New York City + il grande West

LUGLIO/AGOSTO 2003: STATI UNITI New York city, Nevada, Utah, Colorado, New Mexico, Arizona. Si parte....!!!!! 26 luglio 2003 partiamo dal bellissimo aeroporto di Venezia alle 12:35 con volo Delta Airlines , arrivo a New York city all'aeroporto JFK previsto alle 16:00 ora locale, durata del volo circa 9 ore...+ 2 ore abbondanti per passare...
Scritto da: Silvia Mussini
new york city + il grande west
Partenza il: 26/07/2003
Ritorno il: 18/08/2003
Viaggiatori: in coppia
LUGLIO/AGOSTO 2003: STATI UNITI New York city, Nevada, Utah, Colorado, New Mexico, Arizona.

Si parte…!!!!! 26 luglio 2003 partiamo dal bellissimo aeroporto di Venezia alle 12:35 con volo Delta Airlines , arrivo a New York city all’aeroporto JFK previsto alle 16:00 ora locale, durata del volo circa 9 ore…+ 2 ore abbondanti per passare l’immigrazione…E pensare che il nostro amico Salvatore ci stava aspettando !!!!!!!!!! Comunque alla fine la guardia che ci ha fatto il visto d’entrata si e’ scusata per la scandalosa attesa…E ci ha dato il benvenuto negli USA! Varcata la soglia del baggage-claim abbiamo finalmente incontrato Sal che ci attendeva preoccupato pensando a chissa’ quali interrogatori ci stessero sottoponendo.

10 minuti e siamo nuovamente in coda ma questa volta in auto sulla Park way per Newburgh nello stato di New York.

Dormita al super 8 motel di Newburgh dove ci hanno “pelato” per bene e con una camera veramente intrisa di fumo…! Usciamo dal motel perche’ gia’ la sera prima avevamo puntato il nostro locale preferito per una vera colazione all’americana: il mitico “Denny’s” .

Ormai questo tipo di colazione e’ un rito e ci strafoghiamo con waffles, sciroppo d’acero, uova strapazzate, salsicce, pancakes, orage juice e caffe’ bollente con cream and sugar.

Incontriamo Jack, papa’ di Sal che ci vuole assolutamente ospiti a casa sua per i giorni successivi…E come rifiutare vista la casa in perfetto stile americano? Prendiamo il treno per Manhattan e arriviamo alla Grand Central Station. Appena usciti notiamo qualcosa di strano: e’ domenica e siamo quasi soli! Iniziamo cosi’ a camminare verso l’ Empire State Building ammirando l’enormita’ dei grattacieli che ci circondano e l’infinita’ di taxi gialli che popolano la grande mela.

Un pranzo al volo da Wendy e di nuovo fila per salire in cima a quello che e’ ora il piu’ alto edificio della city.

Siamo fortunati: oggi il cielo e’ piuttosto limpido e possiamo vedere da Central Park fino alla statua della liberta’.

Scendiamo e non consci delle distante, decidiamo di arrivare a Ground Zero a piedi…

Il viaggio e’ fantastico e surreale: le strade sono vuote e c’e’ una pace assoluta.

Senza rendercene conto passiamo per Soho e Little Italy dove gustiamo un gelato-granita in un locale super italiano dove nessuno capiva l’italiano…

Stanco da una settimana di super lavoro, Sal ormai distrutto stenta a credere che siamo riusciti a fare tanta strada: siamo arrivati a Groun Zero.

Il benvenuto e’ dato dai cinesi abusivi che vendono gadgets e magliette di cattivo gusto al riparo da occhi indiscreti.

La zona e’ totalmente transennata e per scorgere l’immensa voragine siamo costretti a sbirciare tra le recinzioni.

Sal ci ha spiegato che le dimensioni delle  torri gemelle erano del doppio sia in larghezza che in altezza rispetto agli altri grattacieli della citta’…Vi posso garantire che la sensazione che prova un turista ignaro non e’ lontanamente paragonabile a cio’ che puo’ aver provato un newyorkese nel vedere “sparire” questi 2 colossi.

Prendiamo la metro per tornare verso Time Square.

