A Capo Nord in camper!

Nel grande nord con bimbi al seguito
Scritto da: honey-sunny
a capo nord in camper!
Partenza il: 24/07/2009
Ritorno il: 22/08/2009
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €

CAPO NORD A MISURA DI BIMBO (E NON SOLO)

Mezzo : Adria A 690 DK equipaggio : Pier Paolo (40 anni) Annalisa (34 anni) Matteo (9 anni ) Martina (6 anni e mezzo) Honey (labrador giallo di 2 anni) Sunny (labrador nero di 1 anno)

Mezzo: : Adria 590 coral equipaggio : Marco (40 anni) Marina (40 anni) Francesca (10 anni) Noemi (8 anni) Maya (border collie di 2 anni)

Km. Totali : 10.625 durata viaggio : 30 giorni (dal 24.07.2009 al 22.08.2009) cambio Svezia : 1 € = 10,54 SEK (corona svedese) cambio Finlandia : c’è l’euro cambio Norvegia : 1 € = 8,65 NOK (corona norvegese)

Note tecniche:

Premessa: so già che sarò molto prolissa … è impossibile raggruppare tutto quello che abbiamo vissuto in poche pagine … ci siamo comunque resi conto che gli itinerari più lunghi erano quelli che ci conveniva seguire. Quando li si legge a casa possono risultare noiosi ma sul posto la precisione ed i dettagli sono fondamentali. Spero di esser d’aiuto. itinerario in breve: partenza dalla provincia di Vercelli, si attraversano Svizzera, Germania (traghetto Puttgarden), Danimarca (traghetto Helsingor – Helsingborg), Svezia (tappa a Stoccolma), Finlandia (tappa a Rovaniemi), Norvegia (Gamvik, Capo Nord, Alta, isola di Senja, Vesteralen, Lofoten, Bodo, RV17 con ghiacciao Svartisen, Trondheim, Kristiansund, strada atlantica, passo dei trolls, strada delle aquile, fiordo di Geiranger, ghiacciaio Briksdal, Lom, Oslo), ancora la Svezia con gli stessi traghetti e percorsi dell’andata. spese: € 3.100 di carburante, traghetti e tunnel, € 600 spesa fatta a casa ed € 400 spese varie in viaggio. documenti: carta di identità ma se si hanno bimbi ci vuole il passaporto perché devono essere scritti su quello dei genitori, questo comunque è da verificare visto che le cose cambiano di anno in anno. formalità doganali: non abbiamo trovato nessuno nelle frontiere. L’unico problema che c’è è passare la Svizzera. C’è il rischio che pesino i camper. Il limite sono 3,5 tonnellate. Se le si supera ci sono pesanti multe e sequestro del libretto di circolazione più il costo della bisarca che ti deve trainare fino oltre alla frontiera. gestione camper: due bombole piene. Gomma di scorta (non utilizzata) per il resto solite cose che si portano in un viaggio normale. strade: belle. Abbiamo percorso solo strade asfaltate in ottime condizioni. Solo pochi chilometri li abbiamo trovati dissestati. I limiti di velocità vengono scrupolosamente rispettati soprattutto in Svezia e nel sud della Norvegia dove ci sono tantissimi autovelox (segnalati). Al nord bisogna assolutamente andare in piano. Ci sono tantissime renne lungo le strade, se non addirittura sulla strada. C’è il rischio che escano all’improvviso dai boschi oppure che non si spostino dalla carreggiata. traghetti: non ne abbiamo presi tantissimi ma comunque bisogna considerare che sono cari e che portano via tantissimo tempo in quanto spesso non sono a tratta continua. I prezzi da me riportati sono da considerare per un camper di 6 metri e 90 (abbiamo barato di 40 cm.). Il prezzo dell’autista è sempre compreso nel costo del biglietto con il camper, gli altri passeggeri pagano un biglietto a parte. pagamenti: ovunque accettavano la carta di credito. Si trovano nei paesi un po’ più grossi banche dove poter cambiare. telefonini e navigatori: c’è copertura ovunque. Devo far notare che le coordinate gps che erano segnate su precedenti itinerari erano completamente errate. Dicono che il campo magnetico possa influenzare. Noi avevamo il tom-tom e quanto a Capo Nord quanto a Gamvik, dove abbiamo trovato le coordinate ufficiali scritte, coincidevano. Spero quindi che quanto da me segnalato sia corretto. documentazione: itinerari di Turismo Itinerante, guida Vivi Camper (buona) e Touring Club (pessima). Credo che, avendo vissuto l’esperienza di persona, gli itinerari di altri camperisti siano quelli più validi da seguire. fauna: renne e pecore. Nonostante i numerosi cartelli non abbiamo visto nessun alce. Abbiamo trovato pochissime zanzare. Probabilmente i mesi in cui se ne trovano maggiormente sono giugno e luglio. Avevamo letto itinerari in cui dicevano che non riuscivano addirittura a scendere dal camper. flora: foreste di pini, betulle e muschi. Piantine di mirtilli, lamponi e funghi. paesaggi: spettacolari. Si passa dalle foreste di pini con tantissimi laghetti alle scogliere a strapiombo sul mare, dalle spiagge bianche alle montagne con i ghiacciai, dall’oceano infinito ai fiordi profondi. bambini: abbiamo intrapreso questo viaggio in buona parte per loro. La casa di Pippi Calzelunghe ma soprattutto Babbo Natale, sono il sogno di ogni bimbo. I posti sono tranquilli quindi non avevamo il men che minimo timore se si allontanavano e per di più sono posti puliti. cani: chi volesse affrontare un viaggio del genere con Fido deve sentire prima cosa le ambasciate per essere aggiornato sulle nuove normative. Al momento le regole sono le seguenti: – Passaporto (per tutti gli stati europei) – titolazione anticorpale della rabbia (prelievo da fare 2 mesi dopo il vaccino che attesta l’esenzione completa dalla malattia) (per la Svezia) – pastiglie contro l’echinococco più certificato nelle 3 lingue (lo si trova sul sito delle ambasciate). Per la Finlandia devono essere somministrate massimo 30 giorni prima dell’ingresso nel paese, per la Norvegia solo 10 e poi dopo una settimana che si è superata la frontiera bisogna rivolgersi ad un veterinario per fare un’ulteriore somministrazione. Questa dovrà essere iscritta sul passaporto. – Certificato di buona salute – Il tutto deve essere trascritto sul passaporto dall’asl – Alle varie frontiere dichiarare l’ingresso del cane Noi abbiamo seguito tutto alla lettere andando dal veterinario e all’als il giorno prima della partenza in modo tale da essere in regola con i tempi ma non ci siamo fermati alle varie frontiere anche perché non c’era mai nessuno e non abbiamo cercato un veterinario in Norvegia per la seconda dose di vermifugo. Nessuno ci ha chiesto nulla. – Ambasciata di Svezia (tel. 06.441941 – www.swedenabroad.com) – per info turistiche (tel. 02.36006503 – www.visit-sweden.com) – Ambasciata di Finlandia (tel. 06.852231 – www.finland.it) – per info turistiche (tel. 02.69633578 – finlandia.info@mek.fi) – Ambasciata di Norvegia (tel. 06.5717031 – www.amb-norvegia.it) – per info turistiche (tel. 02.85451450 – www.visitnorway.com) Considerate che sui traghetti i cani non possono salire, bisogna lasciarli sul camper. In un paio di zone abbiamo trovato il cartello con l’obbligo del guinzaglio per il fatto che c’erano tante renne libere. Per il resto è un viaggio fattibilissimo con il proprio amico a quattro zampe. spesa: spesa di ogni genere alimentare per un mese. I prezzi sono alti quindi siamo partiti con l’idea di non comperare nulla. Così è stato fatta eccezione per salmone, renna e qualche volta il pane. abbigliamento: a cipolla. Si deve considerare che il tempo è molto variabile quindi può servire la giacca a vento come il costume da bagno. Noi siamo stati fortunati e abbiamo passato buona parte della vacanza in pantaloncini e maglietta ma appena va via il sole bisogna coprirsi bene. Serve anche una buona attrezzatura per la pioggia. campeggi: ce ne sono ovunque ma sono per lo più semplici, a volte neanche recintati, dove trovi carico (non sempre scarico). Si può comunque dormire ovunque ed i posti sono tranquilli. Noi abbiamo dormito solo una notte in campeggio ad Inari perché c’erano divieti e non avevamo più voglia di proseguire. Per il resto abbiamo sempre fatto campeggio libero. acqua: abbiamo sempre caricato nei benzinai o nei porticcioli. Non c’è di certo carenza di acqua … Il wc a cassetta l’abbiamo praticamente sempre scaricato nei bagni che ci sono in quasi tutti i parcheggi lungo le strade. Spesso anche qui si trovano rubinetti. Le acque grigie le svuotavamo nei tombini presso i distributori. Purtroppo, anche volendo, la maggior parte dei campeggi non ha gli scarichi a terra. Nella parte della Norvegia ci sono spesso camper service ben segnalati. temperature: siamo passati dal gelo dei ghiacciai al caldo delle Vesteralen e di Capo Nord. Abbiamo solo trovato un pomeriggio di pioggia forte durante un trasferimento ed un paio di giorni di pioggerellina che non dava fastidio. Per il resto sole, sole e sole. Una fortuna … foto: 2000 e due ore di filmini. carburante: ci sono tantissimi distributori ma si riducono drasticamente man mano che si va verso nord mentre i prezzi salgono. fuso orario: + 1 ora in Finlandia, in Svezia e Norvegia come in Italia. sole: il sole di mezzanotte è visibile a Capo Nord (nebbia e pioggia permettendo) dall’11 maggio al 31 luglio. Man mano che ci si abbassa di latitudine i tempi si riducono. Andando verso l’autunno il sole tramonta per sempre più tempo sino ad arrivare dal 18 novembre al 24 gennaio quando non sorge mai. Moltissime macchine hanno una fanaliera supplementare per ovviare al problema. Noi abbiamo visto la luce continua per tutte e due le settimane che siamo rimasti oltre il circolo polare ma il sole solo a Capo Nord e, non ci fosse stata la nebbia, lo avremmo visto anche a Gamvik. Siamo partiti una settimana prima proprio per riuscire in questo intento. Siamo arrivati a Capo Nord proprio l’ultimo giorno utile. La continua luce ci ha creato il problema di non avere mai sonno e tutte le sere, bimbi compresi, andavamo a dormire a forza non prima di mezzanotte. Non ci rendevamo conto dell’ora che era. Abbiamo comunque avuto il problema di bruciore agli occhi. Non siamo abituati a così tanta luce e anche sul camper, nonostante gli scuri coprano bene. Non si riesce mai ad avere il buio completo.

1) 24.07.2009 venerdì km.550 km.550 tempo: variabile Finalmente il tanto fatidico giorno è arrivato. Dopo vari mesi di preparativi e con il camper pieno all’inverosimile si parte. Andiamo al peso pubblico … panico … 4 tonnellate con i serbatoi delle acque vuoti. Abbiamo deciso di passare per il Sempione perché, a quanto ci hanno detto, non c’è il peso. Arriviamo in frontiera con il fiato sospeso e per fortuna ci fanno passare. Acquistiamo la vignetta e proseguiamo. Al passo ci fermiamo a caricare acqua (c’è un rubinetto sul retro dei bagni, all’imbocco del sentiero che porta alla statua dell’aquila). Aspettiamo qui i nostri soliti compagni di viaggio Marco, Marina, Francesca e Noemi con Maja e poi via si parte per la tanto sognata Norvegia. Ci fermiamo per cena e poi proseguiamo quando i bimbi dormono. Sosta notturna in autogrill dopo Basilea.

2) 25.07.2009 sabato km.1.150 km.1.700 tempo: variabile Viaggiamo tutto il giorno con varie soste e con un tempo del tutto variabile, dalla pioggerella al sole caldo. Arriviamo all’imbarco di Puttgarden e traghettiamo alle 20.00. Ne approfittiamo per cenare e lavarci mentre viaggiamo. La nave ha la stiva aperta quindi non si soffoca. La tratta dura circa 45 minuti, ci sono partenze circa ogni 30 minuti. I costi sono i seguenti, comprendono questa tratta più quella di Helsingor – Helsingborg (abbiamo riscontrato che era più conveniente questa soluzione piuttosto che prendere i singoli biglietti oppure percorrere il ponte di Malmo): – camper fino a 6 metri dal lunedì al giovedì € 97, dal venerdì alla domenica € 108 – camper oltre 6 metri dal lunedì al giovedì € 149, dal venerdì alla domenica € 161 Proseguiamo con un bellissimo tramonto che colora di rosa tutti i paesaggi danesi che noi amiamo tanto. Arriviamo a dormire, dove ci eravamo già fermati qualche anno fa, ad Helsingor nel parcheggio vicino al castello di Amleto (Kronborg Slott).

