Sudafrica alternativo

Tutto quello che c’è da sapere per visitare il Kruger e la costa ovest (Augrabies Falls, Namaqualand per la fioritura, Cederberg e Cape Town)
Scritto da: honey-sunny
sudafrica alternativo
Partenza il: 11/08/2016
Ritorno il: 26/08/2016
Viaggiatori: 4
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SudAfrica, agosto 2016

 

A) INFORMAZIONI GENERALI

IMPORTANTE: avviso che l’itinerario ha 30 pagine… almeno sapete… di che morte morire se iniziate a leggere. In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte, in mesi di lavoro e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i prezzi dei vari ristoranti in modo tale da dare un’idea di quanto si spende in quel posto e i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa. Mi spiace ma racconto anche qualcosa di personale che a chi legge non interessa. E’ l’unico itinerario che scrivo quindi deve essere anche un nostro ricordo. Portate pazienza…

Quando: 16 giorni dal 11.08.2016 al 26.08.2016.

Itinerario: Johannesburg, Kruger National Park, costa ovest: Augrabies Falls, Springbok, Namaqua National Park, Cederberg Wilderness Area, Cape Town.

Perché questo viaggio: siamo malati d’Africa quindi appena riusciamo ci torniamo. Quest’anno la nostra dose africana ce l’eravamo già presa (Tanzania a febbraio, per la prima volta senza figli per i troppi impegni) però poi a maggio siamo andati in crisi di astinenza e quindi, nel giro di 24 ore, ho prenotato tutto. Abbiamo scelto il Sud Africa per varie cose: lo conosciamo bene quindi non ho perso tempo a cercare i posti in cui andare, mancavano solo 3 mesi alla partenza e il periodo era agosto quindi la maggior parte dei posti africani sono già prenotati da mesi. Il Sud Africa ha tantissime possibilità di pernottamento quindi, da qualche parte, si riesce a trovare. Ho organizzato il giro partendo dal fatto che volevamo tornare al Kruger e poi vedere la fioritura nel Namaqualand (circa da metà agosto a metà settembre, dipende dalle piogge che ci sono state e dalle temperature). I giorni li ho stabiliti in base alle disponibilità nei campi al Kruger. Nella parte centrale c’erano più solo 2 camere all’Orpen per una notte quindi ho tenuto fisse quelle e ho costruito il giro.

Prenotazioni: abbiamo fatto tutto noi, i lodge li abbiamo contattati direttamente e le auto le abbiamo prenotate on-line. (di seguito indico i vari siti). Per i voli (internazionale e interno) ci siamo appoggiati ad un’agenzia.

Voli: li abbiamo prenotati a maggio per un totale di € 3.668. L’intercontinentale è costato € 2940 mentre il volo interno € 728. Il prezzi sono per 4 adulti visto che anche i miei figli (Matteo 16 anni e Martina 14) non hanno più nessuno sconto. I biglietti per la tratta intercontinentale sono stati fatti in andata con Turkish da Malpensa a Johannesburg, via Instanbul, la tratta interna Jo’burg – Upington con South African Airlink (della South African Airways), il rientro da Cape Town a Malpensa, via Dubai, con la Emirates.

Hotel:

12.08.2016 Punda Maria Rest Camp Kruger 2 safari tent ST2 S.C. R 2033 € 127

13.08.2016 Mopani Rest Camp Kruger 1 boungalow BD4 S.C. R 1468 € 92

14.08.2016 Orpen Rest Camp Kruger 2 boungalow BD2 S.C. R 2232 € 140

15.08.2016 Komati River Chalets Komatipoort family room option 2 S.C. R 1400 € 96

16.08.2016 Komati River Chalets Komatipoort family room option 2 S.C. R 1400 € 96

17.08.2016 Aero Guest Lodge Jo’burg family room B & B R 995 € 58

18.08.2016 Augrabies Falls Rest Camp Augrabies NP family cottage FA4D S.C R 2156 € 135

19.08.2016 Kleinplasie Guest House Springbok family chalet S.C. R 1950 € 123

20.08.2016 Honne Pondokkies Hondeklip Bay Family chalet S.C. R 930 € 87

21.08.2016 Algeria Cottage (Klipspringer) Cederberg 1 cottage S.C. R 720 € 43

22.08.2016 Leisure Bay Apartement Cape Town 1 appartamento S.C R 1037 € 69

23.08.2016 Leisure Bay Apartement Cape Town 1 appartamento S.C R 1037 € 69

24.08.2016 Leisure Bay Apartement Cape Town 1 appartamento S.C R 1037 69 R 18.395 € 1.204

La scelta dei lodge è stata fatta in base a recensioni di altri turisti e pareri di Trip Advisor. Abbiamo puntato su soluzioni con un buon rapporto qualità/prezzo. Non aveva senso trovare strutture meravigliose e carissime per poi non poterle neppure apprezzare. Arrivando al tramonto e per lo più partendo prima dell’alba, in hotel si stava davvero poco. Comunque abbiamo trovato sempre camere pulitissime. Nessun posto ha il riscaldamento quindi la sera e al mattino fa freschino. I letti sono attrezzati con piumoni e coperte supplementari. Ovviamente in questi posti sono più i mesi in cui fa caldo che quelli in cui fa freddo quindi, se devono scegliere, investono su climatizzatori (presenti ovunque). I prezzi riportati nello schema sopra sono per tutta la famiglia. S.C significa Self Catering e secondo me è la cosa migliore. La maggior parte delle volte siamo partiti al sorgere del sole, se non prima (nei parchi) quindi la colazione la paghi per poi o non usufruirne, ritardando non poco la partenza, o trovarti con il sacchetto che ti fornisce il lodge con all’interno cose che ci si può comperare al supermercato ad un costo sicuramente inferiore. La colazione quindi o la facevamo in macchina o in camera. Le colazioni costano circa 10 € a testa x quattro x tutti i giorni = non poco … Per le cene due volte abbiamo dovuto aggiustarci da soli (all’Orpen nel Kruger e nel Cederberg in quanto nel lodge non c’era il ristorante ma la cucina dello chalet era attrezzata) e una volta non avevamo voglia di uscire quindi ci siamo presi delle pizze. Altre volte avremmo potuto cucinare ugualmente noi ma abbiamo preferito andare al ristorante. Facendo pranzi al sacco almeno la cena doveva essere abbondante… Le cucine nei self catering sono completamente attrezzate con stoviglie, piatti, pentole, un paio di strofinacci, una spugnetta e detersivo per lavare. Per il resto bisogna portare tutto. Non so se bisognava lavare le stoviglie o se ci pensavano poi al mattino le signore delle pulizie. Io ho preferito lasciare tutto in ordine. Nello schema sopra l’importo in € è una media di cambio tra gli acconti pagati prima di partire e il cambio applicato per il saldo durante il viaggio. Alcuni lodge hanno voluto il pagamento immediato dando i nostri dati della carta di credito, altri una caparra pari al 50% al momento della prenotazione e il saldo al nostro arrivo mentre al Komati River Chalets fuori dal Kruger, abbiamo pagato tutto in loco. Loro accettano solo bonifico ed è piuttosto caro. Ho fatto presente la cosa e loro hanno detto che non c’erano problemi anche perché eravamo stati da loro 3 notti l’anno scorso, quindi siamo clienti “fissi”… Alcuni li abbiamo prenotati direttamente dal sito pagandoli con carta, altri contattandoli con mail. Per quanto riguarda i campi al Kruger e alle Augrabies Falls (sono parchi statali del SANParks, vuol dire South African National Parks), sono stati prenotati sul sito ufficiale (http://www.sanparks.org/). A settembre hanno rifatto il sito. Non si hanno possibilità diverse. Il sito è sempre aggiornato quindi la disponibilità delle camere è sempre esatta. Si prenota e si paga subito. Applicano un 5% di sconto. I prezzi non sono comprensivi ovviamente del costo giornaliero per l’ingresso al parco (conservation fee). Si può scegliere se pagarlo al momento della prenotazione o in loco. Si si acquista la Wild Card (più avanti spiego cos’è) non si paga più nulla.

Valuta: in media Rand 15,00 circa. Quello che abbiamo pagato prima di partire era circa 16,00. Durante il viaggio ha continuato a rivalutarsi (quindi a nostro svantaggio) fino ad arrivare a 15,00. I prezzi nell’itinerario (avendo pagato al 90% con carta di credito) hanno indicata la valuta del giorno del pagamento.

Siti internet dei lodge e indirizzi mail:

– Punda Maria Rest Camp – Kruger (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/punda/tourism/availability.php?camp_id=40)

– Mopani Rest Camp – Kruger (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/mopani/tourism/availability.php?camp_id=36)

– Orpen Rest Camp – Kruger (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/orpen/tourism/availability.php?camp_id=38)

– Komati River Chalets – Komatipoort (http://www.komatiriverchalets.co.za/)

– Aero Guest Lodge – Johannesburg (http://www.aeroguestlodge.co.za/)

– Augrabies Fall Rest Camp – sopra Upington (https://www.sanparks.org/parks/augrabies/)

– Kleinplasie Guest House – Springbok (http://www.kleinplasie.com/) – Honne Pondokkies – Kondeklip Bay ) – Algeria Cottage (Klipspringer) – Cederberg (http://www.capenature.co.za/reserves/cederberg-wilderness-area/) – Leisure Bay Apartement – Cape Town )

Auto, navigatore e dropp-off: ci sono tantissimi rental car. Alcuni hanno macchine normali o jeep mentre altri forniscono 4×4 con le roof tents (tende che si aprono sul tetto della vettura) e tutto il necessario per dormire e per campeggiare. Il sito di alcuni è:

– www.rentalcars.com

– www.aroundaboutcars.com

– www.carhire3000.com

– www.drivesouthafrica.co.za

– www.tempestcarhire.co.za

– www.britz.co.za

– www.africarhire.com

– www.drivesouthafrica.co.za/4×4-hire

– www.firstcarrental.co.za

– www.budgetinternational.com

Noi abbiamo scelto di prenotare sul sito della Rentalcars (entrambe le tratte con Europcar) in quanto offre la tariffa migliore di alcuni dei principali operatori. Non sei certo di trovare la macchina che hai scelto e loro si tutelano scrivendo auto xxx o similare. Quindi puoi trovarne un’altra della stessa fascia di costo e simile (tipo, se affitti una jeep non ti troverai una berlina). Il Sud Africa (con qualche esclusione tipo il Kgalagadi National Park dove è obbligatorio il 4×4 essendo tutto su sabbia oppure qualche pista nel Kruger dove ci vogliono i permessi di accesso) non richiede grandi macchine, perché le strade sono tutte asfaltate e quelle sterrate all’interno dei parchi sono in ottime condizioni. Noi abbiamo optato per una Nissan X Trail 2×4 nella prima tratta (perché costava meno) e poi un Ford Ranger 4×4 nella seconda tratta perché volevamo fare tutti i percorsi nella parte ovest. Per la prima tratta Johannesburg/Kruger il Nissan X Trail ci è costato per 6 giorni € 342 (€ 57 al giorno). Il navigatore era compreso. Quando siamo arrivati in loco ci hanno detto che il secondo guidatore era incluso ma poi ci siamo trovati l’addebito di R 564 € 38. Per la seconda tratta Upington/Cape Town per il Ford Ranger il costo per 7 giorni è stato di € 741 (€ 106 al giorno). Il navigatore sempre compreso. Le auto le abbiamo pagate in Italia (con acconto di € 25 la prima tratta e € 75 la seconda e poi il saldo un mese prima della partenza). Al momento della presa dell’auto viene fatta una strisciata alla carta di credito come garanzia e questa non deve essere pre-pagata. Solo se l’auto verrà consegnata ha qualche danno addebiteranno l’importo per la riparazione. Per la prima tratta non ci è arrivato nessun addebito mentre per la seconda, quando siamo arrivati a casa, ci hanno inviato la fattura con l’addebito di R 1012 € 64 di drop-off (lo sapevamo) e R 224 € 14 per un taglio alla gomma. La guida è a sinistra.

Altri costi: oltre agli importi dei voli, hotel e auto bisogna aggiungere le spese sostenute in loco: benzina/gasolio € 323 (benzina al litro Rand 12,84 = € 0,86 circa – gasolio R 12,64 = € 0,84); spesa al supermercato per i pranzi e varie € 273; cene e pranzi al ristorante € 714; escursioni € 173; Wild Card R 3590 = € 224, ingressi ai parchi non compresi nella Wild Card € 14; autostrade € 14; parcheggio Malpensa per 16 giorni € 48, pagato in loco, prenotato a maggio, (siamo stati al Green Parking – http://www.greenparkingmalpensa.it/ – il più economico trovato); varie (mance, regali ecc.ecc) € 326.

Patente: ci sono pareri discordanti perché on-line si trova scritto che ci vuole quella internazionale ma in realtà non serve. Ai rental car non interessa. Potrebbe fare grane la polizia se proprio vuole rompere e guadagnare qualche soldo che immancabilmente viene passato loro per poter proseguire … A loro serve solo sapere dove c’è scritta la data di scadenza. Noi l’avevamo fatta per precedenti viaggi quindi, sia l’anno scorso che quest’anno, ce la siamo portata dietro. Al rental car però abbiamo dato entrambe le volte quella italiana e non ci hanno detto nulla mentre la polizia per fortuna non ci ha fermati. Se uno vuole stare più tranquillo sappia che costa circa € 80, le tempistiche per averla sono di 3 settimane e la validità è di 3 anni.

Strade: Tutte in ottime condizioni. I limiti di velocità sono di 120 km./h per le highway più importanti, 100 per le strade suburbane e 60 nei centri abitati. Nei parchi sono di 50 km./h. sulle strade asfaltate e 40 km./h. su quelle sterrate. Ci sono molti autovelox, anche nel Kruger.

Benzinai: ovunque, anche al Kruger e accettano carta di credito.

Km. percorsi: 3678 (prima tratta km.2208 – seconda tratta km.1470)

Mance: solitamente sono pari al 10% di quanto speso. Si possono aggiungere al totale della spesa se si paga con carta di credito oppure si possono pagare in contanti.

Wild card: Consente l’ingresso per 1 anno dalla data di emissione in quasi tutti i parchi Sudafricani (quelli compresi sono 79): https://www.sanparks.org/tourism/availability/. La tessera è acquistabile all’ingresso di ogni parco nazionale ed è nominativa oppure si può acquistare on-line prima di partire, nel sito ufficiale Sanpark (https://www.sanparks.org/wild_new/tourism/pricing.php e anche https://www.sanparks.org/wild_new/. In entrambe i casi per gli ingressi si usa un foglio che viene stampato. La tessera vera e propria arriverà a casa dopo circa un mese. Esistono formule diverse in base alle varie necessità dei visitatori. La Wild Card conviene specialmente se si è una famiglia. Il costo per la family è di Rand 3590 = € 224 (cambio 16) (2 adulti che viaggiano con i propri figli, massimo 5, al di sotto dei 18 anni di età), quella per coppie Rand 3005 = € 188 mentre singola Rand 1920 € 120. I prezzi sono anche differenti se si è cittadini sudafricani oppure no. Per dare un’idea il costo della tessera l’abbiamo già ammortizzato dopo il 3° giorno al Kruger.

Malaria: questo è un discorso molto delicato. Nella zona Panorama Route, Kruger, Swaziland e nella parte verso il Mozambico (tra lo Swaziland e l’oceano nella parte più a nord della Elephant Cost, ex Maputoland) c’è rischio alto. Nella zona di Santa Lucia e del parco Hluhluwe iMfolozi rischio medio, per poi scendere fino quasi a Durban con rischio minimo. Nel restante Sud Africa non esiste. Guardare questa mappa: http://www.sa-venues.com/malaria-risk-areas.htm. Dovete valutare bene se i rischi dell’antimalarica sono superiori o inferiori al rischio di contrarre la malattia. Si sa che la prevenzione (oltre essere devastante per il corpo) non copre completamente e se la zanzara femmina ha morso una persona infetta e poi punge te nel giro di poche ore, in un particolare momento di digestione del sangue, te la prendi comunque. Si ha un alto rischio se si pernotta in zone densamente popolate e si gira senza protezioni da quando il sole tramonta a quando sorge. Se si usano repellenti, non si sta all’aperto in questo periodo di tempo e si pernotta in luoghi isolati (dicono che la zanzara possa percorrere al massimo 2 km.), il rischio è quasi nullo. C’è da dire anche che se si va in zone malaria quando fa caldo il rischio è altissimo, in inverno (nel loro inverno quindi giugno, luglio e agosto) anche qui il rischio è quasi nullo. Se la si contrae (ha un’incubazione da 1 a 2 settimane) e la si prende per tempo, esistono farmaci che debellano la malattia completamente, altrimenti può essere letale. Bisogna rivolgersi a centri specializzati appena si ha qualche malessere. Il primo è la febbre altissima. Dicono addirittura che sia meglio non fare la prevenzione per il fatto che questa non fa manifestare in modo evidente i sintomi della malattia. Per esempio la febbre rimane bassa e a volte non ci si accorge neppure di averla. Quanto scritto sull’argomento mi è stato detto ragazzi che abitano in Namibia da anni e confermato da altre persone che abitano in Sud Africa. Anche quest’anno, come nei ns precedenti viaggi, non abbiamo fatto nessuna profilassi farmacologica, l’abbiamo sempre fatta omeopatica ma non abbiamo visto neppure una zanzara.

Documenti e visti: passaporto. IMPORTANTE: dal 01.06.2015 ci sono nuove regole per l’ingresso dei minori (anche solo in transito) per il Sud Africa. Ogni minore, anche se in viaggio con entrambe i genitori, deve essere in possesso di un certificato di nascita multi lingue. Su questo vengono indicati nome del minore con data di nascita e i nomi dei genitori. Questo documento si richiede all’anagrafe del proprio paese. Per puro caso mi sono imbattuta prima di partire in un itinerario nel quale veniva indicata questa cosa. Se non lo avessi letta saremmo partiti ovviamente senza e all’arrivo a Johannesburg ci avrebbero imbarcati sul primo volo per rispedirci a casa. In tutto il viaggio, ogni volta che controllavano i passaporti per i voli intercontinentali, chiedevano il certificato (nei due voli interni no). Le cose cambiano in continuazione con i minori quindi conviene sempre informarsi. A noi non ha detto nulla nessuno, né l’agenzia né la compagnia aerea. A quanto pare non sono tenuti ad aggiornare sulle nuove disposizioni. Sta a te informarti. Un sito sul quale poter guardare è il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (http://www.viaggiaresicuri.it/). Questo ovviamente è aggiornatissimo.

Cibo: abbiamo mangiato sempre benissimo, carne e pesce a volontà la sera a cena mentre tutti i pranzi li abbiamo fatti sulla macchina con quello che acquistavamo nei supermercati.

Acqua: Abbiamo comunque sempre lavato i denti con l’acqua delle bottiglie e non abbiamo mai mangiato verdura cruda. Nessuno di noi ha avuto il men che minimo problema di salute.

Flora: ebano africano, acacia spinosa o albero knobthorn, albero di piombo o combretum imberbe, marula, albero mopane, albero camelthorn o acacia erioloba o delle giraffe, baobab, albero delle salsicce o kigelia pinnata, albero della febbre o acacia xanthophloea, albero di sicomoro.

Fauna: un tempo chi andava in Africa voleva come trofei di caccia i “Big five” (i primi 5 dell’elenco di seguito) ma ora questi trofei sono per lo più fotografici quindi sono diventati i “Big nine”. RINOCERONTE bianco o nero (più raro). La differenza non sta nel colore del mantello (entrambe sono grigetti) ma nel labbro. Quello bianco ha la forma della bocca più squadrata adatta a brucare negli spazi aperti della savana. Quello nero ha la bocca più tondeggiante con il labbro superiore prensile adatto a mangiare rametti e foglie di acacia nel bush. Questo fa si che si differenzino anche nella gestione dei cuccioli. Quello bianco segue i piccoli perché negli spazi aperti può brucare e tenere d’occhio la prole, quello nero, deve precedere i cuccioli perché deve far loro strada in mezzo alla vegetazione fitta. Quello bianco si muove in piccoli gruppi, quello nero è più solitario. ELEFANTE, LEONE, BUFALO (tra tutti è il più pericoloso perché, se viene isolato dal gruppo e si sente braccato, attacca), LEOPARDO (caccia di notte, durante il giorno si riposa all’ombra), GHEPARDO (lo si distingue dal leopardo per una linea nera che gli parte dagli occhi ed arriva, contornando il naso, fino sotto alla bocca), GIRAFFA, IPPOPOTAMO (vive di giorno in acqua e di notte pascola, mangia fino a 60 kg.di erba ma non magia quelle acquatiche), ZEBRA. Oltre a questi si possono vedere tanti tipi di antilopi, gli gnu, i babbuini, le iene, i facoceri, gli sciacalli, le procavie, coccodrilli, struzzi (femmine grigie e maschi neri) e chi più ne ha più ne metta … Anche in mare ci sono i big five (squali, balene, delfini, otarie e pinguini). I famigerati SQUALI BIANCHI regnano a Gansbaai. E’ il posto più famoso al mondo per vederli e ci si può immergere nella gabbia. Raggiungono i 4,5 mt. di lunghezza ma ne hanno visti anche di 6 mt., nuotano a 24 km./h, hanno il dorso blu e il ventre bianco. Ci sono anche escursioni a Simon’s Town e Mossel Bay. Le BALENE australi (a maggio arrivano nella baia di De Hoop e in quella tra Hermanus e Gansbaai per partorire e rimangono fino a ottobre) le si vedono benissimo dalla riva da De Hoop e quando il mare è agitato arrivano a ridosso delle rocce a ripararsi ad Hermanus e al paesino di De Kelders, appena sopra Gansbaai. Organizzano anche escursioni in mare per avvicinarle sia da Hermanus che da Simon’s Town. I DELFINI si possono vedere ovunque. Le OTARIE del capo si distinguono dalle foche perché hanno delle piccole orecchie mentre le foche hanno solo un foro come padiglione auricolare, si possono vedere un po’ lungo tutta la costa. Davanti a Gansbaai c’è una grossa colonia su un’isola (dove regna lo squalo bianco), a Simon Town c’è Seal Island (un’isoletta non lontana dalla cosa dove c’è una grande colonia). I PINGUINI si trovano in un’altra isola di fianco a quella delle otarie a Gansbaai, mentre a Betty’s Bay e a Simon’s Town sono sulla costa in aree protette. Quando eravamo in Namibia avevamo letto un articolo di una rivista specializzata che riportava l’elenco dei 9 animali sudafricani che hanno ucciso più persone: ippopotamo (sottovalutato perché non carnivoro ma diventa pericolosissimo se disturbato e se si sente in pericolo), la zanzara che trasmette la malaria, l’elefante, il serpente Black Mamba (se lo si incontra bisogna stare immobili, non serve correre per scappare in quanto raggiunge una velocità di 20 km./h), il coccodrillo, il leone, il serpente Puff Adder (che noi abbiamo visto dalla macchina all’Etosha), il bufalo ed infine il rinoceronte nero.

Gente: squisita. Abbiamo avuto a che fare sia con gente di colore che bianchi. Tutti sono stati sempre gentili.

Sicurezza: Non ci siamo mai sentiti intimoriti anche se eravamo gli unici bianchi in alcuni posti.

Lingua: ci sono 11 lingue ufficiali. In ordine di diffusione sono zulu, xhosa, afrikaans, sotho settentrionale, tsawana, inglese, sotho meridionale, xitsonga, swati, tshivenda, ndebele. Noi parlavamo inglese (lo conoscono quasi tutti).

Documentazione e cartine: itinerari di Turisti per Caso (che ringrazio per aver messo a disposizione di altri viaggiatori le loro esperienze) e la Lonely Planet. Come cartina abbiamo usato la Freytag & Berndt fotocopiando i tratti di nostro interesse perché è troppo grossa e scomoda da gestire. Abbiamo poi usato sempre un’applicazione dell’I-pad che è dettagliatissima ed è off-line. Bisogna solo scaricare le mappe prima di partire e poi quando si è sul posto le si consulta senza avere collegamento. Si chiama Maps.me oppure è buona anche City maps 2 go. L’abbiamo usata gli altri anni. Ora mi sembra che si paghino 5 € per scaricarla. Prima era gratuita.

Telefonini: il cellulare aveva campo quasi ovunque. Non c’è copertura in alcuni punti del Kruger. Non serve il telefono satellitare. Dovesse comunque interessare lo si può affittare al rental car.

Fuso: c’è la stessa ora dell’Italia quando qui c’è l’ora legale mentre 1 ora in più quando qui c’è l’ora solare

Fotografia: ho fatto 2.300 foto e 1 ora di telecamera (da quest’anno ho delegato i miei figli .. troppo lavoro far foto e filmini …). Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300. Il tele è fondamentale.

Corrente: acquistare un adattatore nel primo supermercato che trovate.

Coste: Le sue coste si sviluppano per quasi 3.000 km. La costa est è bagnata dalla corrente calda Agulhas, mentre la costa ovest è bagnata dalla corrente fredda del Benguela.

Temperatura e abbigliamento: in Africa si vive in base al sorgere e tramontare del sole. Nel loro inverno (nostra estate) dal tramonto all’alba le temperature nella zona Cape Town – Port Elizabeth possono scendere fino a 5/10°. Quando sorge il sole aumenta fino ai 15/20. La zona Durban fino al Kruger raggiunge anche 25/30°di giorno, la notte è freschino ma si sta bene. In estate le temperature sono molto alte. Le piogge sono a gennaio, febbraio e marzo.

