciascun calvario non richiede moltissimo tempo per cui decidiamo di inserire un fuori programma, la cittadina di Morlaix che in precedenza avevamo scartato. La cittadina di Morlaix è famosa per un viadotto del 1800 e per numerose ed antiche case a graticcio. Parcheggiamo proprio in centro, non lontano dal cavalcavia, in un parcheggio che al lunedì è gratuito. Visto l’orario decidiamo per prima cosa di fermarci a pranzare in un locale che si affaccia proprio sul parcheggio e poi visitiamo la cittadina che, a differenza dei commenti letti in rete, è davvero carina.

Nel pomeriggio torniamo alla nostra base, la cittadina di Roscoff. Lasciamo la nostra auto nel parcheggio Centre Ville ( gratuito per 24 ore) e andiamo alla scoperta della cittadina. La cittadina è molto turistica seppur non vanti delle attrazioni particolari. Passeggiamo lungo il bellissimo lungomare animato anche da una fiera con giostre e bancarelle; proprio di fronte parte un lunghissimo pontile che porta in mezzo all’oceano di fronte ad un faro da cui poi si ammira la costa dell’Ile de Ouessant. Con l’alta marea il pontile è quasi completamente coperto, mentre quando ci torneremo con la bassa marea troveremo il pontile praticamente scoperto. A detta di molti anche questa isola è molto bella ma il tempo è tiranno e noi non ce la facciamo proprio… pazienza quando torneremo in Bretagna non la salteremo.

Riprendiamo l’auto e ci spostiamo su una piccola collina da cui ammiriamo lo splendido panorama della cittadina ed in lontananza il profilo dell’Ile de Brehat. Rientriamo in hotel e poi riusciamo per la cena. Scegliamo un ristorante affacciato sull’oceano e scegliamo un menù che comprende addirittura il granchio… davvero spettacolare! Passeggiata digestiva e poi di nuovo in camera per approfittare della connessione wifi per le prenotazioni per le notti successive.

Non riuscendo a contattare per tempo le chambre d’hotes decidiamo di affidarci al solito booking.com e di fissare degli hotel… non saranno belli come le chambre ma almeno non dobbiamo impazzire a cercare una stanza.

12 luglio

  • Colazione Patisserie Roscoff
  • Pranzo Le Boucaniers 3, rue Poncelin Le Conquet
  • Cena L’abri Côtier “Chez Gunther” 49 Boulevard Camille Réaud Douarnenez menù da 18 euro
  • Pernottamento Auberge de Kerveoch route de Kerveoc’h Douarnenez euro 63

Oggi inizia decisamente male… cielo grigio, freddo e pioggerellina… e pensare che in Italia ci hanno detto che fa davvero molto caldo. Oggi intera giornata dedicata ai fari… certo il cielo grigio non aiuta.

Prima tappa è la cittadina di Lilia dalla cui spiaggia osserviamo al largo il faro de Ile Vierge. In alcuni periodi dell’anno (ad agosto) è possibile prendere un traghetto e visitare il faro… noi ci accontentiamo di vederlo da lontano avvolto nella foschia.

Seconda tappa è Phare du Four, altro faro al largo della cittadina di Argentou. Per vedere il faro anche solo in lontananza lasciamo l’auto nel parcheggio vicino alla spiaggia e poi saliamo lungo un breve percorso su un promontorio da cui ammiriamo il panorama. Certo il bel tempo non avrebbe guastato ma siamo in Bretagna ed il cielo grigio è tipico.

Altra tappa è il faro di Trezien, nell’omonimo paese. Il faro un tempo sulla costa ora in centro al paese non è niente di particolare. Nel periodo estivo (luglio ed agosto) è visitabile ma solo nelle ore pomeridiane.

