La Bretagna in inverno

In camper alla scoperta di questo angolo di Francia tra Natale e Capodanno
Scritto da: Linda Liga
la bretagna in inverno
Partenza il: 25/12/2015
Ritorno il: 03/01/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Quest’anno, la voglia di partire era veramente tanta perché era più di un anno che io e mio marito Luca non ci concedevamo una vacanza fatta come si deve. La destinazione l’ha scelta lui: Bretagna. Io ero molto perplessa perché, essendo una persona freddolosa, temevo per le rigide temperature e avevo paura che il brutto tempo ci potesse impedire di vedere certi panorami o luoghi (il ché, da una parte, si è rivelato vero).

Faccio subito una premessa sul clima bretone: in realtà non c’è particolarmente freddo anche se abbiamo trovato un inverno un po’ anomalo ma la pioggia è all’ordine del giorno. Un’amica che era andata in agosto aveva sì trovato più caldo ma, a livello di pioggia, era sicuramente stata più sfortunata di noi. Insomma, se la Bretagna è così verde, un motivo deve pur esserci.

Ma veniamo a noi.

Io e Luca decidiamo di partire il 25 dicembre verso le ore 12. Per strada non c’è ovviamente nessuno: sono tutti a pranzo con capelletti, cotechino, zampone e lenticchie. Noi invece festeggiamo il Natale con un bel pranzetto in autogrill! La direzione è quella di Torino perché abbiamo deciso di attraversare il confine dal tunnel del Fréjus: sicuramente molto bello e affascinante ma 58,00 euro sono decisamente troppi! Ma ormai siamo lì quindi non possiamo fare altro che pagare e passare il confine. E’ ormai sera quando raggiungiamo la Francia e siamo stanchi per cui ci mettiamo alla ricerca di un posto dove cenare e dove passare la notte. Premetto che in Francia non abbiamo mai fatto l’autostrada a pagamento ma abbiamo impostato il navigatore in modalità “strada senza pedaggio”. Primo: le autostrade francesi sono carissime. Secondo: siamo già stati in Francia altre volte e le strade secondarie sono tenute molto bene, sono generalmente larghe e spaziose e non abbiamo mai avuto grossi problemi. La prima notte ci fermiamo in un’area di servizio poco dopo Lione. Niente di particolare ma ci sono dei camion già posteggiati lì per la notte quindi ci sentiamo al sicuro.

Il mattino seguente di riparte. Splende il sole e la temperatura è sui 10 gradi. Non sembra neanche pieno inverno. Questa giornata è interamente dedicata al viaggio quindi non facciamo altro che goderci il paesaggio e fare qualche sosta qua e là per riposarci e per pranzare. Verso sera cerchiamo un luogo adatto al nostro pernottamento e sostiamo a La Bacconière, un comune francese situato nella regione dei paesi della Loira. Qui c’è un’area di sosta per camper giusto di fianco alla chiesa e troviamo addirittura l’attacco gratuito per la corrente, cosa che scopriremo essere più unica che rara durante la nostra permanenza in Bretagna.

Il mattino seguente di buonora si riparte per raggiungere Vitrè, prima tappa del nostro viaggio. Vitrè ha uno splendido centro medioevale ed è molto suggestivo perdersi fra le stradine del centro storico. C’è un bellissimo castello che avrebbe sicuramente meritato una visita se non fosse stato chiuso per ferie…

La nostra seconda tappa è Fougères che si trova a circa 30 km a nord di Vitrè. Anche Fougères è una piccola cittadina medioevale sovrastata da un imponente castello-fortezza con bastioni merlati e fossato. Purtroppo anche questo castello è chiuso ma soltanto perché siamo nell’orario del pranzo e riaprirà nel pomeriggio. Decidiamo di non aspettare e facciamo una passeggiata per il centro dove dominano ancora le case a graticcio e i vicoli lastricati. Bourg Vieil è il quartiere più antico della città e ci sono diversi bar e ristoranti. Una cosa che ci colpisce piacevolmente di Fougères sono gli spazi verdi e i suoi giardini, molto ben tenuti e puliti.

Salutiamo Fougères e ci spostiamo di circa 50 chilometri per raggiungere Rennes. Rennes è la capitale bretone e una città universitaria. Riusciamo a parcheggiare abbastanza vicino al centro storico. Rispetto alle due cittadine visitate in precedenza, Rennes è sicuramente più grande e moderna. Il centro storico vero e proprio non è molto grande quindi lo si può visitare in poco tempo. Ci sono tantissimi negozi, anche di marca ma, essendo domenica, è tutto chiuso. A noi non è piaciuta molto ma probabilmente siamo capitati nella giornata sbagliata. Dopo poco tempo, risaliamo in camper e partiamo alla volta di Le Mont-Saint Michel.

