Salento fuori stagione

È il miglior momento per scoprire questa zona della Puglia
Scritto da: anelanna
salento fuori stagione
Partenza il: 20/04/2014
Ritorno il: 27/04/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 

1° GIORNO

Partenza il giorno di Pasqua, la meta quest’anno è per la terza volta la Puglia. Se i due anni passati abbiamo fatto tappa nella bellissima penisola del Gargano e l’anno dopo la Valle D’itria, quest’anno optiamo per il Salento. La decisione è difatti stata presa in quattro e quattr’otto il pomeriggio della Vigilia di Pasqua, prenotando on line in una Masseria vicino ad Otranto. Eravamo indecisi se alloggiare nella zona Adriatica o nella zona Ionica, avendo sentito pareri discordanti. Ma noi ci siamo fidati solo del nostro istinto e col senno di poi devo dire che la scelta di alloggiare nella zona Adriatica, personalente a noi è piaciuta di più. Il viaggio è di circa 870 km, ma prosegue tutto bene senza intoppi, in quanto in autostrada essendo il 20 aprile Pasqua, non c’è un cane, anzi no, verso Bari il cane lo abbiamo veramente visto in autostrada, purtroppo di questi animali randagi che vagano sulle autostrade ce ne sono eccome. Arriviamo nella Masseria Terra D’Otranto, dove veniamo accolti da due signori, madre e figlio gentilissimi. Dopo averci fatto vedere il nostro mini appartamento, decidiamo di andare nella vicina Porto Badisco, il tempo non promette nula di buono, per cui andiamo a cena verso Otranto. Cena a base di pesce in un locale frequentato da giovani, molto carino e con della gran bella musica in sottofondo. Il posto si chiama “L’Ora di mezzo” e si è mangiato bene, nonché bevuto subito un buon Negramaro rosato della Cantina Merico. Il vino si chiama Giovanniottello e ha ben 15°, ma devo dire che non picchiava per niente in testa, sarà che era un buon rosato, sarà che è stato bevuto nella sua terra. Dopo cena giro nell’affollata Otranto, bel borgo medievale ricco di storia. Ritorno in Masseria.

2° GIORNO

La giornata è buona, anche se il cielo si manterrà purtroppo sempre lattiginoso. Colazione con le squisite prelibatezze cucinate dalla sig.a Teresa a base di torte fatte in casa e friselline con olio proprio e battuto di carciofi fatto in casa. Anche la ragazza che si occupa della colazione è simpaticissima, Simona ci spiega tantissime cose. Oggi si va verso Santa Maria di Leuca, percorrendo in auto una strada costiera alquanto bella. Oggi c’è chiaramente gente, è il giorno di Pasquetta. Arrivati a destinazione ci incanta il posto, molto bello, con la piazzetta e il colonnato, il tutto circondato dal mare. Si è sempre pensato che qui finisce l’Adriatico e inizia lo Ionio, in realtà non è così. Poi ve lo spiegherò più avanti. Visitiamo la Chiesa De Finibus Terrae, dedicata alla Madonna di Leuca. Poi a pranzo scendiamo verso Leuca e pranziamo sul mare, con un paesaggio per niente mediterraneo, infatti tira vento e sembra di essere quasi al nord, il mare è mosso, anche se la giornata non è brutta, solo foschia, o come la chiamano i pescatori del posto “Lupa di mare”. Sul tardo pomeriggio torniamo in Masseria a rinfrescarci e riposarci. La sera torniamo ad Otranto, in quanto nei paesini vicini i ristoranti ancora sono chiusi. Cena a base di pesce fresco alla “Pignatta”.