Lungo la strada per il faro du Kermorvan facciamo una breve tappa su una bellissima e tranquilla spiaggia. È la plage des blancs sablon una lunghissima spiaggia bianca dove anche noi facciamo una breve passeggiata prima di riprendere il viaggio. Purtroppo il faro di Kermorvan non è visitabile nonostante ci sia una strada che arriva proprio di fronte, proviamo in qualche modo di tentare di visitarlo ma è inutile non si riesce. Il faro si intravede, seppur da lontano, da una spiaggia a sud della cittadina di Le Conquet.

Per il pranzo ci fermiamo nella vicina cittadina di Le Conquet dove in una birreria insieme alle solite baguette assaggiamo anche una birra aromatizzata alle alghe bretoni.

Da Le Conquet in poco tempo si raggiunge uno dei fari più famosi della Bretagna, il faro di Saint Mathieu. È un faro bianco e rosso costruito vicino ad una abbazia benedettina diroccata. Il faro è davvero molto bello così come la zona dove è costruito visto che si tratta di una delle punte più famose di Francia. Il faro è visitabile ma noi non saliamo e dopo una bella sosta fotografica riprendiamo la nostra auto.

Prossima tappa è un altro faro ignorato, con nostro rammarico, da tutte le guide. Si tratta del Phare le Petit Minou. È un faro costruito in acqua e collegato alla terraferma con un piccolo ponte e merita davvero la sosta. Con noi ci sono anche altri gruppi di turisti probabilmente anche loro guidati dalle informazioni trovate in rete oppure con una guida più completa rispetto alla nostra.

Nonostante il cielo grigio e la foschia decidiamo di andare comunque alla penisola di Crozon ed, in particolare, alla Pointe du Penhir. È un altro bellissimo promontorio con scogliere a picco sul mare… non riesco ad immaginare la bellezza di questa zona con il sole. Prima di lasciare la penisola facciamo una sosta shopping in un negozio di prodotti tipici, la Biscuiterie de Cameret, dove facciamo scorta di biscotti e sidro.

Raggiungiamo il nostro hotel che si trova a qualche km da Douarnenez e che è ricavato all’interno di una vecchia casa di campagna. L’hotel è composto da due zone, un corpo centrale e una casa distaccata. Le camere sono discrete anche se comunque dovrebbero essere curate meglio.

Per cena decidiamo di andare nel vicino Douarnenez, patria della pesca e del pesce in scatola. Non riusciamo bene a capire quale sia il centro quindi ci spostiamo verso il porto. Sarà per il tempo ma in giro troviamo pochissima gente e molti ristoranti sono addirittura chiusi. A caso scegliamo un ristorante che ci sembra carino oltre ad avere un menù interessante.

Questa è sicuramente la sera in cui mangiamo meglio in particolare la razza con porro e zafferanno. Breve passeggiatina lungo il porto deserto e poi rientriamo in hotel.

13 luglio

  • Colazione boulangerie a Locronan
  • Pranzo picnic a Pointe du Raz
  • Cena Le Belem Concarneau menù da 22,50 euro
  • Pernottamento Hotel de France e d’Europe avenue de la Gare 9 Concarneau 65 euro a notte www.hotel-france-europe.com

Nonostante la spartanità trascorriamo una notte molto tranquilla e quando ci alziamo uno splendido sole ci accoglie.

Anche questa mattina non abbiamo la colazione compresa quindi decidiamo di cercare qualcosa nel paesino di Locronan, nostra prima tappa della giornata. Arriviamo però piuttosto presto e tutti i locali ed i negozi non aprono prima delle 10.00. Ci accontentiamo allora di un pain au chocolat in una boulangerie e poi andiamo alla scoperta del piccolo borgo medioevale. Il paesino è davvero piccolo e se non fosse per il mercatino di brocantage che si sta installando saremmo praticamente soli. Il mercatino è davvero carino ma senza bancarelle la cittadina sarebbe ancora più bella. Anche qui non riusciamo a non fare un po’ di shopping gastronomico e poi, visto il tempo, decidiamo di prendere qualche cosa per pranzo visto che la prossima tappa sarà Pointe du Raz.