Per arrivare a Le Mont-Saint Michel, circa ad un’ora di macchina da Rennes, decidiamo di prendercela comoda e passiamo per Hèdé, Combourg e Dol de Bretagne. In particolare, quest’ultimo ha un centro molto carino e un Menhir poco distante. A noi piace molto percorrere le strade di campagna generalmente meno battute perché ci dà la possibilità di vedere paesaggi magnifici e, quando siamo fortunati, paesini incantati.

Verso le 19, arriviamo finalmente a Le Mont-Saint Michel: essendo il 27 dicembre, pensavamo che non ci fosse quasi nessuno e invece, con nostra grande sorpresa, c’erano già molte macchine e camper posteggiati. E’ buio, siamo stanchi e io ho la febbre a 38. Fatto sta che non abbiamo molta voglia di cercare parcheggi alternativi e andiamo a posizionarci con il camper nell’immenso parcheggio che si trova proprio davanti a Le Mont-Saint Michel. Parcheggiare ci costa € 20,90 e, per i camper, non c’è alcun tipo di servizio ma non sembrano esserci molte alternative. Ci sistemiamo e Luca va a fare due passi per vedere il monte da lontano illuminato. Io invece prendo la tachipirina e mi sdraio un po’ nella speranza che mi passi la febbre.

Il lunedì mattina ci svegliamo. Io ho passato una brutta nottata e ho ancora la febbre alta ma fuori c’è il sole e non voglio perdermi lo spettacolo di Le Mont-Saint Michel così, dopo colazione e due tachipirine, m’imbacucco a dovere, coraggiosamente esco dal camper insieme a Luca e vado a prendere il bus navetta che ci condurrà ai piedi del monte (la navetta è gratuita e passa circa ogni 10 minuti). Uno spettacolo incredibile, meraviglioso, quasi impossibile descriverlo a parole. Entriamo nel borghetto dove ancora i negozietti e i ristorantini stanno aprendo. Saliamo fino a raggiungere l’abbazia che dovrebbe aprire alle 9.30. Poco dopo, scopriamo che c’è uno sciopero in corso per cui non si sa di preciso a che ora apriranno i battenti ai turisti che nel frattempo si sono radunati davanti all’entrata. Io intanto peggioro e, molto a malincuore, decido di rientrare al camper. Luca invece rimane ad aspettare e, con sua grande sorpresa, verso le 10.30 le porte si aprono e gli addetti lasciano entrare i turisti gratuitamente! Luca fa un giro molto veloce dell’abbazia perché ha fretta di tornare in camper per vedere come sto però mi ha raccontato che l’edificio all’interno è magnifico e ci ha impiegato circa 30 minuti per fare il giro completo. Per me è stato davvero un peccato non esserci potuta andare però posso almeno dire di averlo visto da vicino.

Ci lasciamo Le Mont-Saint Michel alle spalle e ci dirigiamo verso Cancale, un pittoresco paesino sul mare. Arrivati là, scopriamo che Cancale è da tempo rinomata per le ostriche e per i frutti di mare e da lì si può ancora vedere in lontananza Le Mont-Saint Michel. Merita davvero una visita.

La nostra sosta a Cancale dura poco e ci dirigiamo verso St. Malo. St. Malo è una vera e propria cittadina turistica di quasi 50.000 abitanti che si trova sulla Cote d’Emeraude bretone. E’ una città marinara famosa per la pesca del merluzzo tant’è che l’attività portuale è molto frenetica. Vista dall’esterno è davvero molto suggestiva perché il suo centro storico è interamente circondato da bastioni. La città era un famoso covo di pirati e infatti si può ancora vedere una nave attraccata al porto davanti all’ingresso del centro storico. L’ingresso principale della città immette in Place Chateaubriand dove sorge il Castello originario del XIV-XV secolo. Oggi il Castello è sede di un museo ma noi non siamo entrati per visitarlo e abbiamo preferito fare una passeggiata tra le vie del centro. All’interno della città vecchia si trova la Cathédrale Saint-Vincent. Noi siamo stati fortunati durante la nostra visita perché c’era un bel sole nonostante il vento però questo ha fatto sì che ci fossero anche tante altre persone quindi abbiamo trovato St. Malo molto affollata e caotica rispetto ai piccoli paesini che avevamo già visitato. St. Malo è comunque una città che merita una visita, probabilmente anche più lunga e approfondita della nostra.

