Turchia: consigli per un viaggio fai da te
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La Turchia è un paese facile da visitare ed altrettanto lo è stato organizzare il viaggio, anche perché abbiamo seguito un itinerario classico, senza impegnarci più di tanto nel cercare mete alternative, seguendo invece i consigli di molti altri viaggiatori presenti su questo portale. Come paese offre diversi spunti di interesse, da quello religioso, a quello storico, archeologico, fino alla possibilità di farsi la classica vacanza al mare. Ce n’è per tutti i gusti e si può mixare bene un po’ tutto sì da rendere il viaggio veramente indimenticabile.
Indicazioni generali
Sicurezza: Paese sicuro e tranquillo. Lasciate a casa ogni timore e viaggiate sereni. I Turchi sono gente ospitale e veramente cordiale, mai invadente o fastidiosa. Per chi ha già visitato qualche paese musulmano, probabilmente avrà avuto a che fare con l’insistenza (e maleducazione) dei venditori, o la richiesta di soldi dalle persone solo per avervi indicato e/o accompagnato in un certo posto; niente di tutto ciò, questa è la prima differenza che salta agli occhi. Anzi, se la gente vi vede cercare una via sulla mappa della città, vi aiuterà senza che voi glielo chiediate, ma fine a se stesso, al massimo augurandovi “welcome in Turkey”. Tutto il paese, non solo Istanbul, è simile all’Europa, e tutte le città da noi visitate erano molto pulite e curate.
Costo della vita: Economico. Con 50/60 € max abbiamo dormito in buoni hotel sia per il servizio che per la pulizia. Quando abbiamo speso tanto a cena abbiamo pagato 40€ in due. A mezzogiorno la spesa è variabile, ma inferiore. Grazie alle abbondanti colazioni offerte dagli hotel, a volte era sufficiente un panino con kokorec (13 lire in due, minimo storico toccato in quel di Avanos).
Alcuni esempi di costi: Balik ekmek (panino con sgombro al porto Eminonu): 5 lire; Mais bollito: 1 lira
Bottiglia acqua 1,5 lt: in genere 1 lira (più cara in posti turistici). Muscoli: 1 pz. per 1lira, 1 per 2lire quelli grandi. Big Mac 8,25 lire, Mc Royal 8,75, hamburger sempre da Mac Donald’s 4,25 lire turche.
Benzina: La benzina costa mediamente 5,00 lire litro (1,73€), mentre il diesel 4,40 lire litro (1,53€)
Strade: Ottime e ben segnalate, anche se le autostrade sono pochissime, e nel nostro viaggio non ne abbiamo percorsa nessuna; ma la maggioranza delle strade importanti sono quasi tutte a due corsie per senso di marcia, ben tenute, e con poco traffico.
Patente: sufficiente la patente italiana, non serve quella internazionale.
Clima: logicamente caldo, ma sopportabile. Solo un giorno ad Antalya, abbiamo trovato 41 gradi ed era veramente faticoso girare, per il resto tutto normale.
Cambio: Il cambio più vantaggioso lo abbiamo avuto alle poste dove abbiamo sempre cambiato i nostri soldi(cambio da 1€=2,84 a 2,88) mentre all’aeroporto ci hanno cambiato a 2,8.
Elettricità: Non serve nessun adattatore.
Abbigliamento: Leggero e sportivo, con scarpe comode. Non dimenticatevi, cappello, occhiali da sole, felpa o polo a maniche lunghe per la sera, che possono essere utili se non ad Istanbul, in altre parti del paese.
Fuso orario: 1h + rispetto all’Italia
Siti Internet utili: alla fine del diario vengono indicati altri siti utili non citati nel racconto
Primo giorno: Venerdì 15 Agosto, Istanbul
Partenza da Bergamo alle ore 14:00 con volo Air Pegasus (compagnia low-cost turca) costato € 386 cad. con arrivo previsto alle ore 17:45 a Sabiha Gokcen, che è l’aeroporto secondario di Istanbul (il principale è l’aeroporto Ataturk, hub della Turkish Airlines).
Al nostro arrivo a Bergamo, in tarda mattinata, c’erano 15 gradi, causa grandinata mattutina che aveva abbattuto le temperature. Cominciamo bene! Ci siamo rifugiati in un bar tutti infreddoliti, prima di consegnare l’auto al parcheggio low-cost Azzurro Park Fly. Il parcheggio (17 gg) è costato 54€. Dopo le operazioni di imbarco, svoltesi regolarmente (non sarà così al ritorno) ci apprestiamo a partire. La durata effettiva del volo è stata 2h5min e nonostante il piccolo ritardo della partenza arriviamo in orario. Una volta recuperato le nostre valigie ed espletato le pratiche per il controllo passaporti usciamo alla ricerca del bus Havataş che ci porterà in centro ad Istanbul. Ci sono diversi modi per raggiungere il centro città.
a) con un taxi, e questa è la soluzione più semplice ma più costosa (sui 40/50€).
b) con un transfer privato o con quello dell’hotel dove pernotterete.
c) con il bus Havataş per Taksim (12 lire turche) e da lì un taxi (o i mezzi pubblici) per Sultanahmet o Sirkeci. I bus partono ogni mezz’ora, fuori dall’aeroporto sulla sx e sono di colore bianco. In condizioni normali di traffico dovreste impiegarci circa un’ora e mezza per raggiungere Taksim.
d) questa è la soluzione scelta da noi: prendere il bus Havataş per Kadıköy (8TL) + traghetto per Eminönü (1,5TL). Volete mettere arrivare ad Istanbul dal mare; tutta un’altra musica! I bus Havatas (sempre di colore bianco) per Kadikoy partono dallo stesso punto dei bus diretti a Taksim. Il viaggio fino al porto è durato un’ora, a causa del molto traffico. La traversata fino ad Eminonu, invece una trentina di minuti, ma tenete presente che l’ultimo traghetto parte alle ore 21:00 per cui se il vostro volo atterra tardi dovrete scegliere un’altra soluzione. Un volta giunti ad Eminonu siamo subito entrati in contatto con l’aspetto asiatico, pur trovandoci già sulla sponda europea; le luci dei ristoranti sotto il ponte di Galata, il mercato notturno, ambulanti che vendono di tutto, ogni tipo di cibo cucinato e venduto in strada, odori- fumo-grida-profumo tutto insieme: questo è Asia, non certo Europa, e questa è Istanbul che vi consegna il suo biglietto da visita; prendere o lasciare. La voglia di fermarmi a mangiare subito qualcosa è forte. Adoro mangiare per strada, ma mia moglie e soprattutto il peso dei nostri bagagli, mi richiama alla realtà: dobbiamo prima raggiungere l’hotel. E cosa ci vuole?, pensa il sottoscritto ultra-organizzato a cui niente sfugge: “l’hotel dovrebbe distare pochi passi” rassicuro mia moglie. Ma un cosa mi era già sfuggita. Non avevo considerato che Istanbul non è piatta. Anzi! E, non avendo ancora familiarizzato con i mezzi pubblici (che scopriremo facilissimi e comodissimi) ci siamo diretti a piedi per percorrere quei ”pochi” passi che in realtà sono durati mezz’ora su salite durissime, in mezzo ai cani randagi che non ci filavano di striscio, nel buio totale dei vicoli della città tentando di vedere sulla mappa dove si trovava quella maledetta via, ma alla fine siamo arrivati al nostro Hotel, stanchi e sudati, anzi sudatissimi!
Hotel Anadolu (www.anadoluhotel.com): E’ il nostro hotel ideale (per come intendiamo noi il viaggio). Hotel essenziale, senza fronzoli, ma con tutto il necessario per fermarsi poche notti in una città. Camera delle giuste dimensioni, bagno piccolo, ma funzionale. Wi-fi gratuito. Pulizia nella norma. Personale cortese e simpatico. Ottima prima colazione, a buffet, compresa nel prezzo, comprensiva di dolce e salato, succhi di, frutta, yogurt, etc … Insomma abbondante e di buona qualità. La colazione è servita in una veranda esterna, con la possibilità di entrare in contatto con gli altri ospiti provenienti da tutto il mondo. Ottima posizione, situato a pochi minuti dai principali luoghi turistici di Sulthanameth (duecento metri dalla cisterna Yerebatan per intenderci). L’hotel rientra nella fascia economica (52€ a notte). Noi ci siamo trovati benissimo. Consigliato.
Dopo una doccia veloce (vi ho detto che eravamo sudati?) ci siamo diretti nuovamente in zona Eminonu, ponte di Galata, per mangiare qualcosa, anche perché ormai erano quasi le dieci di sera. La prima sera abbiamo mangiato sotto il ponte di Galata, in un ristorante ultraturistico, “Galata Sembol Balik Restaurant” ma comunque buono. Abbiamo speso 75 TL, per un branzino, gamberi in padella, acqua, coca e birra Efes. Particolare il fatto che mentre si mangia, si possono vedere le lenze calate in mare dai pescatori situati sul ponte soprastante.
Secondo giorno, Sabato 16 Agosto: Istanbul
Per questo primo giorno avevamo in programma, subito al mattino presto la visita al Topkapi (per evitare la folla) ed una volta usciti la Cisterna Basilica- Yerebatan (per evitare il caldo).
Ma prima due parole sulla Muzekard (o Museum Pass). Questa carta vi permette di ottenere un risparmio economico consistente, rispetto all’acquisto dei singoli biglietti dei vari ingressi previsti dalla carta stessa, ma soprattutto vi permetterà di evitare le code. E questo è forse il vantaggio principale, quand’anche decidiate di non visitare tutti i musei previsti dalla carta stessa e, pertanto, di non godere del massimo sconto. Vi assicuro che le code di turisti sono veramente lunghe e possono farvi perdere molto tempo. Vi consigliamo vivamente di acquistarla. Potete acquistarla al vostro arrivo a Istanbul, presso alcuni furgoni situati solitamente all’ingresso delle principali attrazioni, che riportano sulle fiancate il logo della carta stessa. Oppure potete comprarla direttamente sul sito, come abbiamo fatto noi, e la carta vi verrà spedita al vostro hotel di Istanbul. (www.muze.gov.tr/museum_pass). Ci sono due tipi di carte: una valida tre giorni che costa 85 TL (quella che abbiamo comprato noi) ed un valida cinque giorni che costa 115 TL, e permette di visitare più luoghi rispetto alla precedente.
