Malesia e Borneo, un mondo a parte

Dieci giorni tra mare, barche, giungle e trekking
Scritto da: saraemathia
malesia e borneo, un mondo a parte
Partenza il: 17/08/2010
Ritorno il: 04/09/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Milano Malpensa, 17 agosto ore 15.55, si parte. Mesi di organizzazione e preparativi per il viaggio fai da te verso la terra del Borneo diventano realtà. Voleremo Qatar.

La partenza prevista per il mese di agosto ci porta a cercare i voli già nel mese di marzo navigando su tutti i siti di nostra conoscenza, avrà la meglio Expedia che ci propone un’andata su Kuala Lumpur e un ritorno da Bangkok, perfetto per il nostro tour. La compagnia Qatar è molto ben quotata e recensita e quando troviamo il volo a 696 euro per persona clicchiamo e prenotiamo. Le aspettative saranno interamente confermate. Il volo è in perfetto orario, il personale di bordo saluta regalando caramelle, ci dotano di coperta e di un kit per la notte comprensivo di mascherina, calze, dentifricio, mini spazzolino e tappi per le orecchie. L’intrattenimento di bordo è davvero sorprendente, film in italiano, giochi e musica fan si che il tempo scorra più veloce del previsto e in un attimo siamo a Doha nell’aeroporto della compagnia di bandiera. Sarà che siamo stanchi, sarà che è notte fonda ma questo scalo in terra emirata proprio pare devastante. Sosta di circa 2 ore e si riparte alla volta di Kuala Lumpur.

18/08/2010 Kuala Lumpur

Ore 14:55 come da programma. Il caldo menzionato in ogni diario di viaggio lo riconosciamo immediatamente. Arriviamo in centro utilizzando il Klia Express ovvero il treno veloce che in 28 minuti di orologio e senza fermate ci porta direttamente alla KL Central, la stazione centrale di Kuala Lumpur. Il servizio è molto comodo anche se caro per lo standard malese, ma in ogni caso un taxi vi costerà di più. Paghiamo 17 Euro a persona per andata e ritorno. Una volta in stazione saltiamo sul primo taxi disponibile e sicuramente non c’è da aspettare più di un minuto ed arriviamo allo Sheraton Hotel prenotato su Expedia con un’offerta al 30%, 75 Euro a camera a notte con colazione già compreso del supplemento vista Petronas (irrinunciabile). Il nome è una garanzia, il livello dei servizi è degno del nome che porta, la hall interamente in marmo chiaro dona subito un senso di lusso e pulizia, il personale è cordiale e completamente a disposizione degli ospiti.

Consiglio: non prenotate mai il taxi direttamente in hotel, lo pagherete 3 volte tanto, scendete in strada e non sarà difficile trovare un’offerta decisamente migliore.

Decidiamo di non perdere tempo e di adeguarci immediatamente al fuso orario locale, scendiamo per goderci il tramonto sulla torre del Menara. Prima fregatura: il taxi prenotato dall’hotel! Per carità, avevamo la scritta “taxi limousine” ma pagare il prezzo 3 volte tanto proprio pare eccessivo. La vista dall’osservatorio è spettacolare e noi siamo fortunati, è quasi sereno e il cielo si colora finchè non diventa buio per poi riaccendersi con le luci della città.

Seconda fregatura del nostro primo giorno il Malesia: il ristorante. Vuoi andare fino a Kuala Lumpur e non cenare nel più famoso ristorante girevole del sud-est asiatico? Si, evitate. 80 Euro in due e una cena per 3, un bacarozzo grosso e nero si aggira tranquillo in nostra compagnia alla ricerca del dolce preferito! Se proprio non potete fare a meno di questa onerosa esperienza è rigorosa la prenotazione, andate sul sito del Seri Angkasa Restaurant e lasciate i vostri dati via mail, vi risponderanno nel giro di poco. E’ quasi notte ma il nostro fisico regge ancora e decidiamo di andare a fare due passi raggiungendo le Petronas, la vista ripaga la fatica.

