Armenia e Georgia in pratica
Indice dei contenuti
Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate.
1. Capitolo Sicurezza. Armenia e Georgia ci sono sembrate due nazioni sicure. Ovviamente abbiamo evitato le zone a rischio, vale a dire Nagorno-Karabakh, Ossezia del Sud e Abkazia, così come anche le zone periferiche delle grandi città. La situazione va ovviamente monitorata: in Armenia nel mese di aprile c’è stata una rivoluzione, fortunatamente pacifica, che ha inaugurato un nuovo periodo per la nazione; quanto alla Georgia, i resoconti drammatici di una decina di anni fa, sono ormai un ricordo. D’altra parte, entrambi i paesi puntano molto sul turismo, anche per ragioni economiche.
2. Il periodo da noi scelto, il mese di giugno, è stato ottimo: non c’era ancora molto caldo e siamo stati in grado di vistare zone come Svaneti e Kazbegi che fino a poco prima sarebbero state di difficile accesso a causa della neve.
3. Prezzi. Bassissimi, in sintesi estrema. Vitto, alloggio e trasporti, anche privati, hanno dei costi irrisori: cenare non costa quasi mai più di 10€ a testa ed il prezzo di una doppia con bagno e colazione in un hotel buono ha un prezzo di circa 40€ – anche meno fuori dalle grandi città. Il cambio applicato è stato indicativamente il seguente: 1€ = 553 AMD; 2,84 GEL.
4. Quanto ai trasporti abbiamo noleggiato un’automobile con autista con differenti agenzie, in quanto noleggiare un’auto senza conducente costa di più. Inoltre, la modalità di guida nel Caucaso lascia davvero molto a desiderare, anche per i parametri di un italiano, per cui consigliamo sempre di far guidare un locale. Quello che abbiamo fatto è stato contattare numerose agenzie chiedendo il prezzo delle varie tratte alle quali eravamo interessati, scegliendo alla fine le più economiche.
Il nostro volo (Milano Malpensa-Mosca-Yerevan con Aeroflot; Kutaisi-Milano Malpensa con WizzAir; € 371,73 in totale con spedizione di 1 bagaglio; per i biglietti di andata abbiamo utilizzato delle miglia) è stato molto buono.
In città ci siamo mossi a piedi o in metrò (attenzione: nel metrò di Yerevan non ci sono mappe e le indicazioni sono solo in armeno e russo); a Yerevan abbiamo anche usato l’app GGTaxi.
5. Alberghi: prenotandoli dall’Italia, soprattutto tramite booking.com e agoda.it, abbiamo avuto sempre dei prezzi molto buoni. Eccellente anche il livello di pulizia e disponibilità del personale. Gli orari tendono ad essere spostati in avanti: la colazione, ad esempio, non viene servita mai prima delle 8.
6. Il cibo è uno degli highlights del viaggio in entrambi i paesi. Rinviamo al racconto per i dettagli: di sicuro non vi lascerà indifferenti.
7. Quanto alle guide, abbiamo utilizzato la Lonely Planet Armenia-Georgia-Azerbaijian, un po’ troppo sintetica, e le Bradt di Armenia e Georgia, molto buone.
1° giorno
Approfittando di un biglietto omaggio, prendiamo il volo Aeroflot Milano Malpensa delle 00:35 con arrivo a Yerevan alle 10:40 dopo un breve scalo a Mosca. Il volo è davvero molto buono e ci fa dimenticare un po’ la terribile esperienza avuta qualche anno prima con la stessa compagnia aerea. Prendiamo un taxi ed arriviamo al nostro hotel (Daniel Boutique Hotel, http://www.danielhotel.am, 116 € la stanza doppia con bagno e colazione per tre notti; buono). Verso le 11:30 iniziamo il giro della città. A questo proposito la guida Bradt ha un ottimo walking tour, a volte fin troppo dettagliato, che seguiamo volentieri. Iniziamo dalla Piazza della Repubblica, davvero singolare e proseguiamo poi per la cattedrale, la Green Belt, la cascata, fino ad arrivare al monumento che i sovietici hanno donato all’Armenia per festeggiare i cinquant’anni dall’occupazione! Dopo una sosta al Teatro dell’Opera, andiamo a cena (Sherep Restaurant, http://yeremyanproject.com/, 14.000 AMD in due; bel locale e molto buono) e concludiamo la serata ammirando le “fontane danzanti“, uno spettacolo di giochi d’acqua e musica che viene organizzato ogni estate in Piazza della Repubblica. Yerevan non è sicuramente una città dai monumenti memorabili, però la prima giornata è stata piacevole.