Siamo entrati al Topkapi subito all’orario di apertura, e la visita (compreso Harem per il quale senza Muzekard, si dovrebbe pagare un biglietto extra) è durata circa un paio d’ore. I vari punti di interesse all’interno li trovate sulle guide. Abbiamo saltato invece la visita al Tesoro, nel terzo cortile, poiché la fila era infinita; inoltre il Topkapi è si bello, ma non ci ha entusiasmato, altro motivo che ci ha spinto a non metterci in coda per il Tesoro. Quando siamo usciti, abbiamo capito che la nostra scelta di visitarlo subito al mattino era stata giusta: una vera e propria orda di turisti, molti dei quali scaricati dalle navi da crociera, stava invadendo il Palazzo. Folla evitata. Wow! Quindi ci siamo diretti subito alla Cisterna Basilica (i due luoghi distano circa 500mt): Folla non evitata. Sigh! Una coda infinita che ci ha fatto prendere la decisione di riprovarci più tardi. Cambio di rotta in direzione Museo Archeologico, incluso nella Card. Decisamente interessante, anche se purtroppo lo abbiamo visitato un po’ sbrigativamente (durata visita un ora e mezza). Quindi visita ad Aghia Sophia distante pochi metri. Molto bella ed interessante nonostante una parte fosse occupata da impalcature per lavori di restauro. (Un vantaggio di Istanbul, è che i siti di interesse principale sono tutti -o quasi- concentrati in una zona ristrettissima, quindi gli spostamenti sono ridotti al minimo anche come tempi.) Pranzo presso Ristorante Barbeque a pochi metri dalla Cisterna (ancora piena di gente: secondo assalto fallito); due insalate di pollo, acqua e Ayran (bevanda tipica turca: yoghurt e sale), 65 lire. Buono sia come ambientazione che come qualità.
Nel pomeriggio, una piccola pausa ristoratrice in hotel (pennica più doccia) che ci ha fatto recuperare un po’ di energia e poi siamo ripartiti carichi alla volta della Cisterna, ma la coda era lunga come quella incontrata in precedenza (terzo assalto fallito), pertanto si é deciso di spostare la visita al mattino successivo, subito all’orario di apertura. Cambio di rotta e via a visitare la Moschea Blu, che dista anche questa una decina di minuti a piedi. Noi siamo entrati nel complesso dall’ingresso situato all’Ippodromo. Una volta dentro i cortili della Moschea Blu, l’ingresso vero e proprio per accedere al luogo di culto per noi non credenti, è un ingresso laterale, piuttosto piccolo per la verità, in cui siamo entrati dopo aver fatto pochissimi minuti di coda.
All’interno c’è l’obbligo di indossare pantaloni lunghi per entrambi i sessi, e scialle con capo coperto per le donne. Se ne siete sprovvisti ve ne forniranno uno loro, sia per le spalle che per le gambe, da riconsegnare all’uscita. E’ stata la nostra prima volta in una moschea, (Aghia Sophia a parte ormai non più luogo di culto ma museo) ed è stata decisamente interessante. Si possono vedere i caratteri architettonici tipici che rivedrete in tutte le altre mosche: tetti a cupole, Mirhab verso la Mecca, Minbar, pulpito, etc…
Piccola nota di colore, un po’ irriverente. All’interno c’è un persistente odore di piedi! Per la verità, un mio amico mi aveva avvisato, ma mi sono ricordato delle sue profetiche parole solo all’interno, quando l’odore di Gorgonzola, misto ad altri formaggi di lunga stagionatura, è dolcemente entrato nelle nostre narici. Considerate l’acquisto di una confezione, seppur piccola, di Vicks Vaporub da spalmarvi nel naso!
La visita alla Mosche Blu necessita di una mezzora circa.
All’uscita, visita all’Ippodromo (fontana del Kaiser, Obelisco e Colonna Serpentina), quindi passeggiata senza meta per il quartiere Fatih, dietro l’Ippodromo. Veramente interessante e piacevole, è l’architettura delle case di legno ricorda i paesi del Nord Europa; a me è venuta in mente più volte Amsterdam. Nel nostro vagare abbiamo raggiunto la moschea di Mehmet Paşa (della quale avevo letto e visto foto e reputavo interessante) che però, data l’ora, era già chiusa. Per la verità non si capisce l’orario di apertura e di chiusura e chiedere informazioni a dei ragazzi del luogo è stato inutile. Riproveremo altre volte nei giorni successivi, ma la troveremo sempre chiusa.
Alla sera, per cena avevamo individuato alcuni ristoranti consigliati da un sito gestito da due ragazzi (Italiano e Turca) che vivono ad Istanbul (www.scoprireistanbul.com), sito che consigliamo. Questa prima sera siamo andati a “Sur Ockabasi”,(www.surocakbasi.com) sotto l’acquedotto di Valente, che ha un atmosfera molto particolare. Il ristorante è un po’ lontano per cui ci siamo dovuti avvalere dei mezzi pubblici. E’ frequentato da gente del posto, molto tradizionale ed è un locale alla buona. Dispone di un bel patio esterno direttamente sulla piazza dove per fortuna il cameriere ci ha trovato un paio di posti. Ristorante consigliato per la qualità, per l’ambientazione e, dal momento che non si trova nella turistica Sultanahmet, anche per il prezzo: due piatti di kebab, insalata, coca e Ayran, 39 TL.
Terzo giorno, Domenica: 17 Agosto Istanbul
Prima visita alla Cisterna Basilica, subito all’apertura. Tutto quanto avrete visto e letto su questo posto, corrisponde al vero, e non ne rimarrete certo delusi. Per la visita considerate circa tre quarti d’ora.
Quindi siamo andati a visitare la Moschea di Solimano, prendendo il tram su rotaie fino a Beyazit (la stessa fermata del Gran Bazar, chiuso però la domenica), ma prima avevamo acquistato la famosa quanto utilissima Istanbulkart, valida su tutti i trasporti pubblici della città. Questa tessera vi permette di avere rilevanti sconti sui mezzi pubblici, soprattutto quando si passa da un mezzo ad un altro, ed inoltre vi evita il problema delle monetine, che quando servono non ci sono mai. Costa 12lire +4lire di credito. Si acquista in alcuni negozi sparsi per la città, ed al termine della vostra vacanza la potete restituire in uno qualsiasi di questi negozi che vi restituirà un cifra che si aggira sulle 7 lire (a discrezione del titolare del negozio!). Chiedete a qualcuno dove si compra, magari ai ragazzi che girano per la città con una maglia bianca con la scritta “Chiedi a me” che fanno parte dell’ufficio informazione turistica di Istanbul. Ritornando alla nostra giornata, dalla fermata Beyazit, sono pochi minuti a piedi, attraversando comunque un vivace mercato vicino alle mura del mercato più famoso. La moschea di Solimano è veramente grande, con un’architettura comunque simile alla moschea Blu, ma con meno turisti, quindi molto più tranquilla. Considerate anche qui tre quarti d’ora per la visita, o poco più se volete riposarvi un po’ di tempo stendendovi sul bellissimo prato che la circonda. NB: All’interno ci sono anche i bagni pubblici.
Tappa successiva, il Mercato delle Spezie, mercato coperto a forma di L. Le vie attorno al mercato delle Spezie comunque brulicano di bancarelle di ogni tipo, per cui l’area mercatale è abbastanza estesa e non si limita solo a quello delle spezie. Il mercato si visita abbastanza velocemente, mezz’ora circa. Terminato il nostro giro ed i nostri voluminosi acquisti di spezie di ogni tipo, era ormai l’ora di pranzo, ed abbiamo deciso di andare in un locale che avevamo visto mentre ci avvicinavamo al mercato, poco distante dalla porta d’ingresso. Il ristorante si chiama “Lezzet-i Sark” (www.lezzetisark.com) ed è una piccola chicca. Assolutamente consigliato. Abbiamo preso un antipasto, un wrapped kebab, tre pepsi, ed un delizioso dolce di formaggio di capra ricoperto di pistacchi tritati, chiamato Ködze künefe. Speso 43 Lire. Se il sito non funziona lo trovate facilmente su Trip Advisor, e comunque lo individuerete facilmente poiché il dolce di cui sopra, viene cucinato all’ingresso, davanti agli occhi incuriositi dei turisti.
Dopo pranzo, ritorno in hotel per doccia e relax e poi verso le 16, siamo usciti a prendere il tram in direzione Torre di Galata. Il tram lo abbiamo preso alla fermata Gülhane, e siamo scesi dopo tre fermate a Karaköy. Da lì parte la funicolare che porta all’inizio di Istiklal Caddesi, ma noi, non si sa perché abbiamo deciso di farcela a piedi. Consiglio il contrario: salire con la funicolare, e scendere a piedi (sigh!!). Abbiamo visto la Torre Galata, ma la fila in attesa per entrare, ha spento immediatamente ogni nostro desiderio di salirci. Quindi abbiamo percorso Istiklal Caddesi fino a Piazza Taksim, e poi siamo ritornati con il tram rosso (storico). Quindi a Eminönü per la cena, decidendo di percorrere a piedi, e non con il tram il Ponte di Galata. Ottima scelta, per la possibilità di prendere buone foto panoramiche del Corno d’Oro, da entrambi i lati del ponte.
Seguendo sempre i consigli del sito “scoprireistanbul” abbiamo cenato presso il ristorante Hamdi, (www.hamdi.com.tr) famoso per la sua terrazza con vista panoramica sul ponte. In effetti la vista sul ponte e su Istanbul è assolutamente meravigliosa, ma è tutto quello che salvo di questo ristorante. Subito all’inizio, ci hanno guardati con fastidio perché non avevamo prenotato(!?). Servizio assolutamente confusionario. Nel salone ho contato almeno otto camerieri diversi, quando ne bastavano due in gamba, per servire tutti. Risultato: un traffico impressionante di camerieri, neanche mangiassimo sulle banchine di una stazione, costantemente sotto osservazione, con un notevole senso di disagio (voglio uscireeee!). Inoltre sbagliavano le portate, confondendo i tavoli. E, cosa mai vista in nessun ristorante, mi hanno portato il primo che dovevo ancora finire l’antipasto, lasciandomi il piatto in un angolo del tavolo (fatto notato anche da una coppia vicina). Qualità dei piatti assolutamente media. Livello di pulizia del ristorante comunque molto alto. Abbiamo preso un antipasto, un Urfa Kebab (qualità bassa), ed un Yogurt Kebab (interessante), più acqua e birra. Costo 84 lire (30€), con porzioni scarse anche come quantità. E’ un ristorante che vuole porsi come locale di qualità, senza averne le capacità: assolutamente sconsigliato!
Nel cammino verso l’hotel, per aggiustarmi la bocca e riempirmi la pancia, dalla pessima e monacale cena, ho voluto assaggiare il famoso Balik Ekmek (panino con sgombro) per 5 lire comprato sulla passeggiata lungomare ad Eminönü. Ottimo.
Quarto giorno, Lunedì 18 Agosto: Istanbul
Siamo partiti di primo mattino per visitare la Chiesa di Chora. Abbiamo preso il tram fino alla stazione di Aksaray (2,45 lire anziché 4 grazie ad Istanbulkart), dove c’è la connessione con la metropolitana (dista poche centinaia di metri), che abbiamo preso fino alla stazione di Topkapi (1,45TL), poi la linea T4 del mezzo di superficie (1,15TL) e dopo solo una stazione siamo scesi ed abbiamo proseguito a piedi verso Chora, raggiungibile con una facile camminata di pochi minuti. Vi serviranno una quarantina di minuti da Sultanahmet a Chora. Il biglietto per visitare la chiesa costa 15 TL cad, e seppure una parte fosse chiusa per restauri, quel poco che abbiamo visto ci fa dire che è una tappa assolutamente imperdibile.
