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VIAGGIO ON THE ROAD settembre - ottobre 2009 CALIFORNIA - NEVADA - ARIZONA - CALIFORNIA Pronti, anzi prontissimi, Mio marito ed io siamo in partenza per gli Usa. Voli di linea con British Airways e noleggio auto già prenotato dall'Italia. VOLO BA 21 sett 2009 : Mxp-Lhr 07:55 09:00 Lhr-Lax 12:00 15:05 VOLO BA 6 ott 2009 Lax-Lhr 15:40...
Scritto da: kategianny
california sweet california
Partenza il: 21/09/2009
Ritorno il: 06/10/2009
Viaggiatori: in coppia
VIAGGIO ON THE ROAD settembre – ottobre 2009 CALIFORNIA – NEVADA – ARIZONA – CALIFORNIA Pronti, anzi prontissimi, Mio marito ed io siamo in partenza per gli Usa.

Voli di linea con British Airways e noleggio auto già prenotato dall’Italia.

VOLO BA 21 sett 2009 : Mxp-Lhr 07:55 09:00 Lhr-Lax 12:00 15:05 VOLO BA 6 ott 2009 Lax-Lhr 15:40 09:50 Lhr-Mxp 11:15 14:15 Abbiamo prenotato solo le notti negli hotel di SanFrancisco e di LasVegas, mentre per le altre notti ci siamo arrangiati nei motel.

Ci aspettano tanti Km e tanti motel e tantissime cose da visitare… Non vediamo l’ora…

21 settembre 2009 Ci svegliamo presto, facciamo una buona colazione e andiamo a Malpensa.

Inizialmente, mi sembra una semplice giornata di lavoro. Sveglia presto, colazione, auto nel parcheggio operatori, zona partenze terminal 1. Ma… Invece, finalmente sia io che mio marito, partiamo… E facciamo il check-in in isola 13 Voli a rischio. Carte d’imbarco già prestampate da casa, quindi andiamo solo per etichettare le valigie da imbarcare. Partiamo con 2 grandi valige vuote che imbarchiamo e 2 trolley a mano con dentro le cose essenziali, tipo telecamera, macchina fotografica, guide, ecc…Facciamo il check-in senza fare fila, ovviamente, altrimenti, che agevolazione avrei a lavorare a Mxp?!? Hi hi hi… Le ore di viaggio passano abbastanza velocemente, forse perché nn vedevamo l’ora di arrivare a destinazione.

Arriviamo a Los Angeles con il volo British, facendo scalo a Londra. I voli sono strapuntuali e i bagagli anche.

VOLO BA571: Mxp-Lhr 07:55 09:00 e VOLO BA 283 Lhr-Lax 12:00 15:05 Dopo aver dormito 2 ore in volo, dopo aver visto 3 film in lingua originale (2 commedie simpatiche e 1 cartone animato), e dopo aver bevuto Orange juice …

All’aeroporto terminal B, prendiamo la navetta gratuita ALAMO, che si trova proprio di fronte agli arrivi.

L’auto noleggiata preventivamente dall’Italia era perfetta, anzi più grande da quella prenotata.

Il tipo che ce la consegna è molto simpatico e disponibile, ci spiega tutto e ci da alcune indicazioni per la guida negli Usa, ma noi eravamo già preparati. Finalmente prendiamo la nostra auto: FORD FOCUS grigia 5 PORTE, con cambio automatico. Saliamo sull’auto dopo aver caricato i nostri 4 bagagli. Uscito dal parking ci saremmo trovati subito in strada, a Los Angeles… E ora cambio automatico: D, R, N, P,L . Entrati in macchina io guardavo Gianny un po’ preoccupata: invece tutto andava bene, da non crederci.

Inseriamo il nostro TomTom, portato dall’Italia e siamo pronti per il lungo viaggio in California.

L’avventura ha inizio…

La California a primo impatto si presenta proprio come ce la immaginavamo. Strade a 6 corsie, corsie Carpool, auto grandissime per lo più fuoristrada gip e suv, motel, McDonald’s e drive-thru che costeggiano le strade.

Le strade americane non sono come le nostre italiane: sono sempre larghe e dritte, anche se le singole corsie sono più strette delle nostre, ma coperte per la loro totalità da limiti di velocità severissimi: 55 miglia all’ora, 65 in particolari tratti (88 e 104 chilometri all’ora rispettivamente). Purtroppo i limiti di velocità sono questi e noi li abbiamo sempre rispettati.

Accendiamo la radio e finalmente ascoltiamo la vera American Music, che figata!!! Sono troppo emozionata, ragazzi siamo in America, mi sembra di essere in un telefilm, tipo alla O.C. Ma qui è tutto vero, non sto sognando. Siamo in California siamo in viaggio sulla Hwy 5 per arrivare a nord.

Ad un certo punto, dopo ore di viaggio, decidiamo di fermarci al primo motel che troviamo.

Un pò scettici, ci fermiamo al Nostro primo motel negli Usa : Motel 6 Paso Robles. Eccoci … Beh prendiamo una camera doppia con colazione inclusa a soli 55 $. Auto parcheggiata davanti alla camera, alla Thelma&Louise, mancava solo un bel americano con jeans, camicia a quadri, cappello e stivali texani, e l’immancabile cintura con fibia grande!! Martedì 22 settembre: Inizia così il nostro primo vero giorno in Usa, la sveglia non suona nemmeno, alle 5 eravamo già svegli, senza alcun sonno, allucinante il fuso orario.

Che strana senzazione! Beh da una parte è meglio, così abbiamo tutta la giornata a nostra disposizione. Iniziamo con un buon caffè americano e blue berry muffins dello Starbucks, il mio, anzi, il nostro compagno di viaggio…

Questa prima giornata è interamente dedicata alla visita delle cittadine californiane: Carmel, Monterey e Santa Cruz.

Durante il viaggio abbiamo percorso una strada detta la statale del Big Sur,che è una strada panoramica, dove gli scenari sono veramente fantastici.

Oltre 100km di strada che attraversano un paesaggio costiero selvaggio, con panorami fantastici sull’oceano e sulle montagne. Tra i punti più spettacolari ci sono il Bixby Bridge che dall’alto dei suoi 79 metri offre viste mozzafiato su spiagge selvagge circondate da lagune, diversi parchi nazionali. La strada prosegue tortuosa e selvaggia fino a Piedras Blancas, una lunga spiaggia dove vive una colonia di elefanti. C’era però un po’ di nebbia e non siamo riusciti a vedere tutto meravigliosamente, come avevo letto nei diversi forum. CARMEL-BY-THE-SEA Carmel-by-the-Sea è una piccola graziosa città dotata di una ricca storia artistica situata sulla penisola di Monterey. Qst è una zona molto esclusiva, infatti il villaggio di Carmel ne è una testimonianza. Non sembra nemmeno di essere in America, questa città pittoresca, è un paese da cartolina, gallerie d’arte, negozi di antiquariato, sale da tè. Le abitazioni sono in stile normanno, con tetti di pietra, per le strade non troverete nemmeno un semaforo e neppure cartelloni pubblicitari o insegne luminose; tutto questo perché giudicato antiestetico dai cittadini.Addirittura non troverete nemmeno i chioschi per panini e neanche un Mc Donalds simbolo del consumismo americano. Addirittura nemmeno il mio amato Starbucks. La via Ocean Avenue è il fulcro della zona lungo il mare, che ovviamente è la parte più interessante da vedere e che vi porterà alla lunghissima spiaggia di sabbia fine, quasi bianca. La spiaggia infatti è meravigliosa, noi abbiamo parcheggiato l’auto lì vicino e poi infradito e canotta… Siamo corsi sulla bellissima sabbia bianca.

Che spettacolo ragazzi! Questa si che è sabbia, bianca e pulita con qualche scoiattolo quà e là in cerca di cibo.

Lasciata Carmel alla volta di San Francisco, abbiamo imboccato la strada panoramica denominata “17-Mile-Drive”.Si paga $9.25 per auto.

All’ingresso, ti danno una mappa molto dettagliata con tutti i vari punti d’intaresse, dove è un obbligo fermarsi. Si tratta di una strada lunga 13 miglia che costeggia la penisola di Monterey, passerete tra campi da golf (Pebble Beach uno dei più famosi campi del mondo), ville miliardarie, tutto immerso in una vegetazione costituita dai classici cipressi che si piegano alla forza del vento. Uno dei punti più visitati, e simbolo della zona, è il Lone-Pine, ovvero il cipresso solitario, posto solitario su di un promontorio verso il mare. Terminata la 17-Mile-Drive si entra in Monterey, alla quale dedicheremo pochissimo tempo.

