Quasi tutta l’Irlanda in 15 giorni
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GIORNO 1 – Giovedì 22 MAGGIO: Dublino aeroporto – Brú na Bóinne – Monasterboice – Belfast
Dublino aeroporto – Donore 35 min. 40 Km. Donore – Monasterboice – Belfast 2 h 10 min. 133 Km.
Atterriamo a Dublino alle 11.15, fuori dall’aeroporto un bus ci porta al parcheggio dell’AVIS, ogni compagnia ha i suoi bus, sottoscriviamo l’eliminazione della franchigia con un costo aggiuntivo di 192 € x 12 gg. compresa l’assicurazione x il secondo guidatore.
Poi partiamo per Belfast effettuando una breve deviazione per il sito preistorico di Brú na Bóinne (conosciuto anche come Newgrange).
In realtà ci sarebbe piaciuto visitare anche i siti di Tara (pag.570) e della battaglia del Boine (pag.567) ma occorreva dedicargli almeno un’altra mezza giornata.
Per arrivare al sito di Brú na Bóinne (pag.564), orario estivo tutti i giorni 9.00 – 18.30, si prende la M1 direzione nord verso Drogheda/Valle del Boyne e si esce all’uscita 9, poi si segue per Donore e Brú na Bóinne/Newgrange Monument, a Donore la strada piega a destra, il Visitor Center è 2 km dopo il paese, sulla destra.
Newgrange è uno dei più famosi siti neolitici d’Irlanda, all’ingresso facciamo la Heritage Card, che dà diritto all’ingresso nei siti appartenenti all’associazione OPW (costa 21 € e vale un anno, senior 16 €), la card è molto conveniente, basti pensare che l’ingresso combinato x Newgrange e Knowth (sono i due siti visitabili, c’è anche il sito di Dowth ma non è aperto al pubblico) costa 11,00 € (adulto) e 8,00 € (senior).
Dopo aver visitato un piccolo museo che racconta la storia del sito 5 mila anni fa, ci avviamo verso la navetta che ci conduce a Newgrange dove si trova la tomba a corridoio più famosa d’Irlanda (è più antica di Stonehenge di almeno mille anni); la pietra all’entrata presenta alcuni graffiti, dopo una spiegazione all’esterno del monumento, si entra nella tomba attraverso lo stretto corridoio, ci dicono di mettere gli zaini sul davanti per evitare di rimanere incastrati.
Sulla volta c’è un’unica pietra che chiude il tumulo, dal corridoio appena percorso, durante il solstizio d’inverno, il 21 dicembre, alle 9 del mattino, la luce del sole entra nella camera illuminando una striscia della tomba.
Una navetta ci riporta al piazzale di partenza, purtroppo da qui non è possibile prendere direttamente la navetta per l’altro sito, occorre ritornare al visitor center dove ci danno un orario di partenza e un’etichetta adesiva da mettere sugli abiti che sta ad indicare il gruppo orario di appartenenza; forse tutto questo potrebbe essere organizzato meglio senza farci andare avanti e indietro, comunque ritorniamo al piazzale di partenza delle navette e prendiamo quella per Knowth, dove non c’è un’unica grossa tomba ma un’insieme di tombe più piccole , alcune delle quali, più che a tumuli, assomigliano a dei funghi verdi per l’effetto dell’erba che li ricopre.
Anche qui molte pietre presentano dei graffiti, spesso si tratta di chiocciole.
Questo secondo sito ci è piaciuto più dell’altro, sia per le sue caratteristiche che per le spiegazioni della guida, una signora molto preparata e, credo, anche appassionata al suo lavoro.
Terminata la visita (in tutto occorre prevedere 3 ore circa) ritorniamo a prendere l’autostrada, per lasciarla poco dopo all’uscita che porta a Monasterboice (pag. 585, ingresso gratuito), dove si trovano i resti dell’insediamento monastico del VI secolo fondato da San Buithe; tra le rovine spiccano la torre rotonda quasi intatta, tre enormi croci celtiche artisticamente scolpite e i resti di due chiese.
Queste croci, in particolare la croce sud o “Muireadach’s”, sono considerate tra le più belle e antiche d’Irlanda, raffigurano principalmente scene del Vecchio e del Nuovo testamento; ma il sito è molto suggestivo di per sé stesso, consiste in un cimitero con i ruderi di un paio di chiese e molte lapidi, alcune antiche, con iscrizioni in gaelico e inglese.
Lasciata Monasterboice riprendiamo l’autostrada x Belfast ed entriamo nell’Ulster; vista l’ora, rinunciamo all’idea di passare dal Flagstaff Viewpoint (p.588 tra Dundalk e Newry) e arriviamo a Belfast, il maggior centro industriale dell’isola, intorno alle 8 di sera.
GIORNO 2 – Venerdì 23 MAGGIO: Belfast – Cushendall
Belfast – Carrickfergus 25 min. 18 Km. Carrickfergus – Glenarm 50 min. 41 Km. Glenarm – Cushendall 30 min. 22 Km.
Totale Belfast – Cushendall 1 h. 45 min. Km. 81 (esclusi i 10 Km. dell’anello Glenariff Park)
Usciti dall’hotel, ci dirigiamo nel vicino centro, in Castle Place, x acquistare il biglietto (10 sterline) per il tour della città che parte alle 10 (pag.618 www.belfastcitysightseeing.com, c’è ogni mezz’ora, 10-16.30, dura 1 h e 15 min e si può scendere e risalire dove si vuole).
Anzitutto si passa dal complesso Odyssey e dal Titanic Quarter, lungo i moli; purtroppo l’attacco della cuffia che doveva fornire le spiegazioni in italiano non funziona, quindi sentiamo quelle in inglese della guida, purtroppo incomprensibili a causa dello slang e del fatto che parla troppo velocemente.
Poi ci dirigiamo fuori città, in una bella zona ricca di ville e giardini (Stormont), dove si trova anche il parlamento dell’Irlanda del nord, quindi ritorniamo verso il centro per vedere il Waterfront Hall, il mercato di St. Georges, Donegall Street, la Cattedrale e il quartiere di S. Anna.
Poi è la volta della prigione e del palazzo di giustizia di Crumlin Road, ormai abbandonato e in cattivo stato anche a causa di un incendio sviluppatosi al suo interno alcuni anni fa..
Il tour continua con la visita dei quartieri di Shankill Road (il quartiere dei protestanti) e Falls Road (il quartiere dei cattolici) famosi per gli scontri tra cattolici e protestanti e per i murales che sono stati disegnati dagli attivisti delle due fazioni nel corso degli anni.
I murales di Shankill Road rispecchiano la fedeltà alla corona britannica o il sostegno ai gruppi protestanti mentre i murales di Falls Road hanno come tema l’Irlanda unita, l’esercito repubblicano o il folklore irlandese.
Belfast purtroppo è stata la scena dei principali conflitti (i Troubles, durati dal 1969 alla fine degli anni ’90) fra cattolici (anche chiamati repubblicani o nazionalisti) e protestanti (anche chiamati loyalisti o unionisti); quel periodo fu caratterizzato da attentati, esplosioni, assassinii e violenze per strada: più di 1.500 persone furono uccise tra il 1969 ed il 2001, soltanto a partire dal Good Friday Agreement (noto anche come “Accordo di Belfast”) del 1998, la situazione è migliorata.
Belfast è l’unica città europea ad avere ancora in piedi dei muri (sono 88, qui vengono chiamati Peace lines, le “linee della pace”), furono eretti nel periodo dei Troubles per dividere il quartiere protestante da quello cattolico.
Nel quartiere dei protestanti, lealisti fedeli alla Gran Bretagna, alcuni marciapiedi hanno i bordi con i colori blu, bianco e rosso della bandiera britannica, la Union Jack; in Divis Street ci sono invece i murales repubblicani con poche auto, mura, cancelli e filo spinato.
Ci fermiamo alla tappa n.ro 16, di fronte alla Queen’s University e andiamo a visitare il vicino Ulster Museum (pag. 612 www.nmni.com/um, apre alle 10, ingresso gratuito); questo museo ha delle sezioni molto interessanti e ben descritte: ad esempio al piano terra c’è una sezione, documentata con molte foto che fanno riflettere, dedicata ai Troubles, poi c’è una sezione dedicata alla preistoria con interessanti reperti tra cui spicca il disco di Bann, un’altra sezione è dedicata a vichinghi e normanni, la più interessante è la sala dell’Armada, che documenta i naufragi, lungo le coste dell’Irlanda, delle navi spagnole dell’Invincibile Armada, in particolare quello della Girona con l’esposizione dei molti reperti che provenivano da questo vascello tra cui spicca una salamandra d’oro tempestata di rubini.
Intorno alle 13 usciamo dal museo per mangiarci un panino nei Botanic Gardens, poi riprendiamo il bus city tour alla stessa fermata a cui eravamo scesi e ritorniamo alla Caste PL; da qui, a piedi, avendo ancora un pò di tempo, ci dirigiamo nella via dello shopping (Donegal Place) per comprare alcuni souvenirs e per vedere la City Hall, nei suoi giardini c’è un monumento commemorativo con tutti i nomi delle persone morte nel naufragio del Titanic.
Verso le 16 riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso nord, la prima tappa è Carrickfergus (pag. 702), poco dopo Belfast; facciamo una breve passeggiata per vedere il castello (10-18, 4 sterline) e la targa in porto, che segnala il punto dove sbarcò Guglielmo d’Orange.
