10 giorni in Turchia

Prima esperienza sulla costa turchese
Scritto da: walterego74
10 giorni in turchia

1° settembre 2022, giovedì

Finalmente si torna a viaggiare.

Alla fine siamo riusciti ad organizzare il viaggio per permettere ai nonni russi di rivedere il nipotino, dopo 3 anni.

Stavolta ho deciso di partire, per la prima volta, senza fotocamera. Userò smartphone e Gopro, spero di non pentirmene. Alle 10.00 siamo già in strada, aspettiamo l’autobus sotto casa, per raggiungere Lido Centro e, da lì, a Fiumicino con il Cotral. Passerà? Comunque l’attesa è piacevole, stanotte ha diluviato (finalmente), e l’aria è limpida e frizzante.

Autobus in orario, ci accomodiamo al bar della stazione in attesa di quello per l’aeroporto e ne approfittiamo per comprare un po’ di pizza per il viaggio. L’autobus è puntualissimo e ci porta a destinazione in 35 minuti. L’aeroporto non è affollato come immaginavo, in 15 minuti sbrighiamo tutte le pratiche e siamo già a bighellonare per i duty free. Abbiamo l’aereo alle 15.45, sono solo le 13.30, possiamo spendere un sacco di soldi!

Aereo partito e arrivato in ritardo a Monaco, quindi un po’ di sana apprensione per la coincidenza. Dopo una camminata veloce verso il terminal 1 (raggiungibile solo con una navetta che parte ogni 20 minuti) ed il controllo doganale, siamo al gate C3, giusto in tempo per il boarding (che, alla fine, è durato una buona mezz’ora). Mentre siamo in coda facciamo amicizia con una coppia che ha condiviso con noi il volo da Roma: lui di Anzio, lei russa di Rostov, vanno in vacanza ad Antalya, dove li raggiungeranno i nonni russi. Strana coincidenza, magari ci becchiamo in giro per un kebab.

Mentre siamo seduti in aereo ad aspettare il decollo Masha, guardando fuori dal finestrino, dice: “Non ho visto caricare i nostri bagagli… mah”. Io, ovviamente, rispondo “Non cominciare a farti i film, li avranno caricati prima!”. Maybe.

L’arrivo ad Antalya è stato dei peggiori, l’incubo dei viaggiatori si è materializzato: i bagagli non sono arrivati! Aveva ragione mia moglie! Abbiamo solo quello che indossiamo. Inoltre, i telefoni non funzionano (prima volta da quando viaggio, di solito riesco sempre ad usare la mia scheda all’estero, anche fuori dall’Europa), quindi non possiamo comunicare con il transfer che ci aspetta fuori. Infine, dopo aver sbrigato le pratiche al lost and found, raggiungiamo l’hotel e scopriamo di avere una camera sporca e maleodorante, impregnata di fumo di sigarette. E pensare che su hotels.com aveva 8/10 (è il Berraksu Hotel, comodo perché a metà strada tra la spiaggia ed il terminal). Decidiamo di tenerla per questa notte, è tardi e siamo stanchi. Ci toccherà passare la giornata di domani a sistemare tutti questi imprevisti.

2 settembre, venerdì

Risveglio all’alba a causa della luce che invade la stanza, ne approfitto per cercare info per risolvere la nostra situazione. Dobbiamo fare la spesa (non abbiamo nulla, a parte un po’ di cibo negli zaini), attivare una SIM turca (dobbiamo renderci reperibili per le comunicazioni della compagnia aerea sui nostri bagagli, altrimenti non l’avremmo acquistata) e fare il biglietto dell’autobus per Side.

Per fortuna c’è un centro commerciale vicinissimo, l’Erasta, dove abbiamo fatto incetta di magliette e biancheria a prezzi davvero convenienti (comunque saremo rimborsati) ed attivato una SIM Vodafone a 500 lire turche (27 euro) per 20 giga e minuti vari. La mattina, in ogni caso, è andata. Ci dividiamo: Masha va al terminal a fare i biglietti per Side, io ed Ale torniamo in albergo a riposare. Prima di arrivare in albergo facciamo tappa in un panetteria lì vicino, all’angolo con strada 3825, dove assaggiamo un paio di rustici al formaggio e dei dolcetti. Tutto buonissimo, ma i rustici li ho trovati un po’ troppo “panosi”.

