Non il solito messico

VENERDI’ 8 AGOSTO – 1° GIORNO Finalmente ci siamo! Si parte! Abbiamo atteso 8 mesi questo giorno, è da dicembre che abbiamo prenotato il volo per paura di non trovare posto, e … abbiamo veramente deciso di andarci in Messico, sì, non il solito Messico, ma uno un po’ alternativo, fuori dai canoni… Siamo in tre, tutte donne ovviamente,...
Scritto da: Tiziana Pretto
non il solito messico
Partenza il: 08/08/2003
Ritorno il: 30/08/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
VENERDI’ 8 AGOSTO – 1° GIORNO Finalmente ci siamo! Si parte! Abbiamo atteso 8 mesi questo giorno, è da dicembre che abbiamo prenotato il volo per paura di non trovare posto, e … abbiamo veramente deciso di andarci in Messico, sì, non il solito Messico, ma uno un po’ alternativo, fuori dai canoni… Siamo in tre, tutte donne ovviamente, è più divertente: io (Tiziana), Gioia e Fabiana. Arriviamo in anticipo all’aereoporto di VENEZIA, è un week-end caldo per le partenze e abbiamo paura di perdere l’aereo… Partiamo dal Marco Polo alle ore 8.10 (in realtà sono le 8.40 quando l’aereo decolla), 2 ore di volo fino a MADRID. Qui ci imbarchiamo in orario (contro tutte le previsioni) sul volo delle 12.30, ma rimaniamo fermi in attesa fino alle 13.30 perché in mezzo alla pista c’è qualcosa (una gomma?) che deve essere tolto (e ti pareva …). Arriviamo a MEXICO CITY alle 17.00 locali dopo 11.30 ore di volo, di cui l’ultima, a causa del cattivo tempo, parecchio tormentata…

In aeroporto passiamo subito all’Avis a controllare se la prenotazione della macchina che abbiamo effettuato dall’Italia esiste davvero (sembrerebbe di sì) e cambiamo U$ 200 a testa. Prendiamo un taxi ufficiale pre-pagato ($ 240) così siamo tranquille, ma evidentemete la tranquillità si paga … Arriviamo all’Hotel Metropol in Calle Moya tra Independencia e Articolo 123 e molto vicino all’ALAMEDA CENTRAL, che, sorpresa delle sorprese, è molto carino. Gioia e io andiamo a cena e ci mangiamo una zuppa di verdura. Io anche 2 uova con pomodoro e fagioli: mamma mia… infatti la notte mi rivolto nel letto per un bel po’… Poi dormiamo: siamo stravolte e la giornata di domani sarà impegnativa… SABATO 9 AGOSTO – 2° GIORNO Come da programma, dopo avere fatto abbondantemente colazione, alle 8.00 prendiamo in taxi (all’1 di notte eravamo già sveglie… colpa del fuso!), lo carichiamo di bagagli e ci dirigiamo verso l’ufficio dell’Avis di PASEO DE LA REFORMA. Con immensa sorpresa e gioia (ci sembra impossibile!) ci rendiamo subito conto che è un noleggiatore molto serio ed efficiente! (anche se siamo in Messico…): compiliamo dei moduli, ci preparano l’assicurazione, Gioia consegna la sua carta di credito come garanzia (si pagherà comunque alla fine). Nel mentre arriva il nostro super mezzo: una Wolfswagen Jetta blu notte brillante nuova fiammante! Ha perfino il cambio automatico, l’AC, l’impianto stereo e il serbatoio pieno!!! Mi offro (brillante idea!) di guidare in uscita da MEXICO CITY e quindi mi metto al volante per fare pratica (non ho mai usato il cambio automatico!): partiamo con la macchina che sgomma e inchioda (come nei film… quando qualcuno non sa guidare…)! Pensavo fosse più facile! Un po’ alla volta prendo confidenza e ci dirigiamo verso la nostra prima meta: TEOTIHUACÁN. Sono già le 9.30.

Per mia immensa fortuna è sabato e la città non è brulicante di milioni di macchine di pendolari: si procede in scioltezza (si fa per dire…) per PASEO DE LA REFORMA, bellissimo viale alberato tra edifici e grattacieli ultramoderni e tecnologici: è una bella giornata di sole! Non fosse per la difficoltà immensa di guidare una macchina automatica, capire con che logica funzionano i semafori e i cartelli stradali, tenere a bada i messicani alla guida (ognuno si fa da sé le sue regole), trovare la strada giusta dopo esserci perse più volte (quante imprecazioni), chiedere informazioni a gente che non sa nemmeno il nome della via in cui abita, sarebbe andato tutto bene…!!! Non esistono cartelli stradali nè indicazioni, niente, completamente assenti!!! Nessuno che conosce la strada, nessuno che sa leggere cartine, niente di niente!!! Cominciamo bene… Arriviamo a TEOTIHUACÁN dopo aver percorso una specie di autostrada/tangenziale tra le favelas abbarbicate sulle colline e ordinate, si fa per dire, secondo un fittissimo reticolo angosciante e grigio (che impresa!), intorno alle 11.00: anche se ci sono già stata (per me è il secondo viaggio in Messico) la vista delle piramidi mi toglie ugualmente il fiato. Sono veramente maestose! Ovviamente scaliamo subito la superba PIRÁMIDE DEL SOL: per fortuna la grande massa di turisti deve ancora arrivare! E’ infatti ancora relativamente presto… Il panorama da lassù è veramente straordinario… ci sentiamo grandi! Tra 1.000 venditori ambulanti di ogni sorta di orrendi souvenir, che però devo dire sono molto discreti, camminiamo lungo la CALZADA DE LOS MUERTOS fino alla PIRÁMIDE DE LA LUNA. Non si può salire se non fino al primo livello: peccato! Volevamo fare una foto dalla stessa posizione in cui si è seduta Frida Kahlo! Rassegnate torniamo al SOL e proseguiamo fino alla CIUDADELA. Sfinite, sotto un sole che comincia ad essere pesante, anzi che si fa rovente, (abbiamo già l’abbronzatura cosiddetta da muratore), torniamo alla macchina che nel frattempo si è trasformata in un forno mobile e, dopo avere attaccato a manetta l’aria condizionata, andiamo a mangiare degli ottimi moles al Restaurant Techinanco, dietro la PIRÁMIDE DE LA LUNA (consigliato dalla Lonely Placet a gran ragione). Sono già le 14.20, dobbiamo partire! Giriamo all’infinito su e giù per l’autostrada, oramai la conosciamo a memoria, ma di indicazioni per QUERÉTARO neanche l’ombra, nessuno sa dov’è, mai sentito nominare… Ma non è mica in Alaska!!! Inizia a diluviare, c’è un traffico allucinante, incidenti vari, siamo in mezzo alle favelas senza un’apparente via di uscita, rimaniamo incolonnate un bel po’. Gioia mi dà il cambio alla guida, io non ce la faccio veramente più, sono logorata dalla tensione più che dalle ore di guida… Verso le 17/17.30 troviamo l’autostrada giusta su indicazione di un’addetta a un distributore, ormai TULA, nostra seconda tappa in programma, è persa: il sito chiude alle 17.00, ci dispiace moltissimo, pax. Smette di piovere e tra paesaggi semi-montani con pianure in alternanza e colline verdissime punteggiate da coltivazioni di mais, di agave e di non so che altro, tra mucche e laghetti giungiamo a QUERÉTARO (ore19.30). La giornata non vuole finire: facciamo fatica a trovare un albergo. Più o meno l’unico disponibile che rimane è l’Hotel Amberes ($ 532), Corregidora Sur No.188, hamberes@prodigy.Net.Mx, tel. 01 442 2128604, fax 01 442 2124151 che vuole il pagamento anticipato??? Per una camera piccola, brutta con 2 mini-letti, un bagno triste e una puzza di pipì nell’aria… Alla faccia delle 4 stelle! Senza docciarci, vista l’ora, andiamo a mangiare. La città, per quello che vediamo, è molto coccola: piazzette, zone pedonali, chiese, case coloniali colorate, localini alla moda, ristoranti e bar all’interno di vecchi palazzi con il patio fiorito… Un sacco di gente in giro, nell’insieme veramente accogliente! Ovviamente scegliamo il più bello e di “tendenza”: è il San Miguelito! Ogni tavolo ha sedie dipinte e piatti diversi dagli altri, tutti molto ricercati, c’è una fontana centrale, molti fiori, le arcate del patio color arancio sono percorse da una miriade di piccole lampadine accese, la musica è del genere Buddha Bar finchè arriva un tizio che comincia a cantare. Mangiamo molto bene ($ 254), ma questa cucina messicana ci è già pesante… Facciamo un giretto nei vicoli del centro tra bancarelle, spettacoli ambulanti e ristorantini illuminati ed esauste per la dura prova superata (ci sembra di essere in Messico da parecchi giorni…) ce ne andiamo a dormire.

