Viaggio con gli Zar

Come visitare San Pietroburgo
Scritto da: roberta57
viaggio con gli zar
Partenza il: 25/06/2010
Ritorno il: 29/06/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Questo non è un vero e proprio diario di viaggio; piuttosto un insieme di emozioni e di immagini. Chi ha voglia e curiosità mi segua … J La combriccola, formata da mio marito, da una coppia di amici e dalla sottoscritta, parte per un week end lungo (dal 25 al 29 giugno 2010) alla volta della Città degli Zar, avendo acquistato su Internet sia i biglietti aerei con la CSA, la compagnia aerea ceca, che l’hotel a San Pietroburgo. Visitare la Federazione Russa non è cosa facilissima: si comincia a penare con il visto al Consolato e con l’assicurazione che bisogna fare sempre li al Consolato stesso. Bisogna tenere presente che non si può partire alla ventura, del tipo “arrivo e poi vedo quello che trovo”; bisogna programmare x bene e partire avendo già l’albergo prenotato perché è lo stesso che fornirà le carte per ottenere il visto. Bene, pieni di entusiasmo arriviamo a S.P. E quando sbarchiamo abbiamo le prime percezioni di difficoltà, sia per la lingua che per le formalità doganali (il controllo doganale uno x uno è sfiancante e mette ansia, ma compilate bene il foglietto che vi danno in aereo – e soprattutto non perdete la vs metà sennò non uscite più dalla Russia! – e affrontate con serenità il poliziotto, prima o poi vi lascia passare!). Comunque superate le ‘lunghe’ formalità, visto che all’uscita non troviamo traccia del transfer prenotato dall’Italia (ma avrà caricato qualcun’altro?!) prendiamo accordi per essere portati in città al micro botteghino per i taxi che si trova nella hall dell’aeroporto. Di fatto risparmiamo alla grande perché il transfer prenotato dall’hotel ci chiedeva (4 pax con bagagli) 1.650 rubli (cca 42 euro) mentre il taxi ce ne ha chiesti 1.100 (cca 28 euro). Preparatevi ad un tuffo nel traffico pesante della città e calcolate che serve quasi un’ora per arrivare in centro. Nel percorso quello che vediamo ci da il benvenuto: una della città più belle d’Europa, vestita a festa dalla grandezza degli Zar, opulenta e splendente grazie ai loro retaggi ma sembra, come dire…, opacizzata. La scelta dell’albergo si rivela strepitosa: è in una traversa della Prospettiva Nevsky (cuore e vita della città), nel tratto compreso tra l’Hermitage e la Cattedrale di Nostra Signora di Kazan: in sintesi al centro del centro di S.P. Capiremo velocemente quanto sia importante la logistica dell’albergo perché: – la città è enorme (cca 5 milioni di abitanti) e soprattutto estesa; le mappe sono ingannevoli e le distanze rispetto ad esse sono terribilmente dilatate (1 isolato possono essere diversi km. !) – spostarsi con i mezzi pubblici è praticamente impossibile (scritte solo in cirillico: chi di voi lo capisce?); – i taxi sono pochi e fanno riferimento principalmente agli hotel; – si può fare l’autostop, diffusissimo in Russia, contrattando dove andare con chi si ferma ma sempre in russo, ovviamente, quindi…; – la Metropolitana, poi, merita un discorso a parte: okkio perché molte fermate non sono segnalate sulle piantine e sono davvero mal indicate per strada (indicazioni piccole, nascoste; in realtà non ve ne accorgerete proprio) quindi si è convinti che, pur essendo incomprensibile la lettura delle fermate nonché la direzione del treno, si possa risolvere il problema contando le fermate: non fidatevi, potrebbe non essere così” ! …e poi, è pulitissima, ordinatissima, ma sembra essere animata di vita propria, come la scale di Hogwards al venerdì (lo leggete Harry Potter?)! Noi abbiamo preso all’andata la M2 e tornando nella stessa stazione al ritorno, ma ovviamente al marciapiedi opposto, abbiamo trovato che era diventata la M5 e la M2 si era spostata! …meglio non chiedersi e non approfondire e sperare di uscirne al più presto, salendo con le velocissime, lunghissime e ripidissime scale mobili! Dal che abbiamo dedotto che la cosa migliore (nonché la più sicura) fosse andare a piedi e quindi per l’economia generale dei tempi del soggiorno, un hotel al posto giusto può fare la differenza. In quel perimetro si trovano, a portata di belle camminate, quasi tutte le cose da vedere: l’Hermitage, il fiume Neva, la Cattedrale di Sant’Isacco, la Cattedrale del