3) 26.07.2009 domenica km.600 km.2.300 tempo: variabile Facciamo giocare un po’ i bimbi e scorazzare i cani e poi ci imbarchiamo per Helsingborg in Svezia. La tratta dura 15 minuti ed i traghetti partono ogni mezz’oretta. Imbocchiamo la E04 e non la lasceremo più fino al confine finlandese. Incominciano i classici paesaggi svedesi. Strade che tagliano le foreste di pini, prati infiniti con cespugli incredibili di fiori fucsia, case tutte in legno pitturate di rosso scuso con i serramenti bianchi, laghetti e tanti cartelli che segnalano pericolo alci. Ci fermiamo in un autogrill dopo Varnamo. Dalla parte della strada è un classico distributore ma sul retro c’è un lago con casette che vengono affittate per la notte e troviamo distese di mirtilli e diversi funghi sotto i pini. Dicono che questo tipo di funghi che ci sono in scandinavia siano commestibili ma noi non ci fidiamo a prenderli. Facciamo rifornimento e notiamo due macchine d’epoca che trainano delle roulotte anch’esse d’epoca. Troppo carine … probabilmente ci deve essere un raduno perché, anche viaggiando, ne vediamo delle altre. Sosta pranzo sul lago Vattern, appena dopo Granna. Raggiungiamo Stoccolma per l’ora di cena. Impostiamo le coordinate di un campeggio preso da un itinerario e segnano 60 km. Fuori città, quelle di un altro segnano in centro. Le seguiamo e ci portano dalla parte opposta. Allora proviamo con un terzo che dava indicazioni alla vecchia maniera ed arriviamo velocemente. Si trova sull’isola di Langholmen. Arrivando da nord quando si arriva sull’isola (nella parte nord) , appena scesi dal ponte si deve imboccare la prima strada a destra. Si passa sotto il ponte e si trovano le indicazioni. L’area sosta si trova proprio sotto questo mentre il campeggio appena oltre ma bisogna prenotarlo in anticipo. Noi ci fermiamo all’area sosta e paghiamo 7,60 € (80 sek) per 24 ore. C’è la possibilità sia di pagare con moneta oppure con carta di credito. Il posto è brutto ma vicino al centro. Dopo cena facciamo una passeggiata sulla Soder Malarstrand lungo il Riddarfjarden. E’ un susseguirsi di barconi attraccati nei quali le persone vivono come se fossero villette a schiera. Hanno addirittura la buca delle lettere. Molto carina l’idea. Arriviamo fino al ponte che porta in centro ed impieghiamo circa una mezz’oretta. Al rientro tutti a nanna. Nonostante le macchine ci passano a 30 metri sopra la testa, non sentiamo nessun rumore.

4) 27.07.2009 lunedì km.440 km.2.740 tempo: bello Di buon ora ci spostiamo sull’isola più a sud, Sodermalm, sulla quale c’è la stazione della metro (Hernstull) più vicina. I cani sono terrorizzati dalle scale mobili. Non le si riesce a caricare neppure di peso. Puntano le zampe e si buttano con la pancia a terra. Solo Sunny (la solita sfaticata) se ne appassiona e tenta di salirci anche quando non deve facendoci prendere degli strattoni. In 5 minuti siamo in centro. Gironzoliamo attraverso le vie di questa piacevole città costruita tutta sull’acqua. Prendiamo un battello davanti al vecchio palazzo reale. Si chiama Hop on – Hop of. Con 10 € gli adulti e 5 € i bimbi puoi salire e scendere quando vuoi in questo percorso ad anello che tocca i punti principali. Dura 24 ore. I cani non possono salire e quindi andiamo solo noi mamme con i bimbi. A livello paesaggistico, tranne il primo pezzo che percorre un canale con bei palazzi sulle rive e poi l’isola di Djurgarden, il resto non ne vale la pena. In effetti è da sfruttarsi solo come se fosse un pullman che ti evita strada a piedi. In alternativa ci sono varie crociere che ti portano a visitare alcune tra le più belle isole dell’arcipelago di Stoccolma. Si arriva anche in battello al nuovo palazzo reale. E’ inutile che mi dilunghi nella descrizione della città. Sicuramente una guida turistica è più esauriente di quanto potrei mai esserlo io. Ritroviamo i papà dopo 50 minuti di navigazione ed insieme ci trasferiamo all’isola verde di Djurgarden. E’ davvero molto bella. Pranziamo su di un prato verdissimo davanti al museo Vasa e poi ci separiamo. I papà con i cani vanno in metrò al camper. Scaricano e caricano e poi ci vengono a prendere più tardi. Noi portiamo i bimbi a visitare Junibacken, la casa di Pippi Calzelunghe. E’ per bambini più piccoli dei nostri ma loro si divertono ugualmente. C’è la ricostruzione di Villa Villacolle e poi un percorso da fare su di alcune navicelle durante il quale narrano (in tutte le lingue) una favola svedese. Molto carino. All’uscita troviamo i papà e lasciamo Stoccolma. Proseguiamo e ci fermiamo per la notte dopo Soraker in un posto che è inutile descrivere.

5) 28.07.2009 martedì km.790 km.3.530 tempo: bello Si prosegue verso nord. Il paesaggio è sempre uguale. Bello ma, dopo un po’, monotono. Ci fermiamo per pranzo in un posto davvero carino. Lasciamo la E04 all’uscita per Lovanger e poi seguiamo le indicazioni per Kallviken. C’è un piccolo fiordo con tante casette in legno nascoste nella vegetazione. I bimbi trovano uno di quei tappeti elastici molto usati nei paesi nordici e si divertono a saltare. Pranziamo fuori, su di un tavolo in legno, fa caldo. Quando i papà riposano le loro stanche membra noi mamme ci organizziamo già per la merenda. Seguiamo la strada sterrata che segue verso il mare aperto e raccogliamo tantissimi mirtilli. Anche i cani li mangiano, sembrano delle caprette. Si prosegue ed arriviamo al confine finlandese. Qui c’è un’ora in più di fuso. Cambia il paesaggio. Lasciamo i pini per trovare le betulle. Vediamo i primi cartelli di pericolo renne. Ci sono anche le scritte sull’asfalto. Arriviamo a Rovaniemi e l’emozione è grande. I bimbi non stanno più nella pelle. E’ bello vedere come sono entusiasti. Qui si hanno due possibilità per vedere Babbo Natale. C’è il Santa Park (parco divertimenti per i più piccoli) a 4 km. Dal centro del paese verso nord sempre sulla 4 (E75) oppure 1 km. Oltre c’è il Villaggio Santa Claus (ufficio postale, casa di Babbo ecc.). Il primo è chiuso la domenica ed il lunedì. I restanti giorni apre dalle 10 alle 16. Costa € 20 gli adulti, i bimbi da 4 a 15 anni € 15 e sotto i 4 anni gratis. Il sito è www.santapark.com. Il secondo è aperto tutti giorni dalle 9 alle 19 dai primi di giugno a fine agosto, i restanti mesi dalle 10 alle 17. Babbo Natale riceve dalle 11 alle 12 e dalle 15 alle 16. L’ingresso è gratuito, si pagano solo la foto con lui, il filmino o i vari gadget. Il sito è www.santaclausvillage.info. Noi optiamo per il secondo. Ci sono tante casette in legno all’interno delle quali si può comperare ogni genere di souvenir. C’è in sottofondo una musica natalizia. Nella grossa piazza, intorno alla quale ruota tutto il business, c’è una grande linea bianca. E’ il Circolo Polare Artico (Napapiiri). C’è una pace incredibile. Non c’è nessuno e tutti i negozietti sono chiusi. Siamo solo in 5 camper a pernottare nel parcheggio gratuito. Cena veloce e poi i bimbi scendono a giocare. Corrono come dei matti ovunque. Guardano in tutte le finestrelle nella speranza di vedere il loro mito. Avevamo paura delle zanzare (ci avevano detto che qui era pieno) ma neanche l’ombra. Probabilmente siamo fuori stagione. Il sole tramonta solo un paio d’ore alle 23.00. Ci sono 20°. Incominciamo a provare la strana sensazione di non avere sonno per la tanta luce. A fatica riusciamo a ritirare i bimbi. Domani è una giornata importante … come vorrei ritornare bambina anche io …

6) 29.07.2009 mercoledì km.340 km.3.870 tempo: bello/pioggerella Questa mattina non abbiamo neanche dovuto svegliare i bambini. Alle 7.30 sono già tutti in piedi. Gironzoliamo per i negozi e compriamo qualche regalino. Acquistiamo la renna da attaccare al camper. Tutti attaccano l’alce … noi la renna … è logico … siamo i soliti associali … ci piace fare le cose in modo diverso da tutti … C’è un palo con tutte le distanze dalle varie grandi città. Foto di rito a cavallo della linea del Circolo Polare Artico. Dicono che sia ottimo il salmone che cucinano in una tenda sami. Visitiamo l’ufficio postale dove ci sono tante lettere divise in varie caselle in base alla provenienza. C’è una teca trasparente piena di ciucci. Un’ottima motivazione questa per far perdere un brutto vizio ai bimbi. Spediamo le cartoline con il francobollo ed il timbro ufficiali. Ci sono due buche delle lettere. In una vengono inviate subito, nell’altra arriveranno per Natale. Dopo un po’ noi grandi siamo stufi mente i bimbi instancabili. Andiamo all’appuntamento con Babbo Natale. Non si può ne filmare né fare foto, pensano a tutto loro. Aspettiamo poco ed un elfo ci fa entrare. E’ un omone grandissimo e parla addirittura l’italiano … chiacchiera un po’ con noi anche se i nostri pargoli sembrano delle statue di cera e poi, dopo la foto, usciamo. Acquistiamo la foto al modico prezzo di € 25. Qui è tutto un magna – magna generale. Carichiamo acqua nel distributore davanti al Villaggio e poi proseguiamo. A pochi km. Dal paese eccole … bellissime … al bordo della strada che brucano con una tranquillità incredibile ed incuranti di noi … le prime renne. Sono tenerissime, hanno degli occhioni tristi e le corna ricoperte di pelo che sembra velluto. Quelle che vedremo in questa zona sono tutte magroline ed un po’ spelacchiate. Quelle più a nord sono sicuramente più in carne e molto più belle. Da qui in poi la velocità si riduce drasticamente. Spesso le si trova sulla carreggiata, altre volte sono sui bordi ma se si spaventano c’è il rischio che attraversino. Le troviamo in gruppi di poche oppure in branchi anche se più di rado. Facciamo tante foto. Ci fermiamo per pranzo su di un prato sugli argini del fiume prima di Sodankyla. I bimbi giocano ed i cani fanno il bagno. Dopo questa vacanza possiamo ufficialmente dire che Maya è diventata l’unico Border Collie acquatico che c’è al mondo. Probabilmente continuando a vedere le mie due Labrador a mollo ha pensato che si poteva divertire anche lei … Man mano che procediamo il tempo diventa nuvoloso. Tra Ivalo ed Inari si vedono i primi mercatini Sami. Arriviamo ad INARI che piovvigina. Facciamo un giro in un negozietto del centro e vediamo, con un certo fastidio, che ci sono tantissime corna di renna e di alce accatastate in un angolo. In ogni posto nel quale ci fermeremo d’ora in poi ne troveremo molte. Cerchiamo un posto per pernottare ma ovunque andiamo ci sono divieti. Devono logicamente dare da lavorare ai 3 piccoli campeggi che ci sono. Stanchi di viaggiare decidiamo a malincuore di entrare in uno di questi (€ 14). Si trova sul lago ed è molto spartano. Smette di piovigginare e dopo cena possiamo scendere. Io e Marina facciamo una lavatrice insieme. In passato non ne abbiamo mai usufruito ma questa voltane approfittiamo non sapendo come sarà il tempo nei giorni seguenti e non volendo rischiare che il bucato ci giri sul camper. Abbiamo un po’ di problemi perché il gestore, per niente simpatico, chiude la lavanderia con dentro le nostre cose. Quando ci vede risentite ci apre, molto scocciato, e ci fa stendere nel locale caldaia. L’indomani troveremo tutto asciutto. Alle 23.30 ci viene a dire di richiamare i bambini … i nostri sono dei veri e propri italiani. Hanno il tono della voce altissimo e noi non ci rendiamo conto di che ore sono perché c’è ancora tanta luce. Chiediamo scusa e andiamo a nanna.

