Un Natale “Pacifico” in Messico

Vacanze di Natale tra Città del Messico e Acapulco
Scritto da: chiara bertuco
un natale pacifico in messico
Partenza il: 23/12/2014
Ritorno il: 05/01/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Le tanto agognate vacanze di Natale sono finalmente arrivate! Partiamo dall’aeroporto di Verona il 23/12 con un volo Air Dolomiti per Francoforte, dove ci imbarchiamo su un volo Lufthansa, con destinazione Mexico City. Il viaggio è lungo, ma confortevole. Giungiamo in questa enorme, caotica, trafficata ma affascinante città verso sera, ci dirigiamo all’hotel prenotato da casa con il taxi (sarà uno dei nostri mezzi preferiti durante tutta la vacanza e… super economico!) e andiamo a dormire.

La vigilia di Natale il tempo è pessimo: piove e c’è freddo! Abbiamo solo un giorno e mezzo per vedere questa grande città, poco, pochissimo, ma ci diamo subito da fare. Acquistiamo i biglietti del Turibus che però sconsigliamo: sarà stata la pioggia o il periodo festivo, sta di fatto che abbiamo perso molto tempo per la strada, con il senno di poi meglio prendere la metro! La nostra prima tappa è il museo nazionale di Antropologia, un’opera d’arte già in sé, che ospita una straordinaria collezione di reperti preispanici . La sala più affascinante è sicuramente la sala “Mexico”, con il famoso calendario azteco che scopriamo essere in realtà il resto di un altare sacrificale, erroneamente considerato un calendario per la presenza dei giorni della settimana incisi su di esso. Mi è piaciuta molto anche la sala preistorica dove ho scattato molte fotografie degli scheletri di uomini primitivi da mostrare ai miei alunni che proprio quest’anno studiano questa parte della storia. Usciti dal museo il tempo sembra non migliorare e, imbattutici in una bancarella che vende ponchi con stoffa messicana, ne compriamo due per pochi pesos per proteggerci dal freddo.

Con il nostro Turibus, ci dirigiamo verso il Zocalo, il polmone della città, una piazza enorme, il centro politico e religioso di Città del Messico. Qui si trova la Cattedrale, la più antica di tutto il paese, ed il palazzo nazionale che contiene i murales di Diego Rivera, che raffigurano la storia di questo paese . Scopriamo che il palazzo resterà chiuso fino a gennaio, a causa delle manifestazioni in atto contro il Governo. Che grande dispiacere e che sfortuna!

Procediamo lungo l’Avenida Madera, una strada piena di negozi e di gente, fino a costeggiare la Casa de las Azuleias, un edificio ricoperto da meravigliose piastrelle azzurre e turchesi. Affascinati dall’ambiente tipico coloniale e dalle cameriere vestite con sgargianti costumi locali, decidiamo di pranzare qui, assaggiando ottime enchiladas e sorseggiando un buon bicchiere di sangria. In quattro abbiamo speso 633 pesos, circa 33 euro. Una cosa che mi ha affascinata è vedere tanti uomini eleganti nei loro bei completi e con indosso un bel cappello pranzare da soli, con la sola compagnia di un quotidiano: pareva di essere in un film degli anni cinquanta! La nostra cameriera ci saluta regalandoci due tipiche decorazioni natalizie che trovi ovunque a Città del Messico in questo periodo: dei vasetti ricoperti con carta lucida e coloratissima e con lunghi nastri. Soddisfatti camminiamo verso l’Alameda Central, un’area verde con fontane e statue di eroi messicani, dominata dal palazzo delle belle arti.

