Ultimo sole a Cipro, l’isola di Venere
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Atterriamo a Larnaca, comunque punto d’appoggio per escursioni, in tarda mattinata, 25 gradi, raggiungiamo l’hotel Livadhiotis sito in centro, col bus 431 ma usufruibili anche il 418 e 419, e dopo aver preso possesso della nostra camera usciamo per una prima breve visita della città. Larnaca mostra un’atmosfera multiculturale, ha 60.000 abitanti, e si visita in una giornata, musei a parte. I 25 gradi sembrano essere di più sotto il sole delle 14, che ci accompagna prima sul lungomare poi in riva al mare stesso dove alcuni turisti approfittano del bel tempo per fare un bagno: la sabbia è grossa e piuttosto scura; uno sdraio costa 2 o 3 euro al giorno, ombrellone compreso. Giungiamo alla marina, presso una scogliera, decine sono le imbarcazioni ferme alcune adibite a bar. Fotografiamo la statua dedicata a Kimon ed entriamo nell’ufficio informazioni dove ci danno dettagliate spiegazioni, parte in lingua italiana, sulla città e luoghi non lontani da visitare e dove mangiare un buon Kebab; a tale proposito vi consiglio per ogni dubbio di contattare il signor Alexis che corrisponde gentilmente in italiano e inglese, credo la mail sia InfoOfficeLarnaca@visitcyprus.com. Sappiamo comunque, che pur essendo un’isola, a Cipro il pesce è quasi tutto importato, non troverete filetti alla griglia ma qualche trancio di salmone, qualche pesce intero, fritti e molti crostacei probabilmente indiani. Sono veramente tanti i bar ed i ristoranti che si trovano sul lungomare con prezzi accettabili e svariati menù, spesso presenti anche pizza e pasta, che ci siamo guardati bene dall’ordinare. Visitiamo esternamente il piccolo forte, chiuso il sabato e domenica in cui speriamo di entrare l’ultimo giorno, e la moschea a poche decine di metri, in ristrutturazione. Proseguiamo in direzione contraria al centro, per visitare la vecchia zona turca, ove vi sono molti artigiani che lavorano la terracotta: non siamo rimasti entusiasti di questi prodotti, ma è questione di gusti. Deliziosa invece la chiesa di San Lazzaro, molto scenografica da varie angolazioni, ed in cui vale la pena entrare risultando un po’ atipica. Ricorderete tutti la resurrezione di Lazzaro, dopo di chè lo stesso divenne vescovo a Cipro. Domani, venerdì 28 ottobre è festa grande nella Cipro greca, così come nella Grecia stessa. Ci perdiamo un poco nelle stradine del centro, dove facciamo i primi piccoli acquisti. Dopo aver riposato un paio d’ore in hotel, usciamo ancora per vedere la città illuminata che in attesa del fine settimana è vivace solo sul lungomare presso i bar-ristoranti.
Venerdì
Escursione con Eman tour ordinata via mail euro 38 a testa. Alle 8,30 (qui la puntualità è a volte un optional) ci raccolgono nel luogo stabilito e percorrendo un’ora di autostrada immersa in un brullo paesaggio, ci rechiamo al famoso sito di Kourion, del 2° secolo a.C. con il famoso teatro greco-romano, i mosaici di Eustolio, ed altri importanti resti, tutti hanno per sfondo il mare. La sosta dura un’ora e vi è un punto ristoro, quindi dopo pochi chilometri da un punto panoramico chiamato Aphrodites rock vediamo il luogo in cui la leggenda racconta che Venere sia uscita dalle acque. Davvero scenografico: il cielo azzurro, il mare blu e gli scogli bianchi dipingono un affascinante quadro d’autore. Proseguiamo per Pafos, e nei pressi del porto, entriamo nel parco archeologico visitando i resti delle case di Dionisio, Aion, Orfeo e Teseo, di pregio i mosaici che potrete fotografare, quindi salita al faro bianco con piccolo anfiteatro antistante l’Odeion che serve ora per spettacoli, a meno di 500 metri vediamo le rovine delle mura della fortezza. Usciamo dopo un paio d’ore, e ci dirigiamo verso il forte turco con grande torre quadrata del XIII secolo percorrendo il lungomare di Pafos, con innumerevoli ristoranti affollatissimi di turisti: l’offerta principale è il pesce, in particolar modo crostacei; il prezzo per una portata è intorno ai 15 euro. Presenti anche negozi di souvenir e gelaterie dove con un paio di euro si assaggia un ottimo gelato. Il tempo è scarso e fortunatamente avendo fatto un’abbondante colazione in hotel praticamente saltiamo il pranzo. Al