Magica Irlanda 2
Partenza l’indomani mattina, dopo una ricca e ottima colazione nella bellissima veranda del B&B, alla volta di Kilkenny. E’ la nostra seconda tappa, nonché cittadina degna di nota e di essere visitata in quanto patria dell’omonima birra, dove è possibile visitarne anche la fabbrica. Questa deliziosa birra dal sapore suadente e caldo accompagnerà quasi tutte le nostre cene…
Qui a Kilkenny, carinissima cittadina medievale con laghetto e castello, soggiorniamo presso Butler House, antico feudo del signore di Kilkenny, praticamente una tenuta con tante camere ristrutturate in stile moderno e vasca idromassaggio in bagno. Anche qui, essendo sabato sera, la movida locale è rallegrata dalle musiche suonate dal vivo nei vari pub che corrono lungo la via principale del paese. In particolare ci soffermiamo in un pub, consigliato dai nostri conterranei, dove cucinano ottima carne, che al piano di sotto, per il dopocena, fa musica dal vivo con gente che se la canta e se la ride tra fiumi di birra e note irlandesi… Al Butler House la colazione è servita in una dependance del feudo, oggi adibita a ristorante, che si raggiunge attraversando i curatissimi e sempre verdi giardini della tenuta.
Breve visita e pausa foto del castello di Kilkenny, prima di ripartire per la successiva tappa. Durante il tragitto verso ovest facciamo sosta al pozzo di San Patrizio dove un insolito guardiano, dallo sguardo sparuto ma rassicurante, forse venuto effettivamente da un’altra era, ci offre da bere acqua fresca raccolta dal pozzo e ci invita a eseguire il rituale per esaudire i nostri desideri, girando tre volte intorno al pozzo e bagnandoci i piedi nell’acqua della sorgente che lo alimenta. Ancora straniti dalla mistica esperienza, torniamo in macchina e proseguiamo alla volta del castello di Blarney dove si dice vivesse la strega dell’omonimo luogo, che coltivava nel suo giardino piante velenose con cui preparava pozioni e incantesimi. Si possono infatti visitare i “poison garden”, giardini di piante velenose che sono ancora oggi coltivate in onore della strega, insieme alle innumerevoli piante dell’immensa tenuta in cui troneggia il rudere di quello che fu il castello di Blarney, famoso in quanto custode della fatidica pietra filosofale, che avrebbe il potere di conferire il dono dell’eloquenza a coloro che riescono a baciarla mettendosi a testa in giù.
Attraversata in lungo e in largo la tenuta per diversi kilometri e varie ore di esplorazione, dopo esserci imbattuti in quella che fu la bellissima casa del signore di Blarney, aver visto strane aree circolari delimitate da tronchi di alberi posizionati in maniera particolare, dove probabilmente le streghe compivano i loro rituali, esserci addentrati in un dolmen fatto da grossi massi di pietra che convogliavano le energie cosmiche e aver, infine, passeggiato sotto gallerie di rami ripiegati a formare lunghi tunnel a ridosso di fresche sorgenti alimentate da piccole cascate naturali, decidiamo verso il crepuscolo, un po’ stanchi e suggestionati, di abbandonare il luogo fatato per ripartire alla volta di Killarney, punto di partenza del Ring of Kerry. È un famoso itinerario circolare che percorre tutta la penisola del Kerry, la regione a sud-ovest dell’Irlanda, in cui si alternano vaste distese erbose su ampie colline con pascoli di pecore praticamente ubiquitarie. Verso la costa occidentale si aprono paesaggi mai visti, in cui l’oceano tocca la terra quasi come la sfiorasse, in un graduale passaggio dalle verdi colline a pianeggianti brughiere che delimitano immensi bacini paludosi che si aprono poi nelle immense acque dell’oceano. Non molto distanti, dove la costa si innalza a picco per brevi tratti descrivendo bellissime cliff, scorgiamo le isole delle pulcinelle di mare, che colonizzano quasi sempre questi luoghi assolutamente suggestivi. Torniamo dopo una rifocillante sosta presso il punto di ristoro delle cliff, verso Killarney dal lato opposto a quello dell’andata, seguendo il giro previsto dalla segnaletica. Ci fermiamo lungo la strada in un paio di negozietti tipici per acquisti di vario genere, nonché un cd di musica tradizionale che accompagnerà i nostri prossimi percorsi. Riprese le forze dopo una bella sosta in B&B, scendiamo per cena nel pub più rinomato di tutto il Kerry, pub che effettivamente merita, che scegliamo anche per la seconda sera, dopo una riposante giornata per le vie del paese.