Nel frattempo la city si e’ animata e ci troviamo nel bel mezzo di una festa/mercatino con centinaia di bancarelle con le + strane specialita’ gastronomiche.

Siamo fortunati e assistiamo anche a un concerto gospel all’aperto…Con gente scalmanata che prega, canta, balla.

E’ il momento di tornare alla stazione per riprendere il treno che ci riporta a casa (di Sal).

Il percorso in treno e’ splendido perche’ costeggia il fiume Hudson dove a quest’ora di sera il sole al tramonto si specchia.

In stazione a Beacon, Jack ci aspetta per riportarci a casa dove e’ gia’ pronta una lauta cena!!!! Specialita’ dello chef: funghi sott’olio fatti in casa, patate fritte, verdura in pastella e mille altre bonta’! Insomma, ammettiamolo: meglio di cosi’ non poteva andare! Dopo una splendida dormita, ci alziamo e Sal per colazione ci prepara i “french toast” : basterebbe questo per trasferirsi in modo definitivo da queste parti! Oggi, Sal va al lavoro e Jack ci porta a fare shopping da Home Depot, Price Chopper e Wallmart.

Vediamo cosi’ la vera America e ci sembra davvero di vivere qui dove le case sono tutte larghe e spaziose, dove i centri commerciali occupano la meta’ della citta’ e sono aperti 24 ore al giorno tutti i giorni della settimana! (24/7) A pranzo ci gustiamo un pollo delle dimensioni di un tacchino (era il + piccolo che abbiamo trovato) fatto alla griglia a regola d’arte…Insomma qui si mangia e si mangia e si mangia …Che tragedia! Nel pomeriggio siamo andati in auto con Jack a West Point dove a causa dell’11 Settembre non ci lasciano entrare. Una veloce occhiata al gift shop e alla biblioteca e siamo nuovamente in auto verso il porto di Newburgh. Durante il tragitto sulla freeway ci capita + volte di incontrare cerbiatti che circolano liberamente nei boschi a lato delle strade.

Sal anche oggi lavora e andiamo con lui in auto verso Manhattan.

Ci lascia ad una fermata della metro sopraelevata vicino al suo aeroporto: qui ci sentiamo dei veri pendolari newyorkesi.

Ricominciamo a vagare x le vie del centro in cerca degli edifici + famosi: Rockefellercenter, il Moma (che non troviamo), la Trump Tower e il ponte di Brooklyn ( il broccolino).

Attraversarlo a piedi e’ splendido con le bici che ci passano accanto e le auto che scorrono sotto.

Al ritorno (sempre in treno) a Newburgh come sempre Jack ci attende in stazione e ci riporta a casa, non prima di aver fatto un po di scorta di “donuts” un po a tutti i gusti, poi choccolate chip cookies e cherry-coke.

Per cena lo chef Jack ci propone pasta (Barilla!) al sugo ed un’infinità di prelibatezze da leccarsi le dita.

Prima di andare a letto ci facciamo un torneo di Fifa con la playstation mentre Cibi, il gatto di Sal, si struscia sulla sua panza! Oggi sveglia molto tardi con colazione/pranzo e partenza nel tardo pomeriggio con Sal per l’aeroporto di Newburgh e Cincinnati : destinazione LAS VEGAS! Arriviamo che sono piu’ delle 11 di sera (ci sono 3 ore di fuso orario da NY a Las Vegas) e lo spettacolo e’ splendido gia’ dall’aereo: un milione di luci sfavillanti in mezzo al buio + nero del deserto del Nevada! Incredibile: facciamo la fila per i bagagli ed anche mezz’ora solo per poter prendere un taxi! Qui c’e’ gente che va e viene a tutte le ore del giorno e della notte…Ci sono le slot machine perfino in aeroporto e sui taxi…E un vento caldo che soffia quasi inverosimile.

Eccolo! il nostro hotel-casino e’ lo Stratosphere… Quello che ha la torre altissima a nord della Strip e che si vede praticamente da tutte le zone di Las Vegas.

