Alla scoperta della verde Slovenia… con una bimba di un mese

Potremmo chiamarlo “il vicino sconosciuto”: un Paese così raggiungibile eppure così poco considerato dal nostro turismo. Un Paese che si rivela verde, accogliente, rilassante... nonché perfettamente accessibile ed esplorabile anche coi bambini piccoli
Scritto da: ludiaman
alla scoperta della verde slovenia... con una bimba di un mese
Partenza il: 25/08/2012
Ritorno il: 07/09/2012
Viaggiatori: 2 + un neonato
Spesa: 1000 €
Quest’anno non avevamo programmato ferie: c’era una bimba in arrivo per fine luglio, e non sapevamo come sarebbero stati i ritmi per i mesi successivi. Ma poi è arrivato il caldo torrido di questa fine estate milanese, e ci è venuta così una gran voglia di fuggire. Fuggire… sì, ma dove?

Ci serviva un posto vicino, massimo cinque o sei ore di macchina, per essere più tranquilli in caso di problemi, ma soprattutto per poterci arrivare in giornata. Ci serviva un posto fresco, verde, e che non avessimo mai visitato, per soddisfare la nostra voglia di esplorare. Un posto dove fosse semplice ed economico trovare degli appartamentini o delle stanze con uso cucina, in modo da non dover affrontare estenuanti cene al ristorante col rischio di pianti e grida di neonati.

Infine, come in ogni viaggio che si rispetti: un posto con una storia interessante, tante mete tra cui scegliere, e non ultima una cucina buona, varia e possibilmente economica.

A conti fatti, la Slovenia faceva proprio per noi!

Il 25 agosto siamo dunque partiti da Milano alla volta di Kobarid, Caporetto. Prima sorpresa (mentre programmavamo il viaggio): Caporetto non è in Italia! Lo so, ignoranza nostra, ma abbiamo scoperto che è un’ignoranza abbastanza diffusa…

In circa cinque ore, più qualche pausa, siamo arrivati a destinazione e ci siamo sistemati presso Apartma Ra, posto comodo ed economico (40€ per una doppia con cucina), prenotato on-line. La stanza era molto piccola e la cucina si è rivelata essere una semplice veranda chiusa, attrezzata con fornello e frigorifero, ma ci è andato bene così.

Kobarid è molto tranquilla, un paesino di montagna frequentato per lo più dagli appassionati di rafting, ciclismo e sport all’aperto, per i quali la valle dell’Isonzo si presta molto bene.

Visto che la bimba era tranquilla, abbiamo provato la nostra prima cena fuori. Non solo la prima in Slovenia, ma proprio la prima da quando siamo diventati genitori! Ecco dunque una birra fresca, un abbondante piatto di tipici cevapcici (spiedini) e pljeskavica (hamburger) con patatine, e per finire una fetta di strudel, da Okrepcevalinka Kramar, sulla piazza principale davanti alla fermata del bus. Servizio alla buona, con piatti di carta, ma a soli 10 € a testa per una cena completa.

Il giorno dopo siamo sfortunati e piove, ma ne approfittiamo lo stesso per visitare i dintorni: l’ossario italiano, alcuni resti delle trincee fra i boschi, uno scavo archeologico (resti del V secolo) in una pausa tra un acquazzone e l’altro. E poi visita al museo di Kobarid, davvero ben organizzato, che offre fra l’altro la testimonianza molto toccante di un breve ma intenso video sulla prima guerra mondiale e sulla tristemente famosa battaglia di Caporetto. Tutto è anche in italiano, come un po’ ovunque nelle regioni slovene più vicino al confine, dove quasi tutti parlano anche la nostra lingua. Segno di una storia di confini che sono mutati spesso…

Il giorno successivo splende il sole e noi partiamo verso nord, lungo una strada che con tante pause ci porterà nel parco del Triglav, fra bei panorami montani, fino al passo Vrsic, e poi giù verso Kranjska Gora e infine a Bled. Lungo questa strada consigliamo di fermarsi per lo meno a vedere da fuori la fortezza Kluze, dopo Bovec, e più su, poco prima del passo, i resti della teleferica militare e il bellissimo panorama sottostante. E poi, dopo il passo, la cappella russa, costruita dai prigionieri durante la guerra, tutta in legno in mezzo al bosco (occhio perché scendendo l’accesso è poco visibile, sulla destra, e si rischia di passare oltre). E infine, dopo mille tornanti, il lago di Jasna con la statua di Zlatorog, il mitico stambecco dalle corna d’oro che veglia sul monte Triglav… nonché sull’etichetta della più diffusa birra slovena.

Dopo Kranjska Gora il paesaggio cambia: finiscono i dirupi alpini, la valle si apre, e le pendici dei monti si ricoprono di boschi fitti e verdissimi. In mezzo, tanti pascoli punteggiati dai tipici fienili a rastrelliera.