L’indomani ci aspetta la tappa successiva, Galway, città di mare da non perdere se si visita l’Irlanda. Sempre per arricchire di diversivi il nostro percorso, a metà strada, decidiamo di visitare nel primo pomeriggio il Folk Park di Bunratty, sede dell’omonimo castello che accoglie numerosi visitatori e che la sera si rende palcoscenico di ricchi banchetti medievali allestiti da personale in costume che accompagna le portate con musiche, strumenti e rappresentazioni dell’epoca. Ma il nostro banchetto è già prenotato tra un paio di giorni in un altro castello un po’ più a nord, ragion per cui ci limitiamo al Folk park. Addentrandoci in questo borgo di campagna, si rivive un’atmosfera di altri tempi. Qui sono perfettamente ricreate le usanze e il paesaggio dell’era medievale, comprese le antiche case a cupola della servitù in cui vivono famiglie di contadini che ti accolgono con una fetta di dolce fatto in casa con gli ingredienti semplici di allora. Sembra tutto deliziosamente reale, come è delizioso il cibo preparato per i curiosi avventori! Tutto effettivamente reale come la fattoria con gli animali veri, il mulo, i cavalli, le pecore e tutto ciò che può essere rappresentato in una vera campagna medievale con il suo borgo e, ovviamente, immancabili negozietti di souvenir.
Proseguiamo soddisfatti la strada verso Galway dove ci aspettano altri fantastici padroni di casa, al Cappa Veagh B&B, che pur essendo noi in ritardo di ben due ore sulla tabella di marcia, ci accolgono con gentilezza e ospitalità con una bella tazza di caffè caldo e un ottimo dolce fatto in casa appena sfornato per il nostro arrivo, serviti nella graziosa tea room dal clima caldo e accogliente…
Dopo un breve giro di ricognizione in auto, dato il clima ventilato e piuttosto freddo della città di mare che si affaccia sull’oceano Atlantico settentrionale, decidiamo di cenare dove consigliato dai nostri ospiti, al Galleon, un ristorante dove potremo finalmente fare una pausa dall’ottima carne che abbiamo mangiato finora e assaggiare il pesce che qui è pescato fresco e cucinato nel migliore dei modi. Per fortuna anche il Galleon non mente, e andiamo a letto soddisfatti.
L’indomani ci aggiriamo per le vie del centro per riprenderci dall’ultima giornata di viaggio e visitiamo Galway con tutte le sue gioiellerie di anelli celtici che ripropongono in tutte le salse il tipico anello nuziale, il Claddagh ring, che in verità, ritroviamo spesso nei negozietti dei vari luoghi che visitiamo, ma che qui è particolarmente riprodotto data la vicinanza al paese di Claddagh, borgo di pescatori, nonché patria del famoso anello. Sosta per un ottimo Irish coffe prima di tornare in camera a cambiarci per il grande evento tanto atteso e prenotato diversi mesi prima della partenza: il banchetto medievale!
Il nostro banchetto si terrà al Dunguaire Castle alle 19:00, ma il posto non è facile da trovare malgrado il navigatore e arriviamo con un buon quarto d’ora di ritardo, sebbene all’atto della prenotazione si siano raccomandati di arrivare mezz’ora prima dell’orario d’inizio. Finalmente, raggiunto il castello, vediamo una dama e un menestrello che sono anche loro in trepida attesa per il nostro ritardo, ma anche stavolta ci accolgono a braccia aperte sollevandoci dall’impasse. Anzi, lui mi cinge gentilmente le spalle e facendomi strada, si rivolge a me con un suadente: “prego madame, voglia accettare quest’omaggio”, porgendomi un bicchiere di ottimo sidro prima di offrirlo anche agli altri presenti. Mancavamo solo noi e non avevano neanche aperto la presentazione iniziale pur di attenderci! Sono sconvolta. In Italia non sarebbe mai successo. Il banchetto è stata forse la cosa più divertente ed esilarante, probabilmente anche per la compagnia dei nostri commensali multietnici… Dividere le pietanze e le battute con degli americani che ti stanno di fronte, fare amicizia con dei francesi alla tua sinistra e simpatizzare allo stesso tempo con degli orientali alla tua destra, è stata un’esperienza davvero emozionante e un momento di puro godimento anche per le ottime pietanze e l’ottimo vino servito a fiumi. Il tutto allietato da canti e balli di una compagnia di caratteristi veramente in gamba. Siamo stati bene e tornati un po’ brilli e felici all’ovile per riprendere l’indomani, una nuova avventura.