Domani comincerà la vera vacanza! Per ora (a parte le difficoltà stradali) è tutto filato liscio. Come inizio mi sembra buono! DOMENICA 10 AGOSTO – 3° GIORNO Ci svegliamo alle 6.00 (io e Fabiana, Gioia dorme come un sasso) e non abbiamo più sonno. Ci chiudiamo in bagno a scrivere appunti di viaggio e a studiare il percorso, ci viene da ridere, siamo sedute per terra su delle bruttissime piastrelle verdi… Alle 7.30 sveglia ufficiale e bagagli: alle 8.00 siamo in strada (quasi deserta… qui si alzano tutti tardi…). Giriamo per le vie del centro e non. Quasi sempre (piazza a parte) siamo le uniche turiste. Ma veramente in questa cittadina non ci viene nessuno di non messicano… meglio così! Facciamo colazione in un baretto carinissimo di PLAZA DE ARMAS, dopodiché vediamo nell’ordine: il TEMPLO E CONVENTO DE LA SANTA CRUZ dove un vecchino-guida molto gentile che parla italiano ci accompagna nella visita, il TEMPLO DE SAN AUGUSTIN, il TEMPLO DE SANTA ROSA DE VITERBOS. Gironzoliamo per un’infinità di viuzze, tutte con casette coloniali multicolori con inferriate alle finestre, chiese e chiesette di poca importanza, ma tutte comunque da vedere, ci accorgiamo che siamo circondate ovunque da… rane…! Non capiamo come mai il soggetto prescelto sia questo, ma ogni artista ha dipinto una statua raffigurante l’animaletto a modo suo: è una festa di colori e di creatività! Intorno a JARDÍN ZENEA ci sono delle vie che sembrano create su misura “per i turisti”, straripanti di negozietti che vendono magliette e souvenir orribili, beh, anche questo è Messico, ma a noi non piace molto…

Pranziamo in un ristorantino carino vicino alla piazza, il Fin de Siglo, dopodiché torniamo nel nostro meraviglioso hotel, prendiamo bagagli e macchina (per fortuna non ce l’hanno rimossa) e partiamo per SAN MIGUEL DE ALLENDE.

Ci arriviamo presto e facilmente (ci sono un sacco di indicazioni questa volta!). Ci dirigiamo subito alla Posada de las Monjas ($ 690), Canal No.37, www.Posadalasmonjas.Com, tel. 01 415 1520171, fax 01 415 1526227 prenotata tramite mail dall’Italia: la tecnologia funziona! L’albergo è molto carino, è in centro e la nostra camera ha 3 letti matrimoniali e perfino il camino. Non ci sembra vero! Verso le 15.00 siamo già in giro: di fianco alla Posada c’è il TEMPLO DE LA CONCEPCIÓN con un altare molto ricco (leggi kitch). Ci avviamo verso EL JARDÍN, la piazza principale, dove si affaccia la più bella chiesa di SAN MIGUEL, la PARROQUIA DE SAN MIGUEL ARCÁNGEL con i suoi strani pinnacoli, molto gaudiniana, nonché l’angosciante (da non perdere i suoi manichini di personaggi sacri con parrucche di capelli veri – li vedremo poi, un po’ meno orridi, in tutto il Paese…) IGLESIA DE SAN RAFAEL. Essendo domenica, la piazza straripa di famiglie locali: le panchine in ghisa sotto agli alberi non hanno un posto libero: donne, uomini, vecchi e bambini sono vestiti a festa… le bimbe soprattutto sono bardate come tante piccole torte nuziali. Diciamo che sobrio è un’altra cosa… Decidiamo di tornare alla Posada per docciarci quando ci assale un forte dubbio: abbiamo calcolato male i tempi!!! A GUANAJUATO, la prossima tappa, ci stiamo solo per dormire! Assolutamente no!!!! Urge una soluzione immediata!!! Dobbiamo visitare tutta SAN MIGUEL entro sera per poter partire per GUANAJUATO domani in tarda mattinata o al massimo a pranzo. Tutte pronte quindi, ci rinfiliamo le scarpe da ginnastica e… fuori di nuovo!! Vediamo una sfilza di chiese (ma quante ce ne sono???): ORATORIO DE SAN FELIPE NERI, IL TEMPLO DE LA SALUD, il TEMPLO DE SAN FRANCISCO, la CAPILLA DE LA TERCERA ORDEN: siamo collassate! Riusciamo a tornare e a farci una doccia (obbligatoria dopo tutte queste scarpinate!). E’ in questo momento che prendiamo una decisione drastica: andare a mangiare una pizza! Il solo pensiero di sentire anche solo l’odore del cibo messicano ci fa nausea, anzi peggio. Dopodiché, dopo questa immersione nell’italianità più classica, tutte a nanna. LUNEDI’ 11 AGOSTO – 4° GIORNO Verso le 9.00 usciamo dalla Posada con l’idea di fare acquisti e bighellonare per le stradine secondarie. Riusciamo a fare solo la seconda cosa poiché i negozi aprono alle 10.00 (oramai dovremmo saperlo!), alcuni, mentre altri restano direttamente chiusi. Alle 10.30 decidiamo che il nostro tempo è scaduto e quindi partiamo per GUANAJUATO. Il nostro viaggio praticamente non inizia perché all’uscita di SAN MIGUEL c’è un negozio di ceramiche dipinte molto belle e che costano poco… praticamente lo saccheggiamo. Vasi, vasetti, piatti, e altro (ci sono anche dei bei lavandini, ma non ci pare il caso…), insomma riempiamo il posto libero che resta nel bagagliaio… Per $160 compro un vaso da fiori enorme (come lo porterò in aereo?) e un altro piccolino… Alle 11.00 passate finalmente prendiamo la via di GUANAJUATO.

