Un mese e mezzo di puro Messico

Quattro gringos con zaino in spalla tra Ciudad de Mexico, Puebla, Oaxaca, Chiapas, Yucatan, Baja California, Chihuahua e città coloniali
Scritto da: Silvia Avo
un mese e mezzo di puro messico
Partenza il: 27/07/2007
Ritorno il: 05/09/2007
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Milano – Madrid – 22.07.2007

Partenza da Milano Malpensa per Barcellona con volo Iberia alle 14.40. Arrivo a Barcellona alle 16.30 e dirottamento a Madrid dopo 5 ore di sfida a carte. Arrivo a Madrid alle 22.30. Con amarezza scopriamo che il volo per il Messico non partirà fino a domani mattina a causa di un qualche guasto all’aereo. Primo inconveniente del viaggio, ma non disperiamo avendo davanti ancora un mese e mezzo di vacanza. Così ci trasferiscono all’hotel Melia Barajas (4 stelle; forse uno degli hotel più belli dove dormiremo durante il nostro viaggio) dove passeremo la notte. Ci viene offerta anche la cena a base di pollo e granchio con fragole in salsa rosa accompagnata da un vino non troppo buono.

Madrid – Città del Messico – 23.07

Alla mattina ci gustiamo la colazione dell’hotel e dopo averci trasferito all’aeroporto di Madrid ci imbarchiamo sul volo diretto a Città del Messico alle 9.30. Siamo forse gli unici ad aver compilato il foglio di reclamo con cui purtroppo non otterremo nessun rimborso poiché La compagnia aerea sosterrà che siamo stati avvertiti e trasferiti in un hotel a sue spese per passare la notte. A parte il piccolo disguido del cambio di orario, ci siamo trovati piuttosto male sull’aereo dalla Spagna al Messico: posti a sedere molto stretti e nessun intrattenimento a bordo, nessuno schermo tv o musica.

Il volo dura in totale 11 ore e 25 minuti. Arrivo a Mexico D.F. alle h 14.30 (ora locale). Hugo, il nostro amico messicano che avrebbe dovuto venire all’aeroporto a prenderci, non c’è, per cui decidiamo di imbarcarci sul primo taxi messicano (MXN$ 185) che ci porta al nostro hotel, il Roble, ubicato in centro città. l’autista guida come un pazzo per le vie colme di macchine che strombazzano e sorpassano a sorpresa. Giungiamo all’hotel Roble alle h 16.30. La camera da 4 con due letti matrimoniali (MXN$ 245 / notte; i prezzi ora si sono molti alzati dal 2006) non è molto spaziosa, ma carina. Per arrivare all’entrata dobbiamo camminare su alcune travi di legno che fungono da marciapiede ( dopo un mese e mezzo ritorniamo allo stesso hotel e i lavori stradali non sono ancora finiti!). A quanto capiamo stanno risanando il centro città la cui pavimentazione sta lentamente sprofondando nel terreno a causa del suolo paludoso su cui è costruita la città. appena sistemati ci lanciamo nella nostra prima uscita con destinazione “Zocalo”, una delle piazze più grandi del mondo ed infatti ci sorprende per le sue dimensioni, ma i nostri sguardi sono catturati da così tante novità, come la gente per strada, il caos cittadino, la nebbia grigia che domina la città ed il fatto che siamo a 2.240 m di altitudine e fa piuttosto caldo (quando si fanno le scale viene subito il fiatone!). Dopo la visita alla Catedral Metropolitana, affascinante, veniamo sorpresi da un acquazzone improvviso, grandine inclusa, che è assolutamente normale nella stagione estiva, ossia quella umida, e stranamente puntuale ( verso le 17.30 arriva sempre il diluvio per non più di un quarto d’ora). Udiamo uno dei primi “slogan” urlato da una donna messicana ai bordi della strada che vende impermeabili per la pioggia: “ Llevate una capa para que no te mojes, llevate una capa” (prenditi un impermeabile per non bagnarti, prenditi un impermeabile). Adoriamo la cantilena! In un negozietto compriamo una bottiglia d’acqua e 2 pulparindos (MXN$ 12; i pulparindos sono dei dolcetti messicani composti dalla polpa di tamarindo, zucchero, sale e chilli, da provare!).

Rientriamo in hotel per le 18.00. Ci concediamo una doccia, qualche partita a carte e poi una cena al ristorante dell’hotel ( MXN$ 268 : 3 fajitas, 1 quessadilla, 3 cerveza, ½ l d’acqua). Ricordatevi di lasciare sempre la mancia ai camerieri, almeno il 10% del prezzo pagato. Siamo distrutti dal fuso orario, per questo andiamo a letto per le h 22.30.

Città del Messico – 24.07

Sveglia alle h 7.30. Paghiamo 2 notti alla reception dell’hotel Roble (MXN$ 490). Decidiamo di fare colazione al ristorante dell’hotel ( MXN$ 200 : 4 hotcakes con sciroppo d’acero e caffè). Dopodichè partiamo alla scoperta dei pittoreschi luoghi del D.F. (Districto Federal, il nome dato a Città del Messico da molti messicani): il Palacio Nacional con i suoi coloratissimi murales e il suo giardino botanico (entrata gratuita), il Museo del Templo Mayor ( MXN$ 45 cad., gratis per gli studenti) e il Templo Mayor stesso, ossia le rovine di un antico tempio conservate nel mezzo della città. Di questi ultimi ci colpisce la grande pietra all’interno rappresentante la Dea Coyolxauhqui e il muro composto da file di teschi umani chiamato tzompantli dal popolo Maya. All’altezza dell’Alameda Park finalmente incontriamo Hugo, il nostro amico messicano di Victoria, venuto a Ciudad del Mexico proprio per passare qualche giorno assieme! Andiamo a pranzare assieme al “VIP’s”, una specie di Mc Donald’s messicano ( 3 enchilladas [69 $ cad], flautas [70 $], 3 acque + 1 cerveza [34 $]). Le enchiladas ci appesantiscono un pò, per questo ci sediamo su una panchina dell’Alameda Park per la siesta.

Consigliati da Hugo, passiamo il pomeriggio a Xochimilco. Prendiamo prima la metro, poi il “tren ligero” diretto verso Xochimilco (40 min circa, MXN$ 2 per tratta). Andiamo a uno dei numerosi embarcaderos e grazie alla contrattazione di Hugo compriamo un giro su una “lancha”, una imbarcazione tipica di questa zona tutta colorata che viene spinta con un lungo remo facendo leva sul fondo del fiume. Durante la navigazione altre lanchas si avvicinano alla nostra, cercando di venderci poncho, tappeti, piante carnivore, cibo… Alcune lanchas sono occupate da mariachi che cantano canzoni tipiche per la gente che festeggia sulle altre imbarcazioni. È proprio un bello spettacolo. Ritorniamo in albergo per le h 20.00 esausti.

Città del Messico – Teotihuacan – 25.07

Ci svegliamo alle h 7 ancora intontiti dalla stanchezza. Ci incontriamo con Hugo che sta nel nostro stesso hotel nella hall del Roble e paghiamo altre due notti (MXN$ 490).

Prendiamo la metro alle 8 h dallo Zocalo (2 $ a tratta) e scendiamo al Terminal Norte. Facciamo colazione con brioche e cappuccino (MXN$ 19,50) e rischiamo un borseggio, menomale che Hugo è più attento di noi conoscendo la città e ci avverte. Compriamo il biglietto del bus per le piramidi di Teotihuacan (MXN$ 28 / cad.) che prendiamo alle h 9.00 dal gate 8, direzione “piramides”. La strada è piuttosto dissestata e si ha una chiara visione della periferia estremamente povera di Città del Messico; qui la gente vive in baraccopoli in condizioni veramente misere. Dopo un’ora giungiamo a destinazione. L’entrata alle piramidi costa MXN$ 45 a testa. Ci colpisce prima di tutto la vastità del luogo e la grandezza delle piramidi ( non alte e larghe quanto quelle egizie tuttavia). Il fatto di potersi arrampicare fino in cima è l’attrazione più bella poiché dalla cima delle piramidi si ha una magnifica vista sul complesso di Teotihuacan. Raggiungiamo dapprima la cima della Piramide del Sole; i gradini molto alti e l’altitudine contribuiscono a rendere ancora più agognato il momento in cui si giunge effettivamente fino alla sommità piatta della piramide dove la maggior parte dei messicani fanno la fila per collocare un dito di una mano in un minuscolo incavo di ferro e tendere l’altra mano verso l’alto per instaurare un dialogo con gli dei. Alcuni dicono di aver sentito un brivido, noi che ci tentiamo non percepiamo nulla. Scesi dalla prima piramide ci lanciamo all’arrampicata dei 300 gradini di quella più centrale, la Piramide della Luna. Magnifica vista. Visitiamo infine il Museo di Teotihuacan che ci soddisfa ( non siamo amanti dei musei ma in Messico tutto è così nuovo e misterioso che vale la pena visitare quanti più musei possibili). Affamati pranziamo a “La Gruta”, caratteristico ristorante allestito in una grotta sotterranea; il cibo è ottimo ma un po’ caro per i nostri standard e alla fine del pranzo il cameriere ci insegue pretendendo la mancia (eravamo gli unici clienti nel grande ristorante). In totale spendiamo in 5 MXN$ 980 $ ( solo acqua e niente cerveza perchè troppo cara!).

Si è messo a piovere piuttosto forte; ci ripariamo sotto un ombrellone e Hugo ci racconta qualche barzelletta messicana. Appena smette, decidiamo di girare fra le bancarelle per trovare qualche souvenir: portamonete, braccialetti, magliette… alle h 16.10 prendiamo un pullman di ritorno a Ciudad de Mexico (MXN$ 112 / 4 pp.). Alle h 17.00 siamo già sul metro per Indios Verdes e scendiamo a lo Zocalo. Giunti in piazza compriamo una mappa del Messico ( MXN$ 45) e osserviamo la parata militare che ogni giorno si svolge per ammainare l’enorme bandiera in mezzo alla piazza. Dopo essere tornati in hotel e aver navigato su internet gratuitamente all’internet point, ci dirigiamo al ristorante dell’albergo per cenare (MXN$ 490 : 2 club sandwich, insalata di pollo, frutta con cereali e yogurth, 5 cervezas, ½ acqua, 4 tequila). Un po’ stanchi ma decisi a goderci la serata andiamo in un market a prendere una bottiglia di tequila per festeggiare con Hugo visto che dovrà partire il giorno seguente. Un agente del porta valori carica un fucile a pompa davanti a noi mentre atri agenti ritirano l’incasso. La sera fa piuttosto freddo nonostante sia piena estate. Prendiamo una bottiglia da 950 ml di “El Jamador”, 100 % di agave, una delle tequile più buone con i suoi 38° (MXN$ 200 $). Brindiamo al Messico in camera nostra, purtroppo due di noi si sentono un po’ male di stomaco, un dolore che si trasformerà in un bella indigestione e nella cosiddetta “Maledizione di Montezuma” che ci colpirà a turno per il resto della vacanza.

Città del Messico – 26.07

Ci svegliamo alle h. 9.00. Solo uno su quattro è sano. Scendiamo lo stesso a far colazione, meno la donna del gruppo che è troppo debole per muovere un dito. Paghiamo la quarta notte in hotel (MXN$ 490) e la colazione (MXN 190 : pan de dulce, caffèlatte, pan tostado, pancakes con miele, 2 tè al limone). Due di noi pranzano in camera con due piccoli toast mentre gli altri due in compagnia di Hugo vanno a fare un giro in centro. La giornata passa lentamente, il mal di pancia sembra non passare più fino a che la sera porta qualche miglioramento. Ceniamo nuovamente la ristorante dell’hotel Roble (MXN$ 260: pande dulce, tè al limone, insalata di pollo, tampiqueña de bisteque, acqua e coca cola). Cerchiamo di riposare quanto più possibile per essere pronti a lasciare la città l’indomani.

Puebla – 27.07

Sveglia alle h 9.00. Finalmente stiamo tutti bene. Facciamo colazione al ristorante dell’albergo, il Maple ( MXN$: 2 pan de dulce, té al limone, 2 pancakes, 1 caffèlatte). Prepariamo gli zaini e si parte con destinazione Puebla. Alle h 10.50 prendiamo la metro dallo Zocalo per Hidalgo, poi saliamo sulla metro verde fino a La Raza e infine raggiungiamo da lì il Terminal Norte. Compriamo 4 biglietti per Puebla con la compagnia di bus ADO ( MXN$ 104 / cad.). Partiamo alle h 12.15 con questo bel bus di prima classe e arriviamo alle h 14.15 a Puebla. Prendiamo un taxi ( MXN$ 45 / corsa) fino all’hotel Colonial a 2 passi dalla piazza principale di questa caratteristica cittadina. L’albergo è carino e paghiamo la prima notte ( MXN$ 890 / stanza per 4 pp.). Lasciamo gli zaini in camera e andiamo a fare un giro per la città alla ricerca di qualcosa da mangiare. Dopo circa un’ora decidiamo di pranzare al KFC, Kentuky Fried Chicken, una famosa catena americana di fast food dove prendiamo un panino con patatine e coca a testa ( MXN$ 180 / 4 pp.). Dopo esserci rifocillati visitiamo la cattedrale di Puebla, nulla di eccezionale, ed effettuiamo una breve siesta al parco. Rientriamo in hotel appena in tempo per non prenderci la dose quotidiana di pioggia. Passiamo il resto del pomeriggio a giocare a carte in stanza e a farci una bella doccia fino all’ora di cena. Su suggerimento della guida Lonely Planet ceniamo da “Vittorio’s”, un ristorante italiano dove si dice le pizze siano ottime. Non mangiamo male per essere in una pizzeria d’oltreoceano ( MXN$ 400 / 4 pp.). Proprio quando chiediamo la “cuenta” (il conto), si rimette a piovere. Addio giretto serale! Rientriamo all’hotel un po’ bagnati. Consultiamo informazioni su Oaxaca, anche se ci è stato sconsigliato di andarci per problemi politici e militari. Giunge presto l’ora di andare a fare una bella dormita.