Salvatore sul Sangue Versato, la Cattedrale di Nostra Signora di Kazan; negozi, ristoranti, mercatini di souvenir, etc. Etc. Invece, per la Fortezza del SS. Pietro e Paolo, l’incrociatore Aurora, il Museo di Storia Naturale ed altro ancora o prendete la metro e sbarcate sulle isole di fronte oppure gambe in spalla e coraggio! La vita del turista senza un tour organizzato e quindi con relativa guida a disposizione non è facile, considerando che la lingua madre non è neanche lontanamente comprensibile e la stragrande maggioranza dei russi non parla una parola di inglese. Ma quel che stupisce è che lo parlino poco o male gli operatori del turismo, cioè ristoratori e camerieri, personale alberghiero, tassisti, cassieri ai musei o ai battelli, cioè tutti coloro che dovrebbero alimentare ed incrementare il flusso turistico. Ma non bisogna perdersi d’animo ! Ordinare un pasto o viaggiare in metro o chiedere un indicazione possono a volte essere esperienze complicate, per cui spesso si rinuncia ed è francamente un peccato; inoltre l’atteggiamento di alcuni, non tutti ovviamente, non è amichevole nei confronti dei turisti: non danno informazioni, sono spesso scortesi, persino quando vendono qualcosa – e quindi dovrebbe essere nel loro interesse imbonire l’acquirente – sono a volte scostanti. Tuttavia queste sono cose che possono succedere all’estero (chi ha esperienza di viaggi lo sa bene) ma non devono in nessun modo scoraggiare chi desidera visitare quel capolavoro che è San Pietroburgo. C’è tanto da vedere e quel tanto è di qualità straordinaria. Una città d’acqua illuminata dal sole e dai riflessi del fiume Neva che abbraccia e culla la città. Lo spazio tra le isole e quindi dei canali è sempre abbastanza ampio da consentire alla luce di giocare con gli audaci e spensierati colori dei palazzi d’epoca. L’oro che riveste le cupole, l’acqua che circonda il tutto, i ponti lunghissimi tra le isole e i colori dei palazzi alleggeriscono l’architettura barocca ricchissima e l’insieme dona un colpo d’occhio unico al mondo. Tanta bellezza compensa qualche evidente disagio, a cui comunque si può ovviare attraverso un minimo di organizzazione a monte e un po’ di sana pazienza. Non vi fate prendere dalla frenesia di andare di qua e di là per vedere tutto a tutti costi; rilassatevi e godetevi l’atmosfera di una città straordinaria. Non perdetevi le gite in battello sui canali, che partono da tanti moli sparsi ovunque per il centro. Vale la pena farne anche più di una tanto propongono tutte giri diversi: offrono scorci della città da un punto di vista inusuale e romantico e permettono di apprezzarne angoli e palazzi nascosti che altrimenti non si vedrebbero, come ad esempio, la Cattedrale di San Nicola un po’ defilata rispetto ai percorsi del centro. Noi abbiamo preso il battello che parte dall’imbarco della Fortezza (entra nel canale Fontanka e riesce sulla Neva dopo Sant’Isacco) e poi il battello del canale di fronte alla Cattedrale di Nostra Signora di Kazan che fa tutto un giro diverso, ugualmente bello. In genere, comunque, il giro in battello può durare 1 ora o 1 ora e ½, dipende dai casi; anche i costi sono più o meno compatibili. La città è ricca di giardini e angoli di verde che riempiono la città, straordinariamente curati e ben tenuti, capaci di trasportarti nel tempo e di farti sedere su una panchina in attesa che arrivi Puskin per la sua passeggiatina quotidiana… Affacciatevi sulla Neva dall’imbarco della Fortezza dei SS. Pietro e Paolo e vi sembrerà di vedere Pietro il Grande che domina, padrone del vento e dell’acqua, la città che tanto ha sognato e voluto. Poi, per una pausa rigenerante, fermatevi al Cafè Singer. Il rito del the’ o del caffè accompagnato da un dolce e servito con grazia degna di secoli andati, trova il suo massimo splendore in questo magico locale, al secondo piano di una bellissima libreria, situata in una posizione a dir poco strategica: al 28, della Prospettiva Nevsky, di fronte alla Cattedrale di Nostra Signora di Kazan ed all’angolo del canale della Basilica del Salvatore sul Sangue Versato. Il Cafè, che funziona anche da ristorante sia a pranzo che a cena, (con dei magnifici piatti di gamberi e salmone che dovrebbero essere buoni quanto invitanti, ma che sinceramente non abbiamo avuto occasione di provare) ha sede in