7) 30.07.2009 giovedì km.420 km.4.290 tempo: variabile Ci spostiamo a nord della città e sulla strada troviamo il Museo Sami (Siida) . Orari: dai primi di giugno a fine settembre dalle 9 alle 20, restanti mesi dalle 10 alle 17. Prezzi: adulti € 8, bimbi dai 7 anni ai 17 € 4, sotto i 6 anni gratis. In Finlandia ci sono tre tipologie di queste popolazioni: i Sami del nord, quelli di Inari e quelli Skolt. In tutto sono 7.500. Hanno lingua, costumi ed usanze diverse. Il museo è carino ed all’aperto, in mezzo al bosco, ci sono le loro tipiche abitazioni. C’è un percorso da seguire. Nella parte interna sono esposti i vestiti, attrezzi ecc.ecc. E poi mostrano la fauna e la flora locale nelle varie stagioni. Carino. Proseguiamo e ci fermiamo per pranzo sul lago vicino a Kevo. Il posto è molto carino e c’è un sole che non immaginavamo certo di trovare. I bimbi giocano in riva al lago dove c’è una bella spiaggia con un pontile ed una barchetta in legno. Ci sono delle casette in legno che affittano. Si prosegue fino alla frontiera. Finalmente entriamo in Norvegia. Percorriamo la 370 (o 98). Ci sono paesaggi molto belli ma la strada è un po’ impegnativa, tutta un sali-scendi con diverse curve ed un po’ stretta. Ne vale comunque la pena. Ad Ifjord imbocchiamo la 888 in direzione Gamvik, nella penisola Nordkinnhalvoya. Qui quanto la strada quanto i paesaggi sono davvero belli. Sembra di viaggiare su di una pista da bowling. L’asfalto è perfetto e la strada è rialzata perché costruita su cunette di sassi. Non c’è assolutamente vegetazione, solo prati verdi con muschi e rocce. Ci sono molte renne che pascolano. Incontriamo diverse casette nei piccoli fiordi. Sono meravigliose, in legno con la sauna costruita vicina alla casa e le barchette ormeggiate. Danno una sensazione di pace e di relax. Non mi sono mai preoccupata nei viaggi passati del meteo ed invece ora sono sempre tesa. Ho paura che arrivi il tempo brutto (e qui il rischio è altissimo) e di non potermi gustare appieno questi posti meravigliosi. Ormai siamo agli ultimi giorni in cui si può vedere il sole di mezza notte e per di più solo a queste latitudini. Abbiamo quindi solo 3 possibilità (qui a Gamvik, a Capo Nord e ad Alta, nella tappa di trasferimento verso sud). Il cielo è terso, l’aria frizzante ma si sta bene con solo una felpa leggera. C’è una visibilità ottima e ad un certo punto … un muro di nebbia. Siamo a pochi km. Da Gamvik e non si vede assolutamente nulla. Un nervoso incredibile. Spessissimo in questi posti quando il cielo è sereno si alza la nebbia per l’umidità. Attraversiamo il paese di Gamvik senza vedere nulla. Raggiungiamo il faro di Slettnes che rimane appena dopo il paese sulla sinistra. Lo vediamo malapena. Lo lasciamo alla nostra destra e percorriamo una strada sterrata fino a dove finisce. Pernottiamo in questa piazzola da soli, nella nebbia. Vediamo pochi metri dal camper una bellissima volpe marrone quando la visibilità migliora. Questo è il faro più a nord del mondo su terraferma. Questa penisola è il vero Capo Nord. Quello ufficiale è su di un’isola mentre questo è quello vero su terraferma. Per arrivare nel punto preciso a Kinnarodden però bisogna avere tempo a disposizione. Si deve partire dal paesino prima di Gamvik, Mehamn, e percorrere a piedi un sentiero per circa 5 ore. Si deve considerare di comunicare a qualcuno l’impresa perché se si alza la nebbia è impossibile orientarsi. Dopo cena scendiamo a fare due passi veloci. C’è il silenzio assoluto. Si sente solo il vento e l’infrangersi delle onde sugli scogli. C’è una spiaggetta di sabbia bianchissima con pezzettini verdi di spine di riccio e viola di conchiglie rotte. Una pace incredibile. Nonostante la nebbia è completamente chiaro. Se non c’era avremmo visto benissimo il sole di mezza notte.

8) 31.07.2009 venerdì km.460 km.4.750 tempo: nuvolo/bello Ci svegliamo con una leggera nebbiolina che sparirà nel giro di poco. Solo così ci rendiamo conto di com’è bello il posto. Sono tutte scogliere a strapiombo sul mare ed il faro, bellissimo, che si innalza verso il cielo. Ci sono tantissimi gabbiani ed altri tipi di uccelli che non conosco. Imbocchiamo uno dei tanti sentieri segnalati. Gironzoliamo per un’oretta. Non sarebbe strano, visto la magicità del posto, vedere un delfino saltare fuori dall’acqua. Ci spostiamo al faro con il camper mentre Marina percorre in mezz’oretta la costa a piedi. Foto e poi raggiungiamo il paese di Gamvik. Visitiamo il piccolo museo sulle balene che c’è al porto. Ci sono diverse foto della caccia alle balene. Fino a pochi anni fa era l’unico sostentamento che avevano. Ora è vietata. Scopriamo che qui la temperatura d’inverno scende di poco sotto lo zero e che il mare non ghiaccia mai. Quando nevica chiudono la strada all’inizio della penisola e rimangono completamente isolati. Raggiungono il resto del mondo via mare o con le motoslitte. Ci sono molti tralicci vuoti dove appendono lo stoccafisso ad essiccare. Dietro al museo c’è un piccolo bar. Il pavimento è fatto di perline avvicinate malamente una all’altra e quindi si vede il mare sotto. Lasciamo a malincuore questo paesino lontano dal mondo caotico al quale siamo abituati noi e ci spostiamo a Mehamn. Qui c’è un po’ più di vita. Ci fermiamo ad acquistare il pane e poi andiamo a parcheggiare sul promontorio oltre il paese (N 71° 03.031’ – E 27° 51.676’). Di fianco vediamo la penisola alla fine della quale c’è il vero Capo Nord. Il cielo è sereno e c’è un bel panorama. Pranziamo, pisolino dei papà e giochi dei bimbi e poi via verso la nostra ambita meta. Percorriamo a ritroso i km.fatti ieri. Ritorniamo sulla 370 (o 98) e costeggiamo tutto il fiordo di Porsangen anche quando imbocchiamo la E06 che ci porta fino a Capo Nord. Carichiamo e scarichiamo in un distributore a Lakselv. Troviamo un numero incredibile di renne ovunque, anche in galleria che ci rallentano ulteriormente la velocità. Abbiamo paura di arrivare quasi a destinazione e di trovare la nebbia come ieri quindi ogni km.che facciamo con il sole ci fa fare un sospiro di sollievo. Arriviamo al tunnel sottomarino. Quando usciamo siamo sull’isola di Mageroya. C’è il casello e paghiamo corone 554 (64 €). L’isola è completamente senza piante, è simile al paesaggio visto a Gamvik, è molto bella. Percorriamo velocemente i 40 km. Che ci separano dalla meta. Vediamo parecchi scorci di mare con il sole ancora alto. Altro casello, qui si paga l’ingresso a Capo Nord ed è valido per 48 ore. Noi paghiamo corone 500 (58 €). Ed eccoci arrivati. Parcheggiamo con molti camper e tante tendine dei motociclisti (che coraggio …) e nonostante siano già le 22 passate scendiamo di corsa per andare a vedere subito il mappamondo. E’ una bella sensazione quella che proviamo. Siamo contenti e soddisfatti. Torniamo al camper per farci le docce e cenare (polenta concia) e poi alle 23.30 siamo di nuovo al mappamondo. Ora c’è molta gente che osserva il sole ed il panorama, in religioso silenzio, tranne un gruppo di camperisti italiani che urla e fanno foto con striscioni …no comment … Alle 24.00 il sole è ancora sopra la linea dell’orizzonte e poi ricomincia a salire. Incredibile. Se avessimo ritardato di una settimana la partenza, lo avremmo visto tramontare, anche se solo per mezz’ora. Facciamo ancora due chiacchiere e poi a nanna. Tenete presente che in questo piazzale non ci sono né carico né scarico. Il sole di mezza notte è difficile vederlo da qui. Dicono che le giornate buone nel periodo giusto si possono contare sulla mano. Solitamente o piove o c’è la nebbia. Mi sembra strano che siamo stati così fortunati.

9) 01.08.2009 sabato km.265 km.5.015 tempo: bello Ci svegliamo per il gran caldo. Essendo tante ore che il sole batte sul camper, dentro è un forno. Quasi tutti i camper che c’erano ieri sera, sono già partiti e altri lo fanno nel giro di poco. Gironzoliamo per fare ancora delle foto al mappamondo ed alle monete dei “Bambini del mondo”. Il visitor center fino a ieri apriva alle 9.00 del mattino fino alle 2.00 di notte, da oggi apre alle 12.00 fino alle 24.00. Volendo informazioni maggiori visitare il sito www.nordkapp.no. Gironzoliamo all’interno dell’edificio dove ci sono negozi di souvenir, una cappella, una stanza in onore del re della Thailandia, un bar costruito nella roccia con vista panoramica. Acquistiamo il certificato che attesta che siamo stati qui (costa 50 corone – 6 €). Abbiamo tutti un po’ di nausea. Dicono che a questa latitudine spesso accade. Alle 13.00 andiamo a vedere il filmato (solitamente lo mandano in onda ogni ora) che dura 17 minuti sulle 4 stagioni di Capo Nord. Lo proiettano su 3 schermi giganti. E’ qualcosa di spettacolare. Aver avuto il tempo l’avrei rivisto volentieri. Lasciamo la famosa scogliera e ci indirizziamo verso sud. Zigzaghiamo un po’ per queste terre desolate. Seguiamo la deviazione Kamaivaer e troviamo un porticciolo carinissimo poi torniamo sulla principale per raggiungere il paesino di Skarsvag. Al porto troviamo un pescatore gentilissimo che ci offre di portarci in barca domani a pescare il granchio reale oppure ce lo cucinerebbe per 100 corone a tesa (€ 11,50). Avere tempo quanto per uno quanto per l’altro … Suo figlio (ha circa 10 anni e parla l’inglese a menadito …) ci porta sul pontile dove ci sono due grosse vasche. Ci saranno dentro ad ognuna 20 granchioni. Senza farsi problemi, si infila i guanti, prende il retino e ne tira fuori uno. Davvero enorme. Lo tocchiamo, non pizzica. Torniamo all’inizio del paese e parcheggiamo in prossimità del campo sportivo. Scena bellissima. Ci sono una ventina di renne sedute tra le due porte, alcune anche dentro, con un pallone tra di loro. Sembra un intervallo di una partita. Mangiamo veloci e poi prendiamo il sentiero che porta sulla montagna. Arriviamo in mezz’ora di cammino a vedere il Kirkeporten. C’è una roccia altissima con un tremendo buco. Sembra veramente l’ingresso di una chiesa. Le rocce intorno sono levigate. Il sole batte caldo anche se c’è un po’ di vento. Bel posto. Sulla via del rientro i cani puntano una renna, che non avevamo visto altrimenti le avremmo tenute, e fanno una corsa folle per seguirla. Per fortuna la renna aveva 300 metri di vantaggio ed è fuggita. Una volta tornati al camper facciamo un giro per Homningsvag per cercare da caricare e scaricare (preferiamo farlo ogni giorno in modo tale che se una volta non troviamo, abbiamo scorta, in 4 si consuma parecchio). Non troviamo nulla. Il paese non è nulla di che quindi proseguiamo. Lasciamo veramente a malincuore l’isola. Aver avuto più tempo ed avendo trovato una situazione meteorologia ottima, avremmo potuto restare qui un giorno in più. C’era anche tutta la parte occidentale dell’isola da visitare. Con il senno di poi avremmo potuto farlo e rinunciare ad una giornata a fine viaggio in Danimarca. Pazienza. Percorriamo a ritroso la strada di ieri e ci fermiamo in un negozietto che avevamo adocchiato ieri. Comperiamo dell’ottimo salmone sotto vuoto ed un salamino di carne di renna. Quando siamo partiti avevo tutte le intenzioni di assaggiare questa prelibatezza ma ora, avendo visto quegli occhioni tristi da vicino, non me la sono proprio sentita. Pier e i bimbi non si fanno problemi. Proseguiamo ed arriviamo alle 21.00 ad Alta. Parcheggiamo al museo delle arti rupestri. Non è molto in piano ma riusciamo a sistemarci bene. Cena e poi, mentre i papà incominciano ad appisolarsi, noi mamma con i bimbi andiamo a fare un giro. Francesca ha un po’ di febbre dovuta alla stanchezza. Nonostante i bimbi dormano un po’ viaggiando al pomeriggio, sono comunque sfasati da questa luce e dal non sonno che crea. Il museo è chiuso ma non è recintato quindi riusciamo a raggiungere il sito archeologico. E’ una bella passeggiata su passerelle in legno in riva al fiordo, tra i classici fiori fucsia. Sono le 23.00 e c’è ancora il sole alto che scalda. Le incisioni sono carine, fanno parte del patrimonio dell’Unesco. Ai bimbi sembrano dei disegni finti … non se ne intendono proprio … Comunque, visto uno, visti tutti. Torniamo ai camper che è quasi mezza notte. Peccato che c’è una collinetta proprio davanti al sole che ci ostacola la visuale. Comunque anche qui ora non tramonta. Sul camper fa caldo e dormiamo solo in maglietta … se penso ai pigiamoni invernali che ho portato dietro … Se a interessa il museo è aperto dalle 8.00 alle 20.00 a luglio ed agosto e costa 85 corone (€ 10,00) gli adulti e 20 corone (€ 2) i bimbi dai 7 ai 16 anni, sotto i 7 è gratis. Il sito è www.alta.museum.no.