MONTEREY La città di Monterey è nota per gli edifici storici coloniali, per la riserva naturalistica marina, dotata di una grande varietà di specie, e per il più grande acquario dell’America del Nord, ma anche per il Cannery Row, antiche fabbriche di trasformazione di acciughe oggi adibite a zona turistica, con negozi e ristoranti. Noi l’abbiamo visitata abbastanza velocemente, non abbiamo nemmeno visitato l’acquario sinceramente non ne avevamo voglia, poi era una bellissima giornata con un cielo azzurro e un sole spettacolare. Abbiamo preferito passeggiare lungo il pontile, bevendoci un succo di frutta freddo… Ci sono tanti negozietti con souvenir, è carina ma per i miei gusti è molto turistica. Terminata la visita, siamo andati a prendere la nostra auto, parcheggiata in un posto auto gratuito a 5 minuti a piedi dal centro. E ora in marcia verso Santa Cruz… SANTA CRUZ Santa Cruz è conosciuta soprattutto per il surf ed è proprio una cittadina balneare. Infatti a parte ragazzi che facevano surf e che giocavano a beach volley non abbiamo visto nient altro. La spiaggia è grandissima rispetto alle nostre italiane.

Diciamo solo che la via principale è Pacific Avenue che è ricca di negozi, ristoranti e qualche piccolo casinò. Per il resto è come una Rimini italiana, ma più bella!!! La giornava ormai correva veloce e noi eravamo già pronti per ricercare un nuovo moltel per passare la notte, infatti alla fine ci ritroviamo per la seconda volta, in un altro Motel 6, vicino a San francisco, anzi esattamente Motel 6 San Francisco Airport.

Mercoledì 23 settembre: Il fuso orario è ancora presente,infatti alle 5.30 eravamo già svegli e prontissimi per affrontare la nostra prima giornata a San Francisco. Quindi, dopo una doccia al volo e il fantastico cappuccino Starbucks, iniziamo la visita da Mission a Castro. MISSION è il quartiere latino-americano, Il nome proviene dalla missione Dolores fondata nel 1776, il più antico quartiere di San Francisco che oggi ospita alcuni dei ristoranti più trendy. Abbiamo visitato la Mission e la basilica, molto caratteristica con al suo interno la statua di Sant’Antonio da padova. CASTRO invece è il quartiere gay, dove ci sono panorami mozzafiato e l’elegante stile vittoriano fanno della zona, orgogliosa capitale gay del mondo, un piccolo villaggio dalle atmosfere accoglienti. Dopo aver fatto parecchie foto ai particolari murales, ci buttiamo nel grande, immenso parco Golden Gate, che è uno dei più grandi parchi realizzati dall’uomo.

Nel GOLDEN GATE PARK è possibile fare un picnic, affittare una bicicletta o dei pattini, o noleggiare un pedalò sul lago Stow. Noi ci siamo limitati a visitare le sue attrazioni più note. Infatti, nascosti tra i meravigliosi , giardini del parco si trovano Conservatory of Flowers, Chinese Moon Pavilion, e il Japanese Tea Garden. L’ingresso al giardino giapponese costa 5 $ è obligatorio, come bere il thè con i biscotti della fortuna. E visita del ponte.

Continuamo la nostra visita con gli altri quartieri di SF, da THE PRESIDIO con Il parco, la spiaggia Crissy Field e i punti panoramici, a HAIGHT-ASHBURY con le sue eleganti abitazioni in stile vittoriano si mescolano con alcuni dei più curiosi aspetti di San Francisco, il tutto sotto lo sguardo severo di una delle più antiche scuole di medicina del mondo. E’ un insediamento hippies degli anni 60 con estrosi negozi e ancora un pizzico di atmosfera psichedelica.

Visitiamo UPPER , il quartiere hippy e THE MARINA fino ad arrivare ai quartieri RUSSIAN HILL-NOBHILL, dove dopo aver fatto il su e giù per le strade tortuose della città, arriviamo alla LOMBARD STREET-CROOKEDEST STREET. Una strada incantevole, piena di fiori e piante colorate, per nn parlare del panorama…

Finalmente, in tardo pomeriggio, arriviamo alla zona più nominata della città : Pier39 e Fisherman’s Wharf. Avevo letto che FISHERMAN’S WHARF era la zona più visitata di San Francisco, infatti me ne sono accorta dalla quantità industriale di italiani che ho visto! Ci sono numerosi artisti di strada, prodotti alimentari freschi e negozi trendy e caratteristici. Tanti ristoranti come il Bubba Gamp, famoso per il film Forest Gump.

Infatti c’è anche la panchina di Forest con la scatola di cioccolatini e le scarpe da ginnastica. Mitico!! E’ tutto così familiare qui… Sembra che ci sono già stata già un miliardo di volte, invece… Ma ogni cosa che vedo, che visito, è come se l’avessi già vissuta e toccata. Conosco tutto, perfino i leoni marini che dormono sulle zattere di legno. E il loro rumore frastornante è peggio del loro odore maleodorante di pesce. Infine quella nebbiolina e l’immancabile vento delle città marine… Beh, ma andiamo avanti nel racconto… Hi hi hi… Qui si trova anche il Pier 39, un mercato vivace come quelli di The Cannery at Del Monte Square e quello di Anchorage Square. E’ possibile gustare il pesce fresco, avevo letto su parecchie guide come i granchi Dungeness e apprezzare la zuppa di crostacei. Infatti mio marito ha mangiato la Clam chowder, la tipica zuppa di polpa di granchio nella pagnotta di pane. Qui poi, si possono comprare dei souvenirs e l’immancabile maglietta all’ hard rock Cafè. Che si trova al 39 Pier 256. Poi non poteva mancare una mangiata alla famosa gelateria in GHIRARDELLI SQUARE . Penso che vedere il negozio Ghirardelli di San Francisco fondato nel 1852 che è il più antico produttore di cioccolato degli USA, è veramente un obbligo. Il negozio è situato in un’antica fabbrica di cioccolato e vende snack, confezioni regalo e leccornie da consumarsi anche sul posto. La mega coppa gelato che ho preso ricoperta di cioccolata calda e ciliegina era veramente libidinosa.

Si è fatta sera e noi dovevamo fare un’ultima cosa ancora: andare al Pier 45 e comprare i biglietti per visitare Alcatraz, per domani mattina alle 9.00. In questo modo abbiamo evitato di fare lunghe file inutili, come tutti mi dicevano.

Alle 21.30 eravamo già cotti e non vedevamo l’ora di ritornare al nostro bellisimo hotel in centro, in Union Square. Però prima ci fermiamo in un piccolo supermercato, dove compriamo insalata e pomodorini per cena.

• L’hotel Vertigo era veramente da sballo, pulito e alla moda, stile hitech, con un mega televisore a schermo piatto! Giovedì 24 settembre Questa mattina, come ieri, ci alziamo presto… Che novità! Alle 6.00 eravamo già svegli, incredibile, nemmeno avessi l’impegno del lavoro! Colazione in albergo e poi, dopo aver lasciato l’auto parcheggiata al Pier 45, andiamo a prendere il traghetto per andare a visitare l’isola di Alcatraz, wow, ero già super eccitata dalla cosa. Forse la nebbiolina che accompagnava la giornata o forse perchè era da tanto che volevo visitare Alcatraz. Posso ammettere che mi sono rimaste impresse molte molte cose di questa vista, la prima forse è una delle regole del carcere. La Numero5, regolamento del Penitenziario,1934. “avete diritto a vitto, alloggio, indumenti ed assistenza sanitaria. TUTTO IL RESTO CONSIDERATELO UN PRIVILEGIO” Questa regola era una delle dure realtà da affrontare tra le mura del penitenziario che, scelto come soggetto di molti libri e film, è divenuto il simbolo del lato oscuro degli Stati Uniti. Alcatraz fu un vero modello di carcere di massima sicurezza inespugnabile, fino alla sua chiusura voluta da Kennedy nel ’63, grazie alla sua posizione.La città è di fronte a meno di 2 km di distanza ma le correnti marine spingono verso l’interno della baia, per cui è difficile giungere a riva, nuotando in acque quasi sempre gelide e piene di squali.

Dei 14 tentativi di evasione il più famoso fu quello dei fratelli John e Clarence Anglin che assieme a Frank Morris, scivolarono nelle gelide acque della baia senza lasciare nessuna traccia.Presumibilmente giunsero a riva ma ufficialmente vennero dati per dispersi…Morti annegati, ma le verità su Alcatraz non verranno mai fuori penso.

La visita parte dal molo dove si affacciano la caserma e gli appartamenti delle guardie carcerarie; lungo una strada si sale, passando per gli altri edifici che formano l’insediamento fino ad arrivare in sommità dell’isola dove si trovano il faro (il più vecchio della costa west), la casa del direttore e il penitenziario vero e proprio.

