A spasso per l’Asia: Singapore, Vietnam e Filippine tra foreste urbane e spiagge da sogno

Scritto da: luciana57
a spasso per l'asia: singapore, vietnam e filippine tra foreste urbane e spiagge da sogno

Sono circa tre anni che non viaggiamo e la nostra incredibile smania ormai ci attanaglia la gola, non ce la facciamo più, abbiamo bisogno di qualcosa di forte e decidiamo per un itinerario impegnativo ma certamente molto eccitante: Singapore, Vietnam e Filippine, visto che ci piace metterci alla prova. Acquistiamo il biglietto aereo Roma- Singapore con Turkish Airlines, ottima compagnia a prezzi competitivi ma, presi dall’entusiasmo, non valutiamo che il viaggio sarà molto stressante perché Roma-Istanbul si fa in circa due ore, ma Istanbul- Singapore sono 11 ore e non sarà certo una passeggiata Passano le ore, dal finestrino osservo il cielo che si fa sempre più scuro, sta arrivando la notte, una notte in volo sui cieli del mondo. Viaggiare è la nostra dimensione, il nostro mondo, il sapore della vita. È soprattutto in questi momenti che quel senso di libertà viene fuori dentro di me ed urla più del solito.

Diario di viaggio

Giorno 1 – Singapore

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Singapore con il Marina Bay Sands

Arriviamo a Singapore alle ore 8,30 del mattino e ci dirigiamo al nostro Hotel 81 Premier Princess, nel quartiere cinese, dove possiamo lasciare i nostri bagagli: siamo stanchi. L’hotel è piuttosto spartano e non proprio centrale, ma è certamente pulito e a buon prezzo. Usciamo: Singapore ci appare ancora come la metropoli perfetta, in cui ogni cosa è portata al massimo livello di ordine, efficienza e pulizia. Il traffico c’è, lo osserviamo per le strade, ma è talmente ordinato e disciplinato da essere incredibilmente silenzioso. Immaginate una qualsiasi città del Sud-est asiatico e la moltitudine dei motorini, il suono onnipresente dei clacson: Singapore è l’esatto contrario. La realtà sotto la superficie è ovviamente un insieme di luci ed ombre, di divieti bizzarri e di forti disuguaglianze sociali, ma quello che appare è una città funzionale, vivibile ed affascinante, orientale ed occidentale allo stesso tempo, capace di passare dalla coloratissima Little India e lo street food di Chinatown ai grattacieli degni di una metropoli d’avanguardia.

L’abbiamo visitata per tre giorni e siamo rimasti incantati dal suo skyline affacciato sulla baia: è senza dubbio uno dei più belli al mondo, immediatamente riconoscibile grazie al Marina Bay Sands, l’hotel dall’architettura da urlo, molto più di un hotel: un complesso con un centro commerciale, diversi ristoranti, un museo, un casinò, un centro sportivo e addirittura un teatro. Insomma, non è difficile perdercisi dentro. Progettato dall’architetto Moshe Safdie, si compone di tre torri-grattacieli che sorreggono un’enorme nave lunga 380 metri. Qui, a quasi 200 metri d’altezza e al 57° piano, si trovano la terrazza panoramica, la piscina a sfioro Infinity Pool, ristoranti e bar. Per dare un’idea del luogo basti pensare che lo Sky Park è più lungo dell’altezza della Tour Eiffel.