Oaxaca – Mitla – Hierve el Agua – 28.07

Siamo in piedi alle h 8.30. Dopo un breve giro di ispezione per la città decidiamo di fare colazione al ristorante dell’hotel ( MXN$ 290: 2 pan dulce, tè, pan tostado, caffè). Appena finito lasciamo l’albergo e partiamo alla volta di Oaxaca. Prendiamo un taxi fino alla stazione degli autobus ( MXN$ 50 / corsa) e alle h 11.45 prendiamo un bus diretto a Oaxaca ( MXN$ 224 / cad. ). Prima di partire ci riforniamo di ½ litro d’acqua e 3 panini confezionati ( MXN$ 59). Per i primi kilometri il paesaggio non è molto speciale, ma in seguito diventa alquanto caratteristico con l’alternarsi di deserti brulli, prati verdi, distese immense di cactus e piccoli canyon. Arriviamo a Oaxaca alle h 17.45 h e troviamo una coincidenza alle h 18 per Mitla. Su un bus malandato ( MXN$ 56 / 4 pp.) arriviamo in centro a Mitla per le h 19.30. E’ una città a prima vista molto povera ma proprio sul ciglio della strada troviamo la nostra miniera d’oro personale: 3 francesi con cui troviamo un passaggio fino a Hierve el Agua. Un messicano si offre di darci un passaggio per MXN$ 43 fino a questo luogo dimenticato dal mondo. Il tragitto di 45 minuti si snoda tra le montagne e i cactus. Raggiunta l’entrata di Hierve El Agua l’unico alloggio disponibile per 7 persone è la “Cabaña Tourist – Yuù”, una casupola con diversi letti in un’unica stanza dove abita anche il proprietario ( MXN$ 70 / cad.). Appena sistemati gli zaini ci assale la fame! L’unico ristorante della zona è l’”Elisa Restaurant”. Camminiamo sulla strada sterrata nel buio fino a raggiungere questo ristorante spartano la cui padrona è una messicana simpatica che cucina solo quesadillas. Paghiamo MXN$ 120 per 4 quesadillas, 3 birre e una coca. Si mette a piovere improvvisamente ma per fortuna il tetto di paglia non fa passare nemmeno una goccia; poi quando smette torniamo alla “Cabaña”. I francesi ci offrono del Mezcal e ci insegnano a giocare a “Bataille”, un gioco di carte francese. Dopo un’oretta filiamo tutti a letto.

Hierve el Agua – Oaxaca – 29.07

Dormiamo di filata fino alle h 9 e facciamo colazione sempre da “Elisa’s Restaurant” con i francesi (MXN$ 60 : uova all’americana, quesadillas, caffè). Dopo esserci rifocillati andiamo ad ammirare le tanto decantate piscine naturali dove “bolle l’acqua”. In realtà l’acqua è fredda ma si può fare un rinfrescante bagno godendosi il fantastico paesaggio; appoggiati sul bordo di una delle magnifiche piscine dall’acqua azzurrina scrutiamo le montagne verdi che si estendono davanti a noi all’infinito e la cascata bianca formata da sedimenti di carbonato di calcio che immobile scende a strapiombo verso valle. Dopo il bagno ci asciughiamo un attimo al tepore del sole ed infine torniamo alla “Cabaña Tourist – Yuù” dove prendiamo gli zaini pronti per partire di nuovo. Sempre con i francesi saliamo sulla jeep del padrone della Cabaña che ci riporta a Mitla lungo la stessa strada spettacolare dell’andata in 1 ora 15 min (MXN$ 100 / 4 pp.). Per le h 14.15 arriviamo a Mitla dove lasciamo i nostri amici europei e visitiamo la città e l’annesso sito archeologico, tutto molto suggestivo. Alle h 15 finiamo a mangiare in una polleria dall’aspetto poco igienico; tuttavia, il pollo si rivela assai squisito (MXN$ 110 : 1 pollo alla griglia, riso e contorno, 6 coche). Subito dopo pranzo andiamo alla stazione dei bus e ci rimettiamo in viaggio per Oaxaca ( MXN$ 56 / pp.). Scendiamo alla nostra fermata e un messicano in cambio di un pacchetto di sigarette ci accompagna gentilmente alla stazione centrale dei bus di Oaxaca. L’intenzione era quella di prendere un bus fino a Puerto Escondido ma gli unici 3 bus con biglietti di seconda classe con quella destinazione sono pieni. Scartiamo l’opzione di passare la notte a Oaxaca e troviamo gli ultimi posti liberi su un bus deluxe ADO ( MXN$ 270 / pp.) diretto a Huatulco poco lontano da Puerto Escondido. Parte alle h 23.45, per cui abbiamo 6 ore da passare a Oaxaca. Giriamo un po’ per i vicoli e le piazze della città ed assistiamo ad una esibizione di danza in cui sia gli uomini che le donne indossano vestiti tipici. Dopodiché visitiamo la chiesa di Santo Domingo alla cui uscita delle persone partecipano a un corteo politico. Decidiamo di richiuderci in un bar (MXN$ 120 : caffè, cioccolato e panna, 2 tè alla frutta, 1 coca cola). Infine ceniamo al ristorante italiano “Rustica”; dopo l’indigestione dei primi giorni cerchiamo di non provare piatti troppo piccanti o inconsueti per noi finchè non ristabilizziamo il nostro intestino. Ordiniamo una pizza extra da 50 cm, metà margherita e metà prosciutto, e da bere (MXN$ 242). Finalmente giunge l’ora di tornare in stazione. Aspettiamo circa 1 ora e mezza ingannando il tempo giocando a carte. Finalmente si parte alle h 23.53. Durante le 8 ore di viaggio che seguono, con l’eccezione di una breve sosta a Salina Cruz, non chiudiamo occhio a causa dell’eccessiva aria condizionata e della vicinanza alla toilet che provoca il passaggio continuo dei passeggeri del bus.

Huatulco – 30.07

Arriviamo a Huatulco alle h 7.45 di mattina sfiniti. Troviamo una sistemazione all’”Hotel Jaroje” ( MXN$ 1200 per 2 notti / 4 pp.) in una stanza che si libera per le h 10.30. Mentre aspettiamo di installarci nella nuova camera ci dedichiamo alla città e raggiungiamo in 10 minuti la Bahia de Santa Cruz, vicina al banale porticciolo. Troviamo un baretto in riva al mare in cui far colazione ( MXN$ 214 : 3 chocolatte, 1 caffè, 3 hot cakes) dopo aver prenotato un bel giro in barca privato per visitare le calette di questa bahia (MXN$ 700); semplicemente abbiamo fatto due passi su uno dei moli e siamo stati avvicinati da un messicano coi dreadlock che ci ha proposto un giro turistico in barca. Purtroppo non ci siamo informati sui prezzi di altri tour ma ci è sembrato comunque un prezzo accettabile per solamente 4 persone. Dopo esserci saziati a dovere ritorniamo all’hotel per occupare finalmente la nostra camera, molto carina e pulita. Indossiamo il costume e torniamo alla Bahia de Santa Cruz dove stendiamo i nostri teli da mare e ci dedichiamo ad un po’ di snorkeling. I fondali sono abbastanza belli e anche la spiaggia ma nulla di speciale. Ci colpisce il fatto che siamo gli unici turisti europei in mezzo a moltissimi messicani i quali fanno il bagno per la maggior parte in maglietta e calzoncini, donne comprese. Fa molto caldo e decidiamo di pranzare all’ombra di una “palapa” ossia un luogo riparato con tetto di foglie di palma. Mangiamo due pachugo de pollo impanizados con papas fritte con 2 litri di limonata (MXN$ 318 ; il pesce è freschissimo e questi piatti sono proprio deliziosi!). Mentre ci rilassiamo al tavolo fino alle h 15.30, due bambini suonano uno strano strumento passando fra la gente per farsi due soldini. Ritorniamo sulla spiaggia e ci rinfreschiamo nuovamente in mare. Infine, torniamo in hotel afarci una bella doccia. Sotto l’hotel troviamo un bel ristorantino dove per MXN$ 300 ceniamo con 4 cervezas, 2 pizze piccole, 4 hamburger e 3 mezcal. Appena tocchiamo il letto ci abbandoniamo al sonno dimentichi della notte insonne del giorno precedente.

Huatulco – 31.07

Ci alziamo alle h 7 finalmente riposati. Facciamo colazione in hotel (MXN$ 40 : 4 brioche, 2 chocomilk, 1 succo alla mela e 1 all’ananas). Raggiungiamo il molo dove ci aspetta Bruno, il messicano simile a Bob Marley che ci accompagna alla barca, o lancia in spagnolo, con cui faremo il tour della baia. A bordo facciamo conoscenza del giovane ragazzo messicano che ci accompagnerà nel nostro tour. Durante la navigazione ci fermiamo ad osservare alcune calette dal mare, una roccia a forma di viso umano e una piccola “bufadora” ossia una specie di geiser marino prodotto dalla pressione dell’acqua marina e dell’aria che si accumulano in una grotta sottomarina fino a quando entrambe fuoriescono in un’esplosione di acqua. Decidiamo assieme al conduttore della lancia di fermarci alla spiaggia “El Organo”, circa 400 metri di spiaggia bianca solo per noi. A quest’ora non c’è ancora gente poiché l’unico modo per arrivarci è via mare. Appena scesi facciamo un bagno rinfrescante: i fondali sono veramente carini. A riva troviamo lo scheletro di una tartaruga marina e in mezzo a tanta sabbia una pianta molto particolare e verdissima i cui rami si distendono lungo il terreno. Non facciamo in tempo ad asciugarci al sole ed arriva una lancia colma di messicani rumorosi che nel giro di mezzora riescono a lasciare mille rifiuti sulla spiaggia. Per fortuna dopo poco arriva la nostra barchetta. Ci facciamo portare in un’altra caletta dove restiamo 1 ora e mezza; anche questa caletta è piuttosto tranquilla, per questo ci rilassiamo al sole contenti. Risaliamo a bordo e andiamo alla spiaggia chiamata “Entrega”, una caletta abbastanza popolare poiché ospita alcuni ristoranti sulla spiaggia. Decidiamo di pranzare in uno dei ristoranti. Per MXN$ 737 degustiamo degli ottimi cocktail di pesce (con gamberetti, polipo, pomodorini, prezzemolo e limone), una caraffa di limonata a cui ormai siamo affezionati e alcuni piña colada e margarita, anche quest’ultimi squisiti. Due signore che pranzano a fianco a noi ci regalano 2 birre, chissà perché. All’ora stabilita il ragazzo messicano ci viene a prendere per portarci nell’ultima spiaggetta. Da lontano il mare in quel punto sembra azzurro cristallino e la piccola spiaggia bianca sembra circondata da piante tropicali, ma appena scendiamo notiamo subito la sporcizia che si è accumulata in questo luogo, trasportata dalle onde (i messicani sono piuttosto sporchi, dettaglio che non mancheremo di constatare in altre occasioni durante il viaggio). Troviamo inoltre i cadaveri di un cormorano, alcuni pesci palla e alcuni granchi. Arrabbiati protestiamo con il conduttore della lancia che ci ha lasciato qui per la bellezza di 1 ora o poi più, ma d’altronde è stata anche un po’ colpa nostra che abbiamo approvato la sua proposta. Torniamo a Bahia de Santa Cruz, comunque soddisfatti del tour in barca. Dopo un breve bagno in mare torniamo in hotel e dopo la consueta doccia usciamo nuovamente per recarci ad un internet point ( MXN$ 8 / 1 ora) e in stazione per comprare i biglietti del bus per il giorno seguente, 4 per Salina Cruz (MXN$ 56 $ / pp.) e 4 da Salina Cruz a San Cristobal de Las Casas con partenza il 2 agosto ( MXN$ 236 / pp.). Dopodiché facciamo un giro per trovare un ristorante economico dove stavolta ceniamo con carne (MXN$ 550: 1 tampiqueña de res o cotoletta impannata, 3 polli fritti, 1 succo all’arancia, 1 banana fritta, pesche sciroppate e 3 shot di tequila).

Salina Cruz – Playa Azul – 1.08

Sveglia alle h 6.50. Dopo aver preparato gli zaini ci incamminiamo verso la stazione. Qui facciamo colazione e ancora assonnati non ci accorgiamo che il nostro pullman delle h 8.20 sta partendo. Solo quando ormai lo vediamo sfilare davanti agli occhi capiamo di averlo perso. Sostituiamo i biglietti della SUR con quelli della OCC, una compagnia di trasporto messicana il cui un bus parte alle h 9.20 ( MXN$ 90 / pp., pagando solo la differenza). Arriviamo a Salina Cruz dopo un tragitto che si snoda nella foresta. Le vie della città sono deserte appena scendiamo e fa molto caldo. Chiediamo ad alcune persone se si può dormire nei pressi di Playa Azul e riceviamo risposte positive. Per cui ci imbarchiamo su due “camionetas” ossia bus piuttosto sconquassati ma molto caratteristici ( MXN$ 4 / corsa) per ritrovarci in mezzo a una statale con un cartello che segnala “Playa Azul a 4 km”. Ci incamminiamo sulla strada sterrata con i nostri pesanti zaini in spalla sotto il sole cocente senza un filo d’ombra. Dopo circa 700 m arriva una jeep: fuori il pollice e prima ancora di accorgercene siamo a bordo del pick up di proprietà del padrone dell’unico ristorante di Playa Azul. Prima di caricarci questo simpatico messicano che non parla una parola di inglese ci chiede se abbiamo marjuana con noi perché dobbiamo passare un posto di blocco. Appena giunti alla spiaggia offriamo la mancia al padrone del ristornate che la rifiuta gentilmente. Non possiamo che ricambiare il favore pranzando nel suo ristorante in riva al mare ( non abbiamo neanche molta scelta essendo l’unico luogo abitato). Ci divoriamo una ensalada de pulpo e camarones più buona di quella dell’”Entrega” ad Huatulco e beviamo ben 3 litri di acqua. Il ristorante si chiama “ El Cisne” e ci serva una simpatica ragazzina di 14 anni, Nancy, nipote del padrone. Nel pomeriggio esploriamo la spiaggia e facciamo il bagno fra le onde. La spiaggia è immensa e molto bella; troviamo nel tragitto delle capanne abbandonate con i caratteristici tetti di palme e un laghetto di acqua salatissima nel percorso oltre il promontorio roccioso. Ritorniamo a “El Cisne” dove troviamo dei ragazzi messicani che giocano a calcio e ci chiedono se vogliamo unirci. Due uomini del gruppo ovviamente accettano e vincono, mentre i due fratelli si godono il tramonto dietro le colline di sabbia. Dopo la partita ritorniamo tutti alla “palapa” del ristorante dove ci laviamo con un secchio d’acqua, l’unica doccia disponibile, peraltro a pagamento perché qui l’acqua scarseggia. Ceniamo sempre sotto la capanna fatta di foglie di banano con 3 sandwich e 1 piatto di camarones empanados, involtini di riso e patate con queso e lechuga e i 3 soliti litri d’acqua. A questo punto dobbiamo deciderci su come passare la notte: possiamo dormire in una casetta in costruzione ( solo mattoni senza finestre e pavimento in cemento) annessa al ristorante o possiamo passare la notte all’aria aperta sulle amache con i moschitos che banchettano di noi. Optiamo per la seconda spalmandoci l’Autan dappertutto. Qui sulla spiaggia non arriva corrente elettrica; utilizzano un piccolo generatore che si spegne alle h 22.20. Dopo di che cala il buio totale e per la prima volta riusciamo a vedere la via lattea. Non è facile addormentarsi su un’amaca. Sembra di essere ubriachi dal tanto dondola e ti stringe nella sua morsa se non è sufficientemente tesa. A fine nottata nessuno sopravviverà alle zanzare, soprattutto la donna del gruppo che dopo un paio di ore divorata dai Mosquitos decide di rifugiarsi nella casetta senza finestre e di dormire scomodamente sul cemento con il sacco a pelo.

