Otto giorni in Nepal: stupa e non solo
6 gennaio, primo giorno effettivo in Nepal: in mattinata il nostro minivan ci accompagna in 20 minuti al tempio indù di Changu Narayan, uno dei templi più importanti di tutto il Nepal e il più antico, dedicato al dio Vishnu.
Per pranzo ci dirigiamo verso Bhaktapur, antica città newari nella parte est della valle di Kathmandu. Lì cominciamo a conoscere il popolo nepalese, sempre molto disponibile e gentile con i turisti, facciamo due chiacchiere qui e lì e man mano visitiamo il centro, nel quale purtroppo emerge la distruzione post terremoto del 2015, dove molti templi hanno resistito e dove la popolazione è in costante movimento per ricostruire ciò che la natura ha portato via. Iniziamo ad entrare in questa cultura affascinante, in cui tutti si prodigano per gli altri e non si arrendono di fronte a nulla perchè la loro spiritualità e responsabilità vanno oltre il concetto occidentale, che molto spesso è frenetico e limitato.
Sera cena al Planet, ricca e gustosa come la precedente, staff sempre cordiale e divertente.
7 gennaio: sveglia molto presto per andare a vedere i sacrifici alla dea a Dakshinkalisi, dove un bambino di circa 12 anni si avvicina a noi per farci da guida nel caos della giornata in cui tutti gli induisti portano fiori e animali da sacrificare. Ci mostra svariati rituali induisti, colori, campane ecc.. e una volta finito il giro lo ringraziamo offrendogli una mancia per averci accompagnate.
Il minivan del Planet Hotel ci trasporta in giro per i vari templi buddhisti ed induisti, dove incontriamo tante persone intente nelle loro preghiere e riti, ci spostiamo tra i colori e i monasteri di Pharping, Dollu, Kokhna e Patan, quest’ultima una delle cittadine più ricche di templi di tutto il Nepal, davvero molto bella.
La giornata si conclude sulle rive del fiume Bagmati, dove al tramonto a Pashupatinath, osserviamo la cerimonia delle cremazioni, un momento di grande riflessione sul passaggio dalla vita alla morte.
8 gennaio: sveglia presto, ma non troppo, il nostro ormai fedele e paziente amico del Planet ci accompagna in minivan attraverso Shanku fino al tempio di Vajra Jogini, dove una lunga scalinata ci fa assaporare la natura e le scimmiette del tempio. Da qui andiamo poi a Gokarna Mahadev dove troviamo altre dozzine di scimmiette aggirarsi tra gli dei del tempio. Ci dirigiamo in seguito al Monastero di Kopan, luogo che resta nel cuore, dal quale si può ammirare il paesaggio della città dall’alto, circondato da giardini e piccoli stupa buddhisti dai mille colori, la serenità dei ragazzi tibetani, le citazioni del Dalai Lama e le tante persone che vengono in questo monastero proprio per ritiri spirituali. Un sorriso emerge inevitabilmente, inoltre questo luogo ha ispirato il celebre film “Il piccolo Buddha”.
Per pranzo andiamo verso Boudhanath, a 5 km da Kathmandu, dove si erge uno degli Stupa più grandi di tutto il Nepal e patrimonio dell’UNESCO. Capitiamo proprio in un momento di preghiera, in cui moltissimi monaci tibetani si inginocchiano dinnanzi agli occhi del Buddha dello Stupa.
Ultima serata a Bhaktapur, a malincuore salutiamo i ragazzi del Planet Hotel con l’augurio di rivederci presto! Questa sera a letto presto perchè ci aspetta la sveglia all’alba per andare verso la giungla di Chitwan.
9 gennaio: sveglia quasi all’alba e con i nostri bagagli ci dirigiamo in minivan verso il Trisuli, fiume che nasce dalla catena dell’Himalaya e che scorre arrivando fino in India. Ci prepariamo ad affrontare 3 ore di rafting, facciamo amicizia con i nostri compagni di gommone e voghiamo tra la natura e il cielo azzurro. Indimenticabile.
Una volta cambiate, riprendiamo il minivan per 3 ore tra strade tortuose e in serata arriviamo a Chitwan, che ci accoglie con un grande elefante in mezzo alla strada… un senso d’Africa nel pieno nepalese. Un paese che ogni giorno ci ha stupito di volta in volta.
Cena all’Hotel Park Side, molto ospitali anche qui e sempre col sorriso sulle labbra.
10 gennaio: WELCOME TO THE JUNGLE! Mattinata splendida, poco dopo l’alba nel Parco Nazionale di Chitwan dove ci hanno portato in canoa e fatto ammirare molte specie di animali. Una volta scesi ci siamo addentrati con le nostre due guide nella giungla nepalese e abbiamo visto rinoceronti, elefanti e cervi, pappagalli, tucani e quant’altro. Pranzo al Park Side e pomeriggio in sella agli elefanti per una passeggiata dall’alto nella giungla, mille foto e tanti animali. Foto e carezze d’obbligo ai nostri amici pachidermi!