Ad arrivarci ci mettiamo un’ora, a capire come si gira in quel caos di gallerie, sensi unici e traffico per cercare l’albergo prenotato quasi 3 ore!!! Ricapitolando abbiamo prenotato per mail una stanza in Casa Berta: posto introvabile… Già il nome non ci convince, ma magari non è l’impressione quello che conta… Riusciamo ad arrivarci, io e Fabiana scendiamo a vedere mentre Gioia rimane in macchina a prendersi gli insulti di chi, per colpa del nostro veicolo parcheggiatao a lato, non riesce a passare… Capiamo subito che è a … conduzione familiare nel vero senso della parola! Una coppia di anziani ci mostra la nostra stanza: una 3×3 con un letto matrimoniale… a castello e senza bagno! Panico!!! Allora ci affidano a una vicina di casa, tale Gabriella, che ci porta in casa sua: con un grande sorriso ci mostra una squallida camera singola senza bagno al piano terra e al primo ci fa capire che ci può dare la camera dei suoi bambini vicino alla cucina della famiglia con il bagno uso comune… ma siamo impazziti? Nel frattempo suo figlio più o meno di 5 anni allaga la cucina rovesciando una delle pentole sporche accatastate sul lavello… ci viene da morire dal ridere… Doppio panico!!! Fuggiamo da Gioia e decidiamo di cercare un altro albergo con la Lonely Planet. Optiamo per il Molino del Rey che ha una camera ($ 480). Depositiamo i bagagli, mangiamo un panino con birra e partiamo alla volta del centro storico. Vediamo il TEMPLO DE LA COMPAÑÍA DE JESÚS, l’UNIVERSIDAD, la BASILICA, il JARDÍN DE LA UNIÓN, il TEMPLO DE SAN DIEGO, il TEATRO JUÁREZ.

Saliamo con la funicolare per vedere il panorama della città che sembra un presepe (fa caldo!). Con ansia andiamo al MUSEO Y CASA DE DIEGO RIVERA che, sfiga delle sfighe, è chiusa: oggi è lunedì, turno di chiusura… no comment! Camminiamo fino alla CALLEJÓN DEL BESO e oltre per altre stradine. Siamo veramente distrutte… Alle 18.00 circa torniamo in albergo e grande doccia (tiepida!).

Andiamo a cena in un posticino ehm… pizza anche questa sera! gestito dall’unico messicano altamente degno di nota: il primo della storia (e che resterà poi anche l’unico!!!). Beh, peccato che siamo di passaggio… direi che corrisponde esattamente al mio ideale di uomo! MARTEDI’ 12 AGOSTO – 5° GIORNO Sveglia alle 7.30, colazione in piazza in una città addormentata… Partenza verso le 9.00 per TAXCO: il tragitto è il più lungo di tutto il viaggio, durerà circa 9 ore. Passiamo per QUERÉTARO; deviamo per TOLUCA e infine ci dirigiamo a TAXCO. Alcuni tratti sono di autostrada, altri di strada normale con camion a go-go. Nel complesso il viaggio è comunque scorrevole, anche se sembra che non si arrivi mai… soprattutto quando le indicazioni sono… messicane e trovare la strada giusta è una piccola impresa (a Toluca per esempio). Il paesaggio, in partenza montano con prati, colline e fichi d’india, acacie e alberi a folta chioma, cambia improvvisamente nei pressi di TOLUCA: da qui in poi diventa il classico paesaggio montano tropicale: cucuzzoli, gole e vallate ricoperte interamente di foresta rigogliosa e verdissima.

Cominciano a comparire piccoli paesini, case che a volte diventano capanne, i lineamenti delle persone sono più “indio”, ci sono mucche, cavalli e asinelli in mezzo alla strada: è il Messico che mi ricordavo… Alle 18.00 arriviamo a TAXCO: 8.30 ore di viaggio più mezz’ora di pranzo in un mini-ristotante per locali, della serie 2 tavoli in plastica sotto una tenda, lungo la strada principale, di fianco a quegli enormi camion americani che sfrecciano a tutto gas: il migliore pollo e il migliore formaggio da quando siamo arrivate in Messico! Alla faccia dei ristoranti di tendenza!!! In paese, sotto una blanda pioggerellina, troviamo la Posada San Javier ($410), Estacadas No.32, posadasanjavier@hotmail.Com, tel. 01 762 6223177, fax 01 762 6222351, prenotata per mail: è bellissima, con stanze e terrazze degradanti, un giardino tropicale e una piscina. A prima vista TAXCO è magnifica: sembra un paesino dipinto da un pittore, tutto bianco e color cotto. Domani lo esploreremo in tutti i suoi meandri, visto che è anche un grosso centro per lo shopping dell’argento… Ceniamo al Sasha, un posticino un po’ alternativo indianeggiante con tante candele e tessuti alle pareti. Mangiamo un burrito veramente squisito! Siamo molto stanche, ma oramai non è più una novità. MERCOLEDI’ 13 AGOSTO – 6° GIORNO Sveglia alle 8.00 e colazione nella terrazza panoramica della nostra Posada (bellissima) con vista a 360° sui tetti di TAXCO… ci sentiamo delle privilegiate! Foto di rito anche se le nostre facce lasciano molto a desiderare… A momenti ci prende un colpo: ogni tanto, forse per scandire i quarti d’ora, ma non ci è così chiaro, partono dei botti dalla strada di fronte, vengono sparati molto in alto, ci esplodono sopra alla testa e le ceneri cadono sulla terrazza. Mah… I messicani… Partiamo per il MUSEO DE ARTE VIRREINAL dove una vecchina ci accompagna per il saliscendi del percorso. E’ un posto gradevole, con reperti che provengono dalla Cattedrale e dal resto del Messico.

Neanche a dirlo (che stranezza!) siamo attratte da un mercatino che si snoda lungo una stradina in acciottolato dietro alla PARROQUIA DE SANTA PRISCA: ci sono prodotti artigianali carini, venduti da donne e uomini con lineamenti “indio”. Pensiamo di rapinare tutti i banchi, uno a uno, ma… ci limitiamo solo a una decina di pezzi… L’ambiente è comunque parecchio turistico, come del resto lo è tutta la città, ma… cosa possiamo farci? Prendiamo le cose così come sono… Archiviate le compere, entriamo nel meraviglioso TEMPLO DE SANTA PRISCA Y SAN SEBASTIÁN che, sia internamente che esternamente, da solo merita il viaggio. All’uscita girovaghiamo tra le stradine in salita (che fatica!) tra una miriade di negozietti che vendono soprattutto argento, maschere, sculture e tanti, tanti… scheletri in legno! Ci avvinghiamo ai più “umani” per fare qualche foto… i negozianti ci guardano un po’ così… Il tutto è piacevole, ma sembra un po’ costruito (come il mercatino) per “uso turistico”. Sicuramente l’impronta originaria del luogo è rimasta, sono i negozi e le insegne a essere in più… Molto, ma molto in più! Decidiamo di fare una cosa diversa ed entriamo nel MERCADO MUNICIPÁL, siamo le uniche turiste e ci guardano tutti con diffidenza. Non si possono fare foto, le donne non vogliono ed è giusto rispettarle. Si vendono frutta, verdura, oggetti di uso quotidiano e molta… plastica. I locali sono vestiti (non tutti) con abiti moderni. Il mondo sta cambiando anche per loro e questo mercato ne è la dimostrazione. Del resto, perché se il progresso è arrivato fino qui, loro non dovrebbero goderne? Vediamo poi il TEMPLO DE SAN NICOLAS, poi scendiamo fino alla strada principale e risaliamo per il TEMPLO DE SANTA VERACRUZ. C’è un traffico pazzesco, tutti incolonnati in queste salite ripidissime, povere frizioni… e una gran puzza di gas di scarico… ogni tanto dobbiamo tapparci la bocca, ci brucia la gola… Ah, i paesini sperduti nelle montagne del Messico… Pranziamo in un baretto un po’ così… il Pizza Pazza. Diciamo che ha una bellissima vista sulla cupola di Santa Prisca e lo sfruttiamo per ciò… (bella foto…) per il resto, un po’ squallidino… Torniamo in albergo. Fabiana non sta bene e si mette a letto, ha un po’ di febbre. Io e Gioia (non contente per la scarpinata fatta finora…) prendiamo la macchina e sgommiamo fino al Monte Taxco Hotel situato in cima a una delle colline che dominano la città. Il panorama è veramente bello… Torniamo alla Posada, parcheggiamo la macchina e facciamo un altro giretto: Gioia ha finito i liquidi e deve prelevare con il bancomat. Purtroppo non funziona… Siamo fritte! L’unica carta che funziona, tra noi tre, è la mia… siamo a posto! Andiamo a farci una doccia e un po’ di relax. Alle 7.00 decidiamo di uscire: birretta e cena al Sasha, come ieri, che fantasia… Decidiamo di prenotare telefonicamente l’albergo di domani ad Acapulco. Con l’aiuto di un poliziotto riusciamo a capire come funziona una cabina telefonica a scheda. In una lingua indefinita (un misto di inglese, spagnolo e francese…) riesco a prenotare un albergo scelto sulla Lonely. Chissà… GIOVEDI’ 14 AGOSTO – 7° GIORNO Sveglia alle 7.00: bisogna fare lo zaino dopo il bucato di ieri sera; la nostra stanza sembra una lavanderia! Facciamo colazione nuovamente nella terrazza panoramica della nostra Posada, dopo di che partenza! Viaggiamo per quasi 4 ore tra un paesaggio che muta dalla foresta, ai cactus, ai paesaggi montani di prati e bovini pascolanti, alla nuova ma più blanda foresta fino al mare di ACAPULCO.