Raggiungere Pointe du Raz è davvero molto semplice visto che, essendo una importante meta turistica, è molto segnalata. Si arriva ad un parcheggio, ovviamente a pagamento (6 euro per le auto) e poi si deve proseguire a piedi oppure con una navetta. La navetta segue un percorso interno ed arriva a destinazione molto in fretta, noi, invece, decidiamo di percorrere il sentiero panoramico più esterno. Il sentiero è comunque piuttosto tranquillo ed in meno di mezz’ora si arriva a destinazione. Grazie alla bella giornata di sole riusciamo ad ammirare questo bellissimo panorama anche se all’orizzonte si vede un po’ di foschia. Scattiamo davvero tantissime fotografie cercando di evitare le tantissime persone che affollano il promontorio. Scegliamo, e come noi anche molti altri, un posto tranquillo e ci mangiamo le nostre quiche acquistate a Locronan bevendo la famosa Breitz Cola, la Coca Cola bretone. Non vorrei più andarmene ma ad un certo punto Giovanni è quasi costretto a trascinarmi visto che abbiamo ancora una tappa prima di arrivare alla nostra base per la sera.

Con fatica allora cedo e rientriamo in auto per la prossima meta, la cittadina di Quimper. Inizialmente avevamo pensato di fermarci qui per la notte ma alla fine l’idea di dormire in una grossa città non ci ha entusiasmato… saggia scelta. Quimper è una bella città, o almeno la parte che abbiamo visto noi, ma molto caotica. Non ho idea se il traffico intenso sia dovuto alla chiusura di alcune strade in vista dei festeggiamenti per il 14 luglio ma riuscire ad arrivare ad un parcheggio è una vera impresa. Finalmente dopo un bel po’ di giri e facendo quasi impazzire il navigatore (voleva a tutti i costi farci passare in una strada chiusa!) riusciamo ad arrivare in uno dei tre parcheggi gratuiti. Due si trovano sul lungofiume vicino all’Ufficio Turistico ma sono praticamente irraggiungibili, l’altro si trova dietro il centro in Place de la Toque. Il centro cittadino è dominato dalla imponente cattedrale mentre tutto attorno si snodano strade più o meno grandi con splendide case a graticcio colorate. Riesco anche a trovare la famosa maglia alla marinara molto amata dai francesi (a dire il vero ne avevo già viste molte ma nessuna mi piaceva così tanto).

La cittadina di Concarneau non dista molto da Quimper ed il nostro hotel si trova nella via principale della cittadina di mare. Il nostro hotel non ha un parcheggio a disposizione ma a poche 100 di metri si trova un parcheggio gratuito per tutto il giorno, mentre nelle ore serali ( dalle 19 in poi) anche di fronte all’hotel si può parcheggiare gratuitamente. Preso possesso della nostra stanza e sistemati velocemente i bagagli usciamo per la scoperta della cittadina.

Concarneau è divisa in due parti: la parte moderna dove si trovano la maggior parte delle attività e la Ville Close, la cittadina antica e murata, costruita su un isolotto. Noi per oggi passeggiamo sul lungomare alla ricerca di un ristorante per la cena ed alla fine decidiamo di prenotare un tavolo al ristorante Le Belem proprio di fronte alla Ville Close. Rientriamo in camera per un po’ di relax ed alle venti riusciamo per la cena ed il nostro albergatore ci raccomanda di non perderci i fuochi artificiali in occasione delle festa di domani. Anche questa sera ceniamo piuttosto bene ed, in attesa delle 23.00 ora di inizio dei fuochi, facciamo prima una passeggiata nella animatissima Ville Close e poi ascoltiamo un concerto rock in piazza. I fuochi artificiali in occasione della festa del 14 luglio attirano moltissima gente e sono davvero molto belli.

Prima di rientrare in camera ci fermiamo ancora ad assistere al concerto in piazza ma verso l’una rientriamo in camera visto che comunque domani mattina non possiamo permetterci il lusso di dormire.