19/08/2010 Kuala Lumpur – Batu Caves – Lake Gardens – Kampung Baru

Oggi giorno dedicato alla visità della città, il tempo è poco ma con un pò di buona volontà e tanti tanti passi si riescono vedere le parti principali della capitale. Mettetevi comodi e vestiti leggeri, girare a Kuala Lumpur non è così complicato come indicato dalla Lonely Planet, il traffico è intenso ma con un pò di attenzione non si corrono pericoli. Partiamo presto per la visita alle Batu Caves, le grotte situate a circa 13 Km dalla capitale che ospitano al loro interno templi e divinità hindu. Siamo tra i primi e veniamo accolti poco calorosamente da piccioni e macachi in cerca di cibo. La gita è alquanto scontata ma tappa d’obbligo. Ingresso gratuito e nel giro di un quarto d’ora se non si prosegue per altre grotte si riescono a visitare tranquillamente. Torniamo in centro e iniziamo il nostro giro da Little India, è presto e mentre percorriamo le strette vie che la caratterizzano i primi ambulanti montano il proprio banchetto e pian piano tutto si colora. Il cibo non manca, in malesia non resterete mai senza mangiare.

Terza fregatura: evitate i locali occidentali, una colazione pagata quanto al “Cafè de Paris” di Montecarlo non è necessaria.

Passano le ore e cambiano i profumi, Cinatown, vivace e caotica ci accoglie nel suo caos, qualche venditore ci propone i suoi prodotti, Petaling Street è un via vai di mercanti ma mai assillanti ma nonostante questo ne usciamo frastornati e continuiamo a piedi verso Merdeka Square, una distesa erbosa, simbolo dell’indipendeza malese. Lonely Planet alla mano e diamo inizio ad una pura follia, raggiungere i Lake Gardens a piedi passando accanto alla vecchia stazione ormai simbolo architettonico della città e alla Moschea Nazionale. Se non volete ridurvi a gattoni fatevi accompagnare da un taxi. Il tempo a disposizione è poco e ci concediamo solo la visita al parco delle farfalle. Una grande voliera ospita cirta 6.000 specie diverse di esemplari. E’ pomeriggio e per la discesa in città optiamo per un comodo e fresco taxi. Non vogliamo perderci nulla di Kuala Lumpur nonostante i soli 2 giorni di passaggio e ci dirigiamo quindi verso Kampung Baru, l’ultimo quartiere originario della città. Qui il panorama cambia, l’atmosfera anche. Siamo gli unici turisti e vaghiamo senza meta per le vie che non sembrano appartenere a Kuala, vecchie case in legno ricordano vagamente quello che poteva essere l’origine di questa città, la via principale che conduce a Chow Kit è un tripudio di bancarelle, non ci assalgono, nessuno chiede nulla, solo sorrisi e curiosità reciproca. Decidiamo di mangiare cibo locale, nessuno parla inglese e compriamo qualcosa di molto simile a dei fagottini di pasta sfoglia ripieni di manzo piccante e verdure, non male e avanti con 4 involtini di sambal in foglie di banano. Esausti torniamo in hotel, bagno veloce giusto per dire di aver provato la piscina dello Sheraton e si ritorna in strada per la serata. Meta Petronas, è facile trovarle, basta alzare lo sguardo e seguirle. Il Suria è il centro commerciale ospitato all’interno delle torri, niente di eccezionale, grandi firme e prezzi esorbitanti, entrate per refrigerarvi e uscite dalla parte opposta dove vi si aprirà la vista ad un curatissimo parco con fontane. Le foto migliori si riescono a scattare dalla parte opposte della strada di fronte all’ingresso principale subito dopo ad un piccolo muretto in vetro. Se la serata è limpida farete invidia al fotografo più esperto.

