Irlanda fly & drive 2
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L’idea di fare un breve viaggio con mio marito prima di affrontare le ben più impegnative vacanze estive con tutta la famiglia mi è sembrata subito una “buona idea”… perché quest’anno io abbia proposto l’Irlanda lo devo alla suggestione di alcune immagini postate da un amico su facebook. La meticolosa preparazione del viaggio è stata piuttosto lunga, ma così facendo devo dire che “i colori dell’Irlanda” mi hanno tenuto compagnia già nelle piovose giornate invernali.
Per prima cosa ho raccolto informazioni di carattere storico, geografico, socio-economico, climatico e soprattutto stradale (sarebbe stata la nostra prima esperienza di guida a sinistra!) e ho composto una breve guida che si è rivelata poi molto utile nella preparazione dell’itinerario di viaggio vero e proprio e durante il soggiorno.
Quindi ho stabilito il periodo nel quale saremmo andati e… via, si parte!
29 MAGGIO 2015: VENERDÌ
Dopo aver lasciato l’auto al parcheggio lunga sosta (i prezzi sono contenuti e un comodo pulmino lo collega con l’aerostazione circa ogni 20 minuti), preventivamente prenotato, siamo partiti col volo Pisa-Dublino delle 21,05 con arrivo alle 22,55 ora locale.
Il ritiro della vettura in aeroporto, prenotata con Europcar, è filato via liscio, ma ci siamo presi un assaggio di cosa volesse dire capire l’inglese parlato da un irlandese. Saliti a bordo e verificato che ci fosse il navigatore già impostato in lingua italiana, come richiesto, ci siamo mossi dal parcheggio con una certa cautela verso il centro di Dublino. Grazie all’ora tarda e all’assenza di traffico ce la siamo cavata subito bene con la guida a sinistra per cui consiglio attenzione, ma niente drammi: ce la si può fare. Dopo un’oretta siamo arrivati al nostro Hotel: Glenogra Townhouse, 64 Road Merrion Ballsbridge, Dublin, Tel. 00 353 16683661, parcheggio gratuito, wifi gratuito, colazione inclusa. L’hotel, pulito e accogliente, ci ha fatto un’ottima impressione, la stanza, anche se piccola, era molto graziosa e dotata di ogni confort, ma la vera sorpresa l’abbiamo avuta la mattina: una sala colazioni veramente “british” e una colazione “irlandese” decisamente abbondante. Da questo momento e per tutto il viaggio abbiamo sempre scelto colazioni irlandesi, no continentali, composte da salmone affumicato o salsicce gratinate,verdure grigliate, pane tostato, burro, marmellate e naturalmente…te.
30 MAGGIO 2015: SABATO
Giornata dedicata alla visita di Dublino. Raggiunta a piedi, dista solo 2 minuti dall’hotel, la stazione della DART di Sandymount che fornisce regolari collegamenti con il centro città siamo saliti sull’autobus e abbiamo raggiunto il Trinity College in una bella mattinata di sole. Il Trinity College è una delle più prestigiose università a livello mondiale e, senz’altro, la più blasonata e antica d’Irlanda, fondata nel 1592 da Elisabetta I. Fra i suoi allievi più famosi vanta Jonathan Swift, Oscar Wilde, Bram Stoker e Samuel Beckett. Ci siamo presi tutto il tempo per fotografare l’esterno: la costruzione in mattoni rossi è la più antica del complesso, risale al 1690, e ospitava gli studenti, il campanile, alto 30 metri e cosiderato il simbolo del campus, fu eretto nel luogo in cui prima sorgeva un monastero, Sfera dentro Sfera, l’opera di Arnaldo Pomodoro; e visitare l’interno: the old library, una vera meraviglia!, che ospita la più antica arpa irlandese, detta di Brian Boru, Book of Kells, un manoscritto miniato che vi consiglio di non perdere anche se, l’entrata a piccoli gruppi, crea lunghe code. Orari: da maggio a settembre: 09.30-17.00 lunedì-sabato | 09.30-16.30 domenica.