Sole: zona ad est alba alle 6.00 – tramonto alle 17.30 circa (loro inverno). Ovviamente man mano che ci si sposta verso ovest sia l’alba che il tramonto sono un pochino più tardi.

Giornata tipo: sveglia alle 5.00 e in branda alle 20.00 al Kruger. Quando poi ci siamo spostati nella parte ovest, non avendo più parchi con animali da visitare, ci svegliavamo alle 7.30 ed eravamo in macchina per le 8.00.

Opinione generale: il Kruger sempre meraviglioso. Bellissime, da tornarci assolutamente quando il fiume è in piena, le Augrabies Falls. Unico il Namaqua con i suoi fiori (siamo stati fortunati per le giornate splendide, altrimenti i fiori sono chiusi). Cederberg notevole per quel poco che siamo riusciti a vedere (tempo terribile). Cape Town finalmente l’abbiamo vista con il sole. Davvero bella. Quindi giudizio decisamente positivo. Eravamo un pochino titubanti sul fatto di tornare ancora entusiasti. Avevamo paura che perdesse un pochino di fascino non essendoci più il fattore novità, ed invece … ci torneremmo ancora domani!!! Può sembrare assurdo ed esagerato, ma per noi ogni volta che torniamo in Africa… è come tornare a casa …i nostri figli ci prendono in giro non so quanto su questo… ma d’altronde se uno è malato è malato!

Siti internet generali del Sud Africa (posto per posto li elenco nell’itinerario):

– https://www.sanparks.org/ (sito ufficiale parchi nazionali)

– https://www.sanparks.org/tourism/tariffs/. (costo giornaliero ingresso di tutti i parchi sud africani)

– https://www.sanparks.org/parks/kruger/tourism/tariffs.php (elenco campi Kruger e prezzi)

– http://www.sa-venues.com/ (sito con mappe ed informazioni)

– http://www.sa-venues.com/game_lodges_nationwide_south_afr.htm (mappa e informazioni sui parchi)

– http://www.eishsa.co.za/minisites/kruger-national-park.html

– http://www.places.co.za/ (informazioni su lodge, parchi, ecc.ecc.)

– http://www.places.co.za/html/parks_conservation_fees.html (costi ingressi parchi)

– http://www.places.co.za/html/park_regulations.html (regole comportamento dentro parchi)

– www.safariafrica.it (informazioni generali)

– http://www.southafricandream.it/index.asp (tour operator italiano)

– http://www.kwathabeng.co.za/#gsc.tab=0 (elenco lodge)

– http://www.kwathabeng.co.za/#gsc.tab=0 (informazioni generali)

– (elenco di tutte le attrazioni)

– http://www.tripadvisor.it/ShowForum-g293740-i9186-South_Africa.html (forum generale di Trip Advisor)

– http://www.southafrica.org.za/list/location/South_Africa.html (sito dove ci sono proposte di itinerari dettagliati)

– http://www.roomsforafrica.com/ (sito con alberghi)

– http://www.sharkbookings.com/ (sito con elenco di tutti gli operatori per tour squali)

– http://www.viverecapetown.com/

B) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO

1) 11 agosto 2016, giovedì

E via, si parte per una nuova avventura. Partiamo alle 9.30. Raggiungiamo velocemente il Green Parking di Malpensa (http://www.greenparkingmalpensa.it/). Come ho scritto prima lo avevamo prenotato on-line a maggio e abbiamo pagato quando siamo arrivati qui (€ 48). Il volo Turkish parte puntuale alle 15. In 2 ore e ½ raggiungiamo Istanbul. Qui c’è un’ora in più di fuso. Alle 21.00 locali, ripartiamo. Volo tranquillo.

2) 12 agosto 2016, venerdì – km.600

Alle 5.15 atterriamo puntuali dopo 9 ore di volo. Al controllo documenti, ancora prima di vedere i passaporti, ci chiedono il certificato di famiglia multilingue per verificare che i ragazzi siano effettivamente figli nostri. La maggior parte delle persone che lavorano all’aeroporto indossano lunghi cappotti blu. Ok fa freddo fuori (ci sono 9°) ma all’interno della struttura sono un filino esagerati … Pier cambia 400 euro al cambio di 13,60. E’ poco ma ci sono le commissioni. Il cambio di quello che pagheremo con carta di credito, sarà intorno ai 15,00. Andiamo diretti all’Europe Car, evitando sapientemente gli omini che ci sono appena fuori dall’aeroporto che ti vogliono accompagnare. Ci hanno fregati la prima volta che siamo venuti qui e … ce la siamo segnata … Sbrighiamo velocemente le formalità. Ci fanno una strisciata della carta di credito (no prepagata) di R 11.390 € 712 circa. Il navigatore (Tom Tom) è compreso nel pacchetto e non lo paghiamo. Costerebbe comunque sui 5/6 € al giorno e sarebbe da pagare in loco, lo si deve prenotare ma non lo si paga prima di partire. Pier ricordava che anche il secondo guidatore era compreso, anche se io non lo trovo segnato sui documenti. Chidiamo e loro dicono di si ma poi ce lo troviamo addebitato (R 564 € 38). Comunque ci ha fatto comodo perché nel Kruger ho guidato parecchio anche io. Andiamo a prendere la macchina al piano superiore. E’ la stessa che avevamo prenotato, una Nissan X Trail 2×4 blu targata DV 74 PM GP. Quest’anno abbiamo abbandonato le valige e ci siamo comperati dei borsoni da 120 lt. (sono molto più gestibili) quindi in macchina non dobbiamo tribulare a sistemarli come succede con le valige rigide. Alle 6.30 partiamo. Il sole sorge di fronte a noi. I ragazzi si mettono a dormire. Gli altri anni per raggiungere il Kruger percorrevamo la strada N4 (consigliata se si deve entrare nel parco dal Gate di Phalaborwa in giù). Quest’anno, andando al nord, è più veloce la N1 che passa da Pretoria. Paesaggisticamente è meglio la N4 (non è bellissima ma ci sono alcuni scorci piacevoli). La strada che percorreremo oggi invece, ha paesaggi meno interessanti però passa attraverso molti paesini dove ci sono persone, bambini che tornano da scuola con le divise, animali e mercatini, soprattutto nel tratto più a nord, quindi la trovo migliore. Lungo la strada ci sono molti poliziotti con l’autovelox (limite 120 km./h.) e alcuni caselli. Non ho capito con quale criterio ma in alcuni non paghiamo, perché scatta il telepass, mentre in altri ci chiedono pochi Rand (massimo 47 e solo pagamenti in contanti). Ci fermiamo ad un autogrill per fare uno spuntino e un pochino di spesa di bibite e poi proseguiamo. Dobbiamo fare una spesa un po’ grossa per le prossime colazioni e pranzi. Cerchiamo un market a Polokwane. Giriamo per la grossa cittadina perdendo solo tempo per niente. Ne troviamo solo uno ma è scomodo da raggiungere quindi facciamo solo benzina, e poi proseguiamo sulla strada R 81. Ci fermiamo a Mooketsi per acquistare frutta in un mercatino. Le arance sono ottime. Lungo la strada ci sono coltivazioni di banane e canna da zucchero. A Giyani troviamo un market. Entriamo io e Matteo. E’ rifornito e comperiamo quello che manca. Pier ne approfitta per farsi un pisolino … Quando usciamo vedo un banchetto che vende cose da mangiare. Noto un cesto e mi avvicino. Sono i vermi della pianta di mopane cotti. Sapevo che questi vermetti cicciottelli sono commestibili e per di più sono delle prelibatezze, ma non li avevo mai visti in vendita. Come ho scritto prima, lungo la strada ci sono molti paesini con persone che camminano, animali che vagano e baobab. Purtroppo c’è anche immondizia sparsa e cumuli di vetro. Non mi capacito di come non riescano a gestirla meglio. Potrebbero fare un punto di raccolta nelle vicinanze delle case e metterla tutta lì, almeno non ne ce l’hanno fuori di casa. Già vivono nella polvere e, quando piove, nel fango, almeno l’immondizia potrebbero evitarla.

La nostra idea era, in base all’orario, di percorrere il Kruger dal gate più a nord a quello più a sud. Dobbiamo accantonare l’idea perché non riusciamo con i tempi ad arrivare oggi al Pafuri gate. I km. da percorrere dall’aeroporto al Pafuri oppure al Punda Maria (dove entremo noi) sono più o meno gli stessi però, se entrassimo al Pafuri, avremmo ancora 70 km. nel parco per arrivare al Punda Maria Rest Camp. Entrando invece dal Punda Maria Gate, si arriva subito. Arriviamo alle 14.30 dopo 8 ore di viaggio (con varie soste) al Gate di Punda Maria. Ci sono 28°. Compiliamo il modulo con i nostri dati e quelli della macchina (è cambiato leggermente rispetto a quello degli scorsi anni), e poi vado dentro negli uffici a fare il biglietto. Non paghiamo la conservation fee perché abbiamo la Wild Card. Questo biglietto è da tenere assolutamente fino all’uscita dal parco. Se si è visitatori giornalieri, questo è il permesso di uscita. Se si pernotta 1 o più notti dentro al parco, bisogna farselo fare dall’ultimo lodge in cui ci si ferma. Dopo spiego bene come fare.

INFORMAZIONI sul Kruger: (faccio copia-incolla dal precedente itinerario). Il sito ufficiale dei parchi sudafricani e quindi anche del Kruger è http://www.sanparks.org/. I visitatori dei parchi Sudafricani sono tenuti a pagare un ingresso (chiamato Conservation Fee) che può essere giornaliero o annuale. L’ingresso giornaliero costa Rand 280 = € 17,50 (cambio 16) ad adulto e Rand 140 = € 8,75 per bambino sotto gli 12 anni. L’ingresso annuale si ha acquistando la tessera Wild Card (vedi informazioni nel dettaglio iniziale). I prezzi cambiano di anno in anno e vanno dal 01.11 di ogni anno fino al 31.10 dell’anno seguente.

Spiego un po’ come funziona il Kruger. L’apertura e la chiusura dei gate e dei cancelli dei campi all’interno del parco è all’alba e al tramonto. Gennaio, febbraio 5.30/18.30; marzo 5.30/18.00; aprile 6.00/18.00; maggio, giugno e luglio 6.00/17.30; agosto, settembre 6.00/18.00; ottobre 5.30/18.00; novembre e dicembre 5.30/18.30 (nei mesi di novembre, dicembre e gennaio i gate dei campi interni al parco aprono i cancelli 1 ora prima). Per chi pernotta fuori dal parco conviene sempre arrivare al gate minimo ½ ora prima perché è meglio essere una delle prime macchine ad entrare (gli avvistamenti migliori si fanno al mattino e spesso gli animali sono sulla strada visto che preferiscono camminare in spazi aperti dove non rischiano di farsi male con rami e altro. Quando poi passano le macchine se ne vanno e con la folta vegetazione è più difficile vederli). Oltretutto si rischia di perdere anche 1 ora in coda. Una volta aperti i cancelli (non si può superarli a piedi ma solo in auto altrimenti ci sarebbero i furbi che arrivano all’ultimo, si avvicinano a piedi per correre dentro per primi a fare il biglietto) bisogna entrare all’ufficio informazioni dove viene rilasciato il permesso giornaliero. Questo vale sia per chi fa il biglietto valido per un giorno sia per chi ha la wild card. In questo secondo caso si velocizza perché non si deve pagare. Questo biglietto bisogna tenerlo perché all’uscita lo chiedono. Dopo di che ci sia avvicina ad un altro gate dove controllano il biglietto e finalmente si può entrare. Per chi pernotta nel parco invece viene indicato sul biglietto il nome del campo in cui si dorme la prima notte. Da questo, prima di partire al mattino o anche la sera precedente, bisogna farsi rilasciare il permesso di uscita. Se ci si ferma per più notti al gate di ingresso verrà sempre messo solo il nome del campo del primo pernottamento e poi comunque all’ultimo bisognerà chiedere il permesso di uscita. Nel parco i limiti di velocità sono di 50 km. all’ora su strada asfaltata e 40 su sterrato. Le principali strade sono asfaltate e sono indicate in rosso sulla cartina poi c’è una miriade di stradine sterrate indicate in giallo. C’è un percorso solo per 4×4 al quale possono accedere solo 6 veicoli al giorno. Parte a 11 km. dal Satara ed è un percorso di 48 km. Bisogna prenotarlo e pagarlo quando si fa il biglietto al gate . La somma totale delle strade nel parco è di 1.900 km.

I gate di ingresso (heks in afrikaans) sono 9 e sono i seguenti (da nord verso sud e poi verso est): Pafuri, Punda Maria, Phalaborwa, Orpen, Paul Kruger, Phabeni, Numbi, Malelane e Crocodile Bridge.

Riserva privata o Kruger: Le riserve private non sono Kruger. Sono delle aree satelliti. Alcune sono completamente recintate altre sono aperte verso il Kruger. In entrambe non si può girare da soli con la propria macchina (al contrario del parco vero e proprio) ma bisogna per forza fare i game drive con i ranger dei lodge. Non sono degli zoo perché gli avvistamenti non sono garantiti ma sono sicuramente facilitati dal fatto che gli spazi sono ridotti e gli animali amano stare più o meno negli stessi posti e comunque si procacciano il cibo da soli. Nelle riserve recintate non c’è ricircolo di animali. Spesso sono castrati per mantenere il numero equilibrato. In quelle aperte invece gli animali vanno e vengono dal Kruger. Tutte le riserve private sono di extra lusso mente nel parco vero e proprio si trovano soluzioni decisamente accessibili. A mio avviso se si vuole una sistemazione molto bella senza però perdere il gusto del safari è meglio la riserva privata aperta. Potrebbe essere un buon compromesso. A me non piacerebbe perché preferisco girare in autonomia tutto il giorno e non solo le 3 ore al mattino e le 3 ore alla sera. Preferisco mettere il naso per conto mio ovunque. C’è il rischio di vedere di meno ma quello che vedo me lo sono andata a cercare da sola. E’ molto più avventuroso.

Pernottamenti: Per quanto riguarda i pernottamenti ce ne sono per tutte le tasche, da 80 € a 1.000 € a notte a testa. I campi statali si possono prenotare solo nel sito SanParks (https://www.sanparks.org/bookings/) o tramite tour operator che contatterà il SanParks.

I campi principali (Main Rest Camps) sono 12: Punda Maria Rest Camp (nord), Shingwedzi Rest Camp (nord), Mopani Rest Camp (nord), Letaba Rest Camp (centro), Satara Rest Camp (centro), Olifants Rest Camp (centro), Orpen Rest Camp (centro), Skukuza Rest Camp (Sud), Lower Sabie Rest Camp (sud), Pretoriuskop Rest Camp (sud), Berg-en-Dal Rest Camp (sud) e Crocodile Bridge Rest Camp (sud). Tutti questi hanno il distributore di benzina, aree pic nic alle quali si può accedere anche se non si pernotta, negozi nei quali si possono acquistare viveri e beni di prima necessità, piscina (tranne Olifants e Crocodile), ristoranti (tranne Crocodile), cibo da asporto, lavatrici, area campeggio, possibilità di organizzare game drive ed escursioni di un giorno, affitto auto (solo a Skukuza che è il campo più grande) e in alcuni c’è la possibilità di prelevare.

Oltre a questi campi super attrezzati ci sono altri tipi molto semplici dove non ci sono ristoranti o negozi e bisogna attezzarsi con tutto, alcuni sono anche senza elettricità. Sono:

Bushveld Camps: Sirheni (tra Punda Maria e Shingwedzi), Bateleur (a 40 km. sud ovest del Shingwedzi), Boulders (a sud di Mopani), Shimuwini (tra Mopani e Phalaborwa), Talamati ( a sud di Orpen), Biyamiti (tra Berg-en-dal e Crocodile).

I Satellite Camps: Balule (sotto Olifants Camp), Malelane (vicino al Malelane Gate), Maroela (vicino all’Orpen Camp) e Tamboti.

Bush Lodge: Boulders (a sud di Mopani) e Roodewal (a sud ovest dell’Olifants Camp).

Camp Sites: Tsendze Rustic (a sud di Mopani, è senza elettricità).

Overnight Hide: Sable Hide (ad est del Phalaborwa Gate) e Shipandani Hide (sotto Mopani Camp). Questi sono dei capanni per il bird watching su pozze d’acqua nei quali si può pernottare completamente soli e circondati da animali.

Lodge extra lusso anche all’interno del parco (Hoyo-Hoyo Tsonga Lodge, Imbali Safari Lodges, ecc.ecc.)

Informazioni storiche: Nel parco ci sono più di 250 siti rappresentativi di beni culturali, di cui 130 circa con pitture rupestri. I siti archeologici vanno dalla prima età della pietra (circa un milione di anni fa) all’età del ferro di cui si trovano tracce di vari insediamenti. Si possono visitare i siti storici di Albasini, Masorini e Thulamela. Nel 1898 fu fondata la Sabie Game Reserve, grazie all’interessamento di Paul Kruger, all’epoca Presidente della Repubblica del Transavaal, il quale era particolarmente preoccupato della rapida diminuzione di animali selvatici causata dal bracconaggio, dal dilagante commercio di pelli e dell’avorio e dal numero crescente di cacciatori. Il primo luglio 1902 James Stevenson Hamilton, scozzese di nascita, fu il primo uomo in Sud Africa designato come guardiacaccia ufficiale. Fu soprannominato “Skukuza” (questo nome è stato dato ad un campo all’interno del parco), cioè “colui che fa piazza pulita” grazie al successo che ottenne nell’eliminazione del bracconaggio nell’area. Egli si battè con forza per ottenere il cambiamento dello status legale da riserva privata a parco nazionale. Il 31 maggio 1926 il Parlamento approvò la legge sui parchi Nazionali. Le riserve naturali di Sabie e Shingwedzi furono unite e l’area venne chiamata Kruger National Park, in onore del fondatore Paul Kruger che contribuì grandemente alla conservazione degli animali selvatici in Sud Africa. Nel 1927 il parco fu ufficialmente aperto al pubblico con un estensione di 350 km. x una media di 65 di larghezza. Nel 2002 il parco è entrato a far parte del Limpopo Transfrontier Park insieme al Limpopo National Park del Mozambico, e ai tre parchi dello Zimbabwe, il Gonarezhou National Park, il Manjinji Pan Sanctuary ed il Palpati Safari Area. Questo grandissimo parco transfrontier si estende per 35.000 km2. C’è una sola cosa che non ricordo bene. Hanno tolto le recinzioni con il Limpopo National Park del Mozambico in modo tale che gli elefanti, aumentati di numero in modo considerevole, potessero spostarsi anche in una nuova zona dove la fauna è scarsa. Questa cosa è stata fatta in modo tale da evitare gli abbattimenti collettivi. Non so solo se è stato fatto nel 2002 in occasione dell’unione dei parchi o se è una cosa più recente. Credo che sia una cosa di pochi anni fa. L’unica nota negativa è la maggior parte dei bracconieri che uccidono i rinoceronti per il corno arrivano proprio dal Mozambico e così facendo gli hanno facilitato l’accesso. L’unico gate ufficiale per passare in Mozambico è il Giryondo aperto tutti i giorni dalle 8 alle 15 dal 1°aprile al 30 settembre mentre chiude un’ora più tardi dal 1°ottobre al 31 marzo. Per accedere a questo gate è obbligatorio il 4×4 perché oltre confine non possono girare auto senza le 4 ruote motrici.

Regole: Nel parco ci sono regole rigidissime: non si può stare nel parco oltre gli orari di chiusura – non si può scendere dalla macchina tranne che nei punti indicati – non si può disturbare gli animali (si potrebbe interrompere un’azione di caccia) – non si può dare loro cibo visto che poi diventerebbero dipendenti e pericolosi quindi bisognerebbe abbatterli – non si devono superare i limiti di velocità perché ogni anno vengono investiti tantissimi animali, per controllare ci sono telecamere, autovelox e diversi poliziotti lungo le strade – vengono usate le normali regole della strada – non si possono accendere fuochi – non si può fumare – non si possono introdurre armi, animali domestici – non si può portare via nessuna pianta e nessun animale – ovviamente non si possono buttare i rifiuti in giro – l’uso dei cellulari è vietato tranne che per emergenza – non si può guidare fuori dalle piste segnate – i visitatori giornalieri non possono introdurre alcool (neppure la birra), se si pernotta lo si può portare e comunque nei negozi dei campi e nei ristoranti lo si trova – il parco è zona malaria quindi bisogna prendere le dovute precauzioni – stare sempre attenti a calcolare gli spostamenti tra un campo e l’altro o tra un gate e l’altro, se entrate nel pomeriggio e pernottate nel parco ma non avete tempo a sufficienza per raggiungere il campo, non vi fanno entrare – bisogna stare attenti alle piogge, è capitato a molti turisti di venire soccorsi con gli elicotteri, ci sono tantissimi corsi d’acqua che quando piove straripano con facilità – state attenti agli animali, guardate il loro comportamento se vedete che si agitano, specialmente gli elefanti e i rinoceronti neri, retrocedete e andatevene, potrebbero attaccarvi ed, aggiungo io, spegnete il motore quando si arriva vicino ad un animale! Date fastidio all’animale stesso e a chi cerca di godersi l’avvistamento!

Animali: ci sono 130.000 impala, 31.000 gnu, 23.000 zebre, 16.000 bufali, 12.000 elefanti, 7.000 giraffe, 4.000 facoceri, 4.000 kudu, 3.500 rinoceronti bianchi, 2.000 iene maculate, 2.000 leoni, 950 leopardi, 350 licaoni, , 300 rinoceronti neri, 225 ghepardi. Delle varie specie ce ne sono 147 di mammiferi, 507 di uccelli, 114 di rettili, 49 di pesci, 34 di anfibi, 227 di farfalle. Il periodo migliore per gli avvistamenti è il loro inverno (giugno, luglio ed agosto). Le piante per lo più sono senza foglie, le piccole pozze d’acqua si sono prosciugate quindi gli animali si concentrano lungo il corso dei principali fiumi che non si asciugano mai. Fa freddo quindi non si devono nascondere all’ombra durante le ore più calde. Ad aprile, quando siamo andati noi non era il periodo ideale. C’è acqua ovunque e la vegetazione è fittissima. Fa ancora caldo quindi durante le ore centrali della giornata si vedevano gli animali sotto le piante al fresco. Nonostante le condizioni poco favorevoli abbiamo fatto avvistamenti da urlo. Non c’è un criterio per avvistarli. Non c’è una zona precisa in cui vive solo una specie. Gli animali sono disseminati in tutto il parco. Qualcuno dice che la parte settentrionale è buona per i leopardi , ottima per elefanti e grosse mandrie di bufali (a cui spesso si associano i leoni …) e’ quella anche in assoluto la meno trafficata, la parte centrale forse la migliore per i felini, leoni in particolare mentre la parte meridionale è la piu’ trafficata, ma comunque permette buoni avvistamenti (ottima per i rinoceronti). I ghepardi solitamente si mettono sulle rocce o sui termitai per avere una vista migliore, i leopardi sono spessissimo sugli alberi, cacciano di notte quindi sono rari da vedere. Se vedete delle cacche bianche sono di iena. Questo è dovuto al fatto che mangia ossa e cartilagini.

Flora: ci sono 336 specie di alberi e oltre 2.000 di piante. Gli alberi più comuni sono acacia xanthophloea, baobab, combretum apiculatum, combretum imberbe wawra, delagoa thorn, ebano africano, erythrina lysistemn, ficus del lowverd,, ficus racemosa, hyphaene coriacea, kigelia africana (albero delle salsicce), knobthorn, maclura pomifera, marula, mogano del natal, pterocarpus rotundifolius, raisin bush, tamboti.

Curiosità sui rinoceronti: Riguardo al bracconaggio, questa è la più grande piaga d’Africa. Nel febbraio del 2012 circa la metà dei ranger del Kruger hanno scioperato per avere maggiori risorse per combattere la caccia di frodo, per avere un aumento di stipendio e per essere maggiormente tutelati. Rischiano la vita tutti i giorni per difendere gli animali e il parco e spesso vengono feriti da colpi di arma da fuoco sparati dai bracconieri. Lo stesso discorso vale per le guide, anch’esse sottopagate. Per un ranger non c’è nulla di peggio che trovare il corpo di un rinoceronte con il muso distrutto e la colpa è solo dovuta alla non possibilità di difenderli per mancanza di mezzi. Durante questi scioperi durati un mese ben 75 rinoceronti sono stati uccisi. Nel 2011 in tutto il Sud Africa c’è stata una strage. Ne sono stati uccisi ben 448 di cui 19 neri (questi sono ad altissimo rischio di estinzione) e di questi 252 solo nel Kruger. Non c’è possibilità di proteggerli. Sono state avanzate anche delle proposte ai paesi asiatici che si cibano del prezioso corno (non hanno ancora capito che è solo cheratina, che è come se mangiassero unghie o capelli, non ha nessun potere afrodisiaco!!!). Hanno proposto di fornire loro un tot di rinoceronti. Loro li allevano e li fanno riprodurre, praticamente si coltivano i corni in casa. Questa è una parte del loro corpo che ricresce quindi una volta all’anno potrebbero sedarli per segare il pezzo esterno al muso. Poi questo ricresce e così via. Non so se una volta risvegliato l’animale possa avere male o meno. Non credo perché è come tagliare le unghie. Non è un gran che come cosa per queste povere bestie ma così facendo ne verrebbero salvate a migliaia. I paesi dell’est comunque non hanno accettato, è meno complicato comprarli al mercato nero. Un’altra soluzione è stata quella di tagliare il corno ai rinoceronti africani ma la cosa non è stata risolutiva perché la parte che si trova dentro al muso dell’animale è molta e ne giustifica l’uccisione. E poi in natura loro si difendono dai predatori con il quindi toglierlo li rende vulnerabili. Stanno studiando ora un’altra soluzione. Iniettare nel corno una sostanza che lo renda assolutamente sgradevole al palato. Speriamo che qualcosa riescano a trovare altrimenti questi bellissimi animali continuano a venire massacrati. Tutte queste informazioni sui rhino mi sono state date da Alberto, il gestore del nostro lodge di 2 anni fa, il Kaia Tani. E’ guida certificata sudafricana (dovesse servire visto che è una persona che ci davvero fare e passare qualche ora con lui è decisamente istruttivo, da quest’anno lui e sua moglie hanno aperto un nuovo lodge, il Matimba Bush Lodge, mentre il Kaia Tani è stato venduto ad un’altra coppia di italiani, ma lui collabora comunque con i game drive).

