Turchia: Anatolia e Cappadocia

E così anche io, che da sempre detesto i viaggi di gruppo, per quest'anno ho dovuto adattarmi ad un tour, colpa del ritardo nelle prenotazioni dei voli e di conseguenza la mancanza di disponibilità.... Questa orribile esperienza mi ha definitivamente convinto a lasciar perdere per sempre i tour organizzati di gruppo, e tutte le sorprese che...
Scritto da: QMax
turchia: anatolia e cappadocia
Partenza il: 17/08/2009
Ritorno il: 24/08/2009
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
E così anche io, che da sempre detesto i viaggi di gruppo, per quest’anno ho dovuto adattarmi ad un tour, colpa del ritardo nelle prenotazioni dei voli e di conseguenza la mancanza di disponibilità…

Questa orribile esperienza mi ha definitivamente convinto a lasciar perdere per sempre i tour organizzati di gruppo, e tutte le sorprese che riservano…

Andiamo con ordine, l’idea era quella di passare un paio di settimane in Turchia, una meta così vicina che non saprei proprio per quale motivo, non era mai stata presa in considerazione.

Tutto pronto per l’organizzazione a terra, auto privata, guide sui luoghi etc etc… Poi è arrivo l’incubo del volo.

Nulla da fare, mia moglie ed io eravamo anche disposti ad acquistare e non utilizzare 15 giorni in un villaggio pur di avere il volo, ma nulla, nulla di disponibile.

Abbandoniamo il progetto e cominciamo a cercare qualche last minute, e alla fine appare un’offerta di 8 giorni a spasso tra l’Anatolia e la Cappadocia.

E’ una specie di “codice fiscale” del giro che avevamo in mente noi, prezzo molto allettante (avevamo scelto trattamento in camera 3 stelle), volo da Milano, e allora via… Come si dice qui a Milano: “Piuttosto che niente è meglio il piuttosto” Si parte con volo charter per Antalya, tappa per noi assolutamente inutile dato che il nostro giro partirà da Istanbul.

Si comincia male, volo in ritardo, carico di centinaia di persone dirette in mille posti differenti della Turchia.

All’arrivo ad Antalya inizia la selezione, tutti in fila in attesa di sapere su quale autobus salire per la propria destinazione.

Arriviamo in hotel ad Antalya che sono quasi le 3 del mattino, ed alle 6 (tra 3 ore) dovremo tornare in aeroporto per spostarci a Istanbul… (ma non si poteva far scalo a Istanbul ?).

Senza cena o colazione, con molto, moltissimo sonno, si torna alle prime luci dell’alba all’aeroporto per il volo che ci riporterà a Istanbul, da dove finalmente inizierà il giro.

Sul nostro autobus siamo rimasti in meno di dieci persone, dato che molti si fermeranno a Antalya per il solo soggiorno mare. Non male tutto sommato, 10 persone è un numero ancora gestibile da una buona guida. Con un mezzo sorriso sulle labbra, voliamo a Istanbul.

Si passa dall’hotel, si mollano i bagagli e pronti ! Qui la sorpresa, il corrispondente locale ha ben pensato di ottimizzare il tour, unendo al nostro gruppo altri 3 gruppi italiani che avrebbero dovuto fare un tour identico al nostro ma venduto da altri tour operator italiani.

Il bello è che vedo depliant con nomi di Tour Operator italiani molto blasonati, alla fine, da grande istigatore anti-gruppo-vacanze-piemonte, lancio la provocazione in autobus… “Beh, 70 persone distribute su 2 autobus forse sono troppe per un tour, ma per quello che abbiamo pagato !” Vi ricordo che noi avevamo prenotato trattamento 3 stelle, ma la fusione di più gruppi ci aveva unito a persone che avevano pagato per camere a 5 stelle, spendendo esattamente 4 volte più di noi.

Ovviamente LORO erano furibondi sentendo quanto avevamo speso mia moglie ed io, mentre noi ci gongolavamo in hotel 5 stelle pagando il prezzo di un 3… È una piccola soddisfazione che non è bastata però per compensare la delusione di non aver potuto fare questo viaggio per conto nostro…

Si parte finalmente, da questo momento se ne avete voglia potete seguire il racconto guardando le foto che sono sul mio fotoblog a questo indirizzo: qmax.Altervista.Org

GIORNO 1: L’hotel è piuttosto lontano dal centro di Istanbul, e il numero di persone che compone questo supergruppo non aiuta di certo a ottimizzare i tempi.

Arriviamo comunque nella Vecchia Istanbul, Sultanahmet, la zona decisamente più turistica della città.

Quattro passi a piedi e poi si arriva alla spettacolare Moschea Blu.