2° giorno
Dopo una breve visita alla Moschea Blu, che si trova proprio nello stesso isolato dell’hotel, visitiamo Italy Street e Beirut St. e poi iniziamo a dirigerci a piedi verso la stazione ferroviaria. Dopo un po’ però ci rendiamo conto che la strada non è ottimale, per cui torniamo indietro di qualche centinaio di metri e prendiamo il metrò. Attenzione: non ci sono mappe per capire dove dirigersi, né altre indicazioni di alcun tipo. Per fortuna è solo una fermata. Lo spettacolo della stazione è davvero surreale: secondo la guida, dopo la chiusura del confine con l’Azerbaijan, non ci sono praticamente più treni, per cui questo enorme edificio, tra l’altro interessante, è quasi completamente deserto: un’esperienza surreale che consigliamo. Prendiamo un taxi e ci dirigiamo ad Erebuni, dove visitiamo sia il museo che i resti della cittadella; purtroppo però le indicazioni disponibili per i reperti della cittadella non sono sufficienti per apprezzarli come si dovrebbe e questo influisce un po’ sulla qualità della visita. Con un altro taxi ci dirigiamo quindi al Memoriale del Genocidio Armeno. Inutile dire che una sosta a questo monumento non dovrebbe mancare nelle visite a Yerevan. Chiamiamo di nuovo un taxi, ma purtroppo l’App ci localizza in luogo sbagliato e non riusciamo a comunicare con il tassista, che non parla inglese. Decidiamo quindi di fare due passi a piedi ed arriviamo in Piazza della Repubblica per visitare la Galleria d’Arte Moderna, dove sono ospitati numerosi quadri del pittore Ajvazovskij. Purtroppo il piano dove è custodita la maggior parte delle opere in questione è in ristrutturazione, ma nonostante ciò il museo è ricco di opere interessanti, per cui siamo contenti di esserci venuti. Dopo una sosta in uno dei bar limitrofi, ceniamo presso il ristorante Pandok Hin Zangezur (3 Mashtots Ave., 8000 AMD in totale; buono) e, dopo un passaggio da Piazza della Repubblica per ammirare ancora una volta le fontane danzanti, andiamo in hotel. Il giudizio finale su Yerevan è positivo: è una città che si svela al visitatore a poco a poco e più la si conosce, più diventa interessante.
3° giorno
In Italia abbiamo chiesto all’agenzia locale Noyan Tour (http://noyantour.com) un’auto con autista per questa giornata e le due successive (160.000 AMD, comprensivo di tutte le spese di auto e quelle relative all’autista. L’automobile, molto spaziosa e pulita, è una Toyota Ipsum con guida a destra). La prima meta è Echmiatsin, il centro religioso armeno per eccellenza. A dire il vero, il sito non è particolarmente bello, anche perché la Cattedrale è in restauro, ma è importante dal punto di vista culturale. Molto meglio il successivo, le rovine della cattedrale di Zvartnos, che sono davvero degne di nota. Bellissime anche la chiesa e la fortezza di Amberd, un po’ lontane, ma da visitare assolutamente. Dopo un’ora e tre quarti arriviamo all’ultimo sito del giorno, Khor Virap, bello, anche se purtroppo il monte Ararat è coperto da fitte nuvole. Tornati a Yerevan, abbiamo la fortuna di trovare un festival in piazza di canti e balli popolari, dove trascorriamo un’ora. Cena ottima al ristorante Lavash http://www.lavash.restaurant/en; consigliati il Ghapama con lavash, una piccola zucca con uvetta e pane, e l’Ishli Qufta, polpettine con carne e noci; meno di 13.000 AMD). Ultimo passaggio dallo spettacolo di luci e fontane e poi a letto.
4° giorno
Puntuale alle 9 del mattino arriva il nostro conducente. Lasciamo quindi Yerevan e visitiamo il primo sito della giornata, che è uno degli highlights dell’Armenia. Si tratta del monastero di Geghard, bellissimo e situato in una splendida posizione. Non perdetelo per nessuna ragione. Continuiamo con la visita al tempio o tomba greco romana di Garni, per spostarci poi sul lago Sevan. Il primo sito che visitiamo qui è il cimitero di Noratus, con oltre 900 khachkar, di grandissimo impatto. A metà pomeriggio visitiamo il monastero di Sevanavank, situato in posizione strategica con uno splendido panorama sul lago. A questo punto raggiungiamo Dilijan e lasciamo i bagagli nel nostro hotel (Casanova Inn, ; 22.000 AMD la doppia con bagno privato e colazione; molto buono, ma soprattutto incredibile a causa del dipinto enorme raffigurante Venezia che campeggia nella sala, nonché delle maschere veneziane che sono affisse sulla porta di ciascuna stanza). Dopo un breve giro nel paesello, di fatto inesistente, anche se collocato in una bellissima valle naturale, torniamo nel nostro hotel, dove ci aspetta una delle migliori cene armene a base di piatti nuovi come il khokhob; 18.000 AMD in totale).
