In Nepal per miei primi cinquant’anni
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Essendo una (quasi) una sorpresa, il viaggio non è stato organizzato dal sottoscritto, ma abbiamo approfittato di alcune coincidenze come: un’occasione, per quanto riguarda il prezzo, di un tour operator, delle date di partenza e di ritorno del viaggio che s’intersecavano perfettamente con la mia data di nascita e non ultimo che non eravamo da soli ma accompagnati da alcuni amici e quindi si parte…
14/02
Partiamo da Catania e formiamo il gruppo definitivo a Roma davanti agli sportelli del check-in della Turkish Airwais, continuo a essere piacevolmente impressionato dall’organizzazione della Compagnia aerea, ottimo cibo in economy e intrattenimento a buon livello con la possibilità del proprio visore a ogni sedile.
Facciamo uno scalo tecnico di qualche ora a Istanbul e poi subito si riparte alla volta di Katmandu, dove arriviamo il giorno successivo accolti da una leggera nebbiolina mattutina. Disbrigate le formalità alla frontiera incontriamo per la prima volta la nostra guida molto professionale e precisa che ci accompagnerà in tutto il tour della capitale nepalese e nei dintorni di tutta la valle circostante.
15/02
L’albergo che ci accoglie, nella tarda mattinata, è il SOALTEE CROWNE PLAZA, ottima struttura non proprio collocata nella parte centrale della città, ma comunque accogliente solo ed esclusivamente nell’ala che è lontana dal rumore dei generatori. Buon cibo vario al buffet serale e ottima colazione.
Nel primo pomeriggio cominciamo visitando il tempio di Swayambhunath, che si trova su di una collina da cui si gode un bel panorama della città. Prendiamo confidenza con la religione e con gli usi e i costumi del popolo nepalese per quanto riguarda i luoghi sacri, abbiamo anche il primo contatto “ fisico “ con le varie campane delle preghiere che i locali fanno girare nella speranza che il loro Dio li ascolti.
Ci immergiamo nel traffico caotico e assordante per via di tutti i clacson, che sembrano suonare all’unisono, di qualsiasi mezzo che sia provvisto di un motore a scoppio e arriviamo nei pressi della nostra prima Durban Square di Katmandu. Rispetto al caos che attanaglia le strade limitrofe, trovarci in un’oasi di lontananza dai rumori della città non ci pare vero, e la piazza è assolutamente affascinante per i palazzi che la circondano e per la “ vita “ stessa che vi si svolge con finti santoni che chiedono un “ aiuto “, ragazzi che passeggiano e che potrebbero passare anche per i nostri figli (sempre con il cellulare in mano), delle specie di tuc tuc a pedali che attendono i clienti per trasportarli nelle varie parti della città.
La piazza è circondata dal palazzo della Kumari (la Dea bambina) che a determinate ore della giornata si affaccia a una finestrella del cortile interno del palazzo per essere ammirata/regalata dalla folla e dal sontuoso palazzo reale. Caratteristica di tutti i palazzi antichi che si affacciano sulla piazza è l’elaborato intarsio delle finestre, che si fanno ammirare per i magnifici lavori di legno.
Si devono fare i conti con il traffico e quindi rientriamo in albergo, in cui ogni sera si svolgeranno dei matrimoni favolosi e sfarzosi. Ammiriamo i vestiti tradizionali delle invitate e soprattutto il bellissimo vestito della sposa ed anche dello sposo. I futuri coniugi devono seguire un complicato rituale durante il banchetto di matrimonio, dopo del quale saranno posizionati sul palco della sala dove si svolge la cerimonia per fare le foto con tutti gli invitati che desiderano immortalare il momento. Per dare un’idea dell’impressionante festa abbiamo contato oltre trenta postazioni di chef, i quali ognuno cucinava un tipo di cucina che andava dall’italiana all’indiana, dalla nepalese alla cinese e via discorrendo, insomma si poteva fare il giro del mondo a tavola! Gli invitati generalmente si aggirano oltre le ottocento persone!
16/02
Sveglia, colazione e partenza per la città di Kirtipur, nella strada che dal pullman ci porta al centro della cittadina incontriamo molti scolari ( la scuola inizia alle dieci del mattino ) la cui età va’ dalla scuola elementare alle medie, tutti con un sorriso smagliante in viso ansiosi di ricevere e di scambiare, con noi turisti, un Hellooooo!!