Entrati nel penitenziario ti danno un walkman e un nastro che ti spiegano tutto ma proprio tutto del carcere. Si visitano i corridoi, le celle, e si sentono le voci di uomini famosi come Al Capone. Sentire la sua voce è stato impressionante, ma ascoltare anche alcuni episodi come il tentativo di sommossa finito in tragedia con la morte di alcune guardie è impressionante..Sono visibili i segni dei proiettili nel muro, viene narrata poi la storia dei fratelli Anglin che riuscirono a fuggire dall’isola.

Dai corridoi, alla biblioteca, alla mensa…Fino ai cortili esterni della tanto sospirata “ora d’aria”…Fino all’incubo di tutti i detenuti… La zona di isolamento con il terribile “Buco”…Cos’è il “Buco” ?Sono delle celle di due metri per due senza finestre chiuse da due porte anch’esse prive di aperture dove venivano rinchiusi anche per diverso tempo chi violava le regole del carcere o chi, in generale, doveva essere particolarmente puniti.

…La voce del nastro invita i visitatori a entrarenel Buco e io e mio marito ovviamente ci siamo entrati. Quando si è dentro si ascoltano le testimonianze di coloro che hanno trascorso anche diversi giorni dentro a questa stanza e tra queste una narrava: “le giornate dentro il buco non passavano mai, per passare qualche ora ci strappavamo un bottone della divisa lo lanciavamo per aria…Cadeva per terra… E poi lo cercavamo a tastoni nel buio della cella…Lo trovavamo…Lo lanciavamo in alto ancora…E così via…Per gioni e giorni…Fino alla pazzia…” E’ stata un’esperienza veramente agghiacciante, ve lo posso assicurare, da pelle d’oca.

Dopo questa fantastica visita, ritorniamo sulla terra ferma per mezzo giorno e ci innoltriamo in UNION SQUARE , che è il centro del distretto dello shopping. I maggiori grandi magazzini e le boutique delle firme più esclusive si trovano nelle strade adiacenti come Post, Sutter, Geary, Grant, Stockton e Powell. Negozi più trendy si possono trovare in Hayes Valley, Fillmore, Union Street e Chestnut Street. Ma noi ci siamo limitati a comprare i jeans Levi’s. Costano poco rispetto all’Italia e conviene con il cambio euro-dollaro.

Continuamo la visita con CIVIC CENTER = Main Library, City Hall, War Memorial Opera House, il quartiere SOMA con Yerba Buena Gardens, MOMA, Centro commerciale METREON, praticamente è il cuore culturale della città con 25 tra musei e gallerie. Come NewYork c’è anche qua il FINANCIAL DISCRICT con grandi grattacieli, come la Bank of America e il Transamerica Pyramid. Visitiamo la CHINATOWN di San Francisco che è la zona dove risiede la più antica e più numerosa comunità cinese degli Stati Uniti. All’interno ci sono 24 isolati densamente animati da un abbondanza di negozi di articoli esotici, famosi ristoranti, mercati alimentari, templi e piccoli musei. Impressionante!! Delizioso è anche NORTH BEACH, il quartiere italiano, che non è assolutamente una spiaggia. E’ una zona fatta di romantici caffé all’aria aperta in stile europeo, ristoranti, negozi, cabaret, jazz club, gallerie d’arte e piccoli hotel che si estendono da Washington Square lungo la Columbus e la Grant Avenue. Abbiamo fotografato anche la Coit Tower .

Eravamo distrutti come ieri, ma siamo andati direttamente in zona imbarcadero, per mangiare… Un’ottima cena alristorante giapponese Ozumo con un servizio impeccabile arredamento minimalista e cocktails strepitosi.E’ un pò caro ma vale la pena, il pesce è freschissimo e il locale è pieno di bella gente, nessun turista. Si trova in 161 Steuart Street.

Venerdì 25 settembre: YOSEMITE NATIONAL PARK COULTERVILLE-MARIPOSA-EL PORTAL-YOSEMITE-FRESNO Questa giornata l’abbiamo dedicata tutta alla visita del parco e la giornata era splendida…Anzi troppo caldo sinceramente…

L’ingresso del parco è di $20 e dura per una settimana, all’entrata, oltre il pass, i rangers consegnano il giornale e la brochure del parco con piantine stradali, consigli su percorsi da fare, curiosità. Visita alla parte “bassa” con le cascate e la foresta di sequoie giganti, vari animali come orsi Grizly e marmotte, scoiattoli. Il Parco Nazionale dello Yosemite è uno dei più bei posti negli Stati Uniti. In effetti, posso assicurare che è davvero incantevole in ognuno dei suoi oltre 3.000 chilometri quadrati. Nel Parco dello Yosemite, inoltre,crescono le più maestose specie arboree: le sequoie giganti e molte altre conifere, tra cui abeti “magnifica” e abeti “color”,pini e ginepri, nonché pioppi trèmuli, cornioli e querce. La zona più alta della foresta è percorribile grazie a numerose strade e piste in terra battuta.

La valle vera e propria, che consiste in una apertura di 20 chilometri quadrati ad una altitudine di circa 1200 metri sul livello del mare.La sua bellezza deriva anche da quello che le fa di contorno: “aperta ai cieli, cintata da pareti vertiginose di granito, tappezzata di verde smeraldino,ingemmata di cascate”. Quattro strade principali conducono allo Yosemite, ma la più spettacolare e suggestiva è quella che arriva da sud e dal piede dei monti vi fa salire nell’aria pungente, fino ad incontrare la galleria Wawona. Superato questo tunnel è bene fermarsi un momento per contemplare il paesaggio e lasciarsi riempire di stupore dalla valle. Alla sinistra si può ammirare la parete verticale di granito di El Capitàn, mentre a destra scintilla la Cascata del Velo Nuziale (Bridalveil Fall).

La Valle dello Yosemite è stata scavata moltissimi secoli fa da un possente ghiacciaio che ha lasciato in lato lungo le pareti molte altre gole oltre alla valle principale. Da queste gole minori laterali precipitano in salti allegri vertiginosi numerose cascate, che sfociano tutte nel fiume a fondo valle. Alcune cascate sono famosissime! La Cascata Superiore (Yosemite Falls) sfocia in un salto di 436 metri, ribolle sulla roccia per poi tuffarsi nuovamente nel vuoto per altri 739 metri prima di colpire definitivamente la terra. La cascata cosiddetta “del Velo Nuziale”, invece, è più sottile, ma anche più ripida. Ad una certa ora i suoi spruzzi riflettono i raggi del sole in modo da formare un arcobaleno spettacolare che lascia letteralmente senza parole. La Cascata del Nastro, con i suoi 491 metri è la più alta del parco.

Le sequoie giganti si trovano principalmente in tre grandi zone del Parco. La sequoia gigante esercita sempre un suo fascino è maggiore per circonferenza della sequoia sempreverde, anche se è minore per altezza. Lo Yosemite però non è soltanto il luogo dei giganti, ma anche quello delle bellezze più delicate e minute, come i numerosi fiori.

la giornata è trascorsa molto velocemente e per cena ci siamo fermati in un’ area pic-nic a mangiare… Facendo attenzione agli orsi!!! In tarda serata siamo arrivati a Fresno, dove come di rito, abbiamo alloggiato in un Motel!! Sabato 26 settembre: FRESNO-CALICO-REDROCKCANYON La nottata al Motel travelodge Fresno penso che non la dimenticheremo mai… Durante la notte, alle 4.00, suona il telefono della camera. Dopo lo spavento della chiamata, Gianny risponde e mi passa subito la cornetta, pensando che era la reception. Invece… Era una voce di un uomo, un pò preoccupante direi. Beh, prima mi chiede che colore è la mia T-shirt e io non capendo tanto cosa volesse da me gli ripetevo: “What’?!?2 e lui dopo qualche secondo mi dice di spogliarmi… E io What Sir? I don’t understand u sorry… Gli attacco il telefono. Cioè non è possibile, i matti ci sono anche qui in America, senza parole. Dopo qualche minuto, non contento, richiama, dicendomi se potevo essere la sua pin up. Se alè, questo era proprio fuori.Un vero e proprio maniaco. Io da buona italiana l ho insultato e l ho mandato a quel paese. Dopo, abbiamo staccato la presa del telefono, onde evitare un’altra chiamata. La mattina seguente, alla reception, sento una cliente, che si lamentava di una chiamata di un maniaco alle 4.00 di notte. Raccontava che un uomo l’aveva chiamata dicendole di svestirsi. Anche a lei! Ci credete’?! E la signora della reception sapete cosa diceva? Yes yes i know this situation…Cause everyday This man call all room, we usually call hi PSYCO!!!!!!! Da film… Sembrava di essere in un film. Commenti? hi hi hi Beh, cmq dopo la colazione siamo andati direttamente a Calico, la famosa città fantasma. L’ ingresso è di soli $6 e per questa piccola cittadina vale la pena. Calico venne fondata nel 1881 dopo la scoperta di un giacimento d’argento. Arrivò ad avere 1200 abitanti contro gli attuali 11 che vivono ancora in queste case di legno. Il problema più grosso era legato al legno, la città prese fuoco e fu distrutta per ben due volte ed interamente ricostruita. La produzione di metalli estratti era valutata in $86 milioni d’argento e $45 milioni di Borace. Il crollo del prezzo del 1885 e la scoperta di giacimenti d’oro portarono alla rovina la città. Attorno al 1950 Walter Knott risollevò questa città fantasma trasformandola in una attrazione turistica, tappa quasi obbligatoria per chi si dirige da Los Angeles a Las Vegas. C’è il tour sul trenino che gira intorno alla vecchia città e alle varie miniere circostanti.