Ormai stanchissimi facciamo il check-in (fila anche qui) con Sal e ci dirigiamo alla camera che avevamo prenotato via internet…

Peccato che solo per trovare l’ascensore giusto abbiamo impiegato circa mezz’ora! Alla fine di interminabili corridoi arriviamo alla nostra stanza: grande e bella ma con vista su un muro..(volevamo risparmiare no?)Silvia a letto subito, Flavio e Sal a cercare qualcosa da mangiare fino alle 4 di notte.

L’indomani il clima non ci aiuta e comincia a piovere di brutto…In un attimo le strade si allagano e a noi non resta che passare da un casino all’altro! All’ora di pranzo facciamo quello che un turista non si deve assolutamente perdere a Las Vegas: un lauto pasto a buffet in uno degli hotel-casino’, in pratica il famosissimo “all-you-can-eat-buffet” Noi capitiamo all’Harras’ e con 10,00 dollari ci rimpinziamo di cibo fino alla nausea…

Riprendiamo la marcia e visitiamo il “Venetian” , il “Ceaser Palace” , il “Bellagio” per poi prendere l’autobus e ritornare allo Stratosphere senza dimenticarci di fare una puntatina al Seven eleven per uno slurpee (una granita molto fine e gasata).

In hotel ci cambiamo e andiamo in piscina per rilassarci ma un “simpatico” israeliano ci attacca pezza e con la scusa di una partita a basket nell’acqua palpa di brutto Sal e Flavio…Che fosse gay? A letto presto perche’ la mattina prestissimo Sal parte x tornare a Newburgh.

Sveglia alle 04.00 am e trasferimento in aeroporto. Salutiamo Sal e noleggiamo un auto all’apertura dei noleggi. Sono le 08.00 am e siamo gia’ in viaggio per lasciare Las Vegas con il nostro pick-up ford ranger. Per iniziare bene, sbagliamo il primo incrocio e dopo 10 minuti siamo fermi in fila nel mezzo del deserto.

Prima tappa da raggiungere: Zion National Park.

Tra pareti rocciose striate di rosso e bianco arriviamo al visitor center dove inizia a piovere.

Ripartiamo per la strada panoramica all’interno del parco verso il Brice Canyon dove arrivamo verso le 17.00 del pomeriggio giusto in tempo per il tramonto…

Lasciamo l’auto e iniziamo lo splendido sentiero che dal bordo superiore scende fino al torrente secco sottostante .

Questa e’ una tappa obbligata se si passa da queste parti!!!! Il sentiero si incunea fra le alte pareti verticali di roccia dove quasi non penetra il sole.

Consigliamo sempre una scorta di acqua per questo tipo di escursioni e sono da evitare le ore + calde della giornata…Qui il clima e’ secco e quando il sole picchia…Ci si ustiona (esperienza personale).

Attenzione: all’interno dei parchi non sempre si trova alloggio (magari ci sono ma bisogna prenotare con largo anticipo e non sono a buon mercato) quindi controllando sulle cartine, suggeriamo di dormire in motel appena fuori dai parchi.

Inoltre, l’ingresso a tutti i parchi e’ a pagamento (dai 5 ai 10 dollari, il Grand Canyon 20 dollari) e all’entrata il ranger consegna ogni auto una cartina e un opuscolo contenente info e curiosita’ sul parco stesso.

Si puo’ fare un pass se si decide di visitare molti parchi nazionali che costa circa 50 dollari e ha validita’ annuale.

Per questo motivo la tappa obbligata per dormire e’ stata Escalante che e’ l’unico paese che si trova fuori dai confini dei parchi.

Qui abbiamo la fortuna di trovare un motel molto carino gestito da un’anziana signora, il Circle D.

Cena in un tipico dinner americano a conduzione familiare con burger enormi e bicchiere di coca-cola .

