Kalimera

Due settimane tra storia, cultura, gastronomia e tanto, tanto mare, kalimera!
Scritto da: vanilla&mango
kalimera
Partenza il: 26/08/2011
Ritorno il: 07/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Partenza da Malpensa, atterraggio ad Atene, dalla pioggerellina instancabile della capitale lombarda (quella non ci va mai in ferie, eh?) alla cappa afosa della capitale ellenica. Due estremi, ma non troppo, se si considera che una volta sbarcati, scopriamo che i taxisti sono in sciopero e mi sento quindi ancora un po’ a casa. Niente paura comunque, esiste un bus che collega per 5€ l’aeroporto al centro città e all’ora in cui arriviamo è praticamente vuoto. Il problema spunta fuori, non proprio inevitabile, quando dobbiamo raggiungere l’hotel dal luogo in cui ci lascia il bus: il mio compagno ha la brillante idea di affidarsi al blackberry anche per trovare la via dell’albergo (non solo per angosciarmi con le sue e-mail di lavoro), ma sarà la stanchezza, sarà che non ha propriamente confidenza con il greco..sbaglia a digitare il nome e mi trascina, valigia over-weight compresa, dall’altra parte della città..a piedi! Per fortuna non porto mai i tacchi in viaggio. Atene è in salita. Consiglio vivamente di armarsi della piantina della città PRIMA di partire(e di far opportunamente sparire il blackberry dei vostri compagni di viaggio). A notte fonda arriviamo all’albergo Ilissos, leggermente decentrato, ma a pochi metri dalla fermata della metro che collega l’acropoli, il vero scopo della nostra sosta ad Atene. L’hotel è funzionale, stanze ampie e fornite di ogni comfort, vasca da bagno compresa. La mattina sveglia per una full immersion nel mondo che mi ha accompagnato per ben cinque anni della mia vita, e finalmente ‘si tocca con mano’ (citazione da quegli stessi anni) la storia degli antichi greci. L’acropoli è assolata, polverosa e in salita, su pietre levigate dal tempo, storico ed atmosferico: vivamente raccomandato un cappellino (io compro qui un cappello di paglia a tesa larga, mio compagno di viaggio per tutta la vacanza). Sono luoghi suggestivi, ma occorre un po’ di immaginazione per riportarli ai loro fasti. Il posto che ho amato più di tutti è il Teatro di Erode Attico, ancora attivo: elegante, superbo, magico. Il nuovissimo museo che raccoglie una mappa ideale della storia antica è bello, rinfrescante e ben studiato, ovviamente mancante di alcuni dei pezzi più importanti, ospitati dai musei di tutto il mondo. Qui alcune delle cariatidi dell’Eretteo: vale la visita anche solo per questo. La sera cena romantica sotto l’acropoli. Inutile dire che il motivo per cui essere in questo ristornante non è la cucina, se pur gradevole, ma la vista: dalla terrazza sul tetto è infatti possibile vedere il partenone illuminato, mentre si sorseggia un bicchiere di vino e si gusta uno dei piatti a base di agnello, tipici della cucina greca .

Il giorno dopo si parte per le isole, prima tappa: Folegandros. E’ una piccola isola, ma la chora da sola vale il viaggio: piazzette di pietra, vicoli in calce di un bianco abbagliante, le immancabili piante mediterranee e prelibatezze a portata di mano: nei tanti localini che accolgono i turisti è possibile degustare ogni delizia che si voglia, dallo yogurt greco, morbido come la ricotta, ai tipici piatti greci, moussaka in testa (io semplicemente l’ho adorata). Folegandros offre anche spiagge bellissime, poco affollate (Folegandros è una delle isole delle Cicladi più lontane dalla costa) e con un mare cristallino. Noi affittiamo un motorino per 20€ e percorriamo la strada che costeggia tutta l’isola, permettendoci così di visitare, e goderci, le spiagge più belle, compreso il paesaggio unico di questi luoghi: campagna a picco sul mare, casupole che spuntano coraggiosamente dalla roccia, i muli sotto il sole. Dalla spiaggia di Latinaki è possibile prendere un battello che al costo di 2€ collega con altre calette vicine.