Playa Azul – 2.08

Al mattino verso le h 5 partono da riva 2 barche di pescatori; poi comincia a schiarirsi il cielo ma bisogna aspettare le h 6.20 per vedere il sole. L’alba sul mare è davvero spettacolare. Dopo l’alba due di noi vanno ad esplorare nuovamente Playa Azul e trovano una caletta con delle belle onde a circa mezz’ora di cammino tra le dune di sabbia oltre il promontorio roccioso sulla destra del ristorante “El Cisne” se si ha di fronte il mare. Decidiamo di ritornarci dopo la colazione al ristorante (4 caffèlatte con pan dulce). Dopo esserci spalmati la crema più volte ci incamminiamo verso la nuova spiaggia fin tanto che non fa troppo caldo. Appena giunti sul luogo ci tuffiamo in acqua ma le onde sono fin troppo alte e pericolose. Dalla caletta ci arrampichiamo per qualche chilometro lungo la costa rocciosa verso destra: un po’ di free climbing su rocce appuntite ma ne vale la pena per vedere alcune spiaggette deserte. Infine torniamo al punto di partenza. Purtroppo la sabbia scotta terribilmente poiché sono le h 12.30, per cui due di noi bagnano i teli da mare e dopo qualche metro di corsa li stendono e ci stanno sopra coi piedi per non scottarli. Gli altri due invece indossano uno le scarpe e l’altro le calze imprestate. Una volta giunti al ristorante pranziamo abbondantemente ( 3 camarones con mojo de ayo, 1 camarones fritos, 2 cocktail pulpo y camarones, 4,5 l di acqua). Ci accordiamo con il proprietario del “Cisne” di pagare tutti i pranzi, le cene e l’acqua per la doccia alla fine della nostra permanenza a Playa Azul. Dopo pranzo ci ripariamo sotto i tetti di foglie di palma fino alle h 17.30 perché fa troppo caldo al sole. Poi prepariamo gli zaini e aspettiamo che anche la famiglia messicana del ristorante si prepari poiché ci daranno un passaggio fino a Salina Cruz; devono tornare a casa a salutare un parente che parte per il D.F. Facciamo una foto ricordo con loro prima di partire e ci scambiamo gli indirizzi email oltre a farci dare la ricetta dei camarones al mojo de ajo, ossia i gustosissimi gamberoni alla salsa di aglio. Ci accompagnano fino alla stazione dei bus e lì ci salutiamo. Troviamo un “comedor” economico dove con MXN$ 128 mangiamo 5 tortas con pollo e milanesa, queso e pomodorini. Torniamo in stazione per la h 20.00; abbiamo ancora quasi 3 ore e un quarto prima che parta il nostro bus. Inganniamo il tempo con qualche chiacchiera e qualche partita a carte sul pavimento. Il bus purtroppo è in ritardo; siamo molto stanchi e arriva mezzanotte. Una volta sul pullman riusciamo a dormire abbastanza bene per quasi tutto il tragitto fino a San Cristobal de Las Casas.

San Cristobal ( San Juan de Chamula e Zinacantan) – 3.08

Il viaggio si rivela più lungo del previsto per le frequenti soste. Arriviamo a San Cristobal de Las Casas alle h 7.30. Appena fuori dalla stazione un messicano ci avvicina e ci propone un ostello molto “barato” ossia economico in spagnolo: la Posada Colonial con camere doppie, bagno privato e desayuno (colazione) compresa nel prezzo oltre al taxi incluso. Il tutto ci costerà MXN$ 100 a testa con la possibilità di prenotare alcune escursioni. Giunti alla Posada facciamo subito colazione con toast, burro, salsa al caramello e caffè. Poi prendiamo possesso di una stanza doppia in attesa che si liberi la seconda. Andiamo ad un internet point (MXN$ 6 / ora) e poi godiamo una meritata doccia che non facciamo ormai da 3 giorni se non contiamo le secchiate d’acqua con cui ci lavavamo a Playa Azul. Ci informiamo sulle possibili escursioni e sui relativi prezzi. Dopodiché usciamo per girare un po’ la città. Sula strada troviamo alcune agenzie che ci propongono le stesse escursioni a prezzi inferiori. Raccogliamo alcune informazioni, poi prenotiamo due escursioni: una al Canyon del Sumidero per il giorno seguente (MXN$ 720 / 4 pp.) mentre l’altra è una visita guidata a San Juan Chamula e Zinacantán con una guida in italiano poiché solo uno di noi parla spagnolo.

La partenza è alle h 15.30, quindi torniamo alla “Posada Colonial” per una piccola pennichella e per fare il bucato sul terrazzo. Ritorniamo in agenzia all’orario di ritrovo dove veniamo imbarcati su un minibus con altri 6 italiani e una finlandese di 23 anni. L’escursione costa MXN$ 150 / pp.. Vale la pena effettuare queste escursioni, meglio se con mezzi propri, ma è comunque interessante seguire i racconti della guida. La nostra guida italiana ci porta a San Juan Chamula, un paesino dove vivono un ristretto numero di indigeni. Qui si possono osservare le ragazze indigene in abiti tradizionali che tessono a mano e alcune cucinano per noi. Purtroppo la nostra impressione è che queste popolazioni indigene vengano molto sfruttate a livello turistico, quindi appaiono molto meno autentiche ai nostri occhi: molte donne cercano di vendere i propri prodotti a prezzi piuttosto alti e sembra che vivano solo dei turisti di passaggio. Molto caratteristica è la chiesa di Zinacantan con il pavimento cosparso di aghi di pino e candele, senza panchine o sedie; la gente prega per terra e svolge strani rituali. Assistiamo al sacrificio di un pollo da parte di una donna indigena i cui figli ballano e giocano allegramente attorno a lei, un episodio alquanto singolare. La guida ci spiega che nonostante i missionari abbiamo cercato in ogni modo di convertire i locali al cattolicesimo, essi utilizzano la chiesa per compiere i propri sacrifici ai loro dei sebbene camuffino alcuni rituali con le funzioni religiose cristiane. Sembra che questo popolo veneri la coca cola: per tutto il perimetro della chiesa sono allineate bottigliette di vetro di Coca Cola al cui interno sono inseriti candele, ingegnoso per fare luce all’interno. Il cimitero della città è anch’esso singolare; vi sono tre tipi di croce, ognuna di un colore diverso a seconda dell’età del defunto a cui si riferisce. Dopo la visita al cimitero non vedevamo l’ora di salire sulla camioneta perché siamo a 2200 m di altitudine e siamo vestiti leggeri, stiamo congelando. L’ultima tappa è la cima di una collinetta a più di 3000 m per osservare il panorama sottostante che comprende la città di San Cristobal. Qui i bambini giocano scalzi e in manica corta, mentre noi moriamo di freddo. Ritornati in centro città andiamo al supermercato a comprare da mangiare (MXN$ 140: fusilli barilla, pomodori, cipolla, aglio, bacon, birra, queso Quessillo Viridiana, 1 pagnotta, 1 bottiglia di tequila). Stasera abbiamo deciso di cucinare noi perché nella Posada c’è un cucinino. Ceniamo con un’ottima amatriciana e ne facciamo un piatto anche per i padroni dell’ostello che ci chiedono di cucinare per loro il giorno seguente. Poi facciamo qualche consueta partita a carte con 2 bicchierini di tequila ed infine, esausti, andiamo a dormire.

San Cristobal de Las Casas ( Canyon del Sumidero, Chapa de Gorzo) – 4.08

Sveglia alle 7.45. Prepariamo gli zaini e li lasciamo in custodia alla Posada. Facciamo colazione in un piccolo bar sulla strada (MXN$ 112 : 4 pan con mantequilla y marmelada, caffè con leche, jugo). Ci dirigiamo verso l’agenzia di viaggi del giorno precedente e dopo poco ci imbarchiamo con altri stranieri su una camioneta, direzione: Canyon del Sumidero.

Arrivati all’imbarcadero del Canyon ci danno un giubbotto salvagente a testa e ci fanno salire su una lancia da circa una ventina di posti. Passare sul fiume nel mezzo del Canyon vale veramente la pena! Peccato che le imbarcazioni vadano troppo veloci per impiegare il minor tempo possibile per ogni tour, i quali durano circa 2 ore. Dall’imbarcazione avvistiamo coccodrilli, cormorani e pipistrelli. Il nostro accompagnatore ferma la lancia nei punti più popolari del canyon; ad esempio, ci lascia fotografare una cascata, asciutta nella stagione estiva, che scende lungo il fianco del canyon e da lontano richiama il profilo di un totem. Ci fermiamo anche in una piccola caverna dove, oltre ad una madonnina incastonata nelle pietre rosa, osserviamo anche dei punti neri sul soffitto cavernoso, i murcielagos ossia i pipistrelli. Passiamo in un determinato punto dove si possono osservare miriadi di uccelli che si rilassano beatamente lungo le coste del fiume; ci avviciniamo anche a due ponti di ferro piuttosto alti e dopodiché facciamo dietrofront. Arrivati al punto di partenza e scesi dalla lancia, facciamo un breve giro nelle vicinanze del parcheggio degli autobus e incontriamo un simpatico signore piuttosto anziano dell’Oregon che ci offre le banane fritte appena acquistate da un venditore ambulante. Dopo la pausa ripartiamo alla volta di Chapa de Corzo, un piccolo paesello molto caratteristico dove abbiamo circa un’ora di tempo libero per fare un giro per le vie. Ci affascina ascoltare la musica prodotta da due bambini tramite lo xilofono; Chapa de Corzo sembra una cittadina piuttosto vivace e ricca di turisti. Vi è una piazza centrale a cui centro si trova una fonte moresca. Il luogo più interessante per noi è stato il coloratissimo mercato di frutta, verdura e tanto altro in cui pranziamo con gioia (MXN$ 40 : estufado de puerco, de pollo e de res con contorno di arroz e tortillas, 2 coca cola medie, fanta al lampone, limonata). Il locale è all’altezza del “Local 30” e si chiama “ Comedor Doña Juanita” con una vecchietta simpatica che serve questi piatti prelibati e a costo quasi zero. Raggiungiamo il luogo dell’appuntamento all’ora stabilita dall’accompagnatore del tour e dopo averci stipati sulla camioneta ritorniamo a San Cristobal. Nella città non esiste una rete di gas metano; passa invece in continuazione per le strade un camion carico di bombole con anelli appesi che strisciando sull’asfalto fanno molto rumore e non sembrano per nulla sicuri. Giriamo nel centro della ciudad e visitiamo le due chiese principali di San Cristobal: Santo Domingo, una chiesetta singolare non per la sua architettura ma per la sua posizione che campeggia la via principale del paese; abbiamo infatti percorso la lunga scalinata pendente prima di raggiungere la chiesa. Raggiungiamo nel nostro vagabondare anche la Cattedrale della città, dipinta di rosso e giallo, che ci colpisce molto. Poi ci avventuriamo di nuovo in un mercato dove compriamo dei pensierini, dei dolcetti per MXN$ 5 / cad. e delle bevande calde con frutta e cannella leggermente alcoliche per MXN$ 10 / cad.. In seguito ritorniamo al supermarket del giorno precedente e acquistiamo il necessario per una pasta alla carbonara (MXN$ 90: 500 g bacon, 7 uova, 1 kg spaghetti Barilla, queso, cipolla, aglio, acqua). Dopo essere ritornati alla Posada prepariamo la cena: la carbonara si rivela molto gustosa ed è apprezzata anche dai padroni dell’ostello. La cena offerta è servita per pagare la loro gentilezza nel custodire tutto il giorno i nostri zaini. Una volta terminata la cena salutiamo l’allegra famigliola e ci dirigiamo alla stazione dei bus dove durante le 2 ore di attesa del bus, il quale parte alla h 1.10, giochiamo a carte e studiamo il percorso per i giorni seguenti. Verso l’una finalmente prendiamo i nostri posti sul pullman della OCC per Palenque. La notte si rivela insonne a causa dell’aria condizionata troppo forte e della strada alquanto tortuosa.

Palenque – El Panchan – 5.08

Arriviamo alla stazione alle h 6.20: siamo distrutti! Prendiamo al volo il primo taxi per El Panchan (MXN$ 50 / corsa) dove, dopo un’oretta alla ricerca della sistemazione che offra la miglior combinazione qualità/prezzo, optiamo per due doppie al “Jungle Palace” (la “Casa Margarita” consigliata dalla Lonely non aveva posti letto disponibili). Una stanza doppia costa MXN$ 120 a notte; si tratta di casupole di legno con tetto di foglie di palma immerse nella vegetazione della jungla con bagno in comune. All’interno di ogni capanna ( le nostre si chiamano “Platano” e “Castaña”) si trova la carta igienica, due letti con lenzuola pulite e delle sedie. È una sistemazione abbastanza spartana e molto caratteristica. Facciamo una colazione economica da “Don Mucho” (MXN$ 100: 3 pan tostado, burro e marmellata, 3 caffè, banana chocomilk) e subito dopo ci lanciamo alla scoperta delle rovine del sito archeologico di Palenque che dista 10 minuti da El Panchan. Prima di salire sulla camioneta che ci conduce al complesso di Palenque bisogna pagare MXN$ 20 / cad. per l’ingresso nella riserva. Quando arriviamo al sito di Palenque dobbiamo pagare MXN$ 45 per l’ingresso e MXN$ 10 per la camioneta. L’aria è molto umida, sembra quasi di camminare in un velo di pioggerella. Appena avvistiamo le prime piramidi e i primi edifici immersi nel verde smeraldo della giungla ci innamoriamo del luogo; si ha la possibilità di salire le scalinate che conducono in cima ai templi e la vista non manca mai di stupire. Decidiamo di camminare in mezzo alla vegetazione rigogliosa e ascoltare gli strani versi emessi da animali invisibili, supponiamo scimmie ma purtroppo non ne vediamo nemmeno una nonostante ci abbiano detto che in questo luogo si avvicinano facilmente alle persone. Probabilmente c’è troppa gente in questo periodo dell’anno, tanto quanto basta per tenerle lontane, peccato. Dopo aver visitato tutto il sito e le rovine, assolutamente fantastiche, ci spostiamo al museo dove cerchiamo di captare la spiegazioni di una guida straniera. Usciti dal museo, finiamo di visitare gli ultimi gruppi di rovine e raggiungiamo l’ingresso principale, inseguiti da un po’ di pioggerella. Decidiamo di dedicare il pomeriggio al riposo siccome non abbiamo chiuso occhio durante la notte precedente. Al ritorno a El Panchan facciamo la conoscenza di due ragazze belghe che ci chiedono il trasformatore per un’ora in cambio di cioccolato belga; ovviamente non decliniamo l’offerta. Prima di sistemarci nelle nostre cabañas mangiamo al ristorante “Don Mucho” che diventerà il nostro luogo di ritrovo e di relax (MXN$ 350: 2 pesto y pescado, 1 milanesa, 1 ensalada, 3 birre, acqua, 1 cuba, 1 banana colada). Dopodiché ci concediamo un lungo pisolino. Quando di svegliamo ci rechiamo di nuovo da “Don Mucho” che questa volta non ha neanche un tavolo libero. Tuttavia, incontriamo una coppietta inglese che avevamo conosciuto a San Cristobal che ci accoglie al loro tavolo. L’attesa è lunghissima: dopo un’ora riusciamo a ordinare e dopo un’altra ora riusciamo a gustarci una pizza al forno a legna (MXN$ 420: pizza margherita, rustica, prosciutto e funghi, 2 coca cole, 3 birre, 1 mezcal, 1 kahlua, 1 banana colada). Purtroppo un componente del gruppo ci abbandona poco prima di cenare a causa del mal di stomaco: la maledizione di Montezuma non ci lascia in pace. Rimaniamo al bar / ristorante fino alla chiusura a mezzanotte, godendoci gli spettacoli con le catene infuocate e il gruppo di percussionisti. Dopo un breve giro al mini mercato a fianco del ristorante e una ricognizione accurata della camera in cerca di insetti strani e potenzialmente pericolosi, filiamo dritti a dormire nelle nostre cabañas, cullati dai tipici rumori della giungla tropicale.