Quindi ritorno in hotel ed il resto della mattinata lo abbiamo dedicato agli acquisti. Nel nostro girovagare siamo passati anche alla stazione dell’Orient Express. C’erano depliant che informavano sugli spettacoli notturni delle danze dei Dervisci, che si tengono nella sala d’aspetto della vecchia stazione a partire dalle 19:30 il lunedi, mercoledì, giovedì, e domenica e costano 50 TL. Vi indico al mai che c’era sulla brochure nel caso vogliate contattarli per info: sbulent-74@hotmail.com
Pranzo veloce in un ristorante sotto il ponte di Galata, non prima di aver acquistato i biglietti per la crociera corta sul Bosforo (durata due ore). A differenza delle varie che ci hanno pubblicizzato a Sultanahmet, che costavano 10€, questa costa solo 12 TL e se avete la Muzecard il prezzo scende a 9 TL. Le info sui vari tipi di crociera (corta o lunga e sui costi li trovate al sito www.sehirhatlari.com.tr). Conviene acquistare il biglietto con anticipo (non fidatevi dei tre tour e degli orari pubblicati sul sito, perché talvolta alcuni sono soppressi, meglio chiedere in biglietteria). Il molo di attracco e la biglietteria si trovano vicino al ponte di Galata; lì vi diranno di presentarsi alla partenza mezz’ora prima, quindi alle ore 14:00. Pranzo da dimenticare presso Aruna (www.arunacafe.com); proprio oggi che avevamo poco meno di mezz’ora per mangiare abbiamo scelto il ristorante più lento di Istanbul. 25 min per preparare un homelette ed un kebab . Costo 45 lire, abbastanza costoso (sopra la media in termini di prezzo erano anche gli altri piatti del menu). Qualità normale, ma meglio se vi fermate altrove. In venticinque minuti mi cucino un risotto con i fiocchi, altro che homelette del cavolo.
La crociera sul Bosforo vale la pena, ma conoscendoci, abbiamo preferito il giro corto rispetto a quello lungo che vi impegna praticamente tutta la giornata. La scelta è soggettiva, ma noi dopo due ore eravamo quasi al “punto di cottura”. Per il riempire il tempo fino all’ora di cena, siamo andati al Cagaloglu Hammam (www.cagalolguhamami.com.tr) costruito nel 1741 ed uno dei più famosi di tutta Istanbul.
L’hammam è semplicemente meraviglioso: il costo (caro rispetto alla media ed al costo della vita della città) si giustifica già solo per entrare all’interno di questo piccolo gioiello. E’ un luogo perfettamente tenuto, pulito con tutti gli accessori tipici di un hammam (ciabatte personalizzate, asciugamani, saponi etc..). Entrare in questo hammam fa tornare indietro nel tempo ed è un avventura quasi mistica, anche se a causa dei costi la clientela è solo turistica. Il massaggio costa 30€. Piacevole il chiostro interno, dove sorseggiare un tè alla menta, immersi tra le architetture arabe. Il luogo, che ha visto tra i suoi clienti un infinità di personaggi famosi, è stato inserito da una scrittrice americana, tale Patricia Schultz, nel libro intitolato “1000 cose da vedere prima di morire” e se ne capisce facilmente il motivo.
Quindi ritorno in hotel per una doccia veloce e poi aperitivo sulla terrazza del bar-ristorante Mikla, situato al 14 piano: vista stupenda sulla città che da sola vale il costo della consumazione. (Info su www.miklarestaurant.com).Cena presso “Cumurhiyet Mehivane”, in una via laterale di Istklal Caddesi; ristorante ok come ambientazione, ma eravamo un po’ fuori forma, per non dire completamente fusi, pertanto pochi lucidi nello scegliere i piatti, e tantomeno per giudicarli. Anche se molto turistico, ci é comunque sembrato un buon locale. Ritorno in hotel, strisciando.
Quinto giorno: Martedì 19 Agosto Istanbul/Cappadocia
Si parte per la Cappadocia. Si era anche pensato di raggiungere la regione con un viaggio notturno in treno, come avevo letto su alcuni diari; ciò avrebbe presentato alcuni vantaggi: non si sarebbe perso tempo utile, poiché avremmo viaggiato durante la notte; da veri taccagni, avremmo anche risparmiato i soldi di una notte in hotel; e da non sottovalutare, avremmo provato un altro mezzo di trasporto locale (quando viaggio trovo interessante usare più mezzi di trasporto locali possibili). Purtroppo non avevamo fatto i conti con il sito delle ferrovie turche, che non funziona mai. L’ho controllato per mesi e su due computer diversi, ma il risultato è sempre stato lo stesso. Avremmo potuto recarci in stazione ad Istanbul e tentare di prenotare tutto in loco, ma non ne avevamo voglia, ed abbiamo preferito avere la sicurezza del volo già bloccato da casa. Comunque per chi vuole tentare il sito è www.tcdd.gov.tr.
Quindi partenza per Nevsehir con Turkish Airlines, volo delle 13:10. Costo 85 € cad. Logicamente abbiamo raggiunto l’aeroporto “Ataturk” con i mezzi pubblici, non prima di aver riconsegnato una delle due Istanbulkart al chiosco ed aver incassato ben 5 TL! Gli utili sono stati immediatamente reinvestiti per ricaricare l’altra della somma necessaria per il viaggio. Raggiungere l’aeroporto é piuttosto semplice: tram+metro. Il Tram si prende a Gülhane e dopo 17 fermate si scende a Zeytinburnu, dove c’è la connessione con la metro, che dopo 6 fermate vi lascerà all’aeroporto. Per farvi i vostri calcoli, il viaggio dura 35 min con il tram e 15 min. di metro.
Chek-in veloce e snello. La durata effettiva del volo è di 55 min. Il transfer è stato prenotato dall’Italia (più economico di quello dell’hotel a 12€) con Aergelus per 17 lire (6€) cad ( www.cappadociatransport.com )
Siamo stati anche fortunati poiché eravamo i primi passeggeri che il transfer ha scaricato, pertanto siamo arrivati abbastanza presto all’”Hotel Vineyard”, prenotato direttamente su www.vineyardcavehotel.com.
L’hotel è veramente una favola. Appena arrivati ci hanno offerto un tè di benvenuto sulla terrazza (dove al mattino si fa colazione), con una splendida vista su Goreme che spazia fino al castello di Uchisar. Lì il titolare Osman, che insieme al padre Hasan, gestisce alla perfezione questo hotel ci ha spiegato tutte le escursioni che si possono fare nei dintorni, fornendoci diversi consigli utili, e ci ha dato indicazioni sulle varie convenzioni che l’hotel ha in zona, offrendoci la possibilità di prenotarle per noi ad un prezzo vantaggioso: viaggio in mongolfiera, tour a cavallo, hammam, etc… Tutto questo senza la minima pressione o insistenza, così che uno non si senta a disagio nel caso decida di non avvalersi dei loro servizi.
L’hotel non è molto grande, ha solo 8 stanze; noi abbiamo prenotato la stanza migliore, la numero quattro, che ci è costata 65 € a notte. La stanza è veramente grande, pulita (come tutto l’hotel del resto), arredata con oggetti tipici dell’Anatolia, e con un bagno ampissimo dotato perfino due docce (una normale, ed un box doccia-idromassaggio che non abbiamo mai usato sigh!). L’architettura esterna dell’hotel è magnifica, e di notte quando viene illuminata dalle luci soffuse, è veramente incantevole. La qualità del servizio offerto è perfetta: nei giorni successivi ci affideremo più volte alla consulenza e/o all’aiuto di Osman. La prima colazione servita in terrazza è di alta qualità ed abbondantissima. Il wi-fi gratuito funziona perfettamente in ogni parte della struttura. L’hotel è consigliatissimo!
Per la nostra prima cena in Cappadocia, abbiamo scelto il “Ristorante Seten”, (www.setenrestaurant.com ) già inserito nella rosa di ristoranti individuati prima di partire e consigliatoci anche da Osman. Sicuramente uno dei migliori di Göreme. Location affascinante, servizio quasi impeccabile, qualità ottima. Ordinato misto di Meze (antipasti), Lamb kebab, kofte, due calici di vino Totale : 120TL: Avrebbero dovuto essere 140 lire ma abbiamo avuto lo sconto poiché il nostro hotel era convenzionato con loro. Consigliatissimo
Sesto giorno: Mercoledì 20 Agosto Cappadocia
Prima visita del giorno al “Open Air Museum” di Göreme, subito all’orario di apertura (Ingresso 20 TL). Patrimonio dell’Unesco, e tappa irrinunciabile per chi visita la regione. Il problema nella visita a questo sito è l’affollamento. Il proprietario dell’hotel ci aveva consigliato di visitarlo a mezzogiorno, quando la ressa di turisti è inferiore; in effetti parlando con altre persone questo è vero, ma c’è il problema del caldo che può dare fastidio. Poi ci spezzava tutto il programma della giornata, sicché si è deciso di tentare la sorte e di entrare subito alle 9, orario di apertura. Il sito dista circa un km e mezzo dal centro città e ci vogliono una ventina di minuti a piedi. In effetti i pullman stavano arrivando tutti all’apertura e un paio di chiese rupestri all’interno del sito abbiamo preferito saltarle per la lunga coda, e proseguire oltre, ma già alla fine della nostra visita i turisti dei viaggi organizzati si erano smaterializzati (da quello che ho capito gli danno meno di un ora per visitare il sito) per cui abbiamo potuto entrare con tutta calma nei luoghi che avevamo saltato in precedenza. Potrebbe essere un’ipotesi da valutare arrivare un’oretta dopo l’apertura. Il sito è estremamente interessante, e lo abbiamo visitato in un’ora e mezza. La visita alla chiesa Buia (Karanlik Kilise) richiede il pagamento di un biglietto aggiuntivo, e secondo noi ne vale assolutamente la pena: una delle chiese più belle mai viste. Usciti dal museo potete visitare la chiesa che avrete visto arrivando da Göreme, sulla vostra sx all’altezza della biglietteria (Chiesa della fibbia o Tokali Kilise); si può entrare con il medesimo biglietto del museo, quindi non mettevi in coda appena arrivati, altrimenti rischierete di fare la coda per nulla: prima si compra il biglietto del museo, e dopo averlo visitato si visita la chiesa della fibbia. Poco dopo la chiesa, uscendo e girando in direzione di Göreme, sulla vostra dx inizia il sentiero della Valle delle Rose che raggiunge la Valle Rossa. Comincia più o meno di fronte al parcheggio dei pullman. Percorrendolo vedrete i camini delle fate probabilmente tra i più belli della Cappadocia (insieme a quelli di Pasabagi). Il problema nel cercare e percorrere questi sentieri, è che non esistono cartine dettagliate, ma solo alcune approssimative che vi vengono fornite dagli hotel. Inoltre non sono segnalate benissimo. Pertanto le varie valli non sono facili da individuare e non si capisce quando finisce la valle delle Rose e quando inizia la valle Rossa. Anche individuare le chiese lungo il percorso non è semplice ed abbiamo incontrato turisti che ci chiedevano informazioni sulle varie chiese, con l’aria di chi si è smarrito. Anche noi ci siamo persi qualche posto interessante, ma chi se frega. Si cammina e si respira l’atmosfera, e ci si gode il paesaggio, ed una chiesa in più od in meno per noi non fa la differenza. Per farla breve abbiamo camminato fino alle due del pomeriggio quando siamo arrivati a Cavusin, ed abbiamo mangiato nel secondo ristorante che abbiamo incontrato, sulla sinistra entrando in paese. Da li, siamo scesi sulla strada principale ed abbiamo preso il pullman che passa ogni ora, in direzione Göreme.