20/08/2010 Sandakan – Borneo

Sveglia tragica alle 5:30, Klia Express direzione Aeroporto Klia, aereo Malesya Airlines delle 8:05 diretto a Sandakan. La compagnia di bandiera si appoggia all’aeroporto centrale e non al low cost LCCT come l’Air Asia. I due terminal distano circa 15 minuti l’uno dall’altro e sono oggi serviti da servizio navetta. Paghiamo il volo 89 Euro in due. Alle 10:50 atterriamo nel Sabah, Sandakan è la nostra prima tappa. La scelta del taxi è limitata, usciti dal piccolo aeroporto troverete una fila ordinata di taxisti in attesa del proprio turno. Tutto è lento e silenzioso. Se avete una sistemazione che vi offre il pick-up in aeroporto potete appoggiarvi direttamente a loro, nel nostro caso sarebbe sicuramente stata la scelta migliore. Durante il tragitto verso l’hotel si incrociano due rotonde che anticipano le attrazioni del luogo. Scegliamo il Paganankan dii resort, che per 37 Euro in due con colazione ci apre le porte della giungla. Piccolo paradiso sperduto in una riserva di cervi in Sepilok situato a 14 KM dalla prima città. Il nostro anziano e premuroso (nei confronti della sua auto, non nei nostri) taxista ci scarica all’inizio della salita che conduce al resort, dice che è troppo ripida e che non potrebbe farcela. Effettivamente, per la prima volta mi convinco che per il prossimo viaggio abbandonerò la mia valigia fuxia per un comodo e leggero zainone in spalla. Fatica, devastazione forse è meglio per descrivere quanto ci è costato arrivare alla nostra camera. Chalet interamente in legno ed ecologiamente costruiti si perdono totalmente nella foresta circostante, non a caso il proprietario è citato dalla Lonely Planet come ambientalista impegnato nella tutela della flora e fauna locale, contro la lotta al disboscamento. Le camere sono spaziose con un letto morbido dotato di zanzariere, la biancheria è linda e di un bianco sorprendente, condizionatore e bagno all’aperto. La zona bar e relax è dotata di tavolini in legno e grossi cuscinoni ideali per rilassarsi a ridosso della giungla o per ripararsi dai temporali molto più simili a tifoni! Cibo buono ed economico. Dedichiamo il pomeriggio a Sandakan ed il proprietario ci affida ad “Anuar”, il taxista di fiducia. Chiedete di lui, è economico, parla abbastanza bene l’inglese e rimane a vostra disposizione per quanto desiderate. Sandakan, villaggio di pescatori a ridosso di un anonimo porticciolo ha un’unica attrattiva, il mercato locale. Ci addentriamo nella nube di fumo che si alza dalle bancarelle che propongono cibo di ogni genere, assaggiamo il murtabak con pollo e beviamo uno dei loro “frullati” fosforescenti serviti in busta di nylon. Ottima merenda. Si fa sera, gironzoliamo per il supermercato centrale e aspettiamo l’ora di cena. I ristoranti lungo il vialetto che costeggia il mare non sembrano male, pochi turisti e mangiamo piatti locali spendendo 6 Euro in due. Su consiglio della Lonely P. ci facciamo condurre sempre con il taxi al Miglio 4 descritto come il fulcro del divertimento locale. Sono le 21:00 e ci siamo solo noi e 2 grossi toponi che corrono sul marciapiede, descriverei questa esperienza come la quarta fregatura.