A Bled abbiamo prenotato tre notti presso l’agriturismo Farm Holidays Povsin, consigliato da altri TPC, molto comodo, tranquillo, e immerso nel verde della campagna (località Selo Pri Bledu, 65 € a notte per un’ampia camera tripla con cucina).

I due giorni successivi sono dedicati al pittoresco lago Bled e al lago Bohinj. Il primo, più famoso, con la chiesa dell’Assunzione che si specchia nelle acque verdi dall’isola di Bled, merita una giornata per percorrere il giro completo, visitare l’isola, tentare un bagno se lo si desidera, e godersi infine il tramonto, col suo silenzio rotto solo da pochi rumori: la navigazione a motore è vietata e si sentono solo le voci delle persone, il tuffo dei remi delle tipiche gondole, e i rintocchi della campana che suona sull’isola.

Meno famoso ma più selvaggio, il lago Bohinj – a circa mezz’ora di distanza – merita anch’esso una visita. Non perdetevi la chiesa di San Giovanni Battista a Ribcev Laz, romanica, che si affaccia sulle rive del lago e contiene dei magnifici affreschi del XV secolo. Sulla via del ritorno, abbiamo deviato verso la gola di Vintgar, percorribile a piedi su apposite passerelle in legno che attraversano l’orrido, fra cascate e pozze d’acqua. Noi avevamo la bimba nel marsupio e ci siamo mossi molto comodamente.

A Bled, non si può perdere la pasticceria Slascicarna Smon (in Grajska cesta 3) con il suo dolce tipico, la kremna rezina: sfoglia, crema e panna in una combinazione morbida e golosissima. E poi consigliamo il ristorante Gostila Murka (in Riklijeva cesta 9), buono ed economico, con molti piatti tipici per 20 € a testa al massimo.

Dopo tre notti a Bled ci siamo poi spostati a Lubiana, fermandoci più volte lungo la strada. Prima tappa Radovljica, dove si può visitare fra l’altro un interessantissimo museo dell’apicultura: la regione infatti è famosa per la produzione di miele, fin dal medio evo, e proprio in quell’epoca venivano fra l’altro dipinti dei bellissimi pannelli per chiudere le arnie, raffiguranti scene sacre, scene campestri, e anche rappresentazioni satiriche molto interessanti da vedere. Il museo ne raccoglie un gran numero.

Siamo poi passati da Kropa, e da lì a Skofia Loka passando attraverso stradine secondarie su per le montagne: il percorso è un po’ più lento e tortuoso, ma attraversa monti e crinali e merita il tempo speso.

Arrivati infine a Lubiana abbiamo preso possesso dell’appartamento dove avremmo poi trascorso sei notti: un piccolo trilocale, molto comodo e completamente attrezzato, affittato via internet con l’agenzia Apartmaji Sobe per 65 € a notte.

Facendo base in città abbiamo potuto visitare sia Lubiana che numerose mete dei dintorni. Il centro, visitato più volte anche a causa della pioggia che il primo giorno ci ha fatto rientrare anzitempo, non presenta monumenti particolari ma è gradevole da visitare, magari con una deviazione al castello e una (o più) al ricco mercato alimentare che si estende tra il fiume e il castello, a est del “ponte triplo”: ottimo per comprare funghi, carne e frutti di bosco per le nostre cene in casa.

Il mercato del pesce è consigliato anche per uno spuntino in piedi o un pranzo seduti (al piano di sotto del colonnato): ottime fritture a poco prezzo. Altre alternative per un pranzo veloce sono i burek, una sorta di calzone farcito di carne o formaggio tipicamente balcanico, che si trova in molte bancarelle, oppure l’hamburger gigante di cavallo di Hot Horse, nel parco Tivoli. Enorme, buono, e si fa fatica a finirlo (anche se al gusto pare proprio che non sia 100% cavallo: ci dev’essere anche molto maiale, oltre a qualche chilo di salsine)!

Non siamo invece rimasti entusiasti dal ristorante Spajza (in Gornji trg.), consigliatissimo dalla Lonely ed unico ristorante provato in quei giorni: un po’ troppo “di lusso”, si mangia bene ma pochino rispetto alla media locale e ad un prezzo più alto.

Per le gite, abbiamo comprato pane, frutta e affettato al supermercato, e ci siamo goduti tanti bellissimi picnic nei boschi.

Un pomeriggio abbiamo visitato la bella valle di Kamnik, molto veloce da raggiungere da Lubiana, fra boschi e montagne (be’, i boschi a dire il vero in Slovenia non mancano mai, qualsiasi sia la destinazione, ma lì sono particolarmente fitti e profumati): carino il paese stesso di Kamnik, ma ancor più affascinante il piccolo centro dove termina la valle, Kamniska Bistrica: un paio case e una piccolissima chiesetta racchiuse fra boschi e alte pareti montuose.

