La valle degli dei ed il tetto del mondo

Prologo Il nostro viaggio è cominciato in primavera quando abbiamo deciso che era giunto il momento di realizzare il nostro sogno nel cassetto: recarci nella Valle degli Dei, il Nepal e sul Tetto del Mondo, il Tibet. La arola “viaggio” non è stata scritta a caso; ci riteniamo più viggiatori che turisti e di questo ne siamo fieri. La...
Scritto da: CAT&DVD
la valle degli dei ed il tetto del mondo
Partenza il: 03/10/2004
Ritorno il: 25/10/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Prologo Il nostro viaggio è cominciato in primavera quando abbiamo deciso che era giunto il momento di realizzare il nostro sogno nel cassetto: recarci nella Valle degli Dei, il Nepal e sul Tetto del Mondo, il Tibet. La arola “viaggio” non è stata scritta a caso; ci riteniamo più viggiatori che turisti e di questo ne siamo fieri. La raccolta delle informazioni si è naturalmente indirizzata su internet e sulla lettura delle guide di viaggio a nostra disposizione (2 LP ed 1 Routard).

La condizione vincolante di partenza era quella di non fare un viaggio organizzato; per il Nepal non abbiamo incontrato grosse difficoltà, mentre per il Tibet, nonostante la nostra tenacia, ci siamo dovuti arrendere alla burocrazia cinese ed alla consapevolezza che non potevamo non rivolgerci ad un’agenzia di viaggio.

Avendo a disposizione 3 settimane abbiamo pensato di suddividere il viaggio in questo modo: la prima settimana da trascorrere a KTM e dintorni, la seconda in Tibet e la terza di nuovo in Nepal, spostandoci però a Pokhara e, successivamente, Bhaktapur per poi tornare di nuovo a KTM e trascorrere lì la festa del Dasain, la festa nepalese più importante dell’anno consacrata alla dea Durga nella quale, in onore della dea, il sangue viene fatto scorrere a fiumi.

KTM ed il Nepal non possono essere raccontati in poche parole (e forse neppure in molte) ma vanno vissuti a pieni polmoni e noi vi auguriamo di poterlo fare. Gli odori, i colori, l’atmosfera, la gente, il tutto racchiuso in un turbinio continuo ed inebriante, rendono questa città e questo paese assolutamente fantastici. Prima di partire abbiamo letto diverse volte della presenza di topi per strada. Noi abbiamo invece visto: mucche (quante ne volete), bufali, maiali, oche, galline, galli, capre, pecore, scimmie (quelle le abbiano anche nell’azienda dove lavoriamo). A Pashupatinath abbiamo visto la cerimonia di cremazione; irreale nella preparazione e drammatica nella realtà’ del pianto dei cari. Abbiamo visto un anziano signore accovacciato (rigorosamente in strada) tagliare i capelli con estrema disinvoltura e destrezza ad un ragazzino sporco dalla testa ai piedi. Abbiamo incontrato i Sadu, che, a quanto pare, apprezzano molto Caterina (santi si ma…) e si sono modernizzati al punto tale da invitarti a fare una foto insieme a loro per poter poi chedere le immancabili rupie. Abbiamo conosciuto un monaco tibetano (tre ore dopo il nostro arrivo a KTM) sotto una tettoia durante un acquazzone. Ci ha offerto un nepali tea e ci ha detto che il destino ci aveva fatto incontrare. Cio’ non toglie che aveva il cellulare (funzionante il suo, il nostro solo come sveglia) ed un indirizzo di posta elettronica. Al momento dei saluti ci ha dato la sua e-mail ed è in quel momento che abbiamo scoperto che è un Rinpoche. In Durbar Square (KTM) siamo stati avvicinati da una famigliola con una bambina bellissima che ci guardava e rideva mentre la figlia si nascondeva dietro al padre. L’uomo si e’ poi avvicinato chiedendoci se poteva farci una foto con la figlia che pero’ era impaurita per il colore della nostra pelle; a quanto pare eravamo le prime persone bianche che incontrava nella sua vita. Con fragorose risate e scherzetti alla bimba ci siamo fatti tutti insieme una reciproca foto ricordo. Durante la festa del Dasain a Bhaktapur ed in seguito a Dakshinkali abbiamo assistito a sacrifici animali preparati ed eseguiti in famiglia ed abbiamo incrociato innumerevoli ragazzini a pieni nudi intenti a far piroettare i loro aquiloni “armati” in quelle che sono vere e proprie battaglie per il dominio dei cieli.

