Dresda, amore mio

Come spesso succede, si va per una “cosa” e si scopre che quella “cosa” non solo è molto meglio delle tue aspettative, ma ha intorno a se una cornice in grado di far distogliere da lei un po’ d’attenzione. Questa “cosa” nella fattispecie è “Dresda” e la cornice è ovviamente la Sassonia. Un po’ insolito come viaggio di...
Scritto da: Perseo
dresda, amore mio
Partenza il: 23/08/2005
Ritorno il: 01/09/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Come spesso succede, si va per una “cosa” e si scopre che quella “cosa” non solo è molto meglio delle tue aspettative, ma ha intorno a se una cornice in grado di far distogliere da lei un po’ d’attenzione.

Questa “cosa” nella fattispecie è “Dresda” e la cornice è ovviamente la Sassonia.

Un po’ insolito come viaggio di nozze, lo so, però la voglia di vedere questa sorella minore di Firenze era veramente tanta.

Capirai! Se una città che viene paragonata al mio amore (Firenze), è bella solo un terzo di essa, vado a colpo sicuro.

Un pernottamento intermedio per chi viene dall’Umbria e guida da solo è necessario, comunque l’ho sfruttato per visitare il bel palazzo di Schleissheim in periferia di Monaco, a 50 metri dal mio albergo.

Mercoledì 24 Agosto, tardissima mattinata, si parte alla volta della capitale della Sassonia.

Il viaggio procede liscio come l’olio e non potrebbe essere altrimenti: autostrada a 3 corsie, T.I.R. Che si contano su una mano (anche in Italia, ma ogni 10 secondi però!), limiti di velocità non previsti tranne che in alcuni punti.

Il paesaggio fino a Norimberga è quello classico della Baviera, con tantissimi prati e terreno leggermente ondulato, bello! Ma che spettacolo quello che segue! Fitte foreste di abeti, di vario tipo, uno bellissimo dal tronco rossiccio, foreste dicevo, tante, e poi ogni tanto dei piccoli paesini dove ci sono delle radure. Il paesaggio è più collinoso della Baviera vera e propria, anche se è Baviera pure qui.

Molto spesso si vedono spuntare da dietro le colline boscose i generatori eolici tanto bistrattati da noi; e invece vi dirò che non deturpano proprio nulla, anzi ci stanno pure bene, belli candidi e a piccoli gruppetti di 2-3 o qualcuno di più. Poi quando c’è la possibilità di godere di qualche spazio aperto tra le colline, lo sguardo spazia lontano sempre trovando un panorama di colline che sfumano pian piano in lontananza, con il loro corredo di paesi ed eliche.

Arrivati a Bayreuth, siccome era passata da parecchio l’ora di pranzo e noi non avevamo mangiato, siamo usciti dall’autostrada e abbiamo girato un po’ nella periferia per cercare qualcosa.

Quando userò il termine periferia significa zona non centrale, da non intendere come da noi periferia = parte non bella della città. Era tutto estremamente pulito e tranquillo, con molto verde insomma sembrava di essere in una piccola cittadina da 10000 ab. Invece ne ha molti di più.

Dopo un veloce pasto in un Imbiss (chiosco), di nuovo in macchina.

Quando si entra nell’ex DDR, la strada cambia: diventa a due corsie e i cantieri aumentano, ma questo è buon segno, intorno però il fascino delle campagne è sempre alto; l’urbanizzazione è bassa e la natura domina sui piccoli agglomerati di casette tipiche.

Man mano che si prosegue le colline si appiattiscono e le foreste calano, fino a giungere nella zona di Chemnitz e Lipsia dove il paesaggio è più pianeggiante e urbanizzato.

Entriamo a Dresda nel pomeriggio inoltrato, ma ci vuole circa un’oretta prima che trovo il mio albergo, che ovviamente è dall’altro lato della città.

Per uno che non è mai stato nell’ex DDR, entrare a Dresda dalla parte da dove sono entrato io, cioè la prima uscita autostradale, fa un certo effetto. Infatti, la prima periferia che s’incontra da qui non è molto gratificante, dà proprio l’idea di com’erano le città dell’est, senza scendere nei particolari, insomma tutto quello che normalmente s’immagina pensando all’ex blocco sovietico.