21/08/2010 Sepilok – Giungla

Colazione al Paganankan dii con toast, burro e marmellata, uova e bevanda calda a piacimento. Ore 9:30 navetta gratuita per il Sepilok Riabilitation Centre, verranno a riprenderci alle 12:00. Gli oranghi feriti o rimasti orfani vengono curati all’interno di questo centro, l’ingresso costa circa 10 Euro a persona. I commenti sono assolutamente soggettivi, a me personalmente è piaciuto relativamente poco, gli oranghi mi sono sembrati quasi addomesticati, sicuramente abitutati alla presenza umana. Lo spettacolo non l’avrei perso per nulla al mondo e in ogni caso ben vengano questi centri a completa disposizione degli animali! Sono previsti due pasti, uno alle ore 10:00 e uno alle ore 15:00. Una passerella di legno conduce alle piattaforme sulle quali potrete avvistare gli oranghi mentre consumano il loro spuntino a base di frutta fresca, volendo si può proseguire ed imboccare uno dei sentieri dedicati al birdw. Nel primo pomeriggio affidiamo i nostri bagagli al proprietario del resort che gentilmente dovrebbe tenerli per la notte che passeremo nella giungla. Destinazione Last Frontier Boutique Resort. I commenti su tripadvisor sono eccellenti ed è così che ci appoggiamo a loro per la nostra prima escursione nella foresta pluviale. Mandiamo 25 mail e prenotare presso di loro è stato come vincere alla lotteria. Il socio belga viene a prenderci con un pick-up direttamente in hotel e così con altri due viaggiatori francesi che diventeranno presto ottimi compagni di avventura, affrontiamo 2 ore di strada e 1,5 Km di sterrato per raggiungere la nuova sistemazione. Il nostro itinerario di viaggio viene subito rivoluzionato e cambiato dopo poche parole scambiate con il proprietario, ci accorgiamo che una notte soltanto non è sufficiente per una gita perfetta. I nostri bagagli in custodia al Paganakan verranno recuperati il giorno successivo direttamente dal socio belga e aggiungiamo una notte al Last Frontier da dove proseguiremo per il nostro viaggio senza più dover passare da Sepilok come erroneamente avevamo programmato per dirigerci a Semporna.

Programma: pranzo, ore 16:30 river cruise al tramonto, cena, trekking notturno, colazione, trekking di due ore nella foresta, pranzo, river cruise, cena, trekking notturno, colazione e partenza. Il costo del pacchetto è sicuramente dispendioso ma anticipo che ne varrà assolutamente la pena: 240 Euro per due persone. Follia, magia, stupore, 3 parole per descrivere il nostro soggiorno, la parte più divertente della nostra vacanza. Camere spaziose, pavimenti in legno e lenzuola bordeaux, solo 4 camere cosa che permette all’atmosfera che si respira di non confodersi con la confusione di un grosso resort. Jason, l’altro socio malese prova a stupirci con un piatto di spaghetti alla bolognese e ci riesce, alla grande. La gita sul fiume è un tripudio di animali, saliamo su di una barchetta di legno a motore con 2 guide che altre 6 persone e scettici per i racconti letti prima del viaggio, rimaniamo stupiti dallo spettacolo che la natura ci regala. Non piove, solo qualche nuvola che rende ancora più abbagliante il tramonto riflesso sul fiume, avvistiamo le prime nasiche intimidite dalla nostra presenza ma non saranno una rarità. Macachi dalla coda lunga, scimmie rosse, serpenti a penzoloni dagli alberi, hornbill e tanti altri animali ci accompagnano durate il tragitto. 600 gradini è la pena da dover pagare per tornare in hotel, torcia alla mano e praticamente per noi il trekking notturno è già questa faticosa risalita, rumori strani e sanguisughe sempre in agguato ci fanno raggiungere la cima prima del previsto. La cena è il momento preferito, pochi ospiti, siamo rimasti in 5 e decidiamo di cenare tutti allo stesso tavolo, 3 stelle michelin e tante risate, atmosfera unica.

