FILIPPINE CON 40 US$ AL GIORNO di Prologo in QATAR

PREMESSA Ciao a tutti cari viaggiatori e care viaggiamucche (cosa non si fa per la parità...). Sono di nuovo il Bruno di Torino, che vi ha già raccontato di Laos e Cambogia, di Myanmar (quello da 25$ al giorno) ed anche quest'anno, sempre con il problema di stringere le spese (devono stare sotto i 50$ al giorno), ma sempre con tanta voglia di...
Scritto da: baldinibru
filippine con 40 us$ al giorno di prologo in qatar
Partenza il: 05/01/2007
Ritorno il: 06/02/2007
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
PREMESSA Ciao a tutti cari viaggiatori e care viaggiamucche (cosa non si fa per la parità…).

Sono di nuovo il Bruno di Torino, che vi ha già raccontato di Laos e Cambogia, di Myanmar (quello da 25$ al giorno) ed anche quest’anno, sempre con il problema di stringere le spese (devono stare sotto i 50$ al giorno), ma sempre con tanta voglia di vedere posti nuovi, vi parlo di Qatar e Filippine.

Così ho utilizzato ancora la stessa compagnia aerea dell’anno scorso, la Qatar Airwais.

Volo Milano-Doha-Manila A/R 740 Euro.

VE 5. 1 Partenza alle 22.30 da Malpensa; questa volta però non c’era la tranquillità dell’anno scorso in quanto l’aereo, oltre ad essere pieno pieno, era anche “pieno” di bambini troppo piccoli che hanno “rallegrato” buona parte della nottata con esibizioni canore e qualche capriccetto di non gradimento della cena…Ma cresceranno, e, cercando di dormicchiare, l’aereo è arrivato puntuale alle 6 a Doha.

Spese. Bus per Malpensa 18 euro, giornali 2,40 euro, disinfettante 3,50 euro, spuntino 6,90 euro. Totale 30,80 euro = circa 40 US$.

SA. 6. 1 Poiché per Manila si riparte alle 23.30, sono uscito a visitare la città, già, però, per uscire, ci vuole il visto che, anche solo per un giorno, costa 34 US$ (per me una coltellata..).

Se vi capiterà, sappiate che per andare in città (a soli 3 Km. Dall’aeroporto) ci sono gli autobus ogni mezzoracirca, prezzo 2 Ryal (per la cronaca, 1 US$ = 3,62 Qryal o 1 Euro = 4 Qryal).

Ho poi percorso a piedi tutta la Corniche, lo splendido lungomare di Doha, un viale grandissimo affiancato da un marciapiede largo circa sei metri con palme e altri alberi tropicali.

Nei pressi della Corniche, a circa metà percorso, si trovano i punti più caratteristici della città: il Pearl Monument, una grande ostrica aperta con una “perla” in pietra e fontana annessa (molto originale), la grande moschea, la torre dell’orologio (un po’ deludente), il forte ed il vicino museo etnografico.

Ho solo visto di fuori perchè sfortuna ha voluto che sabato è tutto chiuso. In più, il palazzo dell’Emiro è rivestito per metà con teloni per ristrutturazione.

Ho proseguito a piedi fino alla fine della Corniche (7 Km.), poi sono tornato per un tratto in autobus, ho pranzato in un ristorante graziosissimo: Kebab King, no, non è il fast food che si può pensare, lasciate perdere il nome, è un ristorante discreto e leggermente caro, ma il cibo è ottimo. Poi, lentamente, vista la bella giornata, ho finito per andare a piedi fino all’aeroporto, arrivando alle 16.30.

Parere conclusivo su Doha: città graziosa di circa 300.000 abitanti (in Italia abbiamo Catania, Bari e Venezia circa grandi così sul mare). Se si viene in Qatar per visitare il paese (occorrono 4 o 5 giorni, è piccolo) allora sì, ma quei 34 $ del visto sono ricompensati solo in parte dal meraviglioso lungomare.

Vi preciso anche che prima di ripartire da Doha si possono riconvertire in dollari i ryal rimasti con una piccola accortezza: il cambio quest’anno si fa solo nelle due banche degli atrii arrivi e partenze (l’anno scorso lo facevano anche alcuni negozi duty free) e il sabato pomeriggio è aperta solo la banca dell’atrio arrivi, per cui, prima di fare il ceck-in, passare di là.

Spese: visto 34$, bus Doha 4 ryal, pranzo 26 ryal, cena aeroporto 36 ryal, souvenir 5 ryal. Totale 71 ryal : 3,60 = 20 US$. 34+20=54 us$. Totale progressivo 54+40=94US$. Media/g 94:2=47US$.

DO 7. 1 L’aereo per Manila delle 23.30 parte all’1.30, volo tranquillo ed alle 15.30, dopo nove ore, è a Manila. Timbro sul passaporto valido 21 giorni rinnovabile (è bello poter dire “gratis” ogni tanto…), cambio un po’ di soldi (cambio 1 US$ = 48,3 pesos filippini PHP o 1 Euro = 60 pesos), rapida corsa al terminal 2 e trovo posto per il volo delle 17.45 per Laoag, volo puntuale con arrivo alle 18.50. Atterraggio purtroppo disastroso, brutta forte “botta” sulla pista, sbandamento laterale con frenata troppo brusca,ma…Ci siamo.

Efficientissima ragazza al banco informazioni turistiche di Laoag che in 10 minuti mi trova e prenota hotel (Paradise Lodge) e jeepney a prezzo accettabile. Le jeepney sono curiosissime variazioni di vecchie jeep americane modificate, allungate, allestite con due lunghi sedili laterali posteriori, coloratissime e con accessori svariati e sono il principale mezzo di trasporto sulla breve e media distanza.

Curiosità dell’albergo. Il prezzo della camera è di 550 pesos, ma, per effetto di un decreto comunale per la riduzione del rischio di malattie sessuali trasmissibili, viene fornito obbligatoriamente ai clienti un preservativo del costo di 10 pesos, da pagare indipendentemente dal fatto che tu lo usi o meno. Questo regolamento è esposto in tutte le camere; lascio a voi ogni commento, però non riesco a non trovarlo simpatico; questa cittadina, anche per la presenza di un casinò, è meta di turismo anche sessuale, soprattutto nei week end, da parte dei “più ricchi” Taiwanesi. Cena in albergo e, per stasera, basta.

Spese (in PHP): taxi Manila terminal1-terminal2 150, volo per Laoag 3291, tassa uscita aeroporto Manila 200, jeepney aeroporto Laoag-hotel 250, hotel Laoag 560, cena 130. Totale 4581 : 48,3 = 95 US$.

Totale progressivo 94+95=189US$. Media/g 189:3=63US$.

LU 8. 1 Da Laoag a Vigan, S. Fernando e Manila praticamente ci sono autobus in continuazione con tempi di percorrenza diversi a seconda delle fermate effettuate.

Sono partito alle 8.45 da Laoag ed arrivato alle 11.10 a Vigan. Vicino alla fermata c’è una agenzia viaggi che mi ha trovato l’hotel Gordion Inn (è un B & B – bed and breakfast, però, per la camera economica, quella da 600 pesos, vale solo la prima B…).

Ho poi preso un altro autobus per una breve escursione alla splendida chiesa di S. Maria (circa 40 Km. A sud) non a caso patrimonio dell’UNESCO; al suo interno dimora anche una colonia di simpaticissimi pipistrelli.

Al ritorno, la visita di Vigan, un piccolo gioiellino che ricorda (per chi ci è stato…) la Granada del Nicaragua o la Trinidad di Cuba, però è molto più piccola, per girare il centro storico, se proprio cammini a piedi lentamente, ci vuole un’ora.

Caratteristici i calessi (ma io non vedo bene quei poveri cavalli), la via lastricata con le case coloniali e le due piazze Salcedo e Burgos con la stupenda cattedrale. Ho visto anche le immagini su internet, ma non le rendono giustizia, è un’emozione trovarsi davanti alla facciata ed alla torre campanaria.

Il difetto di Vigan è che… È tutto qui, però lontanissimo dalla capitale e, se hai pochi giorni, ne occorrono almeno due di viaggio.

Nella piazza davanti alla cattedrale c’è una specie di vasca di circa 40 m. X 20 contenente le Isole Filippine in miniatura con alcuni dei principali siti, poi c’è una seconda vasca gigante (circa 100 m. X 40) con solo acqua, e due piccoli giardini, uno con rappresentato il centro storico di Vigan in miniatura e l’altro con le riproduzioni di alcuni fra i maggiori monumenti del mondo, fra cui il Big Ben, la torre Eiffel, il Colosseo, il Partenone, le Piramidi, il Taj Majal, il tempio di Angkor, la piramide di Chichen Itza, la Statua della Libertà, gli igloo, l’House Opera, la Muraglia Cinese e la basilica di S. Basilio.

Per una buona cena vi consiglio il Cafè Leona, una vecchia casa coloniale dove mi sono fatto convincere dal cuoco filippino, che dice di aver lavorato in Europa (anche in Italia), be’ ha fatto una pizza veramente squisita, ingredienti ben dosati, giusta temperatura nel forno a legna, quando bisogna riconoscerlo, bisogna riconoscerlo, fatta veramente bene anche come pasta, complimenti (ed è rarissimo che io mangi una pizza, oltretutto buona, fuori dall’Italia). Ci sono anche piatti giapponesi, cinesi e locali. Durante la cena vieni “rallegrato” dal videokaraoke, dove, i clienti che lo desiderano, si esibiscono cantando (più o meno bene) davanti al televisore che trasmette la musica e le parole. Alle 21 la città praticamente chiude i battenti.

Spese: colazione 100, triciclo taxi Laoag 20, bus per Vigan 100, hotel 600, riso e bevande 120, bus per S.Maria A/R 100, cena 325, acqua e bibite varie 104. Totale 1469:48,3= 30 US$.

Totale progressivo 189+30=219US$. Media/g 219:4=55US$.

MA 9. 1 Giornata di trasferimento. Dalla zona sud di Vigan, un po’ nascosto dietro al mercato pubblico, c’è un terminal da cui parte ogni 15 minuti un bus per S. Fernando (La Union)-esiste anche un altro S. Fernando più vicino a Manila-. Sono partito alle 9.35 ed arrivato a S.Fernando alle 13.45.

Appena sceso, sono subito salito sull’altro autobus per Baguio (leggi Baghio,in spagnolo, come tantissime città) partito alle 14 con arrivo a Baguio alle 16.

Ho trovato, grazie anche all’aiuto di Irene, un’infermiera conosciuta in autobus, l’hotel Bonifacio, camere spartane e bagno ancora di più, però pulito, per 560 pesos. Irene lavora in un ospedale in Arabia Saudita con contratti di lavoro a termine, adesso sta trascorrendo un periodo a casa. Ci siamo dati un appuntamento quasi “al buio” per fine mese a Manila quando andrà a trovare parenti e amici. Vedremo.

Baguio è tutto un saliscendi, ma di bello ci sono solo la discreta cattedrale ed il parco pubblico.

Spese: bus per S.Fernando 180, bus per Baguio 60,hotel 560,cena 175, bus per Banaue per domani 360, bibite varie 56, internet per 15minuti 5. Totale 1396:48,3=29 US$.

Totale progressivo 219+29=248US$. Media/g 248:5=50US$.

ME 10.1 Seguito del trasferimento di ieri.

Da Baguio alle 8 parte l’autobus per Banaue, il paese delle terrazze di riso.