Riprendiamo il camper e ci dirigiamo verso Fort La Latte. Per arrivarci, passiamo da alcuni paesi sul mare molto carini e pittoreschi. Il primo è Dinard, una tipica cittadina di villeggiatura che si capisce subito essere “ricca” in quanto circondata da residenze d’epoca. Il panorama come sempre è meraviglioso. E’ poi la volta di St. Lunaire e di St. Cast, entrambi piccoli paesini di pescatori e luoghi di villeggiatura.

Purtroppo, quando raggiungiamo Fort La Latte è tardi e, nonostante riusciamo ad avvicinarci fino al cancello d’ingresso, la fortezza è già chiusa e non abbiamo la possibilità di visitarla. Un vero peccato perché sembra essere molto bella, a picco sul mare!

Ormai è buio pesto ma riusciamo in un qualche modo ad arrivare a Cap Fréhel, un luogo davvero molto suggestivo e peccato che non riusciamo a goderci la vista alla luce del sole. Il paesaggio dev’essere veramente meraviglioso ma anche di sera non scherza: mette veramente i brividi anche perché ci siamo solo noi e un vento molto forte a farci compagnia.

Ripartiamo con il camper per la nostra prossima metà che sarà l’Abbazia di Beauport. Essendo ormai l’orario di cena, cerchiamo un posto dove dormire e, non essendoci aree attrezzate per i camper nelle vicinanze, ci sistemiamo in un parcheggio in riva al mare. Il mattino successivo sarà molto bello fare colazione vista mare!

Il 29, ci alziamo come sempre di buonora e raggiungiamo l’Abbazia. L’ Abbazia di Beauport è un’abbazia marittima che si trova nella baia di Paimpol e venne fondata del 1202. E’ costruita su di un’altura e domina il mare. Anche in questo caso non siamo molto fortunati perché riusciamo solo a vederla dall’esterno visto che aprirà i battenti soltanto nel primo pomeriggio. L’ambiente circostante è totalmente diverso ma, l’Abbazia in sé, ricorda un po’ la nostra San Galgano in Toscana. L’Abbazia è stata per anni dimora di monaci per poi essere convertita in residenza privata. E’ circondata da un bellissimo giardino e da pascoli. E’ un luogo incantevole e quasi magico.

Riprendiamo in nostro cammino e anche oggi attraverseremo qualche paesino di mare. Il primo è Paimpol. Ci piace parecchio e riusciamo persino a fare un po’ di shopping comprando qualche regalino da portare a casa. Da visitare il porto e il centro storico. Il tutto vi porterà via poco tempo anche se è un luogo grazioso e tranquillo quindi ci si starebbe volentieri più a lungo. Ma le cose da vedere sono ancora tante e dobbiamo metterci in marcia.

E’ poi la volta di Perros Guirec, un sito naturale molto suggestivo con rocce di granito rosa. Ha un litorale lungo circa 13 chilometri e tre grandi spiagge di sabbia. E’ estesa su di un promontorio montuoso ed è una località balneare molto rinomata.

Dopo poco, raggiungiamo la minuscola ma magnifica Ploumanac’h. La piccola spiaggia e il paesaggio vi lasceranno a bocca aperta. Si affaccia sulla famosa Scogliera di Granito Rosa e, in tutta la zona, ci sono blocchi di granito scolpiti dal mare. Non riuscivo a smettere di fare fotografie.

Poco dopo raggiungiamo Tregastel, una piccola città costiera di pescatori e luogo di villeggiatura. Anche qui, la visita sarà molto breve ma intensa.

Ora ci aspetta un tratto di strada un po’ più lungo perché ci spostiamo a sud verso Morlaix che si trova nell’interno e non più sulla costa. Morlaix è una cittadina molto particolare, diversa da tutte le altre, un po’ medioevale e gotica e ci ricorda di più una località tedesca piuttosto che bretone. E’ situata alla fine di un estuario e possiede un piccolo porto. Morlaix racchiude molti vicoli, scalinate, piazze e stradine su cui si affacciano antiche dimore ed è sovrastata da un viadotto alto 58 metri interamente costruito in granito. La cima del viadotto la si raggiunge grazie ad una scalinata che permette di attraversarlo e dall’alto si può godere la vista della città e del porto. Andiamo a visitare La Maison de la Duchesse Anne, un esempio ancora molto ben conservato di casa a lanterna, principio architettonico simbolo della città. Il suo interno è molto affascinante e merita una visita, soprattutto per la gentilezza del personale che ci accoglie nonostante sia quasi l’orario di chiusura.