Invece andando avanti dopo pochi minuti, passi per il centro e subito ti dimentichi di quello che hai visto prima, catapultato in una classica città d’arte, poi proseguendo come ho fatto io verso la parte orientale della città ti trovi invece immerso in quartieri d’altri tempi, con palazzi e villette ottocentesche, veramente distensive, così anche io mi sono subito tranquillizzato.

Siamo arrivati in albergo, quartiere Tolkewitz, nel tardo pomeriggio e per quel giorno non abbiamo fatto altro che una piccola passeggiata, lì intorno, sulle sponde dell’Elba. Già, infatti, l’albergo era a 300 metri dal fiume.

Giovedì 25 Agosto. Dopo colazione, siamo usciti e abbiamo preso il tram che ferma proprio davanti all’hotel; il biglietto si fa sul tram, c’è una macchinetta automatica che va a monete, poi lo obliteri come tutti. Noi abbiamo fatto il giornaliero, ovviamente valido su tutta la rete. Naturalmente è superfluo dire che i mezzi sono assolutamente puntuali e puliti, mai affollati tutti modernissimi.

In una decina di minuti eravamo in centro. La giornata era uggiosa come si suole dire, sole a tratti e da pranzo in poi pioggia.

Se non sapessi dei vergognosi bombardamenti alleati, non sembrerebbe neanche ci fosse stata la guerra.

La ricostruzione di questa sfortunata città non è del tutto completa, ma l’attenzione con cui la si porta avanti è veramente encomiabile; pensate che la Frauenkirche (la cattedrale), si era completamente fusa con l’incendio divampatovi, e per 50 anni era rimasta un cumulo di macerie, ora invece è stata riedificata e la si può vedere esattamente com’era due secoli e mezzo fa, e cioè un incanto.

Ancora qua e là ci sono cantieri, soprattutto di ripavimentazione, anzi forse ora mentre scrivo sono ormai conclusi. Resta da completare, e non penso sia ad oggi finito, il restauro della Residenz, il palazzo dei duchi di Sassonia, veramente bello anch’esso.

Il centro storico è molto piccolo, ma è in gioiellino, tutto è comunicante, si passa da una piazza all’altra, in un minuto e tutte le attrattive si toccano, sono molto vicine, si può passeggiare senza avere male ai piedi ed aver visto tutto il centro.

La terrazza sull’Elba, vecchie mura difensive trasformate in giardini, fu soprannominata da Goethe il “balcone d’Europa”, probabilmente per quello che si vede ora e quello che vide lui prima delle bombe aveva ragione.

Sotto la terrazza, ci sono parcheggiati degli splendidi vaporetti a ruota, che portano i turisti in giro per l’Elba, sono magnifici, pensate che il più vecchio ha circa 130 anni.

Abbiamo pranzato con un bel panorama: Dresda vista dall’altro lato del fiume. Infatti la città vecchia è tutta sulla riva sud, quindi sedersi in un ristorante all’aperto a pochi metri dall’Elba e per giunta spendendo poco, non è cosa che capita tutti i giorni.

Come già detto dopo pranzo il tempo era piovoso, quindi quale migliore occasione per andare al chiuso ammirando uno dei musei più belli e famosi del mondo? Lo Zwinger di per se è già un museo a cielo aperto, un complesso barocco che lascia senza parole, probabilmente nel suo genere non ha eguali in tutto il mondo; al suo interno ci sono diversi musei, che noi non abbiamo fatto in tempo a vedere tutti, anche se avevo preso il biglietto complessivo ( 10 € e puoi vedere tutti i musei di Dresda, ma noi siamo riusciti a vedere il Gemalde galerie alte meister, quello per intenderci dove c’è la “Madonna Sistina “ di Raffaello e il museo delle porcellane (stupendo).

Venerdì 26 Agosto. Siccome ieri aveva piovuto, e oggi non più, la mattinata già lasciava presagire che l’intera giornata sarebbe stata piena di sole e l’aria nitida e fresca, e così è stato. Viste le premesse, ho deciso di fare oggi cioè che assolutamente và fatto a Dresda, ovvero la crociera sull’Elba. Posso dire senza alcun dubbio che questo è stato il giorno più emozionante di tutta la vacanza.

Usciti dall’albergo, siamo andati a piedi fino alla più vicina fermata dei vaporetti; è stata una salutare passeggiata lungo la pista ciclabile che costeggia il fiume, in una soleggiata e fresca mattinata. Camminando per circa 20-25 min. Si possono vedere diversi circoli canottieri con relativi moli e canoe posteggiate davanti, papere in quantità e tanta tanta gente che cammina o corre a piedi, in bicicletta, sui pattini lungo le verdissime sponde dell’Elba, oltre ovviamente ai canottieri in acqua.