L’offerta culinaria è per tutti i gusti: cinese, indiano, thai, pizza, ma volendo cenare con tutto il panorama allora c’è il Rooftop Restaurant, che serve cucina italiana dalla pasta, al pesce, carne e pizza. Comunque, in qualunque modo scegliate di salire la vista sulla baia sarà impagabile con i grattacieli illuminati, i giochi di luce sopra il teatro Esplanade e la magia della ruota panoramica. Se dall’acqua si scorge ancora il lato tradizionale della città, dalla cima del Marina Bay Sands ci si specchia appieno nel volto moderno di Singapore. Abbiamo fatto la fila con uomini in smoking e donne ingioiellate in elegantissimi abiti con la coda: nessuna discriminazione per noi all’ingresso se non qualche sguardo di sufficienza per le nostre comode sneakers a stretto contatto con favolose scarpe di marca. Sono stati rifiutati soltanto uomini in pantaloni corti e noi siamo quindi comunque saliti all’ultimo piano. La vista è mozzafiato: da una parte si può ammirare il giardino botanico con sullo sfondo decine di navi attraccate e dall’altra lo skyline dei grattacieli. Tutto è illuminato e lo spettacolo per gli occhi certamente assicurato. È stata proprio la nostra notte da leoni e ad un prezzo incredibilmente abbordabile.

Giorno 2 – Singapore

gardens by the bay

I Gardens by the Bay

Il secondo giorno lo dedichiamo ai giganteschi alberi di metallo alti fino a 50 metri, i Gardens by the Bay, grandi padiglioni avveniristici difficili da descrivere a parole, come quel senso di stupore che si prova nel percorrerli, quel sentirsi piccolissimi al cospetto di alberi venuti direttamente dal futuro. I Gardens by the Bay ci hanno lasciati interdetti, esempio di architettura eco-sostenibile, di innovazione tecnologica e di ricerca nel campo delle energie rinnovabili. Gli alberi di 50 metri sono grandi torri solari, molta energia viene ricavata dai biocarburanti e per l’irrigazione viene utilizzata acqua piovana. In questo parco naturale, ma che più artificiale non si può, quel che è certo è che non si riesce a smettere di scattare foto: i Supertrees dal basso e dalla passerella sospesa che li attraversa e poi, appena cala il sole ed i Gardens by the Bay si illuminano, sarà impossibile non ricominciare da capo. Delle cose da non perdere c’è sicuramente questo spettacolo che si tiene ogni sera alle 19.45: uno strepitoso gioco di luci che si alterna a musiche d’orchestra, uno show che emoziona e lascia letteralmente a bocca aperta. Singapore è una giungla ammaestrata, addomesticata: dappertutto questa forza mostruosa esplode trasformata in prati, parchi, culture e campi di orchidee. I prati, il tennis, le banche non impediscono a Singapore di ansimare come il ventre di una bestia feroce vicino all’Equatore. È l’estremo limite dell’Asia, una città multietnica: il 42% della popolazione è straniera, proveniente principalmente da Cina, India e Malesia ed è considerata la città più cosmopolita al mondo.

Potrete trovare la modernità di una metropoli in forte espansione fatta da grattacieli e strutture futuristiche senza mai perdere di vista le tradizioni legate alla religione. L’East Coast Parkway è il viale alberato che dal Changi Airport conduce verso il cuore dell’isola, uno spettacolo che non ti aspetti e i Rain Trees che lo adornano e lo riempiono da entrambi i lati sono stupefacenti: rami robusti, dinoccolati e lunghissimi si aprono ad ombrello e con le loro fronde avvolgono lo spazio in un grande abbraccio lungo tutto il percorso del viale lasciandoci senza fiato. Siamo stanchi, sono ore che camminiamo avanti e indietro in zone diverse anni luce tra loro: lo skyline dei grattacieli, Little India, stentiamo a credere di aver vissuto entrambe le esperienze in un’unica giornata. Eppure è così, qui a Singapore giri l’angolo e cambi mondo

Consiglio: Le carte di credito sono accettate in hotel e in pochi altri posti Ci sono procedure piuttosto complicate per prelevare dai bancomat, quindi è consigliabile avere parecchi contanti perché la permanenza può risultare molto costosa Indispensabile anche una buona conoscenza dell’inglese

Giorno 3 – Hoi An, Vietnam

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Uno scorcio di Hoi An, in Vietnam