La nostra seconda meta è stata la Christ Church Cathedral, che abbiamo raggiunto a piedi passando davanti ad un minuscolo bar/negozio di prodotti italiani, “il Fornaio”, dove abbiamo gustato un vero caffè espresso! Questa meravigliosa cattedrale, risalente al 1172, si trova nel cuore della città medioevale ed è stata edificata sul sito di una chiesa vichinga in legno. Ciò che colpisce della struttura sono le sue dimensioni: 70 metri di lunghezza e 24,70 di altezza sotto la volta. All’interno si può vedere la Tomba di Strongbow che custodisce le ceneri del conquistatore d’Irlanda; secondo la leggenda, la mezza figura che si trova accanto alla tomba è quella del figlio di Strongbow, fatto a pezzi dal padre quando il suo coraggio in battaglia venne messo in dubbio; la Cappella di St. Laud che contiene lo scrigno a muro con il cuore di St. Laurence O’Toole, santo patrono della città e la Cripta, di gran lunga la parte più interessante e suggestiva di tutta la visita sia per le enormi colonne in pietra che sostengono tutta la costruzione sovrastante sia per i reperti storici ( ghigliottine, abiti d’epoca, oggetti liturgici in oro, gatti e topi mummificati) in essa custoditi. Orari: 09.45 – 17.00 da lunedì a venerdì/10.00 – 17.00 sabato e domenica.
Ancora a piedi e sotto una leggera pioggerellina ci siamo diretti verso St. Patrick Cathedral, considerata la cattedrale nazionale dell’Irlanda protestante venne edificata in uno dei siti cristiani più antichi di Dublino, dove, si narra, S. Patrizio abbia battezzato i pagani in un pozzo nel 450 d.C.. Una curiosità: nel 1649, durante la guerra civile, venne utilizzata come stalla dalla cavalleria di Cromwell. Per la verità questa chiesa non ci ha fatto la stessa impressione della precedente anche se la navata del coro, con i suoi 100 metri, è la più lunga d’Irlanda. Al suo interno è custodita la Tomba di Jonathan Swift, l’autore dei Viaggi di Gulliver qui sepolto insieme all’amata Esther e la Porta in legno forse più famosa della storia infatti si narra che nella lotta fra Kildare e Ormond, quest’ultimo si barricò nella sala capitolare e il suo nemico fece un buco nella porta per stringergli la mano, da cui l’espressione “rischiare il braccio”. Orari: da marzo a ottobre: 09.00-18.00 da lunedì a sabato/09.00-11.00, 12.45-15.00, 16.15-18.00 domenica. Visto che la pioggia non accennava a diminuire, sempre a piedi e decisamente inumiditi abbiamo raggiunto e molto gradito la visita alla Guinness Storehouse, la mitica fabbrica della Guinness al primo posto fra i luoghi più visitati d’Irlanda! Nato nel lontano 1759, questo stabilimento occupa 26 ettari di terreno e le parti più antiche sono state riconvertite in un museo hi-tech, grazie a un avveniristico progetto che ha saputo adattare la struttura trasformandola in un edificio che sale per 7 piani assumendo la forma di una pinta di Guinness! Anche se il costo del biglietto non è proprio economico consiglio senz’altro questa visita. Il percorso prevede gli ingredienti (tutti i componenti della birra vengono illustrati e mostrati in immensi barili con la possibilità di toccarli e odorarli da vicino), la produzione (si assiste a tutto il procedimento fra bollitura, fermentazione, maturazione e miscelatura, in un gran frastuono e miscuglio di odori), i bottai (viene illustrata la sottile arte della costruzione delle botti), il trasporto (dalle vecchie carrozze ai più moderni sistemi per trasportare la birra) la pubblicità (le campagne promozionali sono diventate ormai leggendarie, dai poster vecchio stampo ai moderni spot), la degustazione (se conserverete il biglietto d’ingresso, potrete assaporare una pinta omaggio nello splendido Gravity Bar, un magnifico punto panoramico con vista sulla città). Per finire sia io che mio marito abbiamo provato a spillare una perfetta Guinness secondo le indicazioni dei birrai della fabbrica e, al termine dell’operazione, ci hanno rilasciato l’attestato di mastro birraio e abbiamo bevuto il nostro bicchiere di birra…