ritorno sosta per una bibita o un caffè a Koirokoitya village. I ciprioti hanno fretta di rientrare presto la sera dal lavoro, penso che per raggiungere i nostri servizi devono ancora progredire ma sono sulla buona strada e penso sia un mercato in espansione per l’Italia, facendo concorrenze alle solite Sharm, Tunisia, Baleari; non ci ha soddisfatto molto la supponente guida, un’abbondante signora proveniente da qualche paese dell’est che ha spiegato tanto in bus ma sul posto stava col gruppo pochi minuti poi ci lasciava libertà per andarsene a sedere al bar. Ci dicono che lavorano a Cipro molte persone dell’est europeo, (Bulgaria, Polonia, Russia) che non sprizzano simpatia da tutti i pori, ed inoltre rumeni e greci. Ormai i lavoratori stranieri sono un 30% della popolazione. Tanti sono invece i turisti russi presenti soprattutto a Limassol dove comprano anche casa per le vacanze. Ovviamente moltissimi (50% del turismo) sono anche i turisti e i residenti britannici per ovvie ragioni di vecchia occupazione. La sera a caso scegliamo di cenare da “Alexander” sul lungomare, ristorante tipico e con parecchi avventori, ma le pietanze non sono gustosissime, un giros di manzo servito al piatto ed un kebab (letteralmente “carne arrostita”) di pollo e verdure in “pitta” (focaccia insapore) come qui normalmente servono il Kebab che è diverso in ogni paese arabo, aggiungendo due birre abbiamo speso 20 euro mancia compresa. In compenso ci hanno mostrato gentilezza ed offerto un tè. Classica passeggiata pro-digestione, e ritorno all’hotel per via Zinonos, strada con tanti negozi ed alcune firme, ma tutta la zona tra la chiesa di San Lazzaro e Finikoudis (lungomare) presenta numerosi esercizi di vendita. Mentre il giorno fa ancora caldo la sera occorre un pullover.
Sabato
Oggi lo dedichiamo al relax completo, ci alziamo più tardi del solito, visitiamo il mercato che comunque non desta grande interesse poiché si vende praticamente solo frutta e verdura, passiamo velocemente all’ufficio informazioni per avere orari dei bus per l’aeroporto e poi andiamo in spiaggia. C’è ancora parecchia gente, ed alcuni fanno il bagno in un’acqua non proprio caldissima, ma si sta bene. Alcuni turisti ci indicano di occupare due lettini che poi passa l’addetto, che puntuale arriva dopo mezz’ora, e paghiamo 4 euro per due lettini ed ombrellone: credo costi così poco anche perché siamo a fine stagione. La spiaggia non è certo attrezzata come in Romagna, è divisa in una decina di “bagni”, che però offrono solo lettini ed ombrelloni, niente cabine o altro, mentre i servizi igienici ed un primo pronto intervento si trovano al centro della baia: uno per tutti. Assenza di moto d’acqua, mentre notiamo vicino al pontile alcune canoe ed un pedalò. Ricordiamo che a fine ottobre il sole tramonta alle 18, quindi un’ora prima la spiaggia si svuota. Ritornando in hotel entriamo dapprima nella moschea, ovviamente senza scarpe durante il richiamo del Muezzin, i locali gradiscono, quindi ci rechiamo alla chiesa di San Lazzaro e visitiamo nella cripta la sua tomba; il sarcofago è vuoto perché le spoglie furono portate prima a Costantinopoli e, poi, a Marsiglia. Credenti o non credenti, forse per come ci si arriva, per come è composto l’ambiente o per la storia che si porta dietro ci lascia un senso di mistero. Meraviglia il fatto che in quel luogo ristretto e intimo si possa riprendere e fotografare. Poco dopo il tramonto ceniamo in un locale adiacente la moschea, souvlaki di agnello e di maiale, carne buona, 16 euro, ma non lo consigliamo per l’igiene piuttosto trascurata. Domenica, dopo aver dormito un’ora in più per l’entrata in vigore dell’ora solare (ora il tramonto sarà alle 17 con maleficio per il turismo) la dedichiamo alla visita della capitale, costruita dai veneziani che per difenderla la recintarono di possenti mura, e che ora conta 310 mila abitanti e seguiamo le indicazioni ed il percorso che ci indica il personale dell’ufficio turistico. Green bus alle 9,30, si fermano tutti in quella zona, secondo chiosco di Finikoudis a partire dalla marina. Costo andata e ritorno 5 euro a persona, e devo dire che i pullmann sono abbastanza attrezzati, anche se c’è il dispenser dell’acqua vuoto ed il bagno però non usufruibile.