Questa sera abbiamo cenato al ristorante Nostalji (http://www.nostaljicavesuithotel.com). Altro capolavoro di cena. Abbiamo mangiato due testi kebab, uno di manzo ed uno di vitello. I testi kebab vengono cucinati in brocche di argilla sigillate, assieme alle varie verdure e spezie; poi vengono rotti davanti ai vostri occhi quando ve li servono. Il tempo di cottura é piuttosto lungo, se fatto bene, per cui vi consigliamo di prenotare. Vi verranno serviti assieme al riso ed all’insalata. Porzioni giuste come quantità ed ottime come qualità. Costo 30 TL a testo. Assieme a due calici di vino (10 lire cad) e all’acqua abbiamo speso 84TL. L’unico dolce che hanno, è un baklava fatto in casa. Ambientazione favolosa. La cena vi verrà servita su una terrazza con vista panoramica sulla piana di Göreme, circondati dai camini delle fate. Assolutamente da provare.
Settimo giorno: Giovedì 21 Agosto Cappadocia
Oggi noleggio auto. In realtà avevamo prenotato il noleggio auto dall’Italia con la compagnia Andifli, che ha la particolarità di consegnare l’auto a domicilio. Questa era la prima volta che sentivo parlare di questo tipo di servizio, e ci ho provato, ma con molta diffidenza (avallata dai ritardi nelle risposte avute sul loro sito), convinto però definitivamente leggendo un diario di un turista per caso, che si diceva molto contento del servizio. Risultato: avrebbero dovuto consegnare l’auto ieri sera alle 18:30 presso l’hotel, ma non si è visto nessuno; né la telefonata fatta dal titolare del hotel, né la mia mail hanno fruttato una risposta concreta (in realtà risponderanno alla mia mail solo nella giornata di oggi, ma in tarda mattinata -per fare le cose con calma!- dicendo che il conducente aveva avuto un incidente e che però non mi avrebbero addebitato nulla sul conto …. E ci mancherebbe pure, manica di pirla!) Il mio sesto senso mi diceva di non fidarmi, ma ero abbastanza tranquillo poiché passeggiando per Göreme avevo visto diversi noleggi che su internet non ero riuscito a trovare, pertanto, ho pensato, mal che vada… Ed infatti eccoci qui presso l’ufficio di rent car “Silk Road” a noleggiare una Reanult Symbol a 110 lire al giorno. E’ inutile dire che vi sconsiglio Andifli (www.andifli.com) mentre vi segnalo “Silk Road Rent a Car” (mail: osmankonca@hotmail.com – silkroad.scooters@hotmail.com – Mob: +905326410629).
Altri noleggi in Göreme: www.cappadociahitchhiker.com – www.motodocia.com . Tutti noleggiano auto, moto, bici e quad, ed i costi sono uguali in tutti gli uffici.
Quindi partenza alle 9:30 per la città sotterranea di Kaymakly. Biglietto 20 Lire Turche. Durata visita 45 min. La visita alla città è estremamente interessante. Noi l’abbiamo fatta in autonomia, anche se all’ingresso si é offerta una guida al costo di 20€. Dopo aver cambiato un po’ di soldi presso la posta dello stesso paese, ed esserci bevuti un tè nel bar vicino alla posta, frequentato solo da turchi che giocavano a carte e ci guardavano incuriositi (non era un bar per turisti) siamo ripartiti alla volta della Valle di Ihlara. Arrivati in paese per trovare l’ingresso dovrete chiedere a qualcuno oppure, come abbiamo fatto noi, seguire “abusivamente” uno dei tanti pullmini di tour-operators, che ci ha portato dritti all’ingresso, dove abbiamo lasciato l’auto al parcheggio, per 5 lire. Il biglietto per la valle di Ihlara costa 10 lire cad ed è valido anche per il Monastero di Selime. Siamo entrati nella valle dall’ingresso Ihlara Vadisi Turistik Tesisleri, che non si trova nel villaggio di Ihalra, ma poco più avanti. La valle di Ihalra è sicuramente un posto piacevole e di notevole interesse turistico che merita di essere visitata. Si tratta in pratica di un profondo canyon, in fondo al quale scorre il torrente dalle acque limpide e freschissime. Alcuni sconsigliano di visitare il sito a mezzogiorno, per il gran caldo. In realtà non è così. Si cammina sempre su un sentiero molto semplice ed ampio, quasi sempre all’ombra delle piante con il “fresco” portato dall’acqua; inoltre già nel primo pomeriggio il sole non riesce più a colpire direttamente il fondo della valle, poiché è protetta dalle alte montagne in cui è incastonata. Dopo la biglietteria c’è una lunga scala di legno che porta al fondo valle. Una volta arrivati, avrete alcune chiese rupestri sulla vostra destra, per cui dovrete tornare indietro per circa 300 mt, mentre il maggior numero delle altre chiese si trova a sinistra, in direzione di Belisirma che a quanto dice il cartello segnaletico, disterebbe 3.500 mt. In realtà, è forse un po’ più vicina, poiché abbiamo notato che tutte le distanze sono state indicate con molta generosità. Noi comunque siamo arrivato fino al primo “ristorante” o meglio Cay Bahcesi, chiamato “Diker Aile”, posto molto carino, dove i tavolini sono posti su casette a palafitta sul fiume. Molto suggestivo e assolutamente consigliato, ci ha permesso di farci una tranquilla pausa ristoratrice, e di immergere i nostri stanchi piedoni nelle fresche acque del torrente. Il locale è situato più vicino rispetto ai ristoranti di Belisirma. Due piadine e due bibite: 24 lire. Quindi siamo ritornati sui nostri passi e siamo ripartiti per vedere il Monastero di Selime, a pochi minuti di auto. Il Monastero è decisamente interessante e non dovete perdervelo assolutamente. Il biglietto è lo stesso della Valle di Ihlara, si pagano solo altre 5 lire di parcheggio. Si vista in tre quarti d’ora circa.
Quindi anziché ritornare sulla stessa strada dell’andata, abbiamo preso in direzione di Aksaray, e una volta incontrato il bivio con la strada principale (N. 300) abbiamo girato a destra in direzione Nevsehir-Goreme; questa variante è stata fatta per visitare il caravanserraglio di Agzikara Hani (ingresso 2 lire) risalente al 1239 dc. Ci troviamo esattamente sulla Via della Seta, e le dimensioni e la maestosità di questo caravanserraglio fanno capire che importanza possa avere avuto questa strada di comunicazione e che quantità di gente debba averla percorrersa. Tra l’altro ci ha fatto da “guida” un bambina di otto anni che ci portava in ogni angolo del sito e saliva come una gazzella sulle ripidissime scale che portavano alle torri, mentre noi la seguivamo non senza qualche difficoltà.
Ritorno in hotel alle ore 19:30 dopo 210 km, doccia e cena, finalmente al famoso “Topdeck Restaurant”. Scrivo “finalmente” perché prenotare una cena da loro non è un lavoro semplice. Prima di tutto sono sempre pieni, dato le dimensioni ridotte del locale (abbiamo contato una decina di tavoli più quattro posti seduti per terra su morbidi cuscini) ed anche perché godono di una popolarità estesa, ma meritata, dovuta alla segnalazione fatta da alcune guide che vanno per la maggiore (non ultimo LP, ed è primo su 73 ristoranti anche su Tripadvisor!!). Secondo non è facile mettersi in contatto con loro. Ci ho provato via Facebook, ma non ho ricevuto risposta, alla fine ho fatto telefonare direttamente da Osman, non appena arrivati a Göreme, ed a fatica ci ha trovato un posto. Consiglio pertanto chi volesse cenare in questo locale di muoversi con anticipo. Si tratta di un ristorante a conduzione famigliare; il titolare anni fa ha pensato bene di aprire il ristorante in casa sua, in un’unica stanza scavata nella roccia. Cibo squisito, servizio ottimo, rapporto qualità-prezzo ottimo. Un Meze misto per due, chiken kebab, beef kebab, due birre, una coca e due banana split, 96,50 lire. Assolutamente consigliato. Organizza anche corsi di cucina. I contatti sono: Cell: +905385961378 Mail: topdeckrestaurant@yahoo.com.
Ottavo giorno: Venerdì 22 Agosto Cappadocia
Il programma di oggi prevede la visita a Soganli, che dista circa 50 km da Göreme, pertanto abbiamo noleggiato l’auto anche questa giornata.
Sulla strada per Soganli, ci siamo fermati a Mustafapasa. Era abitata da greci fino a prima del 1923, e se ne possono vedere i segni nelle abitazioni o nelle chiese. Noi abbiamo visitato la chiesa Ayos Kostantinos-Elesi, greco-ortodossa naturalmente, situata sulla piazza principale (ingresso 5TL, ma biglietto cumulativo valido anche per altri quattro siti) ed il monastero localizzato poco distante, circa 1 km dal centro, ma già isolato nella campagna: merita una visita che non vi porterà via più di una ventina di minuti. Terminata la visita alla chiesa, abbiamo fatto un giro per il centro del paese, e girato un angolo ci siamo imbattuti in un negozio di tappeti adiacente la chiesa. In ogni viaggio, c’è sempre un momento di calo di tensione o di attenzione; in pratica per tutta la durata del viaggio uno sta sempre sulla difensiva nei confronti dei venditori, pronto a trattare fino alla morte, ma c’è un preciso momento, brevissimo, in cui le difese immunitarie spariscono. Ecco, proprio in questo esatto momento ci siamo imbattuti nel proprietario del negozio, e lui ha capito immediatamente la nostra vulnerabilità … ed è stata una Caporetto. Ci ha venduto ogni cosa! e non sa che se ci avesse proposto sua mamma, probabilmente l’avremmo acquistata.
