Viaggio di coppia in Sudafrica? Prima leggi i 10 consigli per goderti al meglio questa vacanza

Partire preparati per il Sudafrica
Scritto da: Babadingding
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Doverosa premessa: è un viaggio fantastico che rifarei con molto, molto piacere. Quindi non esitate a intraprenderlo; merita davvero! Ho letto tanti resoconti di viaggio, con itinerari e luoghi da visitare, per cui mi sembra un po’ ridondante ripetere le cose che, più o meno, sono sempre e stesse. I giri, bene o male, spesso si sovrappongono. Ma visto che risolvere i problemi è più complicato quando si è impreparati, ecco una top ten di quello che è successo a noi (con possibili soluzioni).

Siamo partiti per un viaggio di coppia in Sudafrica il 24 settembre e siamo tornati in Italia il 12 di ottobre; partenza da Cape Town e rientro da Johannesburg. Il periodo è fantastico: essendo quasi primavera si vedono ancora le balene con i loro piccoli nel sud e si possono ammirare i cuccioli nei parchi. Il momento in cui siamo rientrati, però, a mio avviso era l’ultimo opportuno per fare i parchi: sugli alberi già spuntavano le foglie; pochi giorni e sarebbe stato molto più difficile avvistare gli animali. Nei parchi, poi, iniziano ad esserci le zanzare che possono portare la malaria. Di ciò ho sentito dibattere a lungo su questo blog ed ho io stessa ho stressato la community per avere informazioni e chiarimenti, ottenendo pareri discordanti.

Alla fine noi ci siamo regolati così: ho acquistato in Svizzera un antizanzare che è, sostanzialmente, il passo prima del DDT. Si chiama ANTI BRUMM ultra tropical ed è efficace contro qualsiasi cosa, dalle zanzare che portano la malaria a quelle che portano la febbre gialla, dal virus del West Nile alle zecche giganti (attenzione, però, se entra casualmente in contatto con le mucose – od anche solo le labbra – l’effetto non è piacevole e dura per un paio d’ore).

In Sudafrica è universalmente diffuso (ed acquistabile ovunque) il repellente per insetti Peaceful Sleep che, però, mi sembra meno efficace. Interessante è, invece, il medesimo prodotto nel formato spray per ambienti: spruzzato all’interno di camere e bungalow protegge senza dover utilizzare gli zampironi che, per quanto ho potuto appurare, non vanno utilizzati in ambienti confinati.

Così facendo ero abbastanza tranquilla di aver risolto il “problema malaria”, che in questo periodo inizia ad essere sentito, ed ero convinta di non dover far altro, ma a St. Lucia i locali mi hanno caldamente consigliato di assumere un antimalarico specifico. Fortunatamente me lo ero portato dall’Italia, anche se facevo conto di non assumerlo. E qui apriamo un’altra parentesi: al centro di consulenza della ASL ci avevano consigliato il Malarone, ma gli effetti collaterali erano troppi e ci eravamo seriamente spaventati sino a decidere di soprassedere. Il mio medico, allora, ha trovato un antibiotico che viene normalmente usato per il sudest asiatico ma che funziona molto bene anche in Africa (Bassado). Ha effetti collaterali praticamente nulli se si esclude che è fotosensibile e che la profilassi va continuata per 30 giorni dall’ultimo possibile contatto. Ulteriore opzione: a St. Lucia abbiamo trovato un negozio di articoli sportivi che vendeva camicie e pantaloni “anti puntura”. In Italia non ne ho mai visti di simili e se si rende necessario acquistare materiale per il viaggio, forse conviene valutare di fare shopping in loco (attenzione, però: i negozi di St. Lucia chiudono alle 17.00). Una possibile alternativa è quella di invertire il percorso; fare prima i parchi e poi scendere verso Città del Capo. Il finale è meno entusiasmante ma ad inizio primavera può essere una valida soluzione.