Pensate che abbiamo speso (inclusa la mancia) solo 15,00 dollari in due…

Sveglia con calma e spesa al mini market di Escalante per acquistare qualche muffins e 1 tanica di orange juice x colazione. Abbiamo comprato anche una scatola di polistirolo con coperchio x il ghiaccio x le bibite. Questo ve lo consigliamo perche’ nei motel si trova sempre la macchina del ghiaccio…E nel deserto fa veramente caldo! La giornata comincia in auto passando per fantastiche strade panoramiche in un deserto roccioso che cambia colore e aspetto ogni 10 miglia…

Peccato davvero che il nostro amico Sal non sia con noi! Il cielo del deserto: e’ inspiegabile quanto sembra immenso…Anche perche’ non c’e’ niente che ostacoli la vista e il panorama e’ a 360 gradi! Dopo parecchie miglia di strade diritte senza fine nel nulla arriviamo al ponte sul fiume Colorado, punto di accesso alla citta’ di Moab.

Qui siamo nel regno degli amanti della mountain bike, del fuoristrada, del rafting, del canyoning.

Siamo in una vallata fra 2 diversi massicci rocciosi, uno + rosso dell’altro, siamo nel luogo dove sono stati girati quasi tutti i film western con John Waine, Thelma e Louise, Mission Impossible (vi ricordate la scena iniziale con Tom Cruise appeso alla parete di roccia?) E’ agosto ma qui sembra una citta’ fantasma: adesso e’ bassissima stagione a causa del clima che in media ha il 10% di umidita’ e temperature oltre i 40 gradi! Compratevi un cappello, qui neanche i serpenti a sonagli girano sotto al sole cocente! Troviamo alloggio in un motel molto carino: Redstone Inn, tutto rivestito in legno con camere complete di kitchenette con frigo, lavabo e microonde.

Bagno in piscina, spesa al super-market e cenetta intima in camera a base di pollo e Cherry Coke.

Ovvio che essendo nata qui la mountain-bike, Flavio inizia il pellegrinaggio ai negozi a tema…Ed insiste per andare allo “Slick Rock Trail”.

E’ gia’ pomeriggio, ci sono circa 43 gradi al sole e decidiamo di non andare in mtb ma ci facciamo scarrozzare da un magnifico hammer che si arrampica ovunque sulle dune pietrificate.

Spettacolo lunare ed emozioni incredibili cercando di rimanere in sella al fuoristrada… Ritorno in motel con bagno in piscina, cena volante al fast-food e gita in barca di notte sul colorado per il “Sound and light show”: saliamo su 2 chiatte enormi e iniziamo un tranquillo viaggio sulle calme acque rosse del colorado in compagnia di 50 vecchietti …

L’organizzatore della gita ci intrattiene con racconti e leggende sul luogo .

Ad un certo punto le chiatte si fermano: tutti si chiedono dove sia lo spettacolo di luci e musica…

Nel frattempo il sole e’ calato completamente e siamo in un buio totale.

Uno squarcio di luce indirizza i nostri sguardi sulle pareti di roccia che ci circondano: con in sottofondo una musica indiana, la guida inizia a spiegarci come si e’ formato il fiume colorado e ripercorre la storia delle tribu’ indiane che popolavano questa terra! Tutto di grande effetto scenico! Questo e’ un altro spettacolo da non perdere se si viene da queste parti.

Arches national Park: immensi archi di pietra rossa, spettacolo stupendo ma un caldo dell’ostia! Abbiamo fatto alcuni percorsi a piedi all’interno del parco, ma il sole a picco ci ha ustionato a dovere lasciandoci un’abbronzatura degna di un muratore…(meno male che avevamo il cappello in testa).

Dopo aver bevuto una tanica di acqua fresca per riprenderci, siamo risaliti in auto in direzione nord-est verso Glenwood Springs in Colorado.

Dal deserto roccioso dello Utah alle montagne rocciose del Colorado! Passiamo la notte in un motel puzzolente di fumo ma dove ci gustiamo un idromassaggio caldo.

Usciamo per cena ma l’unico posto che troviamo e’ “Subway” il fast-food dei sandwich.

Esperienza terribile…E che non ripeteremo anche se alcuni nostri amici ce lo avevamo consigliato! Glenwood Spring e’ famosa per le piscine termali naturali …E per l’odore di zolfo che emanano! Accantonata l’idea del bagno nelle piscine maleodoranti di Glenwood Spring, partiamo di buonora verso quello che sara’ la meta + alta del nostro viaggio: Aspen.