Dopo qualche giorno salutiamo Folegandros per Santorini. Qui è la magia della pietra: le case sono tenacemente arrampicate sugli strapiombi. Raggiungiamo, in parte in bus e in parte in taxi, il nostro meraviglioso hotel. Il bus che parte dal porto, a poco più di 2€ a testa, è molto affollato e male organizzato, lasciano infatti salire e chiedono il prezzo del biglietto solo dopo che anche il corridoio è colmo di passeggeri , borse, zaini e zainetti; il taxi non è molto caro per gli standard italiani, prendendolo da Thira fino a Oia costa 16€, e se non si è pazienti con gli altri turisti lo si può prendere, almeno per i tragitti più impegnativi, per stanchezza e bagaglio. L’hotel da noi scelto è a picco sul mare, inutile dire che lo adoriamo. La prima notte siamo ospiti in un appartamento classico, con tanto di jacuzzi a disposizione, illuminata di notte e assolutamente deserta, da cui godersi il panorama unico che fa di Santorini una delle isole più suggestive di tutto l’arcipelago. I giorni seguenti li passiamo in una tipica casa-caverna, scavata nella roccia, con tutti i comfort, compreso angolo cucina e angolo salotto. E’ bene sapere che gli alberghi di questo tipo sono un dedalo di case rubate alla roccia, con gli spazi esterni condivisi, quindi occorre avere un minimo di adattabilità e sapersi godere una cenetta romantica, a lume di candela, scalzi e rilassati, immersi nella natura esclusiva di questi luoghi, anche se intorno ci sono altri ospiti che fanno esattamente la stessa cosa. Anche qui affittiamo un motorino e marchiamo le tappe obbligate di Satorini: la Thira e le spiagge circostanti, compresa la famosa Red beach. Una nota su quest’ultima: molto bella, suggestiva per il contrasto di colori: il rosso vinaccia della roccia, che ricorda il mosto, contro il blu turchese del mare che lo lambisce, ma sconsiglio di prenderla come base dove prendere il sole e fare il bagno. E’ una spiaggia pericolosa, ed è assolutamente irresponsabile da parte delle autorità greche lasciare che i turisti ci vadano, ci sono continue frane e non bastano i cartelli sul rischio frana a dissuadere i turisti dall’andarci perché l’accesso è addirittura facilitato da una scala in legno, se pur rudimentale, ci sono cartelli ufficiali che aiutano a trovarla e all’ingresso ci sono bancarelle di ogni tipo, che certo non fanno pensare ad un posto pericoloso, dove non si possa andare. Noi proviamo a scendere in spiaggia, vedendovi molte persone, e dopo pochi secondi la nostra discesa (!!) una frana blocca il passaggio originario e cade con grande frastuono in acqua. Fortunatamente nessuno si è fatto male, ma avrebbe potuto succedere e non ci sono sufficienti segnali che indichino la pericolosità di questa spiaggia: va bloccato l’accesso! Detto ciò, una delle spiagge in cui stiamo più volentieri è Kamari. Non vi aspettate una spiaggia particolarmente suggestiva. E’ però una spiaggia grande, che ben assorbe la massa di turisti, attrezzata e con un bel mare dove fare lunghe nuotate. Le altre spiagge non sono comunque molto diverse, tutte o quasi hanno la spiaggia fatta di ciotoli o rena scura. Thira, in cui andiamo la sera con il nostro fedele motorino, è una città caratteristica, tutto un labirinto di vicoli che salgono in alto e ridiscendono sul mare. Ovunque negozietti e locali di ristoro, compresi romantici ristoranti con vista sul tramonto. Noi andiamo in uno di questi, ma solo per fare i romanticoni, consapevoli che non possiamo aspettarci una grande cucina. Infatti è assolutamente mediocre, moussaka senza personalità, tagliere di formaggi commerciali, da supermercato per intenderci, patate al forno cotte male, carne appena sopra la media. E’ rarissimo che posti del genere riescano ad offrire un connubio di gusto ed estetica, quando succede si é in un posto da ricordare.