Poi saliamo verso Larne (pag. 701) lungo la A2 (una piccola strada di grande interesse paesaggistico che segue la costa all’altezza del mare) e Glenarm (pag. 701) nel cui castello abitano i MacDonnell da 14 generazioni, però si possono visitare solo i giardini (5 sterline)..
Tra Glenarm e Cushendun c’è l’Antrim Coast, la parte più interessante dell’Antrim, che offre, con la sua ininterrotta sequenza di scogliere e baie, alcuni degli scenari più belli d’Irlanda e le Glens of Antrim (pag. 697), nove profonde vallate di origine glaciale che tagliano la zona orientale della contea in modo quasi parallelo, dall’interno fino alla costa.
Dal villaggio di Waterfoot (pag. 700, si trova 2 Km. a sud di Cushendall e c’è la spiaggia più bella dell’Antrim) si prende la A43 che si addentra nell’ entroterra lungo il Glenariff, il più incantevole dei Glens of Antrim, la principale attrattiva è una cascata (pag. 701, 800 mt. a piedi dal centro visitatori del Glenariff Forest Park, in fondo alla valle).
Noi però non abbiamo fatto questa deviazione, abbiamo puntato direttamente su Cushendall dove abbiamo pernottato.
GIORNO 3 – Sabato 24 MAGGIO: Cushendall – Bushmills – Ballintoy
Cushendall–Bushmills (con strada interna) 40 min. 32 Km. Bushmills – Ballintoy – Armoy – Ballintoy 48 min. 44 Km
Totale 1 h. 28 min. 76 Km.
Oggi la giornata è dedicata ad un’escursione a piedi di circa 16 Km. che ci porterà a percorrere un sentiero fra i più spettacolari d’Irlanda, quello che da Larrybane arriva sino alle Giant’s Causeway
Quindi partiamo con l’auto di buon’ora (prima delle 8 siamo già in viaggio) e attraversiamo il villaggio di pescatori di Cushendun: da Cushendun a Ballycastle una strada molto stretta segnalata come “Scenic Route” (pag.697,698) consente di vedere, attraverso strade laterali, alcuni siti d’interesse (Torr Head, Murlough Bay e Fair Head, quest’ultimo è tra i top five più panoramici, pag. 699)
Noi però, da Cushendun a Ballycastle, facciamo la strada principale interna, più corta, la A2, per vedere il Loughareema o Vanishing Lake (pag. 698), una curiosità naturale, visto che il lago svanisce nel periodo meno piovoso, a causa della natura del terreno.
Prima di Ballycastle (pag. 694, c’è il Marconi Memorial) c’è la spiaggia di Whiterocks, passata Ballycastle, poco prima di Ballintoy, si trova l’entrata del ponte di corda Carrick-a-rede (pag. 693, dalle 9.30 alle 18): si parcheggia a Larrybane e, pagato il biglietto di 5,6 sterline, si percorre un sentiero di circa 1 km lungo la scogliera e con vista sul mare prima di arrivare al ponte, lungo circa 20 metri e sospeso a 15 metri di altezza tra due spuntoni di roccia; il posto merita, specie per gli appassionati di fotografia e natura, occorre però arrivare presto (noi siamo arrivati prima delle 9 ed eravamo i primi) perchè poi arrivano orde di turisti che passano in 20 alla volta sul ponte facendolo oscillare parecchio; all’uscita si può comprare un attestato in cui scrivono che hai attraversato il ponte.
Dallo stesso parcheggio parte il sentiero che porta alle Giant’s Causeway (16,5 Km, 5/6 h pagg. 691-693 e 695), io e Roberta lo iniziamo intorno alle 10.30; lungo il cammino incontriamo alcuni siti caratteristici, tra i quali il bel porticciolo di Ballintoy (Ballintoy Harbour), la splendida Whitepark Bay, una spiaggia di sabbia bianca che si può raggiungere anche da Ballintoy con un sentiero in discesa di 5 min., e il punto (Port na Spaniagh) dov’è affondato il galeone spagnolo Girona (pag. 689) che faceva parte della Invincibile Armada.
In alternativa (cosa che ha fatto la coppia di amici che erano con noi) si può percorrere con l’auto la parallela A2, da cui si dipartono alcune stradine che consentono di vedere comunque i maggior punti di interesse situati lungo il sentiero.
N.B. Dall’inizio sino a Portbradden (qui c’è la chiesa più piccola d’Irlanda) si impiegano quasi 2 ore (sono circa 7 Km.) poi il sentiero è interrotto per una frana, lo riprendiamo a Dunverrick Castle (dove ci portano con l’auto i nostri amici che ci sono venuti a prendere a Portbradden), da lì abbiamo fatto altri 7,7 Km percorsi in ulteriori 2 ore.
Il sentiero ci conduce alle Giant’s Causeway (pag. 691), una formazione naturale composta da 40.000 colonne basaltiche, formatesi da un’eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, generalmente sono a base esagonale, a volte anche con un maggior numero di lati: le colonne più alte raggiungono i 12 metri d’altezza, ma alcune, essendo situate sulle scogliere, si innalzano anche per 28.
Le colonne sono estremamente scivolose e con la pioggia il rischio di cadute aumenta in modo esponenziale. Le formazioni visibili sulla costa sono solo una parte, poiché continuano anche sul fondale marino, il sito è patrimonio dell’Umanità.
La leggenda narra che il gigante Finn McCool, costruì (e disfò) un selciato per camminare fino alla Scozia x combattere un altro gigante, Benandonner.
Alle Giant’s Causeway si arriva anche con l’auto (ad 1 Km.), il parcheggio costa 6 sterline (lì c’è anche il centro visitatori, un ristorante e un negozio per turisti), nel costo è compreso anche il pulmino che porta alle scogliere.
Terminata l’escursione andiamo a vedere una location, la “strada del Re”, utilizzata in una scena del film tratto dalla saga di libri di Martin: è lunga meno di 1 Km, gli alberi ai lati della strada sono incurvati fino a formare una sorta di tettoia naturale, creando uno spettacolo da fiaba. si trova 15 Km a sud di Ballycastle in direzione di Ballymoney in una località che si chiama Stranocum, fra Dervock e Armoy, vicino al Gracehill Golf Club, l’indirizzo è Dark Hedges in Bregagh Road.
Purtroppo, nonostante le indicazioni di cui sopra, arrivati ad Armoy non troviamo alcun cartello che indichi le località succitate, tantomeno il golf club, pertanto ritorniamo verso la costa per pernottare.
A Bushmills non c’è posto, quel poco disponibile è molto caro, vista la vicinanza delle Giant’s Causeway, allora ritorniamo a Ballintoy dove troviamo un bel B&B ad un prezzo ragionevole (60 sterline x la camera), poi andiamo a cenare nella vicina Ballycastle.
GIORNO 4 – Domenica 25 MAGGIO: Ballintoy – Derry – Letterkenny – Dunfanaghy
Ballintoy – Bushmills – Portrush – Downhill – Limavady – Derry 1 h e 30 min. Km. 108 compresa deviazione A/R x Magilligan point
Londonderry – Letterkenny – Dunfanaghy 1 h. 10 min. 71 Km. Totale Ballintoy-Dunfanaghy 2 h e 40 min. 179 Km.
Oltrepassato il bivio per Bushmills (pag.690, c’è la famosa distilleria omonima che però non visitiamo perché alla domenica apre alle 12, il tour costa 7,5 sterline) proseguiamo sull’A2 sostiamo al Dunluce Castle (pag. 690 orario 10-18, ingresso 5 sterline), un castello diroccato in cima ad una scogliera a picco sul mare; la posizione è molto suggestiva così come la storia del castello: durante una tempesta tutta la parte delle cucine crollò in mare e pare che soltanto uno sguattero di cucina si fosse salvato.
In seguito a quella disgrazia il castello fu abbandonato e cadde in rovina, comunque facciamo belle foto dal di fuori ma non entriamo (si pagano circa 5 sterline e visto il tempo piovoso non ne vale la pena).
Passiamo da Portrush (pag. 688) con una bella spiaggia x surfisti, da qui ci sono due alternative:
a) fare la strada interna che, passando per Limavady, porta a Derry oppure
b) fare la strada costiera, più lunga, con belle spiagge, che passa da Portstewart (pag. 686), Castlerock e Downhill (pag. 685).
Noi optiamo x la seconda, facendo una prima sosta a Downhill per vedere i resti del palazzo di un arzillo vescovo che si dice avesse fatto costruire un edificio, il Mussenden Temple, un piccolo monumento circolare a picco sull’Atlantico (altro luogo caro a Martin), per ospitare la sua amante: al suo interno una ragazza suona melodie con l’arpa x ricreare l’ atmosfera di quel tempo.
Poco oltre una deviazione porta al Binevenagh Lake, uno dei top five panoramici della regione (pag. 685), che purtroppo ci è sfuggito.
Cmq non ci sfugge la deviazione che porta a Magilligan Point (pag. 684), un promontorio con belle dune, una torre di difesa contro Napoleone e un carcere dove sono stati imprigionati i rivoltosi indipendentisti a partire dal 1970.