Cosa aggiungere? Il Kruger Park confina con il Timbavati Game Reserve; non vi sono confini tra l’uno e l’altro per cui gli animali si spostano tra una riserva e l’altra. Cosa cambia, allora? Al Kruger si deve necessariamente restare sulle piste per cui si possono vedere gli animali solo se si ha fortuna mentre nei game safari le guide hanno la possibilità di seguire le tracce anche attraverso il bush. Questo permette di avere maggiori possibilità di trovare i big five e poterli vedere da vicino. Le uscite sono all’alba: valutate, in caso di bambini, se la cosa può essere adatta a loro. È sempre molto utile avere delle power bank (il massimo trasportabile in aereo è di 2 a persona, rigorosamente nel bagaglio a mano). Per scegliere in quale campo fermarvi al Kruger leggete sul sito quali animali è più facile incontrare in ognuno dei punti e scegliete quello più adatto ai vostri interessi: i leoni sono avvistabili solo in alcune zone mentre in altre è più facile ammirare la fauna avicola (che, però, non era il focus del nostro viaggio). Altro must: appena arrivati al Kruger acquistate una mappa del parco con i vari sentieri e percorsi.

Nota generale: nei parchi spesso non vi è connessione internet per cui, anche se vi siete procurati una sim locale, avrete delle zone di “buio”. Si può risolvere con il caro, vecchio metodo della cartina cartacea: non sarà tecnologicamente avanzata ma funziona.

Passiamo, ora alle “sciagure” personali:

  1. Il giorno stesso del nostro arrivo a Cape Town hanno spaccato il vetro della nostra macchina per cercare se ci fosse qualcosa da rubare. Da qui alcuni consigli:
    1. non lasciate nulla in vista.
    2. prelevate in aeroporto: se avessimo avuto dei contanti avremmo potuto lasciare la macchina in custodia a un parcheggiatore; sono assolutamente abusivi, ma di solito si occupano della vettura. A questo proposito, i parcheggi regolari costano davvero pochissimo.
    3. partite sapendo dove possa esserci una stazione di polizia: fare denuncia è assolutamente inutile ma serve per l’assicurazione (a Cape Town è esattamente davanti al six district museum)
    4. se noleggiate una macchina è fondamentale avere una polizza a copertura totale ma non fatevi tentare da quelle che vi offrono in fase di prenotazione online: stipulatela con chi vi noleggia effettivamente la macchina. In questo modo risponderanno direttamente e subito di eventuali danni (farci sostituire la macchina a noi è costato 45 minuti di tempo ma l’esperienza nell’ufficio di polizia è stata etnologicamente impagabile)
  2. Prima di partire ho consultato il sito del ministero degli Esteri “Viaggiare Sicuri” ed ho avuto un po’ di informazioni, ma ho trovato veramente esaustivo (e ben più utile) l’omologo francese. In esso sono specificati comportamenti da tenere in caso di aggressione; quartieri da evitare nelle varie città ed anche la lista di ospedali a cui ci si può rivolgere (questa, almeno, ce la siamo evitata)
  3. I giorni prima del nostro arrivo vi erano state delle alluvioni nella zona di Città del Capo per cui molte strade erano chiuse. Il navigatore ci ha fatto fare dei percorsi assolutamente improbabili che finivano davanti a proprietà private. Inizialmente la cosa ci ha bloccato fino a quando non abbiamo incontrato una famiglia sudafricana che ci ha detto che vi era diritto di passo. Non so se la cosa sia sempre valida o solo nella specifica emergenza ma conoscere questa possibilità può essere utile.
  4. Sembra esserci un fiorente mercato di macchine fotografiche di seconda mano per cui se (come a noi) vi muore la fotocamera nel bel mezzo del viaggio non disperate e provate a chiedere in un negozio di ottica.
  5. La presa di corrente che viene utilizzata in Sudafrica non è contenuta nei normali adattatori. Noi l’abbiamo acquistata su AliExpress
  6. I tratti di strada senza distributori sono lunghi: non andate mai al di sotto della metà del serbatoio, fate benzina prima
  7. Vi sono pochi caselli ma in molti di questi avevano difficoltà ad accettare le carte, abbiate sempre qualche contante con voi
  8. Prestate attenzione al fatto che, anche su strade a veloce scorrimento, possono esserci animali (anche di grosse dimensioni) e persone che camminano ed attraversano lungo la strada
  9. Cercate di essere a destinazione entro il tramonto (per quanto sopra)

Ciò detto, vi auguriamo un viaggio piacevole e ribadiamo che con convinzione che il Sudafrica merita davvero.

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