Continuiamo a scendere di quota dapprima per strada normale e poi per l’autopista: ogni 3×2 c’è un casello per il pedaggio! In Italia l’autostrada è più a buon mercato! All’arrivo nella periferia, squallidissima, siamo assalite da bambini, mendicanti e gente varia che corre dietro alla nostra macchina, ma dopo aver attraversato un tunnel spendendo un occhio della testa (noi), magicamente spariscono. Chissà perché… Diciamo che il confine tra il “turista ricco” e il messicano dei bassifondi è qui molto netto… Cerchiamo l’albergo prenotato ieri sera e quando lo troviamo… panico!!! Caldo torrido con il 100% di umidità a parte, l’hotel è squallidissimo e disabitato, qui è bassa stagione e siamo praticamente le uniche clienti… La puzza di muffa ci ribalta lo stomaco!!! Ne cerchiamo un altro e lo troviamo quasi subito. Si chiama La Marina ($ 820), è proprio l’albergo della marina di ACAPULCO, vicino alla QUEBRADA. E’ abbastanza carino, si snoda a livelli, ha 2 piscine tra le palme e una bellissima vista sulla famosa baia (stile Love Boat…). Decidiamo (ormai sono le 15.00) di andare in spiaggia nel posto più “in” di questo luogo kitch: sul lungomare centrale ovviamente, tra i grattacieli più alti. Megalomani! Ma visto che siamo in ballo, balliamo!!! Pranziamo a un baretto sulla spiaggia e poi prendiamo un ombrellone con 3 lettini: questo posto è talmente pazzesco che mi diverte! E’ tutto esaltato all’ennesima potenza, ci sono decine di venditori ambulanti, di massaggiatrici, ogni sorta di sport d’acqua (banana, moto, paracadute, etc…) e gente molto kitch: tutti messicani ricchi in vacanza. Le onde sono alte e la risacca potente: per entrare in acqua bisogna tenersi stretti a una corda, appesi come tanti insaccati! Facciamo le turiste “vere” fino in fondo, del resto siamo ad ACAPULCO: alle 19.00 andiamo alla QUEBRADA per assistere ai tuffi dei clavadistas: che brividi! Una sfilza di Nike, zainetti Invicta, bandane e Swatch ci accoglie… sicure che non siamo in Italia? Sono i gruppi dei viaggi organizzati… Andiamo a cena in un ristorantino verso il centro, è caldissimo e molto umido, in più c’è il forno acceso in sala, nel posto a fianco, tipo giostre-karaoke, sono tutti travestiti e maledettamente sudati…, la musica è assordante, urlano tutti, ma dove siamo capitate?!? Diciamo che mangiamo… e fuggiamo! Ovviamente a nanna! Mah… VENERDI’ 15 AGOSTO – 8° GIORNO Alle 10.00, fatta la colazione al piano terra di un grattacielo con vista piscina-sdraio-palme-onde sull’oceano (ovviamente), partiamo per PUERTO ESCONDIDO.

Il primo stop è praticamente subito, per delle kitchissime foto di rito al Planet Holliwood e all’Hard Rock Cafè con tanto di chitarra gigante… Poi si parte davvero, la S.S.200 costeggia per un po’ l’Oceano Pacifico, poi si inoltra nelle campagne e colline molto verdi con piccoli villaggi e paesini di contadini con i loro animali. Rubiamo qualche foto, ma con timore… nessuno sembra gradire! La strada passa poi vicina al mare. Decidiamo di deviare per PLAYA VENTURA, una spiaggia molto lunga costeggiata da una vegetazione bassa e, in fondo, da palme. Qui ci sono dei ristorantini molto spartani con il tetto in foglie di palma, qualche tavolo di plastica, delle amache con individui appisolati e… qualche pappagallo coloratissimo che ci fa compagnia! Mangiamo del pesce squisito in salsina di pomodoro e aglio… (aiuto!) in questo luogo sperduto: i turisti si contano sulle dita di una mano, la loro filosofia è tenda e amaca. Le onde, sempre altissime, scrosciano sulla spiaggia deserta… E’ un posto bellissimo, ma non c’è proprio nulla… Non è di certo il luogo di vacanza ideale per 3 donzelle piene di belle speranze… Alle 13.30 si riparte, c’è ancora molta strada da fare: anzi, per essere più precisi, ci vuole molto tempo per percorrerla e la pancia è davvero piena! Il fondo stradale è tutta una topes poiché passiamo per molti paesini (tutti uguali): le case sono parallelepipedi in cemento colorato con porte e finestre senza battenti, capanne in legno o in fango, animali da cortile liberi che ci attraversano la strada… Ci sono curve a non finire; verso la fine del tragitto passiamo anche attraverso delle lagune con palme in mezzo all’acqua. Il paesaggio è bello e rilassante, ma non si arriva mai… Finalmente!!! Alle 18.30 passate giungiamo a PUERTO ESCONDIDO! Il mito del film! Ma resto un po’ delusa… E’ diverso da come mi aspettavo, molto ma molto turistico… Cerchiamo un albergo per le prossime 2 notti: facciamo un po’ di fatica perchè i prezzi sono abbastanza alti e c’è il pienone: è ferragosto! Che cosa possiamo pretendere? Dovremmo saperlo! Troviamo posto all’Hotel Buena Vista ($ 300) a PLAYA ZICATELA, la più frequentata.