El Panchan – 6.08

Alla sveglia constatiamo che il malaticcio del gruppo non è ancora in forma; per cui i restanti componenti si dirigono a far colazione al solito posto, al “Don Mucho” (MXN$ 110: 4 pan tostado, 3 caffèlatte, 1 chocomilk). Purtroppo non possiamo muoverci da El Panchan finchè il quarto membro del gruppo non guarisce, così decidiamo di fermarci fino a sera al “Jungle Palace”, pagando MXN$ 100 per una cabaña durante il giorno per far riposare il malato e lasciare i nostri zaini. I 3 sopravvissuti giocano tutta la mattina a carte fino alle 12; l’idea di andare alle cascate Agua Azul è stata purtroppo abbandonata. Mangiamo per le h 12.45, poi ci diamo i turni per andare a sonnecchiare un pochettino mentre gli altri tre a turno rimangono calamitati alle sedie del ristornate a giocare a carte, tutto questo fino alle h 18.30 quando constatiamo che tutti stiamo molto meglio e siamo pronti a muoverci da El Panchan. Dopo aver cenato al ristorante per le h 19 (1 hamburghesa especial con papas, 2 quessadillas con ajo y tomates, 1 milanesa con papas), paghiamo sia pranzo che cena (MXN$ 660) e torniamo alla stanza per prendere gli zaini; troviamo un ragno piuttosto grosso infilato sotto il letto che è più terrorizzato di noi a causa delle urla improvvise di uno di noi che è racnofobico. Torniamo al ristorante divertiti; da qui prenotiamo un taxi (MXN$ 50 / corsa) che arriva in 10 minuti. Sul taxi troviamo una ragazza di Merida ( dove ci stiamo recando) che gentilissima ci dà un sacco di informazioni sulla città. Arriviamo alla stazione di El Panchan per le h 21.45 e aspettiamo fino alle h 23.25, orario di partenza del nostro bus per Merida. L’attesa è allietata per una decina di minuti da due ragazzi molto bravi che suonano il bongo ai quali lasciamo una mancia. Il bus purtroppo è in ritardo e arriva a mezzanotte; come se non bastasse una ragazza non trova il suo zaino al momento della discesa e dobbiamo così aspettare fino alle h 00.25 prima di partire. Sul bus fa un freddo polare a causa della solita aria condizionata e il sonno è sempre disturbato da un neonato che piange senza tregua.

Merida – 7.08

Ci svegliamo alle h 8 e arriviamo alle h 8.45 a Merida; la città sembra piuttosto tetra per la nebbia che la circonda. Chiediamo qualche informazione alla stazione, poi ci facciamo una bella camminata verso il centro della città alla ricerca di un ostello. Troviamo l’”Hostal Nomadas” ( MXN$ 370 / notte per 4 pp. + MXN$ 100 / cauzione). La camera da 4 si libera alle h 12, per cui decidiamo di fare colazione in ostello assieme a tutti gli ospiti stranieri. Ci facciamo tostare 4 fette di pane con burro e marmellata e sorseggiamo una tazza di caffè. Fa molto caldo e c’è molta umidità. Dopo aver discusso nei giorni passati sul tragitto del viaggio abbiamo concluso di non visitare né la costa orientale del Messico né la penisola dello Yucatan; la visita di posti fantastici non propriamente riportati nella guida utilizzata ci ha fatto cambiare idea riguardo alla piega del nostro viaggio. Vogliamo evitare il turismo di massa dello Yucatan e visitare la Baja California e il nord del Messico, luoghi decantati da alcuni conoscenti che li hanno visitati. Riluttanti a causa del caldo umido che aleggia nell’aria, due membri del gruppo si incaricano di raggiungere l’aeroporto e comprare 4 biglietti aerei per La Paz (MXN$ 3337,50 / cad.) con partenza per l’11 agosto. Gli altri due componenti del gruppo passano il tempo giocando a carte fino a quando la stanza all’ostello è pronta; dopodiché si godono una doccia fredda e fanno il bucato a mano. Verso le h 14 fanno la spesa al supermercato più vicino (MXN$ 44: 3 litri d’acqua, pure de tomate, 400 g spagnetti Barilla, pan blanco). Ci ritroviamo tutti e 4 all’ostello “Nomadas” dopo le diverse commissioni e cuciniamo assieme una pasta. Dopo esserci riposati nel dopo pranzo decidiamo di fare un giro in paese. Allo zocalo, la piazza centrale di Merida, incontriamo un informatore turistico che si offre di portarci in un negozio stile equo e solidale, dove compriamo una coperta multi colorata tipica messicana per MXN$ 600 $; realizziamo solo alla fine della vacanza, durante la visita al mercato di Città del Messico, che abbiamo pagato veramente troppo per una coperta simile quando al mercato ne compriamo una ad un terzo del prezzo di Merida. Dopo l’esosa spesa ci rinfreschiamo con 3 ghiaccioli e una granita al cocco (MXN$ 20), tutti artigianali e molto buoni. Andiamo poi a far la spesa al solito supermercato (MXN$ 143: 4 litri d’acqua, pan blanco, 2 scatolette di tonno, patatine, 400 gr. pasta, queso, jamon, jugo de piña, 6 cerveza Superior). Al ritorno in ostello ci cuciniamo di nuovo una pasta sostanziosa e filiamo a letto dopo aver discusso sul programma dei giorni successivi. La nostra stanza si rivela un forno senza finestre con 2 ventilatori a soffitto e 2 a muro che non bastano a rinfrescare. Ad ogni modo prendiamo subito sonno e non ci svegliamo fino alla sveglia dell’indomani.

Merida – Cenotes de Cuzama -Merida – 8.08

Ci svegliamo alle h 8 e facciamo colazione con pan tostado, mantequilla e marmelada e rispettivi caffèlatte. Ci rechiamo alla stazione bus, fermandoci prima a un cajero automatico, ossia una ATM dove si possono prelevare soldi, e a un internet point. In stazione compriamo i biglietti del bus da Merida a Cuzama con partenza alle h 10.45 (MXN$ 11 / cad.). Arriviamo alle h 12 a Cuzama dove veniamo letteralmente assaliti da ragazzini che ci circondano con i loro carretti a 2 posti a pedali, urlando quanto costa fare un giro con loro. Saliamo su due carretti distinti a coppie e decidiamo di non fermarci al primo “cenote”. In 20 minuti in tutto (MXN$ 20/ coppia) ci portano ad una piccola stazione dove si possono prendere i cosiddetti “truck”, ossia carri a 4 posti che viaggiano su rotaie dissestate in mezzo alla vegetazione trainati da un cavallo. Con MXN$ 150 / 4 pp. ci propongono di fare 3 fermate in corrispondenza dei “cenotes” più famosi. Questi “cenotes” sono caratteristiche grotte sotterranee dove si sono formate profonde piscine naturali di acqua dolce e salata in cui si può far il bagno e tuffarsi dalle rocce. Gli studiosi sostengono che la creazione di questi “cenotes” sia dovuta alla caduta di un meteorite all’altezza della Penisola dello Yucatan milioni di anni fa, le cui acque meteoritiche, filtrando nel terreno calcareo della penisola, hanno donato allo Yucatan la sua caratteristica conformazione porosa creando un gran numero di grotte sotterranee; alcune delle caverne formatesi sono poi crollate dando luogo ai “cenotes”.

Il truck si ferma mezzora in corrispondenza di ogni grotta e l’escursione dura in tutto 2 ore e mezza. Spesso la discesa nei “cenotes” richiede di calarsi da scalette di legno piuttosto scivolose e non troppo stabili, ma una volta raggiunto il fondo si gode di uno spettacolo unico: queste piscine dall’acqua azzurra e verde nella penombra sono spettacolari e rinfrescanti. In molti “cenotes” sono stati ritrovati scheletri e teschi umani poiché queste grotte all’aperto vennero usate dai Maya come fosse comuni. A pensarci non ci si tufferebbe ma pian piano vien quasi la voglia di sbirciare i fondali; tuttavia è molto buio e bisognerebbe munirsi dell’attrezzatura necessaria. Dopo aver visitato l’ultimo cenote torniamo col “truck”, trainato da un cavallo malandato e sanguinante su un fianco, al punto di partenza dove ci aspettano i ragazzini da cui eravamo circondati appena scesi dal pullman. Per MXN$ 20 / coppia ci riportano nel centro di Cuzama dove, fortunati noi, riusciamo a salire su un bus “collettivo” che per soli MXN$ 14 ci riporta a Merida senza farci aspettare 45 minuti per il bus normale. In poco meno di un’ora raggiungiamo Merida. Pranziamo sul collettivo con panini farciti di “queso” (formaggio in spagnolo). Lo zoo è troppo lontano dalla fermata a cui scendiamo e siamo troppo stanchi per camminare fin là, quindi facciamo un giro per i negozietti. Andiamo anche al “Mercado Lucas de Golvez” dove compriamo 1 pollo arrosto, insalata, cipolla e pomodori per pochissimi pesos (MXN$ 60). Prendiamo anche dell’uva e una piña o ananas (MXN$ 19 $). Dopo un’ora torniamo all’ostello “Nomadas”. Facciamo una doccia e prepariamo da mangiare una insalata di pollo molto gustosa. Non abbiamo comprato l’acqua, ma all’hostal si possono riempire le bottiglie per MXN$ 2 / litro.

Poiché non siamo del tutto stanchi e non abbiamo fatto tardi, ci godiamo un bel giro notturno per il centro. Nello zocalo, la piazza principale, assistiamo allo spettacolo di due simpatici clown. Poi ci incamminiamo in direzione dell’ostello alla ricerca di un bar. Ci fermiamo in una cioccolateria dove facciamo alcuni assaggi e compriamo 2 cioccolate fredde alla cannella e 2 al caffè squisite (MXN$ 25 / cad.). Senza ulteriori ricerche torniamo poi dritti all’hostal per addormentarci in pochi minuti.

Merida – Playa San Crisanto – Merida – 9.08

Ci svegliamo alle h 8 riposati e pronti per una gita al mare. Facciamo colazione all’hostal e poi ci incamminiamo verso la stazione dei bus con una sosta al market per comprare il necessario per fare un pranzo al sacco (MXN$ 35: jamon de pavo, queso, 2,5 l d’acqua). Andiamo poi a un vicino panificio (MXN$ 10: 4 panini). In stazione prendiamo i biglietti da Merida a San Crisanto (MXN$ 31 / cad. con partenza alle h 10:15), spiaggia consigliata dalla ragazza con cui avevamo condiviso il taxi da El Panchan alla stazione di Palenque. Dopo due ore circa di viaggio, osservando dal finestrino prima una laguna, poi le villette sulla spiaggia e immense coltivazioni di palme da cocco, arriviamo nel centro del piccolo paese di San Crisanto. È semi deserto. Raggiungiamo la spiaggia a due passi dal centro: il bagno asciuga è pieno di alghe, ma il mare è turchese e l’acqua è calda. Troviamo riparo sotto alcune palme da cocco dopo una breve passeggiata sulla spiaggia per evitare di stendere i teli da mare sulle alghe. Raccogliamo qualche cocco e con l’aiuto di alcune pietre li apriamo e ce li gustiamo allegramente. Dopo un bagnetto nel mare azzurrissimo e un po’ di giocoleria con le noci di cocco decidiamo di tornare in centro paese e prendere il bus delle h 16.10. Paghiamo MXN$ 30 $ / cad. direttamente all’autista. Arrivati a Merida andiamo al supermarket (MXN$ 182: 3 confezioni di lechuga, 4 banane, 8 tomates, 10 chuletas [costolette], queso, repuesto [salame, non molto gustoso], 1 quaderno, 12 cerveza Superior). Nel tornare al “Nomadas” la donna del gruppo trova finalmente un paio di infradito (MXN$ 120) dopo aver rotto le sue durante il viaggio. Compriamo anche 2 mazzi di carte da scopa (MXN$ 24) poiché quelle portate dall’Italia ci hanno ormai abbandonato. Dopo una doccia cuciniamo la carne con contorno di insalata e pomodori. Po usciamo a comprare 3 palline da giocoliere (MXN$ 30), ispirati dai giochi con le noci di cocco del mattino. Torniamo al “Nomadas” e pieni di sonno ci infiliamo a letto.

Merida – 10.08

Siamo in piedi per le h 8.30 e in ritardo per unirci alla visita organizzata della città che partiva alle h 9 dallo zocalo. Decidiamo così di passare una giornata in pieno relax. Dopo la solita colazione ci prepariamo con calma e ci dirigiamo verso lo zoo della città, il quale si trova a una dozzina di isolati (in spagnolo “quadras”) dal nostro ostello. Ci si arriva in un quarto d’ora a piedi. Il parco è grande: c’è un piccolo acquario, uno “skater park” e alcune attrazioni per i bambini, ma lo zoo è la parte più interessante. Non avremmo mai pensato di poter trovare così tanti tipi di animali : tigri, leoni, giraffe, zebre, puma, leopardi, tucani, scimmie, ippopotami, coccodrilli, civette, scimmie e così via. Usciamo dal parco e prendiamo un bus per il centro (MXN$ 5 / cad.). Ci fermiamo a un supermarket (MXN$ 105: tomates, queso de Oaxaca, funghi champinions, pasta, atun [tonno], jugo de piña).