Siamo giunti al molo d’imbarco mentre arrivava la motonave, ma siccome non era uno di quei vecchi vaporetti non l’ho voluta prendere, rimandando a quella successiva, nel frattempo abbiamo passeggiato un po’ per la Schiller platz e sul ponte Blaues under, distanti solo 100 metri dall’imbarcadero. Schiller platz è proprio carina, con tutte quelle facciate dei palazzi in stile Boemo, mitteleuropeo insomma.

A circa una mezz’oretta di distanza ecco che arriva un’altra motonave identica alla prima, che naturalmente questa volta abbiamo preso anche perché non sapevo se fossero tutte così le prossime e poi si faceva tardi. E’ stata una fortuna invece che abbiamo preso questo moderno battello, infatti in coperta aveva tutta una serie di tavoli e panchine con tanto di tendone parasole, così ci siamo goduti lentamente tutto il paesaggio durante la risalita del fiume fino a Konigstein. Il bello era che eravamo in pochi la sopra, forse grazie al fatto che c’eravamo imbarcati di buon ora, così eravamo liberi di girare e cambiare posto quando lo volevamo, a seconda dell’ombra e delle bellezze da vedere. A pranzo abbiamo persino mangiato li, a prezzi che in Italia su un battello ci prendi una lattina e una piadina.

Immaginatevi 4 ore di navigazione! Detta così sembra brutto, invece sono state 4 ore di relax, vedendo sfilare prati, casette in riva al fiume, gente in bicicletta, barchette e chiese di campagna, inoltre siamo passati di fronte al castello di Pillnitz, una delle residenze estive del duca di Sassonia in stile cinese, con la peculiarità di avere la scalinata d’ingresso principale al cortile che finisce direttamente in acqua, perché il duca vi arrivava in gondola.

Man mano che ci si avvicina alla meta, ci si addentra nella magnifica Svizzera Sassone, cioè un complesso di Canyon formati dal fiume, che hanno il loro apice con bastioni d’arenaria che ti sovrastano per un centinaio di metri a picco sul fiume e tu sotto col naso all’insù.

Arrivati a Konigstein, un bel paesino tranquillo, siamo scesi e, andati in piazza in 5 min., abbiamo poi preso un piccolo e folkloristico bus a due piani, che ci a portati ai piedi del Festung Konigstein una fortezza che sovrasta questo paese e il fiume.

Trattasi di un bastione roccioso naturale, sulla cui sommità in passato vennero costruite delle fortificazioni; immaginate delle pareti naturali a strapiombo alte una cinquantina di metri e sopra la prosecuzione con altri 15-20 metri di mura in pietra, il tutto guarnito con merlature, cannoni e feritoie; mi sembra più che giustificato se questa fortezza non fu mai espugnata da nessuno, persino Napoleone ne rimase estasiato quando fu ospitato a visitarla.

Purtroppo il vaporetto di ritorno non era così lontano come avremmo voluto, infatti il tour della fortezza è stato molto veloce e limitato, saltando praticamente la visita (tra l’altro compresa nel biglietto) di tutte le strutture interne: caserme, prigioni, alloggi, etc. Così ho rimpianto di non aver preso il primo battello la mattina.

Comunque la cosa più spettacolare del Festung Konigstein non me la sono persa: il panorama! Complice un’aria tersa e un bel cielo a pecorelle, la vista da lassù è qualcosa che auguro a tutti. Si sta praticamente a picco su un’ansa dell’Elba, in lontananza s’intravede anche Dresda a circa 30 km; tutt’intorno colline ricoperte da foreste, qualche casa e fattoria qua e la e di fronte il Lilienstein, una cresta d’arenaria che sembra di stare in quei paesaggi del vecchio west quando gli indiani ti spiano dall’alto, solo che qui la vegetazione è molto abbondante. Si vede buona parte della foresta Boema da li, anche perché il confine è vicino.

Per il ritorno invece abbiamo avuto la fortuna di salire su un vecchio vaporetto a ruota, nel quale è in bella vista all’interno tutto l’apparato motore, con i pistoni a vapore e gli ingranaggi originali.

Inoltre c’è anche il classico salottino d’inizio secolo dove prendere un caffè.