Per Banaue ci sarebbe una strada che, andando in direzione nord, transita da Bontoc ed arriva poi a Banaue in 150 Km. Circa, ma attualmente l’ultimo tratto è interrotto per cui il bus da Baguio scende in direzione di Manila fino a Urdaneta, poi devia a sinistra fino a S.Josè dove si incontra con la strada che da Manila va a Banaue; un giro che diventa di 330 Km. Con arrivo alle 15.45. Negli ultimi 10 Km. Della salita di Banaue sono arrivate nebbia e pioggia che mi hanno fatto temere per i panorami, ma più tardi è tornato il bel tempo. Banaue è una brutta cittadina arroccata sul versante di una collina e ci sono case puntellate con colonne di cemento che a vederle fanno paura; se frana qualcosa viene giù mezzo paese.

Ad eccezione di tre resort, tutti gli alberghi sono spartani.

Spese: taxi per il terminal di Baguio 31, colazione 35, pranzo in viaggio 90, hotel Stairway Lodge a Banaue 500, cena 75. Totale 731:48,3=15US$. Totale progressivo 248+15=263US$. Media/g 263:6=44US$.

GI 11.1 Le terrazze di riso di Banaue sono proprio la più volte nominata ottava meraviglia del mondo. Avevo visto quelle di Bali, avevo visto foto, cartoline, persino i documentari di Alle falde del Kilimangiaro,ma non mi sembravano poi così particolari; possibile che anche qui sia intervenuto l’UNESCO? Eppure certe cose devi proprio trovartele davanti. E’ come guardare una foto della Gioconda sul giornale e poi andare al Louvre, ma qui il paragone è ancora maggiore: qui sembra di vedere Leonardo mentre la dipinge. Ho fatto diverse foto, ma serviranno solo a me come ricordo, non è certo guardandole che ti viene voglia di dire “be’, ci vado”.

Non so se chi leggerà queste righe capirà, ma sono sicuro che capirà chi ci è già stato; per gli altri è un invito in un paesino fuori dal mondo per cui si impiegano fra andata e ritorno e visita almeno tre giorni.

Le terrazze sono modellate lungo il fianco delle montagne; dal wiew point principale (i wiew point sono tre) ho contato un “palazzo” di 33 piani di terrazze. La precisione di queste risaie lascia emozionati, soprattutto guardando anche i vari sentierini che si snodano fra i piani, sentierini stretti e fangosi, non sempre sicuri perchè il rischio di frana esiste, ma indubbiamente sono opere d’arte.

Gli abitanti però cominciano a lamentarsi perchè queste opere non sono redditizie, i ragazzi preferiscono dedicarsi al turismo nascente e i vecchi indios, nei loro costumi tradizionali coloratissimi, hanno imparato ad aspettare i turisti ed a chiedere 20 pesos per farsi fotografare con loro.

Sono stato al wiew point con un ragazzo dell’albergo che, con il suo triciclo, mi ha fatto fare il giro, portandomi anche a visitare un vecchio villaggio etnico degli Ifugao (vi garantisco che non vale la pena) ormai turisticizzato, con capanne adattate a bungalow e vecchi attrezzi per la lavorazione dei campi. Lasciate perdere.

La sera purtroppo mi è stata rovinata (attenzione, è un mio parere, chiunque può essere o meno d’accordo) dalla vista di un barbecue gigante su cui due cuochi stavano arrostendo per la cena, con molta cura, un cane.

Spese: hotel 500, foto con indios 20, triciclo per wiew point 300, acqua 12, pranzo 100, maglietta 150, cena 110, bus per domani per S.Josè 205. Totale 1397:48,3=29 US$.

Totale progressivo 263+29=292US$. Media/g 292:7=42US$.

VE 12.1 Giornata di trasferimento. Partenza alle 7 da Banaue, arrivo alle 12.10 a S.Josè, ripartenza con altro autobus alle 12.20 ed arrivo a Manila alle 18. L’autista mi fa scendere davanti al terminal dei bus per Legazpi; la partenza è prevista per le 21, per cui ne approfitto per cenare.

Spese: colazione 70, bus S.Josè-Manila 223, snack, succhi e bibite varie 194, cena 130, bus per Legazpi 900. Totale 1517:48,3=31US$. Totale progressivo 292+31=323US$. Media/g 323:8=40US$.

SA 13.1 L’autobus delle 21 è partito alle 21.30, sosta dopo 4 ore, poi dopo altre 4 (fra l’altro si scambiano i due autisti) ed arrivo a Legazpi alle 7.50.

Negli ultimi chilometri la strada costeggia la base del vulcano Mayon, presentando vedute affascinanti dal punto di vista panoramico, ma tragiche perchè si vedono i disastri causati dal fango staccatosi qualche mese fa dal vulcano per un uragano e che, sceso in pianura, ha travolto villaggi, case, risaie, strade, anche un ponte della ex ferrovia; sarà una ripresa dura e lenta, ma qui non si sono scoraggiati a lungo.

Ho trovato l’hotel Tanchuling, ho fatto un giro per la città, anche se non offre molto, qui le meraviglie sono il vulcano Mayon, dal cono quasi perfetto, ma oggi con la cima ricoperta di nuvole, e la vicina chiesa di Daraga (8 Km) costruita con rocce vulcaniche, ma, secondo me, lasciata un po’ andare.

Per informazione, l’unico posto dove si possono cambiare i soldi il sabato è il negozio di ottica Aldana nei pressi del supermercato LCC, il cambio è corretto e senza commissioni in quanto il negozio è autorizzato dal governo. Durante il pranzo a Daraga si è scatenato un nubifragio violentissimo, durato circa due ore, bè, ho avuto un po’ (tanta) paura che si ripetesse il “bis” del disastro di qualche mese fa, poi, d’incanto, è finito tutto.

Nel pomeriggio ho assistito ad una scena particolarissima. Mi trovavo all’interno di un centro commerciale e al 4° piano ci sono un reparto di vendita di articoli per bambini,poi un grandissimo locale occupato per metà da un fast food e nell’altra metà, senza alcun tipo di separazione, si stava celebrando una messa; quindi canti sacri, musica dal fast food e altoparlanti pubblicitari in contemporanea. Mai visto!.

Spese: Hotel 650, pila per sveglietta 120, trasporti cittadini (fra cui jeepney per Daraga) 128, pranzo 78, bibite varie 73, internet 16, cena 302. Totale 1367:48,3=28US$.

Totale progressivo 323+28=351US$. Media/g 351:9=39US$.

DO 14.1 Piove ancora a Legazpi quando parto alle 7.15 sulla jeepney per Daraga; arrivo alle 7.30 al terminal, colazione e alle 8 ripartenza con minibus per Sorsogon, arrivo alle 9, ripartenza con jeepney alle 9.25 ed arrivo a Matnog alle 10.50 presso il ferry per Allen (isola di Samar). Si pagano11 pesos per entrare al terminal del ferry, alle 11.30 imbarco, il biglietto si fa all’ingresso del traghetto (90 pesos) ed alle 12 si parte lasciando così l’isola di Luzon con il sole che si fa breccia fra le nuvole.

Una scena commovente: seduti su due sedili padre e bambina stanno mangiando insieme riso e pezzetti di carne e verdura portati sicuramente da casa in quanto contenuti, senza alcuna “barriera” , in una scatola di cartone (per essere più chiari…Da scarpe).

Il traghetto arriva ad Allen alle 14 e, sul piazzale, bellissimo (sì, aspetta…) ci sono pronti gli autobus per le varie direzioni, così alle 14.30 partono tutti (sì, aspetta…) tutti, meno il mio su cui stanno facendo una riparazione che sembra abbastanza faticosa, in quanto si è rotto il radiatore e oggi è domenica per cui l’autista e gli assistenti devono in qualche modo arrangiarsi da soli.

Alle 15.30 arriva un altro autobus della stessa compagnia che ha terminato il servizio e qui viene loro l’idea di smontare il radiatore dall’autobus appena arrivato e rimontarlo sul nostro (!?! ma non poteva ripartire l’autobus stesso? Bruno, stai zitto, non suggerire soluzioni semplici!!!).

Essendo due autobus perfettamente uguali (sì, aspetta…) al momento dell’applicazione del radiatore i fori di fissaggio naturalmente non coincidono. Tutto da rifare. Si rimonta il radiatore buono sul suo autobus e ci si rimette a cercare di riparare il nostro. 16.00, 16.30,…17.00…Qualcuno va in paese a caccia di un saldatore e qui, anche se non ci credi, Dio esiste, e sa saldare. Riparazione, prova tenuta, rimontaggio e…Partenza, sono solo le 18.30.

La strada è in condizioni pietose, l’asfalto è continuamente rotto da buche di ogni dimensione, piccole voragini, crepe che costringono l’autista a continui zigzag a velocità ridotta. Piove di nuovo. Solo gli ultimi 50 Km. Di strada sono in buone condizioni e l’autista corre, corre (anche troppo, rischia due volte di sbandare e viene ripreso dall’assistente), poi alle 2.20 sfreccia a tutta velocità sul nuovo ponte lungo circa 3 Km. Che collega l’isola di Samar con l’isola di Leyte; pochi chilometri dopo arriviamo al terminal di Tacloban. Sono le 2.45 di lunedì, 8 ore e 45 minuti per 247 Km… Ma non è ancora finita. Al terminal, a 3 Km. Dalla città, c’è per fortuna un triciclaio sveglio che mi porta all’hotel Angelo, camere singole a 750 pesos, ma va bene; però l’addetta alla reception mi dice che ci sono solo camere doppie e può farmele solo a 1000 pesos anziché 1215. No, faccio ancora un altro tentativo, il triciclaio mi porta al Plaza (ahi! Quando leggo il nome temo una stangata ancor maggiore, invece c’è una doppia che può farmi a 720. Ok.). Di fronte all’hotel c’è una specie di fast food all’aperto, aperto 24 ore, ma ha solo un pezzo di pollo fritto freddo e una ciotola di riso. Mangio,pago, salgo in camera e…Stavolta è finita. Buona notte. Sono le 3.30.

Spese: jeepney e triciclo per Daraga 29, colazione 50,bus per Sorsogon 60, jeepney per Matnog 70, ingresso porto Matnog 11, caffè 15, ferry per Allen 90, bus per Tacloban 400, snack e bibita 96.

Totale 821:48,3=17US$. Totale progressivo 351+17=368US$. Media/g 368:10=37US$.

LU 15.1 Mi sono svegliato alle 11, ho aperto la finestra, un magnifico sole. Fuori, Bruno, purtroppo bisogna vedere tutto entro le 17.30, poi è buio.

Jeepney per Palo, cittadina a 12 Km. Dove, sulla Red Beach, c’è uno straordinario (per me) monumento: il Leyte Landing Memorial, una specie di vasca con trenta cm d’acqua in cui vi sono le statue che raffigurano il generale Mc Arthur e alcuni soldati al momento dello sbarco alle Filippine nel 1944 per liberarle dal dominio giapponese. A me ha fatto una certa impressione.

Tornato a Tacloban, un giro per il mercato poi alla Calvary Hill, una collinetta lungo il cui percorso vi sono le stazioni della Via Crucis con statue in pietra a grandezza naturale raffiguranti i vari momenti (molto belle).

Dalla cima della collina il panorama è stupendo; si vede tutta la città, il mare, l’isola di Samar e, sulla sinistra, si intravede anche il ponte che collega le due isole.

Un avvertimento: per salire alla collina occorre percorrere un tratto di strada di circa 200 m. Fra bidonville (tipo le favelas brasiliane); non è consigliabile andarci da soli, io mi sono messo a parlare con un ragazzo del posto che mi ha accompagnato fino in cima mentre tutto il quartiere mi guardava da dentro e fuori le case e i bambini mi ronzavano attorno, ma tutto è andato bene, forse basta sorridere e salutare tutti.