Sarà stata la birra e il ritorno del sole , ma il rientro verso l’albergo, attraverso Temple Bar è stato piuttosto divertente. Questo reticolo di viuzze, caffè, bar, teatri e soprattutto pub è il ritrovo dei giovani dublinesi, il centro nevralgico del divertimento irlandese, affollato da artisti di strada, musicisti e tantissimi pedoni, punteggiato da ristoranti di tendenza, gallerie alla moda, spazi espositivi e centri culturali, come la Gallery of Photography, il National Photography Archive e l’Irish Film Institute. In origine era il quartiere medievale delle corporazioni e degli artigiani (armaioli, stampatori, fabbricanti di strumenti musicali, tessitori, pellicciai…), “famoso” anche per la sua pericolosità durante la notte, le sue bettole, le sue segrete e i suoi miserabili bordelli. La sua attività cominciò a declinare negli anni cinquanta e la situazione degradò fino al punto che ne fu ipotizzata anche la distruzione. Poi agli inizi degli anni novanta prese forma un progetto più conservativo: gli antichi edifici furono restaurati e Temple Bar si è trasformato in un quartiere di punta, vivace, rispettabile e molto frequentato dai turisti. Noi siamo passati intorno alle 17/18 del pomeriggio e la strada stava incominciando ad animarsi di giovani alcuni mascherati da improbabile damine, elfi e animaletti dei boschi, ma abbiamo avuto l’impressione che per godere della goliardia che vi si respirava fosse decisamente ancora troppo presto. All’altezza del Trinity College, proprio dove la mattina siamo scesi dal bus, abbiamo ripreso il mezzo pubblico e siamo rientrati in hotel. Con questa giornata piuttosto intensa abbiamo concluso la nostra visita a Dublino dove sicuramente c’è molto altro da vedere (Millennium Bridge, Meeting House Square, i vicoli intorno a Fishamble Street, Grafton Street, Ha’Penny Bridge , ecc) ma avrebbe richiesto una permanenza di più giorni.
Nota: rientrati in hotel abbiamo chiesto indicazioni per la cena visto che eravamo decisamente troppo stanchi per tornare in centro e siamo stati indirizzati verso un bel ristorante distante solo poche passi dove, come vicine di tavolo, avevamo due simpatiche e chiassose signore irlandesi che conoscevano bene “Le Cinque Terre”: sarà un luogo comune ma è proprio piccolo il mondo!
31 MAGGIO 2015: DOMENICA
Dopo un’abbondante colazione, rigorosamente irlandese, nell’accogliente sala dell’hotel ricca di antiche maioliche e dall’immancabile caminetto partiamo alla volta di Doolin facendo la prima vera esperienza di guida a sinistra se si eccettuano i pochi chilometri della prima sera. Il traffico in uscita da Dublino è tranquillo e ordinato, la strada per Ennis è di quelle a quattro corsie, il tempo è magnifico e dopo un po’ ci rilassiamo e godiamo della rilassante e verdissima campagna irlandese. Prima di pranzo arriviamo ad Ennis, una cittadina carina, in ottima posizione per iniziare il giro con la R473, alla scoperta del Burren. Questa splendida strada panoramica ci guiderà alla costa del Clare: lungo strada si può ammirare l’estuario del fiume Shannon, la costa nord del Kerry e la Scattery Island da lontano. Non descriverò l’intensità dei colori e l’emozione dei ponorami incontrati perchè sarebbe comunque riduttivo rispetto a ciò che vedrete lungo questo percorso, ma racconterò un piccolo aneddoto che sempre ricordiamo quanto parliamo di questa vacanza. Durante una delle tante, brevi soste per fare foto e sgranchirci le gambe sono attratta da un contenitore, tipo uno di quei frigoriferi portabili che si usano per i pic-nic, posto lungo la strada. Mi avvicino e leggo il cartello: contiene uova fresche, chi ne avesse necessita è invitato a prenderle e lasciare i soldi, infatti sollevo il coperchio e dentro ci sono ancora due confezioni di uova e alcuni euro. Mi guardo intorno: nessuno, dico nessuno!
