Yemen a bordo del Boreas of Katharina
Eravamo noi 4, due genitori e due figlie di 8 e 12 anni, e abbiamo trovato a Fiumicino come compagni di viaggio una coppia disponibile e tollerante verso i bambini, anche se le nostre figlie sono obiettivamente molto sopportabili e straeducate. Abbiamo avuto una fortuna sfacciata che il comandante decidesse di far venire con noi anche il figlio 11enne, che ha marinato la scuola per questa settimana e che ha fatto da istruttore naturale alle figlie. Forse senza di lui le cose sarebbero state differenti e leggermente piu’ difficoltose per la gestione delle figlie, ma non di troppo. Si sarebbero forse divertite un po’ meno.
Abbiamo esplorato un sacco di fondali, siamo andati tutti sott’acqua con le bombole, noi col patentino, ma anche senza le bombole la coppia che era con noi e la nostra bambina piu’ piccola hanno potuto godersi una barriera meravigliosa. Abbiamo visto di tutto, anche lo squalo che temevo tanto anche se tutti ti dicono che non è pericoloso… Coralli di ogni tipo, invasioni di pesci di ogni colore, anemoni piccolissimi ed altri enormi… Scene alle quali è forse abituato chi frequenta mari differenti dal Mediterraneo, ma che per me – pur avendo visitato la barriera delle Antille olandesi – sono state un sogno.
La barca su cui eravamo imbarcati è un 3 alberi di 38 metri, guidata dallo stesso Pazzelli che ha fatto da guida ad Adriatica quando sono andati giu’ loro qualche anno fa. Non ci sono parole per descrivere le attenzioni che Pazzelli ed il suo equipaggio ci hanno riservato. Disponibilità totale, passione per il loro lavoro, i siti dove lo citano parlano del burbero comandante.. Niente di piu’ lontano dalla verità.
Abbiamo mangiato le cose preparate da un cuoco a 5 stelle e non siamo mai riusciti neanche a finirne la metà. Abbiamo fatto il pieno di pesce crudo e gamberi per i prossimi 30 anni. Ci siamo abbronzati e divertiti, il tempo è stato gentile con noi perché non c’è stato mai ne’ sole cocente ne’ brutto tempo. Durante il transito fra Sana’a e il mare e al ritorno abbiamo visitato alcuni villaggi dell’altopiano che hanno dato a noi e alle figlie soprattutto un quadro abbastanza preciso delle genti e degli stili di vita yemeniti. E dei bambini. Sana’a… Che dire? Sana’a va vista almeno una volta nella vita, nonostante la paura che ci avevano messo addosso tutti per eventuali pericoli. Le persone ovunque sono state incredibilmente accoglienti, sia che parlassero inglese come quasi tutti bambini piccoli che lo studiano a scuola, sia che non avessero assolutamente modo di comunicare con noi. Protetta dall’Unesco, la stanon restaurando un po’ per volta rispettando lo stile oroginario, e il centore storico lascia senza parole. Viaggiare in epoca di Ramadan inoltre ci ha avvicinato ulteriormente alla cultura yemenita, anche se per quello ci pensavano già i muezzin da tutte i minareti cittadini… Alcuni di noi hanno vissuto le preghiere notturne con fastidio, io personalmente le ho trovate molto affascinanti e insolitamente melodiche.
Abbiamo viaggiato su due jeep, senza particolari precauzioni, con posti di blocco ogni circa 50 chilometri, ma certamente era tutto organizzato dalla nostra guida. Io e l’altra ragazza non abbiamo dovuto indossare alcun velo nonostante gli avvertimenti catastrofici che ci avevano dato in Italia. Abbiamo solo cercato di limitare l’esposizione di braccia e gambe nel suq e nel centro di Sana’a, per rispetto. Abbiamo speso circa 10.000 euro, non è certo un viaggio economico, ma con delle figlie piccole e non avendo piu’ vent’anni (io ne ho 47 e mio marito 58) non sono piu’ i momenti di tentare l’avventura della vacanza fai da te. Abbiamo iniziato a prendere il Malarone ma il comandante ci ha poi detto di lasciar perdere perché in effetti fra i 2500 metri di Sana’a e il mare aperto del tour della Boreas c’erano veramente pochissime probabilità di incontrare una zanzara. In effetti la figlia piccola che è una calamita per le zanzare qui in Liguira, non è stata punta da niente nemmeno una volta. Abbiamo spesso fatto il bagno con la maglietta, anche perché i giri con maschera e pinne potevano durare anche due ore e piu’. I primi giorni abbiano usato la crema eccellente comprata da Decathlon protezione 50, e poi una banale Nivea protezione 10. Nessuno di noi si è ustionato. Siamo tutti leggermente dimagriti pur avendo mangiato come tacchini all’ingrasso. Golf, giacche a vento, pile, tutto inutile, in questa stagione. Solo un golfino a Sana’a per la sera, quando si alza un po’ di vento.
Impressioni poetiche? E come si fa? Tutto, ma soprattutto la vita in barca per piu’ di una settimana scalzi, a mollo in acqua tiepida tutto il giorno, sempre con il segno della maschera e delle pinne. E il bagno notturno senza luna nel plancton, che ti fa muovere in un liquido stellato. Carla