Il Tibet è la terra dai forti contrasti religiosi, politici e naturalistici. Siamo rimasti incantati dallo splendore della natura, e senza parole di fronte alla maestosità dell’Everest, ma ne abbiamo patito fisicamente la sua forza devastante. Ci siano ammutoliti al canto/preghiera di un monaco solitario, ma siamo rimasti perplessi di fronte alla quantità di denaro che gli stessi maneggiano con cura “bancaria”. Siamo stati avvicinati da bambini tibetani bellissimi, taciturni ed avidi di cioccolata con le loro bottiglie vuote di plastica sotto il braccio che non cederebbero nemmeno sotto ricatto (DVD ha provato il baratto senza successo!). Siamo stati avvicinati da adulti incuriositi da individui (noi) vestiti goffamente monomarca intenti a fotografare l’impossibile. Questi tibetani fisicamente induriti dal sole ci sono apparsi come rappresentanti e testimoni reali, loro malgrado, di un popolo che nel silenzio e nell’indifferenza di tutti stà via via scomparendo. Abbiamo poi incrociato militari cinesi nelle loro divise troppo lunghe di manica controllare zelantemente i passaporti e ricordare, in modo fisico ma silente, che la terra che ci stava ospitando si chiama Cina. Abbiamo infine visto un Potala immenso, ma tristemente schiacciato sotto il peso politico delle sue vicende.

Malgrado questi forti contrasti il Tibet non può essere tralasciato e tantomeno dimenticato e noi siamo ben felici di non averlo fatto.

Buona Lettura (speriamo) e sopratutto: Namaste’ Tashi dele Caterina (CAT) & Davide (DVD) Itinerario di Viaggio (03-25 ottobre 2004) 1° giorno (03/10) – ROMA – DOHA Partenza da Roma FCO (la mattina) con destinazione Doha (Qatar Airways). Al “Da Vinci” scopriamo che il volo è circolare per cui faremo scalo a Milano Malpensa prima di involarci verso la penisola arabica. DVD calcola nervosamente il numero di decolli/atterraggi ai quali andrà incontro, CAT, tranquillamente seduta, osserva non poco divertita la scenetta del conteggio. Arrivo a Doha (serata) ed attesa del volo per Kathamndu. Girovaghiamo per ingannare il tempo ed incrociamo una moltitudine di uomini e donne vestiti alla “occidentale” ed alla “orientale” che conferiscono a questo scalo un fascino particolarmente esotico.

1°-2° (03-4/10) – DOHA KATHMANDU Ripartiti in perfetto orario da DOHA (da qui in poi non sarà più così), trascorriamo la notte in aereo mangiando e vedendo i film proposti. Ogni tanto CAT cerca di sbirciare dal finestrino per capire quale lontano luogo stiamo sorvolando. Non riuscendo a distinguere se è mare, deserto o pianura CAT decide di godersi comunque il riflesso emanato dalla luce lunare. All’orario previsto è inizia il sorvolo su KTM; dopo circa 40 minuti siamo informati dal comandante che, viste le condizioni atmosferiche proibitive su KTM, è stata presa la decisione di “parcheggiarci” temporaneamente in Bangladesh, a Dhaka (che diciamo non è proprio dietro l’angolo visto che dista 1 ora di volo da KTM).

