Amsterdam: sfrecciando tra le piste ciclabili tra arte e natura
24 aprile
A dispetto della sua fama, Amsterdam non è la capitale dell’eccesso sfrenato e del libertinismo come viene solitamente dipinta. Certo le vetrine animate, illuminate dai neon rossi e l’odore inconfondibile proveniente dai Koffieshop rappresentano una caratteristica peculiare della città, ma limitarsi a visitare il quartiere a luci rosse e la turistica piazza è davvero un peccato capitale. Amsterdam e la campagna olandese offrono molto, molto di più.
Siamo partiti da Treviso alle ventidue puntualissimi con Transavia, la compagnia low cost della olandese KLM. Volo diretto tranquillo e servizio efficiente: per la prima volta in vita nostra siamo arrivati al ritiro bagagli e le valigie erano già lì ad attenderci!Raggiunto il centro città con il comodo treno che parte dall’aeroporto abbiamo raggiunto l’hotel con il tram, che non useremo più perchè Amsterdam si gira a piedi o, meglio ancora, in bici.La prima impressione è quella di una città caotica, illuminata da una miriade di luci e insegne di bar e locali. L’atmosfera è rilassata e le vie pullulano di gente che passeggia od ozia seduta in uno dei tanti caffè del centro.L’albergo, l’Armada Canalview Hotel, è veramente essenziale (per viaggiatori zaino in spalla) anche se molto tipico nello stile: è una residenza olandese affacciata su uno degli splendidi canali che attraversano la città, il Keizersgracht. La stanza è a dir poco minuscola ma la posizione è davvero comoda per spostarsi e raggiungere facilmente le zone più importanti della città. Considerato che il costo degli hotel ad Amsterdam è piuttosto elevato la combinazione qualità/prezzo era accettabile (50 euro a testa con la prima colazione).
25 aprile
Dopo un’abbondante colazione che ci rimette al mondo si parte per esplorare il centro storico. Decidiamo di camminare e ci accorgiamo ben presto che la città è raccolta e le principali attrazioni e monumenti sono “a portata di piedi”. Dopo aver percorso la storica via denominata Rokin approdiamo in piazza Dam, il fulcro della vita cittadina, il nucleo dove è sorta la città nel lontano 1.270 ad opera di una piccola comunità di pescatori che hanno bonificato questa zona, un tempo caratterizzata da paludi e torbiere. Ci accorgiamo subito che le abitazioni e gli edifici, stretti e alti, sono molto ben conservati e rispecchiano le caratteristiche tipiche delle costruzioni seicentesche. Percorriamo la celebre via dello shopping, Kalverstraat, nel quartiere medievale ed entriamo nel Begijnhof, una piccola oasi di pace, un tempo convento delle beghine (donne laiche facenti parte di un’associazione cattolica) oggi nucleo perfettamente conservato di edifici medievali ricchi di suggestione e fascino. Proseguiamo la passeggiata e superando la piazza dei librai ci imbattiamo in un grazioso mercato, dove abbiamo modo di apprezzare la passione degli olandesi per i fiori, in particolar modo per i tulipani, il fiore nazionale che rende famosa l’Olanda. Ci dirigiamo poi verso la stazione per visitare la chiesa di S. Nicola, importante luogo di culto per la comunità olandese perchè dedicata al Santo patrono dei naviganti. Raggiungiamo l’animato quartiere del Niewmarkt fino al quartiere ebraico, zona storicamente molto importante per la città in quanto qui si è sviluppato il commercio. Non siamo riusciti a visitare, perchè chiusa per le festività pasquali, la sinagoga portoghese-israelita, che invece meriterebbe di essere vista perchè una delle più grandi e storiche d’Europa.
Continuiamo a camminare accompagnati da un piacevole sole primaverile e da un tepore che mai ci saremmo aspettati in questa città del Nord. Raggiungiamo il quartiere della cintura occidentale dei canali e ci perdiamo negli stretti vicoli pieni di caffè e piccoli negozietti di antiquariato e chincaglierie. E’ una zona residenziale e, visto che è Pasquetta, ci imbattiamo in alcuni pic nic improvvisati davanti alle abitazioni, dove gruppetti di allegri olandesi banchettano sdraiati su divani sistemati fuori per l’occasione, fantastico! L’atmosfera che si respira in queste vie è tranquilla e familiare, lontano dal centro più caotico. Il “canale dei birrai” e i viali che costeggiano i canali di questa zona sono semplicemente meravigliosi e a nostro parere sono la parte più affascinante e autentica della città.