L’interno è veramente mozzafiato, con le sue tantissime vetrate colorate e le pareti quasi totalmente ricoperte da maioliche di color blu… Splendida anche l’architettura, per godersela appieno consiglio di uscire sul lato dove c’è il vecchio Ippodromo/Colonna Serpentina/Obelisco di Teodosio.

A due passi c’è anche Aya Sofya, ovvero Santa Sofia.

Anche in questo caso si resta a bocca aperta, i mosaici, i medaglioni… Purtroppo molte aree sono in fase di restauro e sono quindi nascoste alla vista di noi turisti.

Ci resta ancora qualche ora a disposizione, per cui decidiamo di fare un giretto alla Cisterna della Cattedrale.

E’ a due passi da Aya Sofya ed è un’altra piacevole sorpresa. Larga circa 60m e lunga circa 150m, retta da più di 300 colonne, è un’immensa cisterna d’acqua costruita dai Bizantini nel 532.

Il clima è idilliaco, fresco, umido al punto giusto e carpe che nuotano nell’acqua… Vale la pena soffermarsi visto il gran caldo che c’è fuori.

Simpatica l’opera di “riciclo” durante la costruzione di elementi come colonne o capitelli provenienti da vecchi edifici. Vedere una colonna appoggiata su una testa di Medusa capovolta è molto inconsueto.

GIORNO 2: Quando abbiamo acquistato il last minute, avevamo visto che questo giorno era interamente dedicato ad una gita fluviale facoltativa sul Bosforo con tanto di pranzo servito a bordo.

Dal nostro punto di vista quindi… Giornata libera !!! QUalche anno fa avevo visto su Discovery Channel un bel documentario su Istanbul, e ad un certo punto faceva la sua apparizione un taxista incredibile…

Mi è sempre rimasto in mente, per cui… Perchè non provare a rintracciarlo ? Il tempo è poco ma grazie ad internet riesco a trovare il suo sito internet e finalmente anche a contattarlo telefonicamente.

E’ fatta, il secondo giorno lo passeremo interamente con lui: Ihsan Aknur.

L’appuntamento con Ihsan è per le 8 in hotel.

Lui è puntualissimo, facciamo un piccolo spostamento per visitare il castello di Yedikule, base di grandi imperi come quello Bizantino e Ottomano.

La seconda tappa ci porta verso una piccola moschea. All’interno altri meravigliosi medaglioni e, sopratutto, l’Imam col quale abbiamo un interessantissimo confronto su Bibbia e Corano.

Lo stesso Ihsan partecipa molto attivamente all’incontro.

Ihsan è una persona molto colta, che adora la sua città, il suo paese e la sua cultura, ed ogni momento del viaggio è buono per darci qualche informazione storica sui luoghi che stiamo visitando. Il suo lavoro ufficiale è il taxista, di solito staziona nel parcheggio taxi di un hotel a 5 stelle nel quale un solo pernottamento costa quasi quanto la nostra intera vacanza. Quando qualcuno lo contatta, Ihsan si trasforma in autista, guida, ballerino, clown, insegnante di storia privato per l’intera giornata.

Una piccola sosta in un piccolo bar per gustare un tè rosso e fare quattro chiacchiere con alcuni anziani che ci squadrano per tutto il tempo… Siamo piuttosto lontani dalle zone turistiche di Istanbul.

Stiamo per attraversare il ponte sul Bosforo per visitare la parte asiatica della città, quando Ihsan ci chiede i passaporti da mostrare al cambio di continente.

Rimaniamo stupiti dalla richiesta, anche perchè i passaporti erano in albergo, ma è talmente un bravo attore da convincerci a rimanere sorridenti per tutto il tragitto sul ponte per “non destare sospetti” e passare l’ipotetico confine tra Europa e Asia senza problemi…

Ci fermiano per visitare il meraviglioso Beylerbeyi Sarayi, il Palazzo/Rifugio del sultano Abdul Aziz.

Facciamo una pausa pranzo in un piccolo ristorante sul Bosforo (non lasciatevi ingannare, non è la solita turistata).

Ovviamente si mangia Kebab, in compagnia dei 2 nipoti del proprietario, entrambi studenti universitari.

Anche questo è un gran bell’incontro, lascia un poco di amaro in bocca il fatto che entrambi i ragazzi stanno studiando tedesco perchè sperano al più presto di lasciare il paese per andare a vivere in Germania, secondo loro la Turchia in questo momento storico, non ha assolutamente nulla da offrire ai suoi giovani, a meno che uno non abbia voglia di arruolarsi… Passiamo il pomeriggio su è giù per i colli che compongono Istanbul, da dove ci sono splendide visuali sulla città, per finire poi nel Bazar delle Spezie. Tappa da sempre irrinunciabile per noi, ci tuffiamo in tutti i Bazar che troviamo, non tanto per le merci, ma per le persone.