Usciamo a cena in un ristorante molto carino vicino all’albergo, ci sono anche degli italiani, ma facciamo finta di non vederli… sembrano anche un po’ snob, per niente! e poi… poi ci lanciamo nella calda notte messicana! Vogliamo fare festa! Ci hanno invitato a un concerto in spiaggia. Sul palco, davanti a una bolgia umana composta per lo più da ragazzini fin troppo alternativi… (è questo il target del luogo, comunque), una specie di essere con un perizoma infilato in testa inizia a cantare a squarciagola mentre la sua band suona una musica pompatissima!!! Che sia posseduto? Al suo fianco 3 individui saltellanti sbattono la testa a destra e manca come fossero indemoniati: allucinante!!! Cominciamo a ridere come matte… (forse ci viene da piangere…)! Ma dove siamo capitate? E la nostra folle notte a PUERTO ESCONDIDO? Ovviamente ce ne andiamo, ma non c’è praticamente altro da fare. Ci dirigiamo verso la branda anche se nel locale sotto all’hotel mettono musica finchè il sole è già alto… e tutti a saltare (i diciottenni…)! Sarebbe questa la folle vacanza di 3 single? SABATO 16 AGOSTO – 9° GIORNO Sveglia alle 9.00 dopo una notte insonne (colpa del bar di sotto…): è nuvolo e quindi andiamo in “centro” (come a casa)a fare colazione e poi a negozietti. Dopo un po’ esce il sole e si muore dal caldo: prendiamo la macchina e torniamo a PLAYA ZICATELA per andare in spiaggia. Almeno ci abbronziamo un pochino! Affittiamo un ombrellone con 3 lettini di legno che pesano 100 kg. L’uno ma fa un caldo insopportabile. Arriva perfino la televisione e ci intervista in spagnolo! No comment!!! Di fianco a noi 2 ragazzetti si scolano una decina di birre a testa e 2 bottiglie da litro di gin… così, senza inghiottire nulla… dopo un po’ si accasciano… restano immobili per ore, sotto al sole. Boh… Andiamo in acqua, ma siamo molto titubanti: le onde sono altissime, le correnti pure e la risacca ti tira indietro… Facciamo ben 2 ore di bagno: alla fine saltiamo le onde e ci tuffiamo, alla grande!; ovviamente il bagnino ci fischia… Siamo proprio monelle! Questo posto è molto pericoloso: spesso è vietato entrare in acqua, hanno ragione a rimproverarci… Ma allora che mare è? Guardiamo i ragazzini, soprattutto locali, surfare sulle onde, alcuni usano la tavoletta, altri la tavola, ma sembra sempre che sino in attesa di onde più alte. Che non arrivano mai! Anche il mito dei surfisti muscolosi cade… Dopo le 17.00 inizia a piovere: decidiamo di tornare in camera.

Appena in tempo! Si scatena un vero diluvio tropicale: siamo proprio fortunate, è la prima volta che piove in questa vacanza e siamo nella stagione delle piogge! Alla faccia di tutti quelli che ci avevano gufato… Andiamo a cena in un ristorante italiano del centro. Nostalgia di casa? Veramente no! Ma paghiamo un sacco di soldi e mangiamo malino… Ah, questi italiani che aprono ristoranti ai tropici…

Andiamo a preparare gli zaini perché piove: in giro non c’è veramente nessuno. La notte dormiamo: non c’è nessuna festa in programma! DOMENICA 17 AGOSTO – 10° GIORNO Sveglia alle 7.30, preparativi per la partenza: colazione in centro, dopo qualche foto, al ristorante da Claudio, disseminato di cimeli del film “Puerto Escondido”: il servizio è fastidiosamente lento, ci arrabbiamo anche! (non è da noi… ma un’ora per una colazione…). Partiamo alle 9.30 e deviamo per la costa dove facciamo qualche foto qua e là: MAZUNTE, SAN AGUSTINILLO, ZIPOLITE e PUERTO ÁNGEL. Da qui inizia la statale 175, bellissima sì, ma con dei tornanti molto duri per non parlare delle buche sull’asfalto. Saliamo da 0 metri a quasi 3.750: in cima fa freddo, la gente indossa maglioni di lana e pile e noi siamo in t-shirt, gonna da spiaggia e ciabatte… Si sale tra una rigogliosissima vegetazione tropicale, si arriva tra alberi montani e coltivazioni di mais in pendenza nei punti più alti (le nuvole sono basse e piove) e si discende tra paesaggi spogli.

La pianura in cui si arriva ha la terra colore rosso, coltivata a grano e a piante verdi punteggiate da gruppi di cactus. E’ incredibile pensare come in 240 km. Il paesaggio muti repentinamente.

A pranzo ci fermiamo in un paesino sperduto e mangiamo formaggio e tortillas: è un posto semplicissimo, solo per “locali”, i bambini ci guardano con curiosità e diffidenza. Ma chi è quel turista folle che si è mai fermato da queste parti? Finalmente alle 18.30, dopo un viaggio interminabile (la strada fa venire veramente nausea) arriviamo a OAXACA (sosta prima a OCOTLÁN per vedere il bellissimo TEMPLO DE SANTO DOMINGO) e ci dirigiamo all’Hotel Azucenas ($ 480), Martiniano Aranda No.203, www.Hotelazucenas.Com, tel. 01 951 5147918, fax 01 951 5149380 prenotato per mail. E’ veramente carino. Ci rincuoriamo… Ci docciamo e usciamo a cena nei pressi della CATHEDRAL che, purtroppo, è in restauro ed è circondata da un’impalcatura. Pazienza! Mangiamo in un posto modesto che fa buoni tacos, dobbiamo ancora ambientarci. Torniamo in hotel. LUNEDI’ 18 AGOSTO – 11° GIORNO Colazione in hotel in un terrazzo colorato, con vasi di fiori in maioliche multicolori, veramente carino e accogliente. C’è il sole. La fortuna ci assiste nuovamente! Partenza per il MERCADO CENTRAL DE ABASTOS passando per la BASÍLICA DE LA SOLEDAD dove giriamo tra banchi di peperoncini, frutta, verdura, fiori, cesti e oggetti vari diligentemente allineati. All’uscita sembra cambiare il tempo e decidiamo quindi di visitare la città prima che venga brutto.

Attraversiamo dapprima il MERCADO 20 DE NOVIEMBRE: all’interno una sfilza di tavoloni in legno sono al servizio di chi ha voglia di mangiare soprattutto cibi al volo e cioccolata (sembra di essere in una grande mensa), poi il MERCADO JUÁREZ, con prodotti misti.

Proseguiamo per lo ZÓCALO con la IGLESIA DE LA COMPAÑÍA, la piazza brulica di venditori di palloncini a grappoli giganti, ambulanti, bancarelle varie, la CATHEDRAL, l’ALAMEDA DE LEÓN. Percorriamo CALLE ALCALÁ, via pedonale con bei palazzi restaurati, tutti prettamente in stile coloniale. Ci fermiamo al MUSEO DE ARTE CONTEMPORANEO (che non mi ha particolarmente colpito – non ho capito cos’era esposto… anche se l’arte l’ho studiata). Arriviamo alla bella PLAZA dove si innalza la meravigliosa IGLESIA DE SANTO DOMINGO, la più antica di OAXACA. Questa sì che è una chiesa strepitosa, la più splendida tra tutte le chiese della città! L’interno, decorato da stucchi dorati è veramente magico… Tutto il quartiere è coccolissimo: si respira arte nelle vie che circondano la chiesa con il suo piazzale ordinato, le piante di agave disposte a griglia, le gallerie d’arte, i ragazzi messicani che escono dall’Università.

Nella stradina di fronte vi sono due gallerie d’arte: la GALERÍA PUNTO Y LÍNEA (interessante) e la GALERÍA ÍNDIGO con quadri, sculture in ferro, legno colorato con particolari minuziosi, tessuti: meravigliosa. Comprerei più di qualcosa, veramente! Pranziamo in un baretto nei pressi con appesi alle pareti un’infinità di ninnoli colorati, un vero spasso! Molto curioso! Ci dirigiamo al MERCADO DE ARTESANÍAS con l’idea di fare acquisti, ma… delusione! Non c’è sapore! Francamente non merita, c’è poco e solo huipiles e tessuti, allineati in queste file di negozietti spogli e tristarelli tipo box. C’è qualche cosina in latta colorata, tipica della città, e infatti acquisto 10 formine multicolori. Le appenderò nel mio prossimo albero di Natale messicano! Per rifocillarci sostiamo alla Posada Chocolate, mmm… da leccarsi i baffi, dove assaggiamo il famoso cioccolato di OAXACA con un tipico dolce (il primo di una lista…), dopodichè puntiamo decisamente allo shopping simbolo della città: il Mezcal! El Rey de los Mezcales, il migliore negozio segnalato: acquistiamo delle bottiglie da regalare, tutte rigorosamente con il verme!!! Bleah! Ecco, sistemati anche glia amici a casa! Torniamo in hotel a depositare le bibite e… a riposarci un pochino. Ma chi riesce a stare fermo? Ci accorgiamo che abbiamo ancora solo 2 ore per visitare il MUSEO RUFINO TAMAYO, ottimo esempio di arte preispanica. E allora, su le scarpe e via verso nuove avventure! All’uscita inizia a piovere parecchio e quindi aspettiamo che smetta sedendoci all’ingresso. Per fortuna torniamo presto in albergo, peraltro non molto lontano.