Tronfi e gonfi dei nostri acquisti (che insieme al lampadario comprato ad Istanbul andavano ad esaurire lo spazio ed il peso concesso dalla compagnia aerea per i nostri bagagli! Aiuto, siamo solo a metà vacanza!) ci siamo diretti a Soganli, famosa per le diverse chiese rupestri sorti in due piccole vallate, nascoste e poco accessibili. Non ricordo il costo esatto dell’ingresso. L’unica cartina disponibile è una mappa disegnata –male- a mano libera, che indica i luoghi da vedere. Sinceramente a noi non il luogo non è piaciuto per niente e dopo aver visitato un paio di chiese, abbiamo deciso di ritornare sui nostri passi. Anche se molti tour-operators del luogo la indicano come uno dei punti principali da visitare, secondo noi potete risparmiarvela tranquillamente, così avrete più tempo per visitare altre cose più interessanti. La parte più interessante è stata invece raggiungere Soganli, percorrendo la strada che passa da Mustafapasa, strada poco battuta che attraversa splendidi paesaggi agricoli e piccoli villaggi in cui è piacevole fermarsi a bere un tè. Quindi ci siamo fermati a visitare Urgup, piccola cittadina piacevole da vedere, dove ci siamo fermati in un localino situato nella via del mercato a mangiare qualcosa di veloce (non ricordo più dove), e poi ci siamo mossi verso Uchisar per vedere il famoso castello. L’ingresso costa 6 Lire , e la salita per raggiungere la cima è piuttosto semplice, e vi porta via pochi minuti. Dalla cima si gode un bellissimo panorama di Göreme, della valle dei Piccioni e della valle di Zelve. Il tramonto forse è il momento migliore anche se dovete considerare che il sole vi tramonterà alle spalle, dietro il castello. Quindi siamo ridiscesi e ci siamo ritornati verso l’hotel. Sulla strada Uchisar-Göreme, esattamente dietro al castello, sul vostro lato sx troverete delle formazioni rocciose bianche, che sembrano coni di bianchissima panna, ma al tramonto diventano di un rosa intenso, che resiste solo pochi minuti. Fate in modo di trovarvi lì poco prima del tramonto (circa dieci minuti prima delle sette in questa stagione) e avrete la possibilità di scattare buone fotografie. Il posto è facilmente riconoscibile poiché sul vostro lato destro vedrete un cammello, usato per le foto con turisti, ed alcune bancarelle. Nel tardo pomeriggio abbiamo percorso a piedi la Valle dei Piccioni, grazie all’aiuto di Osman che ci ha dato un passaggio fino all’inizio della valle stessa. Il luogo si trova sempre sulla strada Uchisar-Göreme, ed è abbastanza facile individuarlo poiché vedrete una scultura con tanti pali di legno alla cui sommità poggiano finti piccioni. Il sentiero è tutto in discesa, molto facile, senza nessun pericolo, con un tempo di percorrenza di quaranta minuti circa. Conduce esattamente nella strada dove è situato il nostro hotel. E’ un sentiero carino, ma niente di più, comunque piacevole da fare.
Cena presso “Old Cappadocia Caffe-Restaurant” (info@oldcappadociarestaurant.com ). Situato sulla via principale, il ristorante è molto turistico, ma comunque di qualità buona. Caratterizzato dal fatto che il famoso testi kebab, viene servito avvolto dalle fiamme che dopo poco si spengono, e pio c’è il classico rito della rottura del testo di argilla davanti al cliente (cosa comune a tutti i ristoranti). Speso 50 lire in due (antipasto meze misto 15 lire, testi lamb kebab 22lire, birra Efes 50 cl 8 lire, bottiglia grande acqua 2 lire, coca 3 lire). E’ comunque una buona scelta, anche se non è il top a Göreme.
Nono giorno: Sabato 23 Agosto Cappadocia
Il fatto che non ci abbiamo consegnato l’auto prenotata dall’Italia alla fine è stato un bene. Infatti la scelta originaria di prendere la macchina tre giorni è stata modificata sul campo in due soli giorni, scegliendo per il terzo un motorino (70 lire al giorno), molto più divertente e piacevole, anche perché i luoghi da vedere erano tutti vicini. Prima tappa Pasabag. Per raggiungere il sito si prende la strada per Avanos, ed una volta oltrepassato Cavusin, si incontra l’incrocio e si gira a destra. Da lì si raggiunge in circa un km, comunque ve ne accorgerete perché vedrete sulla dx un ampio parcheggio gratuito. L’ingresso è libero. A Pasabag si possono vedere i camini delle fate migliori, che sono di una bellezza unica. Consigliamo la visita al mattino presto, sia per la luce, che per la minor quantità di turisti. E’ una tappa obbligatoria della Cappadocia.
Quindi visita al Museo a Cielo aperto di Zelve, distante una manciata di minuti (ingresso 10 Lire). Più piccolo e meno famoso di quello di Göreme, è comunque interessante. Si sviluppa su tre vallate, ed è stato abitato fino al 1952. Si possono vedere chiese rupestri, le stanze dedicate alla vendemmia, la macina, e nella terza vallata una piccola moschea con tanto di minareto. La visita necessita di un’ora e mezza max.
La tappa successiva è stata la valle di Devrent, dove si dice che le rocce abbiano le forme di animali.
A parte la prima roccia, che ha chiaramente la forma di un cammello, poi per tutte le altre serve una grande immaginazione o il consumo di sostanze veramente forti, per vedere la somiglianza con qualche forma vivente. Sinceramente deludente e non ci è piaciuto molto. Però dal momento che si trova vicinissimo al museo di Zelve e poiché la visita al sito è molto breve un salto potete farlo. E’ comunque piacevole salire e farsi una camminata in mezzo al labirinto naturale creato dalle rocce, che hanno veramente delle forme strane.
Ormai prossimi a mezzogiorno, decidiamo di dirigerci verso Avanos, la città della ceramica, e trascorrere il pomeriggio oziando per la città per non stancarci troppo anche in vista del viaggio notturno che ci aspettava. Arrivati in città abbiamo mangiato in un localino specializzato nel famoso Kokorec. Si trova sulla stessa vai del McDonald, circa duecento metri più vanti in direzione centro sul lato destro della strada. Il locale si chiama “Köfteci Kadir Abi”. Avrete modo di assistere all’abilità con il quale tritano il kokorec usando contemporaneamente due coltelli. Abbiamo speso 13,50 Lire in due. Quindi relax con tè e Shisa presso il Panorama Pension, nella piazza centrale. Fumare la Sisha in questo locale costa 30 lire. Il fiume che passa Ad Avanos e molto bello e tranquillo e si può attraversare con un ponte pedonale molto ballerino, poiché sostenuto solo da cavi. Caratteristica di Avanos sono le gondole (si, avete letto bene!) che potete vedere navigare tranquillamente sul fiume trasportando turisti.
Spostandoci in centro ci sono diversi negozi di ceramica. Ne abbiamo visto uno (purtroppo non ricordo il nome) vicino alla posta, che da fuori sembrava piccolissimo, aveva tre scalini in discesa per entrare, ma una volta dentro il negozio si sviluppava su diverse stanze sotterranee meravigliose. Fateci un salto. Abbiamo invece comprato un vaso di ceramica da Ali Tasar, nel suo negozio “Art House”. (www.avanos-arthouse.com – mail: avanosart@gmail.com).
Dopo questo acquisto ci siamo messi alla ricerca di un parrucchiere da donna!! (a me non serve visto il poco che mi ritrovo sulla capoccia) per un taglio e tinta. In realtà lo abbiamo già fatto anche in altri viaggi, trovandoci sempre bene. Dopo un po’ di ricerche ne abbiamo trovato uno, che ha soddisfatto pienamente le richieste di mia moglie. All’uscita ci siamo rimessi in moto (quando il parrucchiere ha visto che ci siamo messi il casco, secondo me gli è venuto un colpo, con tutto il lavoro che ha fatto) per ritornare in hotel, dove ci hanno permesso di lasciare i nostri bagagli ma soprattutto di fare una doccia (grande Osman) prima di imbarcarci sul pullman per un faticoso viaggio notturno verso Antalya.
Cena presso “Goreme Panorama Cafè”. Locale molto turistico, anche se il servizio è stato cortese ed attento e la qualità discreta. Nulla di speciale comunque. Volendo si può trovare facilmente qualcosa di meglio. Sinceramente non ricordo quello che abbiamo mangiato né il conto finale.
Viaggio per Antalya fatto con la compagnia Metro, pare una delle migliori, che ha gli uffici in centro a Göreme. Partenza ore 21:50 ed arrivo ad Antalya previsto per le ore 7:00. Costo 55 lire cad. (www.metroturizm.com.tr ). I bus sono normali (non bus-cama come in Sudamerica per intenderci, dove il sedile si trasforma quasi in un letto: qui si può solo reclinare un poco lo schienale) per cui dormire non è comodissimo ma si può fare. Non siamo scesi all’otogar ma abbiamo chiesto la fermata più vicina all’aeroporto, raggiunto poi con un taxi, dove avevamo prenotato un auto con la Hertz. Ritiro domenica 24 agosto. Riconsegna sabato 30 agosto ad Izmir. Modello auto: Ford Fiesta Diesel. Costo 308 €.
Decimo giorno: Domenica 24 Agosto Antalya – Cirali
Prima tappa visita alla città vecchia di Antalya (Kaleici). Decisamente interessante. Molto pulita e curata, si scende per stradine acciottolate, ai cui lati brulicano negozi di ogni tipo, fino al porto vecchio, che è veramente splendido. Dall’ alto, si ha una splendida veduta su tutto il golfo di Antalya fino al monte Olimpo. Questa è stata la giornata più calda del viaggio, il termometro segnava 42°C, per cui la visita alla città è stata impegnativa. In una mattina cmq, si ha il tempo per vedere tutto. Quindi siamo ripartiti alla volta di Cirali, fermandoci a mangiare in un locale incontrato per caso sulla strada, una sorta di panineria turca. Dove abbiamo mangiato discretamente per 24 TL in due. Siamo arrivati a Cirali nel tardo pomeriggio. Dista 80 km da Antalya. La strada che si percorrere è a due corsie per senso di marcia, ben tenuta e con poco traffico, che scorre a metà costa e molto panoramica. Ogni tanto ci sono le indicazioni per raggiungere i vari paesi scendendo fino al livello del mare. Nel caso di Cirali, dalla strada principale, si imbocca una stradina stretta e piena di curve, che dopo 8 km vi porterà nel paese, che altro non è che un insieme di pensioni, bungalow, campeggi e hotel, disposti su una stradina ad anello. Ci siamo resi conto che fosse un anello solo dopo essere passati un paio di volte nello stesso punto alla ricerca disperata del nostro hotel, carente di cartelli segnaletici. Abbiamo visto solo un paio di piccoli market, in cui è pure possibile cambiare soldi, ma vi consigliamo di arrivare con lire turche a disposizione. Cirali in sé non ha nulla di bello, ma abbiamo scelto questa località per due motivi: il primo è vedere la famosa Chimera (fuochi naturali che escono dalla montagna) e che molti turisti saltano. Il secondo è che Cirali è una delle spiagge dove nidifica la tartaruga Caretta Caretta, ed abbiamo sperato in un colpo di fortune, per vedere la schiusa.