2° (04/10) – DHAKA – KATHMANDU L’arrivo a Dhaka ci permette di ammirare dall’alto il Bangladesh, e purtroppo anche la devastazione provocata dall’inondazione che poche settimane prima della nostra partenza lo ha colpito. Tutto inverosimilmente allagato sembra il delta di un grande fiume e ne rimaniamo impressionati. La pista di atterraggio di Dhaka è l’unica cosa asfaltata che può scorgere a km di distanza e non appena atterrati ci siamo sorpresi nello scoprire quanto la pista sia affollata di persone, carrettini, biciclette e trattori. Uno simpatico siparietto che difficilmente si può vedere nei nostri moderni e tecnologici aeroporti occidentali. Probabilmente la pista attraversa un campo coltivato e quindi è naturalmente e costantemente popolata da persone intente al lavoro.

Dopo circa 3 ore di permanenza a Dhaka (per la precisione non scendiamo mai dall’aereo), finalmente ripartiamo alla volta di KTM dove fortunatamente siamo riusciti questa volta ad atterrare.

Poggiati i piedi sul suolo nepalese, siamo coinvolti nelle formalità per ottenere il visto (il nostro deve essere multiplo visto il viaggio che abbiamo programmato in Tibet) e quindi ci siamo non troppo silentemente accodati a quanti ancora in procinto di ottenere il tanto atteso timbro.

Contrariamente alle varie voci allarmistiche scopriamo non senza sollievo che i nostri zaini sono arrivati; li raccolgiamo e ci immergiamo nella folla che fuori l’aeroporto attende chissà quali viaggiatori e dopo un primo assaggio delle abilità dei tassisti nepalesi finalmente arriviamo in albergo (quello che per le prime tre notti abbiamo prenotato dall’Italia via internet).

Dopo la piacevole visione della nostra stanza, mollati gli zaini, usciamo immediatamente per immergerci finalmente nell’aria, nei colori, nei rumori di KTM.

Rimaniamo attoniti quando improvvisamente comincia a piovere (anche la pioggia in Nepal è maestosa) e ci ripariamo sotto una tettoia che ci porta al primo, inaspettato, quanto gradevole incontro. Un monaco tibetano ci guarda e comincia a dialogare con noi. Dopo 5 minuti siamo già insieme davanti ad un nepali tea, piacevolmente seduti a scambiarci le nostre storie.

3° (05/10) – KTM – SWAYAMBHUNATH – DURBAR SQUARE (KTM) Partendo da Thamel – passando per Chhetrapati Chowk, la piazza di KTM con la più alta concentrazione per centimetro quadrato di pedoni, venditori (di souvenir e contadini con i loro prodotti), mezzi meccanici (auto-moto-biciclette-risciò) ed al buon bisogno anche animali (mucche-galline-papere) – raggiungiamo a piedi il tempio di Swayambhunath meglio noto come “Tempio delle scimmie”. Nel primo pomeriggio lungo “briefing” (e sopratutto saldo della quota) del Kathamndu – Lhasa Overland 2004 (il nostro viaggio in Tibet per capirci). Liberati dai Travelers Cheques ma ricchi di raccomandazioni ci dirigiamo, sempre a piedi, verso Durbar Square. Visita senza guida della piazza ed incontro con i primi Sadu in cerca di benedizioni, foto e sopratutto rupie! 4° (06/10) – KTM – PASHUPATINATH – B0DHNATH (BOUDHA) – KOPAN – KTM Convinti da uno zelante quanto intrepido risciò ci incamminiamo (per modo di dire) verso il Tempio hindu di Pashupatinath consacrato a Shiva. Lungo il percorso ci facciamo prendere dallo sconforto per l’immane fatica dell’intrepido (ora meno) risciò che suda sette camicie per trasportare “l’esiguo” peso di DVD e del suo inseparabile zainetto (ma anche CAT non scherza). Come ovvio che sia lo zelante e novità assoluta, scaltro, risciò ci lascia a venti minuti di cammino dal Tempio assicurandoci che in cinque saremmo arrivati. Mentre visitiamo esternamente il luogo sacro, assistiamo alla cerimonia di cremazione (attoniti, increduli ma soprattutto commossi) che ovviamente cattura la nostra attenzione. Proseguiamo in seguito lungo il percorso che porta allo stupa di Bodhnath. Con un taxi ci avviamo in una fangosa e disastrata strada bianca verso il monastero tibetano di Kopan. Il maltempo non ci permette di procedere a piedi verso Gokarna. Rimandiamo la visita e torniamo verso KTM dividendo il taxi insieme ad un ragazzo tedesco che rimarrà ospite dai monaci per diversi mesi.