Seguendo le sponde del Keizersgracht, verso Sud, raggiungiamo il Museo Von Loon, un’autentica residenza nobile che conserva le caratteristiche e gli arredi del Settecento. Approfittando dello splendido sole e della temperatura gradevole ci dirigiamo verso il “Central Park” olandese , Vondel Park. Una moltitudine di giovani del posto ha invaso i verdi giardini fioriti del parco e decidiamo di sostare qui per un pò, distendendoci sull’erba e mescolandoci alla gente locale, che corre sui pattini e passeggia con i gelati in mano.
Ci rendiamo presto conto che le biciclette ad Amsterdam sono tante quante le persone che vi abitano e forse anche di più. Ci divertiamo a individuare quelle più bizzarre e ci accorgiamo che sono più pericolose di qualsiasi altro mezzo! Dopo questa pausa rinfrancante per i nostri piedi ripartiamo alla volta della casa di Anna Frank sperando, vista l’ora, di trovare meno fila. Ci sbagliamo perchè la nostra oretta per entrare ce la mettiamo tutta. Ne vale però la pena: il percorso e la storia celata in quell’abitazione ci commuovono e ci sentiamo avvolti dalla malinconia e dalla sofferenza vissuta in quella casa.
Rientriamo in albergo per una doccia veloce e poi di nuovo in centro per la cena. C’è da dire che se si vuole trovare un tipico locale olandese bisogna addentrarsi nelle viuzze di periferia perchè il centro è un agglomerato di fast food e ristoranti di grandi catene internazionali a uso e consumo dei turisti. E’ tardi e siamo affamati quindi ripieghiamo su un ristorante argentino, che qui sembra essere molto apprezzato visto che ce ne sono un centinaio nel raggio di cinquecento metri. Dopo cena decidiamo di addentrarci nel famoso “quartiere a luci rosse”. Un pò incuriositi e un pò divertiti gironzoliamo per le strette viuzze illuminate dalle luci rosse al neon delle vetrine, animate da uno stuolo di ragazze più o meno vestite. Mi accorgo di essere l’unica donna a camminare nella zona e questo m’imbarazza un pò, ma d’altronde questo pezzo autentico di Amsterdam non potevo perdermelo. Questo quartiere è anche quello dove si concentrano gli altrettanto famosi Koffieshop, i locali dove si consuma la droga legger, e ci rendiamo conto che qui sono un’abitudine, una presenza naturale come i bar e i negozi di souvenir. E’ questa l’Amsterdam libertina e cosmopolita come l’hanno sempre raccontata. Bè, a dire il vero non abbiamo trovato niente di così trasgressivo e proibito, solo una realtà diversa dalla nostra, completamente integrata negli usi e costumi di questa città.
26 aprile
Mattinata dedicata all’arte: siamo diretti al museo di Van Gogh. Ci aggiriamo tra le celeberrime opere di questo artista controverso. Il museo è ben strutturato e un’audioguida spiega il percorso di sviluppo dell’arte di questo straordinario pittore, ripercorrendo anche le più importanti tappe della sua vita tormentata. Consiglio di prendere i biglietti in anticipo su internet (18 euro con audioguida), si è rivelata una scelta quanto mai azzeccata che ci ha fatto saltare la lunghissima fila incontrata all’ingresso. Per il pomeriggio abbiamo deciso di fare una gita fuori porta per esplorare i dintorni di Amsterdam e assaporare un pò della campagna che avevamo avuto modo di apprezzare nelle tele di Van Gogh.
