Alla scoperta del Kruger National Park
Vaccinazioni: alla Asl mi hanno consigliato profilassi antimalarica ma abbiamo trovato solo pochissime zanzare in questo periodo, che per il Sudafrica corrisponde al tardo autunno. Considerate anche che c’erano donne incinte e neonati i quali non mi sembravano angosciati dal rischio malaria.
Trasporti e strade: noleggio auto e riconsegna all’aeroporto OR Tambo. Le strade extraurbane sono molto ben tenute, larghe e ben segnalate. Noi ce la siamo cavata anche senza navigatore! Non siamo mai stati fermati dalla polizia, quindi non so nemmeno se mi avrebbero chiesto la patente internazionale fatta apposta per questo viaggio. Ci sono pochissimi distributori di carburante quindi, appena potete, fate il pieno. Non ci siamo mai sentiti in pericolo ai semafori, nemmeno quando, inevitabilmente, eravamo fermi alle stazioni di servizio o abbiamo sbagliato strada chiedendo indicazioni ai passanti a Johannesburg. Al Kruger le strade sterrate percorribili liberamente sono in ottime condizioni, prive di particolari buche o pendii, pertanto non occorre assolutamente noleggiare un 4×4; l’unico vantaggio foooorse potrebbe essere la seduta più alta, ma vi assicuro che in 10 giorni non l’abbiamo mai rimpianto, e comunque coi soldi risparmiati del noleggio 4×4 potete farvi molti safari guidati (su jeep altissime!).
Info pre-viaggio: prenotazioni online delle sistemazioni al Kruger su http://www.sanparks.org, effettuate a febbraio (c’erano già pochissimi posti, quindi prenotate qualche mese prima se volete bagno privato). Da questo sito e dal sito www.krugerpark.co.za abbiamo scaricato un’infinità di informazioni sul parco, comprese preziose informazioni su flora, fauna e geologia: secondo me è INDISPENSABILE per prepararsi a godere coscientemente il parco! In pratica abbiamo stampato un piccolo libricino! In vendita presso tutti i negozietti ed i gate di ingresso è in vendita una piccola brochure contenente cartine dettagliate e illustrazioni di tutti gli animali del parco, anche in lingua italiana.
Igiene: massima igiene nei campi e nei bagni. Nei campi principali (cioè non nei bushveld camp che non abbiamo purtroppo visitato) la biancheria bagno viene cambiata quotidianamente ed i letti rifatti ogni giorno. I bagni comuni sono pulitissimi, quindi tornando indietro forse farei più notti in stanze col bagno in comune per risparmiare un po’. I punti panoramici sparsi per il parco sono sempre dotati di servizi igienici pulitissimi. Ogni tanto qualche mensola o armadietto dei bungalow erano impolverati ma nulla di molto peggio rispetto a certi hotel italiani e poi considerate che siamo in mezzo alla savana 😛
Tutte le finestre hanno le zanzariere e i campi principali hanno lavanderie self service.
Ristorazione e market: i main camps hanno negozi fornitissimi e i ristoranti appartengono per lo più ad una catena commerciale “Mugg & Bean” che propone solo cibo americano: un peccato, dato che ci aspettavamo di mangiare qualcosa di tipico. La sera i sudafricani usano fare il braai (cioè il barbeque) davanti al proprio bungalow: infatti ogni alloggio ha un barbeque privato e dei tavoli ed in ogni supermarket sono in vendita molti tipi di carne e tutto l’occorrente per grigliare (Se non volete comprare al market spazzola per griglia, pinze e griglia nuova potete portarvele da casa)! anche le camere con bagno in comune hanno il proprio tavolino con braai e le cucine comuni sono molto utilizzate e pulite. Le sistemazioni col cucinino privato hanno qualche stoviglia a disposizione.
Presa elettrica (Plug Type M): l’abbiamo acquistata all’aeroporto di Johannesburg (li vende perfino la farmacia!) per meno di 10€, perché impossibile trovarla perfino a Dubai.
Cellulare e wifi: non abbiamo fatto nessuna scheda locale in quanto comunque la copertura non coinvolge tutta l’area del Kruger: e poi in un posto così meraviglioso va goduto staccando da tutto il resto! Il Wifi c’è solo a Skukuza, gratuitamente, nell’area del ristorante.