3° GIORNO

Anche oggi cielo lattiginoso purtroppo, chi mai se lo sarebbe immaginato? Oggi vogliamo andare nella zona Ionica, a Porto Cesareo. La località è un tranquillo porto di pescatori, ma i numerosi ristoranti e bar lounge, fanno presagire che qui d’estate c’è una gran bolgia tale da non girare. Meglio per noi, facciamo una passeggiata sul lungomare, osserviamo di fronte l’Isola dei Conigli, l’acqua è trasparente e pulita, peccato il cielo. Ci fermiamo in un’enoteca locale dove la proprietaria ci spiega molte cose interessanti sull’olio e sul vino pugliese; compriamo un bianco e un rosato da portare a casa. Nel pomeriggio andiamo verso Torre Lapillo e Punta Prosciutto, poco più a nord. Purtroppo le strade non soo un granchè e le spiagge son ahimè abbastanza sporchine, vittime dell’inciviltà di qualche pic nic di Pasquetta. Mi dispiace vedere questo. La caratteristica di questa zona, ma anche di quella Adriatica, è che spesso sul mare ci sono vecchie torri aragonesi, che fungevano da guardia verso il mare. Ceniamo di nuovo ad Otranto, questa volta in un ristorante meraviglioso “Cantico dei cantici”, dove conosciamo la proprietaria Valentina e il marito chef Sirio, i quali oltre a proporci un buon rosso, ci fanno assaggiare dell’ottima carne.

4° GIORNO

Oggi vogliamo visitare qualcosa all’interno, meta Nardò e Galatina, dove dicono ci sia la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria con l’interno tutto affrescato. Come già ho precedentemente anticipato, le strade, a parte la Lecce-Leuca, non sono un granchè, spesso ci sono buche purtroppo. Anche la campagna è bella, ma tenuta male, rispetto a quella che avevo visto io in Valled’Itria e Gargano. Un vero peccato. Nardò è una piccola cittadina, dove le attrazioni si raggruppano principalmente nella Piazza Salandra. Chiese con facciate barocche meravigliose, palazzi barocchi, ma tutto tenuto molto male, c’è una gran aria di decadenza. Anche in giro non c’è molta gente. Dopo andiamo verso Galatina. La Basilica è chiusa e sta cominciando a piovere, per cui andiamo a pranzo nell’unica trattoria aperta. Cucina casalinga e buona, speso veramente niente. A pomeriggio torniamo verso Porto Badisco, dove alloggiamo. Decidiamo di andare a visitare in Capo d’Otranto, con il faro. Qui difatti è il punto più orientale d’Italia, dove sorge la prima alba. Ma è anche il punto dove finisce l’Adriatico e comincia lo Ionio, questa è la verità. I geografi lo ribadiscono e le mappe nautiche lo confermano. Il paesaggio è affascinante, la vegetazione è bellissima, ricca di fiori. Il mare è leggermente mosso e se si guarda tutta la scogliera, il faro, il verde, l’argilla della pietra delle rocce, non sembra di essere al sud, bensì in Irlanda. Chi mai lo avrebbe immaginato. Poi la strada litoranea da Otranto a Porto Badisco è tra le mie preferite, assieme alla Moyenne Corniche in Costa Azzurra e alla strada litoranea che congiunge Sistiana a Trieste. Qui come ho già detto c’è un panorama e un’atmosfera da urlo, molto bella ala Torre Emiliano (aragonese) che si affaccia sul mare. Se mate il cicloturismo, le passeggiate e i panorami, questo posto fa per voi. C’è nei dintorni anche una vecchia cava di bauxite. Poi ci dirigiamo verso Otranto, dove visitiamo la Cattedrale e il suo splendido pavimento originale medioevale tutto in mosaico. Un soffitto a cassettoni non da meno, mentre la chiesa è un tardo romanico. Ci giriamo Otranto anche sui bastioni, poi andiamo a cena al “Corsaro”.

5° GIORNO

Destinazione Gallipoli, altra cittadina di pescatori affacciata sul Mar Ionio. Giornata variabile, ma il sole ogni tanto ci concede la sua vista. Molto bella Gallipoli, con i suoi bastioni, il suo centro tipico. Purtroppo anche qui le auto e i motorini sono sempre in agguato. Meglio girarla in questo periodo, ci hanno detto che d’estate è troppo affollata. Non faccio fatica a crederci. Sui bastioni hanno aperto locali lounge e ristoranti alla moda, con prezzi più alti rispetto alla media. Il tutto contrasta con la decadenza di qualche palazzo. Comunque vale la pena visitarla. Ritorniamo piano piano verso Otranto. Nel paesino vicino ala nostra Masseria, Uggiano La Chiesa, andiamo nel supermarket a comprarci affettati, olive, formaggio locale della Torre Sant’Emiliano, taralli freschi e un vino rosato locale. Questa sera ci godiamo una cenetta all’interno della nostra Masseria.