Senza rendercene conto saliamo fino a 3500 mt e arriviamo fino al famoso centro sciistico del Colorado.

Il panorama e’ bello ma non + delle nostre alpi, il paese e’ molto ben tenuto, carino ma caro e snob all’inverosimile…Le case in legno con tetto a punta e grandi vetrate sono da favola! Ripartiamo in mezzo alle altissime montagne e dopo tanta strada nel nulla, arriviamo a Vail.

La citta’ e’ simile ad Aspen e il centro del paese ricorda molto lo stile tirolese…!!! (molto finto).

Anche qui visitiamo tutti i negozi , poi rendendoci conto dei prezzi stratosferici decidiamo di cercare un motel verso la valle.

Nella prima serata arriviamo a Frisco dove dormiamo in un splendido motel della catena Ramada a prezzo veramente basso. Cena ottima al vicino “Kentucky Fried Chicken” e poi a letto.

La mattina seguente visitiamo Frisco che scopriamo veramente carino con le sue casette basse tutte costruite in legno…Stile vecchio west, poi risaliamo di nuovo la montagna in auto verso Breckenridge.

Vi consigliamo di passare di qui perche’ il centro del paese e veramente stupendo e non ha niente da invidiare a localita’ + famose come Aspen e Vail!! Qui in inverno ci sono un sacco di piste da sci e in estate si possono fare belle passeggiate! Torniamo a scendere nella valle e andiamo in direzione di Denver, la capitale del Colorado.

Ci fermiamo poco prima e facciamo una piccola deviazione per Golden, citta’ famosa per l’enorme fabbrica che produce la birra “Coors”.

Pranziamo al volo con 2 sandwich nel parchetto davanti al museo all’aperto delle vecchie locomotive dei treni…Da vedere! Altra piccola deviazione: saliamo in auto sul cucuzzolo di una montagna da dove si possono ammirare Golden e Denver con i suoi grattacieli! Quassu’ c’e’ il monumento e la tomba di Buffalo Bill! E’ allestito anche un piccolo museo con tante immagini e un gift shop ben fornito di ogni cosa ricordi gli indiani! Ripresa l’auto ci siamo persi fra le mille freeway di Denver ma alla fine siamo riusciti a trovare un comodo motel con tanto di piscina dove rilassarci…

La mattina seguente cerchiamo di arrivare in auto nel centro turistico di Denver, dopo un’ora arriviamo sulla 16° strada… Finalmente ecco negozi ed attrazioni varie! Dopo aver scarpinato nella zona pedonale in cerca di regali per parenti e amici, torniamo alla macchina e ripartiamo verso Manitou Springs famosa per le acque minerali naturali: qui troviamo una cittadina piccola ma caratteristica con tanti negozietti in stile vecchio west…Anche qui ci scappa qualche souvenir! Continuiamo il viaggio verso “Garden of the Gods”, un parco con particolari formazioni rocciose rosse che puo’ essere visitato in auto attraverso un percorso ben definito.

Decidiamo di trovare una sistemazione per la sera e ci fermiamo al mitico “Knotty Pine Inn”.

Motel davvero caratteristico con cabins rustiche in legno: peccato che qualcuno abbia passato una intera nottata in bianco pensando a cosa poteva passare dalle feritoie larghe 1 cm del pavimento in assi di legno…(dopo aver trovato un ragnaccio bello cicciotto nella vasca da bagno)!!! Il mattino dopo alle ore 07.00 siamo gia’ al supermarket per la colazione dove ci riempiamo di donuts e poi in auto per vedere il “Royal Gorge”.

Eccoci arrivati…Mamma mia quanto e’ alto questo ponte! e sul fondo accanto al torrente passa anche una caratteristica locomotiva a vapore! Da qui partiamo verso pianure sconfinate dove per 150 miglia incontriamo forse 5 auto…! Arriviamo alle “Sand Dunes National Park” e lo spettacolo e’ incredibile: siamo nello stato delle montagne rocciose e davanti a noi troviamo solo immense dune di sabbia…Iniziamo subito a scalarle ma ci rendiamo presto conto della loro grandezza! Tornati alla nostra macchina ci aspetta una lunga giornata di guida verso sud fino al New Mexico! Ci sembra di essere in un altro stato qui in New Mexico…Quartieri degradati, tipiche case basse dal tetto piatto ma gente molto cordiale e simpatica.