Il ritorno naturalmente è stato più rapido visto che seguivamo la corrente.

Il mio consiglio dopo aver fatto quest’esperienza è quello di dedicare almeno una giornata extra a questa. Infatti molto tempo lo si passa in navigazione e quindi ne rimane poco per le visite e le escursioni, quindi la cosa migliore è fare un giorno così e un altro andando con altro mezzo: bici su tutti, ma c’è anche il treno e la macchina per chi vuole.

Una curiosità da segnalare è che da quando siamo partiti, abbiamo incontrato un solo ponte a Pirna la città più grande dopo Dresda in questa zona; per chi vuole passare da una parte all’altra del fiume (molto largo almeno 100-150 metri) ci sono ogni tanto delle barchette che traghettano, che fanno continuamente la spola da una riva all’altra, ecco un altro motivo perché le auto qui sono poche e conviene andare in bici.

Sabato 27 Agosto. Oggi si riprende la macchina, si va qualche km fuori città ma dalla parte opposta a ieri cioè a nord-ovest.

Dopo circa una mezz’ora, scorsa via tranquillamente tra le vie cittadine prima e tra campagne poi, siamo giunti a Moritzburg. Qui l’attrazione è costituita da un bellissimo castello barocco, che fungeva da classica palazzina di caccia dei duchi; infatti il posto è molto boscoso.

Il castello è posto su una piccola isola in mezzo ad un lago, collegato alla terraferma con 4 lingue di terra; i turisti ce ne erano abbastanza, c’erano persino alcuni matrimoni, stavano facendo il servizio fotografico, potete immaginare quale scenario fiabesco. Abbiamo visitato anche l’interno, e merita veramente, c’è il salone da pranzo principale, che alle pareti ha attaccati centinaia di palchi di cervo; se siete convinti animalisti è meglio che non entrate, oltre a questi trofei sparsi un po’ ovunque, ci sono molti quadri raffiguranti battute di caccia in grande stile. Altre cose che si possono vedere all’interno sono: una grande carrozza da viaggio, le cucine con relative suppellettili e utensili dell’epoca, una stanza con diverse porcellane pregiate e naturalmente quadri di duchi e principi proprietari del palazzo.

Uscendo siamo andati un po’ a zonzo per gli immancabili giardini sul retro del castello, e abbiamo notato sui prati alcuni rinfreschi nuziali, allestiti dal caffè del palazzo.

Ritornati sulla “terraferma”, abbiamo ripreso la macchina per dirigerci verso Meissen, sempre a Nord-Ovest, circa 10-15 min.

Meissen è una cittadina arroccata su un dolce colle che sovrasta il fiume Elba. Prima di Dresda capitale della Sassonia, è famosa soprattutto per la porcellana, infatti la porcellana europea fu inventata qui all’inizio del XVIII sec.

Lo stile cittadino è prettamente medievale, in cima c’è il duomo, gotico, e il castello dei margravi (marchesi). Le vie sono molto pulite e ben lastricate, la piazza principale, dove abbiamo pranzato, è veramente molto affascinante con tutte le sue facciate in stile tipico.

Dopo mangiato ci siamo fatti una piccola scalata fino in cima, ma purtroppo la cattedrale era chiusa. Già, dopo pranzo è sempre così per le chiese dimenticavo! Ancora prima di capitare a Meissen io e mia moglie avevamo l’intenzione di riportarci qualche oggetto in porcellana, beh l’intenzione è rimasta tale; non credevo potessero esistere dei listini con così tanti zeri, e considerate che stavamo guardando lo spaccio ufficiale della fabbrica, comunque per essere precisi quelle porcellane erano di una tale bellezza che sicuramente li valevano tutti quei soldi, ma noi abbiamo preferito rimandare ad un’altra volta… In conclusione Meissen è come le sue porcellane, un gioiello! Domenica 28 Agosto. Ennesima bella giornata, dopo il primo giorno è sempre stato così; oggi giro per la città col bel tempo, per riscattare la prima volta grigia e piovosa e per riscattare anche foto più belle. Abbiamo notato molto più turismo, ovviamente non solo per il sole ma anche perché è domenica, ci sono anche diversi italiani, la stragrande maggioranza dei visitatori sicuramente è quella dei tour organizzati, che fanno Berlino-Praga e si fermano una mezza giornata a Dresda. Sicuramente per visitare il centro storico e un museo, il tempo è sufficiente, ma per tutte le altre affascinanti mete che ho descritto e dovrò ancora descrivere, no, non c’è il tempo! Torniamo a noi; in mattinata abbiamo passeggiato per la Neustadt, la parte meno antica della città, diciamo ottocentesca, sulla sponda nord dell’Elba. Appena passato il ponte principale, c’è un lungo e largo viale alberato, solo pedonale, che prosegue in prospettiva dal ponte. All’inizio c’è la statua equestre dorata del duca Augusto il forte, il maggior mecenate della città.