5° (07/10) – KTM – GOKARNA MAHADEV – KTM Partendo da Thamel, questa volta in taxi, raggiungiamo il suggestivo tempio di Gokarna Mahadev. Osserviamo con la solita curiosità fanciullesca diversi fedeli hindu che sulle rive del fiume Bagmati pregano ed offrono al fiume le loro multicolori composizioni erbacee. Torniamo a KTM e, guida alla mano, percorriamo i tre itinerari consigliati dalla guida LP.

6° (08/10) – KTM – PATAN – JAWLAKHEL – KTM Prima di lasciare il Nepal decidiamo, come da programma, di visitare Patan. La sua Durbar Square ci impressiona più di quella della capitale così come la tenacia delle guide che si propongono per i soliti tour economici e decisamente più ricchi dei libercoli che tenacemente ci portiamo dietro. Data la vicinanza procediamo verso Jawlakhel, con la sua popolazione in gran parte tibetana, senza tralasciare lungo il percorso uno dei quattro stupa della città (lo stupa di Ashoka). Ritorniamo a KTM, ci prepariamo per la partenza tibetana e per il rientro nepalese (con cambio di albergo).

7° (09/10) – KTM – DHULIKHEL – KODARI – ZHANGMU Partenza alle 05:30 di mattina da KTM (da programma, da Nepali time alcune ore dopo) per la frontiera con il Tibet. En route una breve, ma gradita, prima colazione a Dhulikhel. Seguendo la valle del Bhote Kosi raggiungiamo Kodari, la città che sorge sulla linea di confine fra il Nepal ed il Tibet (Provincia Autonoma della Repubblica Popolare Cinese per la precisione!). Da qui breve camminata, zaini in spalla, verso il confine e svolgimento delle formalità di frontiera (tra le quali il puntamento del pistolone anti-febbre di ovvia fabbricazione cinese). Superato il ponte di confine breve camminata verso i promessi “good bus” con destinazione Zhangmu (Khasa in nepalese e Dram in tibetano).

8° (10/10) – ZHANGMU – NYALAM – TINGRI Partenza da Zhangmu (2300 m) in direzione Nyalam (3750 m) e da qui proseguimento (senza sosta) verso Tang La (4900 m) e verso il passo di Lalung La (5050 m). Da qui si gode una stupenda vista sulle vette Shismapangma (8013 m), Makalu (8464 m), Everest (8846 m), Lhotse (8516 m), Cho Oyu (8201 m) ed altre vette Himalayane. Ovviamente la “stupenda vista” non è inclusa nel tour ma dipende inesorabilmente dalla clemenza e dalla bontà del tempo (e c’è da dirlo noi siamo stati fortunati quanto previdenti nel partire ad ottobre). Dal passo Lalung La (5050 m) si scende (per modo di dire) verso altezze più umane e si raggiunge Tingri (4390 m), un gruppetto di case tibetane affacciate su di un’ampia pianura delimitata dalla impressionante catena Himalayana.

Nota: recandovi in Tibet apprenderete presto due cose. La prima, purtroppo a vostre spese, è la durezza del clima che provoca il famoso e quantomai devastante mal di montagna acuto (AMS – Acute Mountain Sickness). La seconda, meno famosa e decisamente meno invasiva, è la sommarietà delle altitudini indicate nelle cartine, il che vi porta a non conoscere mai esattamente la reale altezza alla quale vi trovate. Ma questo fa parte del viaggio! 9° (11/10) – TINGRI – LHATSE – SHIGATSE Partenza da Tingri (4390 m) in direzione Lhatse (4050 m) passando per il passo Lagpa La (5133 m). Breve sosta per ammirare il paesaggio e le Bandiere di Preghiera e ripartenza verso Lhatse (4050 m), quindi il passo di Yulong La (4950 m) ed infine Shigatse (3900 m).