Al ritorno all’hostal ci cuciniamo una gustosa pasta fredda e poi ci gustiamo una famosa siesta messicana fino alle h 15.30. Riusciamo a capire solo ora l’utilità della siesta: il caldo e l’umidità opprimenti non permettono al corpo di fare grandi sforzi fisici durante le ore più insopportabili della giornata, subito dopo pranzo. Dopo il riposino andiamo a vedere gli “Champs Elisèes” di Merida, da noi così soprannominati poiché si tratta di un viale alberato tenuto bene in mezzo alla città. Poi facciamo di nuovo tappa al supermarket per comprare da mangiare per la sera (MXN$ 271: 1 kg pasta, 3 l acqua, camarones medi, Calafia e Valle [2 vini bianchi], 5 zucchine, pane). Cuciniamo una cenetta per noi e per la coppietta di inglesi che, per strane coincidenze, abbiamo incontrato anche qui dopo aver cenato assieme a El Panchan. Dopo mangiato ci concediamo una doccia rinfrescante e ci prepariamo per un’uscita notturna quando purtroppo si mette a piovere. Tutti si rifugiano in cucina, quindi diventa impossibile cucinare fino alle h 21. Allestiamo nel frattempo 2 tavoli sotto un portico e cuciniamo una pasta, alternandoci agli altri cuochi improvvisati dell’ostello. Quando finiscono sia il vino che la birra, decidiamo di uscire in compagna dei due inglesi e di una australiana che si unisce a noi. Entriamo in 2/3 bar in centro senza sostarci finchè decidiamo di fermarci a “La Parranda centro” dove sorseggiamo dei cocktail molto buoni, serviti con giochi di fiamma. I baristi ci concedono di indossare i cappelli tipici e imbracciare un fucile appeso al muro in esposizione per scattare qualche foto ricordo. Il conto di fine serata è un po’ salato : MXN$ 725 $ in 7 persone e una mancia di MXN$ 108, ma ci siamo proprio divertiti e possiamo andare a dormire allegri al nostro ostello.

Merida – La Paz – 11.08

Sveglia alle h7.30 con un leggero mal di testa! Fortunatamente non dura molto. Solita colazione, poi prepariamo gli zaini e via di nuovo! Qualche centinaia di metri a piedi, poi prendiamo il bus fino all’aeroporto (5 $ cad.). Abbiamo un po’ di tempo: andiamo in bagno e ci fermiamo in un bar dentro all’aeroporto. Finalmente ci imbarchiamo. L’aereo non è molto grande ed è semi vuoto. Partiamo alle 12.10 e facciamo scalo a Ciudad del Carmen ( h 12.55) dove l’aereo si riempie di gente. Ripartiamo e arriviamo a Mexico D.F. alle 15.10. abbiamo poco tempo ma riusciamo a mangiare al volo al SubWay ( 2 mezzi panini, 2 panini interi, 1 acqua, 1 coca, 1 aranciata = 308 $). Ripartiamo alle h16: 2 ore di volo e arriviamo a La Paz alle h17 perché bisogna tirar indietro di un’ora gli orologi. Prendiamo un taxi ( 275 $) che ci porta in centro. Il paesaggio è praticamente desertico per chilometri fuori dalla città e fa caldo, ma è molto secco. A La Paz giriamo per più di un’ora con gli zaini in spalla alla ricerca di un hotel decente ma “barato”. Troviamo un vecchietta americana molto gentile e simpatica che gestisce il “Florence B&B” ( troppo salato per noi) e così ci consiglia il “Baja Bed & Breakfast”. La nonnetta si rivela una fonte affidabile: il posto è una casa molto grande con delle camere confortevoli con aria condizionata e una piscinetta molto carina affiancata da una jacuzzi ancora in costruzione ( peccato!). 350 $ a notte: non ci pensiamo 2 volte! Lasciamo gli zaini nelle 2 doppie e ci tuffiamo in piscina. Dopodiché doccia e spesa in un supermarket 2 “quadri” o blocchi (dall’americano “blocks”) più lontano. Compriamo tutto per cena, colazione e pranzo al sacco per la gita di domani (cipolla, succo alla pesca, tomates, 1,8 litro d latte, 500g di pasta, 2 panini, corn flave, 2 l di cocacola, 1 scatola di tovaglioli, prosciutto, olive, formaggio, 3 bottiglie di acqua, 8 pesche, 6 birre Monteso Superior = 288, 77 $). Torniamo al Baja B&B e ci cuciniamo una pasta con cipolle, olive e pomodori. Verso le h23 andiamo a letto e ce la cozziamo allegramente.

La Paz – 12.08

Sveglia alle h8.30 e colazione a base di cereali e latte. Verso le h9.30 siamo pronti per partire dopo una breve scappatella al supermarket per comprare pane e acqua. Mentre Antonio, il 23enne titolare del B&B, va a recuperare l’imbarcazione, noi raggiungiamo il molo con Carlos, cugino dalla ragazza di Antonio, e 2 americani, Max e Clara, perennemente annebbiati dai fumi dell’alcool. Verso le h10.45 lasciamo il molo di La Paz verso Isla Espirito Santo. Dopo un’ora di navigazione passato a goderci il sole della Baja California e l’acqua cristallina del mare arriviamo a destinazione. Lo spettacolo è unico: sotto il sole cocente, incuranti dei turisti, sonnecchiano sugli scogli decine di leoni marini. In tempo zero ci tuffiamo nel mare, armati di maschera e pinne: l’emozione di nuotare fianco a fianco a questi enormi animali è indescrivibile. Trascorriamo circa 20 minuti in acqua, dopodiché diamo il cambio alla coppietta di americani. In barca ci rilassiamo, mangiamo panini e ci gustiamo una birra. Verso le h13 ripartiamo e ci fermiamo poco dopo a una playa da 480 $US a notte per dormire in una tenda dell’OBI, il nome dell’accampamento super costoso; qui troviamo rinfresco presso un pozzo di acqua dolce. Ripartiamo, ma dopo poco tempo la benzina finisce, la barca si ferma ed incomincia a imbarcare acqua. Niente di grave: è solo il tappo della barca che si è staccato. Svuotiamo la barca dall’acqua grazie a un lavoro di squadra ma non finisce qui: il motore non riparte. Dopo minuti di tentennamenti riusciamo finalmente a ripartire. Raggiungiamo un’altra playa dove Antonio ci insegna a prendere le alamejas che mangiamo crude condite con limone e sale: sono molto buone! Ritorniamo al molo da dove raggiungiamo il B&B per un tuffo in piscina. Doccia e breve escursione per le vie di La Paz, ma essendo domenica è tutto chiuso! Dopodiché consueta tappa al supermarket ( lechuga, lime, tomates, uva, aceite de oliva, gomme, bistecche, shampoo Fructis, 4 bottiglie d’acqua, 6 cerveza Corona extra = 231,29 $). Torniamo a casina e prepariamo una cenetta a base di carne con contorno di insalata e pomodori, uva e cerveza. Bocciamo l’idea di una serata a La Paz. La stanchezza non tarda a farsi sentire e ci addormentiamo cullati dall’inizio di una leggera pioggerella.

La Paz – 13.08

Sveglia alle h8.30 e solita colazione con cereali e latte. Mentre due componenti del gruppo portano la massa di vestiti sporchi a lavare presso una lavanderia della città, gli altri due vanno al supermarket (prosciutto, bologna, formaggio, piadine di farina, maionese, latte, cereali = 137 $). Una volta riuniti, ci dirigiamo alla stazione dei bus e compriamo 4 biglietti per Playa Tecolote. Partenza alle h10: 30 minuti di viaggio e arriviamo a destinazione. Playa Tecolote non ci soddisfa molto, è piena di alghe e ci sono troppi sassi. Dopo un breve giro per chiedere informazioni decidiamo di recarci a Playa Balandra che dista 3 km da Playa Tecolote. Fortunatamente troviamo un passaggio in un furgone pieno di mosche. Dopo qualche minuto a piedi arriviamo alla spiaggia Balandra: l’acqua è cristallina e un po’ fredda e il fondale è per lo più sabbioso con tanti piccoli pesci. Si può attraversare la baia a piedi e ci concediamo frequenti passeggiate nell’acqua rinfrescante perché fa veramente molto caldo. Incontriamo un po’ di gente italiana, fra cui due ragazze regalano a uno di noi una maschera mentre cercano di vendere due cannabis a un terzo. Verso mezzogiorno mangiamo al sacco e peschiamo alcune alamejas che cucineremo per cena.

Alle h16.30 andiamo alla fermata convinti di prendere il bus di quell’ora ma non passa e siamo quindi costretti ad aspettare fino alle h17.30. Ritorno al B&B Baja, tuffo in piscina, doccia e ritiro della biancheria pulita (80 $US). Antonio, il proprietario del B&B, si offre di accompagnarci in 3 supermarket per trovare un bel pesce da cucinare ( pesce pargo, origano, olio, succo all’arancia, birre, aglio, lattuga, prugne, pesche, pomodori, pomodorini , panini= 286,28 $). Mentre Antonio con il cugino Carlos e la fidanzata si concedono una grigliata di pollo e carne ai bordi della piscina (che assaggiamo leccandoci i baffi), lo chef del gruppo si destreggia ai fornelli e ci prepara una deliziosa cenetta di pesce. Soddisfatti e rimpinzati decidiamo di dedicarci a La Paz by night. Visto che è lunedì troviamo per le strade solo i soliti tamarri con delle jeep enormi e la musica a tutto volume. Dopo qualche foto alle statue sul lungomare e qualche caduta allo skate park, ritorno alla base. Andiamo subito a letto cotti dal sole.

La Paz – Mulegè – 14.08

Sveglia presto, colazione e missione noleggio auto per arrivare più agevolmente alle spiaggie. Mentre confrontiamo i prezzi di tutti i noleggio auto visitati, preleviamo molti soldi anche se scopriremo che non ci serviranno poiché la macchina si paga alla consegna. Optiamo per una Nissan pick-up; per affittare una macchina serve solo la patente normale più una somma da 50 a 200 $ per giorno se il conducente è minore di 25 anni: prezzo finale di 4826, 28 $US. Ci consegneranno la macchina verso le h14, quindi decidiamo di pranzare con una bella insalatina e di preparare i bagagli. Dopo un saluto veloce ad Antonio, el “dueño” del B&B, partiamo zaini in spalla alla volta di Mulegè. Imbocchiamo la Mex1: il viaggio sarà lungo, spezzato da una sosta all’autogrill, per far benzina (190 $, mezzo pieno con la Premium) e cibarsi ( acqua, snickers e patatine = 30 $ ), e da due posti di blocco ai quali ci fanno scendere e controllano zaini e marsupi e sedili facendo varie domande ( da dove veniamo, motivo del soggiorno, cosa facciamo, chi siamo, droga, armi…). Nonostante i piccoli inconvenienti il paesaggio brullo punteggiato di cactus ci fa dimenticare le 6 ore di viaggio, allietate dalla musica fai da te, ossa da più o meno un’ora di canto perché la radio non era inclusa nel prezzo. Arriviamo a Mulegè ormai alle h21 di sera e, ben poco aiutati dalla fioca luce dei lampioni e delle insegne, troviamo l’hotel “las Casitas” che ci avevano consigliato. Purtroppo è al completo, per cui optiamo per il vicino hotel “Hacienda” dove troviamo una camera da 4 abbastanza spartana per 400 $ che ha piscina e parcheggio. Non potevamo chiedere di meglio vista l’ora a cui siamo arrivati. Scaricati i bagagli ci dirigiamo al ristorante de “Las Casitas” dove ceniamo con 2 tacos di pescado, 1 tacos di carne e torta di pollo + bibite varie ( 390 $). Soddisfatti e stanchi chiediamo la cuenta, ossia il conto, quand’ecco che si avvicina un anziano piuttosto ubriaco che sostiene di essere Bill Gutierrez e di lavorare per una catena di alberghi che si trovano in tutto il mondo. Parla un misto di inglese e spagnolo e capiamo solo la metà di quello che dice. Anche quando ci incamminiamo esausti all’albergo ci insegue e ci presenta degli altri italiani che stanno all’”Hacienda”, anch’essi vittime di Bill la sera precedente. Bill ci porta in una sala semibuia e cerca di far luce col flash della macchina fotografica per mostrarci l’interno della sala che secondo lui assomiglierebbe a un teatro antico di Madrid, ma neanche la sua macchina fotografica è più in grado di scattare foto. Lo convinciamo a rinunciarci e finalmente ci abbandona. Appena tocchiamo il letto ci addormentiamo con la frescura del condizionatore che si spegne da solo simpaticamente nella notte, facendoci svegliare tutti sudati.

Mulegè ( Playa Naranja) – 15.08

Ci svegliamo tutti sudaticci, per questo testiamo subito la piscina dell’albergo verso le h8 di mattina. “Desayuniamo” sempre a “Las Casitas” ma il servizio è veramente molto lento. Mangiamo 2 pancakes, 1 pan tostado, 1 caffèlatte, 1 chocomilk, 1 leche, 1 jugo ( 180 $). Nel frattempo decidiamo di spostarci in spiaggia dopo una veloce spesa al supermarket per prepararci i soliti panini da mangiare al sacco in spiaggia (prosciutto d pavo, queso, tortillas rigorosamente di farina = 116 $). Partiamo alla ricerca di un luogo incontaminato e abbandonato dai turisti ma la prima strada sterrata che imbocchiamo si rivela un’impresa troppo complicata per il nostro povero pick up. Alla seconda invece ci va di lusso. Sulla spiaggia che raggiungiamo incontriamo un quartetto di Milano che ci offre della limonata e ci dice che si può dormire nei bungalow sulla spiaggia ( loro ci rinunciano in quanto piuttosto non all’altezza dei loro standard) ma noi non ci facciamo sfuggire l’ebbrezza di passare una notte sulla spiaggia Naranjas in una casettina spaziosa con fornello e bagno per 300 $. Torniamo a Mulegè città per prendere gli zaini e fare gli ultimi acquisti: creme solari (170 $), acqua e ghiaccio (26 $) e camarones, birra e aglio (181 $). Sistemati nella nostra nuova casa ci concediamo un lauto pasto ( camarones, tortillas con prosciutto e formaggio) e testiamo i fondali. Niente di speciale per far snorkeling ma la vista dalla nostra finestra sulla baia è fantastica. Nel pomeriggio inoltrato passeggiamo lungo la costa e notiamo che la maggior parte delle “palapas” sulla spiaggia sono disabitate. Fa molto caldo, così al ritorno ci concediamo un tuffetto per rinfrescarsi. Ma la sfortuna colpisce disgraziatamente la donna del gruppo, procurandole sofferenza per almeno 3 ore consecutive. Una tracina o pesce racno, ossia un pesce che si mimetizza sotto la sabbia, lasciando liberi solo gli occhi e le spine velenifere, ha deciso d prendersela con la malcapitata. Alla ricerca del pesce colpevole gli uomini cacciano nel mare e riescono a infilzare una tracina che si porta a spasso il coltello e che alla fine riesce a liberarsene, sfuggendo dalle loro grinfie. Dopo la nuotata in mare ci dedichiamo alle solite partite a carte e ad una bella doccia per poi partire alla ricerca di un ristorante dove mettere qualcosa sotto i denti. Ormai è buio pesto e non ci spingiamo fino alla cittadina. Preferiamo fermarci al ristorante “Palala” a metà strada tra Mulegè e Playa Naranja. Mangiamo bene e abbondantemente per 385 $ ( tacos di pescado, ensalada de atun, milanesa, pollo fritto + bebidas + Disaronno e tequila). Torniamo al bungalow, con sosta per acqua, ghiaccio e birra (100 $) e ci godiamo il cielo stellato, via lattea compresa, con lampi a sinistra ed “estrellas fugaces” (stelle cadenti) un po’ ovunque. Assonati raggiungiamo i nostri lettini per assaporarci il meritato riposo.