Domenica 27 settembre: DEATH VALLEY-LAKE MEAD- ROUTE 66 Il fuso orario è ancora presente, ma questo è tutto un vantaggio per noi. Dopo la mini. Colazione inclusa nel Motel con l’immancabile caffè americano e 2 blue berry muffins, partiamo per la Death Valley.

Siamo partiti alle 6.15, carichi di bottigliette di acqua ghiacciata e Red Bull, e ovviamente con il pieno di benzina ( dato che è risaputo che vicino ai parchi costa di più). Lungo il tragitto, raggiungiamo la città di Ridgecrest, proseguiamo sulla 178, passando da Trona, ed entriamo nel parco all’altezza di Panamint Springs, proseguiamo poi per Stovepipe Wells Village, e poi verso sud, lungo la 190 in direzione del Visitor Center.

Arriviamo all’ingresso Furnace Creek alle 9.30 circa e quindi la temperatura è ancora sopportabile. L’ingresso costa 20 $ e dopo aver preso la mappa iniziamo il nostro tour. Il punto più caratteristico di questa valle a parer mio è il Badwater perchè si possono vedere le strane forme quasi esagonali che modellano il bacino di Badwater quasi come piastrelle di un pavimento. Badwater è un luogo a 85,5 metri sotto il livello del mare e offre l’ennesimo esempio di come il sole possa piegare e modellare la terra. Sempre con la mappa in mano, visitiamo altri punti interessanti ed imperdibile è invece la strada a one way di Artist Drive . Questa strada è un loop asfaltato che conduce attraverso una zona in cui le badlands della Death Valley assumono ogni sfumatore di colore cui possiate pensare. Il clou di questa strada è il famoso Artists Palette, che per la quantità di colori verde giallo rosso rosa ricorda la tavolozza di un pittore.

Io sono impazzita sulle meravigliose Sand Dunes, che si trovano a due miglia ad ovest di Stovepipe Wells e sono certamente un must. Mio marito ed io siamo saliti, anzi abbiamo fatto anche un book fotogratico su queste dune meravigliose. Esattamente c’abbiamo camminato sopra e le abbiamo esplorate da vicino. Dicono che questo è uno dei posti migliori per gustarsi sia l’alba che il tramonto, ma noi purtroppo non siamo riusciti, beh niente di grave, ci siamo cmq divertiti come bambini.

Il tempo intanto correva, era già ora di pranzo e anche la temperatura intanto si alzava. Il caldo si faceva sentire, 40 gradi e il venticello era ormai soffocante. Era giunta l’ora di salutare questa vallata della morte. Ed è stata una bellissima esperienza, grazie soprattutto ai cambiamenti di colore delle rocce e della sabbia. Anche se la cosa + divertente è stata salire e scendere sulle fantastiche dune bianche. Alle 14 eravamo già pronti per la visita al Lake Mead, un lago in mezzo al deserto, da vedere! Proseguiamo e passiamo per la Hoover Dam, la diga più grande degli Usa, alta 222 metri. Veramente impressionante questa costruzione, le nostre dighe in confronto fanno ridere. Questa sera dobbiamo avvicinarci il più possibile al Grand Canyon, in questo modo la mattina dopo siamo già pronti per dedicargli una giornata di visita.

Percorriamo la highway 40 fino a Kingman e poi usciamo per entrare nella magica route 66. La famosa strada che collega gli Usa da est a ovest, la tanto nominata Mother Road. Infatti, dopo aver fatto una piccola spesa in un bel supermercato con insalata e pollo arrosto, ci fermiamo per l’ennesima volta ad un Motel: Motel 6 Williams East-Grand Canyon.

lunedì 28 settembre: GRAND CANYON- ROUTE 66 – KINGMAN Sveglia presto come sempre e poi in marcia verso il Canyon. L’ingresso costa $25, e mentre si paga ti danno subito la comoda mappa con tutti i punti di interesse. Noi abbiamo fatto il giro dei point view con l’auto, quelli più belli sono posizionati sulla strada che va da Desert view verso Cameron, qui potrete ammirare il Colorado river che ha dato i natali al Canyon in anni di dura erosione. Inoltre, in alcuni punti abbiamo preferito prendere il pullman del parco, perché l’auto non è permessa. Abbiamo visto dei luoghi da film, da rimanere minuti senza parlare, dalla bellezza che ci circondava. Poi i bellissimi scoiattoli che incontravamo durante il percorso. Che natura incontaminata, da brivido. Dopo aver mangiato in un area pic-nic super attrezzata, nel tardo pomeriggio siamo usciti dal parco, prendendo la strada 40. All’uscita 139 siamo però usciti per ripercorrere la route 66 fino a Kingman. La mother road è unica nel suo genere e la strada esiste attualmente con il nome di “Historic Route 66”. Ci fermiamo nella cittadina di Kingman, dove facciamo il pieno di benzina e un pò di spesa alimentare. La cittadina di Kingman fu fondata alla fine del ‘800 ed è situata nella pittoresca Hualapai Valley tra le catene montuose Cerbat e Hualapai, è nota x le sue origini molto modeste e x il suo museo della Route66.

Dopo di che cerchiamo un motel per la notte: questa sera si dorme al Motel Travelodge a Kingman, a soli 50 $ con colazione inclusa ovviamente. Usiamo il computer della reception per andare su internet e mandare qualche e-mail in Italia. Poi dritti a letto…

Martedì 29 settembre: KINGMAN- LAS VEGAS La nottata al Travelodge Kingman è volata, poi il motel era proprio nuovo e la colazione era veramente curata, con ottimi cereali e muffins. Alle 8.30 decidiamo di visitare il The Route 66 Museum, il quale, abbiamo trovato per caso, grazie al volantino che era in albergo. Vale la pena visitarlo, tanto costa solo $4 ed è caratteristico, con alcune ricostruzioni delle auto del ‘800, le pompe della benzina, le fotografie storiche della route66, e molte altre cose.

I tempo vola e dopo aver fatto le ultime foto a murales carinissimi e alla Locomotive Park, ci mettiamo subito in viaggio per Las Vegas. Quando arriviamo allo Shopping Center Blue Diamond, a pochi Km dalla città, ci fermiamo per fare un po’ di frenetico e amato shopping.

Abbigliamento di marca a bassissimo prezzo, da non crederci. Compro di tutto: felpe Adidas, cinture Guess e Calvin Klein , Levi’s, maglie Nike, abiti da sera, infradito, scarpe, tovagliette e coperta Playboy. Compriamo anche un’altra valigia perché ci sarebbe cmq servita per il viaggio di ritorno.

Finito lo shopping, voliamo al nostro albergo di lusso: The Venetian. Senza parole! Per riuscire a capire l’ingresso e il parcheggio clienti hotel e anche reception, non è stato proprio facilissimo, ma poi dopo 2 tentativi falliti, ce l’abbiamo fatta. La nostra auto era al piano 5, zona b, al numero 6227. Quando siamo arrivati alla reception con i nostri bagagli, la signorina gentilissima ci ha dato una mappa dell’ hotel, dei buoni sconti per i ristoranti dell’hotel e le tessere-chiave della nostra suite.