5° giorno
Oggi iniziamo un po’ più tardi del solito, perché la colazione, per altro eccellente, non viene servita prima delle 9. Ad aspettarci è un autista nuovo, molto silenzioso e dalla guida un po’ spericolata. La strada per il monastero di Haghpat è piena di buche e in parte in restauro, per cui occorrono oltre due ore per giungere a destinazione. Il monastero è davvero splendido e, come prevedibile, la collocazione aggiunge tantissimo al fascino del posto. Ci rimettiamo in auto e passiamo la frontiera con la Georgia in poco tempo, per cui verso le 15 siamo già a Tbilisi. Dopo aver lasciato i bagagli nel nostro hotel (Guest House Formula 1, http://www.formula1georgia.com/; GEL 495 per una stanza doppia con bagno e colazione; ottimo), iniziamo il tour suggerito dalla Bradt. La prima tappa è Freedom Square, seguita dalla Old Town. Tbilisi ci sembra una città molto bella ed interessante, piena di vita e di gente, quindi estremamente vivace. Decidiamo di cenare in uno dei ristoranti su Erkele II, Orshimo (7 Erekle II St., 50 GEL in totale), che ha delle recensioni molto positive su TripAdvisor. Il cibo, in effetti, non è male, ma aspettiamo oltre un’ora, anche se il locale non è pieno e tutto sommato ci sembra non ne sia valsa la pena.
6° giorno
Continuiamo il giro proposto dalla Bradt iniziando sempre da Rustaveli, ma dirigendoci nella parte più nuova della città, meno glamour rispetto alla zona antica, ma anch’essa con dei monumenti di rilievo (uno fra tutti l’Accademia delle Scienze). Arrivati quindi in Piazza 26 Maggio, torniamo in metrò a Freedom Square e, dopo un’altra occhiata alla porzione iniziale di Rustaveli, visitiamo il National Museum, la cui esibizione sui tesori del II e III millennio avanti Cristo, è davvero meravigliosa. Torniamo in centro per visitare alcune chiesette sotto la Fortezza di Narikala, un altare Zoroastriano e la chiesa di Metekhi, per poi prendere il cable car ed arrivare alla fortezza per il bellissimo tramonto sulla città. Cena eccellente presso il ristorante Abajuri (5 Kote Afkhazi; 95 Gel) a base di kharcho (vitello alla salsa di noci), shkmeruli (pollo con panna) e dessert.
7° giorno
Con Badagoni Tour (http://www.badagonitour.com/en/index.php) abbiamo prenotato un tour privato sulla Georgian Military Highway (GEL 221 in totale). Alle 8:30 passa prenderci l’autista, Gega, un ragazzo molto simpatico che ci fornisce numerose informazioni interessanti sulla Georgia. La prima sosta è presso la riserva di acqua di Ananuri, un posto ideale per scattare delle splendide foto. Immediatamente dopo visitiamo l’omonimo monastero, situato in posizione spettacolare. La Georgian Military Highway inizia a mostrarsi in tutta la sua bellezza: altissime montagne verdi, ghiacciai, vallate profonde. È davvero un posto meraviglioso. La seconda sosta è immediatamente dopo Gudauri, presso un punto panoramico spettacolare sul quale i sovietici hanno costruito un monumento commemorativo. Purtroppo l’auto ha un guasto e attendiamo un paio d’ore l’auto sostitutiva. Poco male però, considerata la bellezza del posto. Gega deve consegnarci al nuovo autista, che, dopo una sosta presso una fonte di acqua minerale frizzante, ci conduce nel paese di Kazbegi. Qui prendiamo una 4×4 che ci porta a Gergeti, per visitare la Chiesa della Trinità. Inutile dire che anche questa sosta è davvero spettacolare, solo appena scalfita dalla presenza relativamente massiccia di turisti. Torniamo quindi a Tbilisi a rotta di collo (l’autista più di una volta ci lascia davvero perplessi per la modalità di guida davvero un po’ troppo sportiva) e ceniamo presso il ristorante Ezo (16 Kikodze Street, quartiere di Sololaki; 80 GEL in totale; buono).