Il contatto diretto con la gente è il motivo principale per cui viaggiamo, e dove questo può avvenire meglio che in un Bazar ? Tiriamo il tardo pomeriggio e ci incontriamo di nuovo con Ihsan.

Restiamo a parlare parecchio con lui, ci fa vedere i suoi diari (sono DECINE), tutti firmati e con foto di persone che ha portato in giro per la città in questi ultimi 20 o forse pìù anni… Ci mostra anche una foto fatta molti anni fa di un giovane turista italiano, e quella molto più recente dello stesso turista tornato a Istanbul, in compagnia della figlia oggi adolescente… Quest’uomo è una continua sorpresa.

Abbiamo talmente tanti interessi in comune che alla fine per avere altro tempo per chiacchierare, Ihsan ci invita a casa sua per cena.

E’ fatta, è nata una nuova amicizia. Restiamo in sua compagnia sino a notte fonda, per poi rientrare in albergo.

Questa giornata secondo noi vale molto più di tutto l’intero viaggio, al nostro prossimo ritorno in Turchia pensiamo proprio di prenotare solo l’hotel a Istanbul e passare qualche altro giorno con lui.

Se siete incuriositi dal personaggio, o state cercando un taxi/guida per qualche giorno a Istanbul, non posso che consigliarvelo.

Fate una ricerca con Google per Ihsan Aknur, oppure andate a visitare il suo sito www.Besttaxidriver.Com.

GIORNO 3: Lasciato Ihsan (purtroppo) a Istanbul, oggi lunga tappa di trasferimento verso la Cappadocia.

Sosta per la visita al museo Ittita ad Ankara (città secondo me orribile) e altra sosta sul Lago Salato.

GIORNO 4: Siamo in Cappadocia, qui è la natura a farla da padrone.

Sembra veramente di essere su un altro pianeta. Luoghi come i Camini delle fate, hanno veramente poco di “terrestre”.

La terra qui è veramente scolpita dall’acqua, dal vento e dal tempo.

Tappe obbligatorie le città sotterranee, le chiese rupestri… E le fabbriche di amenità per turisti…

E’ qui che il SuperGruppo riesce a dare il peggio di se.

La gente compra di tutto, oggetti del tutto improbabili a prezzi assurdi.

Basta dare un’occhiata fuori per rendersi conto che è possibile acquistare le stesse cose al 10% del prezzo.

Non essendo noi però patiti di shopping, preferiamo girare allo sbando per conto nostro tra le bancarelle del mercatino locale all’esterno del grande negozio per turisti.

GIORNO 5: Altra tappa di trasferimento, con sosta per visitare l’antico Caravanserraglio di Sultanhani, costruito nel 1229 nel mezzo della steppa anatolica, e diventato il più importante di tutta la Turchia. Bellissima l’entrata scolpita.

Ci spostiamo ora a Konya per visitare il Mausoleo di Mevlana, il fondatore della setta dei Dervisci Rotanti.

Luogo questo considerato sacro da musulmani e non, pur essendo un museo viene anche utilizzato per pregare.

Ancora non ho capito che fine abbiano fatto i Dervisci, considerati come una setta ultra-conservatrice per secoli, con l’arrivo di Ataturk furono confinati a associazione culturale, e oggi credo sia difficilissimo vederli.

Intendo ovviamente i veri Dervisci, non le rappresentazioni teatrali ad uso e consumo di turisti occasionali, visibili in mille spettacoli serali in tutto il paese.

Nel pomeriggio ci spostiamo verso Pamukkale, altra lunga tappa che ci porta alle cascate pietrificate.

GIORNO 6: Visitiamo dapprima le splendide rovine di Hierapolis.

Per fortuna anche in questa occasione è possibile sganciarsi dal gruppo, c’è molto da camminare… E già si sentono le prime lamentele sul fatto che nel sito archeologico non ci sono negozi di tappeti…

Hierapolis è un misto di culture e periodi storici decisamente differenti tra loro, che fondendosi hanno creato uno stile molto particolare.

Fondata nel 190 a.C., divenne, vista la sua posizione, un importante centro terapeutico per Romani e Bizantini.

Da vedere assolutamente, il Teatro Romano, quel che resta del Tempio di Apollo, la Porta Bizantina, l’Agorà e la Necropoli.

Come dicevo c’è parecchio da camminare ma ne vale veramente la pena.