Visitiamo la piccola piazza centrale con il suo palazzo reale, solo dall’esterno perché è abitato per proseguire nella visita del tempio di Bagh Bhairab Mandir, proseguiamo per le vie del centro storico per vedere i vecchi mestieri, non di tanto tempo fa, come la lavorazione del riso che è utilizzata per cucinare, come anche il procedimento di produzione della grappa di riso.
Risaliamo sul pullman e ci dirigiamo verso Patan, anche qui con una piccola passeggiata arriviamo alla Durban Square locale, che devo confessare, ci ha maggiormente impressionato per la sua bellezza rispetto a quella di Katmandu per l’eleganza e la sontuosità dei palazzi che compongono, architettonicamente, la piazza.
Pranziamo all’interno del palazzo reale e, nel primo pomeriggio visitiamo il tempio d’oro. La giornata finisce con la visita del paesino rurale di Bungamati, piccolo centro abitato molto caratteristico per l’intaglio del legno e con le sue viuzze strette e gli autoctoni seduti davanti all’uscio con le coperte per riscaldarsi a fare “ capannelle “ tra le comari.
Rientriamo a Katmandu in albergo e mi preparo a festeggiare i miei primi cinquant’anni con la mia compagna di vita e gli amici che mi hanno seguito in questo viaggio.
Nelle sale adiacenti si svolge un altro sontuoso matrimonio organizzato all’interno dell’albergo, stavolta è anche a disposizione degli invitati una discoteca! Noi non ce lo facciamo dire due volte, siamo invitati a unirci ai festeggiamenti e ci buttiamo nella mischia a ballare con i ragazzi che sono i parenti degli sposi.
17/02
Oggi tappa di spostamento in pullman fino a Saragkot, ci aspettano oltre sei noiosissime ore di autobus stando seduti, un po’ a sonnecchiare e un po’ a guardare fuori il panorama. Scolliniamo diverse montagne e guardare le gole sotto fa un po’ accapponare la pelle. Oggi è una specie di festa nazionale, i bambini non vanno a scuola ed è tradizione mettersi in mezzo alla strada con delle corde per fermare, a casaccio, tutti i mezzi che la percorrono, chiedendo pochi spiccioli all’autista, ricevendo in cambio, una specie di benedizione del mezzo, come augurio di buona fortuna per la strada da percorrere si prosegue per la propria destinazione. A noi fermano alcune volte ripetendo sempre lo stesso rituale.
Facciamo una tappa tecnica per il pranzo a Bandipur, paesino caratteristico tra le montagne con casette a due piani. Dopo avere mangiato abbastanza bene al The old Inn piccolo albergo/ristorante, la guida ci porta a fare un mini mini trekking tra le campagne e le viuzze del paesino… si ritorna in pullman per la seconda parte del tragitto che ci porterà al lago di Sarangkot. Peccato che tra il traffico per la strada e la lunga pausa arriviamo all’imbrunire e possiamo solo dare una fugace occhiata al panorama del lago, dedichiamo del tempo allo shopping, la cittadina è famosa per gli innumerevoli negozi per l’abbigliamento da trekking, di prodotti taroccati, a prezzi veramente stracciati.
18/02
Oggi svegli prima dell’alba, l’obiettivo è vedere le cime innevate della catena himalayana. Oltre a noi ci sono molti gruppi di asiatici con mega obiettivi dei loro reflex prontissimi e piazzatissimi, in prima fila, con attrezzature all’avanguardia. Provano già con il primo chiarore dell’alba a scattare le migliori foto! Siamo però tutti sfortunati, con i primi raggi di sole si alzano anche le nuvole, le quali non permettono di vedere nulla e possiamo solo limitarci a immaginare quello che avrebbe potuto esserci. Tutti delusi, lasciamo le terrazze affittate ai turisti dai residenti locali, in precedenza affollate di persone in trepidante attesa. Rifacciamo tutto il percorso a piedi per raggiungere i pullman che ci aspettano sulla strada e proprio quando avevamo perso la speranza, si apre un piccolo spiraglio tra le nuvole e s’intravede un picco innevato.
Si ritorna in albergo per fare colazione, fare un piccolo giro esplorativo della location della struttura che presenta un giardino molto esteso e veramente ben curato con annessa grande piscina, si chiudono le valigie e si riparte rifacendo la strada della giornata precedente altre sette ore di pullman con qualche piccola fermata tecnica.
