Giro nel Nord Est d’Italia

Lombardia, Veneto, Friuli e un salto in Croazia... ne vale la pena
Scritto da: paolasche
giro nel nord est d'italia
Partenza il: 03/04/2014
Ritorno il: 10/04/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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3 aprile, partenza da Legnano verso le 14.00, cielo grigio, arrivo a TREVISO verso le 17.30 sulla fida 500. Lasciamo i bagagli al B&B Borgo Cavour, molto carino, in una vecchia casa ristrutturata, gradevole miscellanea di moderno e vecchio. Giro perlustrativo della cittadina che subito ci appare corrispondere alle aspettative! Belle strade, belle case su cui spesso si intravedono antichi affreschi (Treviso “urbs picta”), bei negozi con vetrine curate e ornate, pulizia, bella gente benestante, tante biciclette e tanta acqua! Siamo alla confluenza tra i fiumi Botteniga-Cagnan e Sile e Treviso è delimitata e attraversata da canali, per cui tra viuzze porticate e viali alberati si godono scorci veramente stupendi con l’acqua che scorre lentamente o passa in cascatelle sotto le case.

Piazza dei Signori con il Palazzo dei Trecento, il palazzo del Podestà e il “Campanon”, torre civica merlata.

Calmaggiore, via principale porticata; la Pescheria, isolotto dove si tiene il mercato del pesce. Ogni tanto si incontra un vecchio mulino, portavasi fioriti sulle balaustre.

Cena all’Oca Bianca dove gustiamo un bel piatto di baccalà alla vicentina e seppie alla veneta, serviti con polenta alla brace e conditi con un ottimo Merlot! Prima di andare a dormire un salto in Piazza per assistere al collegamento in diretta con “Servizio Pubblico”: Sandro Ruotolo intervista i sostenitori della Liga veneta armati di bandiere rosse e gialle con il leone di San Marco. No comment, per fortuna sono in quattro gatti.

4 aprile, io ho dormito da dio, Carlo si lamenta del rumore mattutino sulla strada; buona colazione e altro tour della città: mercato del pesce, mercato frutta e verdura (entrambi pulitissimi e ordinatissimi), Università, confluenza tra Cagnan e Sile come raccomandato dal prof. e da Dante “…dove Sile e Cagnan s’accompagna…”, chiesa di S. Maria Maggiore, passeggiata per la Riviera Santa Margherita fino al complesso tardo gotico di S. Nicolò. Ritorno a Borgo Cavour per riprendere la macchina in direzione BASSANO del GRAPPA e sul ponte ci siamo dati la mano ma niente bacin d’amor! Carina Bassano, ampie piazze, grande orologio del ‘500, distillerie di grappa, bei palazzi, muri con ancora i segni delle pallottole della Grande Guerra, negozietti di ceramica, Torre Civica che domina la cittadina, castello, Pieve di S. Maria in colle. Saranno i ricordi da bambina quando mia nonna mi cantava la canzone, ma il ponte degli alpini è proprio affascinante, dal 1100 distrutto e ricostruito 8 volte, sempre in legno, dal 1569 su un progetto del Palladio; 64m X 8m, sostenuto da grossi piloni frangiflutti e coperto da una tettoia, dalle due spallette che sporgono sul Brenta si gode una bella vista del fiume, delle colline verdi con alberi fioriti e belle case colorate. Al museo della grappa impariamo che la parola “ermetico” deriva da Ermete, un alchimista medievale! Sosta per un piatto di affettato e un calice di cabernet e ripartiamo verso UDINE, non senza aver comperato il magnete con il ponte!!

Arrivo all’hotel San Giorgio, senza infamia e senza lode, pipì e subito a piedi verso il centro della città. E’ buio, ma se è vero che la prima impressione è quella che conta, Udine ci piace! Colpisce l’ordine e la pulizia, grandi piazze una dopo l’altra, arriviamo al Duomo dove sta affluendo un sacco di gente per un concerto di rito anglicano tenuto dall’orchestra di Westminster. Ma noi abbiamo fame…arriviamo a Piazza della Libertà, con l’elegante Loggia del Lionello rivestita con fasce alternate di pietra bianca e rosa e con un grande loggiato che guarda l’imponente Porticato di S. Giovanni, rinascimentale, sormontato dalla torre dell’orologio con due mori che battono le ore e il Castello del ‘500. Ma la piazza che ci colpisce di più è l’enorme piazza Matteotti o di S. Giacomo, circondata da antichi palazzi a bassi portici sotto cui ci sono decine di bar uno dietro l’altro, ai cui tavolini centinaia di persone si godono l’aperitivo. In mezzo alla piazza una fontana e in fondo la chiesa barocca di S. Giacomo e il pozzo poligonale.

Cerchiamo e troviamo l’osteria La Ghiacciaia, in via Zanon fiancheggiata da una roggia a cielo aperto e mangiamo benissimo e tantissimo: Carlo minestra d’orzo e fagioli e poi gulash, io risotto con spinaci selvatici, prosciutto di San Daniele, formaggio di fossa con polenta! Il tutto annaffiato da un ottimo Refosco. L’osteria è proprio uno dei posti che piace a noi, tutta in legno con vecchi quadretti appesi, niente tovaglia ma bensì carta gialla! Non contenti ci fermiamo in piazza per un grappino e poi a nanna.