6° GIORNO

Oggi finalmente c’è il sole e il cielo pulito, per cui decidiamo di fare la parte a nord di Otranto. Partiamo da San Cataldo, la marina dei Leccesi. Facciamo un giro qui e respiriamo aria di mare. Poi andiamo verso Santa Foca, altra graziosa località marina. Il mare è stupendo, finalmente il sole e il cielo limpido ne mostrano i suoi veri colori e le trasparenze. Poi andiamo a pranzo più a sud, verso Torre dell’Orso. Anche qui ci godiamo di bel mare e buona aria, con una passeggiata notevole, la gente oggi è in costume, ci sono 22°. Dopodiché andando verso Otranto, passiamo con la macchina nella Riserva di Lesine e ci fermiamo a vedere i laghi Alimini. Otranto è bellissima di giorno e c’è molta gente. I locali sono tutti aperti, oggi è il 25 aprile. La balconata sul mare ci regala bellissimi scatti con la macchina fotografica. Andiamo a vedere la Basilica di San Pietro, una chiesetta bizantina in pieno centro storico. Poi andiamo in una enoteca, dove scopriamo che la proprietaria abita nella nostra città, a 200 mt da noi e a Otranto gestisce questo negozio per la stagione estiva. Compriamo taralli, vini bianchi e rosati, olio, da portare via. A cena decidiamo di tornare da Sirio e Valentina al “Cantico dei Cantici”, questa volta, per assaggiare il pesce. Si è confermato tutto ottimo. Valentina ci lascia anche un libro su Otranto e la sua storia, in ricordo delle serate passate qui.

7° GIORNO

L’ultimo giorno lo dedichiamo a visitare Lecce, la capitale del barocco e della pietra gialla leccese. Il centro è molto bello, ma anche qui si respira aria di decadenza, palazzi scrostati, graffiti. Che dispiacere. Comunque partiamo dalla piazza principale Sant’Oronzo, il patrono della città. Al centro l’obelisco e il vecchio anfiteteatro romano. E’ pieno di turisti da tutto il mondo, per cui non riesco a capire come si possa ridurre una città così. Si prosegue per Corso Vittorio Emanuele, verso la piazza dove è ubicato il Duomo. Splendido capolavoro di arte barocca leccese, con doppia facciata, opera dell’artista locale Zimbalo, che nel XVII secolo, lui, il padre e il nonno artisti, hanno dato e omaggiato di bellezza tutto il centro di Lecce. Ma da vedere anche le facciate delle altre chiese, Santa Chiara, Santa Irene, i palazzi, i cortili, i negozi che vendono la cartapesta. Le chiese all’interno conservano degli altari barocchi tutti lavorati secondo lo stile aragonese-spagnolo, che ha dominato nel passato della città e in tutto il sud. Rientro a verso la Masseria per un ultimo giro verso quella strada e verso quel Capo D’Otranto che ormai sono entrati nel nostro cuore. La sera del sabato stranamente A Otranto non c’è tanta gente, per cui ce la godiamo ancora di più. Entriamo in un’enoteca, dove ci accoglie e ci spiega tante cose interessanti il proprietario. Ci parla dei vitigni persi e poi ritrovati in Puglia. Noi siamo amanti della cultura del vino, per cui questi discorsi ci affascinano ulteriormente. Scopriamo che l’enoteca è collegata col ristorante “La vecchia Otranto”, per cui passiamo la serata lì, cenando ancora bene a base di pesce. Naturalmente non potevamo non comprare un paio di bottiglie di vino, questa volta due rossi, provenienti da quei vitigni minori, dei quali se ne erano perse le tracce, e che ora sono tornati a essere coltivati da qualche cantina. La vacanza è finita, domani si parte.

CONCLUSIONE

Se volete visitare il Salento, questo è il periodo migliore, probabilmente anche a maggio e settembre. Gli altri mesi, tra la fine di giugno, tutto luglio e agosto, ci hanno detto i locali che è molto pieno.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche