In Caucaso non per caso…

Prima abbiamo letto Cecenia Anno III e la Masseria delle Allodole, poi siamo partiti per il Caucaso...
Scritto da: Korowa
in caucaso non per caso...
Partenza il: 06/08/2012
Ritorno il: 19/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Prima abbiamo letto Cecenia Anno III e la Masseria delle Allodole, poi, Daria ed io, siamo partiti per il Caucaso con un volo Belavia comprato in agenzia (350 euro cad.). Purtroppo è previsto uno scalo di 5 ore a Minsk International Airport. Non c’è area fumatori, ma il fumo sembra apparentemente tollerato nei bagni. Partenza da Malpensa, scalo a Minsk e arrivo a Tbilisi in Georgia alle 3 del mattino LT = 12 ore di viaggio. Tornassimo indietro preferiremmo sicuramente una soluzione che prevede lo scalo a Varsavia o a Tallinn, per uscire dall’aeroporto di Minsk serve il visto e la zona transito è piuttosto inospitale. Arrivati a Tbilisi abbiamo velocemente sbrigato la questione timbro di ingresso e cambiato pochi dollari in GEL. Con un pò di fatica abbiamo trovato il tassista concordato con il Tbilisi Hostel. Ci ha portati in città in meno di 20 minuti, il costo pattuito era di 15 euro e non credo sia possible scendere di molto. Il Tbilisi Hostel è in un’ottima posizione per cominciare a visitare la città, ha camere molto fresche, che permettono di dormire fino a tardi, soprattutto perché tutti sembrano arrivare e ripartire a tarda notte.

La mattina siamo scesi da Avlabari fino in centro, ma ci siamo subito dovuti rifugiare in un ristorante, il sole del mezzogiorno agostano non è compatibilie con la visita alla città. Verso le 15.30 abbiamo timidamente ripreso la visita al centro dissestato da enormi lLavori in corso: ristrutturzioni e palazzi di vetro in costruzione invadono la città. Quindi salita in funivia fino alla statua di alluminio di Madre Georgia. Se siete fortunati potrebbero capitarvi i posti con il fondo trasparente. La vista della città dall’alto è suggestiva, il ponte di vetro sul Mtkvari (progettato dall’italiano Michele De Lucchi), le case ottomane in ristrutturazione sopra la chiesa di Metekhi, la cattedrale di Sameba e l’enorme cantiere sul fondovalle formano un insieme caotico, anomalo, ma stranamente gradevole (www.diariapenna.com/wp-Content/uploads/2012/08/tbilisi_full.jpg).

terzo giorno

Siamo partiti in marshrutka per Kazbegi (Stepantsminda) dalla stazione di Didube. Non pensavo fosse possibile chiudere tante persone su un minibus. La tratta costa 5 euro a persona, ma per i nostri zaini c’è voluta l’aggiunta di 3 euro. Lo spostamento prende circa tre ore e mezza, è prevista un’unica sosta, meglio quindi portarsi dell’acqua, e qualche snack. Si scollina a 2350 M, il paesaggio toglie il fiato. Dal passo si scende a Kazbegi (1700M) in circa 40 minuti. La valle è stretta, le montagne altissime (Kazbeg e Shani) ma la chiesa di Gergeti sorveglia tutti. Ad attenderci c’era Vasily. Lo abbiamo contattato tramite il proprietario del Tbilisi Hostel e lui non aspettava altro che il nostro arrivo per ripartire a caccia di clienti. Non senza averci introdotti alla tipica ospitalità Georgiana. “Vuoi pane e miele? Pomodoro? Pesca? Formaggio? Gnocchi? Caffè? Vino?” Quindi si passa alla fase “sterilizazia”: Vasily apre la bottiglia di ChaCha (grappa) e versa due bicchieri. Uno per Daria, uno per me. Daria non lo vuole e quindi i due grappini li ho dovuti bere da solo, infatti non ricordo più se ho bevuto anche il vino. Le camere sono spartane ma pulite, il bagno anche. Sulla terrazza coperta vengono serviti sia la colazione che la cena. Tutto incluso nel prezzo: 15 euro a persona. Nel pomeriggio siamo scesi con una Lada Niva fino al confine russo. La Gola del Darial è attraversata dai gasdotti azeri, quelli che dovrebbero permettere all’Europa una certa indipendenza dal gas Russo che transita attraverso l’Ucraina. Al rientro abbiamo bucato, il driver è sceso, non ha detto una parola (le bestemmie si riconoscono in tutte le lingue) e in meno di 5 minuti ha cambiato la gomma. La sera, dopo la cena, ci siamo rilassati sul terrazzo dello Stepantsminda Restaurant, musica commerciale e Wi-Fi.

Il mattino dopo, indecisi fra la passeggiata di 90 minuti o una veloce salita in jeep alla Chiesa di Gergeti, abbiamo deciso per la seconda. 20 euro per 15 minuti in macchina mi sono sembrati tantini. Ma proprio guardando Kazbegi dalla Chiesa di Gergeti ho capito che il Caucaso era stata una buona idea. La sera siamo scesi a Tbilisi usufruendo di un “passaggio in macchina a pagamento”. Eravamo decisi a fermarci in due punti del percorso visto all’andata. Questo il primo… www.diariapenna.com/wp-content/uploads/2012/08/cascata.jpg. Poi questo… Lo stesso, altra angolazione… . Abbiamo concordato la cifra di 35 euro e siamo saliti sulla Micra. Dopo 200 metri l’autista si è fermato. Ha fatto salire due ragazze e tre bambini, li abbiamo accompagnati fino a casa, ha ritirato una borsa frigo zeppa di cibarie e ci siamo “buttati” verso Tbilisi. sorpassi. Curve a gomito. Buche. Sterrati. Vacche. Maiali. Tutto sempre molto vicino al burrone. Notte al Tbilisi Hostel.