– Il 25 abbiamo solo la mattina a disposizione, quindi usciamo presto per vedere almeno un altro “pezzettino” di città, ma ahimè, scopriamo che a Natale è tutto chiuso, una città fantasma! Vaghiamo quindi di qua e di là per le viuzze e poi, ad ora di pranzo andiamo in aeroporto dove prendiamo un volo Aeromar con destinazione Puerto Escondido. Il viaggio fila liscio e in meno di due ore arriviamo. Appena usciti dall’aeroporto capiamo di trovarci nel clima da noi sognato: c’è un bel caldone, sebbene sia pieno inverno! Il nostro hotel è molto bello, a pochi minuti di navetta dalla spiaggia e, messi giù i bagagli, ci fiondiamo verso il mare. La spiaggia è lunghissima e dorata, il mare è molto più caldo di quello che mi aspettavo, visto che siamo in pieno oceano Pacifico, ma le onde sono pericolose e bisogna entrare al momento giusto per non restarne travolti. Verso l’ora del tramonto, vediamo radunarsi una folla, intenta ad osservare qualcosa. Incuriositi, ci avviciniamo e… che meraviglia! Alcuni messicani stavano liberando tante piccole tartarughine che, goffamente, cercavano di camminare verso il mare, con fatica, infatti oni centimetro di strada venivano travolte dall’onda e si capovolgevano! Veramente simpatiche!

-Il giorno seguente, dopo una buona colazione in hotel, scendiamo a piedi alla spiaggia e conosciamo una coppia di signori di Genova che da anni svernano a Puerto. Ci faranno compagnia nei prossimi giorni e ci raccontano di come stanno bene a trascorrere tutto l’inverno qui. Verso sera ceniamo con loro a Baia Zicatela, in un locale di ragazzi veronesi, il Banana’s, nostri concittadini, trasferitisi qui da anni al seguito dei loro genitori.

-La mattina del 27 prepariamo le valigie e, poiché non possiamo arrivare al nuovo hotel fino alle 15,00, le lasciamo nella hall e trascorriamo l’ultimo giorno qui con i nostri nuovi amici genovesi. Nel pomeriggio ci rechiamo in taxi a Zicatela e scopriamo che i gestori non trovano più la nostra prenotazione: dicono sono passati troppi mesi da quando abbiamo fissato la stanza su Booking! Ma nei precedenti viaggi abbiamo sempre prenotato con largo anticipo! Poi capiamo che qui non siamo negli States, è tutta un’altra storia! Dopo varie vicissitudini, ci danno un’altra stanza, dicendoci che l’indomani ce la cambieranno. Insomma, questo hotel non lo consigliamo certo, oltretutto risulta essere molto rumoroso. Depositiamo i bagagli ed usciamo subito lungo il lungomare per una prima visita della baia. Il lungomare di Baia Zicatela piace molto alle nostre figlie adolescenti. Io e mio marito siamo praticamente i più vecchi! Ci sono tantissimi giovani in vacanza, la maggior parte cammina per la strada con il surf sottobraccio, rendendo l’atmosfera veramente accattivante. Ceniamo in un ristorantino lungo la spiaggia, scelto decisamente per caso, mangiando del buon pesce, serviti da un cameriere molto simpatico e poi andiamo a letto.

-Il 28 facciamo colazione nel ristorante dell’hotel con french toast ed hot cakes per un totale di 400 pesos. Sono le 8,00 ed il cielo è nuvoloso, quindi decidiamo di fare una passeggiata lungo la spiaggia, passando da Baia Principal, molto caotica, con tante famiglie messicane riversate in mare, tutti rigorosamente vestiti, nessuno in costume, solo i bambini! Più di un locale ci ferma per offrirci escursioni in barca per avvistare i delfini, ognuno sparando cifre molto differenti. Non abbiamo voglia di decidere ora, quindi proseguiamo a piedi fino a raggiungere l’Adoquin, una folkloristica strada ricca di negozietti coloratissimi e, vista ormai l’ora di pranzo, quasi semivuoti. Comperiamo un po’ di souvenir e poi esce uno splendido sole che ci fa tornare indietro, per la voglia di buttarci nell’oceano spumeggiante. Qui il mare è più pericoloso che a Cochoa beach perchè le onde sono più ravvicinate e alte, quindi bisogna fare più attenzione. Vengo infatti travolta da un’onda che mi sbatte letteralmente a terra, facendomi male ad un gomito: che forza ha la natura!