Dormiamo in un bel motel con mega piscina e ceniamo al “Denny’s”.

La mattina dopo visitiamo la capitale Santa Fe: mille colori nel centro della citta’ con visita ad un tipico mercato di generi alimentari delle fattorie della zona.

Nell’aria c’e’ profumo di peperoncino e spezie ovunque…Ma guai a mangiarlo, alcune qualita’ sono cosi’ piccanti da togliere il respiro! E’ obbligatorio lo shopping sfrenato nel centro in stile “pueblo” dove i negozi si affacciano su di una bella piazza in stile europeo.

Visitiamo la famosa stazione dei treni dove esistono ancora locomotive a vapore funzionanti.

Lasciamo Santa Fe per tornare a nord in Colorado, verso Durango.

Qui ci pelano davvero con il motel! Infatti siamo nuovamente in montagna e qui i prezzi tornano a salire, la ragazza al bancone non è per nulla gentile ma dobbiamo accontentarci di questo motel, il “Days End Durango”.

Alla sera, dopo la solita nuotata in piscina e la “cottura” nella hot-tub ci rifocilliamo ad un fast-food della catena “Wendy’s” poi tutti a letto per riposarci in vista della prossima giornata.

Sveglia presto per la domenica mattina, lasciamo il ns carissimo motel e cerchiamo di parcheggiare l’auto vicino al centro di Durango.

Le strade principali sono chiuse al traffico per la festa del paese: i bar del centro sono affollati xche’ e’ evidentemente un’ usanza fare il brunch fuori alla domenica.

Girovaghiamo fra le bancarelle degli artigiani locali, dove incontriamo il comitato di supporto della festa che porta in giro un carretto di limonata fresca trainato da un simpaticissimo cane! La nostra meta e’ la stazione ferroviaria: vogliamo vedere la partenza della locomotiva che da Durango arriva fino a Silverton, famosa localita’ turistica un tempo sede di una grande miniera di argento.

Siamo in pieno “West” e gli antichi edifici intorno a noi ci riportano nei film di pistoleri e cow-boy.

Pranziamo nel “Mc Donald’s” accanto alla stazione x non perderci la partenza, ad un tratto sentiamo un fisco e corriamo fuori con telecamera, macchina fotografica, coca-cola panino e patate fritte.

Iniziamo la rincorsa x riprendere e fotografare questo treno storico nei boschi che circondano la citta’.

Ripartiamo in direzione del “Mesa Verde National Park” dove riusciamo a vedere con molta calma gli antichi insediamenti della popolazione indigena di epoca pre-cristiana incuneati nelle pareti rocciose.

Sembra un enorme museo a cielo aperto dove i reperti sbucano in ogni angolo. Il percorso all’interno del parco e’ fattibile sia a piedi che in auto.

Ci allontaniamo da Mesa Verde x trovare una sistemazione per la notte: arriviamo a Cortez, piccolo paese nel nulla con + motel che abitanti e con un centro commerciale fuori misura dove facciamo spesa x cena. Nel frattempo ci gustiamo un buon bagno in piscina all’aperto e subito dopo una lessata nella bollente hot tub dal design e colore veramente di cattivo gusto! Sveglia di buon ora e partenza in auto per il Grand Canyon.

Quando arriviamo all’entrata , notiamo che il pedaggio e’ di ben 20 dollari ! Certo, e’ il parco + caro ed e’ anche quello + visitato in assoluto…

Il ranger ci controlla il pass e ci chiede un documento per verificare la firma…Wow che rigore..(il pass x i parchi nazionali ha validita’ annuale e costa 50 dollari) Parcheggiamo l’auto negli appositi spazi e ci armiamo ti tutto punto per affrontare la calda giornata.