Campi: campi utilizzati, in ordine temporale: Mopani – Mopani – Olifants – Satara – Satara – Satara -Lower Sabie -Lower Sabie –Lower Sabie -Lower Sabie; Mopani è stato l’unico in cui il ristorante non era appartenente alla catena sopra citata: abbiamo pertanto apprezzato i piatti locali in ambente molto tipico! Ci sono piaciuti maggiormente i campi più piccoli; per fortuna non abbiamo pernottato allo Skukuza perché troppo grande e caotico, commerciale e affollato. Quasi tutti i campi hanno la piscina ma non l’abbiamo mai usata perché sarebbe stato un peccato sguazzare in piscina mentre là fuori passeggiavano giraffe, elefanti ecc… Rispettate rigorosamente gli orari di chiusura dei cancelli dei campi: altrimenti rischiate la multa o di passare la notte in macchina!
Esperienza: godetevi il più possibile la mattina presto e il tardo pomeriggio, sono i momenti migliori per avvistare gli animali più schivi. Noi abbiamo visto 4 leoni in mezzo alla strada asfaltata appena usciti dal campo alle sei del mattino. Nella nostra esperienza comunque abbiamo visto sempre tutti gli animali in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi habitat: non ci è sembrata esserci alcuna alcuna differenza tra strade asfaltate o sterrate riguardo alla densità e qualità degli avvistamenti. I panorami sono meravigliosi, sia in pianura, sia sulle alture e soprattutto vicino ai fiumi ed alle dighe/pozze, dove potete osservare gli animali che si abbeverano. Abbiamo avvistato molti felini attorno al Satara e al Lower Sabie.
Noi abbiamo prenotato la sera prima due safari, uno al mattino presto ed uno la sera, fatti con la jeep a nove posti. Il “morning drive” parte dal campo quando è ancora buio ed il campo è chiuso: fa abbastanza freddo (c’è una coperta per coprire le gambe), si apprezza l’alba e la sua luce fioca che dissolve pian piano la nebbiolina della savana. Il “sunset drive” parte prima della chiusura del campo, si apprezza il tramonto ed il buio e si rientra per cena: io l’ho preferito in quanto fa più caldo e (credo per sola fortuna) abbiamo visto con tutta calma accanto alla jeep sia il leopardo sia il ghepardo. Entrambe le esperienze vanno provate secondo me, sia perché si è in giro per il Kruger quando tutti gli altri turisti sono già (o ancora) chiusi nei campi, sia perché le guide hanno occhi e informazioni che i comuni turisti non possiedono. Abbiamo vissuto giornate indimenticabili e gli incontri ravvicinatissimi con singoli animali e con mandrie e famiglie intere sono stati innumerevoli e sempre emozionanti; il silenzio, i panorami ed i colori sono eccezionali. Ci tornerei (senza stufarmi) altre mille volte! Consigliamo di evitare l’alta stagione per evitare l’affollamento che impoverisce l’emozione di essere soli in mezzo agli animali: non ci sono infatti piaciuti gli incontri, ad esempio alcuni coi leoni, in cui il povero animale è attorniato, imbarazzato ed innervosito da dieci/quindi auto come in un parcheggio di un centro commerciale… meglio vedere meno ma assaporare con tranquillità e silenzio l’incontro con l’animale, per godere delle sue espressioni, dei suoi movimenti e comportamenti più naturali possibili, non influenzate da troppi spettatori. Mi raccomando, portatevi almeno un buon binocolo: fa la differenza e sono soldi ben spesi! Inutile dirlo, ma più giorni fate e meglio è…. in meno di tre giorni credo sia una follia poter dire di avere visitato il Kruger… come dire di avere visitato Roma in mezza giornata. Anche se avvistate un animale molte volte, ogni volta è sempre emozionante, differente e complementare alle volte precedenti.
Ci è sembrato di essere dentro un documentario della National geographic society!
Costo: abbiamo speso 1500€ a testa, volo e noleggio auto compresi. Di giorno pranzo al sacco o panino veloce, mentre la sera sempre al ristorante.
Al rientro verso Johannesburg abbiamo visitato il Blyde River Canyon. In giornata si riesce a fare se avete l’aereo la sera tardi e se vi limitate a dare un’occhiata ai punti panoramici del Canyon, senza fare alcuna escursione e senza contrattempi.