Nel tardo pomeriggio, sbrigate tutte le incombenze, siamo finalmente liberi di goderci il resto della giornata e così facciamo.

Prima andiamo all’acquario, dove io decido di non entrare visto il costo esagerato del biglietto (38$ gli adulti e 28 i bambini). Aspettando al bar con una birra, ne approfitto per cercare un ristorante in zona per la cena. Alla fine prenoto al Cadde Balıkçısı dove mangiamo dell’ottimo pesce (un antipasto, 3 secondi, insalata, vino e birra per circa 45€), consumando il nostro primo, vero pasto in Turchia e cominciando, di fatto, la nostra vacanza.

3 settembre, sabato

Sveglia con calma, colazione “standard” dell’albergo (patate fritte appena fatte solo per noi dal gentilissimo chef, uova sode, olive e creme spalmabili varie), poi usciamo in direzione Kaleiçi, il quartiere vecchio di Antalya.

Ci arriviamo con l’autobus C11, subito rimaniamo colpiti dalla bellezza del panorama che si può godere dal belvedere. Pausa caffè al Mackbear, poi partiamo per la passeggiata. Visitiamo il bel quartiere antico ed il porto romano, tutto curatissimo (soprattutto i giardini e le aiuole, ma questo lo avevamo già notato anche nei dintorni dell’albergo, in periferia), poi mangiamo al ristorante Villa Perla. Ottimo pranzo, con una selezione di 12 maze, del formaggio alla piastra, una cotoletta con patate per Ale e 2 birre, per una spesa complessiva di 32€. La frescura del giardino ci ha rigenerati, ci rimettiamo in marcia. Ammiriamo, lì vicino, l’arco di Adriano, saltiamo sul tram T2 e raggiungiamo la spiaggia, fermata Muze. Per 100 lire (5€ e rotti) prendiamo ombrellone e 2 lettini e ci buttiamo nelle acque tiepide del golfo. Mentre gioco con Alessandro avverto distintamente dei morsi al polpaccio destro e, quando esco, mi accorgo di sanguinare leggermente dalla zona interessata. Scopro, poco dopo, che ci sono dei pesciolini che, di tanto in tanto, assaggiano i bagnanti. Probabilmente mi hanno mangiato ciò che rimaneva di una puntura di zanzara che mi ero grattato. È tempo di cambiarsi per muoversi di nuovo, questa volta verso Side.

Dopo circa 1 ora e mezza di pullman (55 lire a testa, circa 10€ in tutto) arriviamo al terminal di Manavgat, dove ci aspetta Mekmet, il nostro tassista. Parla russo, e chiacchiera amabilmente con mia moglie. 15 minuti e siamo a Villa Side, il nostro resort. Bellissimo, alla reception sono gentilissimi, anche se provano a “rifilarci” la suite da 4 posti + 1 con la scusa dell’overbooking. Dopo averla vista, rifiutiamo gentilmente (è un po’ scomoda, sarebbe convenuto soprattutto a loro che avrebbero rimesso in vendita la nostra stanza) e andiamo a mangiare. Lì ci raggiungono, dopo circa un’ora, Sergey e Vera, i nonni russi. Momento commozione. Poi a nanna, stanchi ma felici. E niente news dai nostri bagagli.

4 settembre, domenica

Svegli e riposati, scendiamo a colazione. C’è di tutto, faccio fatica a contenermi, penso che mangerò qualcosa di diverso ogni giorno. Poi io vado in piscina con Ale, Masha fa amicizia con la guida russa dei suoi genitori per provare a prenotare qualche escursione. Alla fine ne prende una per il Tazi Kanyonu per dopodomani (30€ a persona) ed una per Pamukkale per giovedì (167€  per noi tre). Siamo a posto.

Pomeriggio in spiaggia, con pasto consumato in loco. L’hotel, infatti, serve il pranzo sia nel ristorante che in spiaggia, con la stessa varietà spiazzante di piatti differenti. Io ho mangiato dello squisito salmone alla piastra, appena affettato, con diverse insalate di contorno. Poi relax fino a cena, dove trovo una sorpresa organizzata da Masha con la complicità del superlativo servizio dell’hotel. Un tavolo personalizzato e addobbato a festa per il nostro anniversario! Stessa abbondanza di delizie, con l’aggiunta di dolci ed una torta con candeline. Splendida serata, che concluderemo in piscina con l’open bar e Alessandro in camera coi nonni. Super!

