Yemen: Socotra e Sana’a

L'isola che non c'è e la città "di biscotto"...
Scritto da: LISACRI
yemen: socotra e sana'a
Partenza il: 19/02/2011
Ritorno il: 01/03/2011
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
Siamo partiti per lo Yemen senza quasi dirlo ai nostri conoscenti, perché dopo aver informato qualcuno, ci siamo resi conto che venivamo considerati sprovveduti e spericolati. Ma ci stavamo provando da alcuni anni, e dopo vari tentativi, la voglia di visitare l’isola di Socotra e Sana’a, ora che si presentava il gruppo giusto, ha prevalso su tutto. Socotra, quasi “l’sola che non c’è” , quando la nominavamo nessuno sapeva dove fosse , quando scoprivano che faceva parte dello Yemen ci guardavano con occhi storti e quando si diceva che le sistemazioni erano in campeggio passava il commento muto “ma cosa ci andate a fare”. Socotra è un paradiso incontaminato. L’”amico monsone” che soffia sull’isola durante tutta l’estate, tiene lontano i tour operator e tutti quei turisti in cerca di comfort. Socotra offre il meglio della natura: spiagge bianche, deserte e lunghissime, mare cristallino, dune di sabbia da scalare e conquistare, grotte da esplorare, montagne su cui arrampicarsi con mitici fuoristrada guidati da insuperabili autisti. Non ci sono alberghi a Socotra, se non ad HADIBO, la capitale dove siamo arrivati l’ultimo giorno del giro dell’isola. Ma dopo la prima occhiata e i consigli della nostra guida, abbiamo comunque preferito dormire nel camping della cittadina, che si è rivelato un posticino delizioso. Spesso sull’isola non esistono i campeggi attrezzati e quindi il nostro team, composto dalla guida, tre autisti e il cuoco, si prodigava per montare le tende, cucinare, servirci il pranzo in spiaggette deliziose o ai margini di un wadi o ancora ai piedi di qualche duna bianchissima. E dopo esserci lavati con l’acqua dolce di una cascatella che si tuffa nel mare, ecco arrivare la cena preparata magistralmente dal nostro cuoco che aveva nel frattempo allestito la sua “magica” cucina riposta dentro una “magica” valigia nera. Ci hanno preparato pasti che non avevano niente di sontuoso ma tutto di dignitoso, dignitoso come queste persone capaci di farti sentire un sultano dentro una tenda “igloo”. E un po’ principessa deve essersi sentita Cristina, la sera del suo compleanno, quando le hanno organizzato una festa con tanto di balli intorno al fuoco; e per cena capretta arrosto acquistata durante il tragitto e macellata al momento , cucinata su una brace ardente nel letto di un fiume in mezzo alle montagne sotto un cielo splendente di stelle.

Lasciata l’isola dopo una settimana, con un volo interno siamo atterrati a Sana’a, la capitale dello Yemen, dove siamo rimasti le ultime due notti della nostra vacanza . Abbiamo alloggiato nella città vecchia, nell’albergo Arabia Felix, struttura tipica e caratteristica in linea con la splendida architettura della città. Sana’a è una fiaba. Una fiaba i cui personaggi si aggirano fra case di “biscotto” dai colori del pan di spagna al cioccolato, con guarnizioni di glassa bianca di zucchero e con tanti confetti colorati come vetri alle finestre. E fra tutti questi “dolci” colori, ecco comparire donne completamente velate avvolte nei loro abiti neri; donne “tetre” solo nell’aspetto, perchè sotto quei veli ci sono persone desiderose di comunicare con il mondo, soprattutto se il mondo che incontrano è così diverso dal loro; donne gentili che quando ti incontrano ti salutano con “welcome”, ti sorridono con i loro grandi occhi scuri e ti presentano i loro bimbi chiamandoli per nome. Siamo partiti per lo Yemen un po’ in “sordina”…

… Siamo tornati “ sbandierando” ai quattro venti quanto siamo stati fortunati nel poter conoscere questa gente, abituata a doversi scusare con i turisti per qualche loro connazionale le cui azioni fanno di questo paese un paese pericoloso e “off limits”, come ci raccontano i notiziari di tutto il mondo.

Non fanno notizia sei turisti che sono tornati dallo Yemen con la pace nel cuore e nella mente.

Il racconto è di Paola, il nostro gruppo era composto anche da Cristina, Stefano e Giuseppe, compagni di viaggio abituali, poi si sono aggregati Francesco e Luciana ed è stato un piacere conoscere altri viaggiatori.

Grazie di cuore a Mohammed di Socotra Guide, se il paese supererà queste nuove difficoltà e avete in mente di andarci affidatevi a lui, sarete in ottime mani.

Grazie anche a Gabriella “guida per caso” in carne ed ossa che ci ha accolto all’aeroporto di Socotra e ci ha accompagnato per parte del giro, ed è stata un’ottima guida.



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