10° (12/10) – SHIGATSE – GYANTSE In mattinata visita del Monastero di Tashilumpo, sede del Panchen Lama (il titolo di Panchen significa “grande studioso”), e primo reale, fisico ed emotivo contatto con i monaci tibetani e con i colori, i suoni e gli odori dei monasteri. Ancora inebriati dalla visita del Tashilumpo proseguiamo il nostro viaggio, seguendo la fertile valle del Nang Chu, in direzione di Gyantse (3950 m). Visita del monastero di Palkor Chode dove siamo rimasti letteralmente incantati ed ipnotizzati dal canto/preghiera di un monaco.

11° (13/10) – GYANTSE – YAMDROK TZO – LHASA Dopo la partenza da Gyantse (3950 m) si oltrepassa il passo di Karo La (5010 m) affiancato dai ghiaccai spettacolari dei monti Ralung (6236 m) e Nozing Khang Sa (7223 m) per raggiungere il Yamdrok Tso (4488 m), il tortuoso e sopratutto sacro “lago scorpione” dalle acque turchesi. Inmancabili “soste” lungo le rive per ammirare la maestosità del paesaggio e la bellezza delle sue acque (qui purtroppo i colori veramente non si riescono a raccontare). Raggiunta, per “miracolo” la valle del Tsang Po, con il suo fiume Brahmaputra, raggiungiamo, tra da meritati applausi all’autista del bus ed un sospirato quanto atteso sollievo, la città di Lhasa (3595 m).

12° (14/10) – LXA – DREPUNG – POTALA (LXA) La mattina visita al Monastero di Deprung un tempo il più grande del mondo. Alla fine della visita assistiamo incuriositi, divertiti e senza saperlo in anticipo ad una riunione collettiva di monaci. Nella pausa pranzo prima visita (in solitaria) del quartiere storico del Barkhor. Nel pomeriggio visita al Palazzo del Potala e delle zone limitrofe.

13° (15/10) – LXA – SERA – JOKHANG (LXA) La mattina visita del Monastero di Sera. Nella pausa pranzo cospicuo assaggio di patatine e biscotti di fabbricazione cinese nonché visita, con degustazione, al famoso Mc Cina (ok 100) con annessi ringraziamenti (inchino di rigore) di tutto lo staff del fast food. Nel pomeriggio visita al bellissimo e molto suggestivo tempio di Jokhang e del quartiere storico del Barkhor (un bis ci vuole sempre, e questa volta di gruppo). Saluti serali con alcuni amici di viaggio davanti ad una gustosissima bistecca di yak e una spettacolare torta al cioccolato.

14° (16/10) – LXA – KTM – POKHARA Dopo la colazione (cinese) trasferimento di buon ora (praticamente in notturna) in aereoporto a Gongkar (2h ca.) seguendo in parte il Tsang Po. Volo per Kathmandu con Air China (tutto un programma!). Il volo (1h10 min) fa rivedere in parte l’itinerario (seguito all’andata) e raggiunge la catena centrale dell’Himalaya fra Everest e Makalu, facendolo uno dei voli più spettacolari del mondo (lo possiamo confermare poichè ci troviamo seduti dalla parte giusta – sinistra –dell’aereo!).Dopo la solita fila di attesa per il controllo Visa (questa volta con il visto già nel passaporto) ci incamminiamo, zaini in spalla, verso lo scalo dei voli nazionali del Tribhuvan Airport di KTM. Volo spettacolare per paesaggio e drammatico per velivolo verso Pokhara (915 M).