Cosa servirà mai una mappa dell’hotel? Serve serve e meno male che l’avevamo, altrimenti veramente una persona si perde. Ci sono vari negozi, ristoranti, teatri, bar, gioiellerie, lounges… Per arrivare alla nostra suite , dovevamo attraversare il Casinò, raggiungere le ascensori Guest Suites. Un servizio e una suite impeccabile, c’era proprio tutto quello che desideravo. Un bagno grandissimo e lussuoso con sue lavandini, una vasca da bagno da regina, una doccia spaziosissima in vetro, tv a schermo piatto in bagno, vi rendete conto? Per non parlare della camera da letto con cabina armadio e il salottino molto chic e raffinato con divano angolare in pelle nera. Avrei voluto restare nella mia suite per ore, ma siamo stati giusto il tempo di sistemare le nostre valige, farci una bella doccia e cambiarci. Ci siamo così buttati nella frenetica Strip, l’arteria principale di Las Vegas. Abbiamo incominciato a visitare il grande Ceasar Palace con il suo forum shops, dove mi sono recata nel negozio di PLAYBOY, dove ho comprato borsa, collana, bracciale. Proseguendo per la lunga e grande Strip, abbiamo incontrato diversi negozi, immensi, come ad esempio quello della Coca-Cola a tre piani, della Harley-Davidson, degli M&M e dell’HardRockCafè. Li abbiamo visitati tutti quanti e abbiamo fatto pure le foto al loro interno, perché erano spaziali. Per la cena abbiamo optato per il mega Buffet all you can eat del Bellaggio, il più caro e anche il più buono. Il prezzo 29$ a testa era comprensivo di bevande e servizio. Ci hanno fatto accomodare su un tavolo per 2, ci hanno servito da bere quello che volevamo e ci hanno invitato a iniziare a servirci. Un buffet spaziale con una varietà di cucine e prelibatezze da svenire. Dalla cucina francese alla cucina italiana, dalla cucina orientale alla cucina americana, dalla cucina messicana alla cucina giapponese.

La cucina giapponese, la mia preferita, vantava piatti ricchi di sushi, osamaki, uramaki, sashimi e coni cn alghe e salsa di soia. Assolutamente deliziosi!Mio marito invece si è fatto il pieno di pesce: gamberoni, granchi, cozze ripiene, pesce spada in agrodolce, salmone, merluzzo in salsa verde. Abbiamo assaggiato anche una Steak Anguss molto invitante e alcune fettine di manzo e vitello elaborate; erano morbidissime e delicate. I primi piatti, i formaggi e i vari tipi di pane non li abbiamo nemmeno toccati, ma ci siamo rifatti sui dessert e sui gelati. Era la mia prima volta ad un buffet All you can eat e vi posso assicurare che è stata un’esperienza unica nel suo genere. Senz’altro da provare. Dopo questa cena ci siamo diretti verso il nostro hotel e lungo la strada, ho beccato una mia cara collega di lavoro (le coincidenze della vita). Beh, una volta arrivati in camera, in piena notte, mi sono concessa un bel bagno caldo, stile Pretty Woman, con tv-musica accesa. Da sogno, ve l’assicuro…

Mercoledì 30 settembre: visita della CITTA’ LAS VEGAS Oggi la giornata è dedicata alla visita agli hotel-casinò- shop, quindi ci muniamo di un biglietto giornaliero per i vari spostamenti.

Iniziamo con il TREASURE ISLAND, che ha per tema l’Isola del Tesoro e ogni sera all`esterno c’e`uno spettacolo che riproduce una battaglia navale con navi a grandezza naturale, un galeone dei pirati e sirene. Poi è la volta del MIRAGE, in un ambiente in stile tropicale con tigri, un enorme acuario e una vasca con delfini. Tra le sue maggiori attrazioni il vulcano artificiale che erutta lava e fiumi di fuoco, ogni mezz’ora tra le 20 e la 1.

Rivisitiamo velocemente il CESARS PALACE, il più famoso hotel-casinò del mondo, dv tutto è ambientato ai tempi dell’Impero Romano. All’interno dell’immenso shopping centerForumShops, si può assistere al festival FountainShow, in cui statue di marmo si animano improvvisamente e danno vita a conversazioni e a un laser-show. Unhotel-casinò che mi è rimasto nel cuore è il NEWYORKNEWYORK, dove si vede la mitica statua della libertà con un rollercoaster che si muove tra i grattacieli della città. All’interno la ricostruzione di Manhattan è curata in ogni minimo dettaglio, anche le stradine di Broadway, per non parlare del luna Park di Coney Island. Nonostante i piedi cotti, proseguiamo la visita agli alberghi e arriviamo all’immenso MGM, che viene gestito dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Nella “Grand Garden Arena” si tengono spesso mega-concerti, all’interno dell’Hollywood Theatre si esibiscono regolarmente l’illusionista David Copperfield e il cantante Tom Jones È l’albergo con più posti letto di tutta Las Vegas: circa 5.500 camere. Vi rendete conto? assurdo. La cosa più bella cmq è stato il leone della Mgm, già, perchè al suo interno vi sono dei leoni protetti da pareti di cristallo che consentono di vederli nel loro habitat. Dopo una visita veloce ad EXCALIBUR, un castello medioevale dv tutto ricorda Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, visitiamo il LUXOR, un hotel a forma di piramide di vetro nero e acciaio alta 30 piani, con statue che imitano lo stile egizio del granito di Aswan ed una sfinge. Dal tramonto all’alba un fascio di luce dalla punta della piramide è puntato verso il cielo. L’atrio dell’albergo è il più grande atrio del mondo. Per ultimo visitiamo il MANDALAY BAY, un lussuoso complesso a tema tropicale con parecchie piscine al suo interno, ma niente di speciale.

Eravamo ormai cotti, ma ci mancava ancora la visita della Las Vegas vecchia, dove ci sono i primi hotel-casinò della città. Quindi riprendiamo il bus e arriviamo nella DOWNTOWN di LASVEGAS.Lì ci eravamo dati appuntamento con la mia collega e il suo fidanzato. Così insieme a loro, siamo saliti sullo STRATOSPHERE, la costruzione è costata 550 milioni di $ e in cima alla torre si trova il famoso ristorante dv si può ammirare il panorama a 360 gradi. Il panorama è mozzafiato e conviene vedere la città così, è da pelle d’oca, da brivido, ma anche romantica senz’altro. La giornata stava volando e noi dovevamo visitare ancora tante altre cose. Alle 20 eravamo davanti al BELLAGGIO, per assistere a fantastici spettacoli di fontane e getti d’acqua che danazano a ritmo di musiche italiane. Unico nel suo genere, come anche l’interno dell’albergo, dove viene ricostruito il pittoresco paese che si affaccia sul lago di Como, in Italia. Mi ricordava molto Ocean’s eleven.

Finito lo spettacolo, abbiamo deciso di andare a cenare in un altro grande Buffet. Questa volta al Buffet All you can eat del PARIS, tipico hotel stile francese con tanto di torre Eiffel alta 50 piani, la passeggiata degli Champs Elysèes, il Parc Monceau e l’immancabili bateaux! Un buffet ricco come quello di ieri sera, ma meno caro. Le cucine erano svariate, forse i dessert erano di più, perchè poi c’era anche una zona con creme calde, cioccolate, pasticcini elaborati, insomma moltissimi dolci! Dopo la cena, riprendiamo l’autobus per andare a vedere lo spettacolo del FREMONT STREET EXPERIENCE, dove tutte le sere dal tramonto a mezzanotte in qst galleria viene ripetuto uno spettacolo di suoni e di luci di 6 minuti con sottofondo musicale dei Kiss. Finito lo spettacolo, siamo ritornati sulla Strip per berci una birra con la coppia dei nostri amici italiani.

La giornata è stata piena piena ed io e mio marito eravamo così cotti, che appena abbiamo messo piede nella nostra camera, siamo crollati dal sonno. Questa frenetica e amata Las Vegas ci ha stancati, ma d’altronde la voglia di visitare era più forte di noi.

Giovedì 1 ottobre : LAS VEGAS – BARSTOWS – SAN DIEGO Cara dolce e dispersiva LAS VEGAS, purtroppo oggi è il nostro ultimo giorno, dobbiamo salutarti… La sveglia è suonata tardi oggi, ce la siamo presa con molta calma, forse perché ieri sera siamo andati a letto tardissimo. Alle 9.30 ci alziamo, facciamo colazione con caffè americano e lemon pie, consegniamo chiavi della camera, alla reception e ci buttiamo su qualche slot. Essere a Las Vegas e non provare nemmeno l’ebbrezza del gioco era da fuori legge. Quindi abbiamo usato la carta che ci hanno regalato con 25 $ e abbiamo tentato la fortuna, invano. Io non volevo nemmeno tentare, ma mio marito ha insistito e quindi…Tentare non nuoce, dice il proverbio.

Salutiamo così con malincuore il nostro albergo e ci dirigiamo verso la downtown per vedere e per fotografare le cappelle dei matrimoni. Che carine che erano! esistono veramente, come si vede nei film. Con limousine e fiori all’esterno della cappella, roba da matti… Però, se nn ero sposata, quasi quasi, ero tentata. Dopo pranzo, ci mettiamo in viaggio per raggiungere San Diego, ci fermiamo però prima a Barstows, per fare qualche foto e per bere un frappuccino allo Starbucks. Ci siamo fermati alla Bartows station, dove c’era un piccolo centro commerciale, dove abbiamo fatto rifornimento di acqua.

