Firenze, turistica non per caso

Storia, arte, cucina e accento toscano le principali attrattive
Scritto da: Mrs Auda
firenze, turistica non per caso
Partenza il: 24/04/2013
Ritorno il: 28/04/2013
Viaggiatori: 6
Spesa: 500 €
Finalmente, dopo anni, il 25 aprile permette di fare un bel “ponte” con solo un giorno di ferie e allora, con la scusa del compleanno di un’amica, si parte alla volta di Firenze!

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Arriviamo mercoledì 24 alle 19,30 circa, in tempo per lasciare le valigie al Bonciani Hotel (comodamente ubicato tra la stazione ferroviaria e il centro città, sufficientemente pulito e con prezzi in linea con gli altri hotel) e partire alla volta del centro città. Sono entusiasta: dopo settimane di piogge venete trovo un clima primaverile, il sole e tanta gente in giro! La prima serata la trascorriamo così, bighellonando per le strade del centro storico e mangiando un panino in un pub.

Il giorno seguente, mentre i miei amici decidono di fare un salto a Siena, io resto in città, faccio innanzitutto la Firenze Card (che con 50 euro mi permette di entrare, per 72 ore, in tutti i musei, chiese, autobus, ecc, senza fare code – ww.firenzecard.it) e parto alla volta della Basilica di Santa Croce, una grande chiesa francescana, famosa soprattutto per le cappelle affrescate da Giotto e per le tombe e cenotafi di italiani illustri (tra cui Michelangelo, Galileo, Dante, Alfieri, Rossini, Foscolo). Il museo annesso custodisce alcuni affreschi di Taddeo Gaddi e il grande Crocifisso di Cimabue. Tanto che sono in zona, mi fermo in Via Ghibellina 70, a Casa Buonarroti, acquistata da Michelangelo e arricchita dai suoi discendenti, espone capolavori giovanili dell’artista (la Madonna della Scala, la Battaglia dei Centauri) nonché una raccolta dei suoi disegni e bozzetti. Percorrendo tutta Via Ghibellina e altre vie del centro, raggiungo Piazza San Giovanni ed entro nel Battistero, per secoli ritenuto un tempio pagano e poi convertito a uso cristiano: la forma ottagonale simboleggia l’ottavo giorno, il tempo del Cristo risorto, fuori dal nostro tempo, scandito in unità di sette giorni. Tale simbolismo si riferisce direttamente al battesimo, il sacramento di iniziazione della fede cristiana grazie al quale i credenti passano dalla morte del peccato alla vita nuova in Cristo, un ottavo giorno senza tramonto. Il Battistero è celebre per le tre porte bronzee: quella più antica a sud raffigurante scene di vita di San Giovanni Battista ad opera di Andrea Pisano, quella a nord di Lorenzo Ghiberti con scene della vita di Cristo e, infine, quella a est, denominata da Michelangelo “Porta del Paradiso”, con scene tratte dall’antico testamento e scolpite sempre da Ghiberti. Bellissimo anche il mosaico della cupola con il Giudizio Universale e, partendo dall’alto, con gerarchie di angeli, storie della genesi, storie di Giuseppe, storie di Maria e Cristo, storie del Battista. Proseguendo per via dei Cerretani e poi via del Giglio, raggiungo le Cappelle Medicee, mausoleo della dinastia sito sul retro della Basilica di San Lorenzo. La cosiddetta Sagrestia Nuova è stata realizzata da Michelangelo e sulle pareti destra e sinistra si affrontano i monumenti funebri di Giuliano dei Medici figlio del Magnifico (con le personificazioni del Giorno e della Notte) e di Lorenzo Duca di Urbino (con il Crepuscolo e l’Aurora) mentre i monumenti a Lorenzo il Magnifico e a Giuliano sono rimasti irrealizzati. Su questi è però stata collocata la Madonna col Bambino di Michelangelo. La Cappella dei Principi, invece, testimonia la maestria dell’Opificio delle Pietre Dure per la sontuosa decorazione lapidea, dove i toni cui di porfidi e graniti e l’algida compostezza dell’impianto architettonico mortificano la vitalità che altrove caratterizza invece le forme barocche. Purtroppo non riesco a vedere la Basilica di San Lorenzo perché stanno celebrando un matrimonio, così mi accontento di mangiarmi un panino sui gradini della chiesa.

Passando per Piazza San Lorenzo e Via Ricasoli, raggiungo la Galleria dell’Accademia, un museo accanto all’Accademia di Belle Arti, voluto dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena per mettere a disposizione degli studenti d’arte una raccolta di opere esemplari su cui formarsi. Io mi sono soffermata solo sulle opere di Michelangelo: i quattro Prigioni, allegorie dell’anima imprigionata dal peccato originale e dalla propria natura terrena, il San Matteo, la Pietà di Palestrina e soprattutto l’immenso e colossale David. Torno indietro, ripercorro via dei Ricasoli, Piazza San Lorenzo, via del Giglio, del Moro e poi attraverso il ponte alla Carraia e vado verso la Chiesa di Santa Maria del Carmine per visitare la Cappella Brancacci.