A Limavady (pag. 683-684) le due strade si ricongiungono, verso le 13 arriviamo a Derry (per gli irlandesi) o Londonderry (per gli inglesi); la città è nota per i duri scontri tra cattolici e protestanti e per il “Bloody Sunday”, un evento accaduto il 30 gennaio 1972 nel quartiere del Bogside, quando un plotone di paracadutisti inglesi aprì il fuoco su una folla di dimostranti che protestavano contro le norme di polizia che consentivano l’internment, cioè la reclusione preventiva senza termini temporali per il processo; 13 dimostranti, disarmati, molti dei quali giovanissimi, furono uccisi, nel Bogside ci sono diversi murales commemorativi di questo e di altri fatti di sangue e un monumento, il “Memorial”, a ricordo dei caduti.
Lasciata l’auto in un autosilos vicino alle mura, ne facciamo il giro; volendo, con 4 euro, si può anche fare il percorso turistico con una guida: le mura (pag. 675, ci si può passeggiare percorrendo quasi tutto il perimetro) offrono una bella vista della città sia verso l’esterno (in particolare sul Bogside, il quartiere cattolico) che verso l’ interno, sul centro storico.
Anzitutto andiamo a vedere la St Columb’s Cathedral (pagg. 673), costruita nel 1633 là dove San Colombano aveva fondato un convento cristiano nel VI secolo, purtroppo alla domenica è chiusa e la vediamo solo dall’esterno; poi passiamo davanti all’Heritage Tower, la torre ottocentesca che svetta sull’area della Fontana, nelle sue segrete furono rinchiusi i leaders irlandesi De Valera e Wolfe Tone, oggi vi hanno trovato dimora reperti e reliquie della prima Guerra Mondiale.
Lungo le mura si trovano parecchi cannoni antichi, alcuni dei quali risalgono al ‘500, all’epoca dell’assedio della città da parte delle truppe cattoliche di re Giacomo.
Infine, ripresa l’auto, andiamo al Bogside (pag. 674), dove fotografiamo i murales, alcuni dei quali sono molto drammatici e fanno riflettere; in quella zona, vicino al monumento commemorativo delle vittime, c’è il Bloody Sunday Museum, tenuto dal fratello di una delle vittime; oltre a foto e giornali dell’epoca si possono vedere i filmati dei momenti cruciali di quei tragici giorni.
Visitata la città, intorno alle 17 proseguiamo per Letterkenny (pag. 513) e Dunfanaghy (pag. 510) dove pernottiamo.
GIORNO 5 – Lunedì 26 MAGGIO: Dunfanaghy – Donegal
Dunfanaghy – Falcarragh – Magheraroarty – Brinlack – Bunbeg – Donegal airport – Dungloe – Portnoo 1 h e 20 min. 92 Km.
Portnoo – Ardara – Glencolumkille – Malin Beg – Carrick – Slieve League 1h 07 min. 70 Km Carrick – Donegal 55 min. 52 Km.
Totale Dunfanaghy – Donegal 3 h 22 min. 214 Km.
Oggi attraversiamo la contea di Donegal, con paesaggi selvaggi ed incontaminati, con altopiani e zone collinari interrotti da rilievi montuosi irregolari ed isolati, il più alto dei quali è costituito dal monte Errigal (752 m), che spicca per la sua forma conica.
La zona costiera è molto frastagliata e conta innumerevoli baie e porticcioli di pescatori.
Di buon mattino facciamo un giro nella piccola e graziosa cittadina di Dunfanaghy (pag.510), poi con l’auto ci spostiamo x andare a vedere la spiaggia di sabbia bianca di Tramore: di fronte al nostro B&B (il Willows) c’è una strada laterale con l’indicazione per Horn Head, la prendiamo e poco dopo, all’Horn Head Bridge, posteggiamo l’ auto (c’è indicato un parcheggio), da lì si deve prendere un sentiero che porta alla spiaggia in circa 20 min.
Purtroppo, al parcheggio, non essendoci indicazioni per la spiaggia, prendiamo un sentiero sbagliato e quindi ritorniamo indietro senza aver visto la spiaggia; ritornati al parcheggio notiamo però un cancello di legno da cui parte un altro sentiero, non ci sono indicazioni ma, per esclusione e col senno di poi, riteniamo che fosse quello il sentiero giusto.
Purtroppo sono ormai le 10 e la giornata è ancora all’inizio, pertanto rinunciamo a vedere la spiaggia e riprendiamo il viaggio: avendo più tempo sarebbe stato molto bello anche percorrere la strada panoramica che fa il giro del promontorio di Horn Head (pag. 511).
Seguendo la panoramica strada costiera facciamo una prima piccola deviazione per la bella spiaggia di Falcarragh (pag. 509, occorre seguire l’indicazione Trà), poi proseguiamo per Magheraroarty, un piccolo villaggio (pag. 509) da cui partono i traghetti per Tory Island, un’isola ricca di tradizioni e con molti artisti naif, che da qui si vede molto bene.
Seguendo le indicazioni “Coastal Route” percorriamo la Bloody Foreland (pag. 508), un bel tratto di costa così chiamato per il colore che assumono le sue rocce al tramonto), poi oltrepassiamo Brinlack, Bunbeg (pag.506, offre una bella vista sul monte Erigal) e Crolly, poco dopo, seguendo le indicazioni x il minuscolo Donegal Airport, arriviamo alla spiaggia di Carrick Finn, praticamente a lato dell’aeroporto: questa spiaggia (pag. 505), insignita della Bandiera Blu, è molto bella ed è costituita da un’enorme distesa di sabbia, lambita da un mare limpido e pulito, nonostante la vicinanza all’aeroporto.
Ripresa la strada principale, da Dungloe (pag.504) scendiamo con la N56 e dopo circa 15 Km. prendiamo una deviazione a destra che ci porta a Narin e Portnoo (pag. 503), fra queste due piccole località c’è un’altra bella spiaggia dove sostiamo per fare alcune foto, dalla spiaggia, con la bassa marea, si può raggiungere a piedi Iniskeel Island, punteggiata di rovine cristiane dell’Alto Medioevo.
Proseguendo x Ardara, dopo un pò, una deviazione sulla destra porta a Tramore beach dove nel 1588 si arenò parte dell’Armada.
Tornati sulla strada principale oltrepassiamo Ardara (principale centro per la lavorazione del tweed, pag. 501) e poco dopo prendiamo una strada sulla destra che porta al Glengesh Pass (pag. 501) e a Glencolumbkille, (pag. 500) un piccolo paesino di pescatori. Proseguendo x Malin More (pag. 501) incontriamo una bella baia dove facciamo splendide foto; a Malin More facciamo shopping da Glencolumbkille Woollen Mill, un punto vendita che offre giacche, berretti e camice di tweed del Donegal.
Tornando un poco indietro prendiamo la strada x Carrick, dal centro del paese una deviazione sulla destra porta alle scogliere di Slieve League (pag. 499); poco dopo, prima del piccolo abitato di Teelin, c’è una casa bianca con una sorta di Visitor Center a cui ci si può rivolgere x avere informazioni.
Poco oltre c’è un primo parcheggio, noi continuiamo in auto (occorre aprire un cancello che però va richiuso una volta entrati) lungo una strada che costeggia uno strapiombo, fino alla cima della scogliera di Slieve League dove c’è il parcheggio superiore.
La vista dall’alto delle scogliere è magnifica, sono considerate fra le più alte d’Europa, ci sono dei sentieri che permettono di farne il giro completo dall’alto (c’è anche la possibilità di vederle col battello), noi ci limitiamo a fare il sentiero con la griglia di protezione.
Fatte le foto, proseguiamo e sostiamo brevemente a Killybegs (pag. 498), il più importante porto di pesca d’Irlanda, raggiungendo infine Donegal (pag. 490) dove pernottiamo.
Essendoci ancora luce (in questa stagione è chiaro sino alle 10 di sera), ne approfittiamo per vedere il castello e la caratteristica piazza chiamata Diamond.
GIORNO 6 – Martedì 27 MAGGIO: Donegal – Westport
Donegal – Sligo 2 h. 126 Km. (compresi circa 60 Km per le deviazioni)
Sligo – Ballina – Ballycastle – Ballinaboy – Bangor Erris – Ballicroy – Mulranny – Westport 3 h. 206 Km.
Totale Donegal – Westport 5 h. 332 Km.
Da Donegal si va a Bundoran (pag. 495) entrando nella contea di Sligo, pochi chilometri dopo Castlegal una deviazione della N15, sulla sinistra, porta alla tomba di Creevykeel Goort Cairn (pag. 486), purtroppo non riusciamo a trovarla, anche perché non ci sono indicazioni, questa carenza ci accompagnerà x tutto il viaggio facendoci rinunciare ad alcuni siti di interesse archeologico e/o paesaggistico.
Ci rifacciamo prendendo, dalla parte opposta, la stradina costiera che fa il giro di Mullaghmore Head (pag. 486) e che offre bei paesaggi, lungo la strada vediamo Classiebawn Castle, che era la residenza di Lord Mountbatten; otrepassata Grange (pag 485) seguiamo le indicazioni x Streedagh Beach, una spiaggia dove perirono 1100 marinai nel naufragio di 3 navi dell’ Invencible Armada, poi arriviamo a Drumcliff, prendiamo una deviazione sulla sinistra che ci porta al Lough Glencar x vedere la cascata (pag. 485) che si trova sulla sponda sud del lago; ritornati sulla strada principale, poco dopo, si trova un’antica chiesa con annesso cimitero, ci facciamo sosta x vedere la tomba del poeta Yeats (uno dei più famosi d’Irlanda) e della moglie (pag. 484).