22/08/2010 Giungla

Colazione: pancake, banane, panna montata, biscotti appena sfornati e caramello fuso… non aggiungo altro. Si parte per il trekking nella foresta, calzettoni antisanguisughe, macchina fotografica alla mano e soprattutto Bum Bum la nostra guida malese che senza di lui serpenti e oranghi potevano caderci in testa che non avremmo visto nulla. Miriade di insetti colorati, cicale, vipere e soprattutto lui, l’orango. E’ un maschio, adulto e non appena si accorge della nostra presenza salta da un ramo all’altro senza nemmeno concederci il tempo per una foto, altro che Sepilok, la sensazione di essere a pochi metri da un animale del genere ci elettrizza, ora potremmo anche finire qua il nostro viaggio. Il pranzo è nuovamente degno di lodi, parliamo un pò con i proprietari e dopo un riposino si parte pe la seconda gita sul fiume, oggi visiteremo il braccio minore del Kinabatangan. Diluvia, quello che doveva essere il nostro k-way non fa il proprio dovere e diventa difficoltoso anche solo scattare una foto e volgere lo sguardo verso l’alto, solo durante il ritorno il tempo ci concede una tregua e gli animali escono curiosi allo scoperto. Una fune collega due sponde, è stata messa per agevolare i macachi che non amano nuotare e sicuramente regalano ai turisti spettacoli da non dimenticare. Le alternative per alloggiare sul fiume sono svariate, sicuramente altre molto più economiche ma l’esperienza al Last Frontier è una delle poche da ripetere una seconda volta.

23/08/2010 Sandakan – Semporna

Partiamo con i nostri amici francesi, loro diretti al Lahad Datu e noi a Semporna. Dividiamo con loro 2 ore di strada e il costo dell’auto e durante il tragitto ci fermiamo per visitare le Gomaton Caves. Queste grotte aperte ai raccoglitori soltanto due volte l’anno (ma sempre ai visitatori) sono famose per i nidi di rondine, carissimi e utilizzati per la preparazione di succulente zuppe cinesi. Siamo particolarmente fortunati in quanto i lavoratori stanno issando le scale per raccogliere i nidi, lo spettacolo è interessante ma resistere più di 5 minuti all’interno della grotta principale è un attentato alla vita. L’espressione urlata ad alta voce dalla nostra compagna di viaggio ” interesting but disgustin” non basta a rendere l’idea. Melma sotto i piedi, melma sullo scorrimano della passerella, bagarozzi che si arrampicano sulle caviglie! Se avete stomaco debole saltate senza rimorsi quest’escursione, location perfetta per un film Horror. Il viaggio continua e nel primo pomeriggio dopo aver salutato i nostri amici parigini a rriviamo sani e salvi a Semporna e ringraziamo per il fatto che qualcuno ci ha assistiti durante le peripezie del nostro economico ma squilibrato taxista. L’hotel scelto è il Sipadan Inn, camera standar per 24 Euro per due persone e non dobbiamo cercarlo più di tanto, la città è piccola e raccolta in pochi isolati dai colori più svariati. La camera è dotata di aria condizionata ma senza finestra, solo un piccolo lucernaio che da sul corridoio, è piccola ma molto pulita, bagno discreto e 2 pc con internet gratuito a disposizione nella reception. Sistemati i bagagli scendiamo all’agenzia adiacente l’hotel, Sipadan Scuba e prenotiamo 2 escursioni di snorkeling, Sibuan e Mataking confidando nel bel tempo, con il noleggio dell’attrezzatura e il pranzo paghiamo 120 Euro per due persone, non proprio economico. Sempora è una città di “sosta”, per ammirare le meraviglie subacquee del Borneo è sicuramente un buon punto di partenza, qualche ristorantino, qualche bar, su supermarket ed un mercato diurno, sicuramente non vi perderete. Consiglio il ristorante che propone ottimo pesce a soli 5 Euro a persona, giusto a due metri dall’agenzia Sipadan Scuba, il proprietario vi intratterrà con un pò di musica dal vivo e giochi di prestigio, cibo ottimo e buona birra.