Lasciamo Morlaix e ci spostiamo di poco, di circa una ventina di chilometri, e raggiungiamo Saint Thégonnec dove passeremo la notte nell’area camper del villaggio.

Il mattino seguente partiamo come sempre presto e arriviamo a Guimiliau, a circa 10 minuti di strada. Ci fermiamo soltanto per poco tempo a dare un’occhiata al complesso parrocchiale poi risaliamo in camper e partiamo alla volta di Le Conquet che si trova sulla costa a circa 70 chilometri di distanza. Nel frattempo ci godiamo come sempre lo splendido paesaggio.

Le Conquet è il villaggio più a ovest della Francia continentale. E’ caratterizzato da case in pietra grigia disposte in fila che si affacciano sul porto dal quale ogni giorno partono le navi dei pescatori. Scopriamo che c’è solitamente un clima temperato ed è una località molto tranquilla. Poco distante, si trova Point de Saint Mathieu con la sua abbazia, il suo faro e la sua scogliera. Descrivere a parole questo posto è quasi impossibile: bisogna andarci. Noi siamo rimasti impressionati dalla forza del vento e del mare. Io quasi non riuscivo a camminare. E’ uno spettacolo che lascia senza parole e la schiuma provocata dalle onde dell’oceano ti raggiunge fin in strada. A malincuore, lasciamo questo bellissimo panorama e rimontiamo sul camper un po’ infreddoliti.

Siccome è una brutta giornata e sta piovendo parecchio, non ci resta che fare un tour panoramico al calduccio all’interno del nostro camper. Dopo aver salutato Point de Saint Mathieu, andiamo verso Camaret sur Mer.

Camaret sur Mer si trova all’estremo ovest della penisola di Crozon ed è circondata dal mare. E’ una nota località balneare molto carina, piccola ma che merita una veloce visita. E’ praticamente tutto chiuso perché evidentemente per loro è bassa stagione ma io, disperata per l’assenza di campeggi aperti, ne approfitto per sgattaiolare dentro al negozio di una parrucchiera giusto per lavarmi e asciugarmi i capelli. Luca ne approfitta invece per fare un breve giro in paese e prendersi un caffè.

Rimontiamo in camper e andiamo verso Locronan dove sappiamo già che passeremo la notte. Quando arriviamo là sono le 19 e, vedendo tutte le lucine di Natale, decidiamo immediatamente di fare due passi. Un paese davvero minuscolo ma carinissimo. E’ adagiato sul fianco di una collina e incantevoli sono le sue case di granito blu. Sembra di essere dentro ad un film e scopriamo infatti che è un posto molto amato dai registi ed è considerato un luogo famoso per il turismo bretone. E’ un villaggio davvero affascinante che vi farà restare a bocca aperta. Ne approfittiamo per bere il vin brûlé poi torniamo in camper dove ceneremo e passeremo la notte. Il mattino seguente decidiamo di rivedere questo splendido luogo ma alle 8.30 è ancora deserto ed è tutto chiuso. Troviamo solo un barettino aperto nel quale riusciamo a prenderci un caffè e gustarci ancora per qualche istante l’atmosfera magica di Locronan. Poi però ci tocca ripartire.

Oggi è il 31, l’ultimo dell’anno ma non abbiamo grandi prospettive per la serata. L’unica cosa che decidiamo di fare quasi subito è la spesa per evitare la ressa e l’affollamento dell’ultimo minuto. Troviamo ugualmente parecchia gente ma pazienza: siamo in ferie e possiamo permetterci di perdere un po’ di tempo. Luca opta per la carne io ovviamente per il pesce. E così anche la nostra cenetta dell’ultimo dell’anno è pronta in frigo e possiamo dirigerci tranquilli verso la nostra prima metà: Quimper. Quimper viene considerato un punto di riferimento per la cultura celtica e si trova sul fiume Quimper dal quale prende per l’appunto il nome. Come altri paesi che abbiamo visitato in Bretagna, il suo fascino deriva dalle vie contorte, le case a graticcio e un’atmosfera di altri tempi. Quando si visitano cittadine come questa è quasi obbligatorio camminare a testa in su per osservare le bellissime e pittoresche case di altri tempi.

Dopo Quimper, ci spostiamo di circa 30 chilometri più a sud, in particolare raggiungiamo Concarneau. Concarneau è una cittadina situata nella Bretagna del sud e circondata da una fortificazione. E’ una località di pescatori attorniata da bastioni e collegata alla terraferma da un ponte di pietra. Ci fermiamo giusto il tempo di una breve visita.