Hoi An è una sorpresa, un piccolo centro con strade coloratissime contornate da lanterne di tutte le forme e dimensioni dove è possibile entrare in contatto con la popolazione locale ed attraversare il mercato dove si ammirano cibi di tutte le varietà e negozi tipici. Col buio la città esplode di luci e migliaia di lanterne si accendono rendendo l’atmosfera magica. Ricorderemo sempre i sorrisi stampati sui volti di tutti, bambini, donne e uomini che pur non avendo nulla, sono molto più felici di noi; siamo comunque certi che i giovani porteranno avanti la tradizione mescolandola alla loro voglia di modernità e che saranno loro a far rinascere definitivamente il paese da una guerra che sembra così lontana, ma che in realtà forse non lo è.

Hoi An si gira benissimo a piedi, il centro è a misura d’uomo con un fascino particolare,  un luogo quasi mistico, dove si respira profondamente il profumo di Asia,  capace di trasformarsi al tramonto in uno spettacolo romantico e suggestivo fatto di luci, colori e mille riflessi. Le calme acque del fiume iniziano a movimentarsi sempre di più e decine di barchette con centinaia di lanterne rosse scivolano lentamente fra le acque accendendo la scena.

Giorno 4 – Hanoi

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Scorcio notturno del quartiere cinese di Hanoi

Lasciamo il centro del Vietnam con un volo della Vietnam Airlines con questa immagine negli occhi ed arriviamo ad Hanoi accolti dal traffico più caotico che si possa immaginare: motorini, motorini e motorini. Per le strade si vede la classica “street life” tipica del sudest asiatico: gente che mangia, mercati incasinati, persone sedute su sgabelli di plastica a fare non si sa cosa. Caldo, traffico e confusione non scalfiscono minimamente l’autenticità e la bellezza dei suoi mercati e delle sue viuzze. Ad ogni angolo qualcuno frigge qualcosa o bolle una zuppa in un pentolone.  Ci si siede a tavolini altezza bambino a bere the freddi e sgranocchiare semi e si attraversa la strada incrociando le dita cercando uno spiraglio nell’onda di motorini.

La città è affascinante, sospesa tra un fascino antico e tocchi moderni, una marea di gente, motorini e merce in un costante e incessante movimento. Ma poi si entra nei templi e all’interno di quelle pareti di legno scuro, il rumore sparisce tra i fumi dell’incenso. Noi ci lasciamo trasportare, perché in una città così intensa, l’unica cosa che puoi fare è lasciarti andare alle sue regole. L’Asia è qui e si respira di continuo: l’ordine nel caos. Visitiamo il Mausoleo di Ho Chi Minh, enorme struttura in cemento armato costruita in una grande piazza con il tipico viale da utilizzare per le parate e le adunate politiche. Tutto intorno tra aiuole e giardini, i più importanti edifici dello stato e del Partito Comunista del Vietnam.

Il nostro alloggio si trova nel Quartiere Vecchio: con i suoi oltre mille anni di storia resta uno dei luoghi più vivaci e singolari del paese. Domani andremo a Mai Chau.

Giorno 5 – Mai Chau

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Paesaggi rurali e magnifiche risaie: è il paesaggio di Mai Chau

Mai Chau è situata nel punto d’incontro tra il Fiume Rosso e le montagne del Nord. A soli 170 km da Hanoi offre alcuni tra i paesaggi più belli del Vietnam, tra montagne carsiche e villaggi. L’immensa vallata preserva ancora l’autenticità di un mondo rurale lontano, con i suoi rituali quotidiani  e i ritmi dettati da una natura imponente, tra verdi colline e terrazzamenti di risaie a perdita d’occhio. Una zona come Mai Chau è decisamente perfetta per offrire ciò che noi amiamo molto: esperienze.

Visitiamo la splendida valle in cui si attraversano grandiose risaie. Intorno a noi piccoli sentieri avvolti di vegetazione dove si intrecciano strade e campi coltivati, villaggi, stagni, fiumi e montagne. La protagonista è sicuramente la macchina fotografica.