un incantevole palazzo liberty che trionfa in alto con una stretta cupola di bronzo. Si sale al Cafè da uno scalone dalla libreria al piano terra e da li, se si ha fortuna, si prende un tavolo che da direttamente sui finestroni che dominano la Prospettiva, meglio se ciò avviene al tramonto, se possibile, nel periodo delle Notti Bianche. Così, per il dopo cena, potrete concludere la vostra serata seduti in un elegante ambiente, intorno ad un tavolino in mogano perfettamente apparecchiato con fiori, teiera e fetta di torta, serviti con grazia e gentilezza, guardando la Cattedrale di Kazan illuminata dal sole al tramonto delle 23.30: uno spettacolo indimenticabile, credetemi! Noi, non ci siamo persi neanche una sera e spesso e volentieri facevamo anche una capatina pomeridiana per il loro buonissimo espresso! Un discorso a parte meritano i dolci e i gelati, vero caposaldo della cucina russa e della “gola” dei russi!!! Mangiano per strada gelato a tutte le ore, quasi mai a fine pasto, ed è buonissimo. Da quanto abbiamo potuto vedere ma, soprattutto, “mangiare” i russi prendono i dolci davvero sul serio! Nelle vetrine delle pasticcerie e delle sale da the, le torte (con un sottile distinguo tra “pie” e “cake”) alte e fantasmagoriche, sontuose e invitanti, sono le regine della mostra attorniate da una folta corte di pasticceria varia, mini torte, croissant ripieni e non, lieviti e danesi, muffin e trionfi di frutti di bosco in crema,… un totale delirio di gusto per i palati golosi. Mangiare. Capitolo facile e difficile nello stesso tempo. Ci si trova spesso in grande difficoltà perché molti ristoranti hanno i menù solo in cirillico e/o i camerieri che parlano solo in russo. A questo punto avete poche chance di farcela e cioè o che il menù abbia le foto, o piuttosto che andiate in giro indicando il piatto dei vicini di tavolo che sembra “masticabile”, o anche che ve ne andiate a cercare un altro ristorante! Spesso i camerieri vi diranno che c’è da aspettare quasi 1 ora per mangiare e ¾ d’ora per avere da bere al tavolo (?!?!?!) e guardandovi in giro, col locale neanche pieno, vi chiederete il perché di ciò. Alcuni se ne vanno, altri restano dando fiducia, e di solito è meglio perché in realtà a volte con 25/30 minuti arriva tutto, bevande e cibo. Mah, cattiva organizzazione in cucina ??? Personale non preparato a gestire ancora il mega traffico turistico che si è sviluppato ??? oppure, ce l’hanno con i turisti ??? Peccato perché qualunque cosa (o quasi) mangiate è tutto buonissimo! Cucina russa, georgiana, azerbaigiana, cinese e giapponese, etc. (non saprei direi per quella italiana, l’abbiamo accuratamente evitata!!) Sembra che la cucina georgiana sia la migliore, ricca di verdure e spezie e a base di noci (carne e noci, verdure e noci, pesce e noci…); quella azerbaigiana risente ovviamente della vicinanza del mondo arabo e prepara ad esempio dei Kebab deliziosi conditi con la panna acida (il fil rouge della cucina russa) e ottimi per spuntini veloci (se vi piace, ve lo consiglio per il pranzo di mezzogiorno, rapido, gustoso ed economico). Invece, i cibi tipici della cucina russa di maggior spicco sono: – i Blinis, che hanno l’aspetto di mini crepes, ripieni sia di dolce che di salato ma principalmente di caviale e panna acida, da mangiare anche in piedi, per uno spuntino al volo. – il famosissimo Borsch, zuppa a base di brodo di carne mista e verdure, principalmente rape rosse, servito bollentissimo in mini boulle di coccio, davvero appetitoso. – i Pelmeni che sono i simili ai nostri ravioli, la cui pasta è fatta da farina, acqua e pochissimo uovo (rapporto di 1 uovo per 500 gr. Di farina, quindi leggerissimi), ripieni di carne mista e chiusi a fagottino; serviti in mille modi diversi, o con il brodo o con il sugo o al forno coperti da formaggio accompagnati da funghi saporitissimi, o con la panna acida etc., in ogni caso sono squisiti! Da non perdere. – Tra i secondi di pesce, ovviamente regna sovrano il Salmone, che è straordinariamente morbido e non stoppaccioso, saporito e delicato insieme; ottimo se grigliato e accompagnato da una salsa ai frutti di bosco (i frutti di bosco sono un must della cucina russa, si trovano un po’ dovunque). – Tra le carni il manzo alla Strogonoff, una tagliata di filetto di manzo con salsa a base di cipolle, brodo