10) 02.08.2009 domenica km.455 km.5.470 tempo: bello Oggi tappa di trasferimento. Troviamo la strada eterna. Costeggia sempre il mare ed è a curve quindi la velocità si riduce notevolmente. Facciamo tappa all’area sosta Gildetun . C’è un bel panorama sul fiordo con una miriade di isolette. Facciamo due passi vicino ad un laghetto che c’è salendo appena sul fianco della montagna. Arriviamo ad imbarcarci ad Olderdalen per Lyngseidet alle 14.00. Il traghetto parte dopo un’ora. La tratta dura 40 minuti e ci evita diversi km. Il costo è di corone 346 (40 €). Qui la strada è più scorrevole ed arriviamo velocemente all’isola di Senja. Ce la immaginavamo deserta, visto che avevamo letto che per fortuna il turismo qui non era ancora arrivato, ed invece ci sono parecchie villette dappertutto. E’ comunque tranquilla e carina. Arriviamo alle 20.00 dopo il paesino di Laukvik e parcheggiamo dietro al cimitero (carinissimo tutto su prato inglese). C’è un piccolo parcheggio proprio sulla spiaggia. Ci sono dei tavoloni in legno sui quali i bimbi presentano in ordine le conchiglie che trovano in spiaggia. Questa ha la sabbia completamente bianca. Pier sale sulla collinetta a destra e trova parecchi mirtilli oltre che le renne. Più tardi si uniscono a noi un piccolo camper ed un furgone di russi già il là con gli anni, che piazzano due tendine. Ci allieteranno il sonno con una musica molto soft di una chitarra mescolata al rumore delle onde. Qui il sole lo vediamo tramontare anche se comunque non viene buio.

11) 03.08.2009 lunedì km.135 km.5.605 tempo: bello Ci svegliamo con un campanellino … ci sono una decina di renne sulla spiaggia dietro al nostro camper. A qualche renna lo mettono al collo, non so per quale motivo. Facciamo due passi fino alla fine della strada dove c’è un’altra bella spiaggia bianca e mangiamo mirtilli che troviamo sulla strada. Ci spostiamo poi verso l’isoletta di Husoy. Arrivando dall’alto la si vede come un bottoncino nel fiordo. Il mare è di un blu incredibile e ci sono le montagne impervie che contornano la cartolina. Bel colpo d’occhio. Facciamo due passi per l’isoletta. Questo è un villaggio di pescatori e si può comperare il pesce dai pescherecci quando rientrano dalle battute in mare. Ci sono villette molto carine e si può raggiungere il faro che si trova nella parte dell’isola verso il mare aperto. Non c’è in giro nessuno. E’ carino come posto ma se devo essere sincera è più bello visto da lontano. Costeggiamo poi il fiordo per arrivare dalla parte opposta al paese di Fjordgard. Ci sono delle gallerie strette ma si passa senza problemi. Arriviamo alla fine del paese dove inizia una strada sterrata in costruzione (c’è una ruspa parcheggiata che deve ancora ultimare i lavori). C’è un piccolo casotto con all’interno una griglia e c’è un tavolone fuori. Senza pensarci due volte pranziamo fuori. Siamo tutti a dorso nudo per il gran caldo. Sul camper il termometro segna 33°. I bimbi giocano in mutande nell’acqua. C’è di fronte a noi l’isoletta di Husoy e c’è una montagna che sembra un vulcano con una bocca enorme. Proseguiamo ed arriviamo a Grillefjord. Ci sono degli spazi segnati per terra al porto. Chi riesce a parcheggiare dentro è sicuro di salire sulla nave. Ci imbarchiamo (corone 1142 – 132 €) per le Vesteralen alle 19.00. La tratta dura 2 ore. Solitamente qui il mare è molto mosso perché si crea tra le due isole una forte corrente quando c’è il tempo brutto. Ora invece è piatto. C’è il sole che tinge di rosso tutto il paesaggio. Si vedono da una parte le alte montagne di Senja e dall’altra l’isola collinare di Andoya. Questo è il posto giusto per vedere le balene quindi ci piazziamo sul ponte con tanto di binocoli e teleobbiettivi pronti. Non vediamo nulla. Peccato avremmo potuto risparmiare evitando di andare a vederle con una gita organizzata. Arrivando ad Andenes notiamo subito il grande faro rosso. Fino a pochi anni fa, prima di passare all’uso dell’elettricità, veniva fatto funzionare dall’olio dei capodogli. Questa cittadina si trova sull’isola di Andoya, le altre isole delle Vesteralen sono Langoya, Hadseloya, Hinnoya più tantissime isolette disabitate. Andiamo subito ad informarci presso il whales center. La partenza di domani mattina e quella del primo pomeriggio sono piene. C’è solo posto alla 17.00. Bisogna però prenotare subito (stanno chiudendo e sono le 21.00) oppure domani mattina appena aprono alle 8.30. Costa il piano famiglia 700 corone (80 €) gli adulti a testa e 500 corone (60 €) i bimbi a testa altrimenti se non si ha prole 750 corone (90 €) ad adulto. Se serve il sito à www.whalesafari.com. Ci dicono che, nel caso in cui non si riescano ad avvistare i cetacei, si può riprovare con l’escursione seguente gratis. Decidiamo di pensarci e di tornare domani mattina. Abbiamo fame e siamo un po’ cotti quindi ci fermiamo al piccolo campeggio che c’è alla fine del paese verso sud, l’Andenes camping. Hanno già chiuso e lo sarà anche domani mattina quindi non paghiamo. Il posto è bellissimo, su prato inglese, davanti c’è una spiaggia bianca con il mare trasparente e di fronte a noi il sole rosso che tramonta. Alle 24.00 siamo ancora tutti fuori perché come al solito c’è ancora luce come se fosse tardo pomeriggio. Un tedescone esce da una piccolissima roulotte (probabilmente si piega in due quando è dentro) e gentilmente ci indica l’orologio. Chiediamo per l’ennesima volta scusa e richiamiamo chi lo infastidiva … Marina e Noemi che giocano con le conchiglie sul solito tavolone dietro la sua roulotte. Diciamo che ha tolleranza zero se si considera che loro due insieme parlano sempre con il tono di due suore quando recitano il rosario … Comunque ci ritiriamo. Stendo fuori le due cosine che ho lavato. Domani mattina saranno già asciutte.

12) 04.08.2009 martedì km.117 km.5.722 tempo: bello Alle 8.30 siamo i primi ad entrare al whales center. Prenotiamo solo per me e Marina. I papà hanno paura di patire il mal di mare visto che la barca è piccola ed i bimbi preferiscono giocare sulla spiaggia. Visitiamo il faro che c’è dietro il centro e poi gironzoliamo per l’isola. Consigliamo di percorre la strada che segue la costa occidentale e non la 82. L’isola da questa parte è molto bella. Le montagne sono molto dolci, le spiagge bianche ed i prati verdissimi. Attraversiamo i paesini di Bleik, Stage (qui c’è un bel campeggio con delle piscinette all’aperto con acqua caldissima, chi volesse può prenotare escursioni in gommone per avvistare le foche (seal safari, www.sealsafari.no ), Gardshavg per arrivare a Nordmela. Troviamo un grosso spiazzo su erba (c’è anche una pompa dell’acqua appoggiata alla casa) proprio di fronte alla spiaggia. (N 69° 07.728’ – E 15° 39.822’). Passeremo qui la giornata. Arrivano anche due signori italiani che abbiamo conosciuto ieri in barca. Vedremo il loro camper parcheggiato in altri 3 posti strada facendo. I bimbi si mettono subito in costume e vanno in spiaggia. Matteo fa il bagno, le altre piccole ci provano ma arrivano solo alle cosce. Pranziamo fuori sui tavoloni. Certo che non abbiamo portato da casa sedie e tavolino perché eravamo convinti che non li avremmo mai usati … se la Norvegia non avesse avuto tutte queste aree sosta così attrezzate ci saremmo persi delle belle opportunità. Per le 15.00 Pier porta me e Marina al centro delle balene. Siamo circa in 50/60. Ci dividono in gruppi per il giro al museo con una guida che parla inglese (è un italiano), una norvegese ed una tedesco. Spiegano subito che la barca è piccola quindi si balla. Mettono a disposizione pastiglie per il mal di mare ed acqua. La spiegazione è molto interessante. Dice che raggiungeremo in 1 ora un punto nel mare nel quale c’è un’insenatura sottomarina profondissima dove vivono le balene. Staremo lì 2 ore per poi rientrare in 1 ora. Le balene, anzi i capodogli, raggiungono i 19 mt. Di lunghezza e vivono tra i 40 e i 70 anni. Stanno in immersione anche a 2.300 mt. Di profondità per 40/50 minuti per nutrirsi di calamari giganti e poi riemergono sbuffando da uno sfiatatoio che hanno sulla parte sinistra della testa. Stanno a filo d’acqua per 5 o 6 minuti poi si immergono leggermente (è a questo punto che la vedetta urla “diving”), si danno la spinta, mostrano tutta la schiena e poi scivolano lentamente sotto. A questo punto quando non si vede più nulla si alza il tremendo codone. Ci spiegano che qui in questo periodo vivono i maschi. Le femmine sono a sud più o meno di fronte alle coste della Spagna e del Marocco dove le acque sono più calde e non ci sono le orche che attaccano i cuccioli. A fine ottobre i maschi le raggiungono per l’accoppiamento. In primavera nascono i piccoli. Quando se ne vanno le balene, ad ottobre e novembre, ad Andenes arrivano le orche. In questo periodo c’è il passaggio di banchi di aringhe, loro cibo preferito, quindi la stessa barca che prenderemo noi, la Reine, verrà usata per gli orca safari. Una esclude l’altra. Due giorni fa hanno avvistato in questo punto un’orca e non c’era nessuna balena. Vediamo pure lo scheletro di un capodoglio. E’ enorme. Andiamo alla barca e partiamo alle 17.00. Vediamo uno stormo di pulcinella di mare che nuota a filo d’acqua. E’ impossibile non riconoscere il loro frullo di ali. In Islanda, due anni fa, li avevamo visti a pochi metri, qui in Norvegia non siamo riusciti. Sulla barca lasciano a disposizione bibite calde e biscotti. Arrivati al punto X incominciamo ad aspettare. C’è un silenzio pazzesco. Si sente solo il leggero gracchiare dell’autoparlante che ci fa sentire i suoni emessi dei capodogli. Grazie a questo strumento la barca segue il rumore ed ecco il primo sbuffo. Ci avviciniamo velocemente, ci posizioniamo dietro la coda e poi … diving … bellissimo … si immerge e quando il codone si alza l’acqua scivola giù. In due ore (non ci accorgiamo assolutamente del tempo che passa) ne vediamo 7. Sulla strada del rientro la guida (questa volta parla anche in italiano) ci mostrano una lavagna con tutte le informazioni del viaggio. Ci dice che abbiamo assistito a 2 immersioni di Glenn, una balena che sono anni che vive qui e la si riconosce da una macchiolina bianca sulla schiena. La temperatura è stata di 17°. Questo ragazzo dopo ci racconta che è un biologo marino ma in Italia non trova lavoro quindi nel periodo delle balene e delle orche sono diversi anni che viene qui. Ci dice che siamo stati fortunatissimi perché delle giornate come questa sono rarissime ed una temperatura così è eccezionale, mai sentita. Quando c’è il sole al largo ci sono comunque massimo 6 o 7°. In alcuni itinerari abbiamo letto che il mare era mossissimo, pioveva ed addirittura nevicava. Non so che cosa si riesca a vedere con le onde alte, la barca poi non ha posti in cui ripararsi e se si sta male ci si rovina la giornata. Sulla via del rientro servono brodo vegetale caldo e pane. All’arrivo al porto andiamo ancora al centro per acquistare per i bimbi un capodoglio peluches ed un cappellino del whalesafari. Usciamo e c’è Marco ad aspettarci. Loro hanno passato un bel pomeriggio. I bimbi sono stati in spiaggia e poi sono andati a comperare della carne, hanno acceso un falò ed usufruendo del pezzo sopra di una griglia che c’era vicino ai camper, hanno cucinato. Hanno mangiato tutti contenti wurstel e ketchup … in barba alle loro mamme che non glieli fanno mai mangiare … Stiamo un po’ lì intorno al fuoco guardando due foche che fanno capolino vicino ad uno scoglio con la luce meravigliosa del tramonto e poi a nanna. Anche qui c’è una pace incredibile.