Curiosità sui leoni: Si pensa che il leone sia il re della savana, invece è l’elefante. E’ il padrone di tutto e quando arriva lui tutti gli altri animali se ne vanno. Ad esclusione dei cuccioli e di quelli malati, non sono soggetti ad attacchi di predatori (non è come nel Savuti in Botswana dove i leoni, in mancanza d’altro, si sono dovuti ingegnare con delle tecniche di caccia in branco per attaccare gli elefanti. In alcuni punti ci sono dei veri e propri cimiteri di ossa di elefanti). Qui, come nel resto dell’Africa australe, i predatori attaccano preferibilmente altri animali. Il leone fa una vita da sfigato. Sembra tanto forte e grosso ma la sua vita è terribile (la sua come quella di ogni altro felino). Ne nascono diversi in una cucciolata ma pochi sopravvivono a causa della fame e dagli attacchi di altri predatori (leoni compresi perché i maschi tendono da uccidere i cuccioli che non sono i loro così la femmina smette di allattare e va in calore prima. E’ pronta in breve tempo per un nuovo accoppiamento garantendo eredi al maschio che le ha ucciso i suoi). Gli erbivori trovano cibo ovunque mentre il leone deve cacciare. Prima cosa deve aver imparato bene come funziona poi molti attacchi non vanno a buon fine neppure ai più esperti, per di più rischiano di rimanere feriti durante l’inseguimento e la lotta (si pensi ad esempio ai bufali che sono combattivi e molto pericolosi e che si difendono uno con l’altro. Tantissimi leoni vengono uccisi dai branchi di bufali). Se sono feriti non riescono a cacciare e quindi muoiono di fame. Sono poi sempre in combattimento con altri maschi che vogliono impossessarsi dei loro territori e delle loro femmine. Quando poi diventano un po’ più anziani vengono sconfitti dai più giovani e si ritrovano soli, magari anche feriti, a morire di stenti. Il leone va una bella vita per pochi anni, solo quando è al top della forma. Vivono, se sono fortunati, intorno ai 12 anni.

Cose da non fare: sempre Alberto del Kaia Tani 2 anni fa ci aveva spiegato due cose che condanna. Le riporto perché è bene saperle: le passeggiate con i leoncini e a dorso di elefante. Un turista quando arriva in Africa e ha la possibilità di fare queste cose ne rimane affascinato. Quando poi c’è qualcuno che gli apre gli occhi spiegandogli i retroscena, gli si accappona la pelle. Per quanto riguarda i leonicini bisogna dire che loro ti fanno credere che poi verranno rimessi in libertà. STRONZATA MEGAGALATTICA. I veri centri di recupero animali (noi siamo stati oltre all’Africat Foundation in Namibia, anche, sempre in Namibia, al CCF, Cheetah Conservation Fund) non hanno sempre cuccioli da reintrodurre in natura e quando li hanno li tengono in posti isolati dove non vedano uomini e con i quali si lavora giornalmente per insegnargli a cacciare. Dove si può fare la passeggiata con i leoncini ne hanno sempre. Il succo del discorso è questo: sono allevamenti di leoni da vendere alle riserve di caccia. Hanno bisogno di animali che non scappino di fronte agli uomini in modo tale che i turisti cacciatori, anche i meno esperti, possano colpirli senza dover faticare. Se fossero animali selvatici rimarrebbero rintanati e sarebbero difficili da scovare. Quindi quando queste povere bestie nascono le mettono subito a contatto con l’uomo. Tanta gente va a vederli perché a tutti, specialmente i bambini, piace l’idea di poter accarezzare un cucciolo di leoncino. Io per prima impazzirei all’idea di poter accarezzare una di queste meraviglie. Poi loro crescono, vengono venduti a cifre folli alle riserve per poi, dopo poco, trovarsi con un proiettile in testa. Quindi oltre a ricavare cifre da capogiro con la vendita, si sovvenzionano anche facendoti pagare per poter contribuire con la loro “umanizzazione”. Altro discorso simile è per gli elefanti. Si sa che i pachidermi sono animali costantemente in movimento. Fanno anche 30 km. e più al giorno per cercare l’acqua. Quelli che vengono usati per portare la gente sulla schiena (non ho voluto sapere come fanno ad addomesticarli ma un’idea ce l’ho ….) vivono costantemente con una cavigliera legata ad una catena. Non si possono quasi muovere. Che vita è? Come possono sentirsi? E poi gli elefanti sono animali intelligentissimi. E’ provato che abbiano sentimenti e che vadano addirittura in lutto quando muore uno di loro. Ho letto un libro su di loro prima di partire: Ritorno in Africa, la mia vita tra gli elefanti di Joyce Poole. Il libro è l’autobiografia di questa biologa che, negli anni 80, ha vissuto ad Amboseli in Kenya per studiare il comportamento dell’elefante Africano. Tanto per spiegare partecipava ai congressi mondiali ai quali era presente anche la famosa Dian Fossey (studiosa dei gorilla di montagna in Ruanda, morta per mano dei bracconieri ai quali dava la caccia, hanno fatto un film su di lei: Gorilla nella nebbia). Joyce Poole ha scoperto che gli elefanti maschi vanno in masth (calore), che possono diventare aggressivi in quelle settimane, che perdono urina in continuazione e che perdono siero dal lobo temporale, un buchino che si trova di fianco agli occhi. A prescindere dal musth hanno perdite anche quando sono stressati, impauriti e in tristi. Le guide esperte si accorgono quando un elefante è in calore e ci girano alla larga. Vegliano i loro morti per 3 giorni prima di lasciare il corpo e comunicano tra di loro con barriti quando qualcuno viene ucciso dai bracconieri per le zanne. E’ questo uno dei motivi per i quali hanno abolito gli stermini di massa dagli elicotteri nel caso in cui il numero di questi animali fosse troppo elevato. Ammazzare i vecchi e gli adulti creava un trauma a chi rimaneva in vita. Per assurdo era meglio uccidere tutto un branco ma non lasciare superstiti. Se trovano un loro simile morto analizzano tutte le ossa con la proboscide e addirittura riconoscono quelle dei loro parenti. Riconoscono come osso dei loro simili, le collane e i braccialetti d’avorio. Tutto questo e molto altro è spiegato nel dettaglio nel libro con anche le motivazioni che hanno portato la scrittrice a trarre queste conclusioni. Chi va in Africa a fare safari dovrebbe leggere questa autobiografia. Si apre un mondo su questi bellissimi animali.

Altri siti sul Kruger:

– http://www.parcokruger.it/sanp.php (elenco tutti i campi statali e riserve private + costi)

– https://www.sanparks.org/parks/kruger/tourism/tariffs.php (elenco campi Kruger)

– http://www.krugerpark.co.za/ (sito generale con molte informazioni, tour operator Siyabona Africa)

– http://www.krugerpark.co.za/Maps_of_Kruger_Park-travel/kruger-national-park-main-map.html (mappa del Kruger)

– www.travelrevolution.com/uploads_media/guida_al_Kruger_media_1396797304.pdf (indica le strade più belle e indicativamente quali tipi di animali vivono in una zona)

– http://www.krugerpark.co.za/Kruger_National_Park_Lodging_&_Camping_Guide-Travel/Kruger_National_Park_Lodging_&_Camping_Guide.html

(pagina sito Siyabona con elenco di tutti i campi statali nel Kruger)

– http://www.kwathabeng.co.za/travel/accommodation.php?location=Kruger+National+Park#gsc.tab=0 (elenco lodge zona kruger)

http://www.tripadvisor.it/ShowForum-g312618-i9872-Kruger_National_Park.html (forum sul Kruger di Trip Advisor)

– http://www.sa-venues.com/maps/mpumalanga-kruger.htm (mappa e informazioni sul Kruger)

(mappa Kruger)

Http://www.krugerpark.co.za/Maps_of_Kruger_Park-travel/kruger-park-map-main.html (mappa Kruger)

– https://www.sanparks.org/parks/kruger//tourism/map.php (mappa Kruger)

 

Tornando a noi. Abbiamo quindi tralasciato il gate più a nord. Sarebbe fattibilissimo se si dorme a Jo’burg e si è riposati. Noi siamo reduci dal viaggio durante il quale non abbiamo dormito quasi nulla, quindi siamo saturi, soprattutto Pier che ha guidato. Su strada non mi fido a dargli il cambio. Lui ormai è abituato a guidare al contario, io non l’ho mai fatto, non voglio farlo la prima volta su statale. Entriamo. Obiettivamente è presto per andare al lodge quindi, come compromesso, facciamo il loop, in senso orario, intorno al Pund Maria Rest Camp. Sono circa 26 km. Il paesaggio è decisamente brullo. Sapevo che quest’anno la situazione qui è molto critica prchè sono iscritta in vari gruppi del Kruger su Facebook quindi vedo cosa succede. Le piogge hanno tardato ad arrivare quindi molta vegetazione è morta. Quando poi sono arrivate non hanno risolto il problema del tutto. Molti animali sono morti di fame ed in alcuni punti più critici hanno dovuto abbattere un centinaio di ippopotami ed altrettanti di bufali per garantire la sopravvivenza ad altri. Il primo animale che vediamo quest’anno è un grosso elefante che mangia le foglie di una pianta di mopane. Questi cespugli sono presenti al nord fino a circa metà parco. Poi a sud la vegetazione varia. A nord ci sono anche tanti baobab. L’ultimo che si trova sempre verso sud, indicato anche sulla cartina, è 29 km. a sud del Satara Rest Camp, sulla S125. Oltre a quello non ce ne sono più. Noi percorriamo il loop intorno al nostro lodge in un’ora e mezza circa. Vediamo tanti nyala, elefanti, bufali, giraffe, kudù, impala e babbuini. Alle 16 entriamo al Punda Maria Rest Camp – Kruger (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/punda/tourism/availability.php?camp_id=40).

Qui le tipologie di camere erano due. Noi abbiamo prenotato 2 tende doppie ed è stata una scelta azzeccata. Sono belle. La struttura intorno alla tenda è in legno e hanno il portico con la cucina attrezzata. Appena arrivati prenotiamo la cena al ristorante (è della catena Tindlovn, lo troviamo qui e al Mopani, in altri campi invece c’è Mug & Bean). C’è un piccolo negozio con beni di prima necessità. Le attività che si possono fare sono: morning drive (5.00/8.00), sunset drive (16.30/19.30) e night drive (20.00/22.00). Costano tutti R 303 € 20 a testa, Oppure la camminata con guida armata che parte alle 9.00 ma non dicono la durata e costa € 180 € 12. Nella parte sud del campo c’è una pozza di abbeveramento. Dalla reception alla camera guido io la macchina. Mamma mia che strano!!!!! Il tramonto rimane alle nostre spalle. Andiamo a cena alle 19 con il buio. Non mi fanno impazzire questi spostamenti notturni. I campi sono recintati ma gli animali potrebbero anche rompere la rete o scavare un buco o, molto più semplice, entrare dal cancello quando è aperto. Ci sono le persone che controllano ma a noi è capitato, nel corso degli anni, di non vedere nessuno. Qualche mese fa una iena è entrata nel Crocodile Rest Camp e ha attaccato un ragazzino che dormiva in una tenda. Hanno poi trovato un pezzo di rete rotta. Il ragazzino non ha avuto gravi conseguenze però non oso immaginare lo spavento. Quindi ci armiamo di torce (è comunque illuminato) e, camminando velocemente sulle passatoie in legno leggermente rialzate, raggiungiamo la macchina. Fa frescino ma pensavo peggio. Il cameriere è una pesona anziana gentilissima. Prendiamo tutti delle T bond Steak. Peccato che, nonostastante glielo avessimo detto, le fanno cuocere troppo. Di contorno la solita buonissima zucca sudafricana …. Spendiamo R 620 (€ 43). Siamo stanchi. Andiamo subito dopo cena in camera. Facciamo una partita a carte e poi Pier e Matteo vanno a dormire nella loro tenda. Sentiamo il leone da lontano … quanto mi mancavano questi suoni … alle 21.00 siamo tra le braccia di Morfeo

 

3) 13 agosto 2016, sabato – km.230 – tempo bello

Alle 5.15 suona la sveglia. Pier e Matteo ci raggiungono nella nostra camera. Fa freddo. Ci sono 8 gradi. Quest’anno ci siamo organizzati con i termos per the e caffè quindi li prepariamo, chiudiamo le valige, carichiamo tutto e alle 5.40 siamo al cancello. Abbiamo fatto più svelto del previsto quindi aspettiamo una decina di minuti prima che il guardiano, in anticipo, ci apre il cancello (sarà alto poco più di 1 mt… un leopardo lo potrebbe saltare via in un balzo …). Siamo arrivati per primi ma subito dopo avevamo 4 macchine in fila dietro di noi. Chi viene qui non sta nel letto a poltrire. Si sfrutta ogni minuto in cui si può girare per il parco. Rifacciamo il loop intorno al campo, questa volta in senso antiorario. Il sole sorge. Non vediamo assolutamente nulla. Gli animali saranno rintanati nella vegetazione per ripararsi dal freddo. A fine giro troviamo i primi impala, sono le 7.30 e il sole è già alto. Ci dirigiamo verso sud sulla H13-1 e poi sulla H1-7. Ci sono vari scorci sul fiume Shisha dove vediamo vari ippopotami e molti elefanti al bagno. Rimarrei a guardarli per ore. Fanno un casino bestiale e la delicatezza proprio non sanno neanche dove sta di casa… Se devono passare da qualche parte, non si fanno problemi, buttano giù tutto e passano. Facciamo colazione in un’area pic-nic, Balalala, dove ci sono anche i bagni. C’è una signora che gestisce il posto. Non c’è nemmeno una foglia per terra. C’è una grossa tettoia in paglia con tavoli, braai e lavandini. La “recinzione” è di legno ed è alta 50 cm. … Questa cose non mi piacciono. Per carità, gli animali se ne stanno a distanza dai posti in cui c’è rumore ma non si sa mai. Se un leone decide di venire a curiosare, non fai in tempo ad arrivare alla macchina. Il posto è bello. Noi ci sediamo sui tavoloni con vista savana. Poco distante c’è una cisterna, in cemento armato, di accumulo di acqua piovana che viene aperta su una pozza di abbeveramento in caso di necessità. Se ne vedono tante in giro. C’è una processione di elefanti che vengono a bere. Con la proboscide riescono a superare il bordo della cisterna. Alcune persone ferme all’area pic-nic sono attrezzatissime. Hanno borse frigo, piatti, bicchieri, tovaglie … fanno alla griglia salamelle, pancetta ecc.ecc. Ci avviamo verso la macchina ed arrivano 3 pulmini dai quali scende un gruppo di bambini rumorosissimi. Uno più bello dell’altro. Le bambine semprano delle bambole, tutte elegantissime. Dei maschietti ci si avvicinano e vogliono farci delle foto, sia noi da soli che con loro. Per una volta le cose si invertono. Io ne approfitto subito per chiedere se potevo farne anche io a loro … Ho idea che sia per un progetto scolastico. Proseguiamo e lungo la S56 dove non troviamo nulla di rilevante a parte alcune zebre ed 1 elefante che beve, e si fa a doccia, dalla cisterna che almenta la pozza Mabangoma. So che nella parte nord del parco ci sono molte più mandrie che a sud ma meno animali in generale. In effetti oggi non vediamo molto. Però era giusto venire fin quassù perchè non c’eravamo mai stati. Comunque ci tornerei, anzi, ci tornerò. Per pranzo ci fermiamo al Kanniedood Hide, appena sotto il Shingwedzi Rest Camp, sulla S50. E’ rialzato sul fiume. Degli elefanti ed impala fanno a turno per bere.

Torniamo poi Shingwedzi per un gelato e per fare fare scorta di bilton, carne secca di vari animali (prendiamo solo mucca) da mangiare coma patatine. Appena parcheggiamo vediamo i 3 pullmini che arrivano. I 7 bimbi delle foto di qualche ora fa, si catapultano da Matteo dicendo che vogliono altre foto con lui. Probabilmente ha fatto colpo la sua altezza (1 mt.e 90). In effetti fanno ridere … gli arrivano all’anca … Il ristorante e la zona pic-nic sono direttamente sul fiume. Ci rilassiamo un attimo e poi proseguiamo verso ovest per percorrere l’anello della S52. Vediamo vari animali ma predatori nulla. Troviamo molti bufali. Uno ci colpisce. Ha una cosa strana attaccata al corno destro. Guardando bene, ci facciamo l’idea che sia una deformazione del corno. Non è completamente fatta di osso perchè ci sono alcuni uccellini (quelli che si vedono sempre sul loro pelo che mangiano i parassiti) che beccano piccole parti. Sembra di vedere dei punti con sangue. Questa palla avrà un diametro di 40 cm. Il povero bufalo tiene la testa storta per il peso e ci guarda con occhi tristi e sofferenti. Posterò poi una foto su facebook, in un gruppo del Kruger. Me la commenteranno tantissimi. Tra i vari pareri uno mi sembra possa essere il più veritiero. Il bufalo si è spezzato il corno e si è creato un grosso ascesso. L’animale è debilitato per la grande siccità che c’è quindi sta facendo fatica a reagire al problema. Comunque non è deperito e quando lo abbiamo visto stava mangiando. Non so se questo potrà causargli la morte. Proseguiamo poi verso sud sulla H1-6. Vediamo l’ennesimo resto di un banchetto. Non ci era mai capitato di vedere così tanti mucchietti di ossa come oggi. Ci fermiamo per una foto veloce alla roccia che indica il passaggio del Tropico del Capricorno e poi arriviamo al Mopani Rest dove dormiremo questa notte: (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/mopani/tourism/availability.php?camp_id=36). Prima di entrare vogliamo andare a vedere i due bellissimi hide che si affacciano sul lago, dalla parte opporta del lodge. Rimaniamo fermi 20 minuti perché una mandria enorme di bufali ci attraversa la strada. Vediamo poi 2 leoni ma molto da lontano. Ci sono diverse piante di euforbia. Entriamo nel primo hide (Shipandani) (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/shipandani/). Si affaccia su un piccolo fiume dove ci sono 5 ippopotami a mollo ed un bufalo beve sulla riva opposta. Ho idea che tutti i bufali che abbiamo trovato sulla strada, prima fossero qui a bere. Arrivavano da questa direzione. In questo hide si può dormire costa R 636 € 42 per due persone, per ogni persona in più R 293 € 20. Il check-in lo si fa al Mopani Rest Camp. Non si può prenotare on-line ma solo telefonicamente o andando di persona agli uffici. Ci sono 6 posti letto. In una parte recintata c’è il tavolo con il braai e i bagni. La cucina è attrezzata. Coperte e lenzuola vengono fornite. Non c’è la luce quindi lasciano una grossa lampada. Qui, prima o poi voglio venire a dormire. Deve essere un’esperienza meravigliosa. Andiamo poi all’altro hide (Pioneer). Questo si affaccia sul grosso lago creato dalla diga (Pioneer Dam). Ci sono molti uccelli, ippopotami e coccodrilli. Andiamo al nostro lodge. Ora la strada proprio davani è bloccata da una fila lunghissima di elefanti … il sole è basso sulla linea dell’orizzonte. Andiamo alla reception per registrarci. La cena non si può prenotare, si va direttamente. Le attività che si possono fare sono: morning drive (5.00/8.00) e sunset drive (16.30/19.30) costo R 263 € 18 mentre il night drive 20.00/22.00 R 222 € 15. L’afternoon walk 15.00/17.00 R 394 € 15 e morning walk 6.00/9.00 R 485 € 32. Andiamo una volata sulla terrazza che si affaccia sul lago. Il sole tramonta davanti a noi. Si sentono gli ippopotami che rumoreggiano. Nel campo c’è un grosso baobab. Andiamo in camera. Molto semplice e vecchiotta. I ragazzi hanno il letto a castello. Doccia veloce e poi alle 18 andiamo al ristorante. E’ della stessa catena di quello di ieri sera al Punda Maria. Mentre aspettiamo le nostre portate facciamo un pò di scorta al market. Cena buona all’aperto (R 600 € 42). Alle 20.30 dormiamo.

4) 14 agosto 2016, domenica – km.293 – tempo bello

Dormiamo un pochino di più ma alle 5.55 siamo al cancello, ci sono 6 gradi. Andiamo a vedere ancora i due hide di ieri sera. Qualcuno ha dormito nel Shipandani. Ci sono i piumoni ben riposti negli appositi sacconi. Ci affacciamo. In acqua ci sono gli ippopotami di ieri sera. Proseguamo verso sud sulla H1-6 fino al Letaba Rest Camp. Dovesse interessare qui c’è un piccolo museo sugli elefanti. L’abbiamo visto l’anno scorso. Merita un breve sosta. Ora proseguiamo leggermente ad est fino al Matambeni Hide. Bellissima posizione sul fiume. Primo impatto diaciamo: non c’è nulla … Poi guardando con calma vediamo una quindicina di grossi coccodrilli, tartarughe d’acqua, ippopotami spiaggiati, bufali e copo dell’ellisse (waterbuck). I bufali e i cobo camminano sulla battigia. Passano vicini ai coccodrilli ma solo dopo averli analizzati. Da quelli più grandi passano a debita distanza, da quelli più piccoli … quasi li calpestano. Facciamo colazione e poi, quando usciamo, ci blocchiamo davanti al cancelletto … sentiamo il classico verso del leone. Fanno una trentina di ruggiti e vanno dal tono più alto al più basso. Grazie a quanti ne senti puoi capire la lontananza. Ne sentiamo una ventina quindi è molto vicino ma non così tanto da non non arrivare alla macchina. Non so se questa cosa è sempre così o se ogni tanto ne fanno di meno … comunque in meno di 1 secondo siamo tutti in macchina … Torniamo leggermente indietro per proseguire verso sud. Facciamo una sosta al ponte sul fiume dove si può scendere nelle parte centrale contrassegnata da due righe gialle. Se ripenso al primo anno in cui siamo stati qui … il fiume riempiva completamente il letto (era fine aprile), ora è ridotto ad un rigagnolo solo su un lato. Migliaia di impronte segnano la sabbia. Un gruppo di impala attraversa lentamente. Proseguiamo poi sulla S93 che costeggia il fiume Letaba. Molto bello il punto panoramico (posto di osservazione Olifants). Vediamo il resto di un banchetto ad 1 metro dalla strada. Si tratta di un piccolo di elefante. Facendo varie soste (un tratto guido io … ) arriviamo a pranzo al Satara da Mugg & Bean. L’anno scorso avevamo dormito qui, quest’anno purtroppo, essendo questa zona famosa per i leoni quindi molto gettonata, non ho trovato posto. Viene prenotato tutto con largo anticipo. Il pranzo è buono (R400 € 27,50). Ci sono dei grossi alberi della febbre (si riconoscono dal tronco verde argentato). Facciamo un pò di spesa al market e benzina. Fa caldo, ci sono 33°. Proseguiamo sulla mitica S100 (va verso est) che costeggia il fiumiciattolo N’Wanetzi. Questo è il paradiso dei leoni. Molte foto pazzesche che postano i turisti su facebook, sono state scattate qui. Noi vediamo elefanti, giraffe, kudù, iene, ippopotami, grossissimi coccodrilli, tartarughe d’acqua e molti resti di ossa sulla sabbia vicino all’acqua. Certamente qui di attività ce n’è molta ma predatori non ne vediamo. Sentiamo solo un tot di ruggiti da lontano. Andiamo una volata alla pozza Gudzani. Ci rimaniamo male. E’ completamente asciutta … ci rimane più male di noi una povera giraffa che si avvicina al fango, annusa e poi si guarda in giro demoralizzata. Peccato perchè è in una posizione molto bella. Rientriamo sempre dalla S100 e poi imbocchiamo la H7 verso il nostro lodge, l’Orpen Rest Camp (https://www.sanparks.org/parks/kruger/camps/orpen/tourism/availability.php?camp_id=38). Ci fermiamo a guardare due giraffe che bevono alla bella pozza Nsemani e poi andiamo in due punti osservazione sul fiume Timbavati. Panoramici ma non vediamo nulla tranne tanta sabbia e neppure una goccia di acqua. Che desolazione. Arriviamo al nostro campo un pochino delusi. E’ la prima giornata da quando veniamo al Kruger che vediamo così poco. O meglio, noi ora cerchiamo scene di caccia o predatori visti da vicino. Quando vieni qui la prima volta ti toglie il fiato qualsiasi animale poi si diventa immancabilmente più difficili da accontentare. I paesaggi sempre bellissimi e tante immagini notevoli … ma noi cerchiamo soprattutto i wild dogs. Sono gli unici che non abbiamo mai visto. Arriviamo al lodge alle 17.30, facciamo check-in velocemente e mi faccio fare l’exit permit da consegnare domani al gate. Senza questo, che attesata che abbiamo pagato tutte le notti fatte nel parco e che non ci sono stati problemi, non potremmo uscire. Lo faccio fare adesso perchè domani mattina partiamo prima che la reception apra. Andiamo a fare la spesa al market. Non c’è il ristorante quindi dobbiamo cucinare noi. Comperiamo anche la legna da ardere così facciamo il braai. Abbiamo 2 camere una di fronte all’altra. Il sole tramonta alle nostre spalle senza che lo vediamo. Matteo accende la griglia sulla quale fa cuocere dei wurstel. Volevamo fare una bella bistecca ma purtroppo in tutti i market dei campi c’è tanta scelta di carne ma è tutta surgelata. Lo sapevamo e avremmo dovuto comperarla ieri sera al Mopani. E’ buio pesto. Tutte le camere hanno la veranda che guarda verso la stessa direzione quindi si vedono tutti i braai accesi. Io e Pier ci avviciniamo alla recinzione. C’è una pozza illuminata con una piccola luce. Non c’è nessun animale. Ci sediamo e poi dopo poco captiamo una presenza. Ancora non lo vediamo ma sentiamo che c’è qualcosa, e non perchè fa rumore. A due metri dalla recinzione ci passa davanti un elefantone. Fa a bere e poi, come è arrivato, altrettanto silinziosamente se ne va. Le pozze di notte sono magnetiche per me. La più bella in assoluto che ho visto è quella di Okaukuejo all’Etosha. Gli animali non li vedi se non nel momento in cui entrano nella luce e poi detto e fatto scompaiono. Il silenzio poi è assordante. Dopo un attimo arrivano una decina di elefanti tra adulti e piccoli. Quando poi, quella che sicuramente è la matriarca, si sposta e se ne va, gli altri, anche se stavano ancora bevendo, interrompono e la seguono. Rientriamo poi alla camera. Sistemiamo tutto. Mi sembra strano che l’immondizia non abbia nessuna protezione. Solitamente sono blindate. Alle 21 siamo a letto. Tempo 2 minuti sento un colpo sul portico. L’immondizia!!!! Mi alzo e guardo fuori. Un honey badger (tasso del miele o mellivora) l’ha fatta cadere e sta mangiando quello che rimane dei wurstel. Io non l’avevo mai visto mentre Matteo e Pier l’avevano incrociato l’anno scorso al Satara quando venivano in camera mia e di Martina alle 5.30 del mattino …. Vado in panico perchè oltre a qualche pezzo di carne i ragazzi avevano buttato dei dolci che non erano buoni. Ho paura che li mangi e poi stia male. Quando lui si sposta per finire quello che ha tra le zampe, saetto fuori, prendo al volo il bidone e rientro mettendolo nella doccia. Ora possiamo andare a dormire …