di carne, panna acida, pomodoro e funghi. Meraviglioso! E’ vero che lo conosciamo, però mangiato sul posto ha tutto un altro gusto. Spendo due parole sulla ‘panna acida’: non pensate che sia un terribile appesantimento alle pietanze, anzi è una crema di latte leggera e delicata che arricchisce senza aggravare il piacere del piatto; quindi usatela a piacimento! Noi siamo riusciti a mangiare russo pochissime volte, sempre per le difficoltà di comprensione. In compenso però, abbiamo trovato più che buoni i ristoranti di cibi orientali, sia cinese che giapponese, con prezzi bassissimi (siamo andati spesso al Две палочки al 22 della Prospettiva Nevsky: appartiene palesemente ad una catena di ristoranti, ma il locale è moderno e carino, la qualità del cibo ottima, i prezzi ridicoli e il servizio ed i tempi… russi!) Come dicevo, i costi dei ristoranti sono davvero bassi; qualcosa in più si paga in quei posti tipici russi con musica e cantanti “Kalin kakalin kakalin kakaja” che allietano la serata, però abbiamo mangiato davvero bene, per qualità e quantità. C’è da dire che ci siamo mossi essenzialmente sull’asse della Prospettiva Nevsky, che di fatto con le sue traverse è quella che offre le maggiori possibilità di scelta. La verità poi, è che S.P. È grande e la stanchezza del giorno passato a camminare si fa sentire e con la difficoltà che c’è a muoversi, alla fine si resta più o meno nei paraggi dell’hotel. In finale, lasciando alle guide specializzate il compito di dare le giuste e capillari indicazioni, e la libertà a ciascuno di vedere ciò che più gli va, mi sento in obbligo, tuttavia, di dare un paio di ‘dritte’: 1. Per visitare l’Hermitage, fatevi un regalo ed evitate a voi stessi la fila epocale e comprate comodamente i biglietti via internet al sito del Museo stesso: http://www.hermitagemuseum.org/html_En/00/hm0_5_8_it.html questo è il link in italiano che porta direttamente al link in inglese x l’acquisto e consente il ritiro dei biglietti e l’ingresso al museo da un’altra entrata (senza la fila J). (Ah, mi raccomando, chi acquista via internet può ritirare solo se si presenta di persona, munito del passaporto di riconoscimento e della carta di credito utilizzata! È una cosa stranissima, quindi non fatevi comprare i biglietti da qualcun altro, sennò non vi fanno passare…). Il costo del biglietto si aggira sui 9-10 euro a testa e, a proposito, non meravigliatevi ma i costi per i russi e per i turisti sono del tutto diversi, nel senso che i turisti pagano il doppio se non il triplo per musei, traghetti, etc. La visita all’Hermitage è IMPERDIBILE sia per il palazzo in sé che per le opere ed i tesori che ospita. 2. Ancora: occhio alle giornate di chiusura dei musei, delle chiese e delle regge esterne (Peterhof, Tsarskoe Selo, etc.) spesso sono mal segnalate dalle guide e se non state attenti potreste avere amare sorprese. Noi siamo andati alla reggia di Peterhof sul Baltico (anch’essa imperdibile, ma visitabile solo nella stagione estiva, credo, visto che poi il fiume è ghiacciato di brutto nel resto dell’anno), per la quale occorre prendere un aliscafo al molo sulla Neva di fronte l’Hermitage (quindi retro del Museo rispetto all’entrata dalla Piazza) e farsi un comodo viaggetto di ½ ora sull’acqua; peccato poi scoprire che il lunedì (giustappunto) la reggia è chiusa e si potevano visitare solo i giardini! Ora, con tutta l’ammirazione possibile per i giardini e la Grande Cascata – che sono assolutamente fantastici davvero – avremmo gradito anche la visita della reggia che sembra essere notevole. Allora, mi chiedo, non ce lo potevano dire all’imbarco, prima di partire??? L quindi leggete bene cosa dicono (anche tra le righe) le guide! Ad esempio, la Cattedrale di Sant’Isacco oltre alle chiusure standard settimanali, chiude al pubblico l’ultimo lunedì del mese (giornataccia il lunedì!). Insomma, per tirare due conclusioni, vale la pena in senso assoluto visitare San Pietroburgo, basta sapere che ci saranno delle difficoltà e partire preparati o, meglio sarebbe, con qualche amico russo in comitiva: allora, secondo me, senza le difficoltà di comprensione della lingua che di fatto sono l’ostacolo principale, ci si può godere appieno una città unica! Buon viaggio e buon divertimento!


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