Cappellino e borraccia di acqua al seguito, percorriamo il sentiero che costeggia tutto il canyon: ci sono tanti punti panoramici dove e’ d’obbligo la classica foto e tanti altri dove e’ facile soffrire di vertigini! Comunque e’ molto comodo usufruire dei pulmini che gratuitamente portano su e giu’ le persone alle varie fermate del percorso…Con le temperature che ci sono e con il clima cosi’ secco… E’ la soluzione ideale.

All’interno del pulmino leggiamo che ogni anno oltre 250 persone vengono soccorse e recuperate nel Grand Canyon…Infatti al Visitor Center che si trova all’inizio del parco, sono raffigurate le misure da adottare per coloro che scendono dentro al canyon per raggiungere l’unico campeggio che c’e’ …E che deve essere rigorosamente prenotato con largo anticipo! La discesa e’ veramente lunga e consigliata solo a persone esperte: laggiu’ e’ facile arrivare a temperature di 50 gradi al sole e se sei senza acqua…Duri poco! Comunque e’ possibile fare la discesa anche a dorso di mulo, peccato sia necessario prenotare almeno 1 anno prima…E poi 2 giorni a dorso di mulo…E poi ci hanno detto che mordono! Insomma altro che scampagnata, ma il panorama + bello lo si vede dall’alto, dai vari punti di osservazione, alcuni a strapiombo e senza recinzioni! Si potrebbe anche sorvolare il canyon con piccoli aerei che partono dall’aereoporto proprio fuori dal parco…Il top e’ al tramonto…Dicono sia indimenticabile! Ma occhio allo stomaco…Non sono boeing 747! qui si balla! e aprite il portafoglio…

Tra l’altro qui si arriva anche in treno a vapore da Williams pagando la bellezza di 60 dollari tutto in stile vecchio west! Si puo’ alloggiare nei lussuosi lodge all’interno del parco e mangiare nei loro carissimi ristoranti…

Comunque anche se ci sei di fronte e cammini sul ciglio del precipizio, non riesci a quantificare la sua immensita’… Il Grand Canyon e’ infinito…A perdita d’occhio! Sfiniti dal caldo e dalla camminata, tornati alla macchina ci siamo fatti fuori 2 litri di coca-cola a testa! Ma ne e’ valsa la pena.

Usciamo dal parco e ci dirigiamo a Williams per la notte.

Carinissima questa vecchia cittadina…Troviamo un motel un po’ trasandato ma pulito che ci stupisce accogliendoci con un cartello a caratteri cubitali: “THANK YOU FOR TRAVELLING”.

Siamo senza piscina ma per la sera abbiamo in programma uno spettacolino per le strade della citta’ con sparatorie e risse in stile vecchio west…Davvero country! Per la cena sfruttiamo un buono sconto del ns motel e andiamo in una steakhouse . All’ingresso del locale ci accoglie un bufalo imbalsamato davvero enorme con accanto una griglia a grandezza famigliare e con il cuoco dal cappello da cow-boys altissimo…Pittoresco! Ordiniamo la specialita’ della casa e ci mangiamo 8 costate di carne (prime rib) grigliata con una magnifica salsa BBQ americana caramellata sopra… Oddio che bonta’! Il tutto gustato all’aperto e con musica dal vivo…Anche se il cantante Sancho Panza non era proprio il massimo…

La mattina sveglia e partenza per Kingman sulla famosa “Route 66”.

Ci fermiamo per pranzare al volo in un parco all’ombra del sole cocente e riprendiamo il viaggio per Las Vegas.

Il caldo e’ davvero impressionante e il condizionatore dell’auto ci abbandona sul + bello! Ci incanaliamo nelle freeway che circondano Las Vegas verso l’ora di pranzo e il traffico e’ impossibile…Ma riusciamo ad arrivare all’hotel prescelto: New Frontier.

Dopo un’ora di fila per il check-in,e dopo aver sbavato guardando la piscina fantastica che sta all’interno dell’hotel, ci sentiamo rispondere candidamente che le uniche stanze libere sono le suite a 120,00 dollari a notte! Molto arrabbiati decidiamo di cercare un hotel fuori dalla “Strip” e ci parcheggiamo al Super 8 motel.