Proseguiamo il nostro viaggio fino a Pont Aven, un paesino incantevole fonte d’ispirazione per molti artisti: ci sono infatti diverse gallerie d’arte. In particolar modo, Paul Gauguin è stato ammaliato da questo luogo. Abbiamo fatto una passeggiata e ammirato i ponticelli e i mulini ad acqua che si alternano sopra al fiume Aven. Il centro è molto piccolo quindi il nostro tour dura poco tempo. A causa di un improvviso e forte acquazzone, ne approfittiamo per infilarci in una crèperie per una crèpe e un caffè.

Rimontiamo in camper perché ci aspetta un tragitto abbastanza lungo, circa 100 chilometri, per arrivare alla penisola di Quiberon. Facciamo una strada panoramica che, con il mare in burrasca, si rivela molto suggestiva. Questa zona viene anche chiamata Côte Sauvage. Ci sarebbe piaciuto molto fare una passeggiata ma il vento era molto forte e pioveva per cui ci siamo accontentati di ammirare la costa passando con il camper e soffermandoci in alcune aree di sosta panoramiche. In una di queste ne approfittiamo anche per fare merenda osservando il mare mentre fuori è in atto una vera e propria bufera. Molto suggestivo!

Proseguiamo il nostro viaggio fino a Vannes dove decidiamo di trascorrere la notte di capodanno. Qui troviamo il primo campeggio di tutta la vacanza! C’è soltanto la zona camper aperta ed è tutto automatizzato. Lì per lì pensiamo che sia una cosa complicata ma in realtà riusciamo facilmente ad entrare e, con € 14,00, siamo in una piccola area camper asfaltata (quindi bruttina, niente verde) ma con tutti i confort e in riva al mare. Si chiama “Camping Le Concleau” ma può darsi che sia anche segnato come “Campingcar Park”. Ceniamo con la prospettiva di andare a fare due passi in centro dopo cena. Scopriamo che il centro è molto lontano e non ci sono più autobus quindi mogi mogi rientriamo in camper dove ci guardiamo qualche serie TV fino a mezzanotte. Usciamo sul lungomare giusto per fare il brindisi e vedere i fuochi: neanche l’ombra. Devo dire che è stato il capodanno più “silenzioso” che mi sia mai capitato di trascorrere ma a noi piace anche così.

Il mattino seguente ci alziamo un po’ più tardi del solito e ce la prendiamo con calma. Facciamo due passi per Vannes giusto per vedere il centro cittadino. Davvero molto carina: è una città che conserva ancora il suo fascino medioevale. E’ cinta da mura, ha porte fortificate, stradine tortuose ed è piena di negozietti, bar e ristoranti. Essendo il primo di gennaio ed essendo comunque le 10 di mattina, è tutto chiuso nonostante ci sia della gente a passeggio.

Da Vannes parte poi il nostro, come lo chiamiamo noi, “rientro alla base” per strada normale. Il primo di gennaio ci fermeremo a dormire nella piazzola di sosta per camper di Neuil d Espoir, vicino a Poitiers.

Il due mattina si riparte e passiamo per Gueret dove decidiamo di fermarci per pranzare e fare la spesa. Tra le nostre varie soste ci sarebbe anche Lapalisse che la nostra guida Michelin segna in verde ma quando arriviamo là sta diluviano e non riusciamo nemmeno a scendere dal camper. Peccato. La notte la trascorriamo a Saint Forgeux, un paese molto tranquillo.

Il giorno successivo è già domenica 3 dicembre e per la sera vorremmo essere a casa. Passiamo nuovamente per il Fréjus anche se avevamo provato a passare per il passo de Cenisio ma lo troviamo chiuso per lavori. Alle 22 siamo a casa, a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia.

La Bretagna ci ha piacevolmente colpiti. Abbiamo visto dei paesaggio meravigliosi e dei luoghi che alle volte sembravano veramente incantati. Il clima quest’anno è stato un po’ anomalo ovunque ma abbiamo scoperto che, in generale, non ci sono mai inverni freddi e particolarmente rigidi. Una cosa che non manca mai è la pioggia e può capitare di essere sorpresi all’improvviso da un violento temporale. L’’unica “pecca” per noi camperisti è stata la mancanza di piazzole di soste che potessero definirsi tali e i campeggi erano tutti chiusi. Sappiamo perfettamente che era inverno ma siamo abituati a muoverci durante questa stagione e qualche campeggio aperto qua e là lo abbiamo sempre trovato senza problema. La gente del posto è molto gentile e cordiale. Insomma, davvero una bellissima vacanza!



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