5 settembre, lunedì

Giornata di relax totale in albergo. Mattinata in spiaggia, con esperienza di volo sul paracadute, e pomeriggio in piscina, facendo su è giù dagli scivoli. In serata, passeggiata al villaggio di pescatori di Side, ormai un villaggio di commercianti e ristoratori, e cena in albergo. Dopocena in piscina. Dei bagagli ancora nulla.

6 settembre, martedì

Oggi si va ai Tazi Kanyonu, a circa un’ora di strada da Side. Il pullman ci passa a prendere alle 8.30, a bordo sono l’unico italiano in una comitiva di russi, ma ci sono abituato. All’arrivo ci sono già altri gruppi, tutti russi. Le guide ci danno subito l’attrezzatura per il rafting e ci conducono al punto di partenza di un percorso lungo più di 12 chilometri. Si va! Il fiume è molto ampio ed alterna tratti di placida navigazione a tratti di rapide e schizzi. Un vero spasso!

Dopo la discesa in canoa si va a pranzo. Segue gita in jeep fino al punto panoramico sul Kanyonu. Infine, rientro in albergo per cena. Costo totale dell’escursione per noi tre, 100€, pranzo incluso.

7 settembre, mercoledì

Giornata di relax tra spiaggia e piscina. Abbiamo dovuto sprecare un paio di ore della nostra vacanza per la pratica bagagli. Maledetti!

8 settembre, giovedì

Sveglia alle 2.45, oggi si va a Pamukkale.

Dopo 3 ore facciamo una sosta colazione (con le immancabili patatine fritte) sul lago Salda (Salda Golu). Questo lago è famoso perché non è balneabile né navigabile poiché, stando a quello che dice la guida russa, tende ad inghiottire tutto.

Attraversamento della città universitaria di Denizli, molto carina e pulitissima, ricca. Tappa alla cantina Dionysos, noto produttore della zona, per una degustazione di vini (alle otto di mattina?!!). In effetti si è trattato di assaggiare dei vini prodotti con melone o melograno, poco alcolici e molto profumati. Ne avrei presa una bottiglia, ma i prezzi sono decisamente fuori mercato: i vini partono da 32€ al litro, l’olio di oliva 47€!

Dopo la tappa ed un caffè turco, abbiamo proseguito per Pamukkale, dove siamo arrivati verso le 9.30. Si tratta di un’area composta da 3 siti distinti, tutti vicini, che comprendono il teatro romano, le piscine termali antiche e le famigerate terrazze di travertino. Noi abbiamo deciso di bypassare il teatro e ci siamo fiondati sulle terrazze, già affollate, comunque. Lo spettacolo è incredibile, qui la natura ha dato davvero del suo meglio. Dopo aver immerso i piedi nell’acqua bianchissima delle terrazze e camminato per un po’ nel soffice e melmoso fondo (e fatto tantissime foto), siamo andati alle piscine, dove abbiamo speso una quarantina di minuti, divertendoci al pensiero di camminare e sederci sulle antiche colonne romane poggiate sul fondale. Ripartenza e pausa pranzo a Villa Casteli, non proprio il miglior pasto della vacanza. Viaggio di ritorno e serata al teatro del resort, dove dei ragazzi hanno fatto un po’ di acrobazie con bici, pattini e palloni.

9 settembre, venerdì

Ultimo giorno di vacanza goduto appieno in hotel, dove abbiamo passato il nostro tempo tra mare, piscina e cocktails vari. Cena “à la carte” al resort, per chiudere in bellezza questa fantastica vacanza, rimasta tale nonostante il problema dei bagagli. Che non sono più arrivati.

10 settembre, sabato

Sveglia alle 4.45, dobbiamo essere in aeroporto alle 6.00, più o meno. Mekmet è puntuale e siamo a destinazione in orario.