Mulegè ( Playa Naranja) – 16.08

Sveglia alla mattina presto, verso le h7, per colpa della luce del sole che si infiltra nel piccolo bungalow. Dopo una lauta colazione al ristorante della spiaggia ( 2 hotcakes, 1 quessadilla, 1 caffè con latte, 1 chokomilk, 2 jugos de naranja, 1 latte freddo = 225 $) prendiamo la macchina, effettuiamo una breve sosta in città per fare rifornimento di cibo e bevande ( prosciutto, formaggio, acqua, ghiaccio, tortilla) e quindi ripartiamo alla scoperta delle spiagge verso nord. Dopo un paio d’ore di ricerche e soste in spiagge che non ci soddisfano risaliamo una strada sterrata che ci porta in cima ad un colle da dove godiamo di un panorama fantastico, scorgendo in lontananza dei delfini. Dopodiché decidiamo di tornare a Playa Illusion che si trova di fianco a Playa Naranja. Parcheggiamo il pick up e ci sistemiamo sulla spiaggia vicino ad una casa privata dove mettiamo all’ombra il cibo. Il caldo insopportabile ci costringe ad entrare subito in acqua. Il fondale sabbioso nasconde una miriade di alamejas, di cui facciamo scorta per la sera. Pranziamo sotto il sole cocente con le piadine home-made e dopo una lunga passeggiata decidiamo di fare un salto a Playa Escondida dove si paga per parcheggiare (50 $). Su questa spiaggia carina ci sono delle cabañas alla cui ombra ci si può ristorare e i fondali vicino alla costa rocciosa non sono per niente male. Al ritorno a Playa Naranja sostiamo al bar della nostra spiaggia per una limonata (55 $). Verso le h19 facciamo una doccia nella nostra cabaña e sistemiamo frigo e padelle. Dopo una breve spesa in città (pasta, piatti, forchette, pomodori, birre, pane, piadine, acqua, ghiaccio), iniziamo a cucinare e per le h21.30 la cena a base di alamejas pescate nel pomeriggio è pronta. Dopo esserci rimpinzati ci addormentiamo esausti verso le h23.

Loreto – 17.08

Anche questa mattina ci svegliamo presto, questa volta per colpa delle mosche che sono state attirate dai resti della cena del giorno prima. Colazione all’unico ristorante della spiaggia e ritorno alla cabaña dove prepariamo gli zaini per partire per Loreto. Arriviamo in questa città per le h10.30, facciamo benzina (250 $) e ci spingiamo un po’ più a sud sulla costa alla ricerca di una cabaña. Visto che non ne troviamo, ritorniamo in centro città per cercare un hotel. Dopo i soliti tentativi troviamo un hotel gestito da un’amabile vecchietta americana , “La Daniana Inn”. Per 600 $ abbiamo una camera per 4 molto accogliente e una cucina in comune che verrà utilizzata solo da noi per tutta la nostra permanenza. Ci sistemiamo e andiamo a far la solita spesa (cereali, latte, carne impannata, pomodori, zucchine, cipolla, pane, uova, sale, pepe, prugne, succo alla pesca, birre, acqua, formaggio = 380 $). Torniamo al “Damiana Inn” e cuciniamo la carne. Dopo mangiato ci spostiamo a playa Juncalito, denominata da noi “Playa Basura” per l’immondizia nel parcheggio. La spiaggia comunque non è male e decidiamo di spostarci in macchina fino in fondo, ma inevitabilmente ci insabbiamo e un messicano ci aiuta ad uscirne. Lasciamo per questo la macchina al sicuro sulla terra battuta e ci accampiamo di fronte al nostro pick up. Passiamo il pomeriggio a giocare con una pallina in mare il cui fondale è molto basso anche al largo. Torniamo a casa verso sera e dopo doccia, partitella a carte e cena a base di uova decidiamo di uscire. Purtroppo il lungo mare è pieno dei soliti tamarri che percorrono la strada che costeggia il mare in macchina con musica a tutto volume. Decidiamo di fermarci a bere qualcosa in un bar (3 cuba e 2 piña colada = 225 $). Dopo qualche ora siamo veramente stanchi e decidiamo di rinunciare ad andare al “Black & White”, locale di tendenza della zona. A mezzanotte siamo tutti nei nostri lettini.

Loreto – 18.08

Sveglia alle h9, colazione con cereali e latte e una tazza di caffè offerta gentilmente dall’anziana proprietaria dell’hotel che ci raccomanda “ Playa Ensenada Blanca”, meta già inclusa nel nostro programma. Alle h10.30 andiamo a “ El Pescador”, il supermercato della città (pan blanco, acqua, prugne, ghiaccio, jamon de pavo, queso mortalena = 118,54 $). Poi raggiungiamo Playa Ensenada Blanca in circa mezzora. Non è una brutta spiaggia ma è nuvoloso e il mare è un po’ mosso. Inoltre spira un forte vento. Per questi motivi sostiamo poco più di un’ora in spiaggia prima di tornare al “Damiana Inn” dove pranziamo con quessadillas, panini e piadine. Ci dedichiamo ad una pennichella e qualche partita a carte mentre fuori minaccia pioggia ma…appena vediamo un raggio di sole ci catapultiamo fuori per rischiare di andare alla playa più vicina, quella dell’”Inn at loreto bay”, veramente bruttina. In più le nuvole minacciose tingono di nero il cielo, così torniamo di nuovo a Loreto. Andiamo al supermarket Pescador (cereali, pomodori, pancetta, tagliolini Buitoni, 1 quaderno, jugo de uva, cerveza Tecate, platanos = 226 $) e successivamente ci infiliamo nel primo internet point ma dopo un quarto d’ora di tentativi usciamo perché la connessione internet non funziona; per fortuna non ci fanno pagare. Torniamo a casa dove la graziosa nonnetta ci consiglia un altro internet point. Lì trascorriamo circa 2 ore a scrivere resoconti, guardare la posta su internet e scaricare le foto su una chiavetta USB (per soli 10 $). Al ritorno in hotel paghiamo la seconda notte (600 $) e ci alterniamo tra doccia, partita a carte e preparazione della cena: pasta all’amatriciana. Anche questa sera abbiamo piuttosto sonno e salta così l’uscita del sabato sera. Per mezzanotte tutti a letto.

Loreto – La Paz – 19.08

Sveglia alle h8.30 sorpresi dal brutto tempo. Ha incominciato a piovere molto forte. Facciamo colazione con latte e cereali e, sperando che nel frattempo smetta di piovere, prepariamo gli zaini. Purtroppo la padrona dell’Inn ci riferisce che la Mex1 è abbastanza pericolosa quando piove perché si allaga in diversi punti. Anche se continua a piovere decidiamo di muoverci dopo una bella foto con la proprietaria Debora e il suo cane Isabel. Partiamo alla volta di La Paz, visto che continua a piovere e non vi sono tappe intermedie da Loreto a La Paz perché la Mex1 corre nell’entroterra. Facciamo benzina (216 $) e poi imbocchiamo la Mex1 raggiungendo Ciudad Constitution, dove smette di piovere finalmente e facciamo un altro pieno (101 $). Compriamo anche qualcosa da mangiare (patatine, salatini, 2 pacchetti di biscotti = 47 $). Dopo 4 ore circa arriviamo a La Paz e decidiamo di tornare al “Baja B&B”. Ci apre la porta la madre di Antonio che non c’è perché è partito per San Francisco con la sua novia (fidanzata) e Carlos. La madre ci propone dei prezzi (440 $, senza desayun, e 450 $, con desayuno, per una doppia) nonostante avessimo pagato meno la volta precedente. Così, contrattando, riusciamo a raggiungere 350 $ per una doppia senza colazione, lo stesso prezzo che ci faceva Antonio. Prendiamo possesso delle camere e decidiamo di far un giro per i negozietti di La Paz, non capendo perché una domenica fa erano tutti chiusi. Non troviamo niente di interessante, così torniamo al B&B e ci facciamo un tuffo in piscina. Andiamo al solito supermarket (aceite de oliva, sal, leche, mantequilla, Pan blanco Bimbo, cornflakes, 2 marmeladas, 1 l di cocacola, cervezas Modelo, 1 Ron Bacardi = 242 $ + 10 $ di mancia al ragazzo che imbusta la spesa). Dopo la doccia non abbiamo voglia di cucinare, quindi usciamo dopo un piccolo aperitivo fai da te ai bordi della piscina. Ceniamo in un ristorantino un po’ spartano (fonduta di queso e champignons, chef ensalada, tacos de res, tecos con huevo, agua, coke, 4 cerveza = 366 $). La donna del gruppo vede poi una gelateria di fianco al ristorante, chiamata “Romeo e Giulietta”, e si fa tentare da un gelato cocco e pistacchio (17 $). Attaccando bottone con alcuni italiani seduti fuori dalla gelateria che scopriamo essere i proprietari della gelateria, veniamo a sapere che essi vivono a La Paz da 6 anni. Il loro gelato è proprio come quello in Italia! Dopo la chiaccherata andiamo in cerca di un locale e troviamo “ La casa de Villa”, un bel bar su un terrazzo vista “malecon”(il lungomare in messicano) con una rock band che suona dal vivo, intervallata da una Mtv messicana con pazzi furiosi che cantano. Prendiamo un Miami Vice, 1 kalhua, 3 White Mary, 2 cuba ( 321 $). Poi ci spostiamo a “Las Varitas Rock”, un locale con la segatura per terra che fa scivolare quando si balla. Dopo le canzoni di un gruppo messicano, il dj incomincia a suonare musica da discoteca e così incominciamo a ballare nonostante i messicani non si buttino ancora in pista . Torniamo a casa piuttosto tardi.

La Paz – 20.08

Ci svegliamo tardi a causa dell’allegra serata del giorno prima. Dopo la solita colazione andiamo al supermarket (patatine Sabritas, agua, rolitos = 46 $). Decidiamo di provare a raggiungere Playa Tecolote e cerchiamo di spingerci oltre verso Playa Coyote, ma la strada è troppo sabbiosa per il nostro pick up e così optiamo sul sicuro, Playa Balandra, la nostra spiaggia preferita nei dintorni di La Paz. Dopo un po’ di sole e di bagni rigeneranti, attacchiamo bottone con 4 simpatici milanesi, in realtà 3 fratelli di origine olandese (Diderik, Elisa, Marco) e il loro amico Jeffry, con cui andiamo a mangiare alla Playa Tecolote, unica spiaggia nelle vicinanze dove ci trovano 3 ristoranti. Scegliamo il più economico, “La Concha”, e pranziamo per le h15.30 (pulpo empanizado, tacos de pescado, 1 jarra de naranjas, 3 coke e 1 sprite = 429 $), api e mosche incluse nella comida. Ritorniamo soddisfatti alla Balandra e mentre gli uomini si dedicano a una partita di calcio-beach, Silvia, Elisa e Jeffry si rinfrescano nella distesa di acqua azzurrissima che arriva alla ginocchia fino a 100 metri dalla riva. Poi tutti assieme rimaniamo a mollo nell’acqua calda a guardare il tramonto stupendo, tra pesci palla e pellicani. Insieme ai nostri nuovi amici torniamo al B&B per le h20.30 circa. Facciamo a turno la doccia mentre si decide insieme al quartetto sul da farsi. Non rischiamo a mangiare al B&B tutti assieme perché non abbiamo avvertito la dueña della presenza di altre persone, per cui ci lanciamo alla ricerca di un ristorante barato sul malecon. Grazie ad Elisa riusciamo a farci dare un passaggio su un pick up in 10 persone fino a una taqueria frequentata solo da messicani e alla mano, proprio per questo molto economica. Ceniamo alle h22.30 con 2 chili di carne asada de res e tortillas e vari contorni per 270 $ in 4 : buono il prezzo e il cibo! Ritorniamo al B&B, salutiamo e ringraziamo per la compagnia il gruppetto milanese che viaggerà tutta la notte in macchina fino a Mulegè. Noi invece ci stendiamo sui nostri comodi materassi, un po’ rattristati dal fatto che questa sarà la nostra ultima notte a La Paz.

Topolobambo – 21.08

Sveglia alle h6.00. Non vogliamo perderci l’ultimo giorno di mare. È ancora buio e facciamo colazione sotto le stelle, poi partiamo tutti di fretta e imbocchiamo la strada per Playa Balandra. Nel tragitto ci fermiamo al porto per comprare i biglietti della Baja Ferry, traghetto da La Paz a Topolobambo (710 $). Sulla spiaggia troviamo solo una coppietta accampata in tenda che antipaticamente svegliamo con le nostre urla. Ci godiamo l’alba, stuzzicati dal freddo del mattino presto. Torniamo al B&B per le h10.15 e andiamo a far la spesa (4 panini, 2 cocacole, 1 succo banana e fragola, 1 acqua = 42,40 $). Prepariamo gli zaini e via per una nuova avventura! Facciamo benzina per 260 $ poiché la macchina va riconsegnata col pieno, poi andiamo a prelevare. Mentre due di noi attendono alla stazione dei bus con tutti gli zaini, gli altri due consegnano la macchina e pagano (4826 $). Prendiamo il bus alle h12 (13$ cadauno). Al porto aspettiamo fino alle h14.00 prima di imbarcarci. Alle h14.30 mangiamo sul traghetto un piatto di zuppa, fagioli e riso (pranzo incluso nel biglietto). Poi ci dividiamo: due di noi rimangono all’interno a guardare i Transformers alla tv mentre gli altri prendono il sole sul ponte del traghetto che parte puntuale alle h15. Sul ponte fa troppo caldo e non resistiamo più di 2 ore, il tempo per bruciacchiarci un po’. Ci spostiamo così ai tavolini del ristorante, dove ceniamo con 2 clubsandwich e una torta (150 $). Usciamo poi sul ponte a goderci il tramonto e per le h21.00 attracchiamo al porto di Topolobambo. Decidiamo che è troppo tardi per spostarci fino a Los Mochis, così prendiamo un taxi (40 $) e andiamo all’unico hotel di Topolobambo, “Hotel La Marina” (470 $ per 4 persone). Stanchi per il viaggio crolliamo in un sonno pesante.