Poca spesa molta resa, posizione ottima con piscina e hot-tub, free coffe e siamo a un passo dai + grandi hotel-casino della citta’.

Ci sistemiamo e telefoniamo a Sal a Newburgh x sapere se ha voglia di vederci ancora: tutto ok, ci trova un volo alle 7 del mattino dopo, quindi usciamo di corsa x riverede in poche ore la cara Las Vegas.

Il caldo ci tormenta…Siamo a 45/46 gradi…E il 10% di umidita’! Facciamo scorta di donuts, rilasciamo il ns pick-up al noleggio dell’aeroporto e ci fanno anche lo sconto del 10% causa condizionatore rotto! E’ l’ora “dell’ultima cena”: corriamo sulla “Strip” in cerca del miglior “all-you-can-eat-buffet” e dopo 45 minuti di fila ci parcheggiamo all'”Harras” dove mangiamo come luderi…

Facciamo 2 giocate alle slot machines e torniamo in camera a preparare le valigie e dormire circa 4 ore! Sveglia alle 4 del mattino e trasferimento in aeroporto con lo shuttle gentilissimamente offerto dall’hotel.

Cerchiamo di arrivare presto xche’ sappiamo che il check-in ci rubera’ tempo causa controlli post 11 settembre. Infatti al metal detector ci bloccano x un regalo fuori misura (per loro) quindi ritorniamo in fila al check-in x riconsegnare il nuovo bagaglio…Uffa! Dopo averci fatto togliere anche le scarpe (e vi giuro che non scherziamo) ci dirigiamo al gate per il volo Las Vegas – Cincinnati che perdiamo causa sovraffollamento! Ci imbarcano pero’ mezz’ora dopo su un volo per Atlanta x proseguire poi verso Newburgh.

Questo piccolo inconveniente -col senno di poi- ci fara’ evitare a nostra insaputa il famoso black-out di New York …

Dopo 6 ore di attesa ad Atlanta (e’ l’aeroporto dove transita il maggior numero di persone al mondo) prendiamo l’ultimo volo ed arriviamo alle 11.00 di sera da Sal che ci aspetta in aeroporto.

Solo ora scopriamo che parte del Canada e tutta la East Coast fino a Cincinnati sono nel mezzo di un black-out generale! Arriviamo a casa, salutiamo Jack e andiamo a letto esausti.

E’ tempo di salutare…Sal ci da un passaggio per l’aeroporto JFK di New York mentre va al lavoro…Arriviamo veramente in anticipo ma almeno siamo stati con lui anche oggi.

Baci e abbracci, tanta malinconia e la promessa di rivederci presto… Ma la nostra avventura non e’ ancora finita…

Vi ricordate il black-out? Immaginatevi quante persone che dovevano partire hanno perso i loro voli…! Bhe’, viaggiando in stand-by oggi li abbiamo tutti davanti e sembra poco probabile la ns partenza…

Nel tardo pomeriggio a peggiorare le cose ci si mette anche il tempo: un diluvio universale si abbatte sull’aeroporto bloccando tutto il traffico aereo x almeno 1 ora! Tuoni e fulmini illuminano a giorno il cielo e ci comunicano che in queste condizioni non e’ sicuro imbarcare i passeggeri sull’aereo…La ns attesa si prolunga.

Incredibilmente ci chiamano per l’imbarco e prima che qualcuno ci ripensi, ci fiondiamo sull’aereo.

Rimaniamo sorpresi di essere addirittura in business class, cosi’ ci sediamo e telefoniamo a Sal al lavoro per confermargli la partenza e ringraziarlo di tutto.

Con un bicchiere di champagne in mano, siamo pronti per il viaggio di ritorno.

Il servizio, l’assistenza e la cena sono di prim’ordine, viaggiare cosi’ e’ tutta un’altra cosa! Arriviamo con un ritardo di 2 ore a Venezia e qui scopriamo che ci mancano 2 valigie su 3! Oddio, che fine ha fatto il cartone col ns. Amato cibo americano ????!!!!!! Niente paura: il mattino dopo un corriere suona il campanello di casa e ci riporta i 2 bagagli smarriti.

CHE VIAGGIO!



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