13) 05.08.2009 mercoledì km.263 km.5.985 tempo: bello Dopo colazione partiamo con calma alla scoperta delle Vesteralen. La più bella è Andoya. Si trovano comunque dei bei paesaggi. Le varie isole sono collegate da ponti. In un punto c’è un’immagine bellissima. Tra le due isole entra una nebbia incredibile dal mare aperto. Percorriamo il ponte e sembra di viaggiare sulle nuvole. Arriviamo a Sto, ultimo paesino dell’isola di Langoya dopo Langenes. C’è un piccolo porticciolo con le rorbuer (vecchie case di pescatori su palafitte costruite in legno pitturato di rosso) e alla fine della strada c’è un piccolo campeggio. Torniamo indietro, prima dell’inizio del paese, e andiamo a parcheggiare alla chiesa. Carina, tutta bianca circondata da fiori viola (N 69° 01.174’ – E 15° 09.355’). Pranziamo e lasciamo giocare un po’ i bimbi. C’è un bel panorama degli isolotti che ci sono nella laguna. Proseguiamo verso Melbu, il punto più a sud di tutte le isole. Troviamo dei lavori in corso non segnalati e rimaniamo fermi 1 ora a guardare le macchine che lavorano. Arriviamo a Melbu. Vediamo il traghetto che parte. Dobbiamo aspettare per 1 ora e ½ quello delle 20.00. Ne approfittiamo per lavarci e cenare. La tratta dura 25 minuti, il costo è di 283 corone (33 €) e parte ogni ora e ½. Saliamo sul ponte e vediamo le impervie montagne delle Lofoten che si innalzano di fronte a noi. Molto bello. Sbarchiamo e prendiamo la prima strada a destra direzione Laukvik. Da qui parte un anello di 45 km. Che poi riporta sulla E10 più a sud. Percorriamo pochi km. E notiamo un cartello con scritto Tresmie a Morfjord. Lo seguiamo ed arriviamo in un piccolo spiazzo di fronte al mare vicino a due case. (N 68°26.160’ – E 14°43.957’). I papà vanno a chiedere al proprietario se possiamo sostare per la notte. Non c’è nessun problema. Passiamo una bellissima serata. Questo gentilissimo signore è un ex marinaio che ora fa l’intagliatore di legno. Qui ha la sua casa ed il suo laboratorio. Questo è a vetrate. Si ha una vista meravigliosa della baia dove il sole sta tramontando. Il cielo è tinto di rosso. Ha un terrazzo carinissimo con tavolo ecc. Ecc. Fiori, corde da pescatore … non riesco a descriverlo. Forse è tutto il contesto ce lo ha reso affascinante. Questo signore intaglia sul legno 4 pesciolini portachiavi per i bimbi. Loro sono affascinati dalla sua manualità. Scrive anche il loro nome con il pirografo. Gli chiediamo di farci vedere i suoi lavori. Ci accompagna al piano di sopra … è una stanza dei ricordi … c’è di tutto e di più, libri sul mare e sui pesci, boe di vetro, un timone, nodi marinari, cappello da marinaio, lanterne e acquistiamo una barca a vela intagliata nel legno. Ci racconta che ha lavorato una vita come pescatore ed ora è in pensione. Questo è il suo hobby. I suoi figli ormai sono grandi e se ne sono andati. Ci narra delle orche che ad ottobre e novembre arrivano nella baia sotto casa sua, del canto dei delfini e di quelle notti che non finiscono mai in inverno e di queste giornate che non si concludono in estate. E’ bello sentire raccontare una vita completamente diversa dalla nostra. Qui si hanno valori che da noi possiamo scordarceli. E’ stato davvero squisitissimo. Andiamo in riva al mare a fare delle foto e contenti e rilassati andiamo a dormire.

14) 06.08.2009 giovedì km.155 km.6.140 tempo: variabile Ci svegliamo sommersi dalla nebbia. Da oggi in poi il tempo si guasta leggermente. Il cielo sereno lo troveremo spesso ma alternato a nuvole alte non minacciose. Dobbiamo anche modificare il nostro abbigliamento. I pantaloncini si possono tenere solo se esce il sole. Ci vuole sempre il golfino. Andiamo alla scoperta delle tanto decantate Lofoten. I paesaggi sono davvero belli con le montagne verdi alte e molto scoscese. Ci sono tantissimi posti carinissimi. Ci fermiamo a Svolvaer (il suo simbolo è una capra). Il paese non dice molto ma noi puntiamo al punto informazioni. Si trova nella piazza centrale che dà sul porticciolo. Qui prenotiamo il traghetto che parte da Moskenes a Bodo. La prenotazione ci costa 50 € in più ma ci dà la certezza che possiamo traghettare il giorno che vogliamo noi, all’ora che più ci fa comodo e senza il rischio di passare le ore al molo e non trovare posto sulla nave. È una tratta molto battuta perché è la più logica trovandosi alla fine delle isole. Un’altra possibilità sarebbe da Svolvaer a Skutvik ma bisogna ritornare parecchi km. Indietro su di una strada già vista. Per arrivare a Bodo con questa alternativa si hanno circa 350 km. In più. Quindi spendiamo 1.970 corone (230 €). Con questo pensiero tolto ci possiamo gustare le isole. Facciamo tappa a quella che viene definita, in modo a mio avviso molto esagerato, la Venezia delle Lofoten. Arrivando ci sono parecchie tende di scalatori. Ci sono delle pareti sulle quali arrampicarsi. Il paesaggio è bello. Parcheggiamo nel grande piazzale su asfalto e gironzoliamo per la cittadina. Carina ma non in modo eccessivo. C’è un ponte alla fine della passeggiata dal quale si possono fotografare le case su entrambi gli argini del canale. Caratteristico l’hotel datato 1892 costruito in legno e pitturato di giallo scuro. In queste isole tutte le case sono il legno e la maggior parte pitturate di rosso scuro ma alcune lo sono anche di questo giallo. Pranziamo e poi ci spostiamo verso Eggum. In prossimità della torre diroccata si può sostare per dormire. C’è carico acqua. Il pagamento avviene lasciando i soldi in una cassettina all’inizio della strada. Certo che si fidano proprio … Questo è un posto perfetto per vedere il sole di mezzanotte a luglio. Ormai siamo in ritardo. Il posto è bello e c’è una spiaggia bianca. Parcheggiamo e seguiamo il sentiero che costeggia il mare a destra ed un lago a sinistra. Si entra in una zona recintata nella quale ci sono le pecore (ricordarsi di richiudere il cancello). E’ una bella passeggiata che raggiunge, non so in quanto tempo, il faro. Noi ne percorriamo solo un pezzo. Il lago che c’è alla sinistra si crea da una cascatella che scende dalla montagna verde e rocciosa. Dopo circa un’oretta torniamo e ripartiamo. Attraverso prati verdissimi e vediamo ad Haukland spiagge bianche con un mare pulitissimo e trasparente nel quale diverse persone fanno il bagno. Arriviamo ad Utakleiv. Anche qui è ottimo per il sole di mezzanotte. Solito pagamento nella cassetta e parcheggiamo ai piedi della montagna lungo la stradina sterrata. Ai nostri piedi c’è un bel prato, ci sono dei panettoni di rocce levigate ed una baia infinita. Mentre i bimbi giocano noi ci gustiamo un aperitivo molto spartano … comodamente sdraiati sull’erba … guardando questo paradiso. Bellissimo. C’è il sole ma ci sono anche delle nuvole bianche che colorano tutto quanto di un grigio tenue molto luminoso. E’ un bell’effetto. Doccia, cena e poi seguiamo la strada sterrata che prosegue dopo i camper. In mezz’ora costeggiamo la montagna ed arriviamo alla strada principale che abbiamo percorso arrivando in camper. E’ una bella passeggiata. Appena partiti Noemi si accorge che nella baia c’è un delfino che nuota. Bello ed elegante. Lungo il sentiero che percorriamo ci sono diverse pecore. Anche questo è un posto che non scorderemo tanto facilmente.

15) 07.08.2009 venerdì km.140 km.6.280 tempo: bello Ci svegliamo con calma. C’è il sole ed un cielo azzurrissimo. Guardo la baia e vedo che ci sono 3 delfini che nuotano vicino alla riva. In un secondo sono vestita e corro a piazzarmi su di una roccia. E’ stata un’emozione grandissima. Non so quante foto scatto e quando mi giro, ho perso la cognizione del tempo, tutto il mio gruppo è in piedi fuori dal camper pronto a partire. Perdiamo tempo a percorrere una strada, definita da un itinerario la più bella di tutte le isole, tra Leknes e Stramsund. Come in ogni cosa, i giudizi sono molto soggettivi. Qualcuno può emozionarsi per alcune cose ma queste non possono necessariamente far nascere gli stessi sentimenti in qualcun altro. Torniamo indietro ed arriviamo a Nusfjord. Questo è davvero uno spettacolo. A mio avviso è l’angolo più bello delle Lofoten. Ci sono delle rorbuer rosse che affittano come camere in una parte del paesino e dall’altra, dove c’è il piccolo porto, sono sia rosse che gialle. Qui c’’è un piccolo museo gratuito dove sono esposte foto d’epoca, attrezzi dei pescatori e c’è una sala dove proiettano un filmato. C’è una grande roccia con i tralicci vuoti dello stoccafisso e sulla parete di questa ci sono i nidi di tantissimi gabbiani. Davvero bello. Entriamo in un negozietto dove un italiano lavora l’argento. Compriamo per Martina e Noemi degli orecchini a forma di stella marina a 10 €. Questo signore molto strano ci dice che sono anni che abita lì e ha abitato parecchio tempo anche a Capo Nord. Pranziamo nel parcheggio sterrato appena sopra il paese (si può anche pernottare) e poi proseguiamo. Arriviamo alle spiagge gemelle di Flakstad e Ramberg. Ci sono diverse persone che fanno il bagno. Passiamo per i paesini molto carini di Hamnoy e Sakrisoy. Quest’ultimo ha tutte le rorbuer gialle e c’è, sulla destra dopo il ponte, (parcheggio appena oltre a sinistra) un negozio che vende ogni genere di salmone e stoccafisso. Ne hanno esposti anche fuori. C’è la possibilità di mangiare al piccolo ristorante che c’è dietro il negozio. Acquistiamo sia salmone che stoccafisso. Li mangeremo in seguito trovandoli squisiti. Ci danno anche degli opuscoletti scritti in italiano su come cucinare il baccalà e lo stoccafisso. Abbiamo capito la differenza: sono entrambe merluzzi ma il primo viene messo sotto sale (è quello che si trova ovunque anche da noi) mentre il secondo è quello che viene fatto essiccare sui tralicci. Tutti quelli che vediamo sono vuoti in quanto appendono i pesci in primavera. Ormai siamo a fine stagione. Questa zona è davvero spettacolare. Questi paesini, compreso quello nel quale arriviamo dopo, Reine, la perla delle Lofoten, sono costruiti in una grande conca. Ci sono le montagne a strapiombo intorno. E’ un bellissimo colpo d’occhio. Reine però devo dire che è più bella vista da fuori piuttosto che entrandoci. Si può parcheggiare nella piazza principale e non puoi fare altro. Nella zona delle rorbuer c’è il divieto di passare per questione di privaci per chi le affitta. Decidiamo allora di fare a ritroso la strada dell’andata per gustarci ancora questo panorama. C’è un punto sosta appena si esce da Reine, sulla destra, dal quale si riescono a fotografare quanto le montagne quanto le case. Paesaggio davvero bello. Proseguiamo per A e parcheggiamo alla fine del paese, dopo la galleria. C’è un grosso parcheggio. Dopo cena vado a fare una passeggiata in solitaria fino alle scogliere che ci sono seguendo il sentiero alla fine del parcheggio. C’è qualche tenda piazzata ed un gran rumore di uccelli che nidificano negli anfratti delle rocce. Bello. A nanna come al solito tardi.