14 luglio

  • Colazione Les grands voyageurs Place Jean Jaures Concarneau
  • Pranzo La Mouette Rieuse Avenue de la plage Benodet
  • Cena Le Penfret 40, rue Vauban Ville Close Concarneau menù 19,50 euro
  • Pernottamento Hotel de France e d’Europe avenue de la Gare 9 Concarneau 65 euro a notte

Non avendo la colazione compresa anche questa mattina dobbiamo cercare un posto ma a differenza di altre cittadine a Concarneau molti locali sono già aperti. Scegliamo un posto in piazza e dopo la colazione ripartiamo per una nuova giornata.

La prima meta di oggi è ancora un faro, quello di Eckmul, anch’esso praticamente ignorato dalla nostra guida. Il faro si trova nei pressi della cittadina di Penmarch sulla Pointe de la Cornovaglia. Il faro, alto ben 65 metri, dalla penisola domina il porto di Saint-Pierre e deve il suo nome alla ricca marchesa che lo fece erigere in onore di suo padre, il principe di Eckmühl nel 1897. Costruito in granito all’interno ha ricche decorazioni in quercia, mogano, opalina e bronzo. Sul faro, al costo di due euro a testa, è possibile salire tramite una bellissima scala elicoidale e permette di ammirare tutta la zona circostante. Sembra che il faro di Eckmühl illumini uno dei punti più pericolosi della costa bretone e la leggenda racconta che proprio su questa punta morirono Tristano e Isotta.

Prossima tappa le cittadine di Loctudy e Benodet. Si tratta di due classiche mete balneari della zona che sorgono una di fronte all’altra. Sono due cittadine ideali per una sosta di relax al mare e noi ne approfittiamo per una passeggiata sulla spiaggia prima di gustare una buonissima galette in una creperie.

Prima di rientrare a Concarneau ci spostiamo nella piccola cittadina di Pont-Aven, divenuta famosa per avere ospitato anche Gauguin. La cittadina è davvero molto turistica ed in giro c’è tantissima gente. Seppur molto piccola è molto caratteristica e piena di gallerie d’arte a testimoniare la predilezione per l’arte della cittadina. Infatti, prima del suo definitivo trasferimento in Polinesia Gauguin si stabilì a Pont-Aven aprendo anche una scuola d’arte e tantissime vetrine ne ricordano il suo passaggio. Le nostre finanze non ci permettono un acquisto di tipo culturale e quindi ci accontentiamo dell’altro famoso souvenir cittadino: le biscuit de Pont-Aven.

Ritorniamo a Concarneau e visitiamo la Ville Close vista solo di sfuggita ieri sera. Lo avevamo letto prima della partenza e ne abbiamo la conferma… la Ville Close è uno dei luoghi più visitati della Bretagna. Su un isolotto lungo 350 m e largo 100 m collegato da due piccoli ponti alle porte delle mura. Rue Vauban, l’arteria principale, è costeggiata da deliziose case con insegne in armonia con l’atmosfera della città, mentre ai lati, si possono percorrere vicoli lastricati che conducono al porto dei pescatori. Appena oltre l’ingresso è possibile salire sulle mura ( gratuitamente) per vedere il panorama dall’alto. Prenotiamo un ristorante per la cena e rientriamo in hotel.

Dopo la cena sempre nella Ville Close assistiamo ad un concerto jazz e poi rientriamo in camera. La scelta di Concarneau rispetto a Quimper è stata davvero ottima sia per la posizione che per la bellezza della cittadina.

15 luglio

  • Colazione Les grands voyageurs Place Jean Jaures Concarneau
  • Pranzo Boulangerie Carnac
  • Cena Cote e Saveurs Rue Pierre Rene Roque Vannes menù 19 euro
  • Pernottamento Hotel de France avenue Victor Hugo Vannes 73 euro

La vacanza è oramai agli sgoccioli e oggi è l’ultimo giorno intero che passeremo in Bretagna.

Prima tappa della giornata la cittadina di Quimperlè, che la guida segnava come interessante e di cui avevamo letto ottimi pareri prima della partenza. Invece, la città non ci ha per niente entusiasmato a parte una chiesa a forma circolare. Quindi questa cittadina (ma è solo il nostro parere) poteva essere evitata.