Sbrighiamo tutte le pratiche e siamo già seduti in attesa che apra il gate, alle 9. Stando a quanto ci ha detto la ragazza al check in, dobbiamo ripetere la procedura a Monaco, uscendo e rientrando dall’area transiti, per imbarcarci per Roma. Abbiamo scoperto, poi, che ci aveva male informati e che bastava cercare il desk informazioni di Lufthansa per stampare le carte d’imbarco.

È tempo di resoconti.

Devo dire che questi 10 giorni in Turchia mi hanno aperto un mondo.

Questo è un paese moderno, aperto, giovane, lavoratore, dalle incredibili potenzialità. È l’unico paese d’Europa in costante crescita demografica, oltre che economica. Faremmo bene a farlo entrare presto nella Comunità Europea (Unione Europea, n.d.r.), nonostante Erdogan, la cui popolarità è, comunque, in calo. Non mi meraviglierei se tra qualche anno diventasse uno dei motori d’Europa. Inoltre, l’offerta turistica è immensa, il livello degli hotels è altissimo ed i prezzi sono un terzo di quelli Italiani. Non è un caso che la Turchia abbia preso il posto del Bel Paese nel cuore dei tedeschi, che costituiscono il 90% dei visitatori. Nel nostro hotel, per esempio, io ero l’unico italiano presente, tutto ruotava intorno ai tedeschi che, comunque, garantiscono una certa tranquillità anche nelle occasioni più caotiche.

Mi è piaciuta molto Antalya, ricca, viva, pulita. Sono rimasto entusiasta della soluzione dell’hotel “tutto compreso” a Side, per me inedita, nata dalla necessità di trovare un posto in cui incontrare, dopo tre anni, i nonni russi. Il livello del servizio è davvero altissimo. Sono felicissimo di aver, finalmente, immerso i piedi nelle vasche terrazzate di Pamukkale, un vero capolavoro della natura. C’è ancora tantissimo da vedere, è molto probabile che torneremo presto.

Ora non ci resta che affrontare il viaggio di ritorno, sperando che questa volta il bagaglio arrivi a destinazione. A Monaco proveremo a cercarlo al “Lost and found“, non si sa mai.

Come spesso capita in questi casi, appena abbiamo messo piede all’aeroporto Internazionale di Monaco ho ricevuto una telefonata con prefisso +90. Era il Lost and Found di Antalya, mi hanno comunicato che hanno trovato uno dei due bagagli (quello grande) e che domani partirà per Roma, via Francoforte. Festeggiamo la lieta novella al Business Lounge di Lufthansa, versandoci svariati bicchieri di un ottimo vino rosé frizzante e spizzicando quello che il buffet aveva da offrire. Il fatto di aver trovato, per pura fortuna, 3 biglietti di business class per l’ultima tratta a prezzo economy, ci ha permesso di concludere la vacanza in grande bellezza. Tra qualche minuto andremo al gate G24, per volare verso casa. Più di qualche minuto, in realtà. In questa vacanza di prime volte, ci è toccato pure dover cambiare aereo dopo l’imbarco, per problemi tecnici.

Siamo partiti con più di un’ora di ritardo, ma è stato comunque un volo molto piacevole, visto il trattamento che ci hanno riservato e la simpatia della hostess, che ha anche invitato Alessandro a fare un giro nella cabina dei piloti.

All’arrivo, l’efficienza di Fiumicino, miglior aeroporto d’Europa per i viaggiatori da qualche anno ormai, ci fa recuperare il bagaglio in 10 minuti scarsi, dandoci il tempo di prendere l’autobus Cotral alle 8.15.

“Ma voi ce l’avete er biglietto?!! “, ci urla “gentilmente” il conducente, che poi quasi viene alle mani con un ragazzo che sale senza.

Ci siamo, siamo tornati a casa.

1° ottobre, sabato

Dopo esattamente un mese dalla nostra partenza, finalmente i bagagli sono tornati a casa. In realtà, abbiamo dovuto muoverci noi. Siamo andati, di nostra iniziativa, a Fiumicino a recuperare quello che sapevamo essere arrivato il 21 settembre con volo Lufthansa e, con grande sorpresa, in una fila di bagagli giunti con un altro volo c’era anche quello di Ale! Eureka!

Adesso non ci resta che aspettare il rimborso e, forse, un indennizzo. Stay tuned.

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