Arrivati praticamente a Sligo, una deviazione sulla destra (R291) porta a Rosses Point (pag. 479), dove ci sono alcune spiagge e un faro (volendo questa deviazione si può saltare, le spiagge sono belle ma ne abbiamo viste di migliori).
A Sligo andiamo a vedere le rovine della Sligo Abbay (pag. 475) che non sono male e che visitiamo utilizzando l’Heritage Card.
Usciti da Sligo, a sud, tra Sligo e Ballysadare, andiamo a vedere il Carrowmore Megalithic Cemetery (pag. 479, ultimo ingresso h 17), si segue l’N4 x 5 km, poi si seguono i cartelli: volendo, anche questo si può tralasciare,ci sono soltanto parecchie pietre sparse qua e là.
Ripresa la strada principale, l’N59, entriamo nella contea di Mayo incontrando Ballina (pag. 471), famosa x la pesca al salmone, Rosserk Abbey (pag. 471, ci si arriva seguendo una deviazione sulla destra, purtroppo un cancello ci sbarra l’ultimo pezzetto di strada, diffidando ad entrare), e Killala (c’è una bella cattedrale, ma non l’abbiamo potuta visitare perché alle 16 era già chiusa, pag. 470); sfiduciati dagli esiti delle precedenti visite, rinunciamo a quella delle rovine della Rathfran Abbey (pag. 471), proseguendo x Ballycastle; poco oltre si trova il complesso megalitico di Ceide Fields (pag. 470, orario 10-17, ultimo ingresso h 16), di cui viene consigliata la visita guidata; noi non l’abbiamo visitato, vista la delusione della visita del Carrowmore Megatithic Cemetery, in compenso di fronte al complesso c’è una vista sulle scogliere sottostanti che merita comunque una sosta.
Oltrepassata Bangor Erris (pag. 467) meriterebbe di essere vista Achill Island (pag. 464-467), l’isola più grande d’Irlanda, collegata alla terraferma da un ponte, purtroppo sono ormai la 17 e una sua visita, che richiederebbe almeno mezza giornata, non è compatibile con la nostra già stringente tabella di marcia.
Proseguendo verso Newport, nell’ordine, incontriamo la Burrishoole Abbey e il Rockfleet Caste (a 5 km da Newport), che però non visitiamo per i motivi di tempo già accennati.
Oltrepassata la piccola cittadina di Newport (pag. 463), arriviamo infine nel pittoresco paese di Westport (pag. 458) dove pernottiamo.
GIORNO 7 – Mercoledì 28 MAGGIO: Westport – Galway
Westport – Louisburgh – Leenane – Salrock – Tully Cross – Rinvyle Point – Letterfrack – Kleymore Abbey – Letterfrack 2 h. 104 Km.
N.B. I Km comprendono i 6 Km. A/R per vedere la spiaggia di Carrowmore.
Letterfrack-Cleggan-Claddaghduff–Kingstown–Clifden–Ballyconneely–Roundstone 1h. 18 min. 68 km. comprese deviazioni x spiagge.
Roundstone – Mamm Cross – Oughterard – Galway 1 h 20 min. Km. 83 compresi 2 Km. A/R x il Quiet Man Bridge e 4 Km. A/R x il castello vicino a Oughterard Totale Westport-Galway 4 h 38 min Km. 255
Partiamo da Westport e seguiamo le indicazioni per Murrisk e Louisburgh (pag. 456), da cui si vede Clare Island (pag. 457), il covo della famosa regina dei pirati Grace O’Malley; nei dintorni, a est di quest’ultimo villaggio, andiamo a vedere la bella spiaggia di Carrowmore, con magnifiche vedute del monte Croagh Patrick (pag. 458).
A questo punto abbandoniamo la costa attraversando la Doolough Valley percorrendo la R335 (pag. 455), una delle strade più spettacolari d’ Irlanda; nel punto più alto, che si affaccia su una serie di piccoli laghetti, si trova il monumento alle 400 persone che vi morirono di freddo e di stenti all’epoca della Grande Carestia del 1849.
Volendo, da Cregganbaun, una piccola deviazione di 20 min. A/R porta al villaggio di Killadoon (pag. 457), con bei paesaggi e belle spiagge; noi invece proseguiamo x Delphi arrivando a Leenane (pag. 443), un paesino che si affaccia sull’unico fiordo d’Irlanda, poco prima ci fermiamo a fotografare un pittoresco torrente che forma delle belle cascatelle.
Da qui (si veda piantina di dettaglio pag. 434) proseguiamo per Rosroe Quay o meglio, per Salrock, incontrando poco prima il Lough Fee (il lago offre scorci molto belli per scattare foto) e poco dopo la bellissima spiaggia di Glassillaun (pag. 444).
Prima di Tully Cross seguiamo anche la deviazione per la grande spiaggia di Lettergesh dove furono girate alcune scene a cavallo del film “Un uomo tranquillo” (pag. 444); arrivati al crocicchio di Tully Cross facciamo il giro della punta di Renvyle (si può tralasciare non ci sono paesaggi eccezionali) arrivando a Letterfrack (pag. 442); svoltando a sinistra, dopo pochi Km. arriviamo alla Kylemore Abbey, (www.kylemoreabbeytourism.ie) un palazzo del 1800 affacciato su un laghetto (orario estivo 9-19, ingresso 12 €, pag. 443).
Noi, sia in considerazione dei nostri tempi che del prezzo, l’abbiamo visto solo dal di fuori, merita una sosta per il contesto in cui è inserito, con tanto di lago in cui si rispecchia; la visita dell’interno dicono che sia un pò deludente, visto che si vedono solo due sale.
Proseguiamo per il pittoresco villaggio di pescatori di Cleggan (pag. 441) da cui si vede l’isola di Inishbofin e arriviamo a Claddaghduff (pag. 441), dove c’è la spiaggia di Omey Strand collegata all’isola di Omey Island con la bassa marea: il tutto è molto particolare, la strada carrozzabile, sulla sabbia, è segnalata da paletti, per evitare sconfinamenti in zone poco sicure.
Ripartiamo x fare l’anello di Kingston (pag. 439), un anello di 12 Km che si chiama Sky Road ed è molto bello con bei paesaggi e colori, arrivando infine a Clifden (pag. 438) una cittadina con due chiese dotate di campanili con guglie aguzze che gli conferiscono un aspetto quasi alpino, a cui contribuiscono anche i monti che la circondano; da qui oltrepassiamo Ballyconneely (pag. 438), circa 3 Km. prima di Roundstone prendiamo il bivio che conduce alla imperdibile Dog’s Bay, la cui spiaggia di sabbia bianchissima e l’acqua limpida e blu fanno pensare ai Caraibi, se non fosse per l’acqua freddissima!
Arrivati al bel villaggio di pescatori di Roundstone (pag. 437) puntiamo verso l’ interno prendendo la N59, passato Mamm Cross, 3 Km. prima di Oughterard (pagg. 433 e 436), una deviazione di un Km. ci conduce al Quiet Man Bridge, il famoso ponte dove sono state girate alcune scene del film “Un uomo tranquillo” con John Wayne; proseguendo sulla N59 prendiamo un’altra deviazione, vicino ad un campo da golf, per vedere un castello circondato dall’acqua di un torrente, alle 19 arriviamo a Galway dove pernotteremo 2 notti.
GIORNO 8 – Giovedì 29 MAGGIO: isole Aran (Inishmor)
Galway – Rossaveal 36 Km Rossaveal – Carraroe (Coral Strand) A/R 21 Km Rossaveal – Galway 36 Km Totale 93 Km.
Oggi la giornata è dedicata alle isole Aran, o meglio, alla principale, Inishmor (pag. 423).
Poco prima delle 9 partiamo da Galway dirigendoci a Rossaveal (37 Km ad ovest di Galway sulla R336), da cui partono i battelli per le isole Aran (www.aranislandferries.com): la traversata dura quasi 45 min. e costa 25 € (senior 20 €), se si compra on-line c’è lo sconto del 10%; si parte alle 10.30 (occorre arrivare entro le 10, il parcheggio auto costa 5 € tutto il giorno) e si ritorna alle 17.
Attracchiamo a Kilronan, l’unico paese dell’isola, e saliamo subito su uno dei minibus che fanno un tour di 2h e mezza a 10 €, consiglio però di chiedere l’orario di partenza prima di salire, noi siamo sbarcati alle 11 ma il nostro bus è partito solo alle 12!!
La prima sosta avviene nel piccolo villaggio di Kilmurvey, in prossimità del Dun Aengus (pag. 423, ingresso 10-18, interi 3 €), un forte in pietra risalente a circa 2000 anni fa che si trova a 4,5 Km. dal porto ed è situato nel punto più alto di una scogliera a strapiombo sull’Oceano.
Per arrivarci si fa una passeggiata in leggera salita di circa 20 min. ma ne vale la pena sia per l’imponente forte che per la bella vista.
Prima del Dun Aengus c’è il forte di Dun Eochia e il Teampall Chiarain, una piccola chiesa in rovina (pag. 423), ma purtroppo non sono fermate previste dal minibus.
Dopo la visita del Dun Aengus il minibus prosegue verso nord facendo tappa al complesso monastico di Na Seacht d’Teampaill (sette chiese) che in realtà è costituito solo da 2 chiese e da qualche abitazione di monaci risalenti all’VIII sec.