Al ritorno ho lasciato 100 pesos al ragazzo (tutto felice), poi, all’uscita dal quartiere, una bambina che avrà avuto 10-12 anni mi ha invitato a provare i suoi “longaniza” (sono specie di salsicce-wurstel rossi che vengono cotti sulla brace). Non avevo molta voglia e mentre studiavo la risposta ho guardato tutti quelli che mi guardavano e che attendevano la mia risposta; alla fine le ho lanciato la sfida: – Ok, attenta però, la voglio ben cotta ma non bruciata-. Si è messa d’impegno, ha tolto il cappuccio protettivo alla salsiccia e l’ha posata sulla griglia; la girava continuamente con una forchetta mentre con l’altra mano agitava un ventaglio per soffiare sul fuoco. Ogni tanto la spennellava diosolosaconchecosa, un liquido bianco semicremoso (se non avessi avuto fiducia nella bimba avrei detto che era …Saliva…), quanta cura! quanto impegno in quella ragazzina,non vedeva più nessun altro oltre a quella salsiccia.

Alla fine me l’ha consegnata, l’ho assaggiata (be’, sai che era buona!) e le ho fatto qualche tonnellata di complimenti. 7 pesos, ma non ho voluto il resto dei 10 che le ho dato, così è rimasta ancora più contenta e anch’io ho salutato tutti e ringraziato per la compagnia, ricevendo in cambio il saluto di mezzo quartiere.

Infine ho telefonato in Italia e voglio dirvelo perchè certe cose mi fanno arrabbiare. Qui c’è un posto telefonico a circa 100 m. Dal Plaza, il RCPI, un ufficio che principalmente fa servizio di money transfer, ma ha anche il telefono a scatti, senza schede, per cui paghi solo il consumo (ovviamente di più); per 1 minuto e 20 secondi di telefonata ho speso 77 pesos (ricordate 1 euro=60 pesos?). Cosa dovrei dire alle nostre compagnie telefoniche, vergognatevi?. Ma no, non si preoccuperanno più di tanto. Io non sono nessuno, sono solo un cliente che brontola un po’, ma per uno come me ce ne sono centomila a cui va bene così.

Spese: Hotel per 2 gg. 1440, pollo notturno 68, pranzo 135, jeepney per Palo A/R 31, triciclo per memorial 7, trasporti vari in città 14, bibite varie e acqua 75, guida Calvary Hill 100, longaniza 10, telefono 77, cena 112, rasoio 17. Totale 2086:48,3=43US$. Totale progressivo 368+43=411US$. Media/g 411:11=37US$.

MA 16.1 Giornata di trasferimento con qualche piccolo contrattempo. L’autobus per Maasin delle 8 parte alle 9.35 perchè ha dovuto attendere altri arrivi in ritardo. Ma la strada è ottima, si viaggia bene. Mentre si attendeva la partenza ho chiesto ancora informazioni sul traghetto Maasin (isola di Leyte) – Ubay (isola di Bohol) ma continuavano a dirmi: -No ferry Maasin-Ubay, bateau, quindo no traghetto, ma battello (e che differenza fa? Mah!, sì…Aspetta). Durante il viaggio però ho rimurginato su perchè mi dicono una parola francese in un discorso inglese?.

Alle 11.40 l’autobus (che è un pullmino tipo Vanette) ferma nella chiassosa cittadina di Baybay, il cielo è splendido, il sole picchia, il mare è blu…Bello.

Dopo 50 minuti altra fermata in un paese dallo strano nome: Batò. Rimurgino e intanto vedo un cartello che indica ferry per Cebu e Ubay. Alt. Chiedo ancora aiuto e spiegazioni all’autista in quanto da Batò a Maasin ci sono ancora 27 Km. L’autista, sentite alcune persone, mi dice che il ferry per Ubay è qui, da Maasin non c’è più da due anni. Bene. Giù il bagaglio, chiedo a che ora c’è, alcuni mi rispondono che è il giorno dopo alle 9, altri che è il giorno stesso alle 15. Poiché il molo è a 100 m. Dalla fermata, vado e mi confermano che il traghetto parte alle 14.30. Mangio un boccone volante poi mi reco al traghetto, un bel traghettone che mi tranquillizza (come quello Matnog-Allen).

Vicino al traghettone ho visto e fotografato una bella-brutta pump-boat, barca a motore lunga circa 20 m e con ai lati due enormi bilancieri fatti con canne di bambù e legati con cavi indescrivibili (non so come facciano a tenere, vecchi e logori) agli alberi della barca, bilancieri che dovrebbero impedire il rovesciamento della barca anche con mare mosso, altrimenti non potrebbero andare a pescare nella stagione delle piogge. Era una barchetta con il suo fascino, ma non so se e quanto sicura ed affidabile.

Comunque salgo sul traghettone, chiedo il biglietto e l’omino mi dice: – Cebu, solo andata o A/R ? -.

-Un momento- rispondo- come, Cebu? Io devo andare a Ubay. – Ah, signore, questo va a Cebu, il traghetto per Ubay è quello- e mi indica, senza possibilità di dubbio, la pump boat appena descritta.

-Bruno, cerchiamo a questo punto di ragionare, si tratta di due ore e mezzo di traversata, lo fa tutti i giorni per due volte al giorno, è omologata per 87 persone, come da cartello appeso e oggi siamo una trentina; ma del resto qual’è l’alternativa? Andare a Cebu e poi scendere a Bohol da altra via, ma con perdita di due giorni. Salgo all’ultimo momento, guardo la cabina di comando, un gabbiotto aperto di “quasi” 1 metro quadrato con al centro, come ruota di comando del timone, il volante di chissà quale vettura con il centro fissato ad un bastone di legno (probabilmente un ex manico di scopa) fermato a sua volta con staffe in legno fissate con chiodacci sulla parete del gabbiotto; in fondo al bastone c’è un tamburo su cui si avvolge la fune che, attraversando il ponte superiore della barca, va a comandare il timone.

Eppure è stato un viaggio tranquillissimo e simpatico, il sole mi ha annerito faccia e braccia ed alle 17.10 si è arrivati a Ubay. Da qui altro pullmino ed alle 20 arrivo a Tagbilaran, il capoluogo dell’isola di Bohol. Stanchezza alle stelle. Ho scialacquato un po’ sull’albergo, hotel Chriscent Ville, vicino alla Cattedrale, 850 pesos, ma per stavolta passi. Cena e buona notte.

Spese: jeepney per terminal Tacloban 7, bus per Maasin 150, colazione 26, ingresso porto Batò 5, triciclo 10, ferry per Ubay 180, pranzo 56, bus per Tagbilaran 130, triciclo 10, hotel per 2 notti 1700, cena 155, internet 10. Totale 2439:48,3=51US$. Totale progressivo 411+51=462US$. Media/g 462:12=39US$.

ME 17.1 Oggi le due perle dell’isola di Bohol (bè, diciamo, per me, una perla e mezza). Tempo ottimo, caldo, sole.

Da Tagbilaran c’è un autobus per Carmen, verso l’interno dell’isola, dove, dopo circa 50 Km., c’è il parco con belvedere delle Chocolate Hills: si tratta di gruppi di colline a forma di semisfera quasi perfettamente rotonde. Sono una cosa fuori dal comune, però, per la verità, non fanno gridare dalla gioia come le terrazze di Banaue; qualcosa di simile, per chi c’è stato, sono le Jazmine di Cuba (zona di Pinar del Rio).

Per la cronaca partenza alle 9,20 dal terminal Dao a 3 Km. Dalla città, arrivo a Chocolate Hills alle 10.40, si pagano 10 pesos di ingresso poi c’è 1 Km. Di salita non ripida su strada asfaltata per arrivare al belvedere. Chi vuole risparmiarsela può servirsi dei ragazzi che con le loro motociclette vi portano su per 10 pesos.

Le Chocolate, nella stagione secca, cioè adesso, dovrebbero essere prive di vegetazione e quindi apparire di colore marrone, cioccolato appunto, ma da qualche anno piove anche nella stagione secca per cui la vegetazione c’è e le vedi tutte verdi. Per i Filippini questo sconvolgimento del tempo non è un buon segno.

Ripartenza dalle Chocolate alle 11.45 ed arrivo al terminal Dao alle 13.20, nuova ripartenza alle 13.45 per Corella con arrivo alle 14.10. Breve corsa in moto con ragazzo (qui ci vuole) fino al Tarsier Center (circa 4 Km., 80 pesos A/R), ingresso quasi libero perchè l’incaricato ti chiede una donazione di almeno 20 pesos, poi ti accompagna per un breve percorso di circa 20 minuti nella foresta; non c’è alcun pericolo ma non ti lasciano andare da solo. Durante il percorso ti indicano le tarsier: queste bestiole sono le più piccole scimmie del mondo, sono lunghe 30 cm, ma quando stanno aggrappate agli alberi non le vedi e sono alte circa 12 cm esclusa la lunga coda. Vige il divieto assoluto di toccarle in quanto, pur docili e che si lasciano fotografare anche con i flash (ma cerchiamo di non esagerare), se toccate si spaventano e scappano e poi è un problema andarle a ritrovare. Hanno due occhi grandi e sono di una tenerezza infinita; un corpo minuscolo e zampe e coda come quelle di un topolino. Eccezionali.

Ripartenza alle 15.30 ad arrivo a Tagbilaran alle 15.45. “Fotografabile” la chiesa di Corella.

Spese: colazione 130, triciclo per terminal Dao 20, bus A/R per Carmen 110, ingresso Chocolate 10, bibite varie 123, pranzo 46, jeepney per Corella A/R 20, moto per tarsier center A/R 80, donazione 30, cena 165, internet 10, bus città 6.Totale 750:48,3=16US$.Totale progressivo 462+16=478US$.Media/g 478:13=37US$.

GI 18.1 Altra giornata di trasferimento. Partenza da Tagbilaran alle 8.40 per Tubigon. Quando l’autobus passa da Calape, dopo circa 40 Km., si vede una chiesa dai colori sgargianti; avevo letto nella guida che non poteva non essere notata e così ho deciso di scendere a Calape e poi proseguire dopo.

La chiesa è dipinta esternamente di un verdemare vivace (il termine più usato è “pugno nell’occhio”) ma a me questi colori un po’ fuori dal normale sono sempre piaciuti; anche l’interno è ben allestito pur nella sua semplicità; una curiosità è che sulle porte sono raffigurati i ritratti, scolpiti nel legno, di alcuni papi, profeti e santi con i relativi nomi, sempre scolpiti.

Ripartenza con altro autobus dopo circa mezzora ed arrivo a Tubigon alle 10.40.

Qui alcune compagnie di navigazione garantiscono praticamente un servizio di traghetto con Cebu ogni ora, ma in certi orari anche ogni mezzora, i traghetti sono di vari tipi, il mio era una via di mezzo fra il traghettone Matnog-Allen e la pump boat Batò-Ubay, prezzo 158 pesos per 2 ore e 20 minuti di traversata.

Tutto il giorno tempo nuvoloso, mezzora di pioggerellina, ma mare calmo. Arrivo a Cebu City alle 13.30. Trovo l’hotel Hallmark, in centro, e faccio un primo giro d’orientamento.

Spese: colazione 105, triciclo per terminal 20, bus per Tubigon 50 (anche se sono sceso a Calape, 12 Km. Prima), jeepney per Tubigon 19, ferry per Cebu 158, pranzo 105, bibite varie 75, hotel per 2 notti 1280, cena 125, cartoline, buste e souvenir 151, internet 15. Totale 2103:48,3=44US$. Totale progressivo 478+44=522US$. Media/g 522:14=37US$.

VE 19.1 Un sole caldissimo per tutta la giornata. Inizio la visita di Cebu City.