Dopo 45 minuti di comoda autostrada siamo a Nicosia (Lefkosia), il bus ferma in zona Solomos presso porta Tripoli. Poiché tutti parlano inglese a Cipro ci è facile ottenere indicazioni supplementari, così percorriamo via Lidras, lungo corso pedonale vero centro vitale della città con tantissimi negozi di firme e tanti bar e ristoranti che ci porta diritti al chech-controll, dove compiliamo un breve modulo chiedendoci solo la carta d’identità europea (ma occorrerebbe il passaporto). Come saprete Nicosia è rimasta l’unica città al mondo divisa in 2 parti dalla green line, una Greca e l’altra Turca, e conta 300.000 abitanti. Appena passato il rapido controllo si nota la differenza, la parte turca è più provinciale, orientale con negozi a prezzi inferiori e prodotti “taroccati” e scompare l’euro anche se poi lo accettano con cambio a loro favorevole; ci sembra che molti ciprioti passino la “dogana” proprio per fare acquisti. Ricordate che l-’Italia non riconosce la parte turca perché frutto di occupazione, quindi meglio starsene buoni e tranquilli. Noi abbiamo trovato educazione e gentilezza. Abbiamo visitato il Buyuk han (grande ristoro), architettura ottomana con al centro una piccola moschea, dove un tempo si fermavano i viaggiatori coi loro cammelli ora vi sono bar, ristoranti e negozi; la chiesa di San Nicola (dedicata al patrono del paese, bella la torre del campanile in stile arabo-siculo, molte opere di pregio all’interno) Santa Sofia o moschea Selemye, la cattedrale più bella e grande di Cipro in stile gotico francese, il Lapidario, stile veneziano dove si conservano oggetti in marmo, lapidi e colonne e Santa Caterina, architettura cipriota del XIV secolo. Dopo poco più di un’ora ritorniamo nella parte Greca, preceduta da una breve e gentile intervista di una addetta turca, senza essere controllati dai “greci” (alla domanda è bastato rispondere Italia e ci hanno fatto cenno di passare), mentre hanno perquisito mussulmani e rumeni poiché da quella “entrata” prova a passare chiunque nella zona greca; ci dirigiamo verso la storica piazza di Faneromeni situata tra le mura veneziane di Nicosia, quindi giungiamo alla porta Famagosta poi a poche centinaia di metri troviamo nello stesso agglomerato il maestoso palazzo arcivescovile, la cattedrale di St.John (1662), in cui si stava celebrando messa ed il museo etnografico ed il centro culturale Makarios, arcivescovo della chiesa ortodossa e politico (molte statue ce lo ricordano). Quindi dopo aver oltrepassato kornensios house senza trasalire troviamo la moschea di Omerye, ex chiesa degli agostiniani (dove veniamo invitati a entrare, e così facciamo), per giungere alla chiesa di Tryplotis, che aggiriamo per ricominciare da corso Lidras, frequentatissimo, e godercelo con calma, sorseggiando una fresca spremuta di frutti seduti ad un bar ed osservando i bei negozi che in esso si trovano. I prezzi sono simili a quelli italiani del nord. Il giro della Nicosia greca dura circa un’ora e mezzo, quindi alle 14 siamo alla fermata dell’autobus, fortunatamente siamo tra i primi, e non sto a raccontarvi come noi ed una famiglia ungherese abbiamo resistito sulle nostre posizioni di privilegio per entrare in autobus dalle spinte feroci che giungevano da tutte le parti da un centinaio di residenti filippini e vietnamiti che passata la domenica a Nicosia tornavano a Larnaca. Molti di essi hanno dovuto attendere il prossimo ed ultimo autobus, che essendo giornata festiva, sarebbe passato 3 ore dopo: l’alternativa è il taxi, spesa approssimativa oltre i 100 euro. L’itinerario descritto ci è stato consigliato come detto all’ufficio turistico di Larnaca, che per la verità ci aveva avvisato di fare attenzione nella parte turca, perché: “ogni cosa che succede oltre il chech point sarete abbandonati a voi stessi”. In realtà teoricamente in parte è vero, ma è vero pure che i turco-ciprioti