16) 08.08.2009 sabato km.65 km.6.345 tempo: nuvolo/bello Di notte ha piovuto e questa mattina è nuvolo. Andiamo a visitare il paese. E’ molto carino quanto turistico. Quando arrivano le navi da crociera qui non ci si riesce a girare. Si paga un biglietto di 50 corone (5 €) per gli adulti, 25 corone (2,50 €) i bimbi sopra gli 8 anni, gratis quelli più piccoli. Si possono così visitare tutte le rorbuer adibite a museo. Interessante. Molto puzzolente quella in cui ci sono le attrezzature per fare l’olio di fegato di merluzzo. In un contenitore in legno c’è una poltiglia indescrivibile. C’è anche il museo dello stoccafisso (Norsk Fiskevaers Museum) ma noi non entriamo. Ci sono tantissimi gabbiani che hanno nidificato dappertutto. Ci sono tanti piccoli. Torniamo al camper a recuperare i cani e torniamo alla scogliera dove sono stata ieri sera. Il cielo si è completamente aperto e si vedono le altre isole delle Lofoten che si trovano più a sud e che sono raggiungibili solo con i traghetti. Hanno la nebbia che ricopre la parte bassa dei versanti delle montagne. Bello. Torniamo qualche km. Più indietro, al paese di Moskenes, per imbarcarci. Parcheggiamo nella fila di chi ha già prenotato e pranziamo a base di fish & cips preso in una bancarella al porto. Ottimo. Ci imbarchiamo. La tratta dura dalle 14.00 alle 17.30. Stiamo sul ponte perché non si può rimanere in camper. Fa caldo ma dopo un po’, vista la velocità della nave, ringraziamo di avere dietro le giacche a vento. La maggior parte delle persone entra, noi resistiamo fuori (bimbi a parte che entrano a giocare). Anche questa tratta dicono che sia da incubo per le grandi correnti atlantiche che entrano nel Vestfjorden ma noi troviamo il mare piatto. Si vedono dei delfini che nuotano in senso opposto. Gli orari di partenza sono i seguenti: da Moskenes a Bodo 00.15 – 6.00 – 10.30 – 14.00 – 19.30 – 21.15 – 22.00 e a chi fa il giro inverso rispetto al nostro da Bodo a Moskenes 4.30 – 6.00 – 10.15 – 15.00 – 17.45 – 00.45. Quando attracchiamo andiamo subito al punto informazioni di Bobo non distante dal porto e segnalato. Ci facciamo dare la tabella delle maree per vedere i gorghi di Saltstraumen. Si verificano ogni 6 ore. Oggi il culmine di quello che si sta per creare è alle 19.32. Corriamo al camper e ci indirizziamo al ponte. Si parcheggia, e si può pernottare, proprio sotto il ponte. Tutte le persone si indirizzano lungo il sentiero dove c’è una balaustra a filo acqua. Noi andiamo invece sopra il ponte. L’acqua è piatta ma nel giro di poco si incominciano a creare delle onde fino a raggiungere l’ora giusta. Si creano dei gorghi impressionanti. C’è un movimento di acqua e di schiuma bianca davvero belli. Praticamente avvengono così: con l’alta marea l’acqua entra dallo Saltsfjorden nel più basso Skjerstadfjorden ma non si crea nulla. Quando fa il percorso inverso, con la bassa marea, tutta l’acqua ritorna come se fosse un fiume verso il mare aperto. Sui lati di questo fiume si creano i mulinelli. Non so se mi sono riuscita a spiegare. Sotto il ponte c’è una colonia di gabbiani numerosissima. Per curiosità andiamo a vedere il punto sotto il ponte dove c’è tutta la gente. E’ decisamente meglio dall’alto. Qui è bello il controluce del sole al tramonto che si riflette nell’acqua ma i vortici non rendono. Decidiamo di non dormire qui perché il posto non ci piace. Proseguiamo e appena dopo il ponte prendiamo una strada sulla destra, asfaltata ma secondaria, che costeggia il mare. La percorriamo per pochi km. Troviamo un cartello con scritto Skagen gaard che indica una strada sterrata sulla destra . La seguiamo e attraverso prati verdissimi e boschi di pini, dove intravediamo un branco di renne, arriviamo in un posto davvero bello. N 68° 14.131’ – E 14° 29.655’. E’ una vecchia casa di contadini completamente restaurata che ora è museo. Ci sono la stalla, il fienile ed un giardino curatissimo. Mostrano come si viveva tanto tempo fa. Sul retro della casa c’è un prato immenso che scende dolcemente verso il mare. Curiosiamo attraverso i vetri e l’interno è tutto arredato. Ceniamo ma non osiamo dormire qui per rispetto di questo posto. Ci sembra di essere degli intrusi che rovinano la quiete. Torniamo al ponte dei gorghi ma anziché dormire nel parcheggio sotto, ci sistemiamo fuori dal campeggio.

17) 09.08.2009 domenica km.340 km.6.685 tempo: pioggerella/nuvolo Di notte ha piovuto abbondantemente e quando ci svegliamo piovvigina appena. Accipicchia, dicono che la strada costiera (costal route 17 o Kystriksveien) che andremo a percorrere oggi sia meravigliosa. Ha addirittura un suo sito www.rv17.no. Volendo arriva fino a Trondheim ma noi decidiamo di percorrerne solo una parte fino a Straumen, vicino a Mo i Rana. In questa strada si deve viaggiare a velocità molto ridotta per le curve ed i saliscendi e ci sono tantissimi traghetti che, oltre al notevole costo, fanno perdere tantissimo tempo. Non è una strada frequentatissima quindi le partenze non sono tanto soventi. Partiamo alle 7.00 almeno i bimbi dormono ancora un po’. I posti sono belli ma rendono poco con le nuvole che non fanno vedere neanche la cima delle montagne. Ci sono una serie di fiordi ed una serie di gallerie. Arriviamo ad Holland. C’è a sinistra della strada una piazzola meravigliosamente fiorita dove c’è un punto informazioni presso il quale si possono sapere gli orari dei battelli che portano al ghiacciaio. C’è anche una pompa per il carico acqua. Scendiamo lungo la strada e parcheggiamo nell’unico parcheggio che c’è. Non proseguire perché la strada finisce ad un piccolo molo. I papà vanno ad informarsi sugli orari dei traghetti mentre noi ci organizziamo con gli zaini. Il tempo non è certamente dei migliori ma ci teniamo talmente tanto andare che non rinunciamo. Lo avremmo fatto solo se diluviava mentre ora piovvigina appena. Dopo poco comunque smetterà per farci vedere un debolissimo sole. Solo sulla via del rientro ricomincerà a piovviginare quindi siamo stati fortunati. Ci bardiamo con giacche a vento e cuffie con sopra i k-way ed i panta vento. Arriviamo al molo. Il costo del traghetto è di corone 110 (13 €) a/r per adulto e corone 60 (7 €) per i bambini ma si paga al rientro … tanto non si hanno vie di fuga … Già solo qui il posto è unico. Questo fiordo ha l’acqua verde smeraldo e ci sono le montagne a strapiombo sul mare con le cime imbiancate. Arriva la barchetta con un signore che la guida, di poche parole ma gentile. Saliamo e appena superato un promontorio vediamo una meraviglia. E’ Engabre, una delle sessanta lingue del ghiacciaio Svartisen, il secondo per estensione della Norvegia. Immaginate la cartolina: lago verde smeraldo, i fianchi di due montagne le cui punte sono completamente avvolte da una nebbia bassa ed in mezzo a queste la lingua di ghiaccio che sembra sia appena scivolata, illuminata dal sole. Non dico altro … uno spettacolo da togliere il fiato pure ai bimbi che lo guardano appollaiati a prua della barca. In 15 minuti arriviamo al piccolo porto. Qui consigliamo vivamente di affittare, direttamente al barcaiolo, le biciclette. Ne ha di ogni genere e misura, anche con i seggiolini per i bimbi e con i carretti traino. Tra l’altro tutte tenute benissimo. Il costo è di 40 corone (5,50 €) a bici. Senza bici ci si impiegherebbe troppo tempo ad arrivare a destinazione. Tutti e 8 con le nostre bici ed i cani sciolti e liberi di inzaccherarsi dove vogliono … partiamo. Ci mettiamo circa 20 minuti ad arrivare al rifugio tutto in legno costruito sulle rive del lago Engabrevatn. Questo lago si è formato all’inizio del secolo quanto la lingua del ghiacciaio ha iniziato a ritirarsi. Anche qui c’è la nebbia bassa ma la lingua si vede benissimo che si getta quasi fino al lago creando una cascata. Bellissimo posto. Martina lascia la sua bicicletta e sale sul retro della mia perché è un po’ imbranata e non riesce ad andare su terreni sconnessi. Costeggiamo le sponde ed arriviamo dall’altra parte. Lasciamo le bici ed iniziamo ad arrampicarci. Pier, Marina con i bimbi più grandi si arrampicano verso l’altro, io, Marco, le bimbe piccole ed i cani andiamo verso il ghiacciaio in orizzontale. Le rocce sono levigate ed hanno delle sfumature molto belle. Troviamo un posto sicurissimo e lasciamo un attimo le bambine con i cani legati alle rocce ed andiamo 10 minuti a vedere il ghiacciaio da vicino. Ci sono delle grotte blu incredibili. Da pazzi entriamo, a turno e solo per un paio di metri, a turno in una grotta nella quale non c’è per terra nessun pezzo staccato. Ci sembra sicura e ci facciamo le foto. Il rumore dell’acqua che si scioglie e che passa sulla roccia sotto il ghiaccio rende tutto ancora più magico. Oggi sono rimasta senza parole per quello che abbiamo visto e zittire me … ce ne vuole … Torniamo alle bici e decidiamo di andare ad aspettare gli altri del gruppo al rifugio. Pessima idea. Non riusciamo a fare quasi nulla in bici perché si sono presentate sulla strada diverse pecore. Per fortuna che nessuno ci ha visti altrimenti saremmo finiti su Paperissima. Pedaliamo per pochi metri poi Noemi, che è avanti a fare da vedetta, ci urla “pecore” e quindi Martina scende dalla mia bici, Marco prende la sua e la mia per mano ed io lego le tre belve. Sembrano davvero inferocite e tirano come delle pazze. Una volta superate (c’è anche da dire che hanno un muso di tolla … non si levano e non se ne vanno) risaliamo in bici e sleghiamo i cani e poi ancora di nuovo … pecore … e tutto è da rifare … ho perso 3 kg. … Ad un certo punto scivolo e Sunny, l’unica non addestrata, parte dietro a due sventurate. Honey e Maya riusciamo a tenerle con il comando “resta”. Arriva un gruppo di persone che si piega in due dal ridere a guardare quelle due masse bianche che corrono all’impazzata nel bosco ed una sagoma nera che le ricorre. Per fortuna Sunny da buon Labrador non ha una grande resistenza e dopo un po’ si ferma. Gli altri del gruppo ci raggiungono e pranziamo con i nostri panini fuori dal rifugio. Qui c’è la possibilità di pagare il tratto con la barca e le biciclette con la carta di credito. Rilasciano una ricevuta scritta a mano da far vedere al barcaiolo. Altrimenti si può pagare in contanti direttamente a lui. Incomincia a gocciolare e stando fermi fa freddo. Torniamo al pontile e prendiamo il traghetto delle 16.00. Smette definitivamente di piovere. Ci spostiamo verso sud prendiamo un primo traghetto tra Foroy eTjong che dura 10 minuti al costo di corone 167 (17 €) poi ceniamo al molo del secondo visto che dobbiamo aspettare 1 ora e 1/2 . Il secondo parte da Jektvik ed arriva a Kilboghamm in 1 ora e 10 m.. Costo corone 438 (51 €). Saliamo sul ponte. Questa volta passiamo così il Circolo Polare Artico. C’è un mappamondo sulla sinistra, sulle rocce, sul tipo di quello di Capo Nord, ma più piccolo, che segna il punto esatto. Dopo 12 giorni sul tetto del mondo … si ritorna verso sud … Prendiamo alle 23.30 al pelo l’ultimo traghetto tra Nesna e Levang. Arriviamo in 25 minuti al costo di corone 265 (31 €). Non riusciamo a trovare per la prima volta nulla di decente dove dormire. Vediamo lungo la strada, una rientranza verso il mare con un camper parcheggiato. Ci avviciniamo ed andiamo a dormire subito, sono le 00.30 ed è davvero buio.

18) 10.08.2009 lunedì km.453 km.7.138 tempo: variabile Ci spostiamo di pochi km. E facciamo due passi per il centro di Mosjen. Carina la Sjogata, via lungo la quale ci sono più di 100 edifici storici patrimonio dell’Unesco. Erano vecchi magazzini portuali interamente ristrutturati ed adibiti a negozi, ristoranti e bar. Vendono in una bancarelle delle fragole ma costano 50 corone (6 €) a cestino. Ci sembra esagerato e non le prendiamo. Arriviamo al camper ed esce un bellissimo sole. Ci spostiamo ed arriviamo a Laksforsen. C’è una cascata tra i boschi di pini dove si vedono i salmoni che risalgono la corrente per andare a deporre le uova a monte. Li si vede proprio fare dei salti incredibili. Consumo una pila della macchina foto per riuscire ad immortalarne uno. Logicamente non ce la faccio. Avessi mirato nel punto giusto, con il teleobiettivo, non sarebbe stato difficile. Degli italiani provano a pescare ma un signore si avvicina subito con una barchetta e gli dice che è vietato. In Norvegia si può pescare nel mare senza problemi, invece per laghi e fiumi ci vuole il permesso. Proseguiamo e facciamo varie deviazioni per trovare un buon posto sul fiume per pranzare. Alla fine seguiamo un cartello con scritto Holmvassdal, pochi km. Più a sud delle cascate, dove inizia una stradina sterrata sulla destra. Attraversiamo un bosco molto bello con delle casette in legno sugli argini del fiume. Arriviamo prima di un ponte in legno. Siamo titubanti se passarlo o meno quindi i papà scendono a supervisionarlo. Ha delle putrelle in cemento armato e quindi lo superiamo senza problemi. Subito dopo c’è un piccolo spiazzo sulla sinistra e decidiamo di fermarci qui. N 65° 20.502’ – E 13° 22.008’. Noi facciamo ancora qualche centinaio di metri oltre me non ci sono altre possibilità di sosta e ci sono ancora casette. Torniamo da Marco e Marina. Pranziamo sul solito tavolone in legno poi, mentre noi mamme riassettiamo il camper, i bimbi giocano nell’acqua e poi si mettono a raccogliere i mirtilli (grossi e buonissimi) così facendo si procacciano la merenda, Pier va per funghi con i cani (ne trova ma non ci fidiamo a mangiarli) e Marco … il solito pigro … dorme. Quando partiamo troviamo sulla statale un posto che si chiama Laksakvarium. E’ un vivaio di salmoni dove si possono vedere e se uno vuole anche pescarli. C’è molta gente. Noi non ci fermiamo. Vorremmo fermarci a dormire lungo la strada senza arrivare a Trondheim ma non troviamo nulla perché ci sono già cittadine abbastanza grosse. Quindi, dopo due pagamenti di pedaggio uno di corone 15 (1,70 €) e l’altro di corone 30 (3,40 €) (si può pagare anche con la Visa) arriviamo al quartiere Leda dove sappiamo si può pernottare alle 22.00. N 63° 26.742’ – E 10° 26.520’. Il parcheggio è pieno di camper ma troviamo posto in seconda fila davanti ad uno scuolabus. Ceniamo e poi si mette a piovviginare. Non scendiamo dal camper ma il posto non mi sembra un gran che. Notte sotto la pioggia.