Vicino al mio albergo ci sono due gioielli, la basilica del Santo Nino, un complesso di chiesa e convento molto antichi e ben tenuti ed addobbati a festa per domenica prossima, la festa di Cebu, e la cattedrale, anch’essa ben conservata e con all’interno una particolarità che non avevo mai visto: la campata centrale è fatta come un teatro, puoi assistere alle funzioni al piano terra oppure puoi salire al piano superiore e metterti in uno dei sei balconi che si affacciano sull’interno della chiesa, proprio come i loggioni di un teatro.

Poco lontano, il forte di S.Pedro, ma non è niente di speciale, la cosa che lo rende curioso è che è di forma triangolare, l’unico che mi ricordo di aver visto, gli altri cominciavano tutti con almeno quattro lati.

Sempre nei dintorni c’è una piccola cappella (Magellan cross) con la croce piantata da Magellano durante il suo viaggio e sul soffitto della cappella sono dipinti i momenti principali del suo sbarco, fino alla sua uccisione; è un monumento un po’ particolare.

Poi mi sono recato all’Ufficio Immigrazioni, 4 Km. Fuori dal centro verso l’isola di Mactan. Arrivo alle 11.30 ma l’incaricato mi dice che è già chiuso e riapre alle 13 (dovevo fare l’estensione del mio visto aeroportuale di Manila, che vale solo 21 giorni, mentre il mio rientro è previsto per il 6 febbraio).

Poiché mi ha visto un po’ scoraggiato e titubante, ha preso la palla al balzo, mi ha spiegato la procedura per l’estensione, costo 2000 pesos (ennesimo furto legalizzato, sempre secondo i miei pensieri), però c’è da aspettare tanto nel pomeriggio, forse addirittura c’è da tornare il giorno dopo, ma esiste anche la “procedura d’urgenza”. Gli chiedo in cosa consiste (anche se lo immagino già), lui mi accompagna nel suo ufficio e quando siamo lì mi dice che, per chi non può attendere il tempo ordinario, con un piccolo supplemento di 1000 pesos per diritti d’urgenza…Come le nostre lettere cosiddette “posta prioritaria” oppure, se vuoi andare da Torino a Roma, esistono treni interregionali da 10 ore o eurostar da 7 ore con“supplementi” . Gli lancio la sfida, accetto, ma appena esce dall’ufficio voglio misurarne l’efficienza e mi metto a cronometrare il tempo: il funzionario rientra in ufficio dopo 2 minuti e 28 secondi con il mio passaporto già timbrato e firmato e con la ricevuta del pagamento già compilata, timbrata e firmata. Una velocità sorprendente, tenuto conto che gli uffici erano chiusi.

Ma non pensiamoci più di tanto. Esco, percorro circa 300 m. E sulla destra c’è un ristorante dove con 125 pesos, bevande escluse, da pagare appena entri, vai al buffet e prendi tutto quello che vuoi, riso, noodles, pollo, manzo, maiale, pesce, verdure, frutta, dolci, tutto a volontà anche facendo più “giri”, ovviamente con il divieto di portare fuori cibo. Fino a qualche anno fa li avrei fatti impazzire perchè gli avrei semisvuotato il buffet, ma quando non si hanno più 30 anni bisogna comportarsi da adulti, soprattutto nei confronti del proprio fegato e del proprio sangue.

Questo ristorante si chiama Mandaue Food Fiesta e ve lo raccomando per l’ottima qualità del cibo (il cibo , nelle Filippine, raramente fa venire l’acquolina in bocca).

Ho poi preso varie jeepney fino all’isola di Mactan, unita adesso all’isola di Cebu da due ponti e sede dell’aeroporto internazionale, ma dove si trova anche il monumento a Magellano eretto nel punto in cui avvenne la sua morte.

Spese: colazione 105, cartoline e bolli 616, ingresso forte S.Pedro 21, taxi per ufficio immigraz. 150, rinnovo visto 3000, pranzo 125, trasporti vari Mactan-Cebu 124, bibite varie 75, souvenir monete 15, cena 118.

Totale 4349:48,3=90US$. Totale progressivo 522+90=612US$. Media/g 612:15=41US$.

SA 20.1 Per gli amanti dell’efficienza e della burocrazia, vi comunico che tutti gli uffici postali di Cebu, compreso quello centrale, il sabato sono chiusi (oltre, naturalmente, la domenica).

Proseguo la visita di Cebu City che, non vi ho detto, è molto grande, ha più di tre milioni di abitanti (circa Roma), un traffico micidiale a tutte le ore e, in quanto quasi priva di autobus, viaggiano solo le jeepney a ritmi forsennati con fermate ovunque vengano richieste.

Ho visitato due templi cinesi, soprattutto il Taoist è meraviglioso, posto sulla collina di Beverly Hill (si chiama proprio così, come quella di Los Angeles), poi sono passato a vedere lo zoo: uno spettacolo inenarrabile, lo zoo è piccolo, ha solo una gabbia troppo piccola per le scimmie, quattro o cinque voliere con pappagalli e un uccello strano, il lapai, mai visto prima, sembra un incrocio fra cicogna e casuario, poi gabbie di conigli in condizioni pietose, due vasche con un coccodrillo ciascuna troppo piccole e gabbie con serpenti molto mal tenute. C’è solo una signora non più giovane che ha una specie di casa-baracca-ufficio dove vive con un bambino. Non si paga ingresso, ma la signora ti chiede una donazione per gli animali. Nient’altro, si visita in 10 minuti, percorso totale 100 m. Di lunghezza e 30 di larghezza. Terribile, ma anche lei non può fare di più.

Sceso da Beverly Hill sono andato al Waterfront Hotel, l’albergo-città più lussuoso di Cebu. Avevo letto che nell’atrio, sul soffitto c’è un planisfero gigante (50 m. Per 30) riprodotto da quello disegnato da Magellano; è veramente stupendo; sempre nell’atrio ci sono vari negozi, la hall dell’albergo e i ristoranti con bar dai prezzi inaccessibili (per me).

Ho provato a chiedere il prezzo di una camera ma l’addetta alla reception mi ha subito fermato dicendomi che fino a giovedì era tutto pieno…

L’atrio è aperto al pubblico però all’ingresso c’è il personale di vigilanza che ti perquisisce molto correttamente.

Purtroppo sono arrivato tardi al Museo dell’Università di S.Carlos, pieno principalmente di riproduzioni di animali, alcuni anche estinti.

Ad eccezione del tempio taoista, tutti gli altri posti sono molto distanti fra loro, per cui il tempo corre.

Spese: colazione 111, donazione zoo 30, pranzo 140, trasporti vari in città 62, hotel 3^ notte 640, bibite varie 70, cena 161. Totale 1214:48,3=25US$. Totale progressivo 612+25=637US$. Media/g 637:16=40US$.

DO 21.1 Riprende il viaggio con alcune curiosità.

Dall’hotel al terminal degli autobus ci sono circa 700 m.; mi alzo presto e alle 7.30 sono lì, mi indicano l’autobus per Toledo, salgo, c’è già l’autista con il motore acceso…Ma non parte; dopo 15 minuti timidamente chiedo a che ora è prevista la partenza; risposta: -alle 9- (piccolo colpo al cuore, ma oggi è domenica e per di più la festa di Cebu per cui ci sono pochi autobus per Toledo, ogni due ore).

Scendo, faccio colazione, passeggio un po’ per il terminal poi alle 8.15 sono di nuovo all’autobus e vedo l’autista che mi fa segno di salire subito: si parte, ma come, non alle 9? No, si parte subito perchè tanto l’autobus è già pieno. Ma…E quelli che arriveranno?. – Non c’è problema – mi risponde l’autista – prenderanno quello delle 11-. (già è logico, prenderanno il prossimo, Bruno, ma che domande cretine fai…) Alle 8.30, appena fuori città, l’autobus si ferma, l’autista scende, si infila in una casa e ne esce inspiegabilmente dopo 20 minuti (misteri filippini, sarà mica andato a casa sua a fare colazione?!?).

Si riparte e l’autista lancia l’autobus lungo la strada costiera sud verso Naga, una strada a due corsie per ogni senso di marcia che viene affrontata a velocità folle, sorpassando a destra e a sinistra, tagliando la strada agli altri, suonando continuamente il clacson, due sorpassi in terza fila sulla corsia del senso opposto, insomma definirlo “pirata” è offendere i pirati. Si arriva a Naga alle 9.05, poi si lascia la strada costiera e si va verso l’interno dell’isola. Qui sembra avvenire la conversione di S. Paolo, l’autista cambia faccia, è tranquillo, guida calmo, si lascia sorpassare addirittura facendo cenni di assenso ai conducenti, una guida da 10 e lode lungo le colline fino all’arrivo a Toledo alle 10.20, sulla costa ovest dell’isola di Cebu.

Casualmente alle 10.30 c’è il traghetto per S.Carlos (isola di Negros) traghetto tipo quello Tubigon-Cebu.

Giornata magnifica, sole e mare blu; arrivo a S.Carlos dopo due ore e minibus per Bacolod che però parte solo quando è pieno (per fortuna solo mezzora di attesa). L’autobus attraversa le montagne di Negros e sull’altipiano, da cui si vede anche un panorama stupendo, ci sono anche, in misura minore, altre Chocolate Hills, come quelle di Bohol.

A Bacolod trovo quasi subito la pensione Bacolod, lascio il trolley, riprendo un altro autobus e vado a Silay, la seconda città definita “storica” dopo Vigan. Però Silay per me è stata una delusione, c’è solo una bella cattedrale, poi il Balay museum, una strana abitazione a due piani tutta in legno e piena di oggetti di antiquariato, ma non vale, secondo me, neanche i 40 pesos del biglietto di ingresso. L’altro edificio citato nella guida, la Pink House o Bernardino Ancestral House, è una specie di catapecchia, ma proprio brutta (poiché questi sono pareri personali, se qualcuno fosse già stato, mi aiuti a capirne di più, gliene sarò grato). Silay è ancora più piccola di Vigan; visita durata 45 minuti e rientro a Bacolod.

Bacolod ha una cattedrale stupenda sia dentro che fuori; antichissima fuori e ben tenuta, all’interno invece è stata rimodernata pur senza perderne le caratteristiche originali.

La domenica, fra l’altro, è prevista nel pomeriggio una messa ogni ora dalle 14.30 alle 20.30; sono capitato alle 18.30, chiesa piena, ma organizzata con telecamere e monitor anche fuori sul piazzale per poter seguire la funzione “in diretta”.

Spese: colazione 62, bus per Toledo 60, triciclo per ferry 15, ingresso porto 7, ferry per S.Carlos 145, triciclo per terminal S.Carlos 20, bus per Bacolod 100, taxi per hotel 70, hotel 370, bus A/R per Silay 20, bibite varie 84, cena 309. Totale 1262:48,3=26US$. Totale progressivo 637+26=663US$. Media/g 663:17=39US$. LU 22.1 Giornata intensa. Stamattina sveglia presto poi alle 9 sono andato a visitare il Negros Forest Ecological, una specie di piccolo zoo in cui sono ospitati alcuni animali tipici delle Filippine a rischio di estinzione.

Simpaticissimi i cervi piccoli delle Visayas, i maialini delle Visayas caratterizzati dal muso molto allungato, stupendo il maral, detto anche gatto leopardo e originali i colombi di Keay, piccioni dello stesso colore dei nostri, ma di grandezza tripla; ci sono anche alcuni rapaci come l’aquila filippina e una specie di civetta gigante. Il centro è molto ben tenuto da ragazzi e ragazze che fanno volontariato; adesso stanno anche preparando la vasca e l’ambiente per i prossimi arrivi dei coccodrilli.

Poi, al porto, a imbarcarmi sull’aliscafo per Iloilo (isola di Panay), velocissimo, un’ora di traversata.