24/08/2010 Semporna – Sibuan Island

Siamo fortunati, almeno fino al primo pomeriggio! Splende il sole anche se in lontananza nuvoloni poco rassicuranti minacciano il peggio e ridurrano di qualche ora la nostra escursione. Sibuan appare simile ad un atollo maldiviano ma già avvicinandoci ci accorgiamo della presenza di capanne e oggetti galleggianti proprio in prossimità della riva. Sono gli zingari del mare, vivono in capanne di canne e bambù senza alcun tipo di servizio e subito porgiamo una domanda: I bisogni non li faranno proprio nella zona dello snorkeling? Nessuno risponde ma la cautela nello schivare “shit” consigliataci dalla guida ci mette in guardia. Nella speranza di aver preso la parte giusta dell’isola, non si può che consigliare questa gita. Regalate pinzette per capelli alle bambine dell’isola, le farete sorridere… prima vi chiederanno l’asciugamano, poi la maglietta, poi si allargheranno indicando il vostro anello più prezioso che avete al dito, alla fine si accontenteranno di molto meno. Pranziamo in barca, pollo fritto, riso e torta fluorescente, poi ancora mare fino a quando le onde poco allettanti faran decidere alla nostra guida di rientrare in anticipo. La serata si conclude oltre che con una lozione intera di doposole sulle parti più sensibili del corpo, con una fantastica cenetta a base di pesce.

25/08/2010 Semporna – Mataking

Oggi è la volta di Mataking. Invidia, tutto ciò che ci ha lasciato quest’isola. In parte privata, in parte libera si allunga verso il mare con una striscia di sabbia bianca che pare infinita. Vediamo tartarughe giganti, pesci coloratissimi e altri un poco irritati che tentano di darci la caccia! Bella Mataking. 250 Euro a notte per poterci soggiornare sono però decisamente fuori portata. La luce è fortissima, prendo il sole con una maglietta. Pranziamo in una parte dell’isola destinata alla costruzione di chissà quale altro resort di lusso, ci sediamo all’ombra di una palma e ci servono del riso condito con una sardina avvolto in foglia di banano e della frutta, io non l’ho vista. Beati gli ultimi se i primi sono onesti. Il sole è tremendo ma fa risaltare tutti i colori di Mataking. Rientriamo al tramondo e ci dedichiamo ad una passeggiata per le vie del mercato, la gente del posto ci guarda, forse i turisti non sono solito spingersi fin qua, compriamo del cocco grattugiato e ci perdiamo nel labirinto di viuzze coperte da tetti in lamiera. Ceniamo con i ragazzi conosciuti in barca, parliamo, ridiamo e ci confondiamo con viaggiatori come noi, conosciuti poche ore prime e salutati per sempre poche ore dopo.

26/08/2010 Semporna – Tawau – Kota Bharu

Tawau è l’aeroporto che dista circa 2 ore di strada da Semporna, partiremo con un volo dell’ Air Asia alle 10.05 direzione Kota Bharu. Prezzo 86 Euro per due persone. L’Air Asia ci pare decisamente più moderna e attrezzata che la Malaysia Airlines anche se in questo caso ci fa partire con più di mezz’ora di ritardo. Arriviamo nel pomeriggio e per questa tappa di passaggio prima di partire per le Perhentian decidiamo di spendere poco e ci accontentiamo di una guest house che al prezzo di 12 Euro ci ospita in due con aria condizionata e colazione compresa. Nulla da rimproverare a questa sitemazione, Cerana Guest House. Il proprietario ci propone il taxi per Kuala Besut (porticciolo dal quale partiremo per Besar) a pochi Euro, noi purtroppo l’avevamo appena prenotato in aeroporto, ennesima fregatura! Per cena seguiamo il consiglio della Lonely Planet, che in questo caso omette dettagli significanti, e ci dirigiamo verso il famoso Nigth food market di Kota Bharu. Che dire, vi piace il cibo di strada? ne troverete a volontà, vi piace stare a contatto con la gente del posto? È sicuramente il posto che fa per voi, amate condividere il vostro cibo con grossi sorci a pelo lungo? Troverete anche questo. A parte il piccolo intoppo, nulla da dire sulla squisitezza del cibo malese. Ordiniamo un murtabak alla banana e un fried rice, sicuramente diverso da qulli serviti in ristorantini super commerciali a caccia del turista perfetto.