La nostra meta, a pomeriggio inoltrato, è il parco naturale di Chitwan. L’albergo è il Safari Narayana Lodge, rustico ma molto caratteristico, il personale si prodiga subito per farci sentire a nostro agio con tè caldo e biscotti, devo confessare che il panorama dalla terrazza che da sul fiume è veramente rilassante, si sentono soltanto i rumori della natura circostante. La camera (come tutte del resto) è molto spartana, ma non ci aspettavamo di essere all’Atlantis di Dubai, ed è proprio bello perché la struttura si fonde molto bene con la natura quasi selvaggia intorno a noi.
Nel tardo pomeriggio piccola “ lezione “ sull’elefante asiatico, da parte dei ranger del parco, con uno di questi pachidermi pronto a farsi dare da mangiare dalle nostre mani, poi piccolo giro su carri trainati da buoi fino a un villaggio tipico della zona, in cui assistiamo alla preparazione del loro cibo e ci spiegano come fanno a vivere ai margini del parco nazionale con il pericolo degli assalti degli animali selvatici sia ai campi coltivati che alle loro costruzioni di paglia e fango.
Ritorno, in albergo, sempre con i carri e dopo cena danza tipica delle donne del villaggio alla luce dei falò.
19/02
Stamattina altra levataccia! E’ previsto il giro a dorso di elefante all’interno del parco nazionale di Chitawan. La mattinata non promette nulla di buono. Ci sono nuvoloni neri all’orizzonte e, infatti, nel tragitto tra l’albergo e il luogo di riunione con gli elefanti piove. Per fortuna non siamo al primo turno del tour e quindi quando tocca a noi il tempo, si è rimesso e comincia a uscire il sole (i turisti prima di noi, del nostro stesso gruppo, si sono inzuppati tutti). Ci raccomandano di stare in assoluto silenzio in modo da non disturbare la natura, ma di animali neanche l’ombra! Incontriamo qualche cervo selvatico e nulla di più. Quasi alla fine del giro, noto che i ranger che ci accompagnano hanno un atteggiamento concitato. Qualcuno di loro ha notato delle tracce che conducono a una radura, tutti gli elefanti convergono verso il punto, dove portano le tracce e finalmente, davanti a noi, si svela una coppia di rinoceronti (madre e cucciolo) intenti a mangiare nell’erba. La madre cerca di proteggere il cucciolo e ci guarda minacciosa, anche gli elefanti emettono rumori strani. Dopo centinaia di foto ognuno va per la propria strada.
Torniamo ai punti d’incontro con i minivan che ci riporteranno in albergo, dopo colazione piccola passeggiata lungo le sponde del fiume.
Nel pomeriggio è previsto un mini trekking (di tre ore) nella giungla del parco, ci accompagnano sempre dei ranger ad aprire e a chiudere la carovana. Si comincia con una piccola traversata del fiume con canoe di legno scolpite, dopo le piccole rapide si sbarca e s’inizia con la vera passeggiata. Intravvediamo dei branchi di cervi, uccelli di colori sgargianti e coccodrilli. A proposito di questi rettili, ci portano anche a visitare una “ fattoria “ dove sono allevati, si possono ammirare in tutti gli stadi della loro crescita… dal nido con le uova fino agli esemplari adulti.
20/02
Stamattina salutiamo il parco nazionale di Chitwan e riprendiamo la strada con destinazione la capitale nepalese, anche se dobbiamo fare poco più di un centinaio di chilometri, il tempo di percorrenza è sempre alto. Ci fermiamo in vari paesini, per sgranchirci le gambe, per soste tecniche e per il pranzo. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Katmandu e andiamo a visitare il tempio di Bodhnath. Molto emozionante! Dove si fonde la parte commerciale/turistica, caratterizzata da tutte le botteghe dei commercianti attorno al sito religioso, con la parte religiosa/contemplativa all’interno delle mura rialzate del tempio, la cui struttura bianca con al centro la torre con gli occhi del Buddha, che tutto guardano, sovrasta e “ ingoia “ con la sua spiritualità tutta la confusione commerciale attorno al sacro suolo.