La mattina dopo siamo partiti per l’Armenia. La marshrutka delle 7.00 era già partita. Sarebbe costata 15 euro a testa (pulmino Mitsubishi da 6 posti) ma la successiva avrebbe lasciato Tbilisi solo alle 19.00. Abbiamo scelto una soluzione custom. Sessanta euro (prezzo per due) per la tratta Tbilisi – Vanadzor, in compagnia di una terza persona. Il mezzo? Una grossa Mercedes bianca. Alla frontiera georgiana si passa veloci. Timbro di uscita e via. Alla dogana armena la fila è lunga, ma la nostra compagna di viaggio lavora in ambasciata e una volta compilati i moduli e pagati i 6 euro del visto passiamo davanti a tutti. Noi non abbiamo opposto resistenza. 🙂 Vanadzor è una città piuttosto grande (per l’Armenia), abbiamo trovato una camera presso Lena’s B&B. Sicuramente è una soluzione che non dimenticherete, Daria e io ci siamo sentiti a casa. La camera per due costa 32 euro. Lena cucina molto bene, per soli 8 euro a testa potete sedervi in giardino e gustare vero cibo armeno, sarebbe più che abbastanza per 4 persone. Noi abbiamo anche avuto la fortuna di poter ascoltare la figlia di Lena al piano. Wow. Lusine (l’altra figlia) ha organizzato la nostra gita ai monasteri di Sanahin e Haghpat. Ha concordato il prezzo con il driver in anticipo, in modo che non lieviti rispetto al prezzo destinato ai locali. Secondo noi 5 ore di autista valgono 20 euro. Io ho preferito Haghpat, soprattutto per il panorama sulla Valle del Dedeb. Ad Alaverdi non c’è nulla di interessante, sembra una città prossima all’abbandono, la funivia non funziona e tutto tace. Se non fosse per il comignolo della cava di rame l’avrei dichiarata disabitata. A Vanadzor potete cenare all’Oasis, e non dimenticatevi di fare un salto al Billiard Club prima di cena. Chiedere al proprietario di introdurvi alla variante armena del Pyramid. Ecco come trovarlo www.diariapenna.com/wp-content/uploads/2012/08/map_vad.jpg.

Dopo due giorni a Vanadzor siamo ripartiti per Yerevan. 16 euro di taxi per tre ore di tratta non è male. Se poi la tratta prevede l’attraversamento del piccolo Caucaso, ancora meglio. Siamo arrivati verso le 13.00, Yerevan è molto calda, l’aria è secca e brucia le narici. Giornata di perlustrazione. Abbiamo alloggiato al Grammy Hostel, piace a tutti, piacerà anche a voi. La sera la temperatura cala e tutti scendono in piazza, riempiono bar e ristoranti, sembra quasi la terra promessa di silvietto.

Il secondo giorno a Yerevan siamo stati alla casa/museo del regista Sergej Paradžanov. Andateci! Merita. Al rientro potete fermarvi alla Moschea Blu, certo non è come ad Istanbul, ma il patio è veramente fresco.

Terzo giorno a Yerevan: visita mattutina al Matenadaran Manuscript Museum. Per goderselo bisognerebbe saper leggere in armeno, altrimenti potrete sempre apprezzare la struttura e l’aria condizionata. Nel pomeriggio siamo partiti in taxi verso il confine turco e il Khor Virap, uno dei più importanti monasteri armeni. A noi interessava soprattutto l’Ararat, ma data la foschia abbiamo solo intravisto la sagoma della la cima innevata, niente di più. Il monastero ci ha delusi, lo immaginavamo arroccato sulle pendici di un monte, come nella foto qui: http://en.wikipedia.org/wiki/Khor_Virap, invece è stato costruito su una specie di scoglio roccioso in mezzo alla pianura; le solite aspettative disattese, almeno una per viaggio. L’escursione in taxi è costata circa 20 euro, da Yerewan al Khor Virap ci vogliono circa 45 minuti di macchina. Vox populi: se pernottate al Khor Virap (in tenda) tenete presente che dovrete combattere con le zanzare. Perderete. Serata al locale Yellow Street a Yerevan. Non facile da trovare, ma degno della vostra visita. Il giorno dopo siamo ripartiti per il Nord, con la marshrutka delle 12.00 per Vanadzor: 3 euro a testa. Arrivati mi sono concesso un’altra serata di biliardo. Daria ha preferito un massaggio. Notte da Lena’s B&B.

Partenza alle 8.00 per Tbilisi, ancora in marshrutka, ma questa volta siamo stati fortunati, c’erano molti posti liberi e abbiamo dormito fino al confine. Timbro di uscita, timbro di ingresso in Georgia, cambio valuta e siamo tornati a dormire. Siamo arrivati a Tbilisi verso mezzogiorno. Quindi una bella camminata fino al Dry Bridge Market per un po’ di shopping al mercatino. Vero il tramonto siamo saliti alla cattedrale di Sameba. Veramente imponente. L’interno è visitabile. Trasferimento in aeroporto alle due del mattino. Partenza per Minsk alle 4.00. Arrivo a Milano alle 13.50. Si stava meglio in Caucaso, a Milano ci sono 35 gradi. Considerazioni e consigli: Alcune persone ci hanno detto di essere state brutalmente morse dalle zanzare, a noi non è successo. Portatevi una giacchetta, a Kazbegi serve anche nel mese di agosto. L’unico pericolo rilevato è la guida dei tassisti e la totale mancanza di considerazione per i pedoni da parte di chi guida. Alcune strade non sono manutenute, attenzione alle buche. Qui trovate le foto:



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