Appena si sbarca a Iloilo si viene assaliti dai taxisti che ti vogliono portare al terminal degli autobus per Caticlan. Caticlan è il paesino posto al nord dell’isola di Panay da cui partono le pump boat per l’isola di Boracay, definita la più bella spiaggia delle Filippine.

I taxisti ti chiedono 400 pesos, rifiuto e la seconda offerta è di 200, ma è troppo, rinuncio anche se uno di loro scende a 150. Bisogna resistere perchè a 200 m. C’è la strada principale su cui passano le jeepney (bisogna prenderne due) per il terminal che è veramente lontanissimo (15 Km.) dal centro città.

Appena arrivato al terminal scendo dalla jeepney e devo salire subito sul bus che sta partendo (sono le 14) per Caticlan (una “fortuna” con la… “C” maiuscola).

La strada non è buona, è asfaltata ma piena di rattoppi (che gioia per gli organi di sospensione…) fin quasi alla città di Kalibo, poi è tutta in ottime condizioni, ma tortuosa; risultato: per percorrere i 256 Km. Da Iloilo a Caticlan ci vogliono 5 ore e 20 minuti. Arrivo a Caticlan alle 19.20, buio pesto, mi dicono che non ci sono alberghi, l’autista del bus mi indica il Tolosa Lodge House, ci vado e va bene così; è una casa privata dove vivono papà, mamma, figlia, altra figlia con tre bambini e l’alloggiamento è in una delle camere dei figli che vengono quindi “sfrattati” e sistemati in un’altra camera. Ma anche questo fa parte del gioco della vita.

Spese: colazione 120, donazione centro NFE 200, aliscafo per Iloilo 230, triciclo e jeepney per terminal 59, bus per Caticlan 433, bibite varie 105, alloggiamento 300, cena 84. Totale 1531:48,3=32US$.

Totale progressivo 663+32=695US$. Media 695:18=39US$.

MA 23.1 Appendice alla serata di ieri. Dopo aver scritto tutto mi sono fermato un po’ a parlare con questa simpaticissima famiglia, poi, vista la cordialità, con una scusa sono uscito, sono andato in un negozio ed ho comprato dei gelati che tutti, ma soprattutto i bambini, hanno divorato con gioia.

Stamattina mi hanno offerto la colazione, una specie di brioche ripiena di cioccolato (non mi piacciono i dolci, ma ho fatto buon viso) e il caffè; poi la mamma mi ha detto che al porto lavora l’altra figlia che, naturalmente, mi aspettava lì.

Prima del porto sono passato agli uffici della Seair (Sud East Asian Airlines) per informazioni sul volo Caticlan-El Nido (El Nido è ormai diventata la perla n. 1 delle Filippine, ed è sull’isola di Palawan), ma è troppo troppo stranamente caro. Il volo è diviso in due parti, da Caticlan a Coron (isola di Busuanga) c’è solo il giovedì con partenza alle 12.15 ed arrivo alle 13.10 e costa 5500 pesos (assurdo, avevo pagato 3291 pesos Manila-Laoag, stessa durata), poi altri 2500 da Coron a El Nido, ma solo il venerdì per cui bisogna fermarsi una notte a Busuanga. Per tornare a Manila ci sono poi vari voli sia da El Nido che da Puerto Princesa, il capoluogo di Palawan, ma occorrono altri 4800 pesos. Peccato. Sarà per la prossima…Vita.

Come non mi persi d’animo l’anno scorso quando rinunciai, per lo stesso motivo quattrinario, alla perla Sittwe del Myanmar, così ho ringraziato l’efficientissima precisissima ragazza della Seair e sono andato subito al porto (che è poi di fronte all’ufficio) e qui ho trovato l’altra figlia che, oltre a fare quattro chiacchiere, mi ha anche ringraziato (ma di cosa?) e mi ha fatto accompagnare da un suo amico fino a Boracay e qui mi ha anche trovato l’hotel a prezzo, per me, accettabile: si chiama Isla Bonita Resort (resort solo di nome) e tutto questo senza farmi pagare nulla (a questo punto gli ho lasciato 200 pesos che lo hanno fatto sorridere ancora di più).

Al porto di Caticlan le pump boat vanno e vengono praticamente in continuazione, l’isola di Boracay è lì di fronte a poco meno di 2 Km., 10 minuti di barca, poi il triciclo fino all’hotel.Almonento del biglietto del traghetto si deve pagare una tassa di ingresso a Boracay di 50 pesos (no comment).

Qui è una meraviglia, il ricordo dell’anno scorso di Ngapali Beach in Myanmar è ancora forte in me ed anche questa spiaggia le è molto simile, sabbia fine bianchissima e palme di ogni misura.

White Beach è il capoluogo dell’isola ed è divisa in tre grandi parti che ancora vengono chiamate “station 1, 2 e 3” perchè erano i tre punti di attracco delle pump boat (adesso gli attracchi sono tutti nella zona sud dell’isola). Nella zona della station 1 ci sono principalmente i resort di lusso, nella 2 quelli medi e nella 3…Quelli che cerco io.

Il prezzo dell’hotel è di 1000 pesos per un bungalow con ventilatore, bagno, ma senza aria condizionata e di 1500 con aria condizionata. Troppo, ma quando mi chiedono per quanti giorni e rispondo “tre” allora fa 800 per notte. Ok, del resto è bello, il bungalow ha anche la sua veranda con amaca, è pulito e grazioso.

C’è anche il ristorante dove però occorre avere un po’ di pazienza perchè cucinano tutto sul momento; io ho preso il pollo barbecue con riso di Java. Ho atteso 25 minuti ma guardavo la cura con cui il cuoco ha fatto il mio pollo sul barbecue che è situato all’aperto quasi di fronte al mio tavolo. Una delizia anche il riso Java, riso giallo con la longaniza e le verdure, il tutto completato da succo di ananas e caffè finale.

Ah! dimenticavo, prima di pranzo un tonico, splendido, rilassante bagno nelle chiare limpide calde acque di Boracay.

Pomeriggio in assoluto relax, bagni e passeggiate lungo la spiaggia, ma è inutile descriverlo, l’avete capito già da soli.

Una curiosità. E’ il primo posto dove si vedono un po’ di turisti; a parte due tedeschi a Vigan e altri tre a Banaue; non c’è molto movimento, gli alberghi sono pieni sì e no al 20-30%; probabilmente anche il recente uragano di Legazpi con relative tragiche immagini viste in televisione deve aver lasciato il segno nei turisti, come lo tsunami di due anni fa.

Spese: gelato di ieri sera 100, ingresso porto Caticlan 20, pump boat per Boracay 20, tassa ingresso Boracay 50, hotel per 3 notti 2400, triciclo per hotel 100, mancia alla guida 200, pranzo 240, succo 40, cena 255. Totale 3425:48,3=71US$. Totale progressivo 695+71=766US$. Media/g 766:19=40US$.

ME 24.1 Giornata di quasi assoluto riposo, già, quasi, perchè io proprio non riesco a stare sdraiato per ore sulla sabbia, così al mattino una tranquilla passeggiata per il lungomare e il centro del paesino a scoprire e fotografare le particolarità; bagno lungo (sì, riesco a stare anche un’ora e mezza in acqua).

Nel pomeriggio, su consiglio della ragazza della reception, sono andato a Monte Luho, una collina al nord di Boracay a circa 3 Km. Dall’albergo; per andarci non cercate i tricicli, si rifiutano in quanto l’ultimo chilometro di strada non è asfaltato, è in salita e in condizioni disastrose con buche e pietre affioranti. Ci vanno i ragazzi con le moto oppure, più raramente, qualche jeepney, ma, se possono, lo evitano anche loro.

Ti chiedono, per le moto, 200 pesos solo andata, ma, dopo un rifiuto e dopo che mi hanno visto partire a piedi (ci vuole un’ora e 15 minuti con tranquillità, se vuoi) allora scendono di prezzo e con 130 pesos (e li vale tutti) mi hanno portato lì.

All’arrivo c’è una piccola gradinata da fare per arrivare al Wiew Point, sono solo tre minuti di una gradinata terribile, se ti distrai un attimo rischi proprio la frattura del piede. Ma quando arrivi il panorama è stupendo, si vede tutta Boracay quasi come fosse una carta geografica poi, sempre verso sud, si vede l’isola di Panay con Caticlan, mentre verso nord si vedono le isole Romblon. Inoltre c’è un piccolo zoo con scimmiette, tre aquile filippine stupende, un mustelide di cui non ricordo il nome e alcuni aironi; non è un bellissimo spettacolo, ma le bestiole sono sane e, presumibilmente, ben seguite. Ingresso 50 pesos, ma per quello che c’è e che vedi ne avrei pagati anche 200. Ritorno a piedi, la strada passa per la costa orientale di Boracay, ma questo tratto è brutto, spiaggia sporca di alghe e detriti vari e mare brutto; è frequentato, perchè molto ventilato, dai surfisti.

Mi sono fermato per cinque minuti per una bibita in un negozio di alimentari dove, fra l’altro, vendono la pasta italiana, fatta a Perugia (Spigadoro, per non fare pubblicità), ma, per me, qui è troppo cara, 65 pesos il pacco da 500 gr.,praticamente come in Italia (ricordate 1 euro=60 pesos); è una specialità, come per noi comprare il salmone. Seduti a un tavolino ho così fatto conoscenza con i primi turisti italiani visti in 20 giorni, tre ragazzi toscani, due Franco e un Marco (…Ma non c’è l’euro adesso?)… Bruno…Dai…

Spese: colazione 215, pranzo 120, moto per Monte Luho 130, ingresso Monte Luho 50, souvenir 210, cena 160, bibite varie e acqua 158, internet 45. Totale 1088:48,3=23US$. Totale progressivo 766+23=789US$. Media/g 789:20=39.

GI 25.1 Oggi è stata forse la prima giornata in cui sono stato (quasi) completamente fermo, due passeggiate, tre bagni.

Però ho voluto togliermi ancora un pezzo del tarlo di El Nido. Sono andato a informarmi sul perchè di questo prezzo così alto. Mi hanno spiegato che l’aereo Caticlan-Coron Busuanga (che c’è solo il giovedì) è un aereo da 4 posti, per cui ha certi costi di gestione, non solo, ma se i quattro posti non sono occupati, l’aereo non parte a meno che i passeggeri presenti si accollino la spesa di 4 persone, e mi hanno anche detto scherzando che puoi anche protestare all’ONU, tanto rimani a terra se il volo non è tutto pagato.

Analogamente, se il volo è tutto pieno, come in alta stagione, devi attendere la settimana successiva.

Altra soluzione è fare Caticlan-Cebu-Puerto Princesa, ma essendo un tragitto molto più lungo, il prezzo finale, pur essendo inferiore, non cambia molto; c’è il vantaggio che questo volo c’è quattro volte la settimana.

Un’altra particolarità che noto da vari giorni: qui gli “sport” nazionali sono tre, in testa a tutti la pallacanestro, che qui è una vera fobia, ci sono campetti e canestri dappertutto, poi le orrende (mio parere) ma straperfettamente organizzate serie di tornei di combattimento dei galli ed infine qui impazza il videokaraoke, tanti locali ne sono provvisti, con moltissimi ristoranti dove devi anche sorbirti le “esibizioni” del tuo vicino di tavolo fra una portata e l’altra; ma anche questo è Filippine che suscitano simpatia.

Spese: colazione 140, pranzo 210, bibite varie e acqua 92,internet 40, souvenir 50, cena 190. Totale 722:48,3=15US$. Totale progressivo 789+15=804US$. Media/g 804:21=38.