Arrivati a Kilkee, dopo aver percorso la West Clare Railway, abbandoniamo il progetto originario di raggiungere il faro di Loop Head, avrebbe richiesto troppo tempo e decidiamo di dedicare un po’ di tempo e molte foto a questo paesino una volta di pescatori oggi rinomata località turistica. Sulla spiaggia famiglie con bambini, protetti da mute in neoprene, si bagnano in acque che fanno rabbrividire noi mediterranei già a molti metri di distanza, le onde, pur in questa magnifica giornata, si infrangono sull’arenile con un fragore assordante e miriade di uccelli volano alti spinti dal vento. Sulla passeggiata che divide il centro abitato dal mare venditori ambulanti offrono molluschi ai turisti. Percorrere la N67 è stata un’esperienza davvero emozionante: panorami da non credere si succedono a minuscoli, coloratissimi paesini divisi dall’oceano da imponenti muraglioni (villaggio di Lahinch) fino ad arrivare alle scogliere di Moher, la nostra meta di oggi. Un parcheggio sterrato (costo € 6) permette di lasciare l’auto proprio davanti all’ingresso. Da qui si raggiunge il sentiero che costeggia le scogliere in pochi minuti: il cielo, complice un vento tesissimo, è di un azzurro profondo e le acque, 200 metri più sotto, formano onde possenti che si infrangono sulle rocce creando colonne di zampilli! Bello da non credere. Passeggiamo fotografando mare e costa fino a quando un repentino cambiamento del tempo provoca un acquazzone tanto intenso quanto breve: piove talmente al traverso che bastano le mura di una torre, contro la quale ci appiattiamo, per ripararci. Breve visita al rifugio scavato nel ventre della collina e ripartiamo per Doolin, siamo un po’ in ritardo e riteniamo opportuno avvisare il B&B per evitare sorprese. Non avendo trovato sistemazione alcuna a Doolin ho prenotato poco distante, nel villaggio di Lisdoonvama: Ballinsheen House Galway Road (Tel. +353657074806 Coordinate GPS: N 053° 2.060 W09° 17.257). Questo è uno dei migliori B&B del nostro viaggio: la signora che ci accoglie è gentilissima, la stanza , con una loggia vetrata sul giardino, è molto bella come tutto il resto della casa. Per la cena chiediamo informazioni alla nostra padrona di casa perché non avendo prenotato abbiamo qualche problema. Il ristorante che ci viene indicato, pochi minuti a piedi dal nostro alloggio, è comunque una piacevole scoperta: dobbiamo aspettare una mezz’ora che si liberi un tavolo ma mangiamo piatti di carne gustosi accompagnati da un ottimo vino.
Una breve notazione sul paesino di Doolin: abbiamo cercato il paese in lungo e in largo per le stradette erbose trovando solo case sparse! Proprio così, non esiste un agglomerato di case magari con tanto di chiesa e piazzetta, ma solo costruzioni coloratissime sparse nella campagna.