Sarà stato il troppo cibo, la stanchezza, sta di fatto che ci siamo svegliati alle 10.30! L’ing. Si giustifica dicendo di non aver visto la luce filtrare, in effetti sta piovendo!

5 aprile, sotto l’acqua ci dirigiamo verso Cividale, la mia terra di origine da parte materna! Ripasso il nome di tutti i parenti vivi e morti e dopo mezz’ora siamo in Piazza del Duomo, con il Palazzo Comunale a portici ogivali e bifore, il Palazzo dei Provveditori oggi sede del museo archeologico. Ponte del Diavolo sul Natisone e camminiamo a zonzo fino al Tempietto longobardo, bellissimo, dell’VIII secolo, con stucchi figurati e 6 figure femminili longilinee, austere ed eteree. Stalli di legno del ‘400, affreschi, lastre di marmo che ricoprivano le pareti. San Biagio, chiesetta con facciata affrescata e telefonata a Lucietta Brosadola che ci accoglie a Palazzo Pontotti-Brosadola per un caffè e ci fa da cicerona tra splendide stanze e scaloni completamente affrescati da Chiarottini nel 1750. Che casa! I conti Pontotti furono mecenati di questo allievo del Tiepolo che per riconoscenza ha affrescato la loro abitazione. Il palazzo è veramente incredibile: rosa, azzurri, putti alati, cornucopie di fiori, affreschi con influenze del Canova… per non parlare degli stupendi pavimenti in legno intarsiato, del soffitto della sala da pranzo dipinto su tela di cotone incollata alle travi, giardino, serra con limoni e piante grasse, tempietto dove ha suonato Vivaldi, vista di un mulino sul Natisone. Chiacchiere infinite ma piacevoli della castellana, tutto veramente splendido. Pensare che non ero più stata a Cividale da quando ero bambina! Compero la “gubana” di antica memoria e torniamo a Udine. Facciamo un altro giro con la luce pro foto. Saliamo al castello e in generale restiamo colpiti dall’eleganza dell’ambiente e della gente. Carlo non rinuncia alla calamita ricordo, aperitivo in piazza Matteotti e per non rischiare ritorniamo alla Ghiacciaia: brovada e mulet (rape bianche a fettine cotte nell’aceto e cotechino) con polenta, asparagi bianchi con uova sode strapazzate, frico (patate, cipolle e uova tipo frittata) con polenta, trevigiana ai ferri con formaggio di fossa!

6 aprile: ottima dormita, colazione e partiamo verso la Basilica di Aquileia, dedicata alla Vergine e ai Santi Ermacora e Fortunato. E’ veramente interessante e affascinante, la sua storia architettonica inizia nel 313 d.C. e termina nel 1450! Tra il pavimento e il soffitto che vediamo oggi, trascorrono 1000 anni di vicende storico-artistiche! Il pavimento, 760 mq, è il più esteso mosaico paleocristiano del mondo occidentale, è policromo, diviso da fasce di tralci di acanto in 10 “tappeti”, ognuno rappresenta una scena diversa: la lotta tra il gallo e la tartaruga, i ritratti dei benefattori, ma quella che rimane più impressa è una grande scena di pesca, con tantissimi pesci diversi, dai delfini ai calamari, le seppie, le meduse, le triglie: è davvero magnifica. Restiamo un bel po’ ad osservare animale per animale. Questo mosaico è stato scoperto nel 1909, perché le varie chiese che si sono sovrapposte nei secoli l’hanno tenuto nascosto e forse preservato.

Nella cripta degli scavi si vedono i resti archeologici di epoche diverse: a livello della passerella il cocciopesto relativo al pavimento del IV sec., più sotto i mosaici di una domus romana del I sec., a livello superiore mosaico dell’epoca di Attila. Ovviamente Carlo è salito sul campanile di Poppone, 73 m., 126 gradini, io l’ho aspettato sotto! Suggestivo cimitero dei primi caduti del 1915, fra i cipressi.

Un lungo rettilineo attraverso la laguna ci porta a Grado che però non ci piace molto. C’è un bel sole caldo, facciamo avanti e indietro il Lungomare Nazario Sauro, cemento e sabbia grigia… un vacanzificio dice l’ing. abituato alla Sardegna! Fritto misto e insalata per tappare il buco, giro sul porto canale, nei campielli, a vedere l’isola Schiusa e ci avviamo verso Trieste che invece è proprio bella!

Elegante, grande, palazzi imponenti, ricchezza che c’è stata e forse c’è ancora, città in cui si respira l’impero. Albergo Urban, ottimo, per posizione e perché un 4 stelle a 85€ è un colpo di fortuna! Parcheggio semplice e subito in giro: Piazza dell’Unità d’Italia, Molo Audace, Piazza della Borsa, Canal Grande, aperitivo al Caffè degli Specchi, ci trattiamo bene perché siamo dei vecchi signori!