Nel punto più a nord dell’isola l’autista del minibus fa uno stop vicino ad una piccola spiaggia di scogli dicendoci che ci sono delle foche, ma nessuno di noi ne avvista una (anche perché il depliant che ci hanno dato accenna si ad una colonia di foche, ma al centro dell’isola, a Port Chorruch); tornando indietro passiamo davanti al Man of Aran Cottage, una caratteristica casa col tetto in paglia che fu costruita negli anni ’30 per girare alcune scene dell’omonimo film.
Arrivati a Kilronan è ormai tardi per andare a vedere la parte sud (a piedi, visto che non sono previsti tour in quella parte dell’isola) dove ci sono la chiesa paleocristiana di Teampall Bheanain, i resti del St. Enda’s monastery e altri siti (pag.424) tra i quali il forte di Dun Duchatair.
Restiamo in paese e curiosiamo in alcuni negozi (si possono comprare maglioni originali, a partire da 100 Euro, da Mary O’Flaherty.
Ritornati sulla terraferma (alle 17.30), andiamo nella vicina Carraroe (pag. 436) x vedere la spiaggia di conchiglie e corallo di Coral Strand, che merita moltissimo essendo fatta di pietre particolari e di frammenti di corallo e conchiglie, attenzione però, perché è poco segnalata; poi rientriamo a Galway per la stessa strada cioè passando per Spiddal (pag. 435) e Silver Strand (4,8 Km. prima di Galway, sulla R336).
Alla sera, dopo cena, chiudiamo in bellezza andando a berci un Irish Coffee nella caratteristica Monroe’s Tavern dove si suona e canta musica irlandese, è stato il pub più caratteristico del nostro tour, lo consiglio vivamente.
GIORNO 9 – Venerdì 30 MAGGIO: visita di Galway (alla mattina), di Clonmacloise (al pomeriggio), in serata arrivo alle Cliff of Moher
Galway-Clonmacnoise 1 h 16 min. 81 Km. Clonmacnoise–Kinvarra-Ballyvaughan–Lisdoonvarna-Liscannor-Lehinch 1 h.50 min. 156 Km.
Lehinch – Liscannor – Cliff of Moher A/R 26 min. 24 Km. Totale 3 h. 32 min. 261 Km.
Iniziamo la giornata con la visita di Galway (pagg. 407-411) a cui dedichiamo l’intera mattinata.
Cominciamo dalle chiuse, a seguire lo Spanish Arc, il Galway City Museum, le fondamenta della Hall of the Red Earl e la chiesa di San Nicola: all’esterno, in Market St., c’è una pietra che segnala il punto dove c’era il patibolo sul quale il sindaco di Galway, Lynch, impiccò il figlio azionandolo personalmente (da ciò deriva il termine “linciaggio”)..
Ritornati nella Shop St. ammiriamo il Lynch Castle (attuale sede di una banca) e arriviamo in Eyre Square dove ci sono i resti di una casa del 1600 (Browne’s Doorway, in realtà si tratta solo di un muretto con un balcone!).
Infine attraversiamo il Salmon Weir Bridge (tra maggio e giugno i salmoni risalgono il sottostante fiume Corrib) e visitiamo la cattedrale di Galway, consacrata nel 1965.
Da Thomas Dillon (in Quay Street) compriamo l’anello di Claddagh (pag. 420), un anello formato da un cuore tenuto da due mani e sormontato da una corona, le mani sono il simbolo dell’amicizia, il cuore dell’amore e la corona di fedeltà; in passato era l’anello nuziale tramandato di madre in figlia, oggi è un simbolo presente un pò ovunque in Irlanda, ma principalmente a Galway.
L’oreficeria di Thomas Dillon è la più antica di Galway, il disegno dell’anello è diventato il simbolo per la creazione di gioielli di ogni genere: orecchini, spille, ciondoli, anelli.
Alle 12.30 partiamo per Clonmacnoise (pagg. 14 e 540): questo grande sito monastico fu fondato nel 545 da San Ciarán nel luogo dove le principali strade dell’epoca da est ad ovest si incontravano, attraverso le brughiere dell’Irlanda centrale fino ad Eiscir Riada, una morena sullo Shannon creatasi col ritiro dei ghiacci dell’ultima era glaciale.
Visitiamo dapprima il piccolo museo con le 3 croci celtiche ritrovate nel sito, poi ne facciamo il giro soffermandoci a fotografare sia la torre rotonda che le rovine della cattedrale, guardiamo infine l’interessante video in italiano (all’inizio della nostra visita c’era soltanto in inglese) con la spiegazione della storia del luogo.
Da Clonmacnoise riprendiamo l’autostrada, usciamo all’uscita dopo Athenry e puntiamo su Kinvarra (pag.445), poco prima sostiamo al Dunguaire Castle (è ben conservato e vi si svolgono banchetti medievali) per fare qualche foto; a questo punto entriamo nel Burren (cartina a pag.390) e nella contea di Clare: da Lisdoonvarna (pag. 395), anziché puntare su Doolin (pag. 392), puntiamo a sud-est verso Ennistimon e Lahinch, per trovare un posto dove pernottare un poco fuori dal grosso traffico turistico generato dalla vicinanza con le famose Cliff of Moher; troviamo un buon B&B sul rettilineo tra Ennistimon e Lahinch, ci cambiamo e andiamo a cenare a Liscannor, in uno dei ristoranti di pesce più famosi della zona, il Vaughans Anchor Inn.
Terminata la cena, sono le 9 di sera ma è ancora chiaro, non resistiamo sino al giorno dopo e facciamo una capatina al centro visitatori per vedere le scogliere all’imbrunire: facciamo bene perché ci godiamo un magnifico tramonto che tinge di rosso le Cliff of Moher.
GIORNO 10 – Sabato 31 MAGGIO: Cliff of Moher e penisola di Dingle
Lehinch – Cliff of Moher A/R compresa deviazione x Hag’s Head 30 min. Km. 28 Lehinch – Ennis 45 min. 30 km.
Ennis – Limerick – Adare – Tralee (via N21) 2 h. 20 min. 137 Km. Tralee – Connor Pass – Dingle 50 min. 46 Km.
Ring of Dingle: Dingle – Ventry – Slea Head – Dunquin – Clogher Head – Ballyferriter – Dingle 1 h. 51 Km.
Totale 5 h. 25 min. 292 Km.
La mattina la dedichiamo alla visita delle Cliffs of Moher (pag. 388), orario 9-19 e indirizzo www.cliffsofmoher.ie; lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento vicino al centro visitatori, noi però arriviamo prima delle 9 e non ci sono ancora gli addetti a cui pagare.
Iniziamo con il percorso che segue le scogliere dall’alto verso destra, a 200 metri di altezza, sino alla O’Brien’s Tower (entrata 2 €) dalla quale si osserva meglio il panorama, poi seguiamo il percorso di sinistra che offre buone possibilità di fare foto e dove nidificano molti uccelli marini tra cui i pulcinella di mare, dopo un pò torniamo indietro e andiamo a vedere il grande centro visitatori che, per ridurre l’impatto ambientale, è stato scavato dentro la roccia di una collina con negozi, ristorante, sala proiezioni e servizi.
Ritornato al parcheggio, anche se si poteva uscire senza pagare, sono andato alla cassa spiegando che al mio arrivo era ancora chiusa e che avrei pagato in quel momento ma la gentile addetta mi ringrazia e mi dice di andare senza chiedermi il pagamento, probabilmente ha voluto premiare l’onestà che le ho dimostrato.
Ripresa l’auto, ritorniamo verso Liscannor per vedere le scogliere dalla parte più a sud, cioè da Hag’s head; per arrivarci, qualche Km. dopo il centro visitatori si prende una stradina sulla destra (ci sono alcuni cartelli ma Hag’s head non è indicato) e si prosegue sino a quando si incontra un parcheggio dove si lascia l’auto: da lì si prosegue a piedi e, con una passeggiata di circa 20 min., si arriva al capo dove c’è una torre di avvistamento eretta nel 1800 e da dove si vedono le scogliere dal punto più a sud, scorgendo un arco naturale alla base delle stesse che non è visibile dal centro visitatori.
Verso le 12 riprendiamo il viaggio e da Liscannor, passando per Ennis (pag. 366), arriviamo a Limerick, da qui attraversiamo Adare (pag. 348), considerato il più incantevole villaggio d’Irlanda, con molti cottage con i tetti di paglia, e Tralee (pag. 328), proseguiamo per la penisola di Dingle (pag. 314) e valichiamo il Connor Pass (pag. 326) che si erge a 456 mt.ed è quasi sempre ammantato da nuvole e/o nebbia ma non per questo meno suggestivo, con le sue cascatelle e i suoi laghetti verso fondovalle.
Poco prima di Dingle (pag. 315), scendendo dal Connor Pass, sulla destra troviamo un B&B per la notte, vi lasciamo le valigie e partiamo per il percorso ad anello della penisola di Dingle: sono quasi le 17 ed è molto nuvoloso ma si tratta di un giro di circa 50 Km ed è quindi fattibile prima di cena.
Naturalmente, avendo più tempo a disposizione e volendo vedere più cose, magari mettendo in programma anche un’escursione in barca, si potrebbe dedicare al ring of Dingle anche un’intera giornata, considerando che questi posti sono molto belli e caratteristici.
Iniziamo l’anello dirigendoci a Ventry (pag 323), 6 Km dopo Dingle, e proseguiamo per il promontorio di Slea Head (pag. 323), poco prima e 7 Km dopo Ventry c’è il forte preistorico di Dunbeg (che però è chiuso e un cancello diffida dall’entrare nella proprietà privata); mi consolo con la visita, 500 mt. dopo il forte, delle capanne preistoriche ad alveare di Fahan che però non sono niente di eccezionale (oltre a tutto la visita si paga 2 Euro).