In tarda serata siamo arrivati a San Diego, abbiamo dormito fuori città, in un Motel Vagabond Inn, a 10 km dal centro città. Il Motel era veramente pulito e carino, con il solito e ormai amico microonde abbiamo cenato in stanza e ci siamo fatti anche i Poc-corn, mentre guardavamo una puntata di Dottor House, per noi inedita.

Venerdì 2 ottobre: SAN DIEGO – LA JOLLA – COSTA MESA Diciamo che se si va in California, non si può mancare all’appuntamento con questa città solare. A 30 Km da san Diego si trova la città di confine messicana di Tijuana, quindi siamo vicinissimi al Messico, ed è per questa motivazione che la maggior parte della gente parla spagnolo.

La mattina l’abbiamo usata per visitare velocemente il centro della città : DOWNTOWN e IL GASLAMP DISTRICT. La Downtown di San Diego è ben diversa dalle altre, è una ben riuscita miscela di palazzi restaurati negli anni 1910-20 e di grattacieli moderni, simboli dell’attuale potenza finanziaria della città. Con la vivace Horton Plaza, all’angolo fra Broadway e Fourth Avenue, Downtown possiede anche una rarità anche per il sud della California: un centro commerciale all’aperto nel cuore della città. I prezzi sono davvero economici, ve l’assicuro, anche se non abbiamo comprato nulla, tranne 2 maglie all’HardRockCafè. Accanto all’Horton Plaza si trova il Gaslamp District un quartiere di 16 isolati, con un caratteristico lastricato rosso, lampade a gas, negozi di antiquari, gallerie d’arte, e ristoranti. Subito dopo siamo andati a visitare il SEAPORT VILLAGE, sinceramente l’abbiamo trovato per caso, girovagando in macchina. Il villaggio di porto marittimo è ricco di negozi, ristoranti e un bellissimo scenario. Il disegno architettonico è fortemente Disney – influenzato,sembra di essere in un parco giochi. Ed i negozi sono i generi amati da legioni di turisti attraverso l’America, noi infatti, non abbiamo comprato assolutamente nulla. Quella che è infallibilmente superba di questo Villaggio di Porto marittimo è l’ubicazione. Immaginatevi la scena: mio marito ed io esposti al sole, alcune ore prima di mezzogiorno, mano nella mano, sulla passerella. Che piacevole sensazione, poi andare a zonzo tra quelle piccole strane viette… Saremmo stati lì le ore intere, ma il tempo era nostro nemico e un’altra zona ci aspettava: la OLD TOWN.

A Old Town San Diego , pochi Km a nord di Downtown, sono conservate alcune delle più antiche costruzioni di San Diego, erette all’inizio dell’800 in prossimità della missione e abbandonate all’inizio del ‘900 , allorché la città decise di rinnovarsi optando per una nuova posizione vicino al porto, verso l’attuale Downtown. Una passeggiata fra gli edifici messicani in adobe e le prime case in legno dell’epoca coloniale è obligatoria, poi permetterà di rendersi conto delle diverse fasi di insediamento umano verificatosi in questi luoghi. Una strana senzazione abbiamo provato, forse perchè la musica latina-americana di sottofondo, i vari colori accesi messicani, ci hanno fatto pensare al Messico e non più agli Stati Uniti. Qui fu il luogo in cui sorse il primo insediamento civile spagnolo in California, conosciuto con il nome di Pueblo de San Diego ed è proprio per questa ragione che tutto era così messicano. Nel 1968 la Città Vecchia diventò un parco storico statale in cui si eseguirono scavi archeologici, si ristrutturarono i pochi edifici originali e si ricostruirono quelli cadenti. Oggi è una zona commerciale rivolta al turismo, ma la piazza aperta, con i suoi alberi ombrosi, è un buon luogo in cui fare una passeggiata, anche se non bisogna prendere troppo sul serio la sua importanza storica. Infatti, noi ci siamo mangiati un ottimo bicchiere con della frutta esotica, abbiamo fatto qualche acquisto, come nel negozio di bandiere americane, dove ne ho comprata una bellissima e poi abbiamo conosciuto una coppia di americani, molto simpatici e disponibili. Nel tardo pomeriggio, ci siamo rimessi in viaggio per visitare la vicina JOLLA. Si trova a soli 14 km dalla città.

E noi abbiamo visto anche la casa dei Cohen del telefilm THE O.C. , che posti mozzafiato, la jolla è arroccata su scogliere costellate di grotte e spiaggette, punteggiata dal rosa delle case. Lo scenario lascia senza parole e per qualche minuto siamo rimasti sulla spiaggia a goderci il paesaggio. Ci voleva! Arriviamo poi ad un paese sempre di carattere messicano, COSTA MESA. Dalla strada adocchiamo un centro commerciale, ricco di negozi e supermercati. Ci fermiamo per fare shopping, per comprare qualcosa per la cena e per cercare alloggio per la notte al MotelVagabond inn Costa Mesa.

Sabato 3 ottobre: In viaggio per O.C. …

NEWPORT BEACH Newport Beach, fondata nel 1906, è una città della Orange County, in California. La città è casa di numerose e recenti annessioni, tra le quali Balboa Island, Corona del Mar, San Joaquin Hills, e Newport Coast.

Luoghi da visitare: Tra le maggiori attrazioni di quest’area spiccano le spiagge sulla Balboa Peninsula e quelle di Corona del Mar. Il Crystal Cove State Park si trova nell’estrema zona meridionale della costa. La Catalina Flyer, un immenso catamarano da 500 posti, provvede al trasporto giornaliero di turisti dalla Balboa Peninsula ad Avalon, situata nell’Isola di Santa Catalina. Lo storico Balboa Pavilion, è il punto di riferimento di Newport Beach. La Balboa Island è un’isola artificiale nel Porto di Newport che fu realizzata appena prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale. Il traghetto della Balboa Island trasporta automobili, bicicli e persone attraverso il canale del porto tra la Balboa Island e la Balboa Peninsula. La Back Bay è una riserva naturale, mentre la vicina Fashion Island è un enorme centro della moda, nel quale si distinguono negozi come Bloomingdale’s.

E’ la spiaggia dei riccono incredibile, tutti che fanno surf e portano in giro il proprio cane.

THE O.C.

The O.C. È in realtà filmata in diverse città balneari della California del sud per ridurre i costi, non a NewPort beach. Molte parti all’interno delle abitazioni e degli uffici, inclusa la casa dei Cohen, sono filmate a Manhattan Beach in California, mentre le parti esterne come i negozi, le spiagge o i locali vengono filmate a Redondo Beach e Hermosa Beach e Manhattan Beach.

REDONDO BEACH Questa è una delle location di OC in particolare qui c’è il mitico BAIT SHOP che oggi si presenta come un vecchio locale abbandonato.

Nella vita reale il bait shop è solo una costruzione di pietra vuota e nella vita reale possiamo trovarlo alla redondo pier beach . The Redondo pier include un raggrpuppamento di costruzioni blu in cima a questa strttura e queste strane costruzioni hanno un look prettamente blu.Ma il bait shop è posizionato sulla parte norest del molo , vicino agli scogli,e giusto a pochi passi dal reale Kincaid’s restaurant Poi ci sono le famose panchine al Pier dove Rayn e Marissa hanno passato ore a chiacchierare.

La zona è il REDONDO BEACH PIER zona Torrance Blvd.Il locale dove i ragazzi andavano a far colazione esiste veramente ed è il REDONDO COFFEE SHOP e si trova al 141 Fisherman’s Wharf . Era di rito, o meglio, era un must fare sosta qui! PANCKES CON SCIROPPO D’ACERO E MIRTILLI CALDI!!!! Qui si trova anche lo studio di Sandy in Pier Plaza Business Parkal numero 111.

HERMOSA BEACH La città è situata nella baia meridionale della greater Los Angeles area ed è una delle tre Beach Cities, infatti il nome deriva dal termine spagnolo hermosa, letteralmente bella.