8° giorno
Con Georgian Holidays (http://www.georgianholidays.com) abbiamo organizzato i tour dei prossimi tre giorni (195 in totale). Alle 9:00 viene a prenderci Eka, una ragazza molto simpatica e loquace che ci conduce in circa due ore e mezza al Monastero di David Gareja. La maggior parte della strada è in buone condizioni, ma gli ultimi chilometri non sono proprio il massimo, a causa del manto stradale dissestato. In compenso il monastero ed il panorama circostante sono davvero belli e meritano assolutamente il viaggio fin qui, in particolare il monastero di Udabno. Quest’ultimo si raggiunge inerpicandosi su una salita e sconfinando continuamente in Azerbaijan. Pare infatti che la ringhiera che costeggia il cammino segni il confine – peraltro oggetto di contesa – tra i due stati e la stradina da percorrere si trova a volte a sinistra ed volte a destra della ringhiera. I panorami delle due nazioni sono davvero mozzafiato, così come molto belli sono gli affreschi superstiti. Meno simpatico è stato l’incontro con una vipera, fortunatamente senza conseguenze! Torniamo a Tbilisi e, trovando l’Art Museum chiuso, ripieghiamo per una sosta in un bar in centro, il Double B., seguito da un breve ma piacevole giro in barca lungo il fiume Kura. Cena ottima ed incredibilmente economica presso il ristorante Racha Dukhan (6/20 Lermontov St., GEL 23 in totale).
9° giorno
Il nostro autista di oggi di Georgian Holidays arriva puntuale alle 9 e ci porta a vedere il monastero di Alaverdi, dove arriviamo dopo un percorso di circa tre ore di macchina! L’autista, a nostro parere, non è esattamente esperto, per cui guida in maniera estremamente lenta. Comunque il monastero è bello e ci passiamo circa una mezz’ora. La destinazione successiva è Tsinandali, dove visitiamo la casa del poeta Ilia Chavchavadze con il relativo parco. Raggiungiamo quindi il monastero di Nekrasi. Dopo aver parcheggiato l’auto prendiamo un minibus collettivo che ci porta su in cima. Il monastero è davvero suggestivo, probabilmente la cosa migliore della giornata.
Ultima tappa la città di Singhnaghi, una cittadina gradevole, dove in realtà non c’è tanto da vedere e il passatempo principale è fare qualche giro per le stradine. Dopo una mezz’oretta inizia a piovere, per cui ci rifugiamo nel bar dell’hotel Kabadoni, con una splendida balconata sulla valle circostante. Torniamo quindi a Tbilisi in circa due ore. Qui abbiamo prenotato una stanza presso lo stabilimento termale Chreli Abano, molto bello. Peccato però che la stagione non sia ideale, per cui possiamo ritenerlo un successo a metà, così come realtà tutta la giornata: ci rendiamo conto di aver trascorso tantissimo tempo in auto e passato solo una quantità minima della giornata a vedere i siti che abbiamo prescelto. Cena ordinaria presso il Respublika Grill Bar (19 Pavle Ingorokva St., GEL 60).
10° giorno
Oggi la giornata si prospetta un po’ più razionale rispetto alla precedente. Alle 9 ritorna Giorgi e ci conduce alla prima destinazione, il meraviglioso monastero di Mtskheta. In teoria dalle 9 alle 13 le visite turistiche non sarebbero ammesse a causa della celebrazione eucaristica in corso, ma noi riusciamo ad entrare in maniera estremamente discreta e conveniamo che si tratta di una delle chiese più belle che abbiamo visto nel nostro viaggio. La seconda tappa è Gori, città natale di Stalin, la cui casa è visitabile e si trova accanto al museo a lui dedicato in epoca sovietica. Visita altamente consigliata perché sembra di essere tornati indietro nel tempo in piena guerra fredda. In pochi minuti arriviamo a Uplistsikhe, città molto interessante costruita nella roccia, anche se pienissima di turisti. A metà pomeriggio Giorgi ci conduce verso la nostra destinazione finale, Kutaisi, dove arriviamo nel tardo pomeriggio. Visitiamo immediatamente un altro incredibile monastero, Gelati, i cui splendidi affreschi sono un alto highlight del nostro viaggio. Dopo essere passati in hotel (Hotel Ponte, ; 40€ la doppia con bagno e colazione; consigliato soprattutto per l’ottimo servizio), ceniamo benissimo presso il ristorante Palaty (Pushkin St. 1; tel.: 0431 243380; 50 GEL in totale), a base di maiale con funghi in sour cream, pollo alle noci e matsoni.