27/08 Kota Bharu – Kuala Besut – Pulau Besar. 28-29-30-31/08/2010 e 1-2/09/2010 Pulau Besar

Colazione al seven eleven, acqua calda a disposizione e varietà di miscele per tea, caffè e miscugli vari, noi optiamo per un tea caldo e un milo con muffin confezionato, spendiamo 2 Euro in tutto. Il nostro taxi è puntuale e dopo circa un’ora di strada arriviamo a Kuala Besut, troviamo al volo l’agenzia alla quale il Cocohut Hotel si appoggia per il soggiorno mare. Sono tutti molto gentili e disponibili, ci dicono di aspettare un’oretta e ci indicano un ottimo posto per mangiare panini in attesa della partenza. Non perdiamo tempo e non ci sbagliamo. Kuala Besut appare calma e tranquilla, a ridosso del porto una piccola scuola, mucche lungo la strada e carretti di fiori trainati da anziani del posto. Tutto è coordinato e puntale. Il mare è calmo e la barca a motore per Besar ci carica in poco tempo, il tragitto dura circa 30/40 minuti. Ripeto anche in questa occasione, abbandonate l’idea del mega trolley che se pur capiente e rassicurante, in questo caso vi farà fare solo figuracce! I nostri occupavano il posto di due persone, e la gente rannicchiata accanto ad altri sconosciuti per colpa nostra ci gurdava con sguarda cagnesco. L’attracco preannuncia quella che sarà la vita sull’isola, ci scaricano su di un pontile galleggiante, il trasporto bagagli diventa sempre più interesessante per noi e divertenti per gli altri, assi di legno, piccole strisce di cemento e sabbia ci conducono con non pochi problemi al Cocohut. Ci facciamo una risata. Le recensioni di questo resort lette prima di partire su tripadvisor non promettevano benissimo ma a fine vacanza bisogna assolutamente spezzare una lancia a favore del Cocohut. Se desiderate il trattamento stile villaggio Bravo Club cambiate posto, molto probabilmente isola. Il Cocohut è un piccolo aggregato di casette in legno a ridosso della spiaggia di sabbia bianca, immerso in un giardino di palme. Sconsiglio le suite vista mare, il vostro riposo sarà interrrotto dal via vai di gente e dalle voci poco intime delle comitive di indiani! Peoples view sarebbe meglio di Sea View. Un buon compromesso è il suite garden ed in modo particolare il n. A10, si trova subito dopo la prima fila dei vista mare ma con vista mare! Attenzione ai pipistrelli e attenzione ai varani, ignoreranno educatamente la vostra presenza proprio come se fossero a casa loro, in questo caso gli estranei sarete voi che dovrete posticipare il vostro rientro in camera e dotarvi di scopa per cacciare i volatili dal pareo steso ad asciugare. Il prezzo della camera è di 46 Euro a coppia con colazione. Se desiderate farvi pulire la camera basterà richiederlo alla reception, non è una cosa scontata e automatica.