Un altro giorno abbiamo visitato Idrija. Purtroppo pioveva (abbiamo preso la settimana di tempo peggiore in tutto agosto), ma il nostro obiettivo principale era a prova di maltempo: sotto un tendone si teneva la sagra degli zlikrofi, tipici ravioli ripieni di patate ed erba cipollina, mentre alcune donne a un tavolo tessevano merletti, anch’essi di quella valle. Da Idrija siamo scesi verso Postumia, dove però non abbiamo visto le famose grotte perché la lunga visita guidata nel freddo e nell’umidità non si addiceva a una bimba di un mese. Sarà per la prossima volta! Ma intanto, ci siamo goduti il castello di Predjama, che sorge pochi chilometri dopo in una posizione impressionante: abbarbicato alla roccia, a metà altezza su un dirupo.

Ultima meta da Lubjana, la valle del fiume Krka, con colline più dolci, campi, placide anse, monasteri e castelli. La giornata si è conclusa ad Otocec ob Krki, un pittoresco castello trasformato in hotel di lusso che sorge su un’isola in mezzo al fiume. L’hotel era off limits, ma il bar si è rivelato perfetto per fare merenda con una fetta calda di gibanica, altro dolce tipico, con mele, noci, semi di papavero… molto energetico e davvero ottimo!

Si avvicina l’ora del ritorno in Italia, ma ce la prendiamo con calma: una notte a Dolenjske Topice, tipica località termale dove troviamo on-line l’offerta per una notte in mezza pensione all’hotel Balnea, con accesso alle terme (150 € in due). Consigliamo questo hotel, che si collega alle terme nuove, perché gli altri due, con le relative terme vecchie, sono molto tipici ma hanno un’aria da vecchia struttura decadente, che ha vissuto il suo splendore ai tempi della “belle epoque”, popolata di pensionati mitteleuropei e personaggi che sembrano emergere dal videogioco Syberia (per chi lo conosce….)

La bimba ovviamente non ha fatto il bagno, ma ci aspettava a bordo piscina mentre noi a turno ci rilassavamo un po’. Tra l’altro, abbiamo visto diverse altre coppie con figli piccoli, qualcuno anche col pannolino impermeabile per fare il bagno.

Il giorno dopo, via verso Trieste, ma lungo il percorso girovaghiamo un po’ per il Carso (ottimo prosciutto, a proposito!).

Deviamo verso Hrastovlje, la cui chiesa è segnalata come imperdibile da tutte le guide. Immersa fra le vigne, in una valle dove si sente già il profumo dell’Adriatico ormai vicino, è in effetti una chiesa romanica fortificata, molto bella, ed è decorata con splendidi affreschi. Per soli 2 € una volontaria ci offre qualche spiegazione, fa partire un nastro registrato che ci racconta in italiano tutti i particolari degli affreschi, e ci accompagna infine all’uscita, dove fanno bella mostra di sé alcune ottime bottiglie di vino locale. Miglior souvenir non potevamo trovare!

Trascorriamo l’ultima notte a Trieste, ammirando il tramonto sul lungomare, le luci che si accendono in piazza dell’Unità d’Italia, e gustando ottimi aperitivi (imperdibili le tartine al pesce di Salumare – in via Cavana 13 – e ancor di più i panini col bollito di maiale da Pepi – via Cassa di Risparmio 3 – e da Rudy – via Valdirivo 32).

Dopo un soggiorno in Slovenia, si capisce meglio quanto questa città sia stata (e sia tuttora) un luogo di confine, un ponte fra l’est e l’ovest, un incrocio fra il nord e il sud.

E se non ci basta quel che racconta la Storia, se non ci bastano le trincee che abbiamo visto, le lingue che abbiamo sentito mescolarsi, se non ci basta la statua di Joice che si affaccia sul canale… la prova definitiva di questo grande crogiolo di storie europee e mitteleuropee ce la fornisce direttamente il caffè Tommaseo (in riva III novembre): per colazione ci gustiamo due ottime torte austriache con cioccolata e caffè, e per un attimo ci pare di essere a Vienna.

Dopodiché, si torna a casa…

PS: Il conto dei costi a persona è indicativo: meno di 900 euro. Naturalmente non abbiamo contato la bimba, che non paga da nessuna parte. Abbiamo usato la nostra auto, pagando solo benzina (che in Slovenia costa poco!) e autostrade. Totale circa 1.700 euro. Abbiamo percorso 1.900 km (da Milano).

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Kamniska Bistrica

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"Il diavolo affila la lingua a una pettegola" (museo dell'apicultura a Radovljica)

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Il monte Triglav

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Fienile tipico sloveno

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Boschi sloveni

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Bled

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L'isola di Bled

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L'ossario italiano a Caporetto

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Legnaia

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"Volando" sul lago Bohinj

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Gola di Vintgar



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