11° giorno
Con Budget Georgia https://www.budget-georgia.com/; 230 GEL in totale per due persone) abbiamo organizzato i due giorni nell’ultima frontiera turistica della Georgia, la regione di Svaneti. Vengono a prenderci alle 7.50 Omiko e l’autista, che saranno le nostre guide di oggi. A dire il vero questo tour non ci pare organizzato benissimo: la prima sosta è prevista al palazzo Dadiani di Zugdidi, ma arrivati lì scopriamo che il palazzo è chiuso (d’altra parte è lunedì!). Dopo una sosta alla diga di Enguri e un paio d’ore in auto, allietate da un bel paesaggio montano (e purtroppo anche da un CD inserito in loop, i cui pezzi forti sono stati una versione lenta di ‘No Scrubs’ delle TLC, una cover strumentale locale di ‘Rockabye’ dei Clean Bandit ed una canzone chiamata ‘Tbilisi’), arriviamo a Mestia, dove facciamo una pausa pranzo (in realtà non prevista; peraltro, paghiamo noi il pranzo della guida e dell’autista). Visitiamo quindi la casa museo della famiglia Margiani: è lunedì e dunque è chiusa, ma Omiko riesce a farsi aprire, per cui possiamo vedere sia la torre che una tipica abitazione di questa regione dell’XI secolo. Purtroppo non riusciamo a prendere la seggiovia per Hatsvali in quanto lassù piove e il Museo Svaneti è chiuso; ci facciamo quindi accompagnare in hotel (Rozas Guesthouse, Vittorio Sella St.; http://roza-mestia.blogspot.com; GEL 96,50 la doppia con bagno e colazione; molto buono), dove lasciamo i bagagli per poi tornare in centro. Dopo quattro passi e l’acquisto di 1 kg. di ottimo miele locale, ci accorgiamo che il tempo volge al brutto, per cui ripariamo nel centrale Bar Leila, dove prendiamo una chacha e ceniamo così così (servizio penoso, ma perlomeno assistiamo finalmente ad uno spettacolo di musica popolare georgiana). Andiamo poi dall’altra parte del fiume per vedere lo splendido panorama delle torri illuminate ed infine andiamo a dormire.
12° giorno
Alle 10 arriva il nostro autista, che ci conduce in 4×4 insieme ad altri passeggeri verso Ushguli (GEL 90 per 2 persone). La strada, normale all’inizio, diventa molto impegnativa dopo un po’. A circa 4 km dalla nostra destinazione, vediamo una serie di auto bloccate. L’autista ci informa che la strada non è percorribile, ma con un colpo di coraggio, ci fa scendere e supera la frana che ha bloccato gli altri! Con questa mossa ardita Budget Georgia si rifà della parziale défaillance del giorno prima. Arriviamo quindi nella comunità di Ushguli, molto meno avanzata rispetto a quella di Mestia. I villaggi sono carini e li visitiamo in un paio d’ore. Attenzione perché se è piovuto da poco, la strada è molto fangosa e non facilmente percorribile a piedi. Nel primo pomeriggio salutiamo la regione di Svaneti e veniamo riportati a Mestia un’ora dopo rispetto a quanto previsto. Qui veniamo consegnati ad Ika, autista della Budget Georgia, il quale per i 50 GEL totali già concordati, ci porta a Kutaisi incolumi nel tempo record di 4 ore e 10 minuti, scansando miracolosamente vacche, cani, maiali e persone! Cena ancora al Palaty (45 GEL); l’hotel è sempre Il Ponte.
13° giorno
Ultimo giorno di vacanza dedicato alla visita di Kutaisi. La cittadina, la seconda più grande della Georgia, è un posto piacevole, anche se non c’è poi tantissimo da vedere. In effetti la cosa più bella resta sicuramente il monastero di Gelati, che abbiamo già visto. Dopo la visita alla cattedrale di Bagrati, molto più bella dall’esterno che all’interno, andiamo quindi in giro per la città, visitando la piazza centrale, facendo una sosta per un caffè ed un gelato in un bar e concludendo con la visita alla sinagoga. Tornati in hotel, dopo aver provato invano a chiamare un taxi con l’app Taxi Onn, ce ne facciamo chiamare uno e raggiungiamo l’aeroporto in meno di mezz’ora. Il nostro volo diretto per Malpensa parte in ritardo, ma alla fine atterriamo in anticipo.
Così termina il nostro viaggio in due Paesi ancora non molto battuti dal turismo italiano e che meriterebbero una considerazione maggiore per la notevole quantità di siti di grande interesse storico e naturalistico presenti nei loro territori.