Topolobambo – Los Mochis – 22.08

Due di noi si svegliano presto per le h7.30 e fanno un giro per il paese. Si informano su un’escursione in barca nella baia per vedere i delfini e, tornati all’hotel, svegliano il resto del gruppo. Tutti assieme facciamo colazione in hotel (1 homelette con queso, una con queso e champignons, 2 caffè con leche, 2 pan tostado, 1 limonata, 1 frullato di banana = 170 $ ). Poi raggiungiamo il molo dove ci aspetta il conduttore del motoscafo che ci fa salire su una “lancia” poco curata. Ci dice che nella baia vivono circa 150 delfini e infatti, una volta vicini alla costa più selvaggia del porto, avvistiamo i primi. Viaggiano in branchi di 5-6 individui e si muovono praticamente in maniera sincronizzata. È bellissimo quando si avvicinano alla barca e salgono in superficie sbuffando per respirare. Inseguiamo i branchi per circa un’ora, poi torniamo al molo e paghiamo soddisfatti il capitano (300 $). Dopo il ritorno in hotel ripartiamo nuovamente, dirigendoci alla vicina stazione dei bus con i pesanti zaini, dove compriamo un gallone d’acqua (10 $). Prendiamo il primo bus diretto a Los Mochis. Questa cittadina non è molto interessante, per cui ci dedichiamo solo alla ricerca di un hotel che troviamo di fronte all’hotel “Fenix”, molto più caro del “Montecarlo” (450 $ per 4). Successivamente andiamo in una polleria con forno a legna dove prendiamo un pacchetto take-away con 2 polli, cipolle, salse, verdura, 2 litri di cocacola e tortillas (170 $) che mangiamo in stanza anche se probabilmente non è concesso. Dopo pranzo ci godiamo una siesta con partita a carte. Poi usciamo a far un giro per il centro e per i negozietti. Scorgiamo la fontana che commemora un’inondazione avvenuta in passato in città e al ritorno decidiamo di sorseggiare una limonata al bar “Montecarlo” dell’omonimo hotel, ma scopriamo amareggiati che vendono solo birra o super alcolici. Così prendiamo 3 corona e 2 bicchieri d’acqua (33$) mentre giochiamo a carte. Cerchiamo poi un internet point che troviamo per 8 $ /ora. Ritorniamo in seguito al “Montecarlo” e dopo una doccia mangiamo al ristorante dell’hotel (2 queso fundido, 1 queso con champignons, milanesa, 1 coke, 1 Corona, 1 limonata, 1 agua = 240 $). Infine, decidiamo di andare a letto presto poiché il giorno dopo ci aspetta una levataccia.

Los Mochis – Creel – 23.08

Sveglia alle h 4.30. Con tranquillità prepariamo gli zaini, poi usciamo e ci dirigiamo alla stazione dei bus. Decidiamo di prendere un taxi per 50$ piuttosto che aspettare mezzora il bus. In più lo facciamo fermare a un market aperto 24 ore su 24 dove prendiamo 4 cappuccini, 1 pacchetto di papas, pan blanco e 1 gallone d’acqua (100 $). Infine arriviamo in stazione. Qui alcuni poliziotti controllano minuziosamente i nostri bagagli prima di farci raggiungere la banchina d’attesa e dobbiamo abbandonare 3 birre avanzate da La Paz. Alle h 6.00 compriamo i biglietti per Creel (397 $ per 3 di noi, mentre 202 $ per il quarto che ha la carta studente). Poi alle h 6.45 saliamo sul treno e scattiamo un paio di foto all’alba.

Il treno parte alle 7 puntuale ed è molto lento nel primo pezzo. Per chilometri osserviamo fattorie e case un po’ diroccate, poi si fa sempre più spazio il verde vivo dei prati e dei boschi attraversati da numerosi fiumiciattoli. Il tratto dei canyon è molto affascinante e di tanto in tanto il treno rallenta così che si può ammirare ancor meglio il paesaggio. Al Divisadero il treno ferma un quarto d’ora, così scendiamo per avvicinarci allo strapiombo da cui scattare meravigliose fotografie del canyon. A ogni fermata il treno viene circondato da donne e bambine Tarahumara che vendono cibo e prodotti artigianali, così decidiamo di provare una gordita ( 10 $), una specie di polenta fatta a tacos, ripiena di patate, gustosissima. Pranziamo sul treno con $ 150 ( 2 instant lunch con camarones, 2 burritas, 1 torta e 3 coke). Alle 17.10 arriviamo a Creel dopo 10 ore di viaggio e passando dal livello del mare a 2300 m di altitudine. All’arrivo ci aspetta Daiana, una ragazza conosciuta a San Cristobal con cui ci eravamo messi d’accordo via e-mail di incontrarci a Creel, dove ha vissuto un anno.

Ci dirigiamo subito alla Casa Margaritas (consigliata dalla Lonely Planet e da alcuni amici) e troviamo una quadrupla, cena e colazione compresi, a 500 $ + materasso aggiunto per Tamir che abbiamo deciso di accogliere nella nostra camera. Usciamo subito a fare un giro in paese e ci informiamo sui costi delle varie escursioni. Un vecchietto dice di avere un amico che noleggia biciclette a buon prezzo e andiamo a vederle ma vuole 150 $ cad. per delle bici tutte rotte. Così torniamo al Margarita dove conosciamo 3 olandesi e ceniamo tutti assieme in 2 grandi tavolate (zuppa di fagioli e formaggio, carne, verdura, purè di patate). Poi tutti insieme decidiamo di girare un po’ in paese ma sono le 20.00 e non c’è nessuno in giro. Torniamo all’hotel, giochiamo un po’ a carte e crolliamo alle 22.

Creel – 24.08

Ci svegliamo alle 7.00 e andiamo a fare colazione seduti in tavolate con altri viaggiatori (banana, crema di avena e vaniglia, uova con sugo e quessadillas). Lasciamo i vestiti sporchi alla lavanderia dell’hotel che per 50 $ li sciacqua più che lavarli. Noleggiamo 4 bici in hotel ( 90 $ cad.), decidiamo a grandi linee il percorso da seguire e partiamo: basta qualche metro per accorgerci che tutte le bici non hanno i freni anteriori e quelli posteriori frenano pochissimo e a 2 bici non funziona il cambio. Dopo 100 metri ci fermiamo a un supermarket dove compriamo il nostro pranzo al sacco (acqua, formaggio e prosciutto: 60 $). Nel tragitto notiamo delle bici serie a 130 $ cad.. Ritorniamo al Margatita dove dopo un po’ di storie per la riconsegna giungiamo all’accordo che i 360 $ delle bici li lasciamo come anticipo per un tour di 2 giorni a Batopilas che avremmo comunque prenotato il giorno seguente. Noleggiamo le mountain bike serie e ripartiamo. Per entrare nel parco Tarahumara paghiamo 15 $ cad. Andiamo prima alla Valle delle Rane, poi alla Iglesia de San Ignacio (molto spoglia e spartana), infine giungiamo alla Valle de Los Monjes ( letteralmente “peni eretti”) dove paghiamo 10 $ all’ingresso. La particolarità di questi canyon è il paesaggio di montagna con pini, prati immensi dove pascolano mucche, cavalli e asini in libertà. Durante il tragitto vediamo uomini che arano la terra ancora a mano aiutati dai cavalli, donne che lavano i panni al fiume e bambini che pascolano le greggi e sguazzano nelle pozzanghere. Raggiungiamo poi il lago Arareko passando per i boschi, poi raggiungiamo la pietra dell’elefante e a questo punto decidiamo di proseguire per la Cascada Rukiraso. Dopo un paio di km di strada asfaltata, imbocchiamo una off road dove si rompe la catena ad una delle cibi ma per fortuna riusciamo a sistemarla in un’ora e mezza concedendoci il meritato pranzo al sacco. Dopodiché ripartiamo. La strada è tortuosa e la salita è faticosa ma ne vale la pena: la vista della cascata e dei canyon dai pericolosi punti panoramici merita. Verso le ore 16.30 ritorniamo a Creel. Riconsegniamo le bici e ci fermiamo a un’internet point, compreso nel prezzo delle bici. Torniamo alla Casa Margarita: doccia e cena con crema di fagioli, riso con peperoni, nachos e zuppa di pannocchia, zucchine, carote e carne. Paghiamo poi il tour per Batopilas all’hotel ( 500 $ meno i 360 $ delle bici). Usciamo per incontrare la sorella di una nostra amica al Best Western di Creel ma non la troviamo. Giunti infine in hotel dopo la solita partita a carte fino alle ore 22.30, stramazziamo sul letto.

Creel – Batopilas – 25.08

Sveglia alle ore 7.30 con qualche dolorino per le pedalate del giorno prima. Colazione con crema di avena e vaniglia, caffè, fagioli e uova. Torniamo in stanza e prepariamo gli zaini, pronti per partire per Batopilas. Ci ha raggiunto Daiana che si è presa qualche giorno di vacanza per stare con noi. Saliamo sulla camioneta alle ore 9.30 insieme a 3 messicani e dobbiamo aspettare per mezzora 3 ragazze italiane che hanno deciso all’ultimo di venire (Stefania, Monica e Federica). Partiamo quindi per questo lungo viaggio. La prima sosta avviene nei pressi di una roccia a forma di rana: qui inizia la Barranca del Cobre e il paesaggio toglie il fiato! La seconda sosta è ad un ponte vicino ad una cascata. Ci fermiamo poi all’incrocio dove inizia la strada sterrata lungo il Canyon della Bufa che porta a Batopilas dove c’è un “bagno” se così si può chiamare. Dopo circa un chilometro il paesaggio diventa davvero spettacolare: il canyon profondissimo è ricoperto da una folta vegetazione verde smeraldo e la strada strettissima (a volte molto pericolosa) rende il tutto più suggestivo. Le soste sono numerose per ammirare il canyon, in particolare le montagne rossiccie di terra estratte da una mina (miniera). Infine dopo 6 ore di viaggio arriviamo all’hotel Margarita di Batopilas, affiliato alla Casa Margarita di Creel. L’autista ci riserva un trattamento di favore e ci da una camera da 3 e un’altra da 2 al prezzo di 500 $. Mezzora per sistemarci e ripartiamo per Batopilas: città molto piccola con molti bambini che giocano nel fiume. Noi italiani decidiamo di andare a visitare la Mission a piedi. Prima ci dissetiamo con 1 cerveza (15 $ cad.) ad uno dei pochi ristoranti del paese, poi ci compriamo anche dell’acqua. Partiamo carichi ma la strada sembra non finire mai e arriviamo alla Mission che ormai tramonta il sole. Così dopo una breve visita alla chiesa e un paio di foto torniamo indietro. Siamo a Batopilas che ormai è buio e si vedono un sacco di lucciole. Sono le ore 21.00 e ci infiliamo in un ristorante. Prendiamo 2 bistecche raramura, 1 enchilladas e 1 quessadillas, 1 limonata, 6 coche (50 $ cad.). Poi avvistiamo l’autista che ci stava aspettando e ci riporta al Margarita. Doccia gelida molto di corsa, poi con Daiana e Stefania giochiamo un po’ a carte prima di andare tutti a letto.

Batopilas – Creel – 26.08

Sveglia alle ore 7.30 (in teoria alle 8.00 l’autista ci dovrebbe portare a Batopilas per far colazione, da dove poi si dovrebbe partire alle 9.00 per tornare a Creel) ma…ora che partiamo per Batopilas sono le 8.45. Là facciamo colazione (3 pan tostado, 3 caffè, 1 latte, 1 limonata, 1 huevo a la mexicana = 140 $). Stefania compra un paio di ciabatte ricavate dai copertoni delle auto e lacci di cuoio per 100 $ dopo essersi presa uno schiaffo da un’anziana signora che gira per il paese e quando passa per le strade, tutti chiudono porte e finestre! Infine ripartiamo impiegando 4 ore e un quarto fino a Creel con una sola sosta al bagno. Sulla strada di ritorno assistiamo a un incidente: una jeep ha investito un Tarahumara ubriaco in bici. C’è sangue ovunque! Ci fermiamo al primo paesello dove avvisiamo un medico di un ambulatorio ( poiché nelle vicinanze non ci sono ospedali). Lungo il tragitto troviamo un auto piena di Tarahumara, anche questi ubriachi. Una volta a Creel torniamo al Margarita che ci offre la stessa stanza a 500 $ con materasso aggiunto per Daiana. Il museo dell’artigianato è chiuso, così ci informiamo sulle escursioni a cavallo ma è tutto chiuso. Cena in hotel a base di minestrone, carne con fagioli, guaca mole e purè. Mangiamo poi una fetta di torta che le italiane hanno comprato per festeggiare il compleanno di Federica, poi decidiamo di uscire tutti insieme per festeggiarla (3 cuba, 1 margarita, 7 tequila, 6 cerveza = 360 $). Qui incontriamo un ragazzo di Terni che rallegra la serata. Questo abruzzese faceva l’animatore nei villaggi turistici. All’una e mezza siamo tutti a letto. Che fredda nottata!

Creel – Basoguichi – 27.08

Svegli alle ore 8.15. Colazione in hotel e zaini in spalla. Andiamo alla fermata dei bus dove ne prendiamo uno diretto al paese dove vive Daiana, Basoguichi.

Dopo 20 minuti arriviamo e ci aspettano 2 signore che lavorano e vivono con Daiana, una delle quali, Iolanda, sa anche abbastanza bene l’italiano. Con la loro macchina arriviamo al villaggio dopo circa 20 minuti di strada sterrata. Subito ci facciamo prestare il sapone in lavanderia e laviamo la roba sporca. Poi decidiamo di andare al Salto: cascate molto caratteristiche che raggiungiamo dopo un’ora e mezza di cammino lungo un fiume. Al ritorno riusciamo a bagnarci tutti, colti di sorpresa da un acquazzone estivo. Ormai vicini al paese facciamo l’autostop e troviamo un passaggio in un cassone di un pickup che allevia gli ultimi sforzi. Molto affamati e assetati ci fermiamo a mangiare nell’unico “ristorante” del paese che fa solo burritos e hamburgesas. Prendiamo 7 hamburgesas, 8 coke e 3 refrescos al pompelmo (165 $ in totale).Muy barato! Torniamo alla scuola dove lavora e vive Daiana, ritiriamo la biancheria stesa e raggiungiamo con la macchina di Daiana la stazione dei bus per Chiuhaua. Arriviamo in stazione alle ore 16.15, compriamo 4 biglietti (160 $ cad.), poi salutiamo e partiamo alle ore 16.30. Dopo 4 ore di viaggio giungiamo alla stazione di Chiuhaua dove

Compriamo subito 4 biglietti per Zacatecas (595 $ in tot.) e ceniamo al Burger Bus (3 hamburgesas, 1 torta, 2 coke, 1 tè = 145 $). Poi immancabilmente appare per magia Tamir, l’israeliano incontrato a Creel, che sale con noi sul pulman verso Zacatecas. Partiamo alle ore 22.20.

Zacatecas – 28.08

Dopo 12 ore di viaggio in cui dormiamo molto poco, arriviamo a Zacatecas alle 11.00 del mattino (siamo un’ora avanti). Facciamo colazione al Don Camione della stazione. Prendiamo il bus Ruta 8 per il centro città (3,50 $ cad.) e cerchiamo un posto per dormire. Troviamo il Villa Colonial (400 $ per una quadrupla con cucina). Lasciamo gli zaini e facciamo la doccia. Poi facciamo la spesa al mercado della città (insalata, pomodori, banane, pane dolce, tortillas de harina), poi in una polleria comprano 2 polli con contorno incluso (140 $). Mangiamo tutti assieme in stanza e usciamo alle 16.00. La cattedrale chiude alle ore 14.00 e non riusciamo a vederla. Optiamo per il museo Pedro Coronel ( il cui ononimo fondatore ha passato la vita a collezionare meraviglie da tutto il mondo). Ne vale la pena ma alcune stanze del museo chiudono alle 17.00, così decidiamo di tornarci il giorno successivo visto che il biglietto sarà ancora valido. Giriamo un po’ per i negozietti e al mercato compriamo 4 dolcetti tipici (queso da tuna) e un sacchetto di tunas (fichi d’india). Prima di tornare in stanza per preparare una mega insalata con gli avanzi di pollo, ci fermiamo all’internet point dell’hotel (15 $ / h) e incontriamo 2 milanesi che vanno a Cabo San Lucas in Baja California. Mangiamo e poi saliamo sul terrazzo a fare un paio di foto alla cattedrale illuminata. Si gela. Poi tutti a nanna.