Andiamo a cena in un ristorante italiano, “Alfredo da Roma” (ci vergognamo ancora un pochino…). Mangiamo una buona pizza disintossicante e conosciamo il figlio del proprietario, un ragazzo italo-messicano pure carino con un accento da spagnolo un po’ romano. MARTEDI’ 19 AGOSTO – 12° GIORNO Colazione alle 8.00 sempre nel nostro hotel e partenza per MONTE ALBÁN. La nostra Jetta blu notte sfrecciante aggredisce la salita della collina… C’è il sole e siamo praticamente le prime turiste: il sito è deserto. Fantastico.

Il tempo di ammirare il panorama dall’alto della piramide in fondo ed ecco orde di turisti invadere la spianata e l’altura opposta. Sembra un esercito allineanto prima dell’assalto finale… Si avvicinano minacciosi, eccoli, sì, sono loro, sono proprio italiani, tutti con i loro berrettini, la loro borraccia, le bermuda, i sandali e le macchinette fotografice al collo. Sono proprio brutti… Per fortuna che per un po’ siamo riuscite a goderci la pace che trasmette questo sito, molto molto affascinante.

Una visita rapida al MUSEO e… via per MITLA! …Attraversando nuovamente OAXACA. E’ come la ricordavo MITLA, con la sua IGLESIA DE SAN PABLO tutta bianca, le cupole rosse, i cactus in fila che fungono da recinto, le sue rovine preispaniche con i mosaici perimetrali in pietra. Un mercatino locale, creato evidentemente da pochi anni, rovina l’atmosfera, la rende commerciale, ma si sa, se i tuisti comprano… Arriva un pullman di tedeschi, tutti grassi, che assalta i banchetti e fa razzia dei soliti oggetti colorati, visti e rivisti 1.000 volte ormai…

Pranziamo in un ristorantino in paese, quel paese che qualche anno prima nemmeno esisteva…, scegliamo ovviamente il più carino (non ci accontentiamo mai!) e subito partiamo per YAGUL ,decantata località nella nostra guida Lonely Planet, dove però troviamo delle rovine molto modeste. Non c’è anima viva… Ad essere sinceri l’unica cosa bella, nell’arsura della scalata della collina, sono i cactus giganti, anche abbastanza rovinati per la verità. Beh, non importa, li fotografiamo lo stesso. Quindi scendiamo e dopo un veloce giro tra i resti ce ne andiamo: cominciamo ad essere stanche e disidratate. E anche un po’ alienate… La prossima sosta prevede TEOTITLÁN DEL VALLE con il suo mercato artigianale di tessuti. Anche qui l’atmosfera turistica regna sovrana! Questi tessuti non mi piacciono molto come tipologia di disegno e come spessore: questa volta niente acquisti io, le mie socie invece contrattano per un’ora… Risultato: sedile posteriore invaso da sacchetti! Finalmente torniamo a OAXACA a farci una doccia. Appena pronte, io e Gioia (Fabia non vuole esagerare dopo la febbre di ieri sera) ripartiamo per l’ennesimo giro culturale della giornata: prima sosta alla galleria ARTE DE OAXACA con opere di alto livello, poi al MUSEO DE LAS CULTURAS DE OAXACA all’interno dell’ex CONVENTO DI SANTO DOMINGO: l’edificio è meraviglioso! Solo questo vale la visita. Il museo fa una carrellata sulla storia e la cultura di questo Stato, con in evidenza il Tesoro della tomba 7 di MONTE ALBÁN. Da qui si vede il JARDÍN ETNOBOTÁNICO con i suoi affascinanti cactus, sì, ancora cactus! All’uscita ci troviamo in piazza con Fabia, rimessa a nuovo per la serata, e giriamo in cerca di un posto dove cenare. Troviamo un locale “di tendenza” con musica e lumini ovunque e mangiamo lì. Dopodichè ci fiondiamo in albergo a preparare lo zaino: domani si parte, il nostro tempo a OAXACA è scaduto. MERCOLEDI’ 20 AGOSTO – 13° GIORNO Sveglia alle 7.30, colazione in hotel e partenza alle 9.00. Il viaggio si presenta lungo e l’arrivo a MEXICO CITY molto impegnativo. Da OAXACA parte una specie di autostrada, veramente poco trafficata (anzi ci siamo quasi solo noi) che attraversa dapprima dei canyon in terra rossa, poi una riserva naturale di cactus “a fiammifero” che ci fa impazzire di gioia, poi di cactus ad albero veramente enormi, poi altipiani aridi. Comincia poi una serie di colline/montagne con pini e si scende infine verso il nostro terrore: MEXICO CITY. Il tempo inizia a peggiorare… Angoscia! Siamo terrorizzate all’idea di dover guidare in città! Pranziamo velocemente ad una stazione di servizio squallidissima con le pareti colore rosa maialino sotto un diluvio universale, dopodiché con Gioia alla guida per il tratto “da paura” e io e Fabia con le cartine sotto mano entriamo, al di là di tutte le aspettative, trionfalmente in MEXICO CITY. Come se fosse la nostra città e la conoscessimo da sempre! Piove veramente forte e il traffico è bloccato. Senza mai perderci (!!!) arriviamo all’hotel Metropol intorno alle 16.00. Scarichiamo tutti i bagagli: sembriamo delle zingare. Il personale ci guarda con gli occhi fuori dalla testa… Bah! Riempiamo la hall con tutti i sacchetti degli acquisti. Li portiamo in camera e scendiamo per andare a riconsegnare la macchina.

Con grande destrezza (ormai siamo professioniste) raggiungiamo l’ufficio dell’Avis. Riconsegnamo il nostro mezzo, direi con una discreta malinconia ($ 8.998 o U$ 855 – $ 800 ca. Di autostrada) e torniamo a piedi per PASEO DE LA REFORMA: ci sentiamo molto leggere per avere tagliato questo traguardo per noi importante, ma un po’ tristi perché il “viaggio” vero e proprio è finito. Siamo orgogliose di noi stesse! Abbiamo percorso 2.640 chilometri senza nessun inconveniente! Dopo la doccia decidiamo di cenare in hotel: siamo finite! GIOVEDI’ 21 AGOSTO – 14° GIORNO Piove. Dicono che pioverà tutto il giorno e anche domani. Evviva! Quindi tanto vale seguire il programma prefissato.

Ci dirigiamo subito verso il fulcro della città: lo ZÓCALO. Nel tragitto vediamo la CASA DE AZULEJOS e il PALACIO DE ITURBIDE.

Visitiamo subito il PALACIO NACIONAL con i murales di Diego Rivera, il SAGRARIO METROPOLITANO con la CATEDRAL METROPOLITANA.

Non ho una bella sensazione addosso: è tutto umido, grigio e piatto. E’ pieno di mendicanti, barboni e venditori ambulanti dall’aria inquieta. Ieri uno di loro è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa durante dei tumulti proprio qui (dimostravano in difesa del il loro diritto di vendere la loro merce in piazza). La protesta è ancora in corso, la gente urla, è pieno di polizia armata. Decidiamo di girare al largo, visitiamo il TEMPLO MAYOR con annesso MUSEO, ma sono poca cosa.