5) 15 agosto 2016, lunedì – km.302 – tempo bello

Alle 5.40 siamo al gate. Lasciamo prima le chiavi della camere nel key box. Siamo in anticipo ma qui, essendoci un gate di accesso al parco, sicuramente ci saranno, fuori dal cancello, molte macchine in fila. Non vediamo nulla perché l’ingresso è spostato rispetto a dove siamo noi. E poi i visitatori giornalieri dovranno passare la biglietteria, che rallenta i tempi, noi entriamo direttamente senza controlli. Il cielo è coperto e stranamente ci sono 17° con un vento valdo. Alle 6.00 aprono e partiamo. Facciamo solo una deviazione alla pozza N’wamatsatsa senza vedere nulla. Questa è zona di leoni e leopardi ed in effetti sentiamo diversi ruggiti in lontananza. Ad un certo punto vediamo 2 leoni maschi che camminano paralleli alla strada, a pochi metri dalla carreggiata, in senso opposto al nostro. Li seguiamo in retromarcia. Sentiamo un ruggito alle nostre spalle e loro cambiano all’improvviso direzione andando verso il punto dal quale arriva il richiamo, spostandosi dalla strada, e nel mentre uno dei due risponde al ruggito. Non lo avevamo mai visto quando ruggisce, sentito ovviamente si, ma anche visto no. La direzione dalla quale arrivano è quella della pozza Nsemani, che si trova poco oltre. La raggiungiamo. Inizialmente non vediamo nulla poi notiamo una leonessa sdraiata, a pancia all’aria, sotto una pianta. Non sembra avere intenzione di muoversi. C’è un silenzio tombale interrotto ogni tanto da altri ruggiti alle spalle della leonessa quindi, essendoci un loop appena oltre (S40 + S12), decisiamo di percorrerlo nella speranza di vederne altri. Li sentiremo ancora ma non ne vediamo nessuno. Sono tra la carreggiata e la pozza, nascosti nel bush. Peccato. Comunque questo giro è carino. La pozza Girivana è asciutta. E’ tutto secco. Qui non ci sono piante di mopane. Percorriamo ancora la S100. Vari animali ma niente predatori. Facciamo sosta colazione all’area pic-nic N’wanetsi. C’è un punto panoramico bello. Poi andiamo all’hide Sweni. Nella pozza c’è acqua e ci sono una decina di grossi coccodrilli. Alcuni sono spiaggiati mentre altri si muovono in acqua, tra gli ippopotami. Proseguiamo poi sulla S37. Qui mi lanco ancora e guido io. Una volta sulla H1-3 giriamo a destra perché ci ricordavamo di una bella pozza (Kumana) a bordo strada. Arriviamo e rimaniamo fermi una mez’oretta. Ci saranno una trentina di elefanti che bevono. Sono vicini e li vediamo bene. I piccoli fanno morire dal ridere. Poi una femmina si sposta e tutti, lentamente la seguono. Ci sfilano davanti attraversando la strada e sparendo nel bush. Andiamo poco oltre e vediamo una macchina ferma. Ci accostiamo. Se non era per loro non l’avremmo notata perché nascosta alla vista per chi viaggia nella nostra direzione. Una leonessa è straiata sotto un albero caduto. Sembra una sfinge. Guarda, con poco interesse, un gruppo di impala che pascolano poco lontano. Ogni tanto guarda noi, ogni tanto si sbadiglia e si straia per poi risollevarsi. E’ giovane. Non sono in grado di capire l’età ma si vede che è piccola di dimensioni e le zampe sono ancora sproporzionate. La osserviamo per un po’ poi lasciamo il posto ad un’altra macchina che è arrivata. Deviamo poco oltre sulla S135. Andiamo fino al baobab (quello più a sud del parco) e poi torniamo indietro sembre sulla H1-3 e andiamo in direzione sud. Passiamo davanti ancora alla leonessa. Ora è completamente sdraiata quindi è impossibile vederla, se non sai che è lì. Probabilmente la macchina che l’ha vista, poco prima che arrivassimo noi, l’ha notata perché aveva il busto sollevato. Passiamo alla pozza Kumana ma ora è vuota. Arriviamo poi alla pozza Mazithi e inchiodiamo. Sotto una pianta, a 5 metri dalla strada ci sono 4 leonesse. Sono molto nervose, sono sdraiate a sfinge ma muovono a scatti la coda. Guardano un gruppo di impala poco lontani. Ci spostiamo di una decina di metri e, dalla parte opposta della strada, ad una cinquantina di metri, c’è un numero imprecisato di leoni. Ci sono molti cespugli ma sono evidentemente in movimento. Passano di cespuglio in cespuglio, avanzando verso di noi, sdraiandosi ogni volta che arrivano all’ombra. Si muovono in direzione delle altre 4 leonesse e la pozza. Ho idea che le 4 femmine siano a caccia e che il branco stia a debita distanza per poi arrivare quando il “pranzo” è servito. Riusciamo a vedere 2 leoni maschi e 2 leonesse e poi ci sono molti cuccioli di varie età. Alcuni sono proprio piccoli ma camminano spediti e vanno da una femmina a bere il latte ma lei li allontana. Potrebbero avere 2 mesi. Poi altri più grandi e altri che sono una via di mezzo. Indicativamente dovrebbero essere 3 cucciolate ma non riusciamo a contare quanti sono perché spuntano da ogni cespuglio e poi tornano a nascondersi. Rimaniamo più di mezz’ora a guardarli. Ho idea che se fossimo rimasti di più, li avremmo visti arrivare alla strada ma siamo maledettamente in ritardo e dobbiamo proseguire. Avendo prenotato il lodge di questa sera fuori dal parco, dobbiamo per forza arrivare al gate Crocodile River entro le 18. E’ per questo che io volevo pernottare al Lower Sabie, ma era tutto pieno. Oggi avevamo meno km. da fare. E’ fattibilissimo partire dal Satara ed arrivare al Crocodile Gate ma se ti fermi 1 ora per ogni avvistamento … non arrivi più. Andiamo poi all’area pic-nic Tshokwane. Abbiamo sempre pranzato qui le altre volte perché c’è un piccolo ristorante dove cucinano polenta con vari tipi di carne. C’è una tremenda tettoia in paglia costruita intorno al tronco di un albero delle salsicce (kigelia africana). Già ci pregustavamo il pranzo ma ….è chiuso. E’ tutto in restutturazione. Riaprirà a settembre (ho poi visto su facebook le immagini a lavori finiti, hanno fatto una cosa carina). Per fortuna che abbiamo cibo in abbondanza con noi quindi siamo comunque a posto per il pranzo. Anche oggi fa molto caldo. Ripartiamo verso sud. Percorriamo una nuova strada. Solitamente scendiamo costeggiando il Mozambico, sulla H10, anche questa ottima per i leoni, ma oggi vogliamo andare sulla H4-1. Siccome questa strada è frequentata per i grandi avvistamenti che si fanno, vogliamo batterla diverse volte. Hanno visto più volte i wild dogs quindi è di nostro grande interesse. L’anno scorso avevamo visto molti leoni di cui 3 sulla carreggiata a caccia. Ci erano passati attaccati alla macchina …. se avessimo messo fuori la mano avremmo potuto toccarli. Non ci è più capitato di vederli così da vicino. Avevamo sentito il loro odore (il finestrino era leggermente abbassato …). Quindi oggi percorriamo prima la H1-2. Vediamo il memorial a Paul Kruger. Ci sono formazioni rocciose particolari. Vediamo un gruppo di antilopi nere (sable antelope). Sembrano stambecchi. Questo è un avvistamento molto raro. Sono difficili da vedere. Per noi è la prima volta al Kruger. Le avevamo viste solo un’altra volta, al Chobe. Poco oltre c’è un grosso rinoceronte bianco a bordo strada. Imbocchiamo poi a sinistra la H12 che porta al ponte sul fiume Sabie. Molte macchine sono ferme con i cannocchiali. Non riusciamo a capire cosa guardano. Ci dicono che è difficile da vedere perché nascosto. Non sabbiamo di quale animale si tratti perché non conosco il nome in inglese di ogni animale. Comunque non era un predatore. Vediamo i resti di un ippopotamo sulla spiaggia. Deve essere stato ucciso questa notte perché in alcuni punti della testa si vede ancora qualche micro pezzetto di carne. Non sono arrivati ancora gli avvoltoi a fare il lavoro preciso di pulizia …. Proseguiamo girando ancora a sinistra sulla H4-1 che volevamo percorrere. Poco dopo vediamo una jeep che si butta completamente nella nostra carreggiata e si mette con il muso sul dirupo. Hanno gli occhi fuori dalle orbite per l’emozione. Ci dicono che gli ha attraversato la strada un leopardo e che per un pelo non lo investivano. Ecco perché bisogna andare sempre piano. Noi l’abbiamo mancato per 3 secondi … uffa. Andiamo poi all’area pic-nic attrezzata Nkuhlu. Si trova lungo il fiume. Bella location. Ovviamente ci sono cercopitechi e babbuini. Dove c’è cibo che si può rubare … loro sono presenti. Mi passa a due metri un tragelafo. Anche questo è un nuovo avvistamento. Non è per niente impaurito. Mi guarda e prosegue. Se è qui è perché non è intimorito dall’uomo. Proseguiamo e ci fermiamo di nuovo per guardare due giraffe che litigano picchiando testate sul corpe dell’avversario. Arriviamo poi ad un ponticello sul fiume in secca Lubyelubye (quando c’è acqua si getta nel Sabie), circa 4 km. prima della pozza Sunset. Sotto, ad una ventina di mentri, c’è il greto del fiume. Anche qui 2 macchine ferme con espressione allucinata. Un leopardo ha cacciato e preso un’antilope. Loro erano fermi a guardare sotto e l’antilope è sbucata all’improvviso seguita dal lepardo. L’ha presa con un balzo. Hanno visto tutta la scena. Non ci sono piante grandi quindi l’ha trascinata appena fuori dalla sabbia e ha iniziato a mangiarla. Lo vediamo anche noi benissimo anche perché il maculato del suo pelo stacca completamente dalla vegetazione bruciata. Anche qui siamo in ritardo di qualche secondo … Questo è comunque il suo territorio perché anche domani verrà avvistato. Ci fermiamo poi alla bellissima pozza Sunset e facciamo una puntatina al ponte sul fiume Sabie, appena oltre il Lower Sabie Rest Camp. Ci indirizziamo al gate. Ultimo avvistamento della giornata è un rinoceronte bianco. Ci controllano l’exit permit e ci fanno aprire il bagagliaio per verificare che non portiamo nulla fuori dal parco. Ho bisogno di sapere una cosa e la chiedo alla guardia prima di uscire. A circa 4 km. ad ovest del gate Crocodile Bridge prima sulla S25 per poi deviare sulla S27 c’è la hippo pool. Per 30 anni un uomo, Daniel Mabasa, si è recato in questo posto in bicicletta dal gate, con un fucile della guerra 15-18 per accompagnare i turisti (ad orari fissi) a vedere dei dipinti boscimani sulle rocce vicino all’acqua. Chiunque è stato qui non lo può dimenticare. Tanti turisti l’hanno visto sulla sua bicicletta in mezzo agli animali, molti lo hanno caricato in macchina perchè c’erano predatori nelle vicinanze, molti coraggiosi (noi siamo andati con lui 2 volte) lo seguivano a piedi per un tratto lungo il fiume per vedere i dipinti. Mi ha affascinato questa persona la prima volta che l’ho vista e di proposito l’anno scorso abbiamo fatto in modo di tornare qui. Era di poche parole, una persona molto umile che non si aspettava nessuna ricompensa, a fatica eravamo riusciti a dargli una mancia, faceva il suo lavoro seriamente rischiando la vita ogni minuto per uno stipendio di certo non alto. Va beh, fatto sta che quest’inverno è andato in pensione. Hanno scritto degli articoli su di lui e lo hanno postato su facebook. Tantissime persone hanno messo nei commenti una foto o con lui o di lui che pedalava sulle strade sabbiose del parco. Quindi la mia curiosità era (visto che domani non riusciamo ad andare a vedere) se qualcun’altro ha preso il suo posto. La guardia alla quale mi rivolgo fa finta di non capire e dice che non sapere nulla. Ne dubito. Come fai a non vedere un uomo armato che tutti i giorni (tranne la domenica) entra in bici alle 7.30 ed esce alle 15.30? Pazienza … vorrà dire che torneremo per verificare di persona se Daniel ha un sostituto … Alle 17.30 siamo fuori. Vado alla biglietteria e mi faccio dare un form per l’ingresso di domani così lo compilo in camera. Andiamo poi a Komatipoort. Ci fermiamo un attimo al nostro solito ristorante, Tambarina, dove prenotiamo un tavolo per questa sera. E’ sempre pieno quindi si rischia di non trovare posto. Andiamo poi al piccolo centro commerciale che si trova sulla strada principale sulla sinistra, e facciamo un pò di spesa al market e poi andiamo al nostro lodge, il Komati River Chalets (http://www.komatiriverchalets.co.za/) che si trova sulle rive del fiume. Troviamo il solito omone con la moglie che ci accolgono calorosamente. Saldiamo il conto (come ho scritto all’inizio non ci hanno fatto fare il bonifico perchè siamo clienti fissi…). Ci fanno firmare il solito modulo di scarico responsabilità perchè potrebbero girare ippopotami e coccodrilli (ci sono cartelli di pericolo sulla stradina che porta alla passeggiata in riva al fiume ma nonostante questo delle persone pescano ed altre camminano). La nostra camera è la stessa dell’anno scorso. Noi qui ci troviamo bene. E’ semplice ma pulito e il giardino è curato e poi il prezzo è davvero ottimo. Se interessa hanno anche il ristorante. Facciamo una doccia e poi andiamo a cena da Tambarina. Ottima come sempre (R 800 € 50). Alle 21.30 dormiamo secchi.

6) 16 agosto 2016, martedì – km.250 – tempo bello

Alle 5.30 siamo già al gate. Siamo i terzi. Dopo poco arrivano tante macchine. Ci consegnano il foglio da complilare ma io l’ho già fatto in camera, ed un sacchetto dell’immondizia in carta. Alle 6.00 puntuali aprono il cancello. Attraversiamo il ponte e risaliamo sull’altra riva. Da qui c’è una buona visuale su quello che abbiamo dietro … una fila interminabile di fari. Non avevo mai visto così tante macchine all’ingresso. Quindi è essenziale fare una levataccia ma essere tra i primi ad arrivare. Ci si impiega circa 4 minuti alla biglietteria quindi ho idea che alcune macchine attenderanno più di 1 ora per accedere. Gli altri anni, anziché avvicinarci ai 3 caselli dove fai il biglietto ed entri direttamente, Pier parcheggiava di fianco ed io entravo negli uffici. Non c’era mai nessuno quindi ci mettevo pochissimo e poi quando uscivo ci facevano passare al quarto casello di sinistra senza più fermarci. Quest’anno abbiamo fatto così ma quando sono entrata c’era solo un’impiegata e che stava servendo una guida (aveva in mano circa 10 passaporti dei clienti). Quindi rinuncio subito. Pier nel mentre, capendo i miei segnali, si era già messo al casello. Consegnamo modulo e wild card, ci rilasciano il biglietto giornaliero ed entriamo. Cavoli che fatica e che stress. Ma è sempre meglio essere tra i primi perché al mattino si può vedere qualcosa sulla strada. L’anno scorso un leopardo ci ha attraversato la strada a 5 metri dalla macchina e poi ne abbiamo visto un altro a bordo carreggiggiata (il tutto in 20 minuti!!!). Andiamo diretti sulla H4-2 e poi la S82. Arriviamo al Lower Sabie. Ci vermiamo alla pozza Sunset, bellissima al mattino perché si ha il sole alle spalle. Gli ippopotami sono a mollo vicini alla strada. Uno ha un grosso uccello sulla schiena. Non sono ferrata sui volatili quindi non so cosa sia. Ci sono grossi coccodrilli sulla spiaggia. C’è una processione di animali: bufali, impala, zebre e giraffe.

Proseguiamo sulla H4-1 che abbiamo percorso ieri in senso opposto. E’ la strada che vogliamo battere più volte. Troviamo poi una testa di bufalo in mezzo alla carreggiata. L’hanno ucciso questa notte perché ieri non c’era nulla qui (e non potevamo non vederla) e poi vediamo pezzettini di pelle e carne rosso sangue nei punti più difficili da togliere (sarà il pasto degli avvoltoi) comunque è impressionante com’è pulita bene. D’altronde per uccidere un bufalo bisogna fare un lavoro di squadra quindi chissà in quanti hanno poi mangiato. Del resto del corpo non c’è traccia. I leoni ambiscono ad uccidere un bufalo perché con una sola caccia possono sfamare tutto il branco. Però sono anche tra gli attacchi che creano più morti tra i cacciatori. Se puntano un bufalo in un branco, immediatamente il branco si riunisce e attacca i leoni per salvare il compagno. Se invece trovano un bufalo da solo, e a noi è capitato di vederne alcuni, quello è spacciato. Sono lenti quindi non riescono a scappare. Hanno solo le corna per difendersi ma i leoni li attaccano dal posteriore e li fanno cadere per terra, poi li bloccano al collo. Non è facile soffocarlo perché il collo è grosso e spesso quindi la morte non è immediata. Spesso iniziano a mangiarlo quando è ancora vivo. Ho visto video con immagini tristissime. Povere bestie. Lasciamo la testa del bufalo (verrà poi spostata perché quando torneremo la vedremo sul ciglio). Ci fermiamo al ponte dove ieri il leopardo ha ucciso e mangiato l’impala. Non c’è nulla. La strada passa sulla riva occidentale del fiume Sabie quindi il mattino non è favorevole per la luce. Vediamo sulla riva opposta 3 leonesse sulla sabbia che puntano dei bufali ma non vedremo nessuna azione di caccia. Poco oltre ci sono 2 altre leonesse che camminano sulla riva dove siamo noi. Ci sono alcune macchine ma sono tutte in mezzo alla strada e si crea un ingorgo. Proseguiamo. Arriviamo al ponte e proseguiamo sull S30 direzione sud. Ci fermaimo poco dopo in uno spiazzo con vista sul fiume per fare colazione. Quando ripartiamo vediamo una iena a bordo strada. E’ tranquilla ma ci fissa insistentemente senza spostarsi. La strada è leggermente rialzata e non riusciamo a vedere cosa c’è sotto. Di solito ci sono dei tubi grossi per lo scarico dell’acqua che passano sotto la carreggiata e quello è il posto preferito delle iene per tenere la cucciolata. Ho idea che questa sia una mamma e che nascosti ci siano i piccoli perché altrimenti se ne sarebbe andata. Arriviamo poi al look-out Mlondozi. Molto bello. Si trova su di una collinetta con vista sul fiume, che ora è completamente asciutto. Ritorniamo sulla H4-1 passando per il Lower Sabie Rest camp perchè vogliamo vedere se riusciamo a vedere il leopardo che ieri ha ucciso l’impala. Ripassiamo dove c’era la testa di bufalo ed arrivamo sul ponticello. Dei signori su una macchina guardano con il binocolo. Ci dicono che sul letto asciutto del fiume sotto noi, è appena passato il micione. Da questo capiamo che è il suo territorio di caccia. E’ stato visto 2 volte nel giro di 12 ore. Direi che questa è proprio la sua zona. Torniamo indietro dispiaciuti, ci fermiamo veloci alla pozza Sunset e poi entriamo al Lower Sabie Rest Camp. Pranziamo da Mugg & Bean sulla terrazza sul fiume Sabie. Avrei voluto pernottare qui perché si trova in una posizione molto bella ma, questo lodge e il Satara, sono i primi a riempirsi. Peccato. Ci riproveremo la prossima volta. Dalla terrazza vediamo bufali, coccodrilli, ippopotami ed impala. Proprio sotto di noi ci sono i resti di un bufalo. Certo che qualche turista, sempre se non è successo di notte, si sarà visto la scena di caccia e il relativo pasto, da un’ottima posizione. Il pranzo da Mugg & Bean è sempre buono (R430 € 29). Facciamo poi benzina e ripartiamo. Fa caldo. Oggi le minime sono state 18° e le massime 28°. Non abbiamo mai visto qui delle minime così alte. E il paesaggio dimostra che è singolare la cosa. E’ tutto secco. Ora che sto scrivendo l’itinerario (è fine ottobre) continuo a vedere post su facebook di quanto è disperata la situazione. Mi ha fatto effetto soprattutto uno in cui c’era un’immagine di una decina di ippopotami in una pozza completamente asciutta che aspettano di morire. Noi ripartiamo dal Lowe Sabie e ci indirizziamo sulla S28, direzione sud, che costeggia il Mozambico. Ci piace molto questa stradina. L’abbiamo percosa più volte gli scorsi anni e abbiamo sempre visto qualcosa di interessante. Ci sono principalmente distese di erba gialla e la visuale è buona in lontantanza. Il Ntandamfene Hide è asciutto. Vediamo a bordo strada due cuccioloni di iena. La mamma sarà a caccia. Sono sdraiati e per niente intimoriti. Arriviamo poi in un punto dove c’è molta agitazione. Ci sono due gruppi di impala sui lati opposti di quello che era un fiumiciattolo (vicino al Crocodile River). Tutti gli animali guardano verso lo stesso punto del fiume e fanno versi. Non avevo mai sentito gli impala fare richiami. Nel punto in cui loro guardano non vediamo cosa ci sia perché e’ dietro ad alcune rocce. Fatto sta che arriva di corsa una iena e va esattamente là. Dopo un paio di minuti ne arriva un’altra e dopo ancora una. Ci siamo fatti quest’idea: una iena ha ucciso un impala e poi fa fatto i richiami al suo gruppo che è arrivato in gran carriera. Gli impala si segnalano vicendevolmente che c’è pericolo. Andiamo poi all’hippo pool. E’ tardi quindi, anche se ci fosse il sostituto di Daniel Mabasa, sarebbe già andato via. Dovrebbe rimanere come ho detto, fino alle 15.00. Alle 16.30 usciamo. Andiamo al market a Komatipoort a comperare della legna. Vogliamo accendere il braai solo per vedere il fuoco, non per fare la griglia. Andiamo poi in un negozio di pizza d’asporto. La ordiniamo. Solitamente le consegnano a domicilio ma stasera l’addetto ha problemi quindi dovremo venire a prenderla noi. Andiamo al lodge. Faccio 2 passi lungo il fiume. Vedo solo un ippopotamo nell’acqua. Doccia, accendiamo il fuoco e poi Pier va a prendere le pizze. Ceniamo nel portico. Si sta bene. Alle 20.30 dormiamo.