VE 26.1 Oggi il dollaro deve aver avuto un certo calo, è cambiato ovunque a 46 pesos. Ciò vuol dire che sui 200 $ cambiati ho ricevuto 9200 pesos anziché 9600 ( circa 8 $ in meno) per cui, avendo quasi finito i pesos precedenti, da oggi il calcolo delle spese verrà fatto con il $ a 46 pesos.

Arrivo a Caticlan in mattinata, splendida accoglienza ancora dalla famiglia del Toledo Lodge. Sulla pump boat mi si è impigliata la borsina a tracolla che porto sempre con me, strappandosi da un lato, ma uno dei ragazzi del Lodge mi ha portato da un suo amico calzolaio che mi ha fatto una riparazione d’oro, sembra nuova, per 20 pesos. Allora gli ho fatto anche riparare una scarpa che sembrava da buttare (si era aperta sulla punta per circa 7 cm.) e anche qui per 20 pesos me l’ha rimessa a nuovo. Sono rimasto talmente contento che gli ho dato 60 pesos, rendendo felice anche lui.

Girando poi per Caticlan scopro che questo paesino è lungo solo 500 m., è una frazione di Malay (a 5 Km.) ed ha assunto questa importanza per la presenza dell’aeroporto e del porto; e scopro che ci sono anche due alberghi, vicino all’aeroporto.

Ho visto anche due cose tragicomiche (se ci pensi bene sono più tragiche che comiche, ma sono così). La prima: appena finisce il paesino stanno costruendo il nuovo terminal degli autobus Philtranco, con annesso ristorante. Bene, gli operai stanno lavorando all’allestimento dell’intelaiatura in legno su cui poggerà il tetto mentre, sotto di loro, protetti solo da una lamiera, ci sono i tavoli del ristorante, che è già in funzione, con la gente che mangia (la polvere è già compresa nel prezzo…).

La seconda: subito dopo il terminal, la strada per Malay passa perpendicolarmente all’inizio della pista dell’aeroporto e nel tratto interessato (circa 100 m.) ci sono due sbarre, tipo passaggio a livello, che due addetti (ma oggi ne ho visto uno solo) abbassano per fermare il traffico durante l’atterraggio degli aerei (ma oggi non è stato fatto…). In pratica a Caticlan arriva da Manila un aereo circa ogni ora (ma nel week end in certi orari sono anche più frequenti), più due voli giornalieri per Cebu ed il celebre settimanale per El Nido (il lavoro non manca), per cui quando sta per arrivare un aereo suona una sirena che si sente per tutto il paese, ma poi nessuno si preoccupa più, tanto vicino alle sbarre c’è anche un cartello con lo stop che dice: -Fermati e guarda prima di passare!. Io sono stato un’ora e mezza e vedere tre aerei in atterraggio, ma vi garantisco che gli aerei non si sentono finchè non ti attraversano la strada lì davanti. Roba da non credere neppure alle foto che ho fatto.

Spese: colazione 171, souvenir 200, caffè 30, triciclo per porto Boracay 100, ingresso porto 20, pump boat per Caticlan 20, bibite e acqua 30, alloggiamento Caticlan 300, riparazione borsa e scarpa 60, pranzo 72, cena 112. Totale 1115:46=24US$. Totale progressivo 804+24=828US$. Media/g 828:22=38US$.

SA 27.1 Stamattina al Toledo Lodge una nuova sorpresa: è venuta a far visita alla famiglia la mamma della mamma di casa insieme alle figlia che lavora al porto (che oggi è di riposo). Così, a famiglia completa, si vedono quattro generazioni; una bellissima foto ricordo che manderò loro appena potrò. Un commovente abbraccio da tutta la famiglia.

Partenza alle 11 dal molo su un traghettone per la più lunga traversata di questo viaggio, da Caticlan a Roxas (isola di Mindoro, parte orientale) con arrivo alle 15.45; cielo limpido, sole, mare tranquillo, traversata ottima, altra abbronzatura semiarrostimento su faccia e braccia.

Da Roxas dopo 10 minuti parte il pullmino per Calapan, capoluogo di Mindoro orientale, dove si arriva alle 18.45. Strada in buone condizioni.

Spese: gelato bambini 100, ingresso porto 20, ferry per Roxas 330, pranzo 90, bus per Calapan 180, triciclo per Hotel 30, hotel Vila Adela 500, cena 178, acqua 19. Totale 1447:46=31US$.

Totale progressivo 828+31=859US$. Media/g 859:23=37US$.

DO 28.1 Giornata tranquilla. Partenza da Calapan alle 9 su jeepney, arrivo dopo circa 40 Km. (di cui 30 asfaltati) tortuosi a Puerto Galera, sulla costa nord di Mindoro, cambio di jeepney e arrivo, dopo altri 6 Km., a Sabang Beach alle 11.30.

Sabang Beach è una frazione di Puerto Galera, ma è decisamente più vivace; è un insieme di alberghi, alberghetti, locande, guest house e locali notturni di ogni prezzo, quasi tutti direttamente sul mare che però non è proprio limpido nè adatto per i bagni. Alla fine del paesino vi sono altre due baie con spiagge più “balneabili” (certo non è Boracay). Ho trovato una specie di bungalow (Jaa Lodge), camera con angolo cottura, bagno, veranda con sofà vista mare. Durante il viaggio ho fatto quattro chiacchiere con un ragazzo di Bologna con cui poi, in serata ci siamo aggregati a due veronesi per una buona mangiata di pesce.

Dopo cena una passeggiata per la via principale, che è molto stretta (non più di 2 m.) e solo pedonale, ma con continue fermate da parte di ragazze di ogni età che…Ma l’amore a pagamento non fa per me ( e non per non uscire dai 50 $ giornalieri… Ma anche questo è solo un mio pensiero).

Spese: colazione 69, triciclo per terminal 20, jeepney per Puerto Galera 75, jeepney per Sabang 20, hotel per 3 gg. 2250, pranzo 125, acqua e bibite varie 100, internet 68, cartoline 12, cena 236. Totale 2975:46=65US$. Totale progressivo 859+65=924US$. Media/g 924:24=39US$.

LU 29.1 Giornata nuvolosa. Ne ho approfittato per andare a visitare Puerto Galera. Ho fatto a piedi tutto il giro del paese, ma è proprio brutto, compreso l’Excavation museum, una piccola stanza che contiene solo vasi cinesi e thailandesi di 2000 anni fa e che invano un solerte ragazzo cerca di valorizzarmi, sono proprio brutti, forse gli esperti o gli archeologi mi fucilerebbero, ma (sempre mio parere) non vale neanche il fatto che ingresso e spiegazioni sono gratuite.

Girando per l’unico supermercato ho visto in vendita gli spaghetti Barilla (sempre per non fare pubblicità), pacco da 500 g. A 72 pesos.

Al ritorno ho fatto l’ennesimo tentativo di telefonare in Italia e finalmente ho preso la linea. Sempre per la serie “non arrabbiamoci con le compagnie telefoniche nostrane” per 1 minuto e 9 secondi ho pagato 10 pesos.

Seconda serata a cena con i tre italiani, due dei quali con aggregata graziosa e (meno male) simpatica ragazza filippina; e altra mangiata di pesce.

Spese: caffè 45, jeepney per Puerto Galera A/R 30, pranzo 120, souvenir 118, telefono 10, internet 57, pane e prosciutto 96, cena 250. Totale 726:46=16US$. Totale progressivo 924+16=940US$. Media/g 940:25=38US$. MA 30.1 Sveglia presto, colazione in camera, caffè fuori e via per due mete apparentemente vicine, ma poi il tempo passa.

Jeepney alle 9 per Puerto Galera ed arrivo alle 9.15. Vado al terminal della jeepney per Calapan, la prima segnata sulla lavagna del box biglietteria (ma non esistono biglietti) è alle 10.10, bè, faccio un giretto nei dintorni, poi però mi viene in mente Cebu-Toledo, torno alle 9.45 e l’autista mi sollecita, la jeepney è piena per cui anche questa volta si parte in anticipo! Viene così cancellato sulla lavagna l’orario delle 10.10 e viene scritto 9.50! Dopo 14 Km. (circa mezzora) scendo alle Tamaraw Falls, piccole ma graziose cascate che cadono da circa 50 m. Nei pressi della strada, poi proseguono sotto dove, scendendo alcuni gradini, ci sono due specie di piscine in cui si può fare il bagno (ma non oggi perchè, cielo nuvoloso, l’acqua è sporca). C’è anche un’area attrezzata per pic nic ma senza alcun negozio per cui devi portarti tutto da casa.

Faccio conoscenza con una simpatica famiglia che sta pranzando; in particolare la seconda figlia, Regina, mi invita a andare a trovarla a Manila ed a vedere il posto dove lavora, un centro benessere di massaggi e cure (spero seri). Vedremo.

Verso le 12.15 risalgo sulla strada ed attendo una jeepney, ma poco dopo ne arriva una carica di merci che si ferma e mi offre un passaggio sul tetto per 30 pesos, decisione di cui poco dopo mi ero già pentito, ma ormai è fatta e dopo mezzora di scossoni scendo mezzo rotto a Puerto Galera. “Ricompongo” ossa e muscoli, soprattutto quelli “sacri” (sia ossa che…Muscoli) e torno a pranzare dov’ero stato già ieri e per cui merita spendere due righe. E’ un bar con ristorante che si trova di fronte alla chiesa dell’Immacolata Concezione, si salgono 10 gradini e ti trovi su uno spiazzo su cui c’è il ristorante. Si chiama Bar Grill Jennis Alley e voglio citarlo per il gustosissimo chopswei (misto di verdure con piccoli pezzetti di carne) dal sapore indimenticabile.

Poi in triciclo alla spiaggia di White Beach, a circa 5 Km. Da Puerto Galera, bellissima con mare stupendo e caldo, per l’ultimo bagno di queste vacanze. Rientro a Sabang, ultima cena con i ragazzi italiani e terza mangiata ittica. Ho anche prenotato il ferry per domani.

Spese: caffè 25, jeepney per Puerto Galera A/R 30, jeepney per Tamaraw Falls 50, ingresso cascate 20, jeepney rompiossa per Puerto Galera 30, pranzo 120, triciclo per White Beach A/R 50, bibite varie 36, internet 35, cena e bibite 244, ferry per Batangas per domani 170. Totale 810:46=18US$.

Totale progressivo 940+18=958 US$. Media/g 958:26=37US$.

ME 31.1 La giornata meno bella, finora, di tutte le vacanze.

Sono le 9.15 quando dalla baia di Sabang parte la pump boat per Batangas (isola di Luzon). E’ una barca molto grande, circa quanto un aliscafo, però già nei primi minuti balla tremendamente, i bilancieri sbattono l’acqua ed arrivano spruzzi per tutti, per cui vengono calati i teloni protettivi laterali in plastica trasparente. Verso le 9.40 arrivano alcune grida dalla parte posteriore perchè fuoriesce del fumo dalla stiva che contiene il motore. Ci fermiamo così in mezzo al mare mosso con la barca che continua a ballare; qualcuno (be’ anch’io) comincia a preoccuparsi, ma il “comandante” mantiene una calma ammirevole, si avvicina ai più spaventati, gli dice qualcosa in filippino che sembra faccia presa e li convince a stare tranquilli; poi lui stesso apre la botola ed entra per primo nella stiva per verificare il guasto. Ci lavora per cinque interminabili minuti poi, sempre con una calma sbalorditiva, fa segno a tutti che “proviamo a ripartire”.

La barca si rimette in moto a bassa velocità, ma appena il comandante prova ad accelerare, i marinai dal fondo gli gridano qualcosa (esce di nuovo il fumo) per cui si ferma una seconda volta, ripassa davanti a metà dei passeggeri (preoccupati, ma stavolta io no, mi ha ispirato fiducia) sempre con il suo calmo sorriso, riapre la botola, ridiscende nella stiva, armeggia nonsocosa e dopo pochi minuti risale. Affida il timone a un altro e lui si mette in fondo a controllare il motore.