La scelta dell’hotel, leggendo varie recensioni, è caduta su “Hane-I Keyf” ( www.hane-ikeyif.com ). La sistemazione è dotata di bungalow semplici, (noi lamentiamo solo la mancanza di un buon armadio dove appoggiare le cose), ma puliti e ben tenuti, dotati di AC e Wi-Fi, immersi in un giardino ampio e curato in cui alla sera si può cenare, ed al mattino godere della colazione con dolci superbi cucinati dalla titolare. Il tutto a pochi passi dalla spiaggia. Quello che fa la differenza è stata l’accoglienza: magnifica! Non abbiamo mai ricevuto – sottolineo mai – un’accoglienza di questo tipo in nessuna parte del mondo; tanto è vero che il mattino successivo, quando siamo partiti, a mia moglie è pure scappata qualche lacrima! E ci siamo fermati solo un giorno! I titolari, Yildiz e suo marito Soner, sono persone splendide. Solo non fate come me che ho chiesto alla signora Hane (!?!) dov’era il sig. Keyif (!?!). “Hane-i Keyf” vuol dire “Casa del Relax”, ma l’ho scoperto troppo tardi. Il tipo di vacanza che si fa qui è a stretto contatto con la natura, quindi non aspettatevi un cinque stelle, ma è un posto dove uno dovrebbe venire e fermarsi tre-quattro giorni perché offre diversi spunti. Alcuni esempi: la Chimera di notte; la nascita delle tartarughe al mattino presto; sito archeologico di Olimpos nella stessa Cirali, o quello di Phaeselis, a mezz’ora di macchina (una meraviglia ma ne riparlerò dopo); gita in barca a vedere la città sommersa di Kekova facendo immersioni, accompagnati in barca da Soner.; salire con la teleferica fino al monte Olimpos (www.olymposteleferik.com ) a 2365 slm giusto alle spalle del paese; stendere le stanche membra sulla spiaggia e prendere un po’ di sole; trascorrere qualche giorno con Yildiz e Soner.
Tra le altre cose, con una modica spesa (200€ se ricordo bene) potete perfino diventare sponsor di un nido di tartarughe, e coordinandovi con i proprietari dell’hotel, far coincidere la vostra permanenza con i giorni di schiusa, per assistervi personalmente.
Alla sera abbiamo cenato nel giardino dell’hotel, cena completamente vegetariana, cucinata dalla Sig.ra Yildiz: cena sublime. Il marito invece è specializzato in grigliate. Anche la prima colazione è stata semplicemente magnifica, con ottima qualità e decisamente abbondante, sia come dolce che come salato.
La camera è costata 42€, mentre la cena ed un paio di birre extra del dopo cena 24€ in due.
Di notte siamo andati a visitare la Chimera, raggiungendo il sito con la macchina. L’ingresso costa 5 TL e bisogna salire per una ventina di minuti per un sentiero decisamente impegnativo. Portatevi delle torce. Alla fine sia arriva alla Chimera, che altro non sono che fuochi perenni provocati da gas che escono dalla montagna e che prendono fuoco a contatto con l’aria (da qui è nato il famoso mito greco).
Undicesimo giorno: Lunedì 25 Agosto Cirali – Kas
Siamo stati fortunati: proprio oggi era prevista una schiusa di tartarughe, così ci siamo svegliati alle 5:30 per assistervi, e per vedere la corsa per la vita delle piccole tartarughe per raggiungere il mare. Emozionati come bambini; non avremmo mai pensato in vita nostra di assistervi dal vero, ma solo davanti allo schermo di un televisore: beh, potendo scegliere meglio dal vero!
Quindi colazione suprema in hotel e ripartenza verso Kas, non prima di aver ricevuto in regalo da Soner e Yildiz un melograno portafortuna con “l’obbligo” di appenderlo nella nostra camera da letto in Italia (vogliono le foto via mail per vedere se lo appendiamo), e aver ricevuto la benedizione da Soner, secondo un antica usanza del luogo: gettare dell’acqua sulla macchina alla ns partenza, come augurio di poterci rivedere. Come dicevo, lasciato Cirali ed asciugato le innumerevoli lacrime eccoci sulla strada per Kas (125 km di distanza), passando per il sito archeologico di Phaselis. E’ un sito di una antica città licia, anche se i reperti sono tutti di origine romana-bizantina, non molto grande, ma costruita su tre baie naturali di infinita bellezza. Il sito è veramente bello, ben conservato, con un magnifico teatro in ottime condizioni e con il viale che dal porto conduceva alla polis. Non perdetevi inoltre l’acquedotto, e la porta di Adriano. La visita al sito dura circa un’ora, ma probabilmente non resisterete alla tentazione di fare il bagno in una delle baie, lambite dai resti romani semi sommersi. Sito assolutamente consigliato. Quindi ripartenza per Kas con tappa intermedia a Kekova, dove c’è la famosa città sommersa. Qui abbiamo mangiato in un localino che non ricordo, uno spuntino veloce. Girando per il paese ci hanno proposto un tour in barca a 70 lire fino alle rovine sommerse, della durata di un’ora e mezza. Visto che non era prestissimo, abbiamo deciso di proseguire oltre per non arrivare tardi alla prossima tappa. Il paese di Kekova comunque ci ha lasciato un ottima impressione: piccolo, costruito attorno ad un porticciolo, con diversi ristoranti di pesci ed alcuni hotel. Dormire lì dovrebbe essere magnifico. Siamo arrivati a Kas verso le 17:30, dove avevamo prenotato con Booking “Meltem Pension”. Stranamente la reception dell’hotel è situata in terrazza, all’ultimo piano. La camera era piccola, ma pulita. Il personale svogliato, freddo ed inesistente. Mi ha dato l’impressione più di gente che deve fare un lavoro piuttosto che gli piaccia fare quel lavoro, titolare compresa. Consiglierei di chiudere e cercarsi un’altra attività che gli dia più stimoli. La colazione, comunque, seppur in leggero ritardo era di discreta qualità. La posizione dell’hotel è ottima, vicino alla piazza centrale. Dovessi ritornare a Kas probabilmente cercherei un altro hotel.
Abbiamo cenato al “Meymeze Bay Uygar”, uno dei migliori ristoranti della città (13°/128 per TA). E un po’ difficile da trovare, pur essendo in pieno centro in quanto si trova sulla terrazza di una pensione, che da quel che ho capito è dello stesso proprietario; pertanto vi conviene prendere come riferimento Marine Pansiyon Terrasse. Quando sarete davanti alla pensione, troverete all’ingresso il cartello con il nome del locale ed il menu. Salite le scale fino all’ultimo piano e sperate di trovare posto (conviene prenotare), perché non molto grande e sempre affollato. Il locale propone un ottimo menù fisso a 45 TL(bevande escluse) comprendente 8 tipi diversi di meze, un insalata, due piccole portate di pesce, un insalata di polipo (squisita), ed un dolce. Con acqua coca e birra, speso 105€. La qualità del cibo proposta e alta, e lo stesso dicasi per il servizio. L’unico neo è che essendo all’aperto, il fumo non è vietato, per cui vi può capitare di mangiare sentendo la puzza di qualche sigaro anziché del profumo del cibo. Consigliatissimo. La fatica per trovarlo verrà ricompensata ampiamente.
Dodicesimo giorno: Martedì 26 Agosto Kas – Meis – Kas
Due parole su Kas: è una piccola cittadina, molto piacevole da girare, con numerosi locali e ristoranti di classe, in quanto è un porto molto quotato per la navigazione da diporto. Le spiagge che abbiamo visto in realtà erano un paio (una verso la penisola dopo il teatro) molte piccole e di ciotoli. Probabilmente da altre parti o nei dintorni (Kaputas e Patara) ci sono spiaggie mgliori, ma a noi Kas è piaciuta molto e merita una sosta. Noi l’abbiamo scelta perché volevamo andare su una delle tante isole greche che si trovano di fronte alla costa turca. Inizialmente avevamo a Rodi, ma la traversata era un po’ lunga e costosa; quindi abbiamo trovato Meis (o Kastelorizo per i greci) molto più vicina: solo venti min e meno cara (120 TL per due persone). Solo dopo aver scelto la destinazione, abbiamo scoperto che è stata il luogo dove hanno girato il film “Mediterraneo”. Il servizio viene svolto dalla compagnia Meis (www.meisexpress.com) i cui uffici si trovano nella piazza principale. Per sicurezza avevamo già comprato i biglietti e consegnato i nostri passaporti il pomeriggio precedente. La partenza è alle 10:00 ed il ritorno alle 16:00, ma c’è la possibilità di tornare anche il giorno dopo e pernottare a Meis.
Il paese di Meis è semplicemente un incanto. Minuscolo e costruito attorno alla piccola insenatura naturale, presenta i classici colori delle case greche, ed un’armonia e tranquillità unica. Logicamente molto turistico, si riescono però a trovare scorci autentici spostandoci semplicemente nelle vie secondarie del paese. C’è la possibilità di raggiungere in barca la Grotta Blu. Dopo la visita con foto alla casa di Vassilissa (la prostituta nel film) ci siamo fatti un bagno immergendoci nelle acque smeraldo (come resistere?), spostandoci sul lato opposto del porto e seguendo la strada che fiancheggia la chiesa. Si apre un sentiero che in più punti, dà la possibilità di scendere al mare. Abbiamo scelto di non pranzare nei ristoranti sul lungomare, troppo affollati, ma seguendo TA abbiamo optato per il ristorante “Ta Platania”. Un po’ difficile da trovare. Come riferimento quando sbarcate, dopo pochi metri trovate una scalinata alla vostra sinistra. Bisogna salire le scale e poi proseguire fino alla chiesa (pochi minuti). E’ l’unico ristorante nella parte alta della città ed i tavoli sono all’aperto nella piazzetta antistante, all’ombra di una grande pianta. Ambientazione fantastica. Conduzione familiare, con personale cordiale e simpaticissimo. All’interno ci sono ancora delle foto del film Mediterraneo in quanto la figlia aveva partecipato alle riprese come comparsa. Vera cucina greca di ottima qualità e con piatti abbondanti. Abbiamo speso 38€ (stavolta Euro visto che siamo in Europa) in due ordinando pollo, polipo acqua, due birre e dolce di yogurt. Dopo il classico abbiocco post-pranzo, favorito anche dalla situazione, ci siamo rifatti un giro per il paese e quindi reimbarcati per Kas.
Sbarcati al porto abbiamo imboccato la strada che conduce alla penisola, dove appena fuori paese sorge in posizione magnifica ed in ottimo stato di conservazione il teatro di Antiphellos (Ingresso libero). Dista dal centro non più di 500 mt. Poteva ospitare 4000 persone ed è privo di scena (i romani non ci hanno messo mano). E’ conservato perfettamente e dicono che venga utilizzato ancora oggi per concerti. Da visitare al tramonto per la splendida vista sul mare che si gode dal teatro stesso.