Questo viale per rendere l’idea è una Via Veneto pianeggiante, dritta e senza traffico. Ci sono negozi di vario genere, e vi si affacciano dei palazzi con cortili.

Dopo pranzo, sempre usufruendo dei perfetti mezzi pubblici, siamo andati a far visita al palazzo in stile cinese che se rammentate avevamo incontrato due giorni fa lungo la crociera.

E’ subito fuori città, non ci vuole molto. Scesi dal bus ci siamo trovati all’inizio dal parco, e siccome l’aria era non troppo fresca, il fresco ce lo siamo goduto un po’ a sedere all’ombra degli alberi. In fondo al parco, finiti gli alberi, ci si presenta il giardino (molto bello) che divide i due palazzi, infatti quello che avevamo visto dal fiume e che ora abbiamo sulla nostra destra, ha un gemello che sta dietro, appunto diviso da 100 metri di giardini. Di fronte altre ali del palazzo, che ospitano un cortile dove ci sono tavoli di un ristorante self-service molto elegante ma anche molto affollato, ricordate che siamo appena dopo pranzo ed è domenica. Anche se avevamo pranzato un dessert in questo scenario è d’obbligo, così ci sediamo con intorno al tavolo una masnada di passeri in attesa di briciole.

Pomeriggio inoltrato, bella ma faticosa giornata di sfacchinate continue, un po’ cotti dal sole, forse è stata la voglia di rientrare in hotel, insomma in parole povere non ce la siamo sentita di pagare un buon biglietto d’ingresso (8-10 € mi sembra) per visitare il palazzo, che sicuramente sarà molto bello visto che contiene tra l’altro una grande collezione di porcellane, ma… tanto ci tornerò in Sassonia… quindi lo tornerò a vedere! Prima di andarcene però, sempre nel parco ammiriamo, coperta da un bel gazebo sempre in stile cinese, la gondola con la quale il duca si faceva scorrazzare per l’Elba.

Lunedì 29 Agosto. Ultimo giorno, e anche mio compleanno. Altra bella giornata di sole.

La mattina, sempre in tram, scendiamo alla fermata vicino allo stadio, dove c’è un enorme parco cittadino, tipo villa Borghese, con boschi, fontane, giardini fioriti, e al centro un palazzo tardo-rinascimentale in attesa di qualche restauro, che era nientedimenoche…Un’altra residenza estiva dei duchi. Di fronte c’è un lungo specchio d’acqua con papere e cigni, e tutt’intorno statue e giardini fioriti. Continuando a camminare per i boschi, ad un certo punto vediamo arrivare un trenino a scartamento ridotto che effettua il giro turistico del parco, con fermata anche allo zoo, si perché non ve l’ho detto, ma proprio come a villa Borghese all’interno del parco c’è uno zoo, non molto grande per la verità.

La seconda parte della giornata, visto che era l’ultimo giorno, l’abbiamo passato a bivaccare per il centro, spedendo cartoline, comperando souvenires, e passeggiando per altre vie che non avevamo già percorso in precedenza. Ho notato che ogni giorno nel tardo pomeriggio delle mongolfiere si alzavano in aria dalla parte orientale della città e lentamente si dirigevano verso Meissen, seguendo la corrente del fiume; allora ho pensato che potessero essere dei giri panoramici della città, probabilmente sono trascinate dalle correnti d’aria che si formano a quell’ora, mah! Abbiamo goduto (se mai ce ne fosse bisogno) anche di una romantica visione di Dresda al tramonto, con i monumenti che “arrossivano”.

Molte cose rimangono ancora da vedere, alcune non viste per impossibilità e altre per volontà, volontà di tornare in questo magnifico posto, magari fra qualche anno quando la ricostruzione sarà terminata al 100%.

Spero di non avervi tediati troppo, ma non saprei come descrivere ciò che ho provato!



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