7) 17 agosto 2016, mercoledì – km.533 – tempo bello

Lasciamo la chiave nella camera, carichiamo tutte le valige e alle 5.30 siamo al gate. Siamo i secondi. Andiamo direttamente al casello. Rifacciamo ancora la stradina verso il Mozambico, S28, e poi giriamo a sinistra per arrivare sulla S25 che costeggia il fiume Crocodile direzione ovest. Dobbiamo uscire dal Malelane Gate. Vediamo parecchio questa mattina: i due cuccioloni di iena di ieri, due istrici (anche questa è una prima volta per noi), i resti di una zebra e i resti di un istrice, molti elefanti, giraffe, zebre, gnu ed impala. Una iena ci passa vicino con una zampa, di non so quale animale, in bocca. Una macchina poi ci ferma dicendo che più avanti c’è un leopardo sull’albero. Andiamo di gran carriera al punto esatto (incrocio tra la S25 e la S114). C’è una pianta vicino alla strada e si vede benissimo. Wow. Che avvistamento! Guarda in giro ed è infastidito. Si ferma poi una macchina con il motore rumoroso e quest’idiota manco lo spegne. Il leopardo, ancora più infastidito, si alza, scende e se ne va dalla parte opposta della strada. Ho idea fosse una femmina o un giovane maschio perché non era di grosse dimensioni. Torniamo indietro di pochi km. e percorriamo il Gardenia Loop e ci fermiamo al Gardenia Hide ma è senz’acqua. Ci indirizziamo al gate e, qualche km. prima, noto una sagoma dietro ad un cespuglio. E’ un rinoceronte nero. Avvistamento raro e molto apprezzato. Anche se non avessimo visto bene il labbro, avremmo subito inteso che era quello nero. E’ arrabbiato e molto infastidito. Scalpita e si muove avanti ed indietro alzando la polvere, è molto nervoso. Non ce l’ha con noi ma con un’altra macchina che è più vicina. Pier comunque tiene il motore acceso e il piede sull’accelleratore. I rinoceronti neri caricano molto facilmente. Non sono pacifici come i bianchi. Per carità, anche dei bianchi bisogna stare attenti ma non come con i neri. E poi basta guardare come si comportano per capire se sono agitati ed infastiditi o meno. Bisogna poi sapere che sono presbiti quindi da vicino non vedono bene. Ad esempio sono stati visti a caricare carcasse di elefante, non capendo cosa fossero. Alle 10.30 usciamo. Abbiamo il rammarico di non aver visto i wild dogs. Sarà per la prossima…

Ci immettiamo in autostrada. Il telepass non prende quindi paghiamo al casello. Facciamo benzina. Questa mattina all’alba c’erano 18° ora sono 22. Noi siamo in pantaloncini e maglietta maniche corte. Il signore che ci fa benzina indossa il giubbotto pesante, cuffia in lana e guanti. Ci guardiamo e ci sorridiamo … per loro ovviamente è inverno quindi sono ben coperti … per noi sono temperature primaverili quindi stiamo bene. Proseguaimo. Ci sono lavori. Già due anni fa avevamo perso un’ora su questa strada. I lavori proseguono e il tratto è davvero lungo. Lo sistemano tutto quindi prevedo che continuerà ancora per un bel po’. Quando ci sono lavori i locali vengono a vendere alle macchine mandarini e noci di macadamia. Compriamo alcuni sacchetti di entrambe. Anche quest’anno il tempo impiegato in coda è di cira 1 ora. Ci fermiamo poi per pranzo in un’area di servizio chiamata Alzu. Vado sul retro e vedo un recinto enorme con una decina di rinoceronti bianchi (con il corno tagliato), bufali, eland, zebre, sable antelope (antilope nera) e roan antelope (antilope roana). Non ho ben capito che cosa serva una cosa del genere in questo posto. Proseguiamo e ci fermiamo in prossimità di Johannesburg per fare il pieno visto che la macchina deve essere restituita con il serbatoio full. Arriviamo all’Aero Guest Lodge (www.aeroguestlodge.co.za) alle 16.30. Totale km. fatti con questa macchina sono 2208. Come gli altri anni scarichiamo la macchina e poi vanno a renderla Pier con Matteo. L’autista del lodge li segue così poi li riporta indietro. La camera è sempre la solita. Questo lodge è semplice ma carino. E’ davvero comodo per la vicinanza con l’aeroporto e si mangia sempre bene. Ricompatto le valigie e andiamo a cena presto (R 765 € 51). Qui fa davvero freddo ma il ristorante ha una stufa a legna. Alle 21.00 dormiamo.

 

8) 18 agosto 2016, giovedì – km.160 – tempo bello

Alle 5.15 lasciamo il lodge. Fa freddo ed è buio pesto. Andiamo al gate B (domestic fly) essendo un volo nazionale Jo’burg – Upington. L’aereo è piccolo e siamo in pochi. E’ della Airlink, della South African Airlines. Questa tratta la si fa quando si va nel Kgalagadi. E’ un parco transfrontaliero. Una parte è sudafricana (fa parte del Sanparks) e la restante è del Botswna. Ha gli ingressi in Sud Africa (Twee Rivieren), Namibia (Mata Mata) e Botswana (Kaa e Mabuasehube). Questo parco è un mio sogno da una vita. Si trova nel deserto del Kalahari quindi ci sono le dune rosse e le piste sono tutte su sabbia. Quelle principali sono ben battute ma altre necessitano per forza di auto 4×4. Ha pochissimi posti per dormire (circa 200). Ci sono 3 campi principali e 5 wilderness. Il ristorante c’è solo a Twee Riviren. Negli altri bisogna attrezzarsi con cibo, legna e tutto il resto. Non è proprio un parco semplice da visitare. C’è un’altissima concentrazione di predatori. Il problema sono le prenotazioni. Le aprono il primo giorno lavorativo di 11 mesi prima. Nel giro di pochissimo hanno il tutto esaurito. Abbiamo cercato di prenotare più volte ma era sempre tutto pieno. Quindi ora che siamo in aereo e vediamo alcune persone vestite da safari, che evidentemente vanno nel Kgalagadi, abbiamo una certa invidia … Comunque … con una certa soddisfazione, posso dire che, ora che sto scrivendo l’itinerario (è ottobre), ho passato la notte tra il 1° e il 2 settembre davanti al pc e sono riuscita ad accaparrarmi 4 notti per agosto 2017! Alle 4 del mattino hanno sbloccato il sito e sono riuscita. Alle 8 del mattino ho riguardato e non c’era più un posto neppure pagarlo oro Quindi, se qualcuno è interessato ad andare in questo parco meravigloso… deve essere ben informato su come fare a prenotare.

Tornando a noi. Il volo parte alle 7 e dura 1 h e 30. Andiamo subito al banco dell’Europcar. Troviamo una bella sorpresa. Ci dicono che il Ford Ranger 4×4 non è disponibile e che possono darci solo una berlina. Panico. A noi serve il 4×4 altrimenti non possiamo andare nei parchi i prossimi giorni. Siamo venuti in questa zona proprio per fare quello. Posso capire cambiare tipologia di macchina ma deve essere sempre un 4×4 se hai prenotato quello. Ci vedono parecchio incazzati quindi ci danno una prima versione: la jeep sta arrivando d Durban quindi sarà qui per le ore 13. Balla megagalattica. Chi è che fa il viaggio da Durban a qui? Posso capire Cape Town o Johannesburg – Upington ma non Durban – Upington. Ci dicono che la consegneranno al nostro lodge. Per non farci spezzare la giornata gli diciamo di consegnarla dopo le 18. Ci fanno una strisciata della carta di credito di R 8.000 € 533. Alle 9.15 partiamo su una macchinetta piccolissima. Non so cosa fosse. Ci roviniamo la giornata perché siamo convinti che la macchina non arriverà. Passiamo Upington. C’è qualche township in periferia. Vediamo i cartelli stradali che indicano il Kgalagadi a circa 200 km … così vicini eppure così irraggiungibile … Percorriamo velocemente i 120 km. che ci separano dall’Augrabies Falls National Park. Facciamo un po’ di spesa al market compresa la legna per fare il braai questa sera e delle bisteccone surgelate (mettiamo il sacchetto sul pianale posteriore della macchina così si scongelano). Non possono ancora darci la camera perché è presto quindi non scarichiamo le valigie come avremmo voluto e partiamo per il giro nel parco.

INFORMAZIONI sull’Augrabies Falls National Park:

https://www.sanparks.org/parks/augrabies/tourism/availability.php (sito sanparks dove prenotare i pernottamenti)

http://www.eishsa.co.za/minisites/augrabies-falls.html

http://www.sa-venues.com/game-reserves/nc_augrabies.htm

 

Il gate è aperto dalle 7.00 alle 18.30. I visitatori giornalieri possono rimanere nel parco dalle 07.00 alle 18.00. In pochi km. si arriva all’Augrabies Falls Rest Camp la cui reception è aperta dalle 7.30 alle 18.00. Il costo d’ingresso è compreso nella Wild Card altrimenti si devono pagare R 176 € 11,70 (adulti e ragazzi sopra i 12 anni, bambini sotto i 12 anni R 88 € 5,87).

 

Il fiume Orange è il principale fiume (dal punto di vista geografico e antropico) del Sudafrica e uno dei più importanti dell’Africa meridionale. Fu scoperto dagli europei nel 1760 e prese il nome dalla Casa d’Orange. La sorgente dell’Orange si trova nelle montagne Drakensberg al confine fra il Sudafrica e Lesotho, a 193 km dall’Oceano Indiano e oltre 3000 m d’altitudine. La parte del fiume che scorre nel Lesotho viene chiamata Senqu e ghiaccia parzialmente d’inverno. Dopo aver raggiunto il suo principale affluente, il Vaal, l’Orange forma il confine naturale fra Sudafrica e Namibia. Negli ultimi 800 km del suo corso riceve numerosi altri affluenti, quasi tutti dalla scarsa portata e secchi nelle stagioni calde (il principale è il Molopo). In questa zona, il livello sul mare del fiume scende di 122 m nell’arco di 26 km, dando luogo anche alle “cento cascate” dell’Augrabies Falls National Park. Il fiume sfocia nell’Oceano Atlantico presso Alexander Bay, località situata a metà strada fra Città del Capo e Walvis Bay. Gli ultimi 30 km circa non sono navigabili a causa di rapide e secche di sabbia. A circa 120 a ovest di Upington si trova il luogo che i Khoi Khoi chiamarono “Aukoerebis” – Luogo del grande rumore. Qui il fiume Orange, dopo essere penetrato in una stretta fenditura fra le rocce, precipita con una serie di cateratte in una straordinaria gola, la più grande del mondo, lunga 9 km e profonda 260 metri con molte rapide e cascate minori e un enorme apertura inesplorata ai piedi della cascata principale. E’ una spettacolare massa d’acqua che precipita con un boato attraverso questa stretta gola. Il fiume compie un salto di 191 metri formando così una delle maggiori cascate a cateratta del mondo. Al massimo della sua portata (dopo il periodo delle piogge) produce ben 19 cascate. Le acque precipitano con un tale rumore che fa tremare il granito delle rocce. I numerosi sentieri che attraversano il parco permettono di goderne facilmente la maestosità anche a piedi. Nel parco si può visitare inoltre la foresta di Kokerboom o alberi faretra, e si possono effettuare itinerari a piedi e percorsi in canoa. Pochi luoghi sono così impressionanti e con un suono così assordante come in questo posto il fiume Orange è in piena. Il parco si sviluppa in 55.383 ettari di terreno a nord e a sud del fiume Orange. Ci sono piante tipiche come gli alberi faretra e le piccole succulenti. Ci sono 49 tipi di mammiferi, molti tipi di roditori e 5 di rettili. Si possono vedere: giraffe (sono di colore più chiaro come contromisura per il calore estremo), klipspringer (saltarupe), steenbok (raficero campestre), springbok, gemsbok (oryx o orice gazzella), kudu, eland, le zebre di montagna di Hartmann (sono a rischio di estinzione quindi sono cosantemente monitorate dai ranger), leopardi (rari ma ci sono), black-backed jackal (sciacallo della gualdrappa), caracal, gatto selvatico africano, aardwolf (protele), honey badger (tasso del miele), pipistrelli, Lontra dalle guance bianche del Capo, babbuini, cercopitechi, volpi, manguste, dassie (procavie del capo), porcospini, lucertole piatte di Broadley (sono colorate e sono tipiche di questi posti, si trovano solo nel raggio di 100 km. dalle cascate), nile monitor (varano), tartaruga leopardo (gli adulti possono raggiungere i 20 kg.), black spitting cobra, cape cobra, puff adder (vipera soffiante), horned adder (vipera cornuta).

 

Attività:

Cascate: Quando il fiume Orange si avvicina alle Augrabies Falls si divide in numerosi canali. La cascata principale è alta 56 metri. Il fiume poi continua il suo percorso attraverso una gola di 18 km. La vista e il suono della forza dell’acqua non saranno facilmente dimenticati. Ci sono passerelle in legno che partono dal Rest Camp che portano a 7 punti panoramici, partendo da sopra la cascata, a est, fino a dove si vede la gola verso ovest. Il percorso è di poche centinaia di metri.

Dassie Trail: percorso circolare 5 km (2 ore) da fare da soli, registrarsi alla reception del rest Camp prima di partire e al rientro tornare a cancellarsi. Si sviluppa in senso antiorario partendo dalla zona campeggio passando per un canneto. Si arriva ad Arrow Point vedendo sulla sinistra le Twin Falls. Si deve poi tornare indietro leggermente e proseguire sulla destra fino alle buche (fori circolari cretati dai mulinelli) e Moon Rock (formazione rocciosa a cupola liscia). Da lì si rientra al Rest Camp.

Klipspringer Hiking Trail: (chiuso dal 15 Ottobre al 31 marzo), percorso a piedi che dura 3 giorni. La parte iniziale e quella finale sono le stesse del Dassie Trail. Si costeggia per quasi 15 km. la gola e poi si rientra su una strada interna. Anche questo è un anello. Non sono informata su questo ma credo che venga fatto con le guide e che si pernotti in tenda.

in auto: il percorso da fare in macchina non è da perdere. Considerate almeno cinque o sei ore, ma anche di più a seconda delle soste. Molto belli i punti panoramici segnalati sulla mappa che viene consegnata alla reception, concentrati per lo più nella prima parte del percorso. Per guidare all’interno del Parco è sufficiente un’auto normale, è tutto sterrato (ben battuto) ma a mio avviso è comunque meglio, se non un 4×4, almeno una macchina che non sia una berlina. Una parte del percorso (facoltativa) è riservata ad auto 4×4 (bisogna essere in minimo due veicoli). Il percorso 2×4 è di 90 km. al quale bisogna aggiungere 16 km. per le deviazioni nella parte iniziale del percorso per i 4 punti panoramici. Bisogna tenere presente anche una cosa, se ci si deve organizzare per le tempistiche. I primi 22 km. sono a doppio senso di marcia poi la strada diventa un anello, da fare in senso orario, e la si percorre quindi in un solo senso di marcia. Ci sono comunque due punti in cui si può deviare a destra e ricongiungersi alla strada che torna indietro. Questo è importante così non si è obbligati per forza a fare tutto il giro. Il percorso 4×4 (km.30) invece parte leggermente prima della fine del doppio senso di marcia e si ricongiunge quasi al punto più occidentale dell’anello a senso unico.. Vicino a questo punto c’è una foresta di alberi faretra. Il percorso 4×4 non è indicato sulle cartine scaricabili dal sito del Sanparks. C’è sulla cartina che forniscono alla reception del Rest Camp.

I punti panoramici che si vedono nella prima parte sono:

1) Moon Rock: Una massiccia cupola esfoliazione o “Whaleback”, che è un simbolo importante di Augrabies Falls. Si sale a piedi fino alla vetta dalla quale c’è un bel panorama.

2) Ararat: punto panoramico sulla spettacolare gola

3) Oranjekom: altro punto panoramico di fronte ad Ararat. Qui c’è l’Oranjekom Gorge Cottage. Si ha la possibilità di dormire sotto la piattaforma. La camera ha le finestre affacciate sulla gola. C’è la cucina attrezzata. Deve essere spettacolare dormire qui (lo mettiamo in agenda …)

4) Swartrante: colline nere.

5) Echo Corner: altro punto panoramico

Dicono di scendere solo nei punti panoramici per non disturbare gli animali.

La nostra idea era di fare oggi tutto il percorso di 90 km., più le varie deviazioni, e domani mattina il dassie trail. Dovremo rinunciare in parte ad entrambe le cose per via della macchina, spiego poi il perché… Lasciamo alle 11.45 il rest camp. La strada attraversa un canneto dove ci sono due guadi con parecchia acqua. Passiamo al pelo. Abbiamo paura di non farcela a fare il giro con questa macchina. Per un attimo pensiamo di rinunciare poi invece proseguiamo. Siamo parecchio arrabbiati per il disguido. Per fortuna non troveremo altri guadi. Il percorso 4×4 non avremmo potuto comunque farlo perché bisognava essere minimo 2 veicoli però avremmo affrontato il lungo tratto, che ci era consentito fare, un pochino più serenamente. E poi l’incognita di non sapere se ci porteranno la nostra jeep non ci fa godere la giornata e il posto bellissimo che stiamo visitando. Fa decisamente caldo. Ci sono 33°. Deviamo per Moon Rock (calotta rocciosa molto grossa e liscia). Velocemente raggiungiamo la sommità a piedi. C’è un bel panorama. Andiamo poi ad Ararat. Che bel colpo d’occhio sulla gola! Chissà quando il fiume è in piena che spettacolo che deve essere. Ora è un ruscello che non riempie nemmeno tutto il letto. Il salto sotto di noi è notevole. Saranno 100 metri + o -. Il balcone sul quale ci affacciamo è tutto in legno. Ci sono rocce rotonde che sembrano palle appoggiate su altre rocce. Andiamo poi al punto panoramico opposto, Oranjekom. Altro balcone in legno sotto il quale c’è il cottage dove si può pernottare. Qui ci sono tavoli per poter pranzare ed un bagno. Davvero bello. Andiamo poi a Echo Corner. Questo nulla di che. Proseguiamo per il lungo percorso ma quando arriviamo al punto in cui finisce la strada a doppio senso di marcia ed inizia il senso unico, decidiamo di tornare indietro. Ci scoccia davvero molto ma non vorremmo avere grane con la macchina. La strada è ben tenuta ma con questa scatola di fiammiferi non ci fidiamo. Oltretutto abbiamo paura che l’Europcar possa consegnarci la nostra jeep in anticipo (anche se abbiamo detto dopo le 18 per non precluderci la giornata) quindi non vorremmo non essere al lodge. Il paesaggio è davvero bello. Ovunque erba gialla alta una quarantina di cm. Sembra tanto il sud della Namibia. D’altronde il confine è dietro alle montagne che vediamo all’orizzonte. Torniamo al punto panoramico Oranjekom e pranziamo con le nostre cose. Rientriamo poi al lodge alle 15.00. Abbiamo incrociato solo una macchina in questo giro. Questo posto non è molto frequentato. Sicuramente quando il fiume è in piena c’è molta gente ma negli altri periodi dell’anno no. Peccato. D’altronde non è sulle solite rotte turistiche, qui bisogna venire apposta oppure si unisce questo posto, come abbiamo fatto noi, alla costa ovest per la fioritura nel Namaqua, oppure al Kgalagadi. Al lodge facciamo check-in. Il nostro chalet è il 31, davanti ad una delle piscine. E’ enorme e carino. Ci sono vicino alberi faretra e vediamo molti dassie. Certo che sembrano grossi topi! Ma sono carini, non hanno paura ma non si avvicinano. Pier va alla reception a far telefonare alla Europcar. Dicono che la macchina sta arrivando, ma non ne siamo proprio convinti. Andiamo a piedi ai punti panoramici al tramonto. Questo è il momento migliore per fotografare la cascata. Davvero bello. Ci promettiamo di tornare quando il fiume è in piena. Dalle immagini che abbiamo visto è uno spettacolo pazzesco. Spesso i terrazzi in legno vengono addirittura distrutti dall’acqua. Torniamo in camera e prepariamo cena. Matteo gestisce il fuoco. Ceniamo nel portico. Un grosso gruppo di babbuini passa nella strada davanti al nostro chalet. Per fortuna non ci considerano altrimenti ci avrebbero rubato la cena … Fa freschino. L’escurione termica nel deserto è sempre notevole. C’è la luna piena quindi le stelle risaltano di meno. Peccato perchè questi posti, come in Namibia, essendoci pochissimo inquinamento luiminoso, sono perfetti per fotografare la via lattea. Della macchina nessuna notizia. Ci hanno preso per i fondelli. Andiamo a dormire alle 20.30 seriamente preoccupati per come poter fare nei 2 prossimi giorni. Alle 21.30 … ci sveglia un messaggio … non sappiamo neppure dove siamo girati ma in un nano secondo siamo in piedi. Ci chiedono il numero della camera … la nostra macchina è arrivata. Andiamo fuori ed è un ford ma non il ranger 4×4. E’ una piccola jeep 2×4. I due signori sono visibilmente distrutti dal viaggio a fine giornata. Gli offriamo un caffè ma rifiutano. Non sanno cosa dire. Hanno avuto istruzioni di portarci questa macchina. Telefonano e ci dicono che portano via la berlina e ci lasciano questa e che domani mattina arriverà il Ford Ranger. Ci hanno comunque presi in giro in aeroporto. Per fortuna che non siamo rimasti là, come volevamo fare inizialmente, ad aspettare che arrivasse da Durban alle 13.00… Andiamo a dormire.

 

 

 

9) 19 agosto 2016, venerdì – km.320 – tempo bello

Alle 7.30 vado alla reception per registrarci per il Dassie Trail. I ragazzi dormono e siamo rimasti d’accordo che vanno a fare colazione al ristorante. Andiamo in macchina fino alla zona campeggio e parcheggiamo. Solitamente qui si vedono tartarughe d’acqua che girano ma ora non ce ne sono. Ci sono due camper svizzeri con la mappa dell’africa ad adesivo attaccata sul retro. Risulta che siano andati fino in Mozambico, Tanzania, Kenja, Zimbabwe, Zambia, Botswana e Namibia. Ho idea che siano arrivati a Cape Town in nave e da lì abbiano fatto tutto un giro ad anello. Che bello! Noi camperisti da 16 anni (anche se ormai lo usiamo pochissimo) li invidiamo. Chissà… magari quando saremo in pensione … Partiamo a piedi. Non ricordo di preciso ma ci metteremo ad arrivare una quindicina di minuti. Passiamo dalle Twin Falls (bello) per poi arrivare ad Arrow point. Davvero notevole. C’è un crostone di roccia che delimita i due canyon formati dall’Orange River a destra e il fiume delle Twin Falls, a sinistra. Pazzesco cosa non riesce a creare l’acqua. Ci incamminiamo per proseguire il giro e ci arriva il messaggio dell’Europcar. A breve ci consegneranno il 4×4. Quindi … rinunciamo al Dassie Trail e torniamo indietro. Ci scoccia parecchio ma non abbiamo alternative. Pier si piazza alla reception ad aspettare mentre io e i ragazzi facciamo un giro alle cascate e poi andiamo ancora fino ad Arrow Point così possono vederlo anche loro, visto che merita. Quando rientriamo vediamo Pier con il tremendo jeeppone bianco (targato DS 57 SM GP) che ci viene incontro!!! EVVAI !!!!! Al nostro rientro facciamo reclamo alla Rental Car dove abbiamo noleggiato l’auto. Ci rimborsano subito 200 € e ci dicono che ci tolgono altri 200 € sul prossimo noleggio. Noi lo faremo subito per il Kgalagadi e Namibia agosto 2017 quindi nel giro di 1 settimana abbiamo in tasca 400 €. Abbiamo avuto parecchio disguido però devo dire che sono stati molto corretti. Pensavamo uno sconto sulla prenotazione seguente ma 400 euro proprio no. Tornando a noi, carichiamo i bagagli e alle 11.45 partiamo. Sono 323 km. per arrivare a Springbok e li percorreremo in 2 ore con sosta pranzo (con le nostre cose) lungo la strada. Il limite è di 120km./h ma Pier qualche volta lo supera … quacosina più di qualche volta … Il paesaggio in questa zona è molto simile alla Namibia (effettivamente il confine è vicino). Ci sono distese di erba gialla, alberi faretra e i nidi condominiali degli uccelli tessitori, sui pali della corrente (sembrano balle di fieno). La strada è praticamente tutta dritta e molto poco trafficata. Vediamo qualche springbok. Sono 3 anni che non ne vediamo uno. Loro vivono in territori desertici quindi al Kruger non ci sono. Sono tipici della Namibia e del Kalahari. Passiamo per qualche piccolo paese prima di arrivare a destinazione. Il nostro lodge, Kleinplasie Guest House (http://www.kleinplasie.com/), è grazioso. La proprietaria è gentilissima. Ci prenota il ristorante per questa sera. La nostra camera è la 8. Carina con anche la cucina (non ne usufruiremo) e una bottiglia di vino in regalo. I ragazzi decidono di rimanere qui perchè c’è … aimè … il wi-fi … che tristezza esserne dipendenti!!! Io e Pier andiamo a visitare la Goegap Nature Reserve. Imbocchiamo la R355 e poi giriamo a sinistra dopo pochi km. Siamo al gate alle 14.00.