Trascorriamo il pomeriggio in spiaggia e verso le 18 arriva moltissima gente, soprattutto surfisti, pronti ad affrontare la forza del mare: fanno delle acrobazie bellissime che creano nuovi, incredibili scenari, con il sole che sta tramontando, una palla di fuoco all’orizzonte… A cena tutti e quattro al “Cafecito”, un locale lungo la calle del mare: prendiamo una zuppa di pesce, una costata, un’enchilada di pollo, e riso con verdure e gamberi, per un totale di 500 pesos. Prima di rientrare in albergo, ci fermiamo nel negozietto di una ragazza svedese molto carina, emigrata qui da anni, che vende dei vestitini alquanto colorati.

-Il giorno seguente, 29/12 ci svegliamo presto e torniamo al Cafecito, questa volta per una ricca ed abbondante colazione, che merita veramente la pena di essere provata. Io prendo una pasta con ripieno al mango ed una coppa enorme di frutta tropicale, gli altri invece ordinano un hot cakes con frutta: 350 pesos. Conosciamo una coppia di ragazzi musicisti romani che sono a Puerto da qualche mese per lavoro e che ci invitano il giorno seguente ad ascoltarli presso il più antico e rinomato hotel della zona: il Santa Fe. Ci accordiamo quindi di vederci là. Più tardi telefoniamo all’hotel dove ci recheremo tra due giorni e scopriamo per la seconda volta che non trovano la nostra prenotazione: insomma, forse è meglio non prenotare con largo anticipo in Messico! Per fortuna riescono ad assegnarci una nuova stanza. Andiamo in centro a Puerto alla ricerca di una banca per fare un bonifico all’hotel di Acapulco. Il sole comincia a scottare, la giornata è meravigliosa e quindi, sbrigate le formalità con la banca, prendiamo un taxi che ci porta dritti alla spiaggia Carizalillo: una baia stupenda, con un’insenatura rocciosa che si raggiunge attraverso una scalinata e ottima per nuotare con maschera e boccaglio, in mezzo ad una miriade di pesci colorati, in acque calde e finalmente tranquille, no onde!!!!!Mangiamo per pranzo delle quesadillas e sorseggiamo birra ghiacciata davanti ad un mare bellissimo. Qui ci sono molti messicani in vacanza, pochissimi, forse solo un paio, di turisti stranieri, come noi, tutti fermi immobili in acqua per ore, ma non a nuotare, a chiacchierare, incredibili!

Per cena scegliamo di mangiare presso il ristorante “da Pascale”, consigliatoci dai signori genovesi e si rivelerà un’ ottima scelta: pesce buonissimo ed ottimo servizio, il tutto sulla spiaggia, in un’atmosfera molto romantica. Lo consigliamo veramente, forse un po’ più caro degli altri locali di Puerto, ma senz’altro economico rispetto a posti simili italiani.

-L’indomani torniamo al Cafecito a fare colazione e poi, con il solito taxi, ci dirigiamo verso baia Manzanillo, ad est della spiaggia vista ieri. Qui trascorriamo una bellissima giornata, in compagnia del signor Manuel, il gestore di uno dei tanti chioschi, che ci permette di usufruire di lettini ed ombrellone se consumiamo il pranzo da lui. Come non accettare? Qui troviamo molte barche che fanno da spola verso la baia vicina. Verso il tardo pomeriggio arriva un barcone di pescatori, tanta gente chiassosa si raduna intorno a lui e noi dietro: quattro uomini scaricano pesci enormi, mai visti prima ed uno mostra a tutti un cucciolo di squalo. Proviamo un po’ di pena per quel piccolo trofeo, che viene comperato da uno dei bagnanti per pochi pesos.

Torniamo in hotel per una doccia e poi via al Santa Fe, dove troviamo i due musicisti romani già attivi. Lei ha una bellissima voce e noi li ascoltiamo volentieri, sorseggiando il nostro mega aperitivo, il “coco loco”, una noce di cocco riempita di vari super alcolici che mi danno un po’ alla testa! Ceniamo lì ed assaggio per la prima volta il chili releno, un piatto con melanzane, carne e pomodori. E’ proprio un posto lussuoso, temiamo un po’ quando arriva il conto, ma,…la spesa totale non supera gli 800 pesos per tutti e quattro!