L’ultima tappa della vacanza è Paros. Sbarchiamo a Paroikia, che a mio avviso non vale più di qualche ora del nostro tempo, e raggiungiamo in taxi Naousa (anche qui c’è comunque un bus che la collega). Naousa è un delizioso villaggio di pescatori, l’hotel prescelto è essenziale, comodo per struttura e posizione, proprio all’ingresso del paesino. Alla reception ci consigliano un ristorante poco prima del ponte (che serve solo a superare un piccolo rivolo), avvertendoci che tutti i locali dopo tale limite sono per i turisti, quindi più cari per definizione. Mai consiglio fu più gradito. Il ristornate è piccolo, a conduzione familiare, lontano dalla bolgia dei turisti, i tavoli apparecchiati con cura danno sul porticciolo, sulle barche e la luce calda del tramonto. Ordiniamo piatti di mare, fatti con maestria, semplici, senza inutili fronzoli e per di più economici. Ottime le alici marinate, la small moussaka e le cozze: fantastiche! Meno invitante il tipico polpo alla griglia, che va preso in onore alla tradizione del posto, ovunque infatti polpi freschi fatto mostra di sé a cavallo di spaghi appesi sulle barche dei pescatori, e ad ogni estremità possibile. Il polpo alla griglia è leggermente gommoso, difficile da masticare, non so se per una improvvisa mancanza del cuoco o perché semplicemente è così il piatto. Comunque una parte della pietanza la offro i tanti micini che affollano tutta la Grecia e che anche qui mi fanno gli occhioni dolci per elemosinare un po’ di cibo. Il centro del villaggio è un cuore bianco, puntellato di piante colorate, negozietti favolosi (compro qui un anello fatto a mano per soli 15€, ma ci sono tanti di quei ninnoli carinissimi da perderci la testa!) e..pasticcerie! Ma chi l’avrebbe mai detto che la Grecia ha un’ottima pasticceria!! Ad Atene mi sono innamorata di una pasticceria vicina all’albergo, assolutamente rapita dal profumo degno di un incantesimo, ma qui cosa scopro? La torta al cioccolato più buona dell’universo!! La vendono in un tagliere stile pizza, con la possibilità, ovviamente, di acquistarne solo un pezzo. Sto disperatamente cercando la ricetta (anzi se qualcuno la sa, che me lo faccia sapere!). A Naousa ci sono tanti locali dove sorseggiare drink, alcuni veramente molto suggestivi, a lume di candela, con il mare a rubare la scena. E senza la calca dei locali turistici. La spiaggia più bella in cui andiamo a Paros è la Golden beach. Molto ventosa, questo angolo di paradiso è attrezzato, non poi molto frequentato, anche se non deserto, essendo comunque una meta nota, con una spiaggia di sabbia fine, dal colore, manco a dirlo, dorato, e un mare trasparente. Davanti a noi un’isola, i surfisti che tracciano le loro linee sospesi sull’acqua e relax, relax tanto relax. Sconsiglio questa località a chi proprio non possa sopportare il vento: qui soffia sempre, forte e non trascurabile, anche se non solleva la sabbia, perché, per qualche ragione a me sconosciuta, questa resta a terra, compatta e soffice al contempo, mentre tutto il resto prende il volo, cappelli compresi. Un’altra spiaggia in cui andiamo volentieri è vicino Naousa, in prossimità di Monastiri (ma è l’altra, quella che inizia con K..pardon, non mi ricordo il nome) con rocce che ricordano moltissimo le spiagge sarde, e mare chiarissimo, dove allenare il mio stile libero, unico difetto: ad una certa ora si riempie, è quello il momento per noi di andarcene! Un po’ soffro la calca, un po’ effettivamente il mare la fa da padrona e c’è pochissimo spazio dove sistemarsi, anche le immancabili sdraio a pagamento vanno a ruba in pochissimo tempo: consiglio capatina in mattinata, sconsiglio nel pomeriggio. Andiamo anche a Lefkes, villaggio medievale, così dice la guida, sulle alture dell’isola, ma sinceramente non la troviamo una meta imperdibile, il paesino è carino, ma non particolarmente tipico (anche se è qui che trovo un bel bracciale a soli 3€, no way!…Ovviamente non prezioso.. ma luccicante, tanto luccicante ;)).