Quindi doccia e cena. Questa volta per la scelta del ristorante ci siamo affidati al nostro fiuto. Abbiamo mangiato al ristorante “Deniz”, che si trova sulla strada principale, a pochi metri dal nostro hotel. Il ristorante è tipicamente turco, ed anche la clientela lo è in grande maggioranza. Abbiamo mangiato sui tavoli esterni, praticamente sul marciapiede, poiché all’interno, complice anche il vicino forno, il caldo era insopportabile. Il servizio è veloce, anche se a volte un po’ confusionario, ma simpatico. Buona la qualità dei cibi, e buono il rapporto qualità prezzo. La pide ordinata era ottima (10 lire), kofte, sprite, birra Efes: 33 TL
Tredicesimo giorno: Mercoledì 27 Agosto Kas – Pamukkale
Partenza ore7:30 dal nostro albergo, senza attendere la colazione servita a partire dalle 8:00. Siamo arrivati a Pamukkale (300km) alle ore 12:30 con pausa colazione inclusa, in una bar-stazione di servizio che ci ha preparato una delle colazioni più abbondanti e buone del viaggio. Il problema serio è stato capirci, poiché eravamo spersi nel mezzo delle montagne, precisamente a Mugla, e nessuno parlava inglese. Ma alla fine ci siamo riusciti e ci hanno cucinato sul momento quanto ordinato. Il locale si chiama “Cadirkent Gözleme Cadiri”. Lungo il percorso siamo passati vicini a Patara Beach, che dista da Kas 40 km, ma per raggiungerla dovrete prendere una deviazione di un paio di km e pagare un biglietto di ingresso di poche lire. Dopo aver lasciato le nostre valigie all’hotel “Dort Mevsim” (prenotato con booking dall’Italia) siamo andati in centro paese per mangiare un boccone. Siamo capitati per caso in una piccola piazzetta dove si affacciava l’ “Holiday Restaurant” e dove abbiamo mangiato con 25 TL in due (10 hamburger, 9 kofte kebab, acqua, orange juice 4 lire). Quindi siamo ritornati all’hotel, dove il titolare ci ha gentilmente accompagnati all’ingresso superiore del sito di Pamukkale (entrata sud), così abbiamo potuto visitare il luogo Archeologico di Hierapolis, percorrendolo solo in discesa. Il sito (entrata 25 lire) è molto ampio e dispersivo, ed il caldo non ci ha certo aiutato a fare una visita come si deve. I resti non sono conservati in buone condizioni ad eccezione del teatro, veramente imponente, e poco altro, ma sono in corso diversi lavori di restauro anche con la collaborazione di organizzazioni italiane. Comunque il sito in sé non ci ha colpito particolarmente. All’interno c’è un Museo archeologico (ingresso 3 lire) e l’Antica piscina (25 lire). Noi non ci siamo entrati ma ho visto alcune foto della Piscina e dovrebbe essere molto bella. C’è la possibilità di immergersi nell’antica vasca sacra, con l’acqua a 36°C, dove sono rimaste sommerse alcune colonne e capitelli romani. A valle rispetto alle rovine, si aprono le cascate di calcare per cui Pammukkale è famosa (Pamukkale significa “cascate di cotone”). Occupano uno spazio piuttosto ampio e viste in pieno sole sono di un bianco accecante. Il momento migliore comunque è il tardo pomeriggio, in attesa del tramonto, per godersi i cambi di luce. Per chi come noi, non volesse spendere 25 lire per immergersi nell’Antica piscina, può farlo gratuitamente nei vari bacini creati dal calcare, che dolcemente degradano fino verso l’uscita. Le vasche non sono molto profonde ma ci si può immergere tranquillamente, e l’acqua è quella che deriva dalle antiche piscine. Purtroppo da alcuni anni il flusso dell’acqua è stato regolato (dicono per proteggere il sito! …non sarà per le piscine degli hotel di lusso?) e le vasche sono accessibili solo parzialmente. Potete immergervi nella prima vasca, rigorosamente a piedi scalzi (le guardie sono inflessibili) e pian piano scendere fino all’ingresso nord. E’ utile portarsi uno zainetto in cui inserire le scarpe ed i vestiti, per evitare che si bagnino. Il fondo sul quale si cammina non è assolutamente scivoloso, ad eccezione dei punti in cui si sono formate un po’ di “alghe” ma sono facilmente visibili perché di colore verde. Camminando sul bianco si va sicuri. E’ una tappa d’obbligo in Turchia, e se ne capiscono facilmente i motivi. Meraviglioso!
Alla sera abbiamo deciso di cenare in hotel poiché il villaggio di Pamukkale non presenta nulla di piacevole.
L’hotel (www.hoteldortmevsim.com ) è costato 30€ per una notte, con un ottimo rapporto qualità prezzo. Le camere sono spaziose e pulite con AC e Wi-fi gratuito ben funzionante. E’ dotato anche di una bella piscina. Le persone sono cordiali e disponibili ed il servizio ricevuto è stato buono. La cena che abbiamo consumato è stata ottima sia come qualità che quantità (costo 60TL: 22 lire grigliata mista, 20 kebab, 4 acqua, 4 pepsi, 9 birra). Mi sento assolutamente di consigliare questo hotel.
Quattordicesimo giorno: Giovedì 28 Agosto Pamukkale – Selcuk
Colazione in hotel: la colazione non è a buffet (l’unico peccato seppur veniale dell’hotel), ma comunque buona. Oggi giornata tranquilla, con partenza alle 9:30 dall’hotel e arrivo a Selcuk alle 12:30 dopo 190 km. Le strade sono sempre ottime, e per raggiungere la città non abbiamo preso l’autostrada – uno dei rarissimi tratti autostradali presenti in Turchia – ma abbiamo percorso ampie statali tenute ottimamente.
Siamo arrivati al nostro hotel “Atilla’s Getaway”, prenotato su booking, e di cui spenderemo due parole successivamente, il quale si trova a circa tre km dal centro città. Dopo il chek-in ed una doccia rinfrescante, ci siamo diretti in centro per mangiare qualcosa, e ci siamo imbattuti al “Selcuk koftecisi“, dove abbiamo speso 46 TL, mangiando bene, in un locale pulito con wi-fi gratuito. Non un locale memorabile, ma comunque un buon posto dove fermarsi. Dopo pranzo breve passeggiata per la città in attesa di un orario decente con temperature meno soffocanti, quindi alle 16:00 siamo entrati nel Sito archeologico di Ephesus. Se Hierapolis non ci ha entusiasmato molto, questo invece è una potenza, una meraviglia, qualcosa che ci ha fatto rimanere letteralmente a bocca aperta. Ho letto da qualche parte che questo è il sito più completo d’Europa per quanto riguarda la civiltà romana. Se si pensa che ad oggi hanno scavato solo il venti per cento, si può immaginare cosa possa diventare con il progredire dei lavori. Noi, a differenza di quanto suggerisce la LP, siamo entrati dall’ingresso inferiore (ticket 30 Lire), entrando praticamente dalla via del porto, che dal mare conduceva i viaggiatori appena sbarcati, al Teatro grande (25.000 posti) e da lì, attraverso la via Marmorea prima, e quella dei Cureti dopo, permetteva di raggiungere l’Acropoli. Le parti più notevoli sono il Teatro, la Biblioteca di Celso, di una bellezza impressionante, la via dei Cureti, ed il tempio di Domiziano. Ma tutto il sito ed ogni singolo reperto sono meravigliosi e ottimamente conservati. Si vedono chiaramente le latrine, il postribolo, le terme, la fontana di Traiano, etc…. Un biglietto a parte serve invece per visitare le “Case a Terrazza” (15 TL cad). Tempo necessario per visitarle trenta minuti. C’è un ottimo percorso con segnalazioni ben fatte all’interno, che vi permetterà di rivivere la magnificenza di queste case all’epoca del loro massimo splendore. Assolutamente da fare.
Tornando in esterno, la via dei Cureti è leggermente in salita, ma si possono ancora vedere ed immaginare le varie botteghe che sorgevano ai lati della stessa. Sulla via Marmorea, protetta da una piccola struttura in acciaio c’è un’impronta di un piccolo piede incisa sul marciapiede, che ha destato la curiosità di molti turisti poiché nessuno ne sapeva il significato: un guardiano ci ha spiegato che era la misura minima per poter accedere al postribolo. Se il piede era troppo piccolo, nisba. Tempo totale per la visita (incluso case a terrazza) 2 ore e mezza.
Quindi ritorno all’Atilla’s Getaway, e visto che non eravamo proprio freschissimi e non avevamo molta voglia di ritornare in città, si è deciso di cenare presso l’Hotel. La cena, buona ma nella media, è tra l’altro inclusa nel prezzo. L’hotel è costato 48€ a notte. E’ un struttura molto bella, curata e pulita, frequentata principalmente da viaggiatori giovani. Ottima la zona piscina, centrale rispetto alla struttura dell’hotel, con uno spazioso solarium. Le camere sono delle dimensioni giuste, senza armadio, ma con wi-fi gratuito e ben funzionante. E’ situato a circa tre km dal centro di Selcuk, e questo può essere un problema se non si arriva in macchina, anche se l’hotel ha una navetta gratuita da/per il centro per i propri ospiti. Dietro l’hotel parte un sentiero che conduce direttamente alle rovine di Efeso. Al momento della prenotazione, vi verranno mandate via mail le informazioni necessarie sulla città e dintorni. I titolari sono gentili e disponibili ad aiutarvi. L’unica cosa che non mi è piaciuta è il cazziatone (sigh!!) che mi hanno fatto al momento del chek-out poiché non li avevo avvisati che non ci saremmo fermati a cena la sera precedente. Sinceramente ero talmente stanco che non mi ricordavo nemmeno che la cena fosse inclusa, come indicato in conferma alla ns prenotazione, ed abbiamo deciso di uscire tranquillamente. Credevo anzi, di dover pagare la cena della prima notte, come costo aggiuntivo alla camera. Mi ero sbagliato ed ho chiesto scusa più volte, ma il tono alto ed arrabbiato del titolare mi ha veramente fatto rimanere male, e ci ho rimuginato con tristezza per mezza giornata. Non sono questi i toni da usare, a maggior ragione con i clienti. E’ stata l’unica nota negativa di tutto il nostro viaggio, e personalmente, col cavolo che ci torno dovessi rivisitare a Selcuk.
Detto questo, la struttura è certamente consigliata.
Quindicesimo giorno: Venerdì 29 Agosto Selcuk
In mattinata visita alla “Meryemana House” o Casa della Vergine Maria. Secondo la tradizione, pare suffragata anche da dati storici tuttavia in fase di accertamento, qui vi trascorse gli ultimi anni della sua vita Maria, madre di Gesù. Anche se il Vaticano non si è ancora espresso definitivamente sul fatto, comunque quattro Pontefici hanno già visitato questo luogo, sacro per la religione cristiana. Dal punto di vista architettonico non ha nulla di particolare, però è un luogo decisamente affascinante e straordinariamente silenzioso. Nel sentiero che si sviluppa sotto la chiesa, c’è da vedere anche il muro dei desideri, con tutti i bigliettini ed i pezzetti di stoffa, su cui i fedeli hanno scritto un desiderio o una preghiera ed appeso al muro (come al Muro di Gerusalemme). Visita interessante. Durata: trenta minuti.