Dopo altri 10 terribili minuti di “balli” (eppure il mare non è più mosso) la barca incredibilmente smette di oscillare e procede liscia come su olio; si arriva a Batangas alle 10.50 con 35 minuti di ritardo.

Non ho potuto fare a meno di avvicinare il comandante e di complimentarmi con lui, non tanto per la riparazione tecnica (è poi anche il suo mestiere), ma per la sua padronanza della situazione. Bravo, lupetto di mare, è abbastanza giovane, secondo me non ha più di 35 anni, ma si è dimostrato un vero uomo e un vero comandante.

A Batangas c’è l’autobus per Manila quasi ogni mezzora, però mentre sto salendo parlo con alcuni autisti perchè voglio andare a vedere il lago Taal per cui anziché prendere l’autobus diretto per Manila (quello che percorre l’autostrada) ne prendo un altro che percorre la strada nazionale, quindi serve diverse città e paesi, fino a Tanauan, poi un triciclo fino al terminal delle jeepney per Talisay, poi a Talisay un altro triciclo per il terminal delle jeepney per Tagaytay, la principale cittadina sul lago Taal.

Come sempre, le jeepney non hanno orari e le trovi quasi sempre per cui partenza alle 12 da Batangas, arrivo a Tanauan alle 13.30, ripartenza alle 13.50 per Talisay con arrivo alle 14.15, ripartenza alle 14.25 ed arrivo a Tagaytay alle 14.55. Fino a Talisay la strada è tutta in pianura, poi l’ultima jeepney sale fino ai 700 m. Ed anche qui il motore soffre, l’autista versa quasi continuamente l’acqua in un contenitore vicino al volante collegato, con un tubo, direttamente al radiatore, che ogni tanto sbuffa.

Cerco un albergo ma sono tutti cari, oltre 1000 pesos, poi trovo un ragazzo che con il suo triciclo mi porta in una guest house in ristrutturazione, non ci capiamo sul prezzo del triciclo mi dice 30, ma all’inizio ero convintissimo mi avesse detto 13, ma, non avendo prove, gli dò i 30 e lo congedo un po’ bruscamente, cosa di cui poco dopo mi pento, ma ormai è fatta, cercherò di non ripetere questo genere di errori.

Questa guest house è lontanissima dal centro, circa 5 Km., ma non posso perdere tempo se voglio vedere il lago prima che faccia buio, per cui accetto la stanza tugurio, solo intonacata, bagno senza acqua né lavandino, c’è solo il tubo della doccia ma senza il diffusore… 700 pesos, ma mollo il bagaglio, pago, esco, prendo una jeepney cittadina, poi un’altra e così via… Ma il panorama del lago, che sarebbe stupendo, è parzialmente rovinato dalla foschia; niente foto.

Tagaytay è situata sulla cresta di un vulcano al cui interno c’è un lago molto grande; al centro del lago, emergono poi i coni di altri due vulcani e questi ultimi, secondo i vulcanologi, starebbero per esplodere da un momento all’altro, ma la situazione non sarebbe, per la popolazione, così pericolosa come per il Mayon di Legazpi. In pratica, oggi è andato quasi tutto storto.

Spese: caffè 25, pranzo 135, bus per Tanauan 65, triciclo per terminal 20, jeepney per Talisay 19, triciclo per terminal 10, jeepney per Tagaytay 40, triciclo per guest house 30, guest house 700, bibite varie e panino 158, cena 164, jeepney varie Tagaytay 64. Totale 1430:46=31US$.

Totale progressivo 958+31=989US$. Media/g 989:27=37US$.

GI 1.2 Stamattina prima di partire ho ancora dato uno sguardo al meraviglioso panorama del lago Taal, ancora però parzialmente rovinato dalla foschia, quindi niente foto, per cui ho lasciato Tagaytay senza troppi rimpianti.

Due ore di autobus (da Tagaytay praticamente partono ogni 10 minuti) e arrivo a Manila, zona sud di Pasay City. Non so perchè, ma anche se sono solo le 11 sono molto stanco, forse sta uscendo tutta la fatica accumulata.

Trovo un hotel, il Sogo, un po’ caro, 970 pesos, ma la camera, pur se piccola, mi piace molto, ha gli spazi ben sfruttati e ci si può girare comodamente anche in 10 metri quadrati, TV, acqua calda, aria condizionata. Mi lascio andare un po’ sul letto, ma dormo quasi due ore.

Avendo diverse cose da fare mi muovo, sono a due passi dalla stazione metrorail EDSA, la metropolitana di Manila tutta sopraelevata che, pur costando il doppio dei bus normali, è molto comoda per i lunghi spostamenti. Ha però due scomodità, una è che non esistono abbonamenti di nessun genere né biglietti cumulativi né tessere per cui per ogni corsa devi fare code chilometriche per il biglietto, la seconda è che non puoi neppure comprare, ad esempio, 10 biglietti e tenerli per quando ti serviranno, a fine giornata scadono, quindi vanno presi di volta in volta e il prezzo varia da 10 a 14 pesos a seconda della distanza che devi percorrere; all’uscita poi devi infilare nuovamente il biglietto nell’apposita macchinetta che controlla così che tu abbia pagato la cifra giusta, questo in pratica non ti consente, una volta che sei sul treno, di cambiare idea e scendere in un’altra fermata, oltre alla eventuale furbizia di comprare un biglietto da 10 pesos e fare un percorso da 14…

Per prima cosa sono andato ai quartieri di Malate e di Ermita dove ci sono gli hotel cosiddetti “cheap” (economici), ma ho trovato solo un tugurio per 700 pesos, senza bagno, gli altri sono oltre 1000 pesos (ne ho visti sei poi mi sono stufato); girando ho anche provveduto alla riconferma del volo di ritorno in un’agenzia viaggi (ed è bello che qui, come in pochi altri posti, questo lavoro è gratis) poi, per la mia solita tranquillità, ho cercato l’indirizzo degli uffici della Qatar e mi sono recato per la ri-riconferma. Tutto ok. Ho anche cambiato altri 100 $. Il dollaro è tornato a 48,5 per cui da domani riprenderò i calcoli con riferimento 48.

Poi ho cercato il terminal dei bus per S.Cruz, perchè domani voglio andare a vedere le Pagsanjan Falls.

Spese: jeepney per terminal Tagaytay 7, colazione 84, bus per Manila 73, pranzo 109, hotel per 2 notti 1940, bibite varie 85, trasporti a Manila 51, cena 119. Totale 2468:46=54US$. Totale progressivo 989+54=1043US$. Media/g 1043:28=37US$.

VE 2.2 Sveglia alle 6.30, fuori alle 7 e alle 7.30 sull’autobus per S.Cruz. Da Manila a Calamba è tutta autostrada, ma molto trafficata, per 53 Km. Poi da Calamba a S.Cruz strada normale altrettanto trafficata. Arrivo dopo 87 Km. A S.Cruz alle 9.40, jeepney per Pagsanjan ed arrivo dopo circa 10 minuti.

Qui temo i prezzi per l’escursione alle cascate e provo a contrattare, ma i prezzi sono stati fissati dal Governo dopo i ladrocini di anni precedenti che avevano praticamente dimezzato il numeri dei turisti.

Il prezzo base è di 660 pesos per persona, ma questo vale solo se si viaggia in gruppo per cui su una barca ci stanno due o tre persone,mentre per i “single” il prezzo è di 1060. Troppo, dico, proviamo ad aspettare e vedere se arriva qualche altro “single” con cui dividere la spesa ma…Niente. Faccio per tornare al bus quando due barcaioli mi dicono di attendere, vanno all’ufficio turistico e tornano dicendomi che potevano al massimo scendere a 860. Dopo due pensieri e due calcoli accetto. La canoa è piccola, io sono seduto al centro sul fondo e con le gambe allungate, una posizione non solo scomoda, ma da far soffrire la schiena, ho sperato di reggerla per un’ora; un barcaiolo a prua e uno a poppa con le pagaie e..Si parte.

Il primo tratto, circa 10 minuti, siamo trainati da una barca a motore che ci lascia poi alle prime “rapide” del fiume, qui i barcaioli iniziano il loro lavoro, lavoro faticoso e massacrante che consiste nel remare con le pagaie contro corrente nei tratti di acqua calmi e nello spingere la canoa manualmente tenendo un piede all’interno della canoa stessa e l’altro sul sassi sporgenti dalle rapide del fiume ed esercitando la spinta necessaria per avanzare. E le conto tutte le rapide, sono 12 prima di arrivare ad un posto di ristoro su una riva vicino ad una prima cascata. Poi dopo 10 minuti di riposo si riparte e la 13^ rapida è la più difficile perchè il salto è notevole, per facilitare la salita sono stati applicati dei tubi trasversali su cui la canoa viene letteralmente spinta dai barcaioli che operano fuori sui massi, sempre con me dentro che sente tutte le botte della canoa sui tubi (quasi come il varo delle navi, ma con il percorso fatto all’inverso, in salita). L’ultima rapida è la 16^ prima di arrivare alla meta, la cascata principale in cui l’acqua esce come da un rubinetto aperto al massimo e va a riempire una piscina naturale. Qui, per chi vuole di più, c’è la zattera con cui altri barcaioli ti portano sotto la cascata. Io no, grazie, basta così, ma non ho visto altri salirci sopra, se non per una foto.

Sono le 11.30 e dopo circa 15 minuti si riparte per il ritorno. E’ diverso, i barcaioli ora devono solo guidare perchè la barca, nel senso della corrente, scivola via da sola (esclusa la celebre 13^ rapida, fatta ancora saltando sui tubi e sui massi). Il fiume adesso comincia ad affollarsi di gruppi soprattutto di turisti cinesi che, sopratutto nei week end, arrivano direttamente con viaggi organizzati e barche speciali riservate solo a loro.

E’ stata un’esperienza tutto sommato graziosa e piacevole nella sua originalità. Le canoe sono sicure, però è indispensabile fare tutto quello che ti dicono, a volte spostandosi anche solo di pochi centimetri più a destra o a sinistra per mantenere l’equilibrio. Se fai di testa tua il rovesciamento con bagno non programmato è pressochè garantito ma se segui i ragazzi non ci sono problemi se non qualche inevitabile spruzzo di acqua; per me invece ha patito il fondo schiena. Tanto.

Prima di scendere i barcaioli mi hanno chiesto un’offerta per loro, per le loro famiglie, per il loro salario basso, solite cose, però non mi hanno chiesto molto, 100 pesos ciascuno, e glieli ho dati volentieri perchè ho visto in effetti che il lavoro è veramente massacrante.

Il tutto merita questa giornata, il panorama del fiume che si restringe via via nelle gole è bellissimo, però ricordatevi di portarvi dietro il meno possibile e qualche sacchetto di plastica per proteggere le macchine fotografiche o le cineprese.

Dopo pranzo, jeepney per S.Cruz e altra per Los Banos. Qui sono andato al College Forestry, un’università che ha un campus e un giardino botanico con, all’interno, un centro per la riproduzione e il tentativo di salvataggio dall’estinzione delle bellissime aquile filippine, come quello di Bacolod, ma qui é solo per le aquile. Quando sono arrivato alle 15.45 era già chiuso, ma i ragazzi che ci lavorano, quando ho detto loro che arrivavo dall’Italia, mi hanno fatto entrare ugualmente, ho fatto un rapido giro per le voliere, ci sono una ventina di esemplari stupendi, non ho voluto far perdere loro troppo tempo, non si paga ingresso, ma accettano donazioni (ho lasciato 100 pesos) e loro mi hanno regalato un poster delle bestiole. Per me è stato un momento stupendo. Poi ho passeggiato un po’ per la cittadina ed alle 17.45 ho ripreso l’autobus sulla strada, ancor più trafficata, per Manila, con arrivo alle 19.40. Cena e…Basta, vado a letto superdistrutto, ma contento.