Inizia l’esplorazione di Besar, calma e rilassante. Il tempo è scandito dall’ora di pranzo e della cena, non vi resterà che scegliere il ristorante che più vi alletta. Si mangia bene ovunque, noi abbiamo provato il Mama’s, che si raggiunge con una canoa o a piedi dotati di scarpette quando arriva la bassa marea, il più economico in assoluto, poi l’Abdul che è senz’altro il preferito tanto che serve la prenotazione se desiderate cenare a lume di candela con tavolini e sedie adagiati sulla sabbia della battigia. Il Cocohut restaurant offre barbecue di pesce a prezzi irrisori, 700 gr di tonno appena pescato, riso, patate al cartoccio, frutta e bere a soli 10 Euro! L’isole è economica, spendiamo in media 6/7 Euro in due a pasto escludendo il barbecue e mangiando cucina locale. Decidiamo di non provare il Tuna Bay in quanto troppo italianizzato, sia nelle proposte, sia nei prezzi. Abbandoniamo il discorso cibo e parliamo della bellezza dell’isola, acqua limpida, soprattutto nella zona antistante l’Abdul dove è possibile praticare snorkeling, sabbia fine e palme sotto le quali rigenerarsi dai cocenti raggio del sole sono gli ingredienti base di Besar. Diversi sono i centri dive che offrono uscinte in barca a pochi Euro, noi personalmente ci siamo affidati all’Universal Dive, consigliatissimo, professionali e molto disponibili. Se cercate escursioni alle isole vicine o addirittura un trasferimento con bagagli a Redang che normalmente sono proposti a prezzi inaccessibili, rivolgetevi ad Aziz, il proprietario del Mama’s, riuscirà ad organizzarvi tutto ciò che desiderate a prezzi super. Noi ci affidiamo a loro per visitare proprio Redang, x 20 Euro a testa abbiamo una barca privata a disposizione per tutto il giorno! Splendita gita, molto più lussuosa che Besar l’isola pare il posto perfetto per le comitive giapponesi, ordinata e composta. Affittate una canoa e girovagate intorno a Besar, e se vi costerà troppa fatica e un tubetto di crema protettiva, quando sbarcherete su Turtle Beach tutto vi sarà ricompensato! Nel tardo pomeriggio dirigetevi oltre la scalinata subito alla fine dell’Abdul e godetevi splendidi tramonti e se volete abbandonare per poche ore la calma dell’isola provate il brivido di un taxi notturno senza luci che vi accompagnerà a Kecil, troverete locali e bar con musica, ottima birra, turisti opposti a quelli dell’isola appena lasciata alle spalle e… vorrete subito tornare da dove siete arrivati. Consiglio le Perhentian ed in particolare Besar a chi ama il mare, il relax, lo snorkeling, le cene in riva al mare e non il lusso sfrenato. L’Abdul è sicuramente la migliore sistemazione per qualità-prezzo ma in bocca al lupo per trovare disponibilità, noi con 5 mesi di anticipo non ci siamo riusciti! Il clima ad agosto si è rilevato ottimale, giorni di sole pieno e solo un piccolo temporale notturno, temperature elevate ma compensate dalla brezza marina. La barca che vi ha condotti all’andata vi riporterà puntuale a Kuala Besuto e Aziz vi aiuterà a cercare un taxi condiviso con altre persone per dividerne il costo.

03/09/2010 Kuala Besut – Bangkok

Lasciati alle spalle i 7 giorni di puro relax ci catapultiamo con ore di trasferimenti e ben 2 voli, uno per arrivare da Kota Bharu a Kuala e uno da Kuala a Bangkok, nella frastornata capitale Thailandese. Arriviamo all’aeroporto di Bangkok alle 16.40 circa e per raggiungere il centro utilizziamo il nuovissimo treno messo a disposizione direttamente in aeroporto e che raggiunge più parti della città ad un costo assolutamente irrisorio: 0,86 centesimi di Euro! L’hotel scelto per questo giorno e mezzo di transizione è il Prince Palace e vista l’offerta di 37 Euro a notte a camera con colazione decidiamo di pagare 2 notti per avere a disposizione la doccia per tutto il giorno successivo dove partiremo alle 20.30 direzione Malpensa. Il 4 stelle al prezzo pagato ci sorprende, la colazione è assolutamente divina e ci rifucilliamo prima di partire per il tour all’MBK, avendo già visitato Bangkok l’anno precedente ci dedichiamo esclusivamente allo shopping fino al momento in cui a quattro zampe dobbiamo prepararci per il rientro in Italia. Conclusione: fatele voi! Costo a coppia: 3.800 Euro pasti, voli, trasferimenti, escursioni, hotel compresi.



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