Per raggiungere il sito dall’hotel, bisogna prendere la strada che porta a Selcuk, e poi girare a sx al primo incrocio, e proseguire per circa otto km.
Quindi siamo ripartiti in direzione di Didime ( 95 km) dove c’è un altro sito archeologico interessante.
In zona ce ne sono diversi, come Priene e Mileto, ma abbiamo fatto una selezione, ed abbiamo scelto Didime anche per vedere il famoso Tempio di Apollo. L’ingresso al sito costa 10TL. Non è molto esteso, e si visita velocemente, ma la sua superficie è occupata quasi interamente dal Tempio di Apollo, veramente magnifico ed imponente, e dalle pietre che lo costituivano, cadute rovinosamente dei dintorni e che gli archeologi stanno tentando di riordinare e catalogare. E’ il tempio greco più grande (più grande anche del Partenone), vantava 122 colonne, solo cinque in meno di quello di Efeso (però in condizioni pessime rispetto a questo) e di un’importanza fondamentale perché è uno dei due templi (l’altro era quello di Delo vicino ad Atene), al quale tutti si rivolgevano per gli oracoli, ed infatti è impressionante per grandezza la sala dell’oracolo che sorge nella parte posteriore. Da vedere. Successivamente ci siamo diretti sul lungomare di Didime città, per un breve bagno rinfrescante; nulla di entusiasmante né la città con la sua passeggiata né il mare. Ritorno verso Selcuk, con tappa in un Mac Donald’s per il pranzo (Tot. 30,75 TL) ed arrivo in città a metà pomeriggio. Dopo una breve passeggiata per la città, ci siamo messi alla ricerca del “Selcuk Hamami” (www.efesselcukhamami.com solo in turco) il cui bigliettino lo avevamo trovato nella reception dell’hotel. Bellissimo hammam situato vicino alla stazione dei treni e a due passi dall’acquedotto. E’ un locale storico in cui è possibile scegliere fra la semplice sauna, fino ai massaggi con sapone, ed anche con olio di oliva. Locale della sauna con la classica cupola con i fori sul tetto, molto affascinante. All’interno troverete gli spogliatoi in cui lasciare i vestiti, e dove troverete asciugamani e ciabatte. Gli oggetti di valore vanno depositati alla cassa, in un cassetto con serratura di cui vi daranno le chiavi. Trattamento meraviglioso da parte delle persone che lo gestiscono che sono sempre puntuali, attente e simpatiche. Il venerdì dalle 12:00 alle 17:00 entrata riservata solo alle donne, mentre negli altri giorni l’ingresso è misto: unico hammam sia per uomini che per donne. Prezzi contenuti (non li ricordo con esattezza ma andate sicuri. Potete sempre entrare e chiedere prima). Potrete trascorrere un paio d’ore di relax ed uscire leggeri come piume. Da provare al 100%.
Cena al “Wallabies Aquaduct” (www.wallabiesaquaductrestaurant.com ), ristorante dell’omonimo hotel, segnalato sia dalla LP che da Trip Advisor. Spesa totale 56 lire ordinando tre diversi kebab ed un paio di birre. Qualità buona anche ci aspettavamo qualcosa di meglio, e le porzioni erano un po’ scarse. Ambientazione meravigliosa, perché si cena all’aperto a pochi metri dall’antico acquedotto romano.
Sedicesimo giorno: Sabato 30 Agosto Selcuk – Istanbul
In questo ultimo giorno abbiamo dapprima visitato il mercato del sabato, che si svolge in centro dietro la stazione dei bus. E’ un mercato molto grande in cui troverete di tutto; dalla frutta e verdura, fino ai capi d’abbigliamento ed è una buona occasione per comprare qualcosa a buon prezzo. Quindi abbiamo fatto una visita veloce alla moschea Isa Bey, poco distante dal mercato (meno di un km) ma raggiunta in macchina, e alla Basilica di San Giovanni, vista solo da fuori. In attesa di arrivare a mezzogiorno abbiamo deciso di andare a Sirince per visitare il paese che gode di una certa fama. In effetti Sirince è molto grazioso, seppur esageratamente turistico. E’ un piccolo villaggio di montagna con una buona tradizione vinicola, con le case ben curate e ristrutturate (almeno quelle delle via centrale) e nel quale sono sorti in questi ultimi anni molti e costosi boutique hotel. Si trova a dieci km circa da Selcuk e se volete visitarlo non fatelo troppo tardi, perché verso mezzogiorno le macchine arrivano a flusso continuo, scaricando turisti che affollano i molti negozi di vino, di ceramica, e gli infiniti ristorantini dall’aspetto caratteristico. Parcheggio a pagamento (5 TL). Nonostante la presenza di molta (troppa) gente, secondo noi vale la pena una visita di un paio di ore, o magari dormirci una notte, poiché di sera i turisti spariscono. Un consiglio: provate ad uscire dalla via principale; basteranno pochi passi per ritrovarvi in un altro mondo… niente folla, niente rumore, alcune case diroccate, etc..
Ormai è arrivata l’una o dovendo riempire le nostre pance abbiamo deciso di ritornare a Selcuk per trovare un locale. Siamo andati un po’ a naso ma siamo stati fortunatissimi. Abbiamo scovato un ristorantino (usato il diminutivo proprio per le dimensioni ridotte) seminascosto dietro una piccola “moschea in miniatura” la moschea Akincilar, situata in Cengiz Topel Caddesi. Come dicevo, il locale ha pochi tavoli, circa una decina, disposti sotto un fittissimo pergolato. E’ frequentato solo da gente del posto ed ha la particolarità che è specializzato solo in Shish Kebab e Kofte. Come è facilmente immaginabile, servizio ultraveloce – avendo due solo piatti le portate sono sempre pronte – cibo fresco e buono, prezzi Ryanair (veramente low cost). Le portate non sono abbondantissime, ma sempre accompagnate da verdure. Dimenticavo: si chiama “Sisci Yasarin Yeri” e solo ora che sto scrivendo mi accorgo che è citato anche dalla LP.
Quindi relax nel bellissimo prato del “Cafe Carpouza” sorseggiando un te in attesa di andare all’hammam per l’ultima volta. Il Cafe Carpouza si trova esattamente in centro, tra l’acquedotto e l’hammam, e dispone di un parco molto grande, ben curato con enormi piante che vi fanno ombra; due tè costano solo 1,50 TL.
Usciamo dal bagno turco che ormai sono le cinque del pomeriggio e si è fatta l’ora di partire per Izmir dove ci aspetta il nostro volo per Istanbul, e da lì, il giorno successivo il volo di rientro per l’Italia.
L’aeroporto dista da Selcuk circa 70km e noi lo abbiamo raggiunto facilmente, senza autostrada. La strada è la n. 550, e tenendo le indicazioni per Izmir, ad un certo punto si vedono i cartelli segnaletici per l’aeroporto (Adnan Menderes Airport). Riconsegnata l’auto presa a noleggio, abbiamo preso il volo Turkish Airlines, partenza ore 22.45, arrivo a Sabiha Gokcen h 23:50, prenotato su internet per 242 Lire turche a testa (85€). Per i voli interni la Turkish concede 20 kg nel bagaglio da stiva, mentre il giorno dopo, per il rientro in Italia la Pegasus ne concede solo 15 kg.
Poiché il volo del giorno successivo sarebbe partito dallo stesso luogo, si è deciso di dormire lì, presso
“ISG Airport Hotel” (www.isgairporthotel.com) prenotato con booking a 73€ la doppia. L’hotel fa parte di una catena internazionale, e quindi offre standard qualitativi alti: camere spaziose e molto pulite, colazione molto abbondante e di buon livello qualitativo, servizi in genere ottimi. Il vantaggio per chi come noi fa scalo breve, è che si trova a duecento metri dalla zona arrivi/partenze. Facilmente raggiungibile a piedi, ma comunque mettono a disposizione una navetta gratuita, molto comoda per evitare di trascinarsi i bagagli. Hotel ottimo, l’unico peccato è che non abbiamo potuto godercelo un po’ di più. Nelle vicinanze, a pochi minuti di taxi, c’è anche un grande centro commerciale.
Diciasettesimo giorno: Domenica 31 Agosto Istanbul – Bergamo
Su questo giorno non ci sarebbe molto da dire se non che la vacanza è finita, e stiamo già pensando alla prossima. Dobbiamo però aggiungere un ultimo avvertimento di cui avremmo fatto volentieri a meno.
La Fly Pegasus (volo con partenza ore 11:45 ed arrivo Bergamo alle ore 13:20) soffre di una stupidità ed imbecillità congenita ed allarmante. Al chek-in non dividono i passeggeri in file in base alla destinazione e quindi ogni fila ha il suo desk, ma fanno una fila unica, anche se ci sono molti desk aperti, poi quando tocca il vostro turno andate al primo desk libero per le carte d’imbarco. Questo crea degli ingorghi allucinanti e allunga notevolmente i tempi. Quando poi gli addetti si accorgono che mancano pochi minuti alla partenza di un volo, iniziano a chiamare a gran voce la destinazione finale, così da far passare i passeggeri di quel volo davanti a tutti gli altri: risultato finale: code infinite, esasperazione e serie possibilità che la compagnia stessa vi faccia perdere il volo. Noi siamo arrivati qualche minuto prima delle due ore canoniche genericamente consigliate, e ciononostante stavamo perdendo il volo (assurdo!!), se non fosse che al controllo bagagli molti viaggiatori ci hanno lasciato gentilmente passare, ed anche per la nostra corsa disperata verso il gate, trascinandoci i nostri poveri bagagli. NB: mentre eravamo in coda abbiamo conosciuto una coppia di italiani ai quali all’andata, la compagnia Pegasus gli ha fatto perdere il volo!! Come vedete, il nostro non è allarmismo gratuito. Consigliamo di arrivare in aeroporto tre ore prima come in Israele quando si lascia il paese: là per ragioni di sicurezza qui per imbecillità.
Altri siti utili per pianificare al meglio un viaggio in Turchia:
www.turkeytravelplanner.com scritto dal famoso Tom Brosnahan, autore di diverse guide e libri
www.goturkey.com portale officiale del turismo turco
www.kamilkoc.com.tr altra compagnia di bus
www.ulusoy.com.tr altra compagnia di bus
www.olymposteleferik.com teleferica per il monte Olimpo
www.inturchia.it/marmaray tutto sulla metro e sul tunnel sotto il Bosforo in costruzione
www.hodjapasha.com/en/sema-ceremony per le danze dervisce
www.mfa.gov.tr/default.en.mfa ministero degli affari esteri turco
www.turchia.it Sito Ambasciata Turca in Italia
Sperando che le informazioni chi vi abbiamo dato siano utili ad altri turisti per caso per organizzare al meglio il loro viaggio, ci scusiamo per la lunghezza del nostro racconto, ma non abbiamo saputo fare di peggio.