Abbiamo noleggiato due bici nei pressi di Vondel Park (14 euro a testa per due giorni) e via! Sfrecciamo in direzione Zaanse Schans, un piccolo villaggio del ‘700 ricostruito attorno a sei mulini a vento originali, ancora in funzione. Ci stupiamo, strada facendo, di come esistano piste ciclabili praticamente ovunque e capiamo perchè la bici sia il mezzo più usato dagli olandesi. Percorrendo una lunga via che affianca la strada statale, sotto un tiepido sole primaverile, raggiungiamo il villaggio e rimaniamo estasiati dallo spettacolo che ci si presenta davanti agli occhi: qui il tempo sembra essersi fermato. Il villaggio è perfettamente conservato con queste tipiche abitazioni in mattoni rossi con i tetti spioventi incorniciate da vialetti verdi. E’ un piacere passeggiare tra i viottoli ed esplorare questo microcosmo immaginando come doveva essere la vita in Olanda a quel tempo. La visita culmina con l’ingresso in uno dei mulini in funzione del villaggio: all’interno tutto è pefettamente conservato come un tempo e l’enorme macina che polverizza il cemento per produrre i pigmenti colorati è davvero suggestiva. Dalla cima del mulino si gode una vista mozzafiato sul canale e tira un vento così forte che quasi ci sposta.
E’ giunta l’ora dello spuntino e non c’è niente di meglio di un buon pannencoeken: è una varietà di crepes che rappresenta uno dei piatti tipici più celebri dell’Olanda oltre alle crocchette. Abbiamo provato la versione salata…deliziosi!
Siamo rientrati ad Amaterdam per la cena, non senza ave respirato con delizia il fantastico e inebriante aroma di cacao che proviene dalle fabbriche di lavorazione di questa pianta appena fuori città. Abbiamo scoperto, infatti, che l’Olanda è il più grande produttore di cacao importato al mondo. Per la cena siamo tornati in centro e abbiamo ripiegato in una steakhouse.
27 aprile
Siamo partiti di buon’ora per continuare la nostra esplorazione della campagna olandese. Destinazione: i meravigliosi giardini di Keukenhof (biglietti acquistati in anticipo sul sito, 13,5 euro). Non si può venire in Olanda e non dedicare almeno una mezza giornata a questo regno incantato dei fiori. Da Amsterdam si prende un comodo treno fino a Leida e poi dalla stazione si prende una corriera che in una ventina di minuti ti porta davanti ai cancelli del parco. Il parco è molto vasto, meravigliosamente ben tenuto, un tripudio di colori. I fiori sono abbinati nelle tonalità e nelle forme a creare spettacolari scenari. I giardini sono una meta molto battuta dai turisti quindi è megli arrivare presto per evitare la folla.
Nel pomeriggio abbiamo fatto rientro in città per visitare quello che molti considerano l’ottava meraviglia del mondo: il Palazzo Reale in piazza Dam. Municipio durante il periodo repubblicano, residenza di Luigi Bonaparte, fratello di Napoleone, e infine residenza dei reali olandesi, questo edificio grandioso e imponente è davvero uno spettacolo per gli occhi. Le magnificenti sale, completamente ammobigliate, sono artisticamente interessanti, ricche di decorazioni e dipinti. L’audioguida è piena di informazioni e rimandi storici e aiuta a districarsi tra i numerosi spazi del palazzo.
All’uscita abbiamo restituito le biciclette che ci hanno acompagnato nelle nostre scorribande olandesi di questi due giorni e ci siamo incamminati per raggiungere la Westerkerk, che però purtroppo aveva già chiuso i battenti. E qui devo fare una critica alla gestione dei beni culturali olandesi: non si possono aprire i monumenti alle 10-11-12 del mattino e poi chiuderli alle 16-17! Devo dire che questi orari restrittivi ci hanno creato qualche difficoltà e ci hanno impedito di visitare tutto quello che avremmo voluto. Ma tant’è, ci siamo consolati con una golosissima pannencoeken al cioccolato in un piccolo locale nel quartiere dei Negen Straatjes dal nome inconfondibile, “Pancakes!”. Entri e ti trovi praticamente in cucina, la lista delle varianti di pancake è veramente lunga e l’ambiente è raccolto e familiare, semplice e accogliente. Lo consiglio vivamente.
Dopo un ultimo giretto per terminare gli acquisti di souvenir per l’ultima sera ad Amsterdam abbiamo deciso di concederci una buona cena di pesce. Abbiamo scelto lo Suizer, storico locale in Utrechtstraacht, la via dove si concentrano i migliori ristoranti della città. Il conto è stato più salato (37 euro a testa antipasto, secondo, dolce, vino e acqua) ma ne è valsa la pena.
Ultima passeggiata tra i canali, così pittoreschi da rimanere impressi tra i miei ricordi più belli di questa incantevole città.