INFORMAZIONI sulla Goegap Nature Reserve:

http://www.sa-venues.com/game-reserves/nc_goegap.htm

https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g1207691-d4751300-Reviews-Goegap_Nature_Reserve-Springbok_Northern_Cape.html

http://www.southafrica.net/za/it/articles/entry/article-southafrica.net-goegap-nature-reserve https://www.safarinow.com/destinations/springbok/naturereserves/goegap-nature-reserve.aspx

 

Orari: 7.30 / 18.00

Costo: R 30 € 2 ad adulto + R 120 € 8 la macchina. Non accettano la wild card perché non è parco nazionale ma riserva naturale.

Il parco è desertico ed è un paradiso per le piante tipiche del luogo, sia grasse che alberi faretra. Ha una dimensione di 15.000 ettari. C’è la possibilità di pernottare.Lo mettiamo in agenda … Ci sono anche animali: 46 tipi di mammiferi, 38 di rettili, 3 di anfibi e 88 di uccelli.

 

Ci sono diversi percorsi.

• per tutte le auto un anello di 13 km. • per i 4×4 ci sono 3 percorsi circolari di circa 20 km. l’uno per un totale di 60 km. Se ne può percorrere solo uno oppure tutti. Sono a senso unico di marcia. In alcuni punti sono tosti.

• sentieri a piedi: 5 trail giornalieri che variano da 4 – 12 km • mountain bike (bici propria) • percorsi a cavallo (Namaqua Horse – 082 8775764 o ann@namaquahorsetrails.co.za)

 

 

La Goegap Nature Reserve, con i suoi picchi di granito e pianure sabbiose è dominata dal Carolusberg, il punto più alto della zona. Il giardino di fiori selvatici di Goegap contiene una enorme collezione di piante grasse endemiche della zona. E’ visitabile tutto l’anno ma il periodo migliore è la primavera per la fioritura delle piantine grasse. La Goegap Nature Reserve è stato chiamata così dal popolo Nama per la sorgente di acqua che si trova qui dalla quale loro erano completamente dipendenti per la sopravvivenza.

Fa sempre parte della riserva l’Hester Malan Flower Garden. L‘ingresso è dopo il paese di Springbok, verso sud, sulla R355. Questo giardino è uno spettacolo in primavera. E’ stato istituito nel 1960 ed è attorno a questo che la riserva crebbe fino a includere la fattoria adiacente. Il giardino è di 4 500 ettari di prati di sabbia intervallati da massi di granito di varie dimensioni. Fuori stagione il giardino merita comunque una visita perchè ha una sezione di piante grasse e un giardino roccioso. C’è un anello di 17 km da percorrere in auto per visitare il giardino e ci sono percorsi a piedi da 2 ad 8 km.

Al gate ci forniscono una cartina. Vedendo l’ora possiamo fare solo uno dei percorsi 4×4 quindi optiamo per quello centrale. Il più bello è quello di destra ma è chiuso per lavori sulla strada. E poi facciamo alla fine il percorso 2×4. Ci sono tantissimi fiori gialli e bianchi delle piantine grasse. Sta iniziando la primavera quindi la vegetazione si risveglia. Il paesaggio è particolarissimo. Incrociamo solo 2 macchine. Vediamo alcuni animali (oryx, springbok, struzzi e zebre) ma sono timorosi e si allontanano subito. Alle 16,45 siamo fuori. Ci è piaciuto. Andiamo in centro a Springbok per far spesa al market, benzina. La gente del posto ha i lineamenti diversi da quelli delle persone viste in precedenza. Sono boscimani o incorciati con loro. Sono molto più chiari e hanno gli occhi alla cinesina. Tutti indossano abiti normali a parte un ragazzo, seduto sul marciapiede, che vende radici e cose strane. Lui è a piedi nudi ed è vestito di stoffa tipo juta. Gli rubo una foto senza che lui se ne accorga. Torniamo alla guest house per una doccia e poi usciamo subito per cena. Andiamo al Tauren Steak Ranch ). Locale carino, cena ottima ma personale poco simpatico. Spendiamo R 700 € 47. Fuori fa decisamente freddo. Alle 21.30 dormiamo.

10) 20 agosto 2016, sabato – km.130 – tempo bello

Questa mattina ce la prendiamo con calma perché tanto i fiori nel Namqua si aprono solo con il calore del sole e danno il meglio di sé dalle 10.00 alle 16.00, indicativamente. La colazione non era compresa nel prezzo ma decidiamo comunque di farla. Fa freddo. Alle 8.30 partiamo. Percorriamo velocemente i 70 km. che ci separano da Kamieskroon. Da qui deviamo a destra e dopo 20 km. arriviamo al gate (alle 10.00). Facciamo solo una sosta veloce poco prima in uno shop/caffetteria.

INFORMAZIONI sul Namaqua National Park:

https://www.sanparks.org/parks/namaqua/tourism/availability.php (sito sanparks dove prenotare i pernottamenti)

http://www.namaqualand.com/

!parks/citr

http://www.sa-venues.com/game-reserves/nc_namaqua.htm

Orari gate: estate 7/18 inverno 8/17

Orari uffici: estate 8/17 inverno 8/18

Costi: R 74 € 4,94 adulti R 37 € 2,47 bimbi sotto i 12 anni – se si ha la wild card non si paga.

In questo parco ad agosto e settembre, si verifica uno spettacolo unico al mondo. Il deserto rinasce e si ricopre di fiori selvatici. Il colore della fioritura dicono dipenda dalle piogge e dalle temperature. Principalmente sono margherite ma ci sono tantissimi altri tipi di fiori. Questo spettacolo viene chiamato: The Blooming Spectacular Namaqualand Wild Flowers. Dicono che quando visiti il Namaqualand piangi due volte, la prima quando si arriva, e una volta che si va via. Forse questo è esagerato ma è davvero uno spettacolo unico.

La International Conservation ha riconosciuto questo deserto come unico punto caldo di biodiversità della terra collocandolo tra i 25 luoghi ecologicamente più preziosi nel mondo. Questa terra asciutta è la patria di quasi 3 000 piante, 1000 delle quali non si trovano in nessun altro luogo del pianeta. Ci sono circa 1 000 specie di piante grasse, e sono tra le piante più carismatiche del Namaqualand. Esse costituiscono almeno un terzo della flora del deserto, e un decimo delle succulenti del mondo. I Mesembryanthemaceae (mesembriantemi o vygies) sono la famiglia più importante tra questi succulente. La prima cosa che si impara è che i fiori sono incredibilmente sensibili alla temperatura, in genere i chiudono quando la temperatura è inferiore a 17 gradi Celsius (o addirittura 20 gradi C sulla costa). Nel Namaqualand ci sono tante piante commestibili e medicinali – se si sa dove guardare. Le radici viscide del Grielum humifusum, meglio conosciuto con il nome più descrittivo Pietsnot, possono essere mangiate se si è affamati. In realtà le radici sotterranee di molte altre piante formavano la dieta base di carboidrati per le popolazioni Khoi e Nama. Il Kokerboom o faretra albero (Aloe dichotoma) deve il suo nome dall’uso che ne facevano le popolazioni Khoi. Li usavano per fare gli archi per tenere le frecce. Questi alberi sono concentrati nella parte orientale e settentrionale del Namaqualand, e possono vivere fino a 100 anni. I fiori selvatici del Namaqualand sono senza dubbio uno dei più grandi e più spettacolari fenomeni naturali ai qualsi si potrà mai assistere.

 

Il parco si sviluppa da nord-est a sud per 188 km.. Ci sono però due sezioni: quella nord, di circa 90 km., non sul mare, con l’ingresso a Skilpad, a 20 km. (ad ovest di Kamieskroon), si sviluppa in diagonale (da nord est a sud ovest), e finisce in prossimità di Kondeklip Bay. La sezione sud (costiera) che si sviluppa in verticale, tutta sul mare, di circa 90 km., inizia poco più a sud di Kondeklip Bay e finisce a Groenrivier Gate (ad ovest di Garies). Si può quindi visitare anche solo una sezione.I gate ufficiali sono a nord e a sud mentre i due vicini a Kondeklip Bay non hanno personale. Ci sono solo piccole costruzioni in legno dove c’è una radio che si utilizza per comunicare al gate che si entra o si esce (noi ne abbiamo vista solo in ingresso nella sezione costiera, l’altro non l’abbiamo notato). Ai 2 gate ufficili forniscono una mappa della zona gratuita e poi un libretto più dettagliato per pochi Rand.

 

Attività:

1) Skilpad Hiking Trail (a piedi) km.3 h.1,00 (parte dagli uffici di Skilpad)

2) Korhaan Hiking Trail (a piedi) km.5 h.1,30 (parte dagli uffici di Skilpad)

3) Skilpad Circle Flower Route di km.5 da fare in macchina, (2×4) (parte dagli uffici di Skilpad)

4) A sud c’è un altro percorso a piedi di 6 km. Parte dal ponte Abjoel circa 15 km a nord di Groenrivier Gate. Dopo la discesa di una duna, il sentiero segue una sezione di roccia costiera e poi una lunga spiaggia bianca, verso nord. La zona è ben conosciuta per i suoi avvistamenti di megattere e delfini Heaviside. C’è anche la possibilità di vedere una varietà di uccelli marini, in particolare beccacce nere. Con la bassa marea le piscine di marea possono essere esplorate.

5) Caracal Eco Trail solo per 4×4 che percorre tutto il parco da nord a sud (km.188). Ci vuole il permesso ottenibile ai gate. La mappa che forniscono non è molto dettagliata. Conviene acquistare il libretto. Si sono dei segnavia con il simbolo del carcal. Siccome a noi non era molto chiara la strada da percorrere, visto che le indicazioni che avevo tradotto da internet erano confuse, faccio 2 copia incolla di quanto ho trovato. Non voglio responsabilità se qualcuno si perde…

– Dal Skilpad il percorso prosegue verso Soebatsfontein, oltre il punto di vista e giù per la strada di cemento come voi decenti giù per le montagne Kamiesberg. Proseguendo lungo questa strada si arriva al bivio Ecoroute. Il tratto compreso tra il bivio e Kookfontein è una delle migliori aree di gioco di visualizzazione durante certi periodi dell’anno. Avrete anche attraversare il fiume Swartlintjies, che può essere impraticabili nella stagione umida. La pista passa Kookfontein, che è un insediamento abbandonato basato su una fontana permanente. C’è un buco di nuoto (a volte riempito con acqua) e alcune palme ombrose. Il percorso poi si prende in altopiani Kamiesberg ed i suoi panorami spettacolari e piante. Sarà anche prendere in consegna passare il Wildeperdehoek. Il passaggio Wildeperdehoek è stato costruito alla fine degli anni 1800, per il trasporto di rame Ore da Springbok a Hondeklip Bay. Dal Wildeperdehoek passare il percorso vi porterà attraverso una delle poche zone erbose in Namaqua; passare il ‘quarzo Riethuis,’ e rari elementi fynbos arido. Dopo la Ecoroute vi porterà alla strada baia di Hondeklip.

– Oppure anche: Gli escursionisti partono da Skilpad campo di riposo e parco di ufficio accanto al cancello. Le piste poi scende attraverso Soebatsfontein passaggio, poi si spengono a Kookfontein, uno dei migliori area di gioco di visualizzazione. C’è una strada che conduce alle palme un insediamento abbandonato una fontana permanente, il campeggio è permesso qui. Bivio per fiume Witboois fino a raggiungere la cittadina di Soebatsfontein. Poi il fiume strada spaccatura. Girare a sinistra verso Wildeperdehoek passaggio, se si gira a destra la strada vi porterà a Springbok. Da Wildeperdehoek quindi spegnere per Luiperdskloof cottage dove leopardi possono essere individuati. Al fondo del passo della strada spaccatura, prendere la strada per Koingnaas e attraversare la strada Kommagas ulteriormente, una delle zone erbose in Namaqua. Viaggi per 29 km poi girare a sinistra per Soebatsfontein e poi girare a destra dove si trova il vecchio casale di campagna con tetti rossi. Seguire le indicazioni Caracal dove si passano attraverso un unico campi qt, poi attraverso nella zona costiera di attraversamento stradale baia Hondeklip.)

 

Sempre seguendo il caracal Eco Trail, nella sezione costiera si possono vedere:

– Spoegrivier Caves (seguire per Spoegriver Grotte)

– Sproegrivier Estuary (nella bella Mitchell’s Bay)

– Colonia di foche (12 km. a sud dello svincolo che porta alla Spoegrivier Estuary)

– Bitterrivier Dunes

– Groenrivier Estuary con il faro (si trova fuori dal parco sulla strada che va a destra verso il mare)

Faccio presente che nella sezione costiera ci sono 3 punti impegnativi perchè c’è solo sabbia (questa non è presente in nessun punto della sezione nord). Sulla cartina sono indicati con pallini gialli. Il primo punto si trova dalla deviazione fino allo Spoegrivier Estuary, il secondo dove passano le Bitterrivier Dunes e il terzo circa a 15 km. dal gate sud. Noi ci siamo bloccati nel secondo quindi abbiamo sgonfiato le gomme e poi non abbiamo più avuto problemi. Sapevamo che era da fare ma abbiamo comunque provato senza. Bisogna avere un minimo di destrezza e assolutamente mai accellerare bruscamente o bloccare completamente il volante. Si deve viaggiare con andatura costante ma decisa e le ruote devono fare loro la strada. Si deve pattinare sulla sabbia. Non so se ho reso.

 

Nel parco ci sono 4 possibilità di pernottare, tutti gestiti dal Sanparks:

– chalet a Skilpad (https://www.sanparks.org/parks/namaqua/tourism/availability.php?resort=87)

-tende che vengono piazzate solo ad agosto e settembre per la fioritura a Skilpad (https://www.sanparks.org/parks/namaqua/tourism/availability.php?resort=253)

– tende, anche queste mobili, a sud del parco (188 km. dalla sezione Skilpad), vicino al gate sud della sezione costiera. (https://www.sanparks.org/parks/namaqua/tourism/availability.php?resort=244). Le tende si trovano sulla spiaggia. Se il tempo è bello è uno spettecolo mentre se piove e c’è il vento gelido non credo sia molto piacevole. Anche queste tende rimangono qui due mesi. Avevamo guardato di pernottare qui ma non ce l’avremmo fatta in fatto di tempo avendo dormito a Springbok. Se pernottavamo a Skilpad e partivamo al mattino presto ce la potevamo fare (anche se è una tirata) e poi il costo era notevole. La soluzione che abbiamo scelto noi è stata la più logica e poi abbiamo speso 87 euro a Kondeklip Bay contro i 450 che avremmo speso qui (cena e colazione comprese ) …

– campeggio nelle piazzole sul mare nella sezione costiera::

https://www.sanparks.org/parks/namaqua/tourism/availability.php?resort=253

 

Animali: fate attenzione alle tartarughe che attraversano la strada, c’è il serio rischio di schiacciarle e ce ne sono parecchie (noi abbiamo rischiato di investirne 3 …). Poi si possono vedere oryx, springbok, alcefali rossi, volpi del capo, manguste, suricati, aardwolf, caracal, african wild cat, aardvark, dassie, vari serpenti tra i quali il Puff Adder e il Cape Cobra.

Noi facciamo un percorso a piedi (quello che parte a destra della reception, Skilpad Hiking Trail) e dura circa 50 minuti. Molto bello. Si cammina in mezzo ai fiori arancioni. Faccio tante belle foto. Fa caldo ed il cielo è azzurrissimo. Ci dicono che siamo davvero fortunati perché qui le giornate belle sono davvero poche. Alle 11.45 poi partiamo in macchina. Facciamo velocemente il giro per i 2×4 e poi ci indirizziamo in quello per 4×4. Quando ho studiato il nostro itinerario ho fatto apposta a mettere una notte a metà del parco, nel paesino di Kondeklip Bay in modo da non essere di corsa oggi e poi domani possiamo fare con calma la sezione costiera uscendo dal gate sud. Percorriamo circa 90 km. per raggiungere il lodge di questa sera. Il percoso non è difficile. Quello di ieri era tosto. Oggi no. E’ starrato ma non troviamo sabbia. La fioritura non è ovunque. Ci sono punti in cui c’è un tripudio di colori e altri in cui si vede solo verde. I colori non sono solo arancioni come nella sezione Skipad. Ci sono tantissimi tipi di fiori gialli, bianchi e rosa. Davvero bello. Ci fermiamo in molti punti a fare foto. Facciamo due mega inchiodate entrambe per colpa delle tartarughe. Una era la piccola Namqualand tent tortoise e l’altra, più grossa, la Angulate tortoise. Sono carinissime. Ci fermiamo lungo la strada a pranzare. C’è vento e l’aria fredda del mare arriva fino qui. Per terra ci sono pietre bianche tipo quarzo ed un’infinità di piccole piantine grasse. Credo siano le famose succulenti, ma non me ne intendo. Comunque sono davvero carine e ce ne sono tante. Arriviamo a Kondeklip Bay. Giriamo a sinistra sulla strada che costeggia il mare fino al relitto dell’Aristea, distante pochi km. dallo svincolo. Il relitto è sulle rocce ed è ben conservato. Questa barca è stata costruita in Scozia nel 1934. E’ affondata il 4 luglio 1945. Aveva 24 persone nell’equipaggio ed 1 è morta. Facciamo due passi intorno e poi torniamo in macchina. Siamo in pantaloncini corti (viste le temperature dell’entroterra) ma qui fa fresco, con il vento che soffia. Le tenute estive dobbiamo abbandonarle. Facciamo una sosta veloce alla roccia vicino al mare che prende il nome di Dog Stone. Sembra il muso di un cane che spunta dal terreno. Passiamo per il paese fantasma. Non c’è nessuno in giro e le barche dei pescatori sono ormeggiate nella baia. Qui si ripopola nei mesi caldi. Andiamo al nostro lodge Honne Pondokkies ). Sono le 16.00. Eravamo un pochino titubanti su questa sistemazione visto il costo. Abbiamo pagato 87 euro di cui 30 per il bonifico bancario. Avevo proposto di dare i dettagli della carta di credito e che poi avremmo pagato in loco ma non hanno accettato. Siccome il nome non è proprio semplice da ricordare, abbiamo sempre chiamato questo lodge: le capannine. In effetti sono 4 capannine tutte in legno con il tetto in paglia. Comunque devo dire assolutamente carine. Sembrano chalets di montagna. I ragazzi hanno i due letti nel soppalco. La proprietaria è gentilissima. Ci prenota la cena nell’unico ristorante aperto. Io e Pier andiamo a fare un giro veloce perché il paesino è piccolo. Arriviamo fino al faro (non bello perché essenziale) e poi andiamo dalla parte opposta della baia (per arrivare si deve passare in mezzo alle case) dove c’è un punto in cui le onde grosse si infrangono contro le rocce facendo un bello spruzzo. Il tempo sta peggiorando. Ci sono nuvoloni in arrivo. Rientriamo e poi andiamo a cena da Rooi Spinnekop alle 19.00. Non sono sicura del nome di questo ristorante. Non l’avevo segnato e questo è quello che c’è scritto nel dettaglio della carta di credito. E’ il ristorante migliore del paese ma siamo solo noi come clienti. Fa freddo all’interno ma la signora, molto gentile ci fa sedere nel tavolo attaccato alla stufa. Aspettiamo tanto ma poi la cena si rivela molto buona. Il filetto di pesce di Pier si è rotto durante la cottura quindi porta il piatto con il pesce non perfetto, molto dispiaciuta. Dopo 10 minuti arriva con un nuovo piatto con un altro filetto perfetto. Non doveva!! Spendiamo R 785 € 53. Alle 21.00 siamo in branda ad ascoltare il rumore del mare arrabbiato.

11) 21 agosto 2016, domenica – km.387 – tempo bello/pioggia

Facciamo colazione in camera e alle 7.45 partiamo. E’ nuvolo fino ad una certa ora poi la famosa nebbiolina, creata dalla corrente del Benguela, si alza. Questa corrente fredda, che arriva dall’Antardite, si scontra con il caldo della terra e fa condensa. E’ famosa in Namibia perché consente la vita nel deserto. Anche se qui siamo più a sud ho idea che sia sempre lei. E lo dimostra il fatto che verso le 9.00 se ne va. Alle 8.00 siamo al gate. Non c’è nessuno quindi entriamo. Apriamo e ci chiudiamo alle spalle 3 cancelli. Mi sembra strano perché così nessuno sa che siamo nel parco e il Sanparks è sempre molto fiscale su questa cosa. Quando usciremo dal gate sud la signora ci dice della presenza della radiolina con la quale dovevamo comunicare l’ingresso. Noi onestamente non abbiamo visto nessun cartello. Ci dice comunque che la maggior parte delle persone non avvisano. Forse conviene mettere un grande cartello! Ci sono molti fiori arancioni ma sono tutti chiusi: è presto, fa freddo e non c’è il sole. Combinazioni terribili per i fiorellini… Iniziamo il nostro giro puntando subito allo Spoegrivier Estuary. Questo è il primo punto con la sabbia ma andiamo bene. Sono solo 4 km. La carreggiata è stretta ma oltre ci sono solo piantine verdi. Giriamo a destra al cartello che indica grotte e faccio due foto alle formazioni rocciose, una in particolare sembra una faccia. Andiamo poi alla Mitchell’s Bay. A destra della baia c’è un hide che si affaccia sull’acqua del fiume Spoeg. Ci sono diversi fenicotteri. Andiamo poi in spiaggia. C’è vento ma non fa freddo poi esce il sole quando la nebbia se ne va. Ripariamo. Vediamo uno svincolo. La nostra mappa sull’ipad ci dice che, oltre alla strada principale per andare a sud, che passa in questo punto nell’entroterra, ce n’è un’altra che costeggia il mare. Optiamo per questa seconda. Certo che… nessuno sa che siamo qui e per di più non siamo sulla strada che dovrebbe essere più battuta. Se ci si blocca la macchina… siamo panati… anche se abbiamo il cassone pieno di cibo quindi per un paio di giorni saremmo a posto. Il paesaggio è piacevole. Il mare è agitato. Arriviamo alla colonia delle otarie del capo. Ce ne sono molte sulle rocce. Dormono in posizioni assurde. La puzza non è esagerata… non come Cape Cross in Namibia! Proseguiamo ed arriviamo al secondo punto sabbia (Bitterrivier Dunes). Ci insabbiamo ma usciamo senza problemi quindi sgonfiamo le gomme e ripartiamo facilmente. Incrociamo l’unica macchina che vedremo in questo giro… Vediamo i campeggi sul mare. Ora sono vuoti perchè è fine inverno quindi le condizioni atmosferiche sono solitamente terribili. Sono solo piazzole con un lato in pietra di forma circolare in modo da ospitare una tenda. D’estate sarà molto gettonato perchè il posto è bello. In mare non vediamo nè delfini nè balene. Facciamo il conto che in 3 ore siamo arrivati solo al campeggio n°8 (indicato sulla cartina). Siamo un attimo in ansia perchè abbiamo ancora parecchia strada da fare ma poi il restante tratto lo percorriamo in solo 1 ora perchè molto più scorrevole. Prima del gate sud notiamo il campo mobile di tende dove avremmo voluto dormire ieri notte. Sono piazzate sulla spiaggia. Il posto è bello, complice anche il tempo, ma se piovesse e con il vento forte credo sia terribile dormire lì. Al gate la signora ci chiede il permit. Le diciamo che non lo abbiamo e quindi ci spiega delle radioline. Ci compila comunque il permesso giornaliero. Non paghiamo perchè è sempre compreso nella Wild Card. Sono le 12. Quindi, tirando le somme, non saremmo riusciti a fare tutto il caracal trail in una giornata partendo, come abbiamo fatto ieri, alle 12.00. Ci vogliono 4 ore nella parte nord e 4 in quella sud. Lo si può fare se si parte alle 8 del mattino da nord e dormendo a sud. Tralasciamo la piccola deviazione per andare al faro. Spostiamo un’altra tartaruga dalla strada. Ci impieghiamo 1 ora per raggiungere l’asfalto sulla statale N 7 sotto Garies. Il tempo peggiora. E’ tutto nuvolo. Arriviamo a Bitterfontein, paese fantasma, e pranziamo con le nostre cose in macchina. Dobbiamo per forza fare la spesa per questa sera a cena perchè non c’è il ristorante. A Clanwilliam finalmente troviamo uno Spar super attrezzato. Acquistiamo 4 bisteccone spaziali altre 5 cm. alla cifra folle totale di 12 € ..

INFORMAZIONI sulla Sevilla Rock Art (dipinti dei boscimani):

http://www.southafrica.net/za/it/articles/entry/article-southafrica.net-sevilla-rock-art-trail

http://www.clanwilliam.info/places.php?pid=69

 

Dovesse interessare, a 35 km. ad est di Clanwilliam, c’è un sentiero di 4 km., lungo il fiume Brannewyn, che parte da Traveller’s Rest. Il sentiero è facile e porta a 9 punti dove ci sono dipinti dei boscimani sono perfettamente conservati. Ci vogliono un paio d’ore è per visitarlo. Il costo d’ingresso è di R 85 € 5,67 dai 12 anni in su. Il permesso si ottiene alla fattoria alla Farm Stall di Traveller’s Rest.