vengono considerati come rozzi occupanti. Per darvi un’idea, la cartina consegnataci dall’ufficio di Larnaca portava tutte le vie monumenti religiosi e storici della parte greca, mentre la mezza Nicosia turca aveva solo i contorni, era vuota, come se non esistesse, quindi un consiglio è di trovarla in internet o in qualche guida. Comunque, rientrati a Larnaca, terza città di Cipro, affamati, decidiamo di recarci al ristorante “Tuck inn”, di cui avevamo letto il menù esposto come fanno tutti la sera prima. Finalmente abbiamo mangiato bene, un piatto indiano chiamato chicken pineapple curry, composto da ciotola con pollo e ananas in salsa di cocco, con verdure e riso, ben cucinato, ed un semplice piatto a richiesta, cioè riso basmati con pomodoro, olive greche e feta, una variazione alla “village salad” o insalata greca; con le Pepsi abbiamo speso 22 euro, poco di più ma ne valeva la pena, ci toneremo! Tipico piatto qui è il “Meze” composto da innumerevoli assaggi di pesce o carne e verdure, può essere esagerato per le nostre abitudini.
Purtroppo siamo all’ultimo giorno di permanenza a Larnaca, gemellata con Venezia e che abbiamo apprezzato e lo dedichiamo allo shopping (i souvenir costano poco) e a una bella passeggiata in riva al mare: l’acqua oggi sembra davvero pulita. Nel primo pomeriggio entriamo nel forte turco all’estremo sud di Finikoudi eretto prima dal re lusignano Giacomo alla fine del 1300, poi modificato nel 1652, che anticamente divideva il quartiere turco da quello greco. L’entrata costa la modica cifra di euro 1,70, forse non è un maniero famoso al mondo, ma vi assicuro che è gradevole entrare nel cortile dove sono sistemati 3 cannoni su ruote e di fronte alcuni cannoni più antichi; da un lato del cortile dove in estate si tengono eventi culturali vi è una zona ad arco contenente pietre tombali. Dall’altro lato, salendo una scaletta si entra nel piccolo ma interessante museo. Di fronte un’altra scala in pietra porta nella zona di guardia dove sono siti altri cannoni e da cui si domina il mare ed a sinistra si vede Larnaca, in particolar modo il lungomare. Ultima cena nello stesso ristorante di ieri… siamo rimasti ancora soddisfatti poiché hanno seguito le nostre richieste, abbiamo assaggiato un ottimo giros e, onestamente, abbiamo speso poco.
Riguardo i musei vi lascio consultare le guide, molto più informate e descrittive, noi abbiamo preferito i musei “all’aperto”. Se vi rimangono un paio d’ore, a 5 km circa da Larnaca c’è la bella moschea Hala Sultan tekke, raggiungibile anche in autobus e visibile dalla strada che conduce all’aeroporto, ove pare sia sepolta una zia di Maometto, ma che soprattutto si fa apprezzare per la sua architettura e per il fatto di essere locata in riva al “lago salato” senza acqua in estate, quindi vedrete una grande distesa di sale, e con acqua in inverno dove vengono a svernare i bellissimi fenicotteri rosa.
Partiamo di martedì, alle 8 il sole è già caldo e il cielo di un azzurro intenso, ultimo saluto al mare. Abbiamo gli orari degli autobus 417, 418, 419 e 431 che conducono all’aeroporto, ma conviene recarsi alla pensilina di Finikoudis, e se passa un autobus che non avete in lista per l’aeroporto chiedete ugualmente all’autista, forse è diretto proprio là, questo è successo a noi, credo vi siano diverse compagnie abilitate per questo servizio. Consiglio ai molti italiani che hanno voglia di cambiare, di visitare Cipro che sono convinto li conquisterà. Le ragioni per visitarla sono il suo clima mite, a fine ottobre si fà ancora il bagno e la temperatura invernale non scende sotto i 12 gradi, la sua storia e la sua cultura con molti siti archeologici e possibilità di fare escursioni interessanti. Ricordo che siamo a 3 ore di volo e non trascurabile fatto che si paga in Euro. Può essere utile il portale dell’ente nazionale per il turismo di Cipro (www.visitcyprus.com).