Zacatecas – 29.08

Ci sveglia alle 7.30 un tizio che urla al megafono e mette la canzoncina del lunapark per strada sotto la nostra finestra. Seconda sveglia alle 10.00 a causa dell’impiegato dell’hotel che bussa per sapere se restiamo un’altra notte. Colazione con latte, cereali, tunas e jugo de naranja. Andiamo per pagare un’altra notte ma ci fanno cambiare stanza: più piccola e senza cucina per 350 $. Dopo i traslochi ritorniamo al museo Pedro Coronel per visitare le sale restanti, poi andiamo a Mina El Eden (“miniera paradiso”) dove paghiamo 60 $ cad. (48 $ per gli studenti). Ci fanno mettere cuffie e caschetti prima di salire sul trenino che ci conduce dentro la miniera. Dopo 10 minuti di tragitto nel tunnel raggiungiamo il punto di partenza del percorso a piedi dove la nostra guida, molto simpatica, ci mostra una collezione di minerali. Con noi fanno gruppo una decina di nonnette messicane casiniste. Giriamo per i livelli della mina 4 e 5 perché quelli inferiori sono allagati. Qui tocchiamo pancia e pistola della statua di un minatore, poi l’acqua che filtra dalle pareti della miniera e infine buttiamo una moneta nella fontana dei desideri ( tutti “riti” portafortuna). Poi soddisfatti lasciamo 20 $ di mancia alla baffuta guida e usciamo dal lato opposto della montagna con un ascensore. Qui compriamo del cioccolato di Zacatecas (55 $), poi raggiungiamo la teleferica di costruzione svizzera (24 $ cad. ) che ci porta in cima al cerro de la Bufa, passando sopra la città. Da qui si può ammirare tutto il territorio circostante e fa un freddo cane. Andiamo a vedere le statue dei 3 rivoluzionari più importanti della città, una chiesa e il monumento agli uomini illustri di Zacatecas. Poi scendiamo a piedi verso il centro. Mangiamo da Gorditas Doña Maria dove prendiamo 15 gorditas muy piccanti, 3 coche e 1 acqua (166 $ in tot.). Andiamo poi a far shopping nei negozietti. Prendiamo 3 cd di musica irlandese, statunitense e caraibica (35 $ cad.) e un cappello stile messicano (80 $). Al mercato compriamo 4 costine di res e tunas (35 $). Torniamo in camera per una doccia, poi andiamo a farci da mangiare nella cucina in comune dove troviamo un francese conosciuto a Creel. Torniamo in stanza e decidiamo di uscire a bere qualcosa. Siamo travolti da una festa di paese che fa tappa in alcune piazzuole in cui una banda suona musica messicana: la seguiamo! Si balla e si beve gratis (ci danno un bicchierino da mettere al collo che viene riempito con mezcal). Conosciamo il gruppo di romani che ha organizzato la festa e che vive a Zacatecas per insegnare ai messicani a lavorare l’argento. Ci spiegano che tutte le settimane qualcuno affitta la banda per un paio d’ore e si fa festa. Poi, verso le 22.30 quando tutto finisce, ci aggreghiamo a un gruppo di messicani ubriachi e andiamo con loro in un bar dove si fa solo karaoke (“Canta borracho canta”, un nome azzeccatissimo!). Passiamo tutta la sera insieme ai messicani a cantare canzoni messicane.

Guadalajara – 30.08

Sveglia alle ore 7.15. Facciamo colazione con quello che avanza di latte, caffè in polvere e cereali. Torniamo in stanza a preparare gli zaini, pronti come sempre per partire. Andiamo alla fermata del bus dove compriamo 4 biglietti per Guadalajara (261 $ cad.) e qualcosa da sgranocchiare per il viaggio (patatine, biscotti, barretta alle noci, cocacola = 47 $) Aspettiamo le 11.30 per partire con un bus della Chiuhauense (il più bello e comodo di tutta la vacanza). Il viaggio viene allietato da film in bianco e nero, a parte una sosta a causa di un incidente di un camion. Arrivo a Guadalajara per le ore 17.30. prendiamo un bus per il centro (28 $ in 4) che arriva in circa 20 minuti vicino alla piazza centrale. Scartiamo un ostello che vuole 145 $ cad. per una camerata da 8 piccola e scomoda. Troviamo invece un altro hotel “Posada San Pablo” che ci offre una camera con 4 letti matrimoniali per 599 $ senza cucina. Ci facciamo una doccia e usciamo a mangiare assai affamati perché abbiamo saltato il pranzo. Ci infiliamo nella prima taqueria economica e mangiamo la bellezza di 11 tacos, 5 quessadillas, 11 piatti di riso, 4 pepsi, 1 orzata e 1 dolce per 251 $! Rimpinzati facciamo due passi per facilitare perla città e osserviamo la cattedrale tutta illuminata e il concerto dei migliori mariachi al mondo nella piazza del teatro. Torniamo in stanza e chiudiamo gli occhi solo alle 23.30.

Guadalajara – Guanajuato – 31.08

Sveglia alle 8.30. Prepariamo le nostre “mochillas” e le lasciamo in custodia all’hotel Posada San Pablo. Usciamo per far colazione visto che non avevamo preso niente da mangiare e l’utilizzo della cucina ci costa 20 $. Facciamo un giro al mercado e poi cambiamo ben 3 bus (4,50 $ ogni viaggio) per arrivare al Parque Mirador dopo 10 minuti di cammino. L’ingresso costa 5 $ cad. e non vale molto la pena: c’è solo una cascata e la vista di un fiume con schiuma ovunque! Ritorno a Guadalajara con 2 bus e pranzo in una taqueria (9 “gringos”, ossia tacos di farina, e 4 pepsi = 195 $). Andiamo a prendere i nostri zaini, poi saliamo su un bus (4,50 $ a corsa) che in 50 minuti ci porta alla stazione centrale. Compriamo 4 biglietti per Guanajuato ( 246 $ caa.) con la Primera Plus. Partenza alle ore 20.00. Prima di salire sul bus ci danno una bibita, dei biscotti e un panino. In 4 ore di viaggio guardiamo due film. Arrivo a Guanajuato a mezzanotte. Prendiamo un taxi (40 $) e ci facciamo portare all’hostal Los Angeles che ci avevano consigliato dei ragazzi incontrati a Guadalajara. Notte in camerata per 100 $ con “desayuno” continentale incluso.

Guanajuato – 1.09

Sveglia alle 8.30. Internet non funziona in hotel, così dopo la colazione con caffè, pane, burro e marmellata decidiamo di cambiare hotel e dopo averne girati 4, ci spostiamo con tutti gli zaini al Cantarranas (che non è il più economico = 590 $ per 4 ). Usciamo ed in piazza troviamo un messicano che ci offre un tour per 100 $, ma decidiamo di fare da noi come la maggior parte delle volte. Scartiamo l’entrata al Teatro Juarez che costa troppo e non ci interessa. Andiamo diretti al museo delle Mummie ( Las Momias) e la Galeria de la Inquisition (60 $ cad., 45 $ per studenti). Dal Jardin de Union andiamo al Calejon del Beso, poi al Mercato Hidalgo dove ci fermiamo a pranzare a una “Fonda” ( 2 chiles rellenos con papas y aroz, enchillad con chile relleno, flautas de pollo, 1 coca e 2 cervezas = 195 $). Si mette a piovere, così torniamo in stanza. Usciamo quando smette di piovere e ci dirigiamo all’Universidad de Guanajuato, poi prendiamo la Funicolar panoramica (12 $ cad.) che risparmia una bella salita a piedi. In cima c’è un mercatino e la statua del Pipila. Saliamo in cima alla statua (3 $) ma nulla di ché! Scendiamo a piedi fino al centro. Giro per i negozi, poi internet point (16 $) ed infine supermercato (latte, pasta, cereali, tortillas, 2 bottiglie d’acqua, 3 formaggi, succo alla pesca = 121,90 $). Torniamo in hotel e dopo la doccia ci prepariamo delle quessadillas e una pasta ai 3 formaggi. Uscendo troviamo in piazza una festa: con 90 $ cad. danno una spilla di ricordo e una caraffa e si fa il giro della città seguendo una banda itinerante che suona. Ma si mette a piovere e decidiamo di rifugiarci in un bar a bere qualcosa (3 cerveza, 1 piña colada = 75 $) e a giocare a biliardo. Quando usciamo piove ancora a dirotto e ci infiliamo nel primo bar dove c’è movimento. Qui incontriamo 3 ragazzi ( 2 francesi e un belga) e chiediamo per una discoteca. L’unica è il Capitolio. Lì passiamo una serata divertente e ritorniamo all’hotel per l’una e mezza.

San Miguel de Allende – 2.09

Sveglia alle 9.30 e colazione con latte e cereali. Piove ancora! Fermiamo il primo taxi che si propone di portarci direttamente a San Miguel per 400 $. al posto di portarci in stazione e prendere il bus per San Miguel de Allende (81 $ cad.). Accettiamo! In un’ora e un quarto arriviamo a destinazione e smette di piovere. Giriamo 3 ostelli ( tra cui Villa Poncho consigliata dalla Lonely), alla fine decidiamo di fermarci all’Alcatraz ( 408 $) in camerata da 4. Prima di sistemarci facciamo la spesa (2 polli, 1 coca, queso, fusilli Barilla, tocino, olive, leche = 89 $). Mangiamo nella cucina in comune dell’ostello e proprio decidiamo di uscire, ricomincia a piovere. Non ci facciamo spaventare ma anche con gli ombrelli ci bagniamo tutti e siamo costretti a rifugiarci nelle 2 chiese in piazza per ripararci. Andiamo poi in un bar in piazza dove beviamo 4 cioccolate calde con rum. Dopodiché raggiungiamo una piazza dove assistiamo alo spettacolo di una danza tipica di ragazzi. Dopo una doccia calda cuciniamo una squisita pasta con pomodori, olive, pancetta e scalogna. Poi sfruttiamo le nostre mezzore a testa di internet gratis compreso nel prezzo della camera. Infine, nella piccola saletta dell’hotel, ci guardiamo “ Il mistero di Sleepy Hollow” in inglese sotto intitolato in spagnolo prima di andare a dormire.

San Miguel da Allende – Città del Messico – 03.09

Sveglia alle 9.30 e solita colazione con latte e cereali. Andiamo alla fermata dei bus e saliamo sul primo bus che porta a “La Gruta” (6 $ cad.). Dopo circa 20 minuti arriviamo sul posto. Paghiamo 80 $ cad. per entrare a La Gruta e lasciamo 100 $ di deposito per occupare 2 armadietti dove depositiamo scarpe, zaini e vestiti. Finalmente entriamo nelle vasche di acqua termale la cui temperatura varia in base alla piscina in cui si entra. Ci rilassiamo per un paio d’ore e decidiamo di mangiare al ristorante de La Gruta (3 hamburghesa, 1 queso fundido, 1 flautas, 1 jarra de limonada, 3 coke, 1 acqua = 300 $). Dopo pranzo riprendiamo il bus sulla strada e torniamo all’ostello, prendiamo gli zaini, salutiamo la signora dell’ostello e ci dirigiamo a prendere l’autobus per la stazione principale dei bus. Da qui troviamo un bus per Città del Messico che parte alle ore 16.20 e costa 173 $ a testa. Il viaggio trascorre velocemente, nonostante la pioggia e qualche incidente. Arriviamo a Ciudad del Mexico alle 20.30. Decidiamo all’unanimità di tornare all’Hotel Roble, presso il quale ci eravamo fermati la prima settimana della vacanza. Prendiamo un taxi (85 $) per l’hotel e arriviamo verso le ore 21.20, lasciamo i bagagli in stanza, paghiamo la notte (490 $) e usciamo a mangiare qualcosa. Dopo una breve ricerca finiamo al VIP’s dove siamo gli unici clienti (3 coche, 1 thè al limone, 1 enchilladas de pollo, 1 sandwich Norteño, 2 polpettoni di maiale = 330 $). Dopo cena torniamo in hotel e passiamo un’oretta su internet ( gratis in hotel). Verso l’una e mezza andiamo a letto.

Città del Messico 4.09

Una volta svegli andiamo a “desayunare” al ristorante dell’hotel dove ci serve il cameriere Santiago (1 latte, 2 caffè, 1 succo d’arancia, 1 banana split, 1 pan tostado, 1 hotcakes, 1 pan dulce = 170 $). Dopo colazione ci prepariamo e usciamo in direzione Ciutadella, il mercato della città. Prendiamo la metro e dopo circa 20 minuti arriviamo a questo mercato dell’artigianato. Dopo un paio d’ore a girovagare e acquisti andiamo a mangiare in un ristorante dentro il mercato (2 pollos impanados, 1 milanesa, 1 huevo a la mexicana, 3 quessadillas al queso y hongos, 3 al queso e fiori di zucca, 3 coke, 1 jugo de piña = 226 $). Verso le 17.00 torniamo all’hotel dove depositiamo la merce comprata ed usciamo subito per fare un giro in centro e per comprare una chitarra. Verso le 19.00 torniamo in stanza dove ci facciamo una doccia. Visto che è l’ultima sera in Messico decidiamo di cenare in un ristorante un po’ più costoso del solito. Usciamo dall’hotel e ci dirigiamo verso il ristorante Chon che offre piatti stravaganti come cavallette, iguane, orso e armadillo. Purtroppo lo troviamo chiuso e dopo un breve giro decidiamo di andare nel posto che ci ha consigliato il nostro albergo. Ma non ci convince, così dopo pochi passi troviamo il posto giusto, “El Cafè de Tacuba”. Il locale è carino: ci accomodiamo e ordiniamo la nostra ultima cena messicana (1 ensalada de pollo, 1 filetto a la tacuba, 1 mole poblano, 1 chile relleno, 1 papas fritas, 3 cervaza, 1 limonada, 3 agua, 2 coche, 1 torta al cioccolato = 702 $). Dopo cena torniamo all’hotel dove sistemiamo gli zaini, scriviamo cartoline e giochiamo a carte. Ci addormentiamo verso l’una.

Città del Messico – Italia 5.09

Sveglia alle 7.30 e colazione in hotel (3 caffè, 1 latte con cereali, 2 pan tostado = 108 $). Dopo gli ultimi preparativi alle 8.45 prendiamo un taxi (120 $) per l’aeroporto, appena arrivati imballiamo gli zaini e facciamo il check-in. Al Duty Free compriamo alcolici, sigarette e salse piccanti in abbondanza. Alle ore 11.15 ci imbarchiamo e partiamo in orario, destinazione Europa, sapendo di lasciare un pezzettino di cuore in questo paese ricco di contrasti e bellezze!



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