1 GIUGNO 2015: LUNEDÌ
Partiamo da Lisdoonva sotto una pioggia battente che non ci abbandonerà per tutta la mattina e percorriamo la R477 passando per Black Head fino a Kilcolgan e poi proseguiamo con la N18 fino a Galway. Distanza km 66, tempo di percorrenza 1h16. Attraversiamo così la regione costiera del Burren, ricca di stagni, rare costruzioni e fiordi melmosi per la bassa marea: purtroppo causa la pioggia possiamo fotografare solo dal finestrino dell’auto! Lungo la N67 si incontra il piccolo porticciolo di Ballyvaughan e continuando in direzione Galway, ci si può fermare a Kinvara, minuscolo villaggio coloratissimo e affacciato sulla baia. Il paese merita una sosta soprattutto per il castello Dunguaire. Pur non essendo visitabile internamente, la sua posizione affacciata sul mare lo rende davvero suggestivo e con nuvoloni grigi che turbinano in cielo anche piuttosto tenebroso. Lasciata Galway, che comunque non visitiamo, non piove più e seguiamo la costa: R336/R340/R341 fino a Clifden. La regione Lar Chonnaght, la più importante zona di lingua gaelica d’Irlanda, è tutto un succedersi di fiordi e penisole dal profilo frastagliato di cui i principali sono rispettivamente la Kilkieran Bay e la Rosmuck Peninsula. Costeggiando la sponda opposta della baia di Kilkieran si arriva a Carna. Questo villaggio, tanto decantato dalle guide, ci ha un po’ deluso: forse perché ancora una volta si tratta di case sparse, forse perché il tempo non soleggiato ci ha fatto perdere l’effetto colore, forse perché noi alle spiagge bianche siamo abituati. Ma la regione del Connemara è bella e selvaggia e le torbiere di cui è disseminata ci incuriosiscono. C’è acqua ovunque, sembra di stare e forse lo siamo davvero in una grande palude, a molte costruzioni, ovviamente raggiungibili solo con la barca, sorgono su lembi di terra così piccoli che appena le contengono. In serata arriviamo a Clifden, la nostra meta: deliziosa cittadina in mezzo a verdissime foreste con molte belle costruzioni di inizio secolo. Abbiamo prenotato al Rockmount House B& Sky Road, Bayleek Clifden (Tel. +3539521763 GPS N 053° 29.974 W 10° 6.135). Questa struttura si trova a circa 2 km dal centro del paese e si raggiunge percorrendo uno stradina ad una sola corsia a strapiombo su di un fiordo ( il fiordo dei delfini). In prossimità dell’arrivo il paesaggio si apre in un piccolo promontorio proteso verso l’oceano che ospita alcune abitazioni. L’effetto è impagabile, l’apprensione per il tragitto lascia il posto a un senso di serenità e pacatezza. Siamo accolti ancora una volta con grande gentilezza dal padrone di casa il quale ci consiglia o un’arrampicata sulla collina che sovrasta il promontorio o una passeggiata verso l’estremità dello stesso dove, ci dice, ci sono scogliere più basse di quelle di Moher, ma egualmente spettacolari. Optiamo per la seconda ipotesi, per lo meno il percorso è pianeggiante, e accompagnati dai due magnifici scotch collie della casa, ci avviamo verso il mare; intanto è uscito un bel sole caldo e deciso non vediamo i delfini ma scattiamo comunque molte foto.
Per la cena torniamo al centro di Clifden e optiamo per Mitchell’s Restaurant, una delle nostre opzioni avvallata anche dall’ albergatore. Cena squisita a base di ostriche, carne e crostacei alla brace (lo so che non è un buon abbinamento, ma volevamo assaggiare un po di tutto…) completata da un ottima bottiglia di bordeaux: sicuramente la cena migliore di tutto il periodo.
N.d.r. abbiamo affrontato poi con molta cautela la single track road che ci riportava al B&B!
2 GIUGNO 2015: MARTEDÌ
In partenza dal fiordo dei delfini, salutati i due collie, che non so se non volevano lasciarci partire o se volevano venire con noi perché si sono infilati in auto e farli scendere è stata dura, abbiamo superato Clifden e percorrendo la N59 per km 21 ( tempo di percorrenza 22’ ) siamo arrivati all’Abbazia di Kylemore (Orari di visita 9:00/18:00).
Immerso nella natura del Connemara, con alle spalle le montagne di Twelve Bens e davanti un delizioso laghetto la Kylemore Abbey sembra uscire da una fiaba. Residenza in stile neogotico del XIX secolo eretta per volere del parlamentare e finanziere Mitchell Henry e successivamente trasformata in abbazia dalle suore benedettine di Ypres che la ricevettero in dono, a seguito dei lutti che colpirono la famiglia. Le religiose vi si trasferirono dal Belgio, in fuga dalla prima guerra mondiale, e ne fecero un prestigioso collegio femminile che rimase operante fino ad un recente passato. La visita agli interni è molto interessante, come pure al parco e alla chiesa privata, purtroppo per ragioni di tempo e di affollamento (qui arrivano molti pullman turistici) non abbiamo potuto vedere l’orto botanico.