Subito dopo il promontorio di Slea Head c’è quello di Dunmore Head (pag.324) che segna il punto più occidentale d’Irlanda,nel 1588 vi naufragarono 2 navi dell’Invencible Armada; arrivati al piccolo villaggio di Dunquin (un cartello ci informa che è l’ultima parrocchia prima dell’America) ammiriamo (e fotografiamo) alcuni bei panorami sulle Blasket Islands (pag. 324), poi passiamo da Clogher Head e da Ballyferriter (pag. 325), a poco più di 2 Km. a nord-est sorge il Dun an Oir Fort, con una bella vista sullo Smerwick Harbour.
Peccato che buona parte di queste attrattive non siano segnalate affatto, quel poco che è segnalato è scritto in gaelico, viene quasi il dubbio che le persone da queste parti non gradiscano affatto i visitatori!.
Due Km. a est, una stretta stradina che si diparte dalla R559 porta ai resti dell’ insediamento monastico di Riasc (pag. 325), attenzione perché il cartello scritto a mano, veramente minuscolo, lo indica in gaelico, cioè come Mainistir Riaisc; ritornati sulla strada principale, poco oltre (circa 2 Km dopo il bivio precedente), si trovano il castello e l’oratorio di Gallarus (pag. 326) che però non visitiamo perché chiude alle18, pertanto rientriamo a Dingle, una bella cittadina, dove ceniamo in un grazioso Cafè vicino al porto.
Avendo più tempo, a Dingle si può fare un giro in barca per vedere il famoso delfino Fungie, un delfino che vive ormai da parecchi anni nella baia socializzando con i pescatori e accompagnando le barche che entrano ed escono.
Il giro dura più di un ora, costa 16 Euro e si paga al ritorno, solo se si avvista il delfino.
GIORNO 11 – Domenica 1 GIUGNO: Ring of Kerry
Dingle – Inch – Castelmaine – Killorglin 55 min. 56 Km.
Killorglin – Glenbeigh – Portmagee – Ballinskelligs – Sneem – Moll’s Gap 2 h 30 min. 152 Km. Moll’s Gap-Killarney 35 min. 33 Km.
Killarney – Limerick 1 h 20 min. 118 Km. Totale Dingle – Limerick 5 h 20 min. 359 Km.
Oggi incappiamo nell’unica giornata di cattivo tempo del nostro viaggio, con la pioggia e (purtroppo) anche la nebbia che ci impedisce di godere del bel paesaggio offerto dal Ring of Kerry, per questi motivi salteremo alcune delle destinazioni che avevamo previsto.
Partiamo comunque da Dingle di buon mattino seguendo la N86, a Inch ci fermiamo per fotografare una bella spiaggia lunga 5 Km. (pag. 315) dove sono state girate le scene del film La figlia di Ryan, poi, passando da Castelmaine, arriviamo a Killorglin (pag. 302), dove inizia il Ring of Kerry.
La prima tappa la facciamo a Rossbeigh Strand (pag. 304), una bella spiaggia che si trova 1,6 Km. dopo Glenbeigh, poi a Caherciveen (pag. 304) dal cui centro una piccola deviazione sulla destra ci porta a Ballycarbery Castle (si può tralasciare, è molto diroccato) e ai 2 forti ad anello che si trovano poco dopo: occorre lasciare l’auto nel vicino parcheggio, il forte più grande, Cahergall, si raggiunge con la stradina più a destra, quello più piccolo, Leacanabuile, si raggiunge con la stradina più a sinistra; avendo poco tempo, quello più interessante è il più piccolo, con i resti di 4 case e di un passaggio sotterraneo).
Qualche km. dopo, sulla N70, svoltiamo a sinistra all’incrocio con Ceol Na Habann Skellig Ring seguendo la R566 per fare lo Skelling Ring (pag. 308), una deviazione di 18 Km. che a Waterville si ricongiunge alla N70.
A Portmagee (pag. 307), c’è un ponte che porta a Valencia Island, noi non ci siamo stati a causa della nebbia, dicono che sia molto bella la strada verso il faro, anche se molto stretta , con la panoramica sulle isole Skelling.
Sempre a Portmagee, dal Blasket View House B&B, pagando 4 Euro a testa, si accede al sentiero che porta al punto panoramico con la vista delle alte scogliere, anche in questo caso abbiamo desistito per via della fitta nebbia.
Arrivati a Ballinskelligs (pag. 308), andiamo a vedere il Ballinskelligs Priory (anche se diroccato merita) e la stupenda spiaggia bianca con le rovine di un castello del ‘500 costruito sugli scogli; purtroppo le Skellig Islands non si riescono a vedere, proseguiamo per Waterville (pag. 309), una località con una spiaggia lunghissima, dove veniva in vacanza Charlie Chaplin, a cui è stata dedicata una statua, sul lungomare di questa cittadina.
Poco dopo c’è lo Scariff Inn (pag. 310), una locanda che si vanta di avere la più bella vista d’Irlanda, e, a seguire, il piccolo borgo di Caherdaniel (pag. 309) dove si trova la casa natale di Daniel O’Connell (pag. 310), cioè Derrynane House, l’ingresso costa 3 Euro.
Durante questa tratta, più precisamente nei pressi di Beenarourke, c’è un piazzale dove poter parcheggiare e fare foto meravigliose.
Superato Caherdaniel, circa all’ altezza di Castlecove, una deviazione sulla sinistra porta al forte preistorico Staigue Stone, noi non ci siamo stati per mancanza di tempo, inoltre avevamo letto che la strada per arrivarci era molto brutta, strettissima e con poca visibilità). Attraversata Sneem (pag. 311), lasciamo la strada costiera che porta a Kenmare (pag. 311) e prendiamo la strada interna, a sinistra, che va direttamente a Killarney.
Le due strade si ricongiungono al Moll’s Gap, un passo che, se non fosse per l’esigua altitudine, sembrerebbe un passo alpino, con tanto di costruzione che sembra un rifugio di montagna; da qui si percorre la tortuosa N71 (pag 301), percorsi 5 Km. si arriva al Ladies’View, un punto panoramico sull’Upper Lake il cui nome dipende dal fatto che era frequentato dalle dame di compagnia della regina Vittoria, che era venuta qui in vacanza.
Dopo ulteriori 8 Km., vicino alla strada principale, un sentiero di 200 mt. conduce alla Tork Waterfall, altri 2 Km. e, sul lago di mezzo, il Muckross, si trova la Muckross House (www.muckross-house.ie), un’abitazione in stile vittoriano con splendidi giardini che è stata tappa di una vacanza della regina Victoria nel 1861, nei pressi c’è la Mucrkoss Abbey (pag. 298).
Arrivati a Killarney (pag. 290), visto il tempo inclemente, non visitiamo la cittadina (di per sé non ha grosse attrattive, parco a parte), pertanto continuiamo fino a Limerick (pag. 340) dove pernottiamo in un hotel ai confini della città.
GIORNO 12 – Lunedì 2 GIUGNO: in mattinata visita di Glendalough, nel pomeriggio arrivo a Dublino
Limerick – Glendalough 2 h 20 min. 202 Km Glendalough – Dublino 1 h 10 min. 53 Km.
Totale Limerick – Glendalough – Dublino 3 h 30 min. 255 Km.
Oggi ci aspetta un’altra giornata con parecchi Km., molti dei quali però sono in autostrada.
La giornata prevede la visita del sito di Glendalough (pagg. 149-152 e 400) situato nel cuore delle Wicklow Mountains e che raggiungiamo passando dal Wicklow Gap; si tratta di un complesso monastico fondato dall’eremita San Kevin nel VI secolo.
Purtroppo oggi del sito restano solo rovine, il colpo di grazia gli fu dato dalle truppe inglesi nel 1398.
Glendalough deriva dal gaelico Gleann Dá Locha, valle dei 2 laghi, il monastero si trova, infatti, vicino a due laghi, il Lower Lake e l’Upper Lake.
Il sito monastico comprende una torre circolare alta 33 mt., i resti della cattedrale, la chiesa chiamata St. Kevin’s Kitchen (col tetto in pietra e ben conservata anche se ristrutturata nel corso dei secoli) e resti di altre abitazioni, il tutto è delimitato da un basso muretto in pietra e i prati all’interno sono disseminati di lapidi e croci, alcune delle quali molto antiche e con iscrizioni in gaelico.
Dai laghi partono diversi sentieri, noi abbiamo fatto il più corto (2,8 Km A/R), quello che dal complesso monastico porta all’Upper Lake e ad un’altra chiesetta in rovina (la Reefert Church) dove si dice siano sepolti alcuni capi della famiglia O’Toole.
Terminata la visita di questo suggestivo sito ci mettiamo in viaggio verso Dublino, intorno alle 15 arriviamo all’Harvey’s Guesthouse dove lasciamo mogli e bagagli, poi noi maschietti andiamo all’aeroporto a consegnare l’auto, visto che i prossimi giorni, stando a Dublino, ci muoveremo prevalentemente a piedi.
Dall’aeroporto torniamo indietro col bus Aircoack che effettua fermate praticamente in tutta Dublino, il biglietto si fa direttamente alla partenza e costa 7 euro.