Alle 17.00 raggiungiamo Algeria (non dalla N 7 ma dalla parallela, la Old Cape Road). Siamo all’ingresso della Cederberg Wilderness Area. Diluvia a più non posso. La reception degli Algeria Cottage (http://www.capenature.co.za/reserves/cederberg-wilderness-area/), essendo domenica, chiude alle 16.30 quindi andiamo in un piccolo capanno in legno (aperto fino alle 19.00) dove recuperiamo la chiave, comperiamo della legna a R 30 € 2 (l’unica cosa che vendono, non c’è negozio) e la mappa del luogo R 60 € 4. Ci sono tutti i sentieri, da fare a piedi, indicati nel dettaglio. Il nostro cottage, con altri 7 sono nuovi di pacca. Sono tutti a tema. Hanno il nome di un posto o di un animale del luogo e all’interno le pareti hanno foto del soggetto. Il nostro si chiama Klipspringer e ha immagini della piccola antilope saltarupe. Carinissimo. Se penso che è costato R 720 € 43 … che poi .. a dirla tutto il costo reale è di R 480 € 29. Quando ho prenotato mi hanno chiesto se avevo la wild card e io ho detto che l’avrei fatta al nostro arrivo in Sud Africa, non intuendo subito il perchè della domanda. Quando mi hanno mandato la fattura ho capito perchè me lo hanno chiesto. Le conservation fee (R 60 ad adulto) si pagano all’atto della prenotazione quindi mi hanno addebitato R 240 € 14. Io in realtà avevo ancora la wild card del viaggio di agosto 2015 che non era scaduta ma non ho voluto far notare la cosa, vista la cifra minima. Quindi, in poche parole … che per me è difficilissimo … il bellissimo posto in cui abbiamo prenotato, ci è costato una cifra irrisoria. Avevamo fin paura di aver preso una fregatura e che al nostro arrivo non avremmo trovato nulla … Comunque la casetta è davvero carina. Ci sono due camere da letto, una cucina super accessoriata ed un salotto con divani e una piccola stufa a legna. Nel portico ci sono braai e tavolone. Tutte le stanze hanno finestroni grossi che guardano verso la montagna. Peccato che ci siano le nuvole basse e che si veda pochisssimo. Dalle foto che avevo visto questa parete di fronte è di roccia rossa. Vediamo fuori dalla finestra 3 grey rhebok (antilope capriolo). Carinissime, sono grigie con il codino a pom-pom bianco. Pier non vuole fare la griglia fuori per il tempo infame quindi cucina le ottime bistecche in pentola. Beviamo il vino rosso che ci hanno regalato nel lodge a Springbok. Poi giochiamo a carte davanti alla stufa. Devo dire che in questo posto e in questo contesto, la pioggia è come la ciliegina sulla torta. Alle 21.00 dormiamo cullati da scrosci di acqua.

INFORMAZIONI sulla Cederberg Wilderness Area:

www.cederberg.co.za

http://www.cederberg.com/

http://www.cederberg.co.za/index.html generale

http://www.cederberg.co.za/dayhikes.html camminate

http://www.capenature.co.za/reserves/cederberg-wilderness-area/

http://www.clanwilliam.info/places.php?pid=3clanwilliam

 

Questa riserva naturale si estende dal Passo Middelberg a Citrusdal, a sud, fino al passo Pakhuis a Clanwilliam, a nord. E’ il paradiso degli escursionisti. La zona ha più di 70 000 ettari di terreno roccioso e offre molti punti di vista spettacolari. Il Cederberg è così chiamato dopo il rischio di estinzione del cedro Clanwilliam, albero maestoso che raggiunge circa 6-18 metri di altezza. Il Cederberg è sede di una varietà di formazioni rocciose imponenti. E’ famoso per le suoi estati calde e inverni miti. Il Cederberg offre varie sistemazioni di pernottamento che vanno da lodge, case in affitto e campeggio. Questa parte del Sud Africa è poco sviluppata e la natura è quindi quasi incontaminata. Questa è una rara opportunità per esplorare delle bellezze naturali. Da Algeria si percorrono circa 30 km. per arrivare a Dwarsrivier dove si trova la “Cederberg Wine Cellars“, la più alta cantina vinicola sopra il livello del mare in Sud Africa. Hanno anche un osservatorio che è aperto solo il sabato, tempo permettendo. Le prenotazioni sono essenziali (www.cederbergwine.com). Il maestoso Cederberg è una lunga catena montuosa di 100 chilometri nota per la sua caratteristica arenaria frastagliata, colorata da ossidi di ferro arancione, per le sue curiose formazioni rocciose e per i dipinti dei Boscimani. La maggior parte del Cederberg è una zona selvaggia che fa parte del Cape Floral Kingdom, che è un patrimonio dell’umanità. Ci sono vari animali tra i quali l’honey badger, il porcospino, la volpe del capo, vari antilopi e il timido leopardo (super studiato e monitorato perchè ce ne sono pochi esemplari).

 

CAMMINATE:

variano da 1 ad 8 ore. Si deve pagare un permesso giornaliero. Gli uffici turistici vendono permessi per le attività offerte sulle singole proprietà. Alcune attrazioni sono raggiungibili da più punti. Variano solo i tempi di percorrenza. Le escursioni più gettonate sono quelle da Dwarsrivier per la croce di Malta, Wolfberg Arch e Wolfberg Cracks.

a) da Algeria

•Duiwelsgat (Eikeboom – Uitkyk Pass) 8 hours

•Middelberg Waterfall 2½ – 3 hours

•Maltese Cross – via Eikeboom 7 – 8 hours

•Machine gun Ridge 7 – 8 hours

•Skeurkrans 4 hours

•Suurvlak 7 hours

•Uitkyk – Van der Merwe se Voetpad 3 hours

b) da Cederberg Oasis

•Visgat 3 – 4 hours

•Southern Arch & Rock Art 7km / 5 – 6 hours

•Rooiberg West 5 – 6 hours

c) da Driehoek

•Tafelberg – via Welbedacht 8 hours

•Wolfberg Arch – via Gabriel’s Pass (excluding the Wolfberg Cracks) 8 hours

•Maltese Cross – via Eikeboom 7 – 8 hours

•Welbedacht Cave 2 – 3 hours

d) Dwarsrivier / Sanddrif

•Lot’s Wife & Window Rocks 1- 1½ hours

•Maalgat ½ hour down stream from Sanddrif

•Maltese Cross 2½ – 3 hours – km.7

Acquistare il permesso alla Dwarsrivier Farm (o ad Algeria). Si guida per circa 0,7 km in direzione di Clanwilliam, andare a sinistra e seguire la strada sterrata per circa 7 km fino ad un piccolo parcheggio. Il percorso è molto chiaro. Si tratta di una salita moderata con una magnifica vista sulla catena Cederberg. La croce è alta come un edificio di cinque piani e solleva la questione di come sia arrivato lì! In realtà, la terra e la roccia intorno ad essa si sono erose lasciando questo monolite di roccia.

• Wolfberg Cracks 3-4 hours

Acquistare il permesso alla Dwarsrivier Farm (o ad Algeria). Si guida per circa 1 km e poi si deve girare a sinistra per Sandrifresort. Si attraversa il fiume e proseguire per circa 1 km su una pista di ghiaia fino ad un un piccolo parcheggio. Si tratta di una passeggiata in montagna ripida con qualche facile crambling. La passeggiata dovrebbe durare circa 1 ora e mezza per salire e 1 ora di tornare più il tempo per esplorare la zona.

•Wolfberg Arch – via Wolfberg Cracks 8 hours

e) Kromrivier

•Apollo Cave / Lunar Tunnel 7 – 8 hours

•Disa Pool (Disas flower December – February) 3 – 4 hours

•Witkleigat 2 – 3 hours

•Maltese Cross via Disa Pool & Suikerberg 7 – 8 hours

f) Keurbosfontein

•Wolfberg Arch via Rietvlei (excluding the Wolfberg Cracks) 1 hour 4×4 drive & 3 – 4 hours hike

g) Matjiesrivier

•Stadsaal Cave and Elephant Paintings 1 or 4 hours (you determine the length of visit)

•Truitjieskraal – 1 or 4 hours (you determine the length of visit)

h) Mount Ceder

•Hondverbrand 1½ hours

•Varkkloof Rock Art ½ hour

•Waterfall – Mount Ceder 1 hour

i) Nuwerust

Breekkransrivier 6-8 hours

•Southern Arch & Rock Art 8km / 5-6 hours

•Klipbokkop 12km / 6 hours

•Waterfall 6km / 3 hours

•Rooiberg 12km / 6 hours

12) 22 agosto 2016, lunedì – km.329 – tempo nuvoloso/bello

Se ieri sera la pioggia mi è piaciuta… stamattina mi fa girare le cosiddette… Ce la prendiamo con comodo e alle 9 siamo alla reception. Dovremmo fare benzina ma all’interno del parco non c’è nessun distributore. Facciamo il conto dei km e ce la facciamo. Cazziatone a Pier che non ci ha proprio pensato ieri a Clanwilliam. Mai successo. Ovviamente è sempre molto attento. Non so come mai gli è sfuggito. Comunque chiediamo due dritte al signore al banco e ci facciamo fare il permesso (non paghiamo perchè è compreso nella wild card) per visitare la Stadsaal Cave. L’unica cosa che possiamo fare visto il tempo infame. Volevamo andare alla croce di Malta ma è impensabile. Ci lascia un codice di accesso perchè c’è un cancello con il lucchetto per accedere alla zona dove si trovano la grotta e i Bushmen Paintings (dipinti dei boscimani). Entriamo nel parco. Il paesaggio sicuramente sarebbe affascinante ma non si vede nulla. Percorriamo 29 km. di sterrato. In alcuni punti c’è parecchio fango. La nostra macchina è al limite della decenza … Lentamente il cielo si apre ed esce il sole regalandoci due bellissimi arcobaleni. La piana che percorriamo prima di arrivare a Dwarsrivier è particolare. In questo paese c’è un altro ufficio dove si possono ottenere i permessi (lu-sa 8/12 – 14/17 mentre domenica 9/12). Qui siamo già fuori dalla Cederberg Area ed entriamo nella Matjiesrivieer Nature Reserve.

INFORMAZIONI sulla Matjiesrivieer Nature Reserve:

www.cederberg.co.za/matjiesrivier.html

 

La Riserva Naturale è stata proclamata nel 1997. Si trova sul confine orientale delle montagne Cederberg. Questa riserva è di circa 12.800 ettari. E’ un ecosistema particolare al confine con il deserto del Karoo dove come vegetazione ci sono fynbos e succulenti., Non c’è possibilità di pernottare

Le attività della riserva comprendono:

• l’arrampicata su roccia al famoso Truitjieskraal (http://www.climbing.co.za/wiki/Truitjieskraal)

• visite all’area della grotta Stadsaal (http://www.sa-venues.com/attractionswc/stadsaal-caves.php) e ai dipinti dei boscimani (http://www.cederberg.co.za/environment/khoisan-rock-art)

 

Sulla mappa notiamo che sono due parchi differenti, in realtà non c’è nessuna indicazione. L’idea è che sia un tutt’uno. Entriamo dal cancello con il lucchetto e andiamo subito a vedere i dipinti dei boscimani che si trovano poco dopo, sulla destra, sono segnalati. Ci sono grosse rocce e poi in un punto si vedono dipinti di uomini ed elefanti perfettamente conservati. Andiamo poi alla Stadsaal Cave. C’è un percoso da fare a piedi tra le rocce. Proprio bello. Entriamo nella grotta. Si può uscire dal fondo dove vediamo un altro arcobaleno. Merita davvero. Torniamo indietro sulla strada principale e facciamo una puntatina a vedere un’altra formazione rocciosa, Lot’s Wife. Dal parcheggio c’è pochissimo da camminare per raggiungerla. Tutt’intorno pinnacoli di rocce gialle e rosse. Soddisfatti rientriamo ad Algeria per le 12.00. Non si può uscire dal parco da sud. Si deve per forza tornare al gate nord. Anche qui decidiamo di tornare un domani. Ci indirizziamo verso Cape Town. Facciamo subito benzina e nel mentre ci facciamo preparare dei toast al bar e pranziamo su un tavolo nel prato. Ci sono 12° e il cielo è sereno. Decidiamo di andare a fare un giro a Stellenbosh, il paradiso delle case vinicole. Lungo la strada vediamo allevamenti di bestiame, coltivazioni di colza e ovviamente vigneti. Facciamo subito tappa in un car wash perché siamo inavvicinabili. Ci chiedono R 30 € 2 e la lavano a mano. Noi volevamo solo una sciaquata con l’idropulitrice e ci spiace che questi omini si fanno un mazzo tanto. Quando vogliono lucidarla li interrompiamo. Va benissimo così. Parcheggiamo nella piazza principale e facciamo due passi con sosta gelato e market. E’ una cittadina piacevole piena di ragazzi con le cartelle (ci sono le università). Alle 16.00 andiamo via. Saltiamo la visita alla casa vinicola. Raggiungiamo velocemente il nostro hotel Leisure Bay Apartement ). Si trova ad un centinaio di metri da quello dell’anno scorso (Sunstay Lagoon Beach). La zona è Lagoon Beach appena sopra il centro di Cape Town. Facciamo prima una tappa veloce alla penisola che chiude la laguna (Woodbridge Island, ma non è un’isola). C’è un faro. La zona è tutta chiusa perché è una zona residenziale. Si può arrivare nella piazzetta del faro e poi andiamo in spiaggia per vedere il panorama. La Table Mountain si vede completamente in tutto il suo splendore. L’anno scorso non l’avevamo mai vista, in 4 giorni, per il tempo infame. In questi giorni danno bello. Per fortuna. Notiamo un ristorante, Maestro’s, domani sera verremo qui. Andiamo al nostro hotel. E’ molto carino e il personale gentile. Paghiamo il saldo di R 1590 € 106 (l’acconto lo avevamo dato in fase di prenotazione). Ci facciamo prenotare un’escursione per domani mattina alle Township (non so quale tour operator sia). Dovesse interessare alcuni operatori che si occupano di questa escursione sono:

http://www.toursofcapetown.co.za/?gclid=COu9q4PWqc0CFSco0wodFwkJKQ

https://www.daytours.co.za/tours/half-day-tours/cape-town-township-tour?gclid=CMnQ-u_Yqc0CFfgW0wod-NkCGg

– http://www.townshiptourscapetown.co.za/

– http://www.townshiptourscapetown.co.za/

Andiamo in camera e ci affacciamo al balcone. Anche da qui lo spettacolo della Table Mountain è notevole. Doccia, un minimo di relax e poi andiamo a cena nel paese sopra il nostro hotel, Bloubergstrand, all’Ocean Basket. Si mangia bene. Non so come sia la qualità (è una catena) ma ci soddisfa (R 765 € 51). Alle 21.30 dormiamo.

Quest’anno decidiamo di tralasciare la penisola del capo, già vista lo scorso anno, e di dedicarci a cose nuove come la Table Mountain, visita alla township e Robben Island. Quest’ultima purtroppo è saltata. Sapevo che le escursioni vengono prenotate mesi prima (principalmente dai tour operator) e anche dai privati. Io non me la sono sentita perchè il tempo qui è ballerino e non volevo rischiare di non riuscire poi ad andare. La nostra idea era di vedere le previsioni e poi cercare di prenotare con un tour operator. Molti uniscono l’escursione all’isola alla visita della township. Purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Pazienza.

 

 

 

 

INFORMAZIONI su Cape Town (copiate dall’itinerario dello scorso anno):

 

A) Zona Costiera:

Victoria & Alfred Waterfront: E’ il cuore storico del porto di Città del Capo in Sudafrica ed è uno dei posti più visitati della città e dell’intero paese. Ci sono negozi e ristoranti. L’Alfred e Victoria Basin furono costruiti nel 1860 e venne dato loro il nome della regina Vittoria e di suo figlio Alfred. Sono troppo piccoli per poter ospitare le grandi navi del giorno d’oggi però il primo viene usato come bacino di carenaggio mentre il secondo dai rimorchiatori e dai pescherecci. Nel porto girano le foche.

– Nelson Mandela Gateway: è il punto di partenza dei traghetti per le escursioni a Robben Island

– possibilitò di fare una crociera nella Table Bay per vedere la città dal mare (p.69 Lonely Planet). La migliore è al tramonto. Prezzi vari. Un operatore è Waterfront Charters

– Il waterfront è luogo “per ricchi” e dunque protetto da un cancello metallico all’entrata e da poliziotti da tutte le parti. All’interno troverete moltissimi parcheggi quindi, anche se avete l’hotel vicino al WaterFront, evitate di uscire la sera a piedi e attraversare la zona che conduce al WaterFront: salite sulla vostra auto e andate in auto al Waterfront

– Torre dell’orologio. Lì vicino c’è un punto protetto solo da vetro dove le foche vengono a dormire

– Two Ocean Aquarium: Adult R118 – Child (14-17 years) R 92 – Child (4-13 years) R 57 Child under 4 Free

Orari 9:30am – 6pm

– Chavonnes battery museum: resti di cannoni e rovine di una fortificazione costruita dagli olandesi come Castle of Good Hope

– Nobel Square: ci sono 4 statue di 4 premi Nobel per la pace (nella foto sotto da sinistra: Albert Luthuli, nel 1961, ex presidente del Congresso nazionale africano – Desmon Tutu, nel 1984, arcivescovo emerito – F.W.de Klerk, nel 1993 con Mandela, ultimo presidente del Sud Africa durante l’apartheid – Nelson Mandela, nel 1993 con F.W.de Klerk). In questa piazza c’è anche la scultura Peace and Democracu di Noria Mahasa che simboleggia il contributo dato dalle donne e dai bambini nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili.

Green Point Urban Park : Aperto dalle 7 alle 19 tutti i giorni. Ingresso gratuito.

Si tratta di un giardino delle biodiversità con pannelli informativi che creano un museo all’aperto molto interessante. E’ uno dei lasciti più belli dei mondiali di calcio 2010. Ci sono laghetti, vie di erbe profumate, parchi gioco per bambini, aree pic-nic. Qui si trova il Cape Town Stadium (si possono fare visite guidate). La parte sul mare si chiama Mouille Point dove c’è un faro bianco e rosso.

Sea Point Promenade: Parte da Mouille Point. Si possono vedere le balene e tramonti spettacolari. Arriva fino quasi a Clifton. C’è il Sea Point Papillon (p.67), piscine all’aperto, un’istituzione della zona.

Clifton: Ci sono 4 spiagge con grossi massi di granito (sembrano Seychelles). Si raggiungono scendendo le scalinate da Victoria Road. Sono numerate da nord a sud: 1 e 2 per modelle e macho man, 3 per gay e la 4 per famiglie.

Camps Bay Beach: Bellissima spiaggia dalle quale si vedono le formazioni rocciose dei Twelve Apostles della Table Mountain. Tramonti da cartolina e numerosi locali tra cui scegliere per un’ottima cena.

Robben Island: Orari: 9 -11 – 13 Costo: R 300 adulti – R 160 ragazzi sotto i 18 anni

A Robben Island ci si arriva esclusivamente tramite tour guidati che salpano dal Waterfront. Il biglietto permette di accedere al giro dell’isola utilizzata come carcere fino al 1996. Oggi è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco dedicato a tutti coloro che come Nelson Mandela vi hanno trascorso lunghi anni di prigionia. Durante tutta la visita si viene accompagnati da un ex detenuto del carcere. Il tour prevede una visita alla vecchia prigione e alla cella di Mandela e un giro in autobus dell’isola di 45 minuti con commenti sui luoghi degni di nota come la cava di calce in cui i detenuti venivano impiegati nei lavori forzati. Robben Island significa “isola delle foche” e sin dalla fine del XVII secolo venne adibita dai coloni europei a carcere; tra i suoi primi ospiti fissi c’erano capi politici provenienti da varie colonie olandesi, inclusa l’Indonesia. Dal 1836 al 1931 l’isola fu utilizzata come colonia per lebbrosi, e nel XX secolo divenne tristemente nota come carcere per prigionieri politici nel periodo dell’apartheid. Famosi tra questi vi furono Walter Sisulu, Govan Mbeki, Robert Sobukwe e Nelson Mandela

Bloubergstrand : Bella spiaggia a nord (oltre il nostro hotel) dalla quale c’è una bella vista della Table Mountain.

 

B) Zona montuosa:

Table Mountain http://www.tablemountain.net/

Costo Lower Cable Station:

adulti R 255 € 17 – ragazzi fino ai 17 anni R 125 € 8,34 (andata e ritorno)

adulti R 135 € 9 – ragazzi fino ai 17 anni R 65 € 4,34 (one way)

Orari: 8.30 – 17.30 – ultima risalita alle 16.30 (validi dal 1°maggio al 31 agosto)

Questa montagna era sacra per le popolazioni Boscimani e Kho ed era da loro chiamata montagna sul mare. Il primo a scalarla fu il navigatore portoghese Antonio de Saldanha nel 1503. Il punto massimo è 1086 metri. La funivia per raggiungere la sommità è stata aperta nel 1929. Nel 1998 è diventato parco nazionale e nel 2004 patrimonio dell’Unesco. Ci sono più di 350 sentieri escursionistici. Chiusa 27.07 -09.08 per annuale manutenzione. Spesso la cima è nascosta da una coltre di nuvole chiamata appunto “Table cloth” (“la tovaglia”).La Table Mountain fa parte di un complesso di rilievi che include a est il Devil’s Peak (1.000 m) e a nord Lion’s Head (669 m) e la collina di Signal Hill.Il punto più alto della montagna, il “Maclear’s Beacon” è situato a 1,086 m s.l.m., e prende il nome da un segnale (beacon) postovi da Thomas Maclear come punto di riferimento per calcoli trigonometrici. Non si tratta di un vero e proprio picco, in quanto si trova appena 19 metri sopra il punto di arrivo della cabinovia che sale le pendici del monte partendo dalla città. E’ il simbolo più famoso del Sud Africa è un parco nazionale protetto, ha alcune caratteristiche notevoli che la rendono una meta ideale per gli amanti della natura, merita di più che solo un rapido giro in funivia per vedere la vista dall’alto. La montagna fa parte del Table Mountain National Park, che è riconosciuto a livello mondiale per la sua biodiversità, e contiene la fauna e la flora davvero uniche. Il parco comprende la catena di Table Mountain che si estende da Signal Hill a nord fino a Cape Point a sud.

Raggiungere la funivia è facile. La Lower Cable Station è in Tafelberg Road, fuori Kloof Nek Road, e circa 15 minuti di auto dal centro della città. Poco prima di svoltare a sinistra in Tafelberg Road, guardare fuori per un cartello digitale sulla destra, che indica se siamo aperti o chiusi.Troverete un parcheggio gratuito lungo Tafelberg Road, prima e dopo la Lower Cable Station. Tafelberg strada è ripida e si snoda fino alla Lower Cable Station, che si trova a circa 1,5 km dal Kloof Nek strada trasformarsi in Tafelberg Road. C’è una rotonda di fronte l’edificio della stazione Lower Cable Station, rendendo più facile per gli autobus turistici far scendere i visitatori. I biglietti possono essere acquistati presso la stazione. Porta 65 persone e ruota su se stessa per permettere a tutti di vedere il panorama in ogni direzione. Raggiunge la sommità in circa 4 minuti.

Sulla vetta c’è un ristorante. Ci sono vari punti panoramici raggiungibili da facili percorsi. Considerate che qui il tempo cambia velocemente. E’ sempre meglio avere con se una giacca per il vento. La vegetazione che si trova sulla vetta è bassa (fynbos, in afrikaans significa cespuglio fino). Ci sono oltre 1400 specie diverse, c’è una biodiversità elevatissima. Per non rovinarla i visitatori devono rimanere sui sentieri e non calpestarla. Ci sono molti dassie (procavie del capo).

La Table Mountain può essere raggiunta anche a piedi (https://www.sanparks.org/parks/table_mountain/tourism/safe_hiking.php).

Ci sono tantissimi sentieri che portano in vetta. Due tra questi sono:

– Platteklip Gorge – circa 1-3 ore. Parte dalla finicolare. Si sale diritti verso la vetta.

– Skeleton Gorge, The Smuts Track: circa 2-4 ore. Parte dal Giardino Botanico Nazionale Kirstenbosch.