In tarda mattinata abbiamo ripreso il nostro viaggio verso Galway (km 77 tempo di percorrenza 1h30) attraverso la N59 e lungo le coste del Lough Corrib. Il primo tratto di questo percorso nella regione del Connemara comprende una vallata interna: solo monti, cielo e boschi, molto suggestiva… fino a quando ci siamo accorti che non c’era campo per i nostri cellurari! Le guide segnalano una possibile sosta al castello di Aughnanure (orari di visita 9:30/18:0) ma direi che proprio non vale la pena. Superato Galway abbiamo proseguito per Navan (Km 196 tempo di percorrenza h2 43’ pedaggio euro 1,90).
Navan non è una cittadina turistica, ma la scelta è stata dettata dalla vicinanza al sito archeologico di Newgrange e Knowth che volevamo visitare la mattina seguente prima di imbarcarci sul volo di ritorno. Qui abbiamo toccato un nuovo aspetto del nostro soggiorno: l’Irlanda che sta uscendo da un periodo di grande depressione economica, mostra ancora in luoghi non turistici come questo profonde ferite. Molti sono i negozi , bar , ristoranti chiusi, molte sono le case fatiscenti con assi a sprangare porte e finestre: una nota di tristezza ancora una volta mitiga dal carattere cordiale degli abitanti.
A Navan abbiamo prenotato al Meadow View B&B Slane Rod Navan (Tel +353469023994). Posto un po’ Kich, le stanze sono ognuna di diverso colore: verde pisello, rosa confetto, ecc. (la signora ci fa scegliere), nei bagni ci sono paperelle di plastica e scatoline colorate…però è tutto molto pulito e siamo accolti con te e torte fatte in casa! Nonostante la zona ceniamo bene nell’unico pub della città, “The Round O”, e poi a nanna: il mattino seguente è prevista una partenza di buon’ora.
3 GIUGNO 2015: MERCOLEDÌ
La mattina ci alziamo per tempo e attraverso la N51 andiamo da Navan verso Slane. A Slane, girate a destra verso Dublino sulla N2 e prendete la seconda svolta a sinistra, seguite le indicazioni per Brú na Bóinne (Newgrange). Centro Visitatori Brú na Bóinne (Newgrange e Knowth). L’ingresso a Newgrange e Knowth avviene attraverso il Centro Visitatori e l’accesso è consentito esclusivamente con visita guidata. Non è possibile accedere direttamente a questi monumenti. I visitatori sono condotti dal Centro Visitatori ai monumenti per mezzo di un servizio di navetta. Dettagli contatto Indirizzo: Donore, Co. Meath Telefono: +353 41 988 0300 Fax: +353 41 982 3071 Email: brunaboinne@opw.ie. Orario di apertura: giugno – metà sett. Tutti i giorni 09.00 – 19.00 L’ultimo ingresso al Centro Visitatori è 45 minuti prima della chiusura. Durata media della visita: A Mostra un’ora adulti £ 2.90 B Mostra + Newgrange 2 ore adulti £ 5.80 C Mostra + Knowth 2 ore adulti £ 4.50 D Mostra + Newgrange e Knowth 3 ore adulti £ 10.30. Per noi è la prima volta che visitiamo un centro archeologico neolitico di questa portata e ne restiamo veramente impressionati sia per la vastità che per il grado di conservazione. La guida è molto competente ed esaustiva nelle spiegazioni, quindi tutto secondo le aspettative… anche la leggera sensazione di claustrofobia all’interno degli stretti corridoi.
E ora via di corsa verso l’aeroporto che, per fortuna, non è lontano (percorrete la N2, distanza km 46 tempo di percorrenza 39’), lasciamo l’auto a noleggio e ci avviamo all’imbarco del volo Dublino T1 > Pisa 15,40 > 19,25 ora locale.
L’aereo parte in perfetto orario e noi portiamo a casa un sacco di belle foto e la voglia di tornare magari per visitare tutte quelle regioni dove, per motivi di tempo, non siamo andati.