Piove e piove. Deviamo per PLAZA SANTO DOMINGO con i suoi scrivani (ebbene, sì, esistono ancora e hanno il loro bel da fare…) e i botteghini di biglietti augurali per tutte le ricorrenze (la maggior parte sul kitch andante…). Camminiamo verso l’ALAMEDA CENTRAL per raggiungere il MUSEO FRANZ MAYER situato nella PLAZA DE SANTA VERACRUZ. Qui pranziamo e facciamo una visita veloce tra oggettistica messicana di varie epoche. Pioviggina. Optiamo per vedere uno dei murales più famosi di Rivera al MUSEO MURAL DIEGO RIVERA: “Sueño de una Tarde Dominical en la Alameda” è stato costruito appositamente per ospitarlo: da non perdere! Ultima visita culturale al PALACIO DE BELLAS ARTES, bellissimo edificio “italiano” che funge da centro artistico e da sala per concerti. Anche qui c’è un murales di Rivera, “El Hombre, Contralor del Universo”, presente nel film “Frida”, oltre a opere di Tamayo e altri artisti. All’ultimo piano c’è una mostra di Architettura dedicata all’architetto Perrault.

Sono le 16.00 e dicidiamo di avere un brivido: prendiamo un taxi e ci facciamo portare, se ci arriviamo, nel quartiere di CONDESA con locali molto alla moda “europeizzati”. Sembra di essere in un’altra città. L’aria satura e grigia del centro sembra essersi dissolta. Da un po’ non piove più. Beviamo qualcosa in un baretto, poi proseguiamo per il quartiere ROMA. Come CONDESA è una zona residenziale con niente di speciale, diciamo una zona benestante, così decidiamo di riprendere il taxi per tornare in albergo. Anche oggi siamo sfinite. Ci facciamo una pizza al Pizza Hut: solo l’odore del cibo messicano ci fa vomitare. Infatti la scorsa notte… VENERDI’ 22 AGOSTO – 15° GIORNO Sveglia alle 8.00. Fino alle 9.00 litighiamo in reception perché ieri mattina il cameriere ha fatto la cresta al conto della colazione e si è permesso di venire fino in camera a riscuotere. Voglio vedere se eravamo 3 uomini… Scommetto che se ne restava in sala! Ovviamente la colazione oggi si fa da un’altra parte.

Prendiamo un taxi per il MUSEO NACIONAL DE ANTROPOLOGÍA: è spettacolare, come lo ricordavo. Visitiamo con attenzione tutte le sale del piano terra, dedicate al Messico preispanico. Il piano primo è molto kitch, con i suoi manichini vestiti con abiti tradizionali e le sue ricostruzioni di case… All’uscita troviamo, oltre al sole che finalmente esce dalle nuvole (meno male!), i voladores che eseguono il loro spettacolare rito.

Attraversiamo il BOSQUE DE CHAPULTEPEC, il parco più grande della città con le sue bancarelle e all’uscita fermiamo un taxi. Destinazione: SAN ÁNGEL. Comincia lo spazio dedicato a Frida e Diego! Pranziamo in un ristorantino su PLAZA SAN JACINTO e ci avviamo tra le tranquille vie acciottolate tra case coloniali e gallerie d’arte. Sembra di essere tornate nelle città coloniali dell’inizio del viaggio… Arriviamo al MUSEO CASA ESTUDIO DIEGO RIVERA Y FRIDA KAHLO dove i 2 artisti hanno vissuto fino al divorzio e lui fino alla morte. La casa è formata da due edifici collegati da una passerella, uno azzurro e uno rosa, uno per lei e l’altro per lui. Con un altro taxi raggiungiamo il quartiere di COYOACÁN dove si trova la strabiliante “casa blu”, il MUSEO FRIDA KAHLO. E’ un luogo carico di vita, si percepisce quello che è stato, l’amore totale di Frida per il suo uomo. La casa è ricca di opere di lei, di suoi oggetti personali e da collezione, di ricordi della coppia. In nessuna delle 2 case si possono fare foto, resta solo quello che gli occhi colgono. E’ un’emozione grandissima! Camminiamo per il quartiere, molto vivace, con banchetti di tessuti e di merce varia, fino a raggiungere PLAZA HIDALGO dove, tra ragazzi che chiacchierano e venditori ambulanti, beviamo una coca in un bar. Siamo proprio sfinite, anzi finite.

La fine del viaggio è vicina, cominciamo veramente ad esaurire le nostre forze e forse, i nostri stimoli (ma non ne sono poi così sicura…).

Un taxi ci riporta in albergo. Dobbiamo preparare delle valigie serie: domani mattina abbiamo l’aereo per CANCUN. SABATO 23 AGOSTO – 16° GIORNO Sveglia alle 8.00 e, senza fare colazione (!!!), ci accompagnano in taxi ($ 150) fino all’aereoporto. Il tempo di una continental breakfast e partenza: l’aereo è puntuale, alle ore 10.50.

Voliamo con Mexicana de Aviacion (h.1.45), il volo è mezzo vuoto e va direi bene visto che a MEXICO CITY il tempo è bello e a CANCUN sfioriamo un temporale ma non ci entriamo. Stiamo già temendo… Prima dell’uscita dall’aereoporto, cariche di bagagli come bestie da soma, ci fermiamo in uno dei vari uffici di servizio turistico e acquistiamo un taxi pre-pagato ($ 380) per il molo di PUERTO JUÁREZ da dove partono i boat per ISLA MUJERES. Fa veramente caldo e dobbiamo metterci in coda. Vicino a noi, che aspetta il suo turno, c’è anche una torta di compleanno di un colore verdino, tutta ricoperta di panna montata… c’è una festa nell’isola, sicuramente arriverà… freschissima! Per fortuna che non siamo invitate… Partono 2 ferry prima del nostro, 1 ogni mezz’ora. Siamo stanche di aspettare e ci stiamo sciogliendo al sole dell’ora di pranzo armai tarda… Decidiamo di prendere una barca più lenta (45 minuti contro i 30 del boat) che parte subito: almeno non siamo in fila stipati come sardine, ma ci facciamo una gita in barca… Navighiamo in un mare a tratti blu e a tratti turchese-verde: ci sono dei colori strepitosi. Sullo sfondo si stagliano i grattacieli e le piramidi degli alberghi di CANCUN: sono angoscianti. Approdiamo al molo di ISLA intorno alle 15.00: abbiamo una fame pazzesca e il sole picchia in testa. Troviamo un ometto che con il suo carrettino a pedali ci porta i bagagli all’Hotel Mesòn del Bucanero, Ave. Hidalgo 11 entre Madero y Abasolo, bucaneros@prodigy.Net.Mx, www.Bucaneros.Com, tel. 52 998 8771222, fax 52 998 8770210, l’albergo già prenotato e pre-pagato da casa. Direi che è carino, la nostra stanza non è molto grande, ma è ben arredata: abbiamo perfino un salottino con frigo e TV (n.201).

Depositiamo i bagagli e ci mettiamo subito il costume: ci fiondiamo in spiaggia, la PLAYA NORTE, dobbiamo entrare in acqua immediatamente non prima di aver mangiato una… pizza al ristorante di fronte all’albergo! Sabbia bianchissima che sembra borotalco, palme, cabañas sulla spiaggia e un mare mozzafiato ci accolgono. Facciamo subito il bagno: l’acqua è caldissima, a riva quasi scotta. Si cammina per 100 metri prima che arrivi alle spalle. E’ cristallina, in lontananza è il classico verde acqua, sul fondo la sabbia bianca crea riflessi accecanti.