LE ISOLE ARAN
Non sarà stata sicuramente l’esperienza migliore del viaggio, anzi, col senno di poi la eviterei, non fosse neanche per il paesaggio monotono di queste isole che altro non sono che siti preistorici da visitare esclusivamente in bicicletta sotto la poggia battente senza l’ombra di un tetto sotto cui ripararsi (forse interessanti per il loro stampo ancestrale…). Ma eviterei di andarci nuovamente per la pericolosa esperienza in mare aperto forza 10 che pur essendo noi napoletani e uomini di mare, abbiamo davvero temuto di non far ritorno, e con noi le decine di famiglie che si erano imbarcate con noi su quelle motonavi che gli irlandesi usano per le gite alle isole Aran, noncuranti delle onde che avvolgono le imbarcazioni stesse che sembrano capovolgersi ad ogni onda. Un’esperienza che a noi ha fatto paura, ma a molti altri ha fatto dare di stomaco. In ogni caso non la consiglio se il mare è mosso, perché a differenza del nostro mare, quello è l’oceano atlantico settentrionale, per intenderci, lo stesso in cui naufragò il Titanic. Oltre che agitato, è molto freddo e le coste cui appigliarsi in caso di naufragio non sono coste normali… sono le Cliff! Le Cliff of Moher! Non so se mi spiego! Le stesse Cliff alte kilometri che la gita di ritorno dalle Aran prevedeva di fermarsi ad osservare dal mare in piena tempesta oceanica, su quelle minuscole imbarcazioni e che quasi tutti speravano di evitare… e invece, abbiamo dovuto soffrire fino alla fine. Abbiamo odiato quelle immense scogliere rocciose e scesi dalla motonave con le gambe ancora tremanti per l’emozione (mentre qualcuno ha chiesto il risarcimento alla compagnia di navigazione), non contenti, siamo tornati in macchina e le abbiamo dovute vedere dall’alto. Le Cliff che ci avevano fatto tremare poche decine di minuti prima… Dall’alto sono moooolto più rassicuranti, sempre che ci si tenga all’interno della barriera in cemento costruita negli ultimi anni dopo i numerosi slanci di curiosi che hanno voluto sfidare la sorte fotografandosi sul ciglio delle scogliere. Ai “caduti” hanno fatto anche una lapide, ma ciò nonostante ancora molti continuano a scavalcare la barriera per farsi selfie “simpatici”…
Esaurite quasi tutte le energie, decidiamo di tornare finalmente a Galway per l’ultima sera. Scegliamo un ristorante tipico dove ci mettono in lista e ci chiamano al telefono quando si libera un tavolo mentre noi giriamo tranquillamente tra i negozi di souvenir nei dintorni…
Partiamo l’indomani dirigendoci verso est, sulla via per Dublino. È quasi la fine del nostro viaggio, ma prima di tornare a Dublino ci concediamo un piccolo lusso rigorosamente prenotato con largo anticipo, come tutto il resto del nostro percorso: due notti e una cena al castello di Kilronan, non molto distante da Sligo, città a nord ovest dell’Irlanda… castello da fiaba! Appena arrivati ci ritroviamo nel bel mezzo di un matrimonio stile William e Kate. Nella sala principale stanno celebrando la cerimonia e il passaggio verso quella che sarà la nostra camera. Ci obbliga a restare in attesa della fine della celebrazione, e così facciamo anche quest’esperienza… che giustamente ci mancava, ma tutto sommato non ci dispiace. Camera da sogno, affaccio sul lago e sulle guglie del castello, cena con più portate, già pagata all’atto della prenotazione. Prelibatezze d’alta cucina, vino preso a parte… solo 45€ per una bottiglia di ottimo Chianti! Per fortuna che la cena era una sola…
L’indomani arriviamo a Sligo per esplorare anche questa città che ci sorprende. Bella e colorita, dal clima mite, forse perché più interna di Galway dove abbiamo un po’ sofferto il freddo. Piena di vita come tutte le cittadine irlandesi, e soprattutto ottima per gli acquisti: qui abbiamo trovato i prezzi migliori di tutte le altre località, probabilmente perché è meno turistica. Dopo un lungo giro di shopping facciamo sosta in una caffetteria dove mangiamo la torta alle carote più buona di tutta l’Irlanda! Torniamo a casa la sera ormai stanchi, ma per fortuna ci aspetta la nostra bella camera dove possiamo rilassarci nella spa con la piscina, l’idromassaggio e la sauna, a disposizione degli ospiti del castello.
Torniamo la mattina seguente a Dublino dove abbiamo ancora un’ultima giornata per rivivere il sogno di 10 giorni addietro, tornare a Temple Bar… è domenica sera, ma c’è ancora qualche strascico di vita nel cuore di Dublino. Ceniamo al nostro pub preferito e dopo cena ci concediamo un’ultima emozione, una cosa non ancora fatta. Un bicchiere di Irish mist al Temple bar, il mitico bar che porta il nome del quartiere, e tra un sorso di liquore al miele e un sigaro nel caldo e rassicurante ambiente dublinese, si conclude con una vena di tristezza e nostalgia la nostra fantastica esperienza irlandese!