15° (17/10) – POKHARA – SARANGKOT – POKHARA Alzataccia (la seconda di fila) e trasferimento notturno, in taxi ed a stomaco vuoto, verso Sarangkot (1592 m) per assistere all’alba sulla catena himalayana dell’Annapurna. Oltre al trasferimento in taxi, va anche sottolineata la camminata, in salita ed al buio, che ci separa dalla vetta della collina dalla quale attenderemo l’alba. Ci godiamo lo spettacolo a dir poco meraviglioso in compagnia di altri mattinieri e silenti turisti. Tornati a Pokhara ci “riprendiamo” dalle fatiche con una sontuosa colazione lungo lago in compagnia di incantatori di serpenti più morti che vivi (i serpenti, gli incantatori invece attenti a non farsi sfuggire il turista munito di macchina fotografica). Pieni come le uova sode mangiate, ci dirigiamo (A/R a piedi) verso le Devi’s Falls senza tralasciare il brivido di passeggiare per campi coltivati e fangosi. Di ritorno a Pokhara ci concediamo una gitarella in barca verso il Varahi Temple. Pomeriggio e serata dedicati al totale rilassamento sul lungolago.

16° (18/10) – POKHARA – KTM – BHAKTAPUR La mattina volo spettacolare per paesaggio e drammatico (abbiamo recitato tutto il messale) per velivolo verso KTM. Primo tentativo di riconferma alla Qatar del volo di ritorno verso Roma e taxi verso Bhaktapur, la città scelta per trascorrere i successivi 3gg. Giriamo senza una precisa meta e senza guida alla scoperta della più bella delle cittadine nepalesi visitate. Visita al famoso Peacock Shop dove acquistiamo, con grande gaudio, le nostre maschere di cartapesta. Ritorno verso Burbar Square (sempre di Bhaktapur) e primi approcci con le battaglie di aquiloni e delle ferree regole che le animano.

17° (19/10) – BHAKTAPUR Guida alla mano visitiamo in modo sistematico tutta la Durbar Square ed in seguito affrontiamo il percorso circolare consigliato sulla guida LP. In questo frangente scopriamo con grande piacere mercatini all’aperto dove si vendono bufali, galli e caproni che saranno sacrificati durante il culmine del Dasain Festival. Troviamo inoltre alcune massaie intente a seccare il riso ed a separarlo dalla pula, ed altre occupate a far asciugare la lana tinta da poco. Per finire incrociamo un discreto numero di invidiabili monelli impegnati in giochi di strada e, per i più audaci, ricchi bagni in fiumiciattoli che a chiamarli tali ci vuole coraggio. Invidiosi di quanto visto durante il giorno trascorriamo il tramonto a gettare riso soffiato alle carpe del Siddha Pond (il più grande laghetto artificiale di Bhaktapur) ben presto raggiunti da ragazzini ai quali offriamo ricche manciate di riso poiché “chi gioca da solo si diverte di meno!”.

18° (20/10) – BHAKTAPUR – CHANGU NARAYAN Dopo la solita, estenuante ma, tutto sommato, spassosa contrattazione con i tassisti ci dirigiamo verso il tempio di Changu Narayan. La guida indica che “i turisti sono relativamente pochi”; in realtà non ce ne sono affatto ed infatti i due ragazzi del botteghino sgranano gli occhi e ci prendono, forse, per due alieni dispersi come cammelli nel deserto. Al ritorno decidiamo di inoltrarci per i campi soleggiati ed in piena raccolta del riso (una cosa è certa: nelle nostre lustrate città siamo proprio atrofizzati dal cemento!). Rientrati a Bhaktapur ci imbattiamo nel primo (ed unico grosso per dimensioni) sacrificio animale. Una famigliola è in procinto di sacrificare un bufalo nei pressi di un tempietto. Invitati dal padre assistiamo al rito di forte impatto sopratutto nel momento in cui l’animale ha la “consapevolezza” di trovarsi in una situazione di pericolo. Passiamo il resto del pomeriggio a girovagare per la città a chiacchierare con i bambini e dividere con loro la merenda (banane locali).

19° (21/10) – BHAKTAPUR – KTM La mattina facciamo ritorno a KTM e trascorriamo la giornata nel girovagare senza meta e nello “studiare” con rigore scientifico le offerte dei vari negozietti dove decideremo infine di fare le ultime compere.