Ci trasferiamo a Ninh Bình, uno dei luoghi più affascinanti del Vietnam dal punto di vista naturalistico e non solo. Al posto delle isole piccole colline rocciose, un fitto reticolo di fiumi e campi allagati coltivati a riso. Potremo prendere le biciclette per una pedalata esplorativa di questa regione, tra risaie, colline calcaree e grotte: un pomeriggio che dedichiamo a ritrovare il nostro punto di contatto con la natura e farci un’idea complessiva del luogo che ci ospiterà questa notte.

Ci piace intrufolarci per le strade dove non ci sono turisti, scoprire risaie dove non c’è nessun’altro se non qualche vietnamita che lavora nei campi. Amiamo passeggiare nei luoghi in cui vive la gente e vedere dall’esterno la loro vita, le loro tradizioni, i mercati, i bambini che giocano all’aria aperta e che sorridendo ci salutano in inglese: non hanno nulla, ma sono felici Dovremmo ricordarcelo quando saremo a casa    

Il nostro programma di domani ci porterà a Tam Coc, l’escursione in barca probabilmente più famosa della zona, un posto veramente imperdibile. Le imbarcazioni trasportano due/quattro persone e la durata del percorso è di poco più di un’ora. I barcaioli, soprattutto donne, remano con i piedi e ci conducono a fare un giro che difficilmente potremo dimenticare. Il fiume scorre tra spettacolari speroni calcarei ricoperti dalla vegetazione della foresta pluviale passando al fianco di risaie e alture dalle pareti a picco. Lo sguardo si perde oltre le sterminate distese di piatti campi di riso costeggiati da tradizionali villaggi, palme da cocco e piante di bambù.

Ogni singolo giorno di questo viaggio è una sorpresa, ogni singolo giorno sentiamo di avere vissuto intensamente e di non aver sprecato neppure un secondo: il mondo fuori è stupendo, basta mettere da parte tutte le paure e andare a scoprirlo

Giorno 6 – Tam Coc

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La vista area su Tam Coc al mattino, con i suoi magnifici scorci acquatici

Di prima mattina siamo già pronti per la nuova avventura della giornata. Con un transfer di qualche ora raggiungiamo Halong Bay, nel Golfo del Tonchino e ci imbarchiamo sulla elegante Swan Cruise una barca dove trascorreremo due splendidi giorni. La visita alla baia di Halong è un’esperienza unica, un luogo avvolto da leggende battuto dalla maggior parte delle rotte turistiche dove è difficile svincolarsi completamente dagli itinerari preconfezionati, ma in cui si rimane incantati da un senso di eternità e da un’esperienza che travolge e sconvolge. Un luogo di tale bellezza è un sogno per la vista, il primo dei sensi che viene sopraffatto appena si salpa.  

Nell’incedere lento dell’imbarcazione, il silenzio è prezioso e navigando fra le acque non c’è nulla da fare se non sedersi a prua ed osservare. Libellule rosse e farfalle silenziose ci accompagnano lungo la rotta volteggiando mentre le aquile lanciano un grido di tanto in tanto: inseguirle con l’obiettivo è una rincorsa inutile, sono già oltre, più lontano. Fra le montagne profumo di scogli e vegetazione selvaggia: la sera, sul ponte l’aria si quieta, odora di esotico e dei profumi che salgono dalla cambusa fino alla terrazza scoperta, dove si attende la cena. Ciò che si prova in questo posto è comunque un senso di magiaHalong Bay resta intrappolata nelle sensazioni più intense di un viaggio in Vietnam: ricordarla è un conforto e al tempo stesso un desiderio di tornare ancora per lasciarsi stregare di nuovo dal suo splendore, per noi è stato così.