È grazie all’audioguida del costo di solo un euro che apprezzo questo capolavoro di Masaccio, del suo maestro Masolino e di Lippi che lo porta a compimento. Il ciclo di affreschi, a parte le fasce introduttive con Il Peccato Originale di Masolino e La Cacciata dal Paradiso di Masaccio, è dedicato alla vita di San Pietro. Il mio giro fiorentino prosegue passando davanti la Chiesa di San Lorenzo e Palazzo Pitti (sede di importanti musei), attraverso il Ponte Vecchio, perdendo lo sguardo tra le vetrine di orafi e gioiellieri che danno sull’Arno e per mangiare un gelato mi fermo in Piazza della Signoria, dominata dal Palazzo Vecchio sede del governo cittadino. La Loggia della Signoria fu eretta invece per ospitare le cerimonie pubbliche e, col tempo, è diventata un vero e proprio museo a cielo aperto ricco di statue. Soddisfatta del tour (mediamente ogni visita è durata circa 40 minuti) torno in albergo dove ritrovo gli altri. La cena è alla trattoria Lo Stracotto, in Piazza di Madonna degli Aldobrandini (un secondo a testa, acqua, vino e qualche dolce ci costano 25 euro a testa).

Venerdì

Decidiamo di andare agli Uffizi. Sono circa le 11 e ci voglio più di due ore di coda mentre per me, possessore della mitica Firenze Card in venti minuti sono dentro. Non sono una grande intenditrice d’arte per cui vado mirata verso i principali capolavori: Nascita di Venere e Primavera di Botticelli, la Tribuna (commissionata dal Granduca Francesco I al Buontalenti il quale pensa la Tribuna come un grande scrigno e progetta una sala ottagonale la cui ricca decorazione compone un complesso gioco allusivo che simboleggia la padronanza dell’uomo sui quattro elementi – le conchiglie di madreperla della cupola per l’acqua, la rosa dei venti sulla sommità ad evocare l’aria, il rosso dei velluti delle pareti per il fuoco e i marmi del pavimento per la terra – e la sua abilità nel trasformarli in bellezza), Tondo Doni di Micheangelo, Ritratto di Eleonora Gonzaga Della Rovere e Morte di Adone di Tiziano, Leda e il cigno di Tintoretto, I due cani di Jacopo Bassano, e poi i dipinti di El Greco, Velazquez, De Goya, Rembrant, Rubens, Van Dyck, per finire col Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi e la Madonna del Cardellino di Raffaello e i quattro capolavori di Caravaggio: Giuditta decapita Oloferne, Sacrificio di Isacco, Bacco, Medusa.

Consumiamo il pranzo presso la caffetteria del museo e poi ci dirigiamo al Piazzale Michelangelo (siamo andati in taxi ma è raggiungibile anche con gli autobus n 12 o 13 e, per i più arditi, anche a piedi), una vasta terrazza oltrarno da cui si gode una splendida vista sulla città. Scattate le foto di rito, torniamo verso il centro. Ceniamo alla trattoria Marione in via della Spada 27, un locale molto rustico con cucina casalinga che non accetta prenotazioni e davanti al quale bisogna fare anche 40 minuti di attesa se si è in 10!! Tuttavia ce lo hanno consigliato in tanti, siamo in vacanza e non abbiamo fretta e con 20 euro a testa mangiamo un antipasto e una portata a testa, oltre a acqua e vino. I locali di Piazza della Repubblica sono invece la nostra tappa pre-ritirata.

Sabato

Visitiamo il Duomo, l’imponente cattedrale della città, quarta chiesa al mondo per dimensioni ed espressione del periodo di massima espansione della città. La cupola, progettata da Brunelleschi, è una straordinaria invenzione architettonica per la sua struttura a doppia calotta, in grado di sostenersi da sola durante la costruzione. È affrescata con il Giudizio Universale iniziato da Giorgio Vasari e terminato da Federico Zuccari. Fatti 463 gradini, raggiungiamo la sommità della cupola da cui si ha uno stupendo panorama della città e delle colline circostanti. Purtroppo il tempo non è bello, inizia a piovere e scendiamo, andiamo a pranzare a Il Grillo, un tranquillo ristorante per turisti in Piazza di Santa Maria Novella 32, poi perdiamo un po’ di tempo per saluti a compagni di viaggio in partenza e ad altri amici in arrivo; poi, approfittando di una tregua della pioggia, andiamo in Piazza della Passera su cui si affacciano diversi bar osterie, rosticcerie caratteristiche e beviamo un po’ di vino. Poi continuiamo il tour per le vie della città, rifugiandoci in qualche negozio e bottega nei momenti di pioggia. Quando passeggiate, osservate anche i segnali stradali di divieto di transito: spesso sono anch’essi dei piccoli capolavori… Terminiamo la serata da Zà-zà, una tradizionale trattoria in piazza del Mercato Centrale (anche qui, con 25 euro, facciamo una cena completa).

Domenica

La mattina, in attesa del treno, ci perdiamo ancora per le vie di Firenze, compriamo qualche souvenir ci concediamo un ritratto-caricatura collettivo da un artista di strada e pranziamo alla Cantinetta di Dante e Beatrice, ottimo ed economico per un pasto al volo.

Sono molto soddisfatta di questa vacanza e ho capito come mai il turismo non abbandona mai Firenze: è una città che sembra avere due storie, quella fiera e bellicosa dell’età medievale e quella elegante e splendida della signoria medicea. Entrambe le epoche hanno lasciato in città testimonianza di arte e di architettura così importanti da essere note in tutto il mondo.

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Duomo

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Divieto di transito

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Ponte vecchio



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