20° (22/10) – KTM – DAKSHINKALI – KTM In pieno cuore del Dasain Festival non possimo non dirigerci verso il “tempio insanguinato” di Dakshinkali, dedicato alla dea Kali. La sensazione che proviamo al nostro arrivo è quella di un multicolore ed affollato mercato. Bancarelle di fiori e frutta (davvermo molta), bancarelle dove comprare ciambelle fritte ed altre dove contrattare per incenso ed affini. Ci inoltriamo verso il tempio, unici bianchi, insieme ad intere famiglie con i loro agnelli e polli sacrificali in diligente fila in attesa di potervi entrare. A dire il vero il tempio è piuttosto piccolo ma quello che sorprende è l’animosità del suo interno con i “fiumi” di sangue che scorrono sulle lastre, dove si accatastano le teste dei polli sacrificati, e lungo i viottoli di accesso. “Giustificati” dal non essere induisti ci esoneriamo dalla fila e ci limitiamo ad osservare, in modo silente e quanto più “discreto” possibile, le varie attività che si svolgono al di fuori del tempio quali la foto ricordo delle famiglie con l’animale sacrificato e, cosa ancora più interessante, la pulitura degli animali. Spinto dalla sua solita curiosità DVD rompe il ghiaccio con un simpatico signore in attesa del suo animale e ne esce fuori una lunga conversazione sul Dasain ricca di particolari ed aneddoti che difficilmente le guide riportano. Torniamo a KTM incontrando, come all’andata, numerosi autobus stracolmi di fedeli, diversi dei quali “comodamente” seduti sui tetti degli stessi. Nel pomeriggio completiamo la fase di studio iniziata il giorno precedente.

21° (23/10) – KTM – PASHUPATINATH – KTM Decidiamo, senza una premeditazione consapevole, di tornare al tempio di Pashupatinath ma questa volta lo facciamo a piedi, sia all’andata che al ritorno. La lunga passeggiata ci permette di passare per nuove strade della periferia di KTM e di confermare, se mai ce ne fosse stato bisogno, della cordialità e della gentilezza dei nepalesi. Assistiamo, come nella nostra precedente visita, alla cerimonia di cremazione. Il pomeriggio è dedicato allo shopping che ci riporta in modo piuttosto prepotente alla nostra occidentalità ed alla ormai congenita mania di comprare tutto quello che ci passa davanti agli occhi. Cerchiamo di non cadere nella trappola del “tanto costa poco” e tentiamo di scovare per noi, le famiglie e gli amici intimi qualcosa che rappresenti questo mondo così diverso eppure così vicino a noi. La sensazione che proviamo è quella di uno stile di vita assolutamente naturale e non artefatto che rappresenta, forse a torto, il modo in cui vorremmo vivere nel nostro mondo.

22° (24/10) – KTM Le migliori avventure così come i viaggi sognati devono avere una fine per poter entrare nei meandri mentali dei ricordi indissolubili. In questo giorno facciamo dunque incetta di pensieri, aneddoti, colori, odori rumori con occhi spalancati, narici aperte ed orecchie protese. Namastè a te caro Nepal. A presto.

23° (25/10) – KTM – DOHA – ROMA Il nostro volo verso Doha è il secondo della mattina e questo ci impone la solita alzataccia ormai compagna fedele di viaggio. Arrivati all’aeroporto (chiuso) i turisti in partenza vengono diligentmente divisi per sesso e nell’attesa del check-in DVD scopre di aver regalato il suo fedele cellulare ad un forse ignaro tassista ormai lontano. La tecnologica configurazione mentale riaffiora come lampo ma viene fortunatamente bloccata dagli anticorpi acquisiti durante le tre settimane di viaggio. Dopo innumerevoli perquisizioni fisiche, ed una confisca del chili e del peperoncino di CAT, inutilmente consolata poichè toglietemi tutto ma non il mio chili, ritroviamo l’ambiente asettico del nostro aereo.