Riposo in camera e verso le 18 cena per poi andare nel cuore di Chitwan ad ammirare lo spettacolo dei balli e canti tipici del Nepal. Davvero folkloristico ed emozionante. Notte al Parkside e l’indomani sveglia all’alba per andare verso Pokhara.
11 gennaio: Circa 3-4 ore di viaggio col nostro amico del Planet Hotel, fino a Pokhara. Con una sosta intermedia in quel paese delizioso che ricorda quasi un piccolo borgo, Bandipur. Dove inoltre beviamo un caffè espresso degno dell’Italia! Anche qui, tutti molto socievoli e cordiali, come sempre.
Ci rimettiamo in viaggio verso Pokhara e una volta arrivate verso le 15, posiamo i bagagli nel nostro albergo, il Mount View Hotel, costruzione recente e davvero molto bello.
Prendiamo un panino veloce e andiamo verso il lago, saliamo su una barchetta e facciamo un breve giro fino alla sponda vicina, dove poi la nostra “rematrice” ci attenderà per riportarci indietro.
Non contente della sfacchinata dei giorni precedenti, ci incamminiamo verso lo Stupa Della Pace. Tempo stimato per il raggiungimento: 45 minuti… di gradini in salita. Arriviamo finalmente in cima, dopo piccole soste nelle quali conosciamo simpatiche ragazze nepalesi che ci chiedono foto insieme e alla fine, ci troviamo di fronte a questa meraviglia, che compensa tutto il fiatone.
Dall’alto si può ammirare uno straordinario paesaggio su tutta la cittadina di Pokhara, circondata dai monti, vicino la catena dell’Annapurna. Il clima nepalese a gennaio non è affatto male, la mattina presto e dopo il tramonto è fresco, quasi freddo, ma durante il giorno siamo state anche a mezze maniche per quanto sole ci fosse.
Una volta tornate giù verso il lago, ritorniamo alla base per rifocillarci al volo e andiamo a cena fuori. Breve giro per Pokhara, che tra i luoghi visti sembra fino ad ora il posto più turistico, ma non per questo meno bello, anzi!
12 gennaio: sveglia alle 5 del mattino per dirigerci verso Sarankot, il taxi ci porta alle pendici di questo punto di osservazione e poi circa 20 minuti di gradini e strade per arrivare in vetta ad ammirare l’alba. Ritrovarsi davanti ad una distesa di monti, sulla destra il sole che sorge e alla nostra sinistra la catena montuosa dell’Himalaya imbiancata sulla quale si riflette una luce rosata dovuta al sole… che dire… è stato un momento da togliere il fiato in cui i polmoni si riempiono e il cuore incontra una serenità imponente che spazza via ogni altra cosa.
Dopo aver scattato mille foto, ritorniamo verso il taxi che ci porta al Museo della Montagna di Pokhara nel quale all’interno potrete imparare a conoscere le varie popolazioni della catena più alta del mondo e le tradizioni nepalesi.
Si torna in albergo e si riparte alla volta di Kathmandu, ultima destinazione del nostro viaggio.
Un viaggio interminabile di circa 6 ore, con le dovute soste e in serata arrivamo nella capitale del Nepal. Si esce a cena a fare un giro in centro nel caos assordante della città e pernottiamo all’ Holy Himalaya Hotel, sito nelle vicinanze del quartiere Thamel, pieno di locali.
13 gennaio: Ultimo giorno. Il nostro fedele autista in minivan ci conduce a Boudanilkanta, per osservare la meticolosità con la quale i giovani tibetani si apprestano alla vestizione della statua di Vishnu. Veniamo purificate con i rituali tipici e assaporiamo ancora una volta la spiritualità intensa del posto.
Come penultimo step arriviamo allo stupa di Swayambhunath, invaso da scimmiette in ogni dove, ci fermiamo a chiacchierare con le persone del posto e a fare qualche acquisto nei negozietti artigianali che lo circondano. Un ultimo saluto al Buddha e dopo pranzo facciamo una passeggiata nelle vie caotiche e trafficate di Kathmandu, con la Durbar Square visivamente danneggiata dal terremoto ma che nonostante tutto non ha perso il suo fascino.
Alle 18 veniamo accompagnate in aeroporto e ci rimbarchiamo alla volta di Abu Dhabi, altre 7 ore di scalo e alle 13 atterriamo all’aeroporto di Fiumicino con tanta malinconia ma con un impagabile bagaglio nell’anima.