-L’ultimo giorno dell’anno andiamo a fare colazione al Banana’s, il locale del ragazzo veronese, per salutarlo prima della partenza per Acapulco. Ci dirigiamo quindi alla stazione dei pullman dove saliamo sul nostro mezzo, che in circa in 9 ore ci porta ad Acapulco. Apro qui una parentesi per parlare positivamente dei pullman messicani: ottimi per spostarsi anche per lunghe distanze! Sono economici, comodissimi e sicuramente, se tornerò in Messico, li utilizzerò di nuovo.

Arriviamo ad Acapulco nel pieno dei festeggiamenti per l’ultimo dell’anno, quindi troviamo molta confusione per strada ed impieghiamo tanto ad arrivare in hotel, che si trova comunque molto distante dalla città, in località Pie de la Cuesta. Più che un hotel direi che si tratta di una capanna, con muri veri, ma al posto della finestra un’apertura nella parete, insomma, un posto molto spartano. A mio marito non piace, a me sì perchè comunque è sulla spiaggia e di notte si sente il rumore delle onde. Riusciamo appena in tempo a vedere i fuochi d’artificio sulla spiaggia, a mezzanotte precise! Ovviamente, niente cenone di capodanno, è troppo tardi!

– Il giorno dopo ordiniamo la colazione al baretto dell’hotel e ci preparano un tavolo lungo la riva del mare! Fin che aspettiamo che ci preparino il cibo, ci tuffiamo nel mare caldissimo e bellissimo: quale modo migliore per festeggiare il primo giorno dell’anno? Nel pomeriggio ci rechiamo ad Acapulco, a zonzo per la città: a dire il vero non mi è molto piaciuta, è veramente confusionaria, piena di macchine e di gente ovunque e… poco messicana. Una delle cose più simpatiche sono gli autobus : hanno delle scritte e dei disegni stile murales e dentro c’è la musica così alta che ti sembra di essere in discoteca!

Verso sera torniamo in hotel e riposiamo sulla spiaggia, godendoci un bellissimo tramonto.

– Il giorno seguente la signora Karla ci organizza una gita alla laguna che si trova a poche centinaia di metri da lì e ci dice che è la location dove anni prima hanno girato il film Rambo. Prendiamo una barchetta che passa tra pellicani curiosi e ci porta su una spiaggia dove trascorriamo l’intera giornata. Alla sera andiamo con il taxi ad ammirare i tuffatori della Quebrada, un’alta scogliera da cui si buttano questi ragazzi coraggiosissimi ed allenatissimi, un vero spettacolo!

– Il giorno seguente lo dedichiamo alla spiaggia ed al mare poiché l’indomani dobbiamo tornare a città del Messico con il pullman: tempo di percorrenza 5 ore. Qui pernottiamo in un hotel più bello di quello del nostro arrivo, è l’ultima notte in Messico e ci concediamo un po’ di lusso! Un giro per il centro, ultimi acquisti e poi con la metro ci dirigiamo verso Coyocan, un sobborgo della capitale, per visitare la casa-museo di Frida Khalo, la donna amata per tutta la vita da Diego Rivera, essa stessa una splendida artista. La storia della sua vita mi ha sempre affascinata e non potevo certo perdermi questa visita. Il museo, chiamato Casa Azul per il colore blu intenso dell’intonaco, custodisce dipinti, lettere ed oggetti di vita quotidiana; inoltre vi è un bellissimo cortile interno dove Frida teneva i suoi cani, scimmie e pappagalli, spesso ritratti in alcuni suoi dipinti.

– L’indomani mattina, sul presto ci rechiamo al terminal Nord per recarci a visitare la città di Teotihuacan, una città precolombiana, situata a 40km da Città del Messico, oggi uno dei maggiori siti archeologici, famosa per le sue imponenti piramidi, la piramide del sole e della luna, e per le sue pregiate architetture. Impieghiamo circa un’ora per raggiungere questo splendido posto e vi trascorriamo tutta la mattina. Torniamo nel pomeriggio a Città del Messico, dove, alla sera, ci attende l’aereo per tornare in Italia.

Lasciamo il paese con la certezza di non aver visto tante cose e con la speranza di poterci rifare in futuro!



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