Arrivati alla fine del viaggio, a valigie fatte e rifatte, memoria della digitale riempita, pelle scottata dal sole inclusa, posso dire che: tutte le tappe da noi fatte non ci hanno deluso, neanche Paroikia, dove c’è da vedere solo il famosissimo mulino, quanto meno nei dintorni del porto e del centro, ed Atene, perché, a parte l’Acropoli, non ci ha stupito particolarmente. Il motivo sta nelle bellezze uniche che la Grecia può vantare, si veda la genuina Folegandros, la magia di Santorini, la delizia di Naousa e un mare cristallino che ci ha accompagnato per tutta la vacanza. A parte le spiagge citate abbiamo visto altre spiagge e calette, il cui nome si può ritrovare nelle guide professionali. Da tenere conto che comunque nessuno potrà mai dare un nome a tutte le infinite località che si trovano lungo la costa delle isole, e che spesso sono raggiungibili solo in barca, o rischiando di cadere dal motorino lungo strade non asfaltate, a picco sul mare. I mezzi di trasporto sono presenti, ma sconsiglio di affidarsi completamente a questi, se si sa condurre un motorino e non si ha molto tempo: i mezzi di trasporto pubblico sono spesso in ritardo e affollati. Consiglio comunque di essere prudenti: andare in motorino è semplice, ma la condizione delle strade (curve improvvise, pendenze da vertigine e mancanza di asfalto in certi casi) possono rovinare la vacanza ai meno attenti, abbiamo visto infatti non pochi turisti zoppicare vistosamente, e portare ingombranti medicazioni. Il cibo è per lo più delizioso, fresco, genuino, non molto elaborato, per lo più a base di verdure stagionali e carne d’agnello. Lo yogurt è ovviamente onnipresente, anche se il più buono è a Folegandros, dove evidentemente si offrono i prodotti locali: è qui che abbiamo mangiato meglio, anche le cose più semplici, tra cui una classica insalata greca resa indimenticabile dalla bontà degli ingredienti (vedi una feta cremosa che in Italia non si trova). L’acqua costa solo 50 centesimi in tutta al Grecia la bottiglietta, e il succo d’arancia è vera spremuta, dolcissima e freschissima. Proprio per il basso costo dell’acqua, sconsiglio di farsi prendere dalla calura e prendere una granita nell’area dell’acropoli ad Atene: una granita e una bottiglietta di succo..9€!! Molto meglio acquistare dell’acqua nelle immediate vicinanze, a meno che non se ne possa fare a meno, ovviamente. Ci sono alberghi per tutte le tasche,così come ristoranti o taverne. Noi abbiamo speso in alcune cose, e risparmiato in altre, la scelta va fatta in base ai propri gusti, ma mi sento di dire che la Grecia può essere low-cost e adatta quindi a tutti. Durante il nostro viaggio abbiamo incrociato tantissimi giovani, studenti e non. E’ possibile comunque evitare le mete più affollate e stupirsi di quante poche persone ci siano intorno: basta saper scegliere, evitando le mete più ‘commerciali’, assolutamente fattibile vista la vastità di spiagge, spiaggette, cale, calette a disposizione. I greci sono disponibili, ma qualche volta rudi, e a volte chiassosi, un po’ come gli italiani. Prima di chiudere con questa review, un ringraziamento speciale a Francesca che con i suoi consigli ha reso possibile la scelta delle mete, cosa non facile visto il numero di isole tra le quali optare. Non mi resta che augurare… buon viaggio! In Grecia lo sarà sicuramente!



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