Cena da Scarpon in via Ginnastica e come al solito ci abbuffiamo: matriciana con gamberi e tris di sardone l’ing., io paccheri con polpette di sarde e baccalà mantecato. Per aiutare la digestione grappino vicino all’albergo.

7 aprile, bellissima giornata di sole, andiamo all’estero al mare! Comperata vignetta e cartina stradale arriviamo a CAPODISTRIA, bella piazzetta veneziana, calli strette, porti industriale e turistico e poi ISOLA, proprio carina. Carlo vede la barchetta che gli andrebbe bene! C’è molto verde, sembra di essere in Liguria, non ho mai visto glicini fioriti così grandi arrampicati anche su altri alberi. Sosta a PORTOROSE, alberghi, spiaggia banchinata in cemento con gradini per scendere in acqua, bella gente, tanti giovani e bambini. Tutto è molto curato. Mangiamo un sandwich e decidiamo di tornare a Trieste per guardare quello che ci manca! Prima di tutto il Castello di Miramare: è bellissimo, Massimiliano d’Austria aveva buon gusto. Proprio a strapiombo sul mare è in un parco marino protetto e si gode uno splendido panorama del golfo di Trieste. Con Booking troviamo l’hotel Città di Parenzo, ovviamente in centro e andiamo al Castello, a San Giusto, Santa Maria Maggiore…. ora siamo seduti in un bar sul Canal grande a gustarci un prosecco. Cena alla Trattoria da Giovanni, tutto sommato deludente.

8 aprile, partenza per REDIPUGLIA e visita al sacrario di 100.000 morti della I Guerra mondiale, 40.000 con nome e cognome, 60.000 ignoti. Ragazzini che sdraiati sui gradoni, cioè sulle tombe, mangiano patatine… questa è la scuola che mi fa incazzare! Giro alla ricerca delle trincee sul Carso, ma troviamo poche indicazioni.

Costeggiando l’Isonzo che ha un bellissimo color acquamarina arriviamo a GORIZIA, ma sarà perché sono le 14 e non c’è in giro nessuno, i negozi sono chiusi, ci appare triste, sbiadita, slava… dice l’ing. con un fondo di razzismo! Piazza della Vittoria con la chiesa di Sant’Ignazio, Duomo, Borgo al castello, Castello .

E adesso dove andiamo? Lubiana, Venezia o Vicenza?

Vince Vicenza, ma prima, ligi al programma stabilito, sosta a PALMANOVA, giusto per qualche foto alla Piazza Grande al centro della struttura stellare di questo borgo del 1600. Esagonale, si dipartono a raggiera 6 strade. Carlo non trova la calamita!!

Verso le 18 arriviamo a VICENZA , Hotel de la Ville (4 stelle scontato su booking!) dove troviamo una suite impensabile per noi che ci adattiamo a tutto, ma questa volta “ottima resa con minima spesa”!

La città è uno splendore, io l’avevo girata un po’ qualche anno fa, ma è ancora una bella sorpresa. Passeggiamo per corso Andrea Palladio fiancheggiato da palazzi uno più bello dell’altro, un susseguirsi di architetture: palladiana, rinascimentale, gotico-veneziana; colore rosato, atmosfera elegante, porticati, chiese. Foto a go-go in piazza della Signoria con la Loggia del Capitaniato e la Basilica palladiana. Ottimo baccalà alla vicentina al ristorante Lo Schioppo, signorile, in linea con la città!

9 aprile, difficoltosa sosta a Banca Intesa per pagare la multa presa in Slovenia e poi visita al Teatro Olimpico, un gioiello di Palladio e figlio, in legno e stucco, con cavea di 13 gradoni, 95 statue e una scena fissa rappresentante la prospettiva della città di Tebe. Ascoltiamo con attenzione le spiegazioni di una guida a una scolaresca.

Cambiando totalmente argomento ma subendo non minor fascino, visitiamo alla Basilica la mostra “Verso Monet. Storia del paesaggio dal ‘600 al ‘900” : Canaletto, Guardi, Corot, Turner, Renoir, Van Gogh, Monet…

Poi ancora in giro: S. Corona, Palazzo Chiericati, Palazzo Valmarana, Palazzo Barbaran con visita al Museo Palladiano mente cadono due goccioloni di pioggia.

Non paghi, decidiamo di proseguire sulla strada del rientro con sosta sul lago di Garda, a DESENZANO, ovviamente Hotel Benaco! Bel panorama dalla camera, cime ancora innevate. Giretto per a cittadina, carina, demodè e cena a base di bolliti al Falcon, trattoria per camionisti a Lonate.

10 aprile, risaliamo il lago fino a SALO’, che ci sorprende tanto è graziosa e “amena”. Il panorama dal lungo lago è veramente ampio e piacevole. C’è pure una bella chiesa.

Siccome gli uomini ogni tanto vanno accontentati, facciamo visita anche al Vittoriale di GARDONE e salutando D’Annunzio torniamo a casa!



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