Spese: hotel per altre 3 notti 2910, colazione 37, jeepney per terminal 7, bus per S.Cruz 123, jeepney per Pagsanjan 8, tour cascate 1060 (860+200), pranzo 93, jeepney per S.Cruz 8, jeepney per Los Banos 27, jeepney per College A/R 21, donazione aquile 100, internet 10, bus per Manila 87, bibite varie 50, cena e acqua 151. Totale 4692:48=98US$. Totale progressivo 1043+98=1141US$. Media/g 1141:29=39US$.

SA 3.2 Ho proprio dormito sodo. Mi sono svegliato alle 8.30, un sonno continuo e oggi via alla scoperta di Manila.

Manila è una città il cui nucleo principale comprende circa un milione e mezzo di abitanti, poi è circondata da una serie di città, una volta indipendenti, ora unite in un complesso unico chiamato Metro Manila che portano il totale a circa 12 milioni di persone, non male, vero? Metropolitana fino al centro, poi lunga camminata per Rizal Park, il principale piacevole parco pubblico della città. C’è all’estremità una prima vasca con le Filippine in miniatura (peccato che nella vasca non ci sia l’acqua, sarebbe stato meraviglioso), poi proseguendo c’è una grande statua dedicata alla Sentinella della Libertà fatta erigere dall’attuale Presidente(ssa) della Repubblica, poi c’è l’Orchidarium, un bellissimo giardino botanico con piante e fiori a volontà, alcuni veramente belli (orchidee e piante grasse) con all’interno una voliera, sempre piena di piante, ma con tante farfalle. C’è (purtroppo) anche uno stupendo pitone di 60 Kg. Malamente costretto in una gabbia di legno anche se, mi dicono gli addetti, ci sta solo di giorno, la sera ha un suo recinto con vasca d’acqua e piante (ma io non l’ho visto). Questo giardino, secondo me, vale veramente la pena anche per i non botanici.

Non vale invece la pena (sempre secondo me) il vicino Japanese garden e (immagino, perchè non ci sono andato) il “cugino” Chinese garden.

Alla fine del parco c’è la statua di Josè Rizal, l’eroe nazionale filippino e, a circa 50 m., il monumento impressionante del luogo in cui è stato giustiziato: si tratta di una zona del parco, adesso recintata e con biglietto di ingresso, che contiene all’interno la statua di Rizal in posizione con la schiena incurvata all’indietro nel momento in cui viene fucilato e dietro di lui le statue di una decina di soldati, facenti parte del plotone d’esecuzione, con il fucile puntato contro di lui. Quando ci sono molti visitatori (oggi c’era una scolaresca) viene allestita, con una registrazione radio, la recita degli ultimi momenti di vita di Rizal, viene letta l’ultima poesia, gli ultimi saluti alla famiglia ed ai filippini (la poesia è incisa sul muro davanti alla recinzione, in spagnolo, inglese e tagalog-filippino- ed è molto toccante) poi alla fine della recita si sente la voce del comandante del plotone che ordina l’esecuzione, e, al comando di “fuoco” , il rumore degli spari, contemporaneamente all’accensione intermittente di luci sui fucili e fuoriuscita di fumo dalla canna dei fucili stessi, come se si assistesse all’esecuzione. Brividi!. Non so cosa pensarne a mente fredda, né di buono né di cattivo, ve l’ho raccontata così come l’ho vista. Del resto, se io oggi sono qui nelle Filippine, credo di dover dire “grazie” anche a quello che Rizal ha fatto e in cui ha creduto. Ho rivisto Irene, l’infermiera dei bambini di Baguio, che mi ha accompagnato nella prosecuzione della visita di Manila; siamo andati alla città antica, Intramuros, il quartiere storico chiuso ancora dalle vecchie mura. Due cose belle, la chiesa di S.Augustin e, meno bella, ma, del resto, più nuova, la Cattedrale, completamente distrutta nella seconda guerra mondiale e ricostruita, in stile antico, ma non troppo.

Il Fort Santiago, a differenza di altri luoghi, è, secondo me, sovrastimato: c’è ancora conservata la cella di Rizal e le celle sotterranee dove venivano messi i prigionieri americani durante la seconda guerra mondiale per farli morire con l’alta marea che le allagava, i bastioni e altre aree riservate per lo più a pic nic.

Discreto l’acquario con alcuni pesci enormi e un povero squaletto in una vasca (secondo me) troppo piccola.

Nel pomeriggio visita alle due belle chiese, quasi gemelle, di S.Cruz e Quiapo, quest’ultima veramente meravigliosa, e dei due mercati di Binondo e Chinatown, dove puoi trovare di tutto.

Anche a Manila le distanza ed il traffico più che caotico occupano tanto tempo e a me piace molto camminare per cui la giornata è volata via. Mi è venuto un forte mal di gola, dovuto certamente all’inquinamento atmosferico che qui raggiunge livelli altissimi; vedevo all’inizio tante persone con i fazzoletti sulla bocca, ma pensavo a qualche “sceneggiata” di quelli che io chiamo i “falsi ambientalisti” (quelli che non accettano il progresso per principio, anziché quelli che io ammiro e che lottano per il progresso sostenibile), ma poi parlando anche con studenti e agenzie di viaggio, mi hanno confermato che la situazione è proprio drammatica, particolarmente adesso nella stagione secca, nonostante qualche tentativo di provvedimento governativo. Un grazie a Irene con promessa di risentirci via e-mail.

Spese: colazione 78, metro 15, ingresso orchidarium 20, ingresso japanese garden 5, ingresso acquario 40, souvenir 345, ingresso Fort Santiago 40, pranzo 99, jeepney varie 17, internet 20, cena 223, bibite varie 72.

Totale 974:48=20US$. Totale progressivo 1141+20=1161US$. Media/g 1161:30=39.

DO 4.2 Seconda giornata di Manila. Per primo vado a vedere il quartiere-città di Makati, parte ricca di Manila, piena di grattacieli, pulitissima, ma anche praticamente con almeno due guardie armate ad ogni ingresso di palazzi, uffici, ristoranti, centri commerciali ecc. E In uno di questi vado a ritrovare Regina, la ragazza delle cascate di Tamaraw, che effettivamente lavora in questo elegantissimo centro benessere. Il centro è pieno di clienti per cui può dedicarmi solo cinque minuti, poi ci salutiamo contenti con ripromessa di contatti e-mail.

Proseguo con il metro fino a Quezon City che, per alcuni anni ai tempi di Marcos, è stata la capitale delle Filippine. C’è un altissimo monumento memorial, ma quello che mi ha fatto più piacere è che, a circa 100 m., c’è il parco Ninoy Aquino, appena accennato sulla mappa della guida, che viene utilizzato per passeggiate e pic nic, ma che ha anche un piccolo zoo in cui si vedono il cervo delle Vizayas (quello piccolo già visto a Bacolod), il maialino delle Vizayas (quello con il muso lungo), tanti coloratissimi pappagalli, piccoli, medi e..Are e cacatua, diversi uccelli rapaci (aquile, gufi), un (povero) pipistrello gigante solitario in una gabbia troppo piccola. Le aquile sono stupende, alcune sono anche fuori dalla voliera sui trespoli e puoi fotografarle a debita distanza (non facciamo stupidaggini e lasciamoci guidare dai ragazzi dello zoo, le aquile possono sempre decidere di attaccare in qualsiasi momento, e, soprattutto, niente flash!). Ci sono anche coccodrilli, non ben tenuti, e grossi pitoni.

Pranzo al Chow King, non è la prima volta e voglio spendere due parole. Si tratta di una catena di di fast food della cucina cinese, quindi non trovi hamburger né patate fritte, ma solo piatti a base di riso, pollo, manzo, maiale e pesce. Sono molto economici e la qualità, per me, è più che buona. In quelli più grandi vi sono anche due piatti della cucina italiana: lasagne e spaghetti alla bolognese, non so che sapore hanno, non li ho provati, ma i filippini li prendono abbastanza. Il personale è di una gentilezza squisita, forse eccessiva, forse in parte recitata, ma ti danno tanto aiuto anche se la rigidità dell’organizzazione non ti permette di “uscire” dai piatti che vengono preparati (es. Non chiedere di non mettere un certo ingrediente o di porzioni abbondanti anche pagando la differenza, se la vuoi abbondante devi “scegliere” di prenderne due).Dimenticavo: hanno anche diverse proposte di colazione, con base di riso e uovo unito a pollo o prosciutto o longaniza o manzo o involtini con, a scelta, bevande fredde e succhi di frutta e caffè.

Spese: colazione 80, caffè 50, trasporti in città (metro e jeepney) 82, ingresso parco 8, pranzo 110, acqua e bibite varie 98, souvenir 120, internet 20, cena 97. Totale 665:48=14US$.

Totale progressivo 1161+14=1175US$. Media/g 1175:31=38US$.

LU 5.2 Ragazzi, ditemi quello che volete, ma oggi sono tornato a rivedere le aquile. Ma Bruno, non era meglio tornare a rivedere Regina? Sì, forse, Regina è una splendida e simpatica ragazza, ma ce ne sono ancora tante nel mondo, mentre le aquile stanno scomparendo e nel parco sono lì, dietro la rete ma a 30 cm. Da te, per me un’emozione non da poco.

Poi sono stato a visitare due dei principali mercati popolari, quello di Divisoria e quello di Baclaran. Ne ho visto solo una parte perchè per vederli con un po’ di calma occorrono circa due giorni. Credevo che il mio “Porta Palazzo” di Torino fosse già immenso, ma questi non finiscono mai, c’è di tutto, dal vestiario agli alimentari, alla meccanica, all’elettronica con le caratteristiche dei prezzi più bassi della città. Gran parte è anche piena di merce usata, il cui mercato qui è floridissimo.

La sera ho fatto il lavoro più triste delle vacanze: preparare la valigia per la partenza di domani.

Spese: colazione 87, trasporti vari in città(metro e jeepney) 44, ingresso parco 8, pranzo 100, souvenir 215, cena 99, bibite varie 70. Totale 623:48=13US$. Totale progressivo 1175+13=1188US$. Media/g 1188:32=37US$.

MA 6.2 Non spendo molto sulla giornata di oggi, chi ha un cuore sa cosa si prova a riassumere 32 giorni fuori dalla realtà quotidiana. L’aereo da Manila, superpieno, è partito con 30 minuti di ritardo, ma per me non è un gran problema,è arrivato a Doha alle 20.20 locali (le 3 di domani mattina a Manila) e all’1.05 si parte per Milano.

Spese: colazione 89, taxi per aeroporto 200, tassa uscita aeroportuale (furto legalizzato mondiale) 750, cartoline e caffè 50. Totale 1089:48=23US$ a cui aggiungere sandwich e succo in aeroporto a Doha 10US$ per cui il totale è di 33US$. Totale progressivo 1188+33=1221US$. Media/g 1221:33=37US$.

ME 7.2 L’aereo parte pieno da Doha, puntualissimo all’1.05 ed alle 5.30, dopo 6 ore e mezzo, arriva a Malpensa. Alle 10 bus diretto Malpensa-Torino. Due ore. Conclusa un’altra esperienza. Alla prossima.

Spese: bus per Torino 18 euro=23US$.

TOTALE PROGRESSIVO FINALE 1221+23=1244 US$. Media/g 1244:34=37 us$.



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