Segnatevi questi numeri in caso di bisogno:

numero di emergenza principale: 086 110 6417 South African Police Service: 10111 (02110111) su cellulare Servizi CT: (021) 480 7700 Emergenza CT centrale OPS Centro: (021) 467 8002 Tutti questi call center sono pronti a rispondere agli incidenti sul TMNP e indagare attività sospette. Altri numeri di emergenza che potrebbero tornare utili: NSRI: 082911 – TM Cable Car Company: (021)4240015

Noon Gun: Punto panoramico che si può raggiungere a piedi dal quartiere di Bo-Kaap o in auto da Nek Road. Noon Gun (cannone di mezzogiorno) spara ogni giorno un colpo alle 12. Attivo dal 1806, oggi il cannone è telecomandato dall’orologio principale del South African Astronomical Observatory. I due cannoni utilizzati sulla Signal Hill (quello principale e quello di rimpiazzo) sono pezzi originali dell’artiglieria portata dagli olandesi nel primo insediamento di Città del Capo, nel 1652. Furono comunque gli inglesi i primi a usarli come cannoni da segnalazione, a partire dal 1806, per annunciare l’arrivo di grandi navi o altri avvenimento di rilievo per la città. Originariamente erano piazzati nel cuore del centro cittadino; in seguito, a causa dell’eccessivo frastuono, furono spostati in collina. Il 4 agosto 1902 fu sparato il primo colpo di segnalazione da Signal Hill. Oltre ad annunciare l’arrivo di navi, i cannoni venivano usati per segnalare il mezzogiorno. Più che per la cittadinanza, questo segnale era pensato per le navi, affinché potessero regolare i cronometri necessari per il calcolo della longitudine. Per una maggiore precisione, i naviganti si basavano sul fumo che usciva dalla bocca dal cannone più che sul suono. Ancora oggi, i cannoni sparano a mezzogiorno (con l’eccezione di domenica e dei giorni festivi). Sono tenuti in funzione e curati dalla Marina Sudafricana. Orari: 8-16 lu/ve – 8-13 sa – chiuso domenica – ingresso libero

Signal Hill: https://en.wikipedia.org/wiki/Signal_Hill_%28Cape_Town%29

punto panoramico tra Devil’s Peak e Noon Gun

Lion’s Head: https://en.wikipedia.org/wiki/Lion%27s_Head_%28Cape_Town%29

Collina tra la table mountain e il mare. 669 metri sul livello del mare – 30 minuti a piedi – si può arrivare in macchina in un parcheggio su Signal Hill.

Devil’s Peak: https://en.wikipedia.org/wiki/Devil%27s_Peak_%28Cape_Town%29

E’ un punta nella parte orientale della Table Mountain (mt.1.000).

 

C) Zona City Bowl: Principale zona commerciale della città

Bo-Kaap: E’ il quartiere malese che si trova nel City Bowl, il centro della città. A vederlo ci si rende subito conto della differenza con il resto della città. In questo quartiere ci si immerge in una realtà completamente differente. Donne velate con vestiti lunghi fino ai piedi tengono d’occhio i loro bambini che giocano sui terrazzi delle abitazioni e uomini con copricapi religiosi salgono e scendono lungo le vie acciottolate di questo mondo a parte. L’atmosfera è veramente particolare grazie anche ai profumi che si liberano nell’aria provenienti dai magazzini di spezie. Ma la caratteristica saliente del Bo-Kaap rimane sicuramente l’allegra e sgargiante colorazione delle basse case dal tetto piatto: arancio, giallo, azzurro, lilla. Praticamente un arcobaleno sceso in città! Vi consigliamo di fermarvi in un cafè all’angolo e godervi la vita dai ritmi lenti che vi scorre innanzi. Se volete approfondire la conoscenza di questo quartiere fate un salto al Bo-Kaap Museum situato in Wale St. E’ stato uno dei momenti più belli ed affascinanti dell’intera vacanza!

Turisti a passeggio, bambini che giocano, donne velate con la borsa della spesa…e tutti sorridenti e gentilissimi, mah! Questa è una delle zone residenziali più vecchie di Cape Town, le prime case risalgono alla fine del 1700. Fondato dai primi schiavi liberi , chiamati Cape Malay (malesi del capo) in realtà queste genti provenivano da India, Madagascar, Africa, Sri Lanka e solo una piccola parte era malese, nel tempo è diventato il quartiere degli islamici della città. Una chicca il Bo Kaap museum al numero 71 di Wale St., bell’esempio di casa e di vita di una famiglia musulmana benestante nell’Ottocento. All’origine dell’abitudine a dipingere la case con forti e allegri colori, l’idea degli schiavi di contestare le regole che avevano dato loro i bianchi, ossia l’obbligo di vestire con abiti di colore scuro. Il quartiere è ancora abitato per la maggior parte da musulmani, è qui che si concentrano le moschee della città, ma sta diventando sempre più oggetto di attenzioni imprenditoriali, le casette vengono acquistate e ristrutturate per creare b&b di charme e baretti dal tocco etno chic, di conseguenza si sta trasformando in una delle zone più trendy della città. E a noi…ci piace…! Il giro classico si snoda fra la Wale St., la via principale che dal City Bowl (il quartiere che definisce il centro città) sale verso Signal Hill (collina che è parte integrante della city mother ) e le laterali Buiten-gracht St,, Chiappini St. e Rose Ln. Wale St. (il cartello probabilmente è scritto in africaans). Chiappini street e Rose Lane sono le vie più fotografate, in particolare l’incrocio fra Wale street e Chiappini street è il punto più immortalato, se avete visto delle fotografie di questo quartiere multicolori, molto probabilmente saranno di questo angolo! Ci sono case blu, case gialle, case arancio, case rosa, case verdi le mie preferite sono quella verde mela e quella ocra . Ma qui gli scatti si sprecano, ad ogni passo le dita prudono, ci sono mille scorci, mille piccoli particolari che fanno “scattare” la fantasia di chi ama la fotografia. E come sempre scatta la gara a chi scopre più soggetti,

Long Street: Negozi, librerie, boutique. Case con splendidi palazzi vittoriani con i balconi in ferro battuto. Tratto più bello tra l’incrocio con Buitensingel Steet a nord e la zona dello Strand. E’ piena di ristorantini e pub frequentatissimi (tra cui il Mama Africa). Di sera l’ambiente si trasforma in una delle zone piu’ vive della città, piena di ristoranti, locali e bar di ogni tipo e per tutti i gusti. Attenzione a non girare nelle vie laterali da soli la notte.

Green-market square: Greenmarket Square è una piazza storica al centro della vecchia Città del Capo. La piazza è stata costruita nel 1696 con una casa dell’orologio. Nel 1761, quando questa venne demolita, al suo posto venne eretta la Old Town House, usata come municipio per un certo periodo. Nel corso degli anni, la piazza e’ stata usata come un mercato di schiavi, mercato ortofrutticolo, parcheggio e, più recentemente, come mercato delle pulci, souvenir africani, artigianato e curiosità. Vicino al centro della piazza c’è una pompa azionata a mano utilizzata per portare acqua pulita in superficie da un fiume sotterraneo che attraversa la città. Durante il periodo dell’apartheid, Greenmarket Square fu spesso al centro di proteste politiche, dovuto in parte alla sua vicinanza al parlamento, così come l’origine etnica dei suoi commercianti. (Ho idea che siano solo bancarelle e basta, potremmo saltarlo tranquillamente).

Old Town House: Municipio fino al 1905 quando è stato spostato a Gran Parade.

Old Gothic Church

Company’s Garden: Giardini ornamentali oasi di relax

19 Queen Victoria Street, Cape Town

07:30 to 20:30 in summer (Dec – Feb) – 07:00 to 19:00 in winter – ingresso libero

St George’s Cathedral: E’ la cattedrale anglicana di Città del Capo, Sud Africa. E ‘la sede dell’arcivescovo di Città del Capo. La cattedrale è stata progettata da Sir Herbert Baker e la prima pietra fu posta nel 1901. La cattedrale ha sostituito una chiesa costruita nel 1834 sullo stesso sito, ed è ancora incompleta.

Iziko Slave Lodge:

Museo in ricordo degli schiavi. Questo edificio è uno dei più antichi del Sud Africa. Costruito nel 1660. Fino al 1811 qui “abitavano” più di 1.000 schiavi che poi venivano venduti nella vicina Spin Street.

Open from Monday to Saturday from 10h00 to 17h00 – Closed on Sundays, Workers’ Day and Christmas Day. Adults R30 – 6-18 years R15 – Family Ticket (2 adults & 2 children) R75 – Under 5’s enter for free

Houses of Parliament

Gran Parade: E’ la piazza principale di Cape Town con Cape Town City Hall e il Castello Good Hope. E’ uno dei luoghi storici più importanti di Cape Town.

District Six: Fu dimora per quasi un decimo della popolazione di Città del Capo: il numero di famiglie residenti si aggirava tra le 1700 e le 1900. Dopo la Seconda guerra mondiale, all’inizio dell’apartheid, District Six si presentava come un ambiente cosmopolita. La quasi totalità dei residenti era di colore. ’11 febbraio 1966, il governo dichiarò District Six territorio bianco dopo l’approvazione del Group Areas Act del 1950, che sanciva il divieto di convivenza tra etnie diverse e la separazione delle zone residenziali attraverso rimozioni forzate, che furono messe in pratica a partire dal 1968. Nel 1982, si contavano più di 60.000 persone deportate verso le zone deserte circostanti, appropriatamente chiamate Cape Flats. Tutte le vecchie abitazioni furono demolite, gli unici edifici ad essere risparmiati furono i luoghi di culto. Dopo la caduta dell’apartheid nel 1994, il governo sudafricano riconobbe i reclami degli ex-residenti del distretto, impegnandosi a sostenerne la ricostruzione. Nel 1989, venne fondata la District Six Museum Foundation e nel 1994 venne inaugurato il District Six Museum. Il museo si pone come obbiettivo quello di ricordare gli eventi dell’apartheid, così come la cultura e la storia del District Six prima delle rimozioni forzate. Il piano terra del museo è ricoperto da una grande mappa stradale del District Six, con note scritte a mano da ex residenti che indicano la posizione delle loro vecchie abitazioni. Tra gli oggetti esposti vi sono documenti che descrivono la vita nel District Six, prima e dopo la sua distruzione.

Museo: R30 per person (self-guided visits) – R45 per person (with an ex-resident / guide)

R15 per scholar (International)

09h00 – 16h00 Monday to Saturday – domenica chiuso

Castle Of Good Hope: R 30 adulti – R 15 ragazzi – dale 9 alle 16 (chiuso Natale e primo gennaio)

Costruito dagli olandesi tra il 1666 ed il 1679 dalla Compagnia Olandese delle Indie orientali allo scopo di fondare un insediamento permanente nei dintorni del Capo di Buona Speranza, posto strategico lungo la rotta per le isole delle Spezie, in modo da poter approvvigionare le navi lungo la traversata che dall’Europa portava in Oriente. Il castello è il più antico edificio del Sudafrica. Ora è sede del comando militare del Western Cape.

Rhodes Memorial: E’ un monumento costruito in memoria del politico sudafricano di origine inglese Cecil John Rhodes (1853-1902). Costruito nel 1912, progettato da Sir Francis Macey e Sir Herbert Baker. Sorge sulle pendici del Diavolo Peak, sul fianco settentrionale della Table Mountain. C’è uno splendido panorama dei Cape Flats. Ingresso libero dalle 7 alle 19. Si trova vicino all’Università. Lo si raggiunge in auto seguendo la M3 prendendo l’uscita Princess Anne Interchange. C’è un grosso parcheggio gratuito e c’è un ristorante.

Mostert’s Mill: E’ un mulino a vento storico in Mowbray, Città del Capo. E ‘stato costruito nel 1796 ed è il più antico e unico sopravvissuto completo in Sud Africa. Si trova sulla M3 vicino all’Università di Città del Capo alle pendici del Devil’s Peak. E’ aperto un sabato al mese.

 

D) Zona a sud della Table Mountain

Kirstenbosch National Botanical Garden: bellissimo girdino botanico.

Adults:R50 – Children (6 – 17 years): R10 – Under 6 years: Free

Settembre – marzo 8/19 tutti i giorni

Aprile – agosto 8/18 tutti i giorni

Cape Flats : Township:

Le Cape Flats (“pianure del capo”, in afrikaans Die Kaapse Vlakte) sono una zona pianeggiante, in espansione, situata a sudest del centro urbano di Città del Capo. Si sviluppano principalemente intorno all’aeroporto fino a False Bay.

Rappresentano il “ghetto nero” (o township) della città. Storicamente, le Flats furono in qualche modo il teatro delle prove generali dell’apartheid; all’inizio del XX secolo, infatti, un’epidemia di peste bubbonica convinse il governo di quella che si chiamava Colonia del Capo a confinare la popolazione nera in queste area allo scopo di contenere il contagio. La più antica del Sud Africa è Langa, fondata nel 1927 poi ci sono Guguletu e Khayelitsha. Si possono visitare con tour organizzati. Si ha anche la possibilità di pernottare in B & B o in case private.

Costantia Valley: Si iniziò a coltivare vino in Sud Africa nel 1685 quando il governatore Simon van der Stel iniziò ad occuparsi di 763 ettari di terreno. Diede il nome Costantia a questa tenuta. Alla sua morte la tenuta venne frazionata. Questa è la strada del vino. Le più famosi case vinicole sono: Groot Costantia, Steenberg Vineyards, Buitenerwaching e Klein Costantia. Sono tutte visitabili e si possono fare degustazioni.

 

http://www.sanbi.org/gardens/kirstenbosch (giardino botanico Kirstenbosh)

http://www.districtsix.co.za/ (District Six Museum)

http://www.miprendoemiportovia.it/2012/07/bo-kaap-il-coloratissimo-quartiere-mussulmano-di-cape-town/ (Bo-Kaap)

http://www.tablemountainnationalpark.org/ (table mountain)

http://www.tablemountain.net/ (table mountain)

http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g312659-d2083328-Reviews-Table_Mountain_National_Park-Cape_Town_Central_Western_Cape.html (table mountain)

http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g312659-d481585-Reviews-Lion_s_Head-Cape_Town_Central_Western_Cape.html (lion’s head)

(Company’s Garden)

http://www.castleofgoodhope.co.za/ (Castle of Good Hope)

http://www.rhodesmemorial.co.za/memorial.aspx (Rhodes Memorial)

http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g312659-d481588-Reviews-Devil_s_Peak-Cape_Town_Central_Western_Cape.html (Devil’s Peak)

http://www.waterfront.co.za/ (waterfront)

http://www.waterfront.co.za/activities/sea (attività in mare a Cape Town)

http://www.aquarium.co.za/ (Two Ocean Aquarium)

http://www.chavonnesbattery.co.za/ (chavonnes battery museum)

http://www.southafrica.net/za/en/articles/entry/article-southafrica.net-nobel-square-cape-town (Nobel Square)

http://www.gprra.co.za/green-point-urban-park.html (green point urban park)

http://www.capetown.gov.za/en/CapeTownStadium3/Pages/default.aspx (stadio)

http://alchetron.com/Clifton,-Cape-Town-11105-W (Clifton)

http://www.constantiavalley.com/ (Costantia Valley)

http://www.robben-island.org.za/ (Robben Island)

(neighbourgoods market)

http://www.citybowlmarket.co.za/ (city bowl market)

http://www.mostertsmill.co.za/ (mulino a vento mostert’s mill)

http://www.cape-town.info/

http://www.sa-venues.com/attractionswc/table-mountain.htm

http://www.tripadvisor.it/Attractions-g312659-Activities-Cape_Town_Central_Western_Cape.html

http://travel4wildlife.com/things-to-do-in-cape-town-wildlife-adventures-in-the-mother-city/

http://www.capetown.travel/attractions

http://www.tripadvisor.it/Guide-g312659-l151-Cape_Town_Central_Western_Cape.html (città del capo in 3 giorni)

http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g312658-d481503-Reviews-Camp_s_Bay_Beach-Camps_Bay_Western_Cape.html (spiaggia a Cape Town)

http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g1026865-d317744-Reviews-Table_Mountain-Table_Mountain_National_Park_Western_Cape.html (Table Mountain)

http://www.sa-venues.com/attractionswc/capetown-attractions.htm

http://www.sa-venues.com/attractionswc/waterfront.htm

http://www.sa-venues.com/attractionswc/beaches.htm

http://www.sa-venues.com/attractionswc/kirstenbosch.htm

http://www.sa-venues.com/attractionswc/robben-island.htm

www.big5tourism.com (tour operator: Township visit R 465 – Cape Town city tour R 420 – Winelanda R 810 – Tour privato per 7 persone ½ giornata R 2800 intera giornata R 3300)

 

13) 23 agosto 2016, martedì – km.47 – tempo bello

Facciamo colazione in camera e alle 7.40 saliamo sul pulmino che ci viene a prendere per l’escursione alla township. Costa R 550 € 37 a testa. Andiamo all’hotel Protea perché c’è il punto d’incontro con altri turisti. Cambiamo pulmino e ci indirizziamo al museo dell’Aparthaid al District Six. Poi ci trasferiamo alla township Langa. Rimaniamo solo sulla strada più esterna e siamo accompagnati da due ragazzi giovani che abitano qui. Ci dicono loro dove poter fotografare. Visitiamo un paio di case e poi andiamo in un asilo. I bambini ci cantano una canzone. Che meraviglia, sono uno più bello dell’altro. Le bambine si divertono a farsi fotografare e poi vogliono vedere sul display il risultato. Andiamo poi in una baracca adibita a bar dove producono la birra. Alcuni la assaggiano ma si beve direttamente dal bidone. Noi evitiamo. Poi facciamo sosta dallo sciamano. Lungo la strada percorsa a piedi o con il pullmino vediamo tante realtà al limite della tollerabilità. Non ci sono solo baracche. Molte case sono in muratura e sono dello stato. Non tutta la gente che vive qui è disperata. Vediamo uscire da alcune case pesone con giacca e cravatta che si indirizzano al lavoro. La maggioranza comunque è povera gente. I bambini giocano a piedi nudi sulla strada con un pneumatico. I panni sono stesi ovunque.

Ripartiamo facendo sosta su un cavalcavia per vedere la township Guguleto dall’alto. Questa è ancora peggio perché c’è un fiumiciattolo pieno di immondizia e le baracche sono costruite lungo questo. Non abbiamo parole. Il rientro in hotel viene fatto nel completo silenzio. C’è da riflettere, e non poco. Arriviamo alle 13.00. Paghiamo l’escursione (ha la macchinetta per la carta di credito in macchina, ma ovviamente accetta anche contanti). Mangiamo un toast nel ristorante dell’hotel e poi ci indirizziamo subito alla Table Mountain visto che il tempo è bello. La cosa migliore sarebbe stato andare domani mattina ma, nonostante le previsioni dicono che il tempo sarà sereno, non volevamo correre il rischio che la cima si copra, come capita spessissimo (è difficile vedere la montagna senza la famosa table cloth…) oppure che si alzi il vento e la funicolare chiuda. Parcheggiamo e Pier decide di non venire. Trovarsi ai piedi di questo muro di roccia con la piccola cabinovia che sale con una pendenza notevole, gli fa girare la testa. Non gli è mai capitato però qui dice che non se la sente. Mah! Vorrà dire che la prossima volta andiamo su a piedi. Pago (andata e ritorno) R 255 € 17 per me e R 125 € 8,34 a testa per Matteo e Martina. C’è coda ma aspettiamo solo una mezz’oretta. Saliamo alle 15.00. Panorama da urlo già sulla funicolare. Io mi concentro di più a cercare di capire da dove passano i sentieri per arrivare sulla vetta a piedi. Mi girano da morire le scatole andare in questo modo ma i nostri figli, se li facevamo camminare in montagna anche qui… ci linciavano… Sulla vetta c’è vento e l’aria è gelida. Il cielo si vela leggermente. Il panorama toglie il fiato sia sul lato del porto che su quello di Camps Bay. Facciamo un giro nei vari punti panoramici camminando tra i dassie. Davvero bello. Scendiamo e Pier ci aspetta sotto. Anche lui ha buttato un occhio sui sentieri … In macchina raggiungiamo Signal Hill. Guardando la montagna dal mare la prima collinetta a destra sopra il porto è appunto Signal Hill (https://en.wikipedia.org/wiki/Signal_Hill_%28Cape_Town%29), la seconda è il picco di Lion’s Head (https://en.wikipedia.org/wiki/Lion%27s_Head_%28Cape_Town%29), poi c’è il blocco della Table Mountain poi a sinistra Devil’s Peack (https://en.wikipedia.org/wiki/Devil%27s_Peak_%28Cape_Town%29). Siamo al tramonto e la montagna si tinge di colori tenui. L’isoletta di Robben Island si vede benissimo a poca distanza dalla costa. Arriviamo poi in hotel alle 18.00. Doccia e andiamo a cena da Maestro’s (http://www.maestros.co.za/), avevamo fatto prenotare dal receptionist del nostro albergo. Il locale è sulla spiaggia. Se fosse chiaro vedremmo benissimo la Table Mountain, ora vediamo solo tutte le luci della città. Bella posizione. Ceneremo davvero bene, tutto pesce (R1200 € 100). Alle 22 dormiamo. Da quando siamo su questa costa gli orari sono decisamente cambiati.

 

14) 24 agosto 2016, mercoledì – km.72 – tempo bello

Visto che non riusciamo ad andare a Robben Island, i ragazzi oggi vorrebbero andare in centro e poi nella zona del porto. Io e Pier saremmo saliti a piedi sulla Table Mountain visto che non c’è una nuvola e non c’è vento. Ma ogni tanto bisogna scendere a compromessi quindi optiamo per una camminata più breve (lasciandoli a dormire) e poi giro in centro. Alle 8 lasciamo l’hotel. Questo è l’orario critico per arrivare in centro. Arriviamo al parcheggio di Lion’s Head alle 8.30. Ci impieghiamo 1 h e 40 ad andare e tornare. La camminata gira intorno alla montagna con un sentiero semplicissimo poi quando si torna sul lato anteriore (sul porto), incomincia ad arrampicarsi. In un punto c’è una scala a pioli in ferro (fissata alle rocce) e in altri punti corde di sicurezza visto che si è molto esposti. Si sale su questo versante fino a quando si arriva a vedere Camps Bay. Da qui si va dritti in vetta. Il panorama è davvero bello. Si vede tutta la città ai propri piedi da una parte e dall’altra lo scenario della Table Mountain. Scendiamo velocemente e alle 10.30 siamo in hotel. I ragazzi sono scesi a fare colazione al ristorante. Doccia e ripartiamo. Passiamo per Gran Parade, vediamo il Castle of Good Hope e poi parcheggiamo a pagamento vicino al Parlamento, lungo il Company’s Garden. Un omino rilascia il biglietto da esporre. Facciamo due passi nella via principale, St.Jeorges Mall, dove ci sono negozi e bancarelle. Abbiamo tutti fame quindi ci fermiamo al ristorante Doppio Zero. Pranzo ottimo R550 € 46. Proseguiamo poi per la piazza Greenmarket Square, facciamo sosta al Company’s Garden e torniamo alla macchina. Facciamo una puntatina veloce al colorato quartiere malese di Bo-Kap e poi andiamo a Camps Bay passando per Kloof Nek Road. Arriviamo sul mare e parcheggiamo. Essendo una bellissima giornata c’è gente in costume in spiaggia che prende il sole e due matti fanno il bagno. E’ un bel posto di villeggiatura. Acquistiamo due tele dipinte (R270 € 18). Ripartiamo verso Clifton facendo però sosta in un parcheggio alla fine della spiaggia di Camps Bay dove c’è un piccolo promontorio. Sapevo che da qui la vista era molto bella ed in effetti è un bel colpo d’occhio. Si vedono alla perfezione i 12 Apostoli, sono 12 “gobbe” del versante sud della Table Mountain. Passiamo per le 4 spiagge di Clifton (divise da panettoni di rocce) ed arriviamo a parcheggiare al porto (R30 € 2 per 4 ore). Facciamo due passi. In mare vediamo alcune otarie del capo e nello spazio a loro dedicato (a sinistra della torre rossa dell’orologio) ce ne sono 4 che prendono il sole. Facciamo un giro per i negozietti. Fa effetto vedere la Table Mountain. L’anno scorso quando eravamo qui, c’erano le nuvole talmente basse da non vedere nulla. Acquistiamo l’amarula (liquore tipico fatto con i frutti della pianta di marula) e poi andiamo a cenare da Ferryman’s (http://ferrymans.co.za/). Ottima ultima cena africana (R 821 € 55). Rientriamo in hotel per le 19.30. Litigo con le valigie e poi andiamo a dormire …

15) 25 agosto 2016, giovedì – km.25 – tempo nuvoloso/bello

Ci svegliamo con una nebbia da non vedere ad un metro dal ns naso. Alle 9.00 lasciamo l’hotel. Abbiamo un sacchetto di cose da mangiare ancora chiuse e della frutta. Vogliamo lasciarlo ad un barbone ma ne vediamo solo un paio e sono dalla parte opposta della strada. Quindi puntiamo ad una township. L’autostrada che porta all’aeroporto ha baracche su entrambe i lati. Prendiamo una strada a caso, facciamo solo un centinaio di metri e vediamo due signore anziane a bordo strada. Ci fermiamo e diamo loro il sacchetto. Una si fa il segno della croce. Facciamo inversione ed un paio di uomini alzano la mano in segno di saluto/ringraziamento. Arriviamo all’aeroporto e facciamo gasolio e alle 10.00 lasciamo l’auto con 1470 km. al nostro attivo. Risulta che ha una gomma segnata. Ci dicono che non addebiteranno nulla ma poi troveremo l’addebito di R 1012 € 64 per il drop-off (come concordato visto che presa ad Upington e lasciata a Cape Town) e R 224 € 14 per la gomma. Entriamo in aeroporto e Martina, innamorata del biltong, si compra un ultimo sacchetto e poi andiamo a pranzo in un bar in attesa del volo. Lasciamo la città alle 13.30. Atterriamo a Dubai dopo 9 ore e 1/2 di volo.

16) 26 agosto 2016, venerdì

Altre 6 ore di volo e alle 8.30, a Milano.

Alla prossima…

 

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