Un’alternativa è costituita dal bus Airlink che si trova immediatamente fuori dalla zona arrivi, il biglietto costa 6 € solo andata e 10 € A/R e si può acquistare direttamente a bordo, altrimenti si può fare il Dublin Pass (se si pensa di visitare molte attrazioni) che regala il transfer in pullman fino al centro e gli ingressi ai più famosi musei cittadini compresa la Guinnes Storehouse (www.dublinpass.ie), se non erro costa 35 euro al giorno.
Rientrati all’Harvey’s Guesthouse, abbiamo appena il tempo di farci una doccia e siamo nuovamente in strada, questa sera andiamo a trovare il mio amico Fabio che vive da anni in Irlanda con la moglie irlandese e la figlia.
Purtroppo quando arriviamo in Merrion Square il bus per Celbridge (la località in cui abita) è già partito e allora viene lui a prenderci: passiamo una bella serata in compagnia e ci diamo appuntamento in Italia dove Fabio e la sua famiglia, di lì a poco, verranno in vacanza, poi veniamo riportati a Dublino sino al nostro alloggio,
GIORNO 13 – Martedì 3 GIUGNO: Dublino (Trinity College, centro, cattedrali, Temple Bar)
Di buon’ora andiamo al Trinity College (pagg. 61 e 80), quest’università fu fondata nel 1592 dalla Regina Elisabetta I su un antico monastero agostiniano e fu aperta ai cattolici solo 300 anni dopo (ci sono passati come studenti personaggi illustri come Beckett).
Al Trinity è conservato il famoso Book of Kells (pag. 65) un manoscritto miniato risalente al IX secolo (www.tcd.ie/Library/bookofkells): consiglio vivamente di essere lì alle 9-9.15 al massimo (apre alle 9.30) perché poi la coda diventa lunghissima con tempi di attesa elevati.
Pagati i 9 euro d’ingresso, si entra quasi subito nella sala in cui si possono vedere 2 pagine del libro, che vengono cambiate, a rotazione, tutti i giorni: le pagine del libro sono bellissime, tuttavia mi viene da pensare che codici miniati come quello esposto ne abbiamo molti anche in Italia.
Dopo aver visto il libro, si passa a visitare, nello stesso edificio della biblioteca dell’università, la Long Room o Old Library (pag. 66), una sala in legno decorato di 65 mt di lunghezza e 15 di altezza che è stata a lungo la biblioteca più grande d’Europa e che raccoglie 200mila volumi antichi, nella sala si può ammirare anche l’arpa più antica del paese.
Usciti dalla libreria andiamo a fotografare una scultura di Arnaldo Pomodoro (“La sfera dentro sfera”) realizzata nel 1982 e completiamo la visita con i giardini del college.
Terminata la visita ci dirigiamo verso Grafton Street (pag. 61), una via pedonale con i negozi più eleganti di Dublino e con artisti di strada di ogni genere, dai musicisti ai mimi e ballerini; all’inizio della strada c’è la statua di Molly Malone, la giovane e prosperosa venditrice di pesce che con la sua ballata è divenuta il simbolo di Dublino, purtroppo la statua non c’è perché è in restauro.
In fondo alla strada si trova l’ingresso del bel parco St. Stephen’s Green (pag. 77) circondato da case del periodo georgiano, noi ne facciamo il giro sia dall’esterno che dall’interno.
Dopo la pausa pranzo, dedichiamo il pomeriggio alle chiese di Dublino, iniziando con la visita della cattedrale di San Patrizio (pag. 83), la più grande chiesa d’Irlanda (è lunga 94 metri e la Minot’s Tower è alta 43 metri): l’ingresso costa 5.50 € e non è valida la card. Secondo la tradizione, la cattedrale è stata eretta nei pressi di un pozzo sacro dove S. Patrizio battezzava i convertiti nel 450 d.C.
Al suo interno si trova la tomba di Jonathan Swift, lo scrittore de I viaggi di Gulliver, e il Boyle Monument, in onore di R. Boyle, lo studioso che diede il nome alla famosa legge della fisica.
Nella parte sinistra della cattedrale è presente un portale di legno con due pannelli mancanti, dal fatto d’armi legato a questa porta nasce il detto irlandese “giocarsi un braccio” (changing one’s arm).
Si narra infatti che, alla fine del quindicesimo secolo, il conte di Ormond si barricò nella chiesa per proteggersi dal conte di Kildare, suo nemico; nonostante quest’ultimo gli avesse promesso una resa senza conseguenze, il conte di Ormond non voleva uscire per siglare l’accordo, così il conte di Kildare bucò la porta per stringere, in segno di pace, la mano dell’altro nobile attraverso il portone di legno, vincendo così la sua diffidenza: da allora la frase “giocarsi un braccio” è utilizzata in quelle situazioni di stallo in cui occorre correre un rischio per ottenere un risultato positivo.
Nelle vicinanze si trova anche la Christ Church Cathedral (pag. 84), chiesa protestante che fu costruita nel 1030 nel cuore della Dublino medievale; la prima chiesa in legno fu demolita dai normanni che la ricostruirono in pietra nel 1172, subì un ingrandimento nel 300 e un restauro nell’800.
Al suo interno c’è un sepolcro che si dice sia la tomba di Strogbow, il normanno che conquistò l’Irlanda nel 1170; la parte più interessante è la cripta, unica testimonianza della vecchia cattedrale medioevale resta solo la cripta, al cui interno c’è un bar con i tavolini.
Anche in questa chiesa l’ingresso è a pagamento e non è valida la nostra card.
Volendo, ma noi non l’abbiamo fatto, vicino alla cattedrale c’è la Synod Hall all’interno della quale è stato allestito un museo (Dvblinia) che fa viaggiare nella storia di Dublino all’epoca dei Vichinghi mediante plastici e ricostruzioni di strade e di moli.
Tornando verso il centro incontriamo la City Hall (pag. 81), il municipio settecentesco dove sono conservati gli archivi storici della lotta per l’indipendenza, purtroppo la troviamo chiusa al pubblico (vi si svolgeva un matrimonio) e allora ne rimandiamo la visita al giorno dopo; facciamo quindi un giro ricognitivo al vicinissimo castello di Dublino (pag. 70) rimandando però anche la visita dei suoi interni al giorno dopo, visto che sono quasi le 17 e la biglietteria sta chiudendo.
A questo punto bighelloniamo nel quartiere di Temple Bar (pag. 68 e cartina a pag. 72), ricco di ristoranti e pub (c’è anche l’HARD ROCK CAFE), nonché sede della movida dublinese, nel XVIII secolo era una zona losca, ora è considerata una zona artistica,
Per cenare abbiamo l’imbarazzo della scelta, dopo cena io e Roberta ci concediamo una Guinness, sulla strada del rientro, al John Mulligan’s, un pub situato oltre il margine orientale di Temple Bar, famoso proprio per la sua Guinness, considerata la migliore di Dublino.
GIORNO 14 – Mercoledì 4 GIUGNO: Dublino (nord della città, City Hall, castello, museo, Temple Bar)
Anche oggi la sveglia suona presto, visto che dobbiamo vedere ancora parecchie cose, pertanto poco dopo le 8 siamo già in O’Connell Street, un’altra strada piena di negozi (e di monumenti, tra i quali la statua in bronzo di James Joyce) che porta verso il centro.
Questa strada è larghissima, all’incrocio con Henry Street c’è una guglia in acciaio (Spire) alta 120 mt. con una base di 3 mt. e una punta di 15 cm..
Subito dopo c’è il General Post Office (pag. 89), la posta centrale di Dublino: costruita nel 1816, era stata bruciata dopo che Patrick Pearse e James Connolly lessero la dichiarazione d’indipendenza dalla sua gradinata durante l’insurrezione di Pasqua nel 1916.
Nel 1922 fu teatro delle violenze della guerra civile, sulle sue colonne doriche ci sono ancora i segni delle pallottole.
Arrivati al Liffey svoltiamo a destra costeggiando il fiume per arrivare alla distilleria Jameson.
Lungo il cammino incontriamo il Museo nazionale del Leprechaun (che non visitiamo a causa del già fitto programma del giorno) e le Four Courts (pag. 91), la Corte Suprema irlandese la cui facciata lunga 130 mt..è adorna di statue.
Le Four Courts sono passate alla storia in quanto qui accadde l’episodio che nel 1922 scatenò la guerra civile, quando i rivoltosi, contrari al trattato stipulato con gli inglesi occuparono questo edificio rifiutandosi di arrendersi provocando così il bombardamento dell’edificio dall’altra sponda del fiume.
Arrivati alla Old Jameson distillery (pag. 87) ne visitiamo l’interno e il negozio con innumerevoli gadgets marchiati Jameson.
Ritorniamo sui nostri passi attraversando il fiume e puntando sulla City Hall, finalmente aperta, poco dopo è la volta del Castello di Dublino (pag. 70) che visitiamo utilizzando la nostra Heritage card: per secoli fu il simbolo del governo inglese, è stato molto rimaneggiato, solo la Record Tower risale all’originaria struttura della fortezza anglo–normanna del XIII secolo.
La visita si rivela interessante, in particolare quella degli scavi archeologici che nel 1986 hanno portato alla luce le fondamenta del vecchio castello realizzate dai vichinghi.
Entriamo anche nella CHAPEL ROYAL ma non ci dice granchè anche perché è una struttura abbastanza recente.