Il pier è at the west end of Pier Avenue. Pier Plaza, which lies at the east/land end of the Hermosa Pier. Pier Plaza fa attualmente parte del Pier Avenue (la zona principale in Hermosa Beach), e la zona è ristretta al traffico dato che è zona pedonale con tante palme. Mermaid Restaurant è uno dei famosi ristoranti e si trova al 11 Pier Avenue.Solo qualche passo più avanti del Hermosa pier, si trova il Sea Sprite Motel al 1016 The Strand, dove Judy girò quei filmini porno.Anche nel Pier Plaza si trova il clothing store dove Trey girò parecchie scene di litigi con il suo manager. Sempre nel hermosa Pier si trova il campo di beachvolley chiamato The Strand, dove sn state girate parecchie scene, passeggiate, corse in bici, chiacchierate.Lì vicino si trova anche il Crab Shack cafe.La Newport Pier Plaza,appare in molti episodi e si vede Hermosa’s Pier Avenue promenade, Loreto Plaza center, Seth’s comic book store , Mexican restaurant e il bar dove Ryan lavorava.

Dopo la costa visitiamo anche Manhattan beach, Venice. Sono spiagge fantastiche, libidinose con sabbia bianca stile Carabi. Ci sono km di spiaggia con tutte le villette sul mare con tanto di barbecue, giardinetto, sedie sdraio con ombrellone e mini piscina. Parecchi ragazzi per lo più balestrati con un fisico da paura che giocano a beach volley, felici mamme con il passeggino e il cane, donne che fanno jogging ascoltando il proprio Ipode, insomma, proprio come nei film.

Beverly Hills 90210. Che lusso e che bellezza… Per non parlare dei bagnini, che fusti! Insomma mi sembrava di essere in una puntata di un telefilm americano. Finito questo sogno americano, ci siamo diretti verso la nostra nuova meta: HOLLYWOOD.

Iniziamo con la visita alla celebre via delle stelle, la Walk of Fame, dove facciamo qualche foto di rito alle stelle più famose del cinema e della musica, come Tom Cruise, John Travolta, M. Jackson, Madonna. Vediamo i teatri più famosi come il Kodak theatre e il Chinese Theatre,anche se non mi piaceva molto stare in quella zona. Come mi dicevano Hollywood è una zona malfamata e iena di barboni, non è molto pulita e curata. Quindi siamo restati il meno possibile e dopo di che ci siamo diretti verso la scritta HOLLYWOOD.

Sembrava l’impresa impossibile, ma mio marito ed io volevamo farcela a tutti i costi. Ci siamo messi in marcia dalla Walk of fame e senza mappa alla mano, ma grazie all’orientamento di mio marito, ce l’abbiamo fatta. Una serpentina di viette a senso unico con ville bellissime e tutte circondate da giardini e antifurto. Salivamo, salivamo, sempre più in alto, come se andassimo in montagna, che strana cosa, tra i monti di Hollywood. Eravamo così elettrizzati ed emozionati che quando siamo arrivati sotto la scritta, mi sono commossa. Io sono arrivata, si esattamente, sotto quella famosa e storica scritta di Hollywood, non ci posso credere. E’ impressionante la grandezza delle lettere, alte 20metri circa, avevo i brividi a stare lìsotto. Vi rendete conto? Sono a Hollywood, dove tutti i sogni si avverano… e il mio si è avverato!! Fare questo viaggio on the road con la mia dolce metà. Siamo rimasti così contenti ed emozionati che siamo restati lì in alto, sulla montagna, fino all’alba. E ragazzi che panorama da urlo… Tutta LosAngeles ai nostri piedi… Dopo questa fantastica visita, ci siamo diretti inizialmente a Santa Monica e poi a Pasadena, per ceeercare un motel perla notte. L’unico problema è che essendo Los Angeles i prezzi si alzano e spesso non si trova disponibilità immediata. Infatti dopo aver chiesto al Travelodge diSanta Monica, siamo andati al Motel Travelodge di Pasadena, dove abbiamo pagato 90 $.

Scaricate le valige in camera, siamo andati a prendere un panino al drive-thru del Burger King, dove ovviamente abbiamo fatto una figura da comiche… In Italia, non sono mai andata ad un drive-in, perché non amo McDonald’s, quindi, sinceramente, non sapevo nemmeno come funzionasse. Beh, arriviamo lì con la nostra auto e c’era un microfono, dove tu ordini quello che vuoi, dopo averlo visto nel menù del cartellone. Mio marito aveva scelto il nuovo menù del BurgerKing con la bistecca di manzo.

Quindi Gianny gli dice one steak menù xl, ma la tipa, non capendo le risponde, sorry, repeat, please. E quindi Gianny gli ridice one steak menù xl, e la tipa, ancora non capendo, le risponde, Sorry, i don’t understand u. A questo punto, sia io che mio marito pensiamo che il microfono non funzioni bene, e per questo la tipa non capisca. A questo punto la tipa ci dice Wait please, e poi ci parla un uomo e ci chiede What do u wanna? E noi iniziamo a ridere, tipo CandidCamera. Io nn riuscivo più a parlare,mi veniva troppo da ridere. Prima la tipa, poi il tipo che ci richiede la stessa cosa e noi rispondiamo allo stesso modo. Il tipo allora ci fa: ah okey okey menù with hamburger. E noi noooooo cazzo questo è più scemo di quella di prima… non ha capito nulla. Io non riuscivo a parlare, continuavo a ridere, nn riuscivo a smettere. Alla fine a mio marito gli viene la brillante idea di dire Menù number 5 … oh si sia lodato il cielo. Il tipo capì finalmente… ma do che risate … quando ci hanno consegnato il menù io ridevo ancora. Anzi, quando eravamo in motel, ridevamo ancora.

Domenica 4ottobre: DOWNTOWN & BEVERLY HILLS & SANTA MONICA & STUDIO CITY Abbiamo iniziato la giornata con la visita della DownTown, diciamo che la zona è caratterizzata da molti dei maggiori istituti artistici, di grattacieli e di molte società multinazionali. Non ci siamo quindi soffermati più di tanto. Abbiamo fatto giusto alcune foto alla nuova Walt Disney Concert Hall e altri palazzoni. Poi ci siamo buttati nella vera zona In di LosAngeles: 90210 il cap diventato famosissimo grazie alla serie omonima: beverlyhills90210. Diciamo che è un quartiere di Los Angeles che sembra finto, pieno di palme, alberi secolari trapiantati lì da chissa’ dove, vialetti acciottolati, case vittoriane, case europee, villette palladiane, costruzioni piu’ ardite, enormi giardini, statue, cancelli. E’ il quartiere dei ricchi, e delle star. Le strade sono deserte, solo qualche giardiniere messicano, qualche cameriera vestita come nei film e pochi altri. Qualche signora in tuta fa footing, qualche altra porta il cagnolino minuscolo a fare pipi’. Si respira pace e tranquillita’, tutto e’ perfetto, tutto e’ pulito, tutto e’ bellissimo. Abbiamo girato in pò in auto per vedere le ville più famose: Johnny Depp = 8942 Wilshire Boulevard, George Clooney = 8817 Lookout Mountain Avenue, MADONNA = 8000 Beverly Boulevard, PLAYBOY MANSION = 10236 Charing Cross Rd e alla fine quella di M. Jackson. La sua casella della posta era piena di rose bianche e lettere scritte dai fans, che tristezza…

Anche se si vedono solo gli ingressi, nient altro. Finito il giro delle ville lussuose , siamo andati a visitare il quartiere di Santa Monica, molto carino e ricco di turisti, ma nulla di che. Parecchi negozi , abbiamo fatto un giro in una mega libreria, ma ci siamo soffermati un paio di ore e basta.

In serata siamo andati allo Studio City, il mega parco vicino agli Universal Studios, con negozi, ristoranti e cinema. Per entrare, sembrava una città con tante indicazioni e moltissimi parcheggi.

I parcheggi sono talmente tanti che hanno i nomi, di alcuni personaggi di alcuni film, allucinante. C’è di tutto: hard rock cafè, starbucks, bubba gumps, negozietti di souvenirs, NBA, etc. . . .