Seconda tappa è la cittadina di Carnac famosa per gli insediamenti megalitici. Sono circa 3.000 in un 1 km di lunghezza. Gli allineamenti più imponenti sono quelli di Menec Kerlescan e Kermario. Accanto, c’è il tumulo di Saint-Michel e il Géant du Manio, un menhir di 6,50 m di altezza. I menhir furono eretti da 5.000 a 3.000 anni a.c e su di essi si sono elaborate diverse teorie, che vanno fino a quelle più deliranti. La più credibile è spesso associata all’astronomia.

Con delle visite guidate è possibile entrare all’interno dei recinti, mentre autonomamente è possibile vedere gli insediamenti dall’esterno attraverso una bassa recinzione. Tutto attorno al parco ci sono percorsi accessibili a piedi oppure c’è la possibilità di spostarsi con un trenino turistico.

Per il pranzo ci spostiamo a Carnac plage la parte sul mare della cittadina dove, dopo una passeggiata sul lungomare, pranziamo in una boulangerie prima di riprendere la strada verso Vannes, ultima tappa della giornata.

L’hotel che abbiamo prenotato si trova appena fuori il centro storico della città ma in meno di dieci minuti raggiungiamo il centro cittadino. Anche Vannes come altre cittadine viste sino ad ora è caratterizzato da un cattedrale gotica. Molto animata è la zona attorno al porto dove si trovano diversi ristoranti e negozi.

Per la cena scegliamo un ristorante in centro e, mentre rientriamo in camera, inizia a piovere.

16 luglio

  • Colazione La brioche doree Vannes
  • Pranzo Cafè Ritazza in autostrada
  • Cena L’eau a la bouche rue Grand 26 Montluçon
  • Pernottamento Hotel Mona Lisa rue Boisrot-Desserviers Nerins les bains

Vista la distanza da casa ( 1400km) decidiamo già da oggi di intraprendere il viaggio di ritorno in modo da spezzare la strada.

Scegliamo una tappa che intermedia che approssimativamente corrisponde alla cittadina di Montluçon. Invece di pernottare in città scegliamo un paese vicino noto come stazione termale: Nerins les bains.

Prima però di lasciare la Bretagna facciamo tappa all’ultima meta bretone: Josselin. Purtroppo il tempo non è dei migliori e mentre raggiungiamo il parcheggio piove a tratti anche piuttosto forte. Fortunatamente nel tempo in cui ci fermiamo non piove e riusciamo a vedere il paese. La cittadina è carina anche se molti dei suoi scorsi sono rovinati dalle bancarelle del mercato settimanale. In città c’è anche un castello che è una residenza privata che ha al suo interno un museo delle bambole visitabile solo al pomeriggio. Interessante la passeggiata attorno alle mura che permette di vedere degli scorci molto particolari.

Arriviamo verso le diciotto a Nerins les bains… La cittadina non è nulla di sensazionale ma l’hotel è buono e per 63 euro a notte è più che perfetto. Per la cena la cittadina non offre molto quindi ci spostiamo nella vicina Montluçon dove in una via piena di ristoranti scegliamo di mangiare la raclette.

Anche Montluçon che però vediamo solo a grandi linee non ci sembra niente di eccezionale ma per spezzare il viaggio è l’ideale.

17 luglio

  • Colazione in autogrill
  • Pranzo in autogrill in Italia

La Francia ci saluta con il brutto tempo e con il freddo… 11 °C sono davvero pochi.

Non che la situazione meteorologica migliori in seguito, per tutta la strada troviamo pioggia a tratti anche molto intensa.

In compenso non troviamo traffico se non una coda inspiegabile al traforo del Frejus.

Alle 17.00 arriviamo finalmente a casa.

Il tragitto in auto è stato abbastanza impegnativo ma la quantità di interessanti souvenir nel baule dell’auto ci ripaga. Per le fotografie www.fotoinviaggio.it



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