In spiaggia c’è parecchia gente, ma in quantità modica: è frequentata praticamente da italiani (ca. 80%), ci sono vari baretti con musica latina e non… insomma il paradiso sembra vicino… DA DOMENICA 24 A GIOVEDI’ 28 AGOSTO – DAL 17° AL 21° GIORNO I giorni volano, tutti molto simili tra loro, ma non per questo sono noiosi! Il motto è: sole, mare, cabanas, musica, birra, pinacolada e tanta tanta gente! A dire la verità siamo quasi tutti italiani, li conosciamo tutti, ma proprio tutti, sono viaggiatori come noi, molto simpatici, aperti e… fatalità… anche interessanti! Sembriamo una piccola comunità, sempre gli stessi, per questi pochi giorni. Il nostro riferimento in spiaggia, a PLAYA NORTE, è il baretto con il tetto in paglia, quello con le amache per abbioccarsi e le altalene al posto degli sgabelli, quello sempre pieno di gente che beve e beve e beve, insomma siamo sempre lì tutti assieme: pranzo, happy hours, aperitivo, dopo cena, sempre tutti lì! E il tutto con il sottofondo dei soliti CD, la colonna sonora delle nostre vacanze! Più avanti c’è il nostro ombrellone, sempre quello, e i nostri lettini.

Decido di stare tutto il giorno in acqua, il mio sdraio sta proprio immerso vicino alla riva, per scendere striscio sopra, entro nell’acqua cristalliana, mi trascino con le mani fino a dove diventa un po’ più alta e viceversa. Che fatica! Mi chiamano bradipo. Un bradipo con l’eritema… Sto in ammollo tutto il giorno, giuro, non potrei desiderare nulla di più, è il paradiso… La sera è abbastanza tranquillo, ci sono ristoranti di tutti i tipi, baretti e qualche disco che però non è mai piena, quindi si beve qualcosa, si balla finchè si muore dal caldo… VENERDI’ 29 AGOSTO – 22° GIORNO Ultima mezza giornata. Piove a dirotto, nelle strade ci sono 5 cm. Di acqua, sono tutti partiti. Che tristezza… Io e Fabia per divertirci un po’ vaghiamo in sottoveste per il paese, con l’acqua sopra le caviglie, ad ogni passo con le infradito ne alziamo a getti e ci bagnamo fin sulla schiena, siamo fradice, beh… ci divertiamo con poco noi…! Sembriamo appena uscite dalla doccia! Alle 15.00 decidiamo di partire anche noi. Se riesco… perché ho perso il biglietto dell’aereo… penso di averlo strappato per sbaglio… Evviva! L’agenzia di ISLA mi consiglia di partire per CANCUN prima del previsto per vedere di risolvere il problema del ticket. Alle 14.00, in anticipo di un’ora sulla tabella di marcia, con l’acqua che ormai è tra le caviglie e i polpacci andiamo all’imbarcadero e salpiamo. Siamo in pochi sulla barca e si balla parecchio. A CANCUN un taxi ci porta in aeroporto: scarichiamo una vagonata di bagagli e la pioggia non ha pietà di noi: siamo grondanti.

Sì, prima al banco Iberia mi dicono che devo aspettare l’aereo del giorno dopo, poi dopo una concitata discussione (all’ultima spiaggia…) mi danno l’ok. Posso partire, ma devo pagare U$ 55 per avere una riemissione del biglietto: cosa ci posso fare? Risolto questo inconveniente andiamo al check-in: non ci fanno passare perché i nostri bagagli a mano (leggi ceramiche e soli di cartapesta) sono troppo grandi. Indubbiamente ci prendono di mira: altri messi peggio di noi passano. E solo perché eravamo le prime… Conclusione: dopo mille discussioni e incazzature arriva la responsabile, una donna acida grande e grossa, che soprannominiamo Rottermaier, che decide: le borse non passano, devono essere imbarcate. Ma come facciamo ad imbarcare delle ceramiche così? Per fortuna che non abbiamo comperato i lavandini… Apro lo zaino in mezzo alla gente in fila, infilo il mega vaso e lo riempio di roba per attutire i colpi, lo avvolgo con gli asciugamani da mare e a fatica lo infilo nel mio bagaglio, mentre perizomi e costumi sono sparpagliati sul pavimento. Incredibile! Nemmeno gli zingari viaggiano in queste condizioni! Cerco di imbottire il telo copri-zaino con cose morbide, ma il tutto è precario. Molto facilmente arriverà a destinazione in 1.000 pezzi. Iberia, che compagnia di m…

I nostri (anzi solo quello di Fabia) zaini vengono aperti e setacciati così come il bagaglio a mano per ben 2 volte… All’imbarco perquisiscono i passeggeri dalla testa ai piedi, riaprono i bagagli, hanno il metal detector: Gioia ha il piacere di provare l’esperienza di questa minuziosa perquisizione accanto alla Signorina Rottermaier ovviamente! Figurati se non sceglieva una di noi tre… Del resto ci avevano avvisato: uno scalo negli USA, MIAMI nel nostro caso, implica tutto ciò… Dopo 1 h. E 15 di volo arriviamo a MIAMI, ho un sonno infernale, mi sono drogata con 2 Xamamina che per me valgono molto di più di un potente sonnifero. Ci controllano ancora… anche nelle scarpe… e sotto le suole, passate una ad una con un altro metaldetector. Dopo 2 h. E 45 l’aereo per MADRID parte, dopo oltre 1 ora di ritardo: a bordo c’è un bagaglio, ma il suo proprietario non si presenta all’imbarco… scariacano tutti i bagagli imbarcati… Dopo 9 ore di volo e mezz’ora passata con l’aereo fermo senza aria condizionata perché non riescono ad aprire il portellone, mettiamo piede in terra spagnola. Sono le 15.30 locali e noi ci siamo appena svegliate… Il volo per VENEZIA delle 19.25 è in ritardo di quasi un’ora: nel frattempo si capovolge il carrello con i nostri bagagli a mano (leggi ceramiche): Fabia fa una curva troppo stretta mentre siamo in fila ad un Pizza Hut… il suo vaso (per fortuna non i nostri, l’avremmo uccisa…) va in 1.000 pezzi. Da come è iniziato il ritorno sembra una cosa… normale…! I ricordi del Messico cominciano a essere lontani… La partenza alla fine è alle 20.30, il volo è tranquillo, ma non ne possiamo veramente più. Atterriamo alle 10.30 a VENEZIA, sulla laguna ci sono perfino i fuoche artificiali… saranno per noi? No, in realtà c’è la Mostra del Cinema… Ora che recuperiamo tutti i bagagli (ed è una fortuna) sono le 23.00. Usciamo dagli arrivi, è proprio finita… il nostro viaggio è giunto al termine. Ah, dimenticavo… il mio vaso è arrivato perfettamente intero! … alla faccia della Rottermaier!!!

Un saluto e un grazie a (in ordine di apparizione): noi 3 ovviamente (Titti, Gioia e Fabia), Marco piccolo di Roma, Marco grande e Giovanni di Monza, Laura di Giussano, gli americani della barca, i giocatori di basket, Urbano ed Eugenio di Napoli, i ragazzi toscani, Tomaso ed Emanuele di Roma, Sharon e tutti i ragazzi Israeliani, Paola e Franco di Roma, il barman della spiaggia con i suoi happy hours, i ragazzi dell’ombrellone e dei lettini, i camerieri del Rolandi, quelli della reception del nostro albergo che non c’erano mai, Camilla di Verona e quelli del progetto per dipingere l’isola, i cani della spiaggia, i ragazzi degli squali, lo squalo Monica, le tartarughe marine, tutti quelli che abbiamo conosciuto ma che non ci ricordiamo come si chiamano, o non l’abbiamo mai saputo, per avere trasformato un viaggio avvincente in una vacanza molto divertente…!!!



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