Siamo stati in giro tutta la serata e alla fine abbiamo cenato al ristorante cinese Panda Inn. Ormai si era fatto tardi, era ora di andarsene e di cercare un albergo per la notte, nelle vicinanze. Trovato: motel Daysinn negli Studio City, praticamente a pochi km dal parco degli Universal. In questo modo domani mattina saremo prontissimi e vicinissimi per la visita al parco, che apre alle 10.00, che bello… Stra emozionata!!!! Lunedì 5 ottobre: GIORNATA dedicata AGLI UNIVERSAL STUDIOS All’aperura del parco eravamo già là… Pronti per la giornata del divertimento… Pagato l’ingresso: $61.00 (Orari : 10.00/17.00) Il parco è molto grande e una giornata cmq basta per visitarlo tutto. Diciamo che il punto forte del parco sono 4 o 5 attrazioni che non hanno rivali al mondo: Backlot STUDIO TOUR: come attrazione penso che sia l’unica al mondo, nel senso che è presente in altri parchi, ma solo qui si va a curiosare tra gli studi veri e propri, dove si vede gente a lavoro, scene in costruzione, comparse che vengono riprese ad es. Nelle strade di Parigi, e così via. Comunque, in mezzo a tutta l’attività dei vari stages, il treno porta gli ospiti a visitare set esterni di film o produzioni famose: abbiamo visto Wisteria Lane di Disperate Housewives, alcune ambientazioni di CSI, il modellino di Skull Island utilizzato nell’ultimo King Kong, lo storico Bates Motel e villa annessa di Psycho, le auto rombanti di Fast and Furious, ma il più impressionante tra tutti è il set di War of the worlds, con un aereo di linea precipitato, con le turbine che ancora girano, case distrutte, fuoco e fiamme da tutte le parti. Ci sono poi i set interni che, se vogliamo, possono essere considerate attrazioni a se stanti: l’improvvisa alluvione in un paese del Messico , una tremenda scossa di terremoto nella metro di San Francisco , un attacco di King Kong a New York, un altro attacco da parte dello squalo, l’entrata in una sontuosa tomba egizia che si riferisce a The Mummy WATERWORLD:: colpi di scena a non finire: fuoco, acqua, spari, razzi, moto d’acqua… E un aereo che finisce nel set e piomba nell’acqua . Il tutto coordinato benissimo e con una precisione e puntualità dei movimenti mai visti prima ad ora in un parco. Tra l’altro gli attori sono superprofessionisti .

REVENGE OF THE MUMMY: Rollercoaster indoor supertematizzato con scenografie ad hoc ed effetti speciali a non finire. Si viene caricati su vagoni da 4 per fila: sembra di salire su un dark-ride ma dopo 10 secondi si viene lanciati a 100 Km/h in un percorso tortuosissimo e ricco di colpi di scena. Il tratto finale viene fatto all’indietro.

JURASSIC PARK: una visita dentro Jurassic park siamo nel film… Ci sono i dinosauri che sputano acqua e l’ambientazione è unica.

SHREK 3D: cinema 3d per bambini o per adulti??? THE SIMPSON’S RIDE: una corsa 3d mozzafiato, da provare. Siamo riusciti a fare tutto senza fila da non credere, e sinceramente pensavo di stare ore ad aspettare, invece no, nulla…Però come tutte le gg ai parchi eravamo cotti… Quindi, alla ricerca di un motel in zona LosAngeles Pasadena.

Martedì 6 ottobre: Questa giornata per me e per mio marito sarà una giornata triste, perchè purtroppo si ritorna in Italia.

La nottata in motel purtroppo era stata l’ultima, che tristezza!!! Ce la siamo presa con calma, essendo giornata di partenza.

Dopo la mini-colazione andiamo a farci un giro per negozi, a Rodeo drive, la famosa via di Beverly Hills che fa parte del cosiddetto Golden Triangle. Il Golden Triangle è delimitato dall’incrocio del Santa Monica Boulevard, Wilshire Boulevard e North Beverly Drive. In Rodeo Drive e nelle vie limitrofe si trovano le più famose boutique del mondo con firme prestigiose come Armani, Valentino, D&G, Louis Vuitton, Gucci, BVLGARI,Ralph Lauren, Prada. Noi non abbiamo comprato nulla, ma ero affascinata da questa bellissima via, ve l’assicuro.

Abbiamo fatto giusto qualche foto stile “Pretty Woman” e poi ci siamo diretti verso l’aereoporto…

Abbiamo lasciato la nostra auto, con dispiacere e una volta arrivati al piano partenze dell’aeroporto abbiamo fatto ck.In e imbarcato bagagli. Un pranzo veloce al take-away giapponese e poi dentro gli imbarchi per la partenza…

I voli ancora una volta puntuali e i nostri bagagli arrivano tutti sani!! Arrivati a malpensa… Eravamo cotti e tanto tanto sonno…

L’AMERICA già ci mancava… E già progettavamo il nuovo viaggio 2010.

Che dire di questa nst America? I pro e i contro: tutti pro siceramente.

Viaggiare in macchina negli Stati Uniti è un vero e proprio spasso. Le corsie sono 5 o 6 e spesso c’è anche la corsia Carpool, ossia la corsia dedicata per le auto con 2 o più persone. Noi, la maggior parte delle volte, eravamo su quella corsia, essendo in 2. L’autostrada non si paga quindi si può entrare e uscire come si vuole, non esistono i caselli; un vero e proprio spasso. Non si trovano però le numerose aree di sosta che ci sono da noi.

Per quanto riguarda le strade delle grandi città, anche lì ci siamo trovati molto bene. Ho constatato che gli americani sulle strade sono molto rispettosi degli altri. Infatti, quando c’è traffico nessuno strombazza col clacson, come fanno in Italia. Anche quando procedevo lentamente cercando le indicazioni non mi sono mai beccato nessun insulto o strombazzate. Proprio come in Italia!!! Dopo parecchi Km, ci si ritrova in qualche Motel, i più diffusi sono il Vagabond Inn, DaysInn, Travelodge, Super8, Motel6. Propongono sempre ottimi prezzi, con colazione inclusa, parcheggio, internet gratis e spesso piscina. In camera abbiamo sempre trovato tv, Microonde, frigorifero, macchinetta del caffè\thè e l’immancabile tavolo per cenare. Vicino ai Motel si trovano inoltre benzinai, fastfood e supermercati. Noi infatti ci compravamo qualcosa al supermercato e poi cenavamo in camera.

Le catene di fast food americani sono un’infinità: oltre ai noti McDonald’s e Burger King, ci sono anche Pizza Hut, Subways, Denny’s, Taco’s Bel, PandaInn. Poi ci sono i ristoranti a tema come HardrockCafè, Harley Davidson Cafè, Nascar Cafè e Rainforest Cafè. Bisogna sempre ricordarsi di dare la mancia nei ristoranti, come negli alberghi. Negli States non sono obbligatorie …Sono una questione di consuetudine, di rispetto per chi lavora. Se non la dai, la gente ti guarda male malissimo…

Per la colazione Starbucks anche se noi l’abbiamo fatta quasi sempre nei motel. In ogni motel trovavamo sempre qualcosa di diverso. Dai biscotti di vario genere come i brownies, ai muffins al mirtillo o cioccolato, dai cookies, ai pancakes con sciroppo d’acero, dai Waffels ai cereali. Per quanto riguarda la gente, diciamo che loro sono molto disponibili. Le prime volte che entravamo nei negozi, e ci chiedevano come stavamo e se avevamo passato una bella giornata, non mi sembrava reale. Invece era vero, sono così, ti salutano, ti chiedono come stai, ti ringraziano, si scusano per ogni minima sciocchezza. Ti chiedono sempre se hai bisogno di qualcosa se ti vedono in difficoltà. C’è un abisso con l’Italia. Il rispetto per il prossimo e l’educazione negli Usa è di casa. Abbiamo conosciuto diversi americani, con i quali ci siamo scambiati e-mail e indirizzo. Sono stati gentilissimi e ci hanno consigliato molte cose. Quando eravamo in giro per fotografare luoghi nuovi o bei paesaggi, venivano da noi, chiedendoci se volevamo una foto insieme, senza che noi gli avessimo chiesto qualcosa. Sono così, ovunque tu vada, loro sono così… Democrazia, tolleranza e rispetto fra la gente. ..

Poi però ci sono i barboni, è vero. Anche loro sono rispettosi. Vivono la loro vita in quel modo spesso per scelta, qualche volta per il fallimento della propria esistenza o azienda. Chiedono la carità con il solito cappello e pezzo di cartone, ma pochi gliela fanno. Però quando qualcuno di loro si metta a far qualcosa: cantare o suonare uno strumento, sono i primi ad essere premiati dai passanti. A Santa Monica abbiamo visto un barbone che suonava con degli strani strumenti e aveva attirato talmente tanta gente intorno a lui, che era emozionante quella scena. Comunque questa è la mentalità americana: tu se l’artefice della tua vita e se sei finito sul marciapiede devi prendertela solo con te stesso. Se vuoi uscire da lì devi farlo con le tue forze, magari iniziando a rendere vivace il marciapiede, suonando e cantando.

In America ho conosciuto un mondo diverso, un nuovo modo di pensare che spesso in Italia arriva in modo distorto. Bisogna andarci, guardare senza preconcetti e poi giudicare. Indubbiamente molte cosa sono migliori da noi, ma la società americana è in continua evoluzione e mutamento. C’è una mentalità molto aperta che consente di mettersi spesso in discussione accentando le culture che provengono dal resto del mondo e facendole proprie. Questa è America, ma ogni parola non conta, il tutto va visto con i propri occhi !!! GRANDE AMERICA!!!!!!!!!! K and G



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