Torniamo ad Hanoi: calda, nevrotica, a tratti assordante, ma anche agrodolce, riflessiva, indaffarata. Hanoi, la capitale del Vietnam, è così: una città senza mezze misure, fatta di luoghi incantevoli misti ad un traffico senza pause ritmato dallo strombettare di clacson molesti. Proverò a raccontarvi Hanoi cosa vedere in questa città che vi farà innamorare o irritare, o entrambe le cose: è una capitale asiatica come molti si immaginano, ma vederla e sentirla pulsare dal vero supera l’immaginazione. Il primo impatto è forte per la natura stessa della città che vive  senza tregua stupendo i viaggiatori con i forti contrasti che la abitano. La prima e imperdibile cosa da vedere è il Quartiere Vecchio, il primo nucleo della capitale del Vietnam e certamente il posto più bello in cui perdersi senza orologio e senza mappa lasciandosi ingoiare dall’Asia più intensa.

Ovunque l’odore del cibo e il rumore incessante dei clacson, soprattutto dei motorini, ma anche delle auto e dei bus che i vietnamiti utilizzano generosamente per avvisarti che loro stanno arrivando, e poco importa che sei sulle strisce, magari col semaforo verde, e vuoi attraversare. Alla fine si impara ad attraversare comunque e ovunque senza più temere di essere travolti. Stasera cena al Mediterraneo, ristorante italiano in tutto e per tutto: pizza, pasta e dessert squisiti ci allietano la serata e diventano il nostro rifugio serale dove ritrovare i sapori di casa

 Usciamo, non si può camminare sui marciapiedi sovraffollati di ogni genere di mercanzie e scooter parcheggiati, ma solo sul bordo della carreggiata. I vietnamiti strombazzano il clacson per avvisare i pedoni del loro arrivo: le strisce pedonali sono poco più che un decoro sull’asfalto e l’unica tecnica per riuscirci è camminare in diagonale, a passo lento, ma senza mai fermarsi di colpo: sarà chi guida a schivarvi, ma alla fine ci si abitua e si prende coraggio fino ad attraversare quasi con la faccia tosta di chi si sente ormai cittadino del mondo. Strana, ruvida, incoerente, Hanoi per me è una città ammaliante, una metropoli laboriosa in cui il viaggiatore viene inghiottito dallo smog e dai grovigli dei cavi elettrici ma dove trova al tempo stesso deliziosi rifugi dell’anima fra monaci con la testa rasata ed il profumo di incenso. Potrete amarla o detestarla profondamente, in entrambi i casi qualcosa di lei si impadronirà di voi.

Ogni singolo giorno di questo viaggio è stata una scoperta, ogni singolo giorno sentiamo di avere vissuto e di non aver sprecato neppure un secondo.

Giorno 7 – Boracay, Filippine

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La White Beach di Boracay, sette chilometri di pura bellezza

Il nostro viaggio ci porta a Boracay, una piccola isola di appena sette chilometri di lunghezza che offre la spiaggia “più bella del mondo”: la White Beach, un tappeto di sabbia bianca lungo quattro chilometri orlato di palme e appoggiato sul mare azzurro punteggiato da barche a vela con il bilanciere in bambù. Gli alberghi, i pubs, i ristoranti e le discoteche costruiti direttamente sulla spiaggia sono nascosti dalle palme: di giorno si può prendere il sole che filtra quasi discreto, guardare il mare e nuotare senza rischi, se non quello di bruciarsi sotto il sole tropicale. Boracay è tranquilla,  un’isola per tutti: si possono passare serate folli fino al mattino o andare a letto presto e godersi la tranquillità del giorno: ad ogni angolo si trovano mezzi che vi possono portare dove volete per pochi spiccioli. WiFi praticamente ovunque: fantastico trovarlo lungo la spiaggia, così da postare foto di piedi immersi nell’acqua trasparente o gambe che si rosolano al sole del nostro angolo di paradiso che si è riempito in pochi giorni di ricordi bellissimi,  con continui cambi di emozioni concentrate tutte nello stesso minuscolo pezzetto di mondo. Boracay rappresenta l’isola che tutti sogniamo per goderci un mare incredibile e rilassante: impossibile non innamorarsene  

Ci siamo allontanati dal centro commerciale e nella via opposta era già Asia, quella vera, quella fatta di negozietti e bancarelle, curiosa e intensa, dove tutto ha un prezzo decisamente diverso e ci siamo divertiti anche ad acquistare e contrattare.