Ci spostiamo poi a Pamukkale per visitare la cascata pietrificata con le sue vasche in travertino.

Questa zona, molto famosa per le sue acque ricche di calcio, è da sempre meta turistica per le grandi formazioni calcareee che ricoprono quasi per intero il crinale di una collina. Fino a qualche anno fa, tutta questa zona era diventata un simbolo di distruzione ambientale, con grandi hotel con cure termali costruiti sopra le piscine naturali, che toglievano acqua alle stesse per utilizzi curativi per il loro clienti.

Col passare del tempo le piscine naturali si sono asciugate a sporcate, prendendo quel brutto color marrone che oggi è visibile in molte aree. Per fortuna è intervenuta l’UNESCO, facendo abbattere tutti quegli eco-mostri.

Oggi i veri mostri sono i turisti, tutti in processione a camminare in pozzanghere di acqua alte 5 cm, molto spesso con scarpe e scarponi, tanto per dare il colpo definitivo al posto.

Avevo avuto già in altre occasioni l’impressione che la Turchia stia sfruttando oltremisura il turismo, senza proteggere in alcun modo da questa invasione le proprie bellezze naturalistiche e culturali, ma qui la cosa è terribilmente evidente.

Nonostante l’abbattimento degli hotel costruiti negli anni ’80, molte aree continuano a perdere il loro color bianco dato dal calcare.

Ancora qualche anno ed ho paura che, senza una intelligente gestione dei flussi di turisti, di questo sito rimarrà ben poco da vedere.

Si riparte verso Antalya, ultima tappa del nostro viaggio.

Arriviamo in hotel e, essendo questa l’ultima “Notte Turca”, decidiamo di mollare il bagaglio e andare subito a fare una bella passeggiata a Kaleici, la vecchia Antalya. Con le sue viuzze ed il piccolo porticciolo turistico, devo ammettere che passeggiare qui è veramente piacevole. Decisamente stanchi per la giornata piuttosto ricca di impegni, mia moglie ed io tiriamo il tramonto per poi cenare a lume di candela in un ristorantino a picco sul porto ma fuori dal giro turistico (siamo soli lei ed io… E un paio di gatti con i quali dividiamo l’abbondante cena).

Si cena ovviamente con pesce, e si mangia veramente bene, il personale è molto giovane, lavora qui nel periodo turistico per poi rientrare in Europa. Anche in questa situazione, la nostra impressione è che i giovani non abbiano alcuna volontà di rimanere nel loro paese, e questo secondo noi non è certo un punto a favore del governo turco…

Passeggiata serale post cena ad Antalya e rientro in albergo.

GIORNO 7: Ci muoveremo per l’aeroporto verso mezzogiorno, per cui, avendo la mattinata libera, decidiamo di fare un giro diurno ad Antalya.

E’ evidente che la città si basa sul turismo per vivere, ci sono intere aree della città adibite a Shopping Center con prezzi decisamente europei. A parte la zona della città vecchia non c’è molto da vedere, ma ne approfitto per acquistare qualche dolcetto da portare a casa.

Da queste parti vanno matti per i dolcetti, ce ne sono a centinaia.

Trovo finalmente delle arachidi caramellate e ricoperte da semini di sesamo, una delicatezza… Ma non ho idea di come si chiamino.

Mia moglie invece, alle arachidi preferisce una finta borsa in finta pelle di un finto stilista. Questione di gusti 🙂 E’ fatta, si rientra in hotel per un paninello al volo e via verso aeroporto e casa.

Il paese secondo me merita, ma deve essere vissuto lontano dai gruppi turistici.

Gli operatori locali sono 2 o 3 in tutto, e tendono a convogliare tutti i gruppi negli stessi hotel/ristoranti/siti e persino autogrill contemporaneamente (immaginate cosa succede quando 400 persone scendono da 10 autobus tutti assieme per fare pipì in un unico autogrill ???).

Ogni sosta è un incubo ed una enorme perdita di tempo.

Dal punto di vista organizzativo i turchi devono fare ancora molta strada, soprattutto per uscire dal caos che genera il turismo low cost di massa. Il mio consiglio è quindi di viaggiare per conto proprio, magari organizzato tramite agenzia, ma in piccoli gruppi di amici, niente gruppi, perchè poi arrivati in Turchia, sono certamente destinati a diventare supergruppi ingestibili come nel mio caso.

Se qualcuno fosse interessato a contattare Ihsan, fate un giro sul suo sito web, se cercate bene c’è anche il suo numero telefonico.

Se avete problemi contattatemi pure (sul mio sito di foto cliccando su QMax potete mandarmi email) vi passo io il suo email o telefono.



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