19) 11.08.2009 martedì km.217 km.7.355 tempo: variabile Per fortuna questa mattina si intravede il sole. Ci spostiamo in centro con il camper. Avevamo letto che altri camperisti avevano parcheggiato in una parallela della stazione (alla stazione non si può sostare) ma troviamo tutto pieno. Parcheggiamo davanti all’hotel Radisson appena prima del ponte Bakke Bru sulla Kiopmannsgata. Appena dopo il ponte c’è il quartieredi Bryggene dove ci sono case in legno su palafitte che un tempo erano magazzini portuali. Carine da vedere sia dal canale che dalla via interna. Arriviamo subito al ponte in legno, l’unico rimasto integro dopo tutti gli incendi che ha subito la città durante le guerre. Arriviamo poi al Erkebispegarden giardino sul canale nel quale c’è la bellissima cattedrale di Nidarosdomen. Da qui parte la via Munkegata, la principale della città, che porta fino al porto attraverso la piazza Torget (dove acquistiamo lamponi, fragole e i funghi margheritine da fare in frittata). Lungo la via al n° 23 c’è un palazzo che ora è residenza della famiglia reale. Ha 60 stanze ed è considerato come il più grande fatto di legno di tutta la Norvegia. E’ molto bello. Arriviamo al porto dove c’è una pescheria molto rifornita. Acquistiamo delle frittelle di salmone e merluzzo e le mangiamo nella piazza. Torniamo ai camper. La visita della città non richiede molto tempo perché il centro è piccolo ma carino. Lasciamo la città pagando ancora due volte 17 corone (2 €). Dobbiamo prendere anche un traghetto che costa 252 corone (30 €) per arrivare a Kristiansund. Anche questa cittadina vista da lontano è carina. Parcheggiamo vicino al porto (N 63° 07.034’ – E 7° 43.855’) ed andiamo a fare due passi. Non dice molto a parte un giardino ben curato in centro. Ceniamo come al solito tardi e poi tutti a nanna. 20) 12.08.2009 mercoledì km.204 km.7.559 tempo: pioggerella Imbocchiamo la strada atlantica, la Atlanterhavsvege. Ci sono una serie di ponti che collegano le varie isole. La strada sembra che corra sull’acqua. Prima del primo ponte che è l’unico molto alto e curvato, c’è una collinetta dalla cui sommità c’è un bel paesaggio. Dicono che questa strada è spettacolare con il brutto tempo ed il mare mosso. E’ l’unico posto in cui il tempo avverso potrebbe far piacere. Noi lo vediamo con il sole/nuvole. Sulla strada per Andelnes prendiamo 2 traghetti veloci. I prezzi sono 264 corone (30 €) e 205 corone (24 €). Arriviamo in città e pranziamo vicino alla stazione. Nulla di che. Proseguiamo e dopo il distributore Statoil, già sulla strada verso il Trolls, c’è un camper service segnalato. Per arrivare al famoso passo la valle è stretta, molto verde, le montagne alte incutono un certo timore. Ci sono una miriade di cascatelle che rigano di bianco tutti i versanti. All’imbocco della strada ci fermiamo a fare una foto all’unico cartello che c’è in Norvegia con il simbolo di pericolo Trolls. Le cime delle montagne non si vedono per la nebbia e piovvigina. La strada si inerpica sulla montagna. Ci sono camper e pullman che proseguono a passo d’uomo cercando di non incastrarsi. La carreggiata è molto stretta. Arriviamo in cima attraversando anche un ponticello dietro il quale c’è una cascata, Stigfossen. Si ha la possibilità di fermarsi in una piazzola a destra appena prima ma, se la si trova occupata, non ci sono altre possibilità di sosta. Arriviamo al passo ma ci sono ovunque mezzi che lavorano. E’ un cantiere unico. Scendiamo tutti bardati e visitiamo i negozietti di souvenirs che vendono Trolls. Andiamo poi al punto panoramico dal quale si vedono i tornati appena percorsi. Ne stanno costruendo un altro sospeso nel vuoto dal quale si vedono ancora meglio. La nebbia si dirada ed io e Marina andiamo in cima alla montagna per fare delle foto. Ovunque ci sono montagnole di pietra. Dicono che siano i trolls che di notte si svegliano e girano liberamente, con l’arrivo dei primi raggi del sole, tornano pietra. I bimbi vorrebbero costruirne uno ma le rocce sono bagnate e scivolose e non ci fidiamo. Lasciamo questo posto caratteristico e percorriamo una valle che arriva fino a Valldal, considerata il frutteto della Norvegia. Ovunque ci sono alberi da frutto e piantine di fragole. Prendiamo il traghetto che con 191 corone (22 €) ci porta dall’altra parte del Norddalfjorden ad Eidsdal. Questo è un ramo del Sunnylvsfjorden. Un altro ramo è quello più profondo di Gerianger che si può raggiungere direttamente da Valldal senza percorrere la strada delle aquile. Considerate che però è molto bella e ne vale la pena fare qualche curva. Appena sbarcati prendiamo la prima strada a sinistra ed arriviamo a Norddal. Qui la strada finisce. Questo è un piccolo paesino molto carino sull’omonimo fiordo. Parcheggiamo appena prima della bella chiesa di Dale dove la strada si allarga leggermente. N 62° 15.340’ – E 7° 14.157’. C’è un bel prato davanti al mare con dei pini. Bel posto. Facciamo un giro per il paese. Non c’è anima viva. Questo paese gli abitanti lo chiamano “the happy end”. Diverse case hanno la sauna in una costruzione esterna. Ci sono tantissimi filari di lamponi enormi. I bimbi vorrebbero prenderli ma glielo vietiamo. Che figura faremmo se saltasse fuori qualcuno a sgridarci … Ceniamo e poi scendiamo ancora a guardare il tramonto. Si colora tutto di rosso.

21) 13.08.2009 giovedì km.51 km.7.610 tempo: variabile Partiamo con sosta veloce al supermercato di Eidsdal. Imbocchiamo la strada delle aquile. Anche questo passo è molto bello. Arriviamo ad uno spiazzo sulla sinistra dal quale si vede già il fiordo di Geiranger. Questo fiordo è lungo 16 km. E le montagne che lo circondano sono alte fino a 1.400 mt. E’ considerato uno dei fiordi più belli al mondo ed è patrimonio dell’Unesco. Ci sono due navi da crociera ancorate al largo del paese. Il colpo d’occhio, con la nebbia sulle montagne alte i cui versanti si gettano in un mare verde smeraldo, è molto bello. Arriviamo ad un altro punto panoramico dal quale si vede molto bene tutto il fiordo. In lontananza si vedono le cascate che si gettano nel mare. Percorriamo i tornati che ci portano al paese. Sono meno d’impatto di quelli dei trolls, forse perché la strada è un po’ più larga, ma ugualmente caratteristici. Arrivando in paese e vediamo un piccolo campeggio con i camper parcheggiati a semicerchio direttamente sull’acqua. Parcheggiamo. Vorremmo fare un giro sul battello che naviga per circa un’ora e mezza fino alle cascate ma, quando vediamo il numero di persone che salgono e quanto sono stipate una contro l’altra, scartiamo subito l’idea. Smette di piovere ed esce un pallino sole. Pranziamo e poi facciamo un giro per i numerosi negozi che vendono ogni genere di cosa norvegese. Comperiamo anche due giubbotti uguali per i bimbi con la bandiera norvegese sul braccio. Carini. Vediamo che ci sono altre possibilità di navigazione. Una è con i gommoni che portano circa 10 persone oppure il fai da te. Optiamo logicamente per la seconda. Dopo le indicazioni ci indirizziamo al campeggio che abbiamo visto arrivando. Parcheggiamo i camper e affittiamo due barchette a motore (dobbiamo guidarle noi) per 1 ora. Il costo è di corone 260 (30 €) l’una. Ci bardiamo con giacche a vento e giubbotti salva gente e partiamo. Esperienza meravigliosa. Vediamo le prime 3 cascate. Molto bella sia le 7 sorelle che il pretendente, una di fronte all’altra. Non riusciamo ad arrivare a quella del velo da sposa. Ci facciamo foto a vicenda. Ci sentiamo veramente piccoli con le montagne altissime che sembra ci cadano addosso. Ci passa vicino un traghetto … altra sensazione di piccolezza … L’acqua è verdissima e gelida. Non stonerebbe veder saltare fuori un’orca … l’ambiente è perfetto … ma è impossibile che arrivino fino qui … Torniamo veramente soddisfatti. Non vogliamo andare in campeggio e decidiamo di ripercorrere la strada delle aquile al contrario e ti andare a dormire in un parcheggio sugli argini di un lago che abbiamo visto questa mattina. Saremo solo noi in un posto davvero bello. N 62° 11.650’ – E 7° 08.653’. Dopo cena ricomincia a gocciolare. 22) 14.08.2009 venerdì km.121 km.7.731 tempo: variabile Ci svegliamo con il sole. Scendiamo e riconosciamo in cielo il volo inconfondibile di un’aquila … siamo proprio al passo delle aquile … Ci spostiamo per andare a fare una camminata per vedere una cascata. Attraversiamo Geiranger. Questa mattina c’è un’altra nave da crociera ancorata. Dopo circa 3 km. C’è un cartello che indica una strada sulla sinistra che torna indietro ma si alza parallela alla principale. C’è scritto Vesteras 1 km. – Hole 0,2. Lasciamo il camper in un piccolo parcheggio dove finisce la strada. Ci vestiamo a cipolla e camminiamo per circa 1 ora. E’ una bella passeggiata che parte dove c’è un cancello in legno da chiudersi per gli animali. Purtroppo, avendo piovuto tanto i giorni passati, il terreno è molto fangoso. Camminando ci facciamo una bella scorpacciata di lamponi e mirtilli. Arriviamo alla cascata Storseter e non c’è nessuno. E’ bella ma soprattutto impressionate il fatto che si può camminarci dietro. C’è un piccolo sentiero che parte da sopra e costeggia, in sicurezza, la roccia. Quando si è sotto c’è un fragore pazzesco. Quando risaliamo il bel prato si è riempito di persone quindi mangiamo veloci due panini e scendiamo. Incontriamo molte altre persone che salgono. Probabilmente croceristi. Avreste dovuto vedere com’erano vestiti. Molti erano in infradito ed altri avevano cappottini bianchi o cose simili. Noi eravamo in scarponi da montagna e avevamo tutto il fondo, fino a metà polpaccio, sporco di fango. Al rientro prendiamo un gelato ai bimbi e li lasciamo un attimo al parco giochi. Io e Marina proseguiamo lungo la strada (anche qui c’è un altro cancello per gli animali). In ½ ora di cammino tra boschi, pecore e due lama con tanto di cucciolo, arriviamo in un punto panoramico sul fiordo, si chiama Vesterasfjellet. Bello. C’è uno casotto in legno sul genere di quelli per il bird-watching e delle panchine sotto le betulle. Si vedono molto bene il fiordo, la prima cascata e la strada delle aquile. Tutti i giorni alle 13.00 fa tappa il postale Hurtigruten ed ora lo vediamo mollare gli ormeggi e allontanarsi. Sino ad ora non lo avevamo mai visto. Questo insieme di navi, il cui nome vuole dire “il viaggio espresso”, nasce nel 1893 come nave che trasposta la posta. Un tempo veniva consegnata in 3 settimane di viaggio d’estate e 5 mesi d’inverno. Con questa soluzione arrivava in 7 giorni. Dal 1980 le hanno trasformate in navi da crociera che trasportano anche macchine (non i camper per problemi di altezze). Le persone possono salire in un porto, scendere in un altro, poi prendere il seguente che passa il giorno dopo e proseguire il viaggio. Ora la flotta è di 15 navi alcune delle quali navigano in Sud America e in Antartide. Qui in Norvegia la rotta è la seguente: partono da Bergen tutti i giorni per arrivare, toccando 34 porti, oltre Capo Nord, a Kirkenes, vicino alla Russia. Il ritorno però è diretto a Bergen. Tutto il percorso viene fatto in 11 giorni e le navi sono 11. Dicevo … facciamo due foto e poi torniamo ai camper. Ci spostiamo a Dalsnibba. Si arriva pochi km. Dopo, sempre sulla strada principale, la 15, ad un bel lago. Qui c’è la strada sterrata che si arrampica sulla montagna. Il costo del passaggio è di corone 80 (9 €). Arriviamo in cima dopo 5 km. Il paesaggio è molto bello. Arriviamo all’altezza della neve a 1.500 mt.. Scendiamo veloci per un ultimo saluto al fiordo di Geiranger perché fa freddo e nevischia mentre nel fondovalle c’è il sole. Le montagne intorno hanno ancora tutte la neve sulle cime. Scendiamo e ci indirizziamo verso Stryn. Non raggiungiamo Grotli ma prendiamo, pochi km. Dopo essere tornati sulla principale dal Dalsnibba, una galleria molto lunga. Il paesaggio è davvero bello. Facciamo due passi a Stryn e facciamo carico e scarico nel camper service che si trova appena dietro al benzinaio. Ci spostiamo a Loen e parcheggiamo fuori dal campeggio direttamente sul fiordo. N 61° 52.004’ – E 6° 50.827’. Nessuno ci dice niente. I bimbi vanno a giocare in un campo da calcio e noi chiacchieriamo. Bellissimo tramonto.