Ringraziamenti: Ringraziamo quanti hanno scritto il proprio resoconto di viaggio (su questo sito) che abbiamo letto e “studiato” con cura ed attenzione.

Un ringraziamento particolare lo vorremmo dedicare a popino68 conosciuto, purtroppo solo via e-mail, grazie al sito il quale ci ha fornito numerosi consigli ed informazioni di tipo pratico e non.

Infine un doveroso ringraziamento ad Alessandro e Gianmarco tassisti improvvisati con i quali non abbiamo dovuto trattare sul prezzo della corsa (gratis per gli amici).

Consigli utili: Sul Nepal – Non date retta alle guide che vi proibiscono di non dare nulla ai bambini. E’ vero che molti sono costretti dai genitori a mendicare ma è pur vero che sono talmente belli, simpatici e sorridenti che ignorarli del tutto dimostrerebbe la vostra povertà emotiva. Portatevi da casa matite colorate, pennarelli, penne (questi non li avevemo e ce ne siamo pentiti, ma li avremo la prossima volta!), biscotti e caramelle (magari senza zucchero) oppure comprategli dai contadini in strada la frutta (impazziscono, prova reale, per le banane che noi abbiamo pagato 1 (una) rupia cadauna. 1 euro = 90 rupie).

– Forse anche per il fatto che il nostro viaggio non prevedeva trekking in regioni sperdute, non ci siamo mai trovati in situazioni di pericolo (per fortuna) né abbiamo mai percepito di trovarci in difficoltà in termini di sicurezza; il Nepal è un paese tranquillo, i nepalesi persone cordiali, socievoli e disponibili. Alcuni siti internet nostrani a nostro avviso sono esageratamente allarmistici. E’ comunque doveroso informarsi sulla situazione in loco; consultate i siti dei maggiori quotidiani nepalesi.

– In Nepal il cellulare lo potete utilizzare solo come comoda sveglia: nel nostro caso sia la scheda Omnitel che TIM non hanno dato segni di vita! – Vi consigliamo vivamente di organizzarvi il viaggio da soli: si spende molto di meno, si è più liberi e si ha la possibilità di visitare luoghi che altrimenti difficilmente riuscireste a vedere.

– Tra gli alberghi che noi abbiamo “frequentato” (e per i quali se volete siamo a disposizione per fornirvi gli indirizzi), va sicuramente ricordato, per la cordialità e la serietà delle persone che ci lavorano, l’albergo UTSE di KTM. – Immergetevi nelle stradine di KTM, nelle piazze fuori dai circuiti turistici (Ason Tole, Thaiti Tole, etc), fatevi avvolgere dal calore e dalla bellezza di questa città, ne vale la pena! Sul Tibet – Non sottovalutate il mal di montagna. I sintomi che noi abbiamo avuto sono stati: febbre (a volte alta), mal di testa costante, insonnia o incubi, inappetenza. Ovviamente non per tutti è così, comunque se possiamo darvi un consiglio, dovete bere almeno un litro di acqua (o tea) per ogni 1000 metri di dislivello che si percorre. Comunque tutti i sintomi magicamente scompaiono (tranne il mal di testa) non appena arrivate a Lhasa o comunque scendete di almeno 500 mt rispetto a dove vi trovate.

·- Considerate che l’igiene, soprattutto in posti dove non c’è nulla (e nulla è già qualcosa), non è proprio quella a cui siamo abituati noi occidentali. Ma non la si può pretendere: le abitudini sono diverse e soprattutto i mezzi a disposizione e la natura sono totalmente differenti.

– Abbiamo una turista rubare una bandiera di preghiera che nei valichi vengono depositate dai fedeli tibetani. Non vogliamo passare per moralisti (non lo siamo affatto) ma riteniamo doveroso di rispettare sempre i luoghi che ci ospitano e che ci offrono così tanta bellezza. Se la vostra sete di souvenir è così implacabile sappiate che a KTM se ne trovano a buonissimo mercato!



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