Molto interessante è stata invece la visita della vicina Chester Beatty Library (pag. 69) che ospita la collezione, in gran parte libri, che Sir Alfred Chester Beatty lasciò allo stato irlandese: in particolare sono degni di nota una collezione di libri di giada cinesi (forse la più bella del mondo), alcuni papiri egizi con poesie d’amore e uno dei frammenti biblici più antichi, secondo solo ai rotoli del Mar Morto.
Dopo un veloce spuntino nei vicini giardini ci incamminiamo per raggiungere il Museo Nazionale d’Irlanda di archeologia e storia in Kildare Street (pag. 71); l’ingresso è gratuito, per info si può consultare il sito www.museum.ie.
Nel palazzo, del 1890, con pavimenti a mosaico e una bella cupola all’ingresso alta 19 metri, sono esposti reperti dal 7000 a.C. in poi.
Ci colpiscono i gioielli in oro dell’età del bronzo, una delle più grandi collezioni d’Europa.
Molto interessante è anche la galleria dedicata all’epoca medievale, vi sono esposti il calice di Ardagh e la spilla di Tara, oggetti di oreficeria celtica tra i più eleganti che siano mai stati trovati.
Al piano superiore si trova una mostra dedicata alla Dublino vichinga, con reperrti provenienti da alcuni scavi.
Accanto al museo c’è la Leinster House (pag. 75), la più lussuosa dimora georgiana di Dublino, eretta nel 1745, che attualmente ospita la sede del Parlamento irlandese: se ne può visitare una parte ma soltanto quando il parlamento non è in seduta.
Tornando verso il centro passiamo davanti alla Bank of Ireland che occupa il primo edificio sorto in Europa come sede di un Parlamento (cartina pag. 66 e pag. 81) e poi entriamo da Carrolls, ossia il negozio per eccellenza di souvenirs, per fare gli ultimi acquisti.
Infine ceniamo da Murray’s in Upper O’Connell St. e poi andiamo a dormire soddisfatti per le tante cose viste in questi giorni anche se all’appello mancano alcune attrazioni di Dublino, ad esempio la Kilmainham Gaol (si trova oltre lo stabilimento della Guinness, si entra con la card) cioè la vecchia prigione di Dublino, dove sono stati imprigionati e fucilati molti giovani che avevano partecipato alle rivolte del 1916 oppure la Guinness Storehouse (St. James Gate, ingresso 16,5 Euro, www.guinnessstorehouse.com) dove viene spiegata la lavorazione della birra e dove si può gustare una pinta di birra (compresa nel prezzo) al Gravity Bar dotato di una vetrata a 360 gradi sulla città che consente di godere di una bellissima vista sulla città.
GIORNO 15 – Giovedì 5 GIUGNO: trasferimento all’aeroporto e partenza x l’Italia
Con tutta calma ci alziamo alle 8, alle 9 ci facciamo chiamare un taxi che in meno di mezz’ora e con soli 20 Euro ci porta all’aeroporto dove alle 12 ci imbarchiamo per Parigi, da Parigi prendiamo poi il secondo volo di rientro su Genova dove atterriamo portandoci dentro (ma anche nelle numerose foto scattate) un pezzetto d’Irlanda!
La classifica delle attrazioni più belle
Io: 1. Il sentiero da Larrybane alle Giant’s Causeway 2. Penisola di Dingle 3. Cliffs of Moher
Roberta: 1. Il sentiero da Larrybane alle Giant’s Causeway 2 La strada costiera A2 da Belfast al nord. 3. Clonmacloise
Consigli vari
Attenzione in Irlanda del nord oltre alle sterline “ufficiali”, le banche tipo la Ulster Bank o la Danskhe, emettono sterling con il loro logo, che non sono una vera valuta ma delle “promesse di pagamento” quindi NON riportatele in Italia perchè hanno validità solo in Irlanda del Nord.
HOTEL e B&B
Belfast Hotel Ibis, in centro, camera a 66 euro colazione esclusa, standard senza pretese ma buono, come in tutti gli IBIS.
Cushendall B&B The Meadows, circa un Km prima di Cushendall, lato monte una casa bianca a 2 piani, vicino al club nautico bagni e camere molto belli e spaziosi, ottima colazione, parcheggio, riscaldamento acceso senza lesinare, 60 sterline in due.
Ballintoy B&B Ballintoy House, si trova subito a destra appena entrati in paese: camera carina ma un pò piccola, così come il bagno, internet, accessori x il the in camera, colazione ottima (continentale o irish), 25 sterline a testa, parcheggio auto.
Dunfanaghy B&B Willows si trova sulla sinistra, uscendo dal paese: camera carina (però arredata come la camera della Barbie), bel bagno, wi-fi, e parcheggio auto, camera a 60 euro compresa la colazione.
Donegal B&B Riverside House, in centro, anche qui le camere sono al primo e secondo piano, non molto grandi ma pulite, wi-fi e colazione, 50 Euro in due, è gestito da un’anziana signora col figlio, parcheggio libero dalle 18 alle 9.
Westport B&B Mulberry Lodge, si trova lungo la strada principale, arrivando da Donegal è appena prima del paese, a 5 minuti dal centro, le camere, abbastanza grandi, sono al primo piano, c’è l’wi-fi e il parcheggio, è gestito da una giovane signora con una bambina simpaticissima; la colazione (irlandese) è stata la migliore del viaggio, senza nulla togliere alle altre, camera e colazione 60 euro.
Galway B&B The Forge House, in centro, vicino alla zona pedonale, la padrona di casa è gentile e chiacchierona, però la camera è molto stretta, anche il bagno non è granchè (è tutto molto vecchio), c’è un piccolo parcheggio interno e l’Wi-fi, camera e colazione 60 € in due.
Lehinch B&B Riverdale House, si trova sul rettilineo (sulla sinistra) che precede il bivio che porta a Liscannor (a destra) o a Lehinch (a sinistra), circa 4 Km prima di Liscannor; è una casa bianca a due piani con camere e bagni molto puliti e spaziosi, la camera doppia costa 60 euro, colazione compresa.
Dingle B&B Dillon’s, si trova sulla destra, scendendo dal Connor Pass, in Connor Pass Road, la camera costa 50 euro con colazione continentale compresa, c’è il parcheggio ma non c’è l’WI-FI, la camera è pulita e spaziosa, così pure il bagno.
Limerick Travelodge Hotel, si trova appena fuori città, verso Dublino, la camera costa 49 euro, senza colazione, c’è il parcheggio auto e l’WI-FI, ottimo rapporto qualità prezzo.
Dublino Harvey’s Guesthouse si trova in Upper Gardiner St., il centro è a 25 min. a piedi (però c’è la fermata del bus), la camera costa 55 euro esclusa colazione, la camera e il bagno non è granchè, c’è l’WI-FI però prende poco.
RISTORANTI
Belfast Abbiamo mangiato nel ristorante interno all’hotel IBIS perché era tardi, è stata la peggiore cena del nostro viaggio.
Cushendall Upstairs Joe’s abbiamo mangiato bene (un secondo di pesce e birra, 32 sterline in 2)
Ballycastle Boyles cafe, lungo la via principale che dà sul mare, buon servizio e piatti gustosi e abbondanti (ottimi gli involtini di pollo), abbiamo speso 30 sterline in due (minestre, secondi e birre).
Dunfanaghy Lizzie’s Diner, è un locale abbastanza affollato, su due piani, si mangia molto bene, io ho preso una sogliola gigantesca e buonissima, mia moglie un ottimo fish and chips, il tutto con 25 euro; purtroppo non servono alcoolici ma consentono di comprarli al market di là dalla strada e di consumarli da loro senza alcun sovrapprezzo!!
Donegal Toni’s Bistro, locale moderno, in una delle vie principali, in centro: zuppa, ottima carne e birra a 37 euro in due.
Westport West Bar and Restaurant, una delle migliori cene del viaggio, io ho preso delle ottime cozze con un sughetto delizioso e poi una terrina ai frutti di mare (si chiama seafood chow) veramente eccezionale, con birra bionda irlandese (si chiama Smithwick’s e si pronuncia Smitics, ha una scritta bianca con fondo rosso), mia moglie ha preso del pollo col riso, il tutto a 40 euro.
Galway Kettle of Fish in Lower Cross Street, anche qui abbiamo mangiato benissimo, io ho preso delle ostriche freschissime e del salmone affumicato (una porzione enorme), mia moglie un piattone di pesce, con 2 birre, spendendo 55 euro in due.
Galway Il Folletto, è un ristorante italiano in Quay Street, abbiamo mangiato abbastanza bene, il personale, italiano, è molto gentile, però considerando che abbiamo preso soltanto un piatto principale e due birre, ritengo che, rispetto agli standard di spesa irlandese sia un pò caro (60 euro in due), cosa peraltro confermata anche da altre recensioni sul web.
Liscannor Vaughans Anchor Inn, 60 euro in due, prendendo 2 birre e 2 piatti di pesce enormi (con frutti di mare, gamberi, salmone affumicato e fresco, ecc.); per me era tutto ottimo a parte le cozze e le vongole (che erano fredde), per mia moglie non era male ma poteva essere migliorato, intiepidendo parte delle vivande, d’altra parte che era un piatto freddo ce l’avevano detto subito.
Dingle Chowder Cafè in Strand Street 42 euro in due (una zuppa, due secondi abbondanti e due birre).
Limerick ristorante del Travelodge hotel
Dublino Murray’s in Upper O’connell St.., abbiamo mangiato molto bene spendendo 65 euro in due, compreso l’Irish coffee.