23) 15.08.2009 sabato km.234 km.7.965 tempo: nuvolo/pioggia Attraversando sempre paesaggi strepitosi (notiamo tantissimi piccoli campeggi su prati che dire verdi è riduttivo …) ed andiamo a sistemarci nel parcheggio del parco nazionale. Qui si può pernottare, è a pagamento anche la sosta, e c’è la corrente. Muniti di k-way, visto che il tempo è minaccioso anche se non piove, ci incamminiamo verso la lingua del Briksdalsbreen che fa parte del ghiacciaio Jostedalsbreen. C’è la possibilità di percorrere un pezzo della strada su di macchinette elettriche che ti portano fino ad un punto oltre il quale però si deve camminare. Hanno sostituito i vecchi calessi con i cavalli che c’erano fino a pochi anni fa. Noi la facciamo a piedi. Mangiamo ancora tanti lamponi. Sulla strada si trova una grossa cascata il cui vapore ti bagna non poco. E’ una bella passeggiata per niente impegnativa. Arriviamo a ridosso del lago che si crea dallo scioglimento della neve. Ci sono pezzi di ghiaccio che galleggiano. Le montagne intorno sono completamente prive di alberi. La lingua del ghiacciaio è sul fondo. Purtroppo, con il continuo retrocedere che ogni anno fa, non arriva fino al lago ma si ferma qualche metro sopra, sulle rocce. Vediamo che in vari punti si staccano dei pezzi quindi non ci fidiamo ad avvicinarci troppo. Ci sono ovunque cartelli di pericolo e nonostante questo molte persone le vediamo camminare sulle rocce proprio sotto. Scappiamo per il gran vento che c’è e torniamo indietro fino a metà strada dove ci fermiamo sotto una tettoia in legno con i tavoloni in mezzo al bosco. Pranziamo con i nostri soliti panini. Arrivati al camper ci spostiamo verso Grotli. Ripercorriamo a ritroso la strada di ieri però questa volta facciamo una deviazione senza prendere la galleria ed imbocchiamo la 258. Poco dopo lo svincolo c’è una bella cascata, Fidefossen, e la si vede dall’alto su alcune passerelle. Questa strada è considerata, con giusta ragione, una delle più belle della Norvegia, come la RV17 percorsa i giorni scorsi. Il manto stradale non è asfaltato ma è in ottime condizioni, la terra è molto compatta. Ci sono una serie di laghetti e tanta neve . Scendiamo a toccarla. Fatta ai primi di luglio dicono che si passi in mezzo a muri di neve. Merita davvero. Peccato che il tempo non è dei migliori ed incomincia a piovere molto forte. E’ la prima e unica vera pioggia che prendiamo. I giorni scorsi siamo sempre stati fortunati. Quando il tempo era brutto la pioggia non ci ha impedito in nulla ed era nebulizzata. Arriviamo fino a Lom seguendo il fiume azzurrissimo, da scioglimento neve, che passa in foreste secolari di abeti rossi. Ci sono le rocce ricoperte di muschi gialli. Ci fermiamo a Lom dove c’è una Stavkirke. In Norvegia ce ne sono alcune di queste chiese costruite tutte il legno. Bella. Qui non ci piace nessun posto per dormire quindi proseguiamo. Prendiamo la 468 parallela alla principale che corre dall’altra parte del fiume e che porta a Vagamo. Ci fermiamo prima della cittadina in un parcheggio su erba lungo il fiume. N 61° 52.157’ – E 9° 04.962’. Continua a piovere. Dopo cena nessuno scende.

24) 16.08.2009 domenica km.371 km.8.336 tempo: nuvolo/bello Ci svegliamo con le nuvole alte che nel giro di poco spariscono. D’ora in poi il tempo sarà bello. Raggiungiamo Lillehammer ed andiamo a vedere il trampolino usato nelle olimpiadi del 1994 ed ancora utilizzato. Andiamo fino sopra e poi scendiamo a piedi lungo la pista di lancio e di atterraggio. Ci sono alcuni ragazzi che saltano. Fa impressione quando il vediamo staccare gli sci. Pranziamo nel parcheggio in basso e poi andiamo a fare un giro nel bosco lì vicino. Troviamo 6 porcini e questi sono proprio originali, ma non li mangiamo. Arriviamo ad Oslo sulla E18. Prendere l’uscita Skoyen, dopo il ponte, sulla sinistra, costeggiare il porto e seguire Sjolyst marina. Il parcheggio si chiama Sjolystbobil parching. Praticamente è uno spiazzo all’interno dell’area del porto turistico. Ci sono ormeggiate un’infinità di barchette. Questa parte del porto rimane dietro la ferrovia. N 59° 55.086’ – E 10° 40.558’. Il parcheggio è aperto dalle 7.00 alle 23.00 e costa corone 120 (14 €) per 24 ore, c’è la corrente, il carico acqua e lo scarico wc. Una volta deciso di pernottare qui, ci spostiamo al parco del Vigeland con il camper (Frognerpark). E’ vicino. Considerando che è domenica e che tutta Oslo è qui, fatichiamo, ma non più di tanto, a trovare parcheggio. Il parco è molto bello e curatissimo, è il più famoso di tutta la Norvegia ed uno dei più bella della Scandinavia. Ci sono tante statue di questo famoso scultore. Sono tutte nude e rappresentano le varie fasi della vita. Per quelle maschili si è ispirato a se stesso. La passeggiata termina sulla collinetta dove c’è il monolito di 17 mt. Sul quale sono state scolpite 121 persone che lottano per arrivare alla sommità dell’obelisco. Torniamo al porto e dopo cena i bimbi guardano un film … cosa potevano voler vedere tutti di comune accordo? … Snow Buddy … un film di cani … Era tutta la vacanza che ci stressavano con questo film . Li sistemiamo sul nostro camper e noi grandi giochiamo a carte da Marco e Marina. A nanna con il tintinnio delle campanelle delle barche.

25) 17.08.2009 lunedì km.209 km.8.545 tempo: bello Con il treno andiamo in centro. Arriviamo alla Sentralstasjonen e percorriamo la via principale (Karl Johans gate) che porta fino al Palazzo Reale. Città vivace e carina. Vediamo il vecchio Grand Hotel ,l’Hard Rock Cafè sino ad arrivare al Det Kongelige Slott (la reggia). Ci spostiamo al porto, il fulcro della città. Vediamo il Radhus, il municipio. Nella sala delle feste, tutti gli anni il 10 dicembre, anniversario della morte di Nobel, viene assegnato il Nobel della Pace. Gli altri 4 vengono dati in Svezia. Arriva una grande nave da crociera ed andiamo a vederla quando attracca poi ci spostiamo al porto turistico, il quartiere dei magazzini portuali, l’Aker Brygge. Ci sono tanti ristoranti uno dietro l’altro, centri commerciali e, proprio lungo il mare, molti bar all’aperto. Pranziamo da McDonald e poi torniamo ai camper. Ci spostiamo per vedere Holmenkollen che si trova nella Beverly Hills di Oslo, un quartiere residenziale molto elegante sulle collinette dietro il centro della città. Purtroppo quando arriviamo al famoso trampolino lo vediamo, anzi non lo vediamo. E’ stato completamente demolito e lo stanno rifacendo. Una delusine. Si parte e lasciamo la Norvegia molto a malincuore. Ci spostiamo in Svezia in un pesino sul mare, Fjallbacka, davvero bello. Parcheggiamo sulla destra del porto (N 58° 36.000’ – E 11° 16.860’). Ceniamo guardando un bellissimo tramonto e poi andiamo a fare due passi. Ci sono tutte le case in legno pitturate con colori pastello, principalmente bianco ed azzurro. Hanno alcune finestrelle minuscole ma deliziose con all’interno un soprammobile come una barca oppure un faro. Qui c’è la statua in bronzo di Ingrid Bergman in onore di questa famosa attrice che veniva qui tutti gli anni per riposarsi, dove nessuno riusciva a trovarla. Dall’aiuola nella quale c’è il suo viso, si prende una stradina sterrata che si arrampica sulla montagna. Ci sono due grosse rocce tra le quali si sono incastrati dei grossi massi. Sono sospesi da terra circa 4 o 5 metri e si passa sotto. Si sale poi sopra la montagna su scale in legno. C’è una vista spettacolare della baia tempestata di isolotti. Bellissimo. Tutti a nanna al rientro.

26) 18.08.2009 martedì km.405 km.8.950 tempo: bello Giro ancora per il paese e poi via, verso casa. Traghettiamo ad Helsingborg. Il costo di questa tratta più Puttgarden è di 145 €, oggi è giorno feriale. Facciamo due passi a piedi per Helsingor lasciando il camper al parcheggio del castello di Amleto dove avevamo dormito quasi 4 settimane fa. Il paese è carino. Cerchiamo del salmone ma non troviamo nessun negozio. Ripartiamo percorrendo la strada costiera 152. Notiamo un porticciolo nel paesino di Espergaerde (N 55° 59.574’ – E 12° 33.631’) con un negozietto del pesce (fiskhuset). Facciamo inversione e parcheggiamo nella piccola piazzetta. Facciamo acquisti di salmone affumicato. Decidiamo di venire a pranzare qui domani, a mezzogiorno cucinano e si può mangiare fuori. Ci spostiamo nel parcheggio del parco dei cervi Jaegersborg Dyrehave. Eravamo stati qui 6 anni fa e c’era piaciuto molto. Entriamo nel parco dai portoni in legno (chiudere bene quando si entra). Il parco è libero e si può girare tranquillamente. Ci sono tantissimi cervi di 3 tipologie. Il parco è immenso ma li si vede molto facilmente. In cima alla collinetta c’è l’Ermitage, un palazzo piccolo ma molto bello che viene ancora usato in qualche occasione dalla famiglia reale. Tutto intorno ci sono prati e boschi secolari. Davvero bello e rilassante. Torniamo ai camper per cenare e dormiamo qui. (N 55° 47.704’ – E 12° 35.343’). 27) 19.08.2009 mercoledì km.555 km.9.505 tempo: bello Raggiungiamo il mare attraversando la strada e lo costeggiamo verso sinistra. C’è un bel sentiero. Arriviamo ad una spiaggia con alle spalle un prato. Stiamo lì tutta la mattina a riposarci. Torniamo poi indietro di qualche km. Alla pescheria di ieri. Facciamo spesa con ogni ben di Dio. C’è un’insalata con spinaci di mare, calamari e altri pesci che è una cannonata. Pranziamo sui tavoli fuori. Ottimo il pesce. Soddisfatti ed un po’ appesantiti ci facciamo una manciata …555 … di km. Lasciamo la Danimarca che a noi tanto piace con il traghetto che ci porta a Puttgaren. Arriviamo a dormire dopo Hannover in autogrill a mezzanotte.

28) 20.08.2009 giovedì km.610 km.10.115 tempo: bello Giornata terribile. Avremo trovato una quindicina di lavori in corso più un incidente che ha fatto chiudere l’autostrada e ci ha obbligati ad uscire. Arriviamo a metà pomeriggio a Memmingen (N 47° 59.725’ – E 10° 10.956’). Facciamo due passi per la cittadina molto graziosa e poi ceniamo in un piccolo ristorante all’aperto alle spalle dell’area sosta dove c’è un grosso parco. Piacevolissima serata di chiacchiere mente i bimbi giocano. Ci salutiamo a malincuore. Domani Marco e Marina partono prima perché devono assolutamente rientrare per domani sera. Noi ce la prendiamo più con calma.

29) 21.08.2009 venerdì km.470 km.10.585 tempo: bello Quando ci siamo svegliati ho sperato che ci avessero ripensato ma, invece, quando ho tirato giù gli scuri ho visto che erano partiti. Mi è venuto un po’ di magone … Attraversiamo con calma la Svizzera e rientriamo in Italia dal San Bernardino. Non rientriamo ancora a casa. Vogliamo avere l’illusione che le vacanze non siano finite quindi raggiungiamo i nostri amici a Bielmonte, una stazione sciistica sopra Biella, vicino a casa nostra.

30) 22.08.2009 sabato km.40 km.10.625 tempo: bello Mattina di relax e poi, dopo pranzo, si rientra. Ci aspettano a casa gli infestanti da strappare e l’erba alta circa 30 cm. … la vacanza è proprio finita … ci rimbocchiamo le maniche e si incomincia a lavorare. Il ricordo di tutto quello che abbiamo visto e vissuto ci resterà impresso per sempre. Di una cosa siamo certi … ci ritorneremo …

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