Ritorniamo al Soaltee Crown Plaza, nostro precedente albergo che ci aveva accolto, il primo giorno in cui abbiamo toccato il suolo nepalese. Assistiamo al (a questo punto) solito mega matrimonio nepalese, cena e a nanna. Piccolo problema, stavolta ci assegnano le camere di fronte al generatore di corrente, fino alle 21.00 e dalle 06.00 ci si può scordare di riposare per il rumore molto molto fastidioso.
21/02
Colazione abbondante e pronti per assistere alle cerimonie che si svolgono al tempio di Dakshinkali. Devo confessare che non eravamo preparati alla crudezza delle scene a cui, poi, abbiamo assistito. Ma se si deve capire la gente e il Paese che ti accingi a visitare si devono vedere anche queste cose. Per arrivare al tempio si passa in mezzo ad un mercato di spezie, frutta e verdura da poter offrire alla divinità, oltre a gabbie di pollame e caprette. Questi animali saranno sacrificati alla divinità per propiziare una richiesta di grazia. Sono sgozzati, il sangue è sparso (dagli inservienti del tempio) ai piedi della statua delle divinità, mentre poi la testa e il resto del corpo sono portati in una specie di macelleria all’aperto per essere puliti dalle penne, se polli, o scuoiati se agnelli/capretti per poi essere portati a casa e mangiati in un pasto rituale assieme a tutta la famiglia. Ci sono file interminabili di fedeli che si accalcano con questi animali o con della frutta per offrirle alla divinità e noi turisti siamo relegati (meno male) su di una specie di terrazzino antistante il sancta sanctorum del tempio per scattare le foto.
Proseguiamo la mattinata con raggiungere e vistare il centro di Bhaktapur. Anche questa cittadina ha la sua Durban square, artisticamente molto bella ed elegante architettonicamente parlando, con il proprio palazzo reale e di vari monumenti storici religiosi. Pranziamo all’interno del palazzo reale in cui c’è un ristorante, abbiamo mangiata abbastanza bene.
Dopo la visita alla cittadina e alle sue viuzze con il quartiere dei vasai e i forni in piena produzione, riprendiamo il pullman per ritornare a Katmandu e vivere la seconda sensazione forte del viaggio.
Visitiamo il complesso di Pashpatinath. Si tratta del “cimitero“ come da noi concepito con annesso ospedaletto per i moribondi, in cui sono portate le persone che sono in fin di vita o che sono decedute e che saranno cremate. Tra il complesso funerario e noi ci divide un fiumiciattolo inquinatissimo dalle ceneri dei defunti e dalla legna che è avanzata dalla cremazione. Abbiamo assistito, da lontano, a tutte le fasi della pulizia del cadavere nelle acque del fiume fino alla sua cremazione. E’ stato davvero duro! Ma comunque una esperienza che ti fa comprendere anche altre religioni e usi a essa collegate.
Si ritorna in albergo e troviamo un altro matrimonio ad attenderci, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine ed è più la curiosità di vedere cosa si sono inventati questa volta gli sposi che il fatto in se stesso di assistere al banchetto di nozze.
22/02
Colazione. Si rimettono in valigia tutti i vestiti e le cose che abbiamo visto e vissuto in questo viaggio per portarle con noi in Italia.
Facciamo il viaggio inverso passando per Istanbul e poi Roma.
Nel mio immaginario personale, forse, confondevo il Nepal con il Tibet e confesso che non sono rimasto molto “ attratto “ dal Paese che mi ha aperto le sue porte, la spazzatura e la sporcizia sovrastano le strade ed anche se mi ritengo un viaggiatore con molte esperienze di Asia non mi aspettavo di vedere così tanto disordine. Le persone sono sempre amabili e con il sorriso pronto ad accoglierti, i luoghi hanno una poesia e un fascino intrigante, ma è un Paese in cui c’è davvero tanto da fare.
In queste ore, in cui scrivo questo breve racconto, il Nepal è stato colpito dal più grande terremoto degli ultimi decenni e il pensiero sta andando a tutte quelle persone che ho conosciuto, incontrato, mi chiedo se sono ancora vive a cominciare dalla super professionale guida Sig. Joshi. Molti dei monumenti che ho impresso nella mia memoria e nei miei scatti sono crollati e il cuore è triste perché il Paese che ho avuto la fortuna di visitare con tutti i problemi che deve risolvere, ha adesso un gravame ancora più grande! L’impeto alla notizia è stato di rivedere le foto con i luoghi e le persone e mi sono commosso.
Grazie Nepal.