Le Filippine hanno un’incredibile sistema di trasporti che arriva ovunque, ma in maniera assai articolata e contorta: che voi scegliate la barca, l’aereo o il bus, mettete in conto che per raggiungere la vostra meta vi servirà una giornata intera, che passiate per Manila, oppure no. Il modo migliore per arrivare sull’isola è via mare: le barche partono dal porto di Caticlan; per raggiungerla c’è un volo diretto da Manila di circa 40 minuti e poi un veloce transfer. Da lì con una piccola barca in circa 20 minuti sarete a Boracay, una delle spiagge più belle del mondo con un’acqua azzurra che più azzurro non si può, insomma la perfezione.

L’area è suddivisa in tre parti: Station 1, Station 2 e Station 3, che si differenziano per costi, atmosfera e vita notturna.

La station 1 è la zona più esclusiva, dove ci sono la maggior parte dei resort più eleganti e tranquilli, la station 2 invece è il cuore di Boracay, dove si trovano locali di ogni tipo tra cui Aria, il nostro ristorante preferito con un’ottima cucina italiana. Fatevi consigliare da Luigi, un trasteverino che vive nelle Filippine da moltissimi anni e co-gestisce questo locale insieme ad una gelateria italiana.

La station 3 infine è particolarmente frequentata da backpackers grazie alla presenza di budget hotel e ostelli a prezzi più contenuti rispetto alle altre due zone.

Le Filippine sono spiagge bianche orlate di palme, rocce che bucano il cielo, acqua trasparente dai mille colori, ma soprattutto sono la sua gente. I sorrisi e la gentilezza non mancano mai: ti aiutano e ti accolgono perché sono semplici come la loro stessa terra e i bambini ti incantano con i loro occhioni neri; le Filippine sono le baracche di lamiera e paglia, il traffico incredibile e le strade dissestate in continuo rifacimento,  sono quel luogo in cui la vita scorre lenta,  sono i tramonti mozzafiato su alcune delle spiagge più belle del mondo. Vi troverete in uno dei pochi paesi dove la padrona è ancora Madre Natura. Preparatevi a riempire gli occhi di una bellezza unica ed autentica

Una nazione con più di 7000 isole, una vita non basterebbe per vedere tutto, così abbiamo iniziato dai luoghi più famosi e turistici sperando di tornare quanto prima in questo paradiso, ma al mattino, quando esci e torni a guardare la spiaggia, ti accorgi che questa meraviglia fragile è un luogo di assedio: ti colpiscono guardando tra le palme, non tanto i giochi di luce del sole tra i rami, ma le tante gru che se non  più numerose sono di sicuro più alte delle palme: lo sviluppo edilizio  aggrava il fragile equilibrio dell’ecosistema delle coste che presto risentiranno delle conseguenze devastanti causate dal cambiamento climatico.

Un viaggio, l’ennesimo, sta per concludersi: come sempre tante scoperte, tante piccole e grandi emozioni. Torniamo a casa soddisfatti e consapevoli del fatto che la vita vissuta come un’avventura ha il sapore della felicità. Viaggiamo per assaporare la vita sulla pelle e gustare le emozioni di ogni singolo istante: niente è più bello del momento che precede un viaggio, quello in cui l’orizzonte del domani ci racconta le sue promesse .

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aerial view of tam coc at sunrise in vietnam.

aerial view of puka beach in boracay island, western visayas, philippines.

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