Cambogia zaino in spalla

Da Phnom Penh a Siem Reap, via Battambang... un viaggio di nove giorni organizzato individualmente, prenotando solo gli hotel prima della partenza. Stop over a Singapore
Scritto da: Serena Colombo
cambogia zaino in spalla
Partenza il: 13/09/2012
Ritorno il: 22/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Sono partita dall’Italia insieme al mio ragazzo il 13 settembre. Abbiamo volato Singapore Airlines – 12 ore di volo diretto da Milano Malpensa. Arrivati stanchi sul volo (partenza ore 12.00) siamo riusciti ad addormentarci dopo il pasto a bordo e ci siamo svegliati con il fuso di Singapore (arrivo ore 06.00). Abbiamo poi preso il volo in coincidenza della Silk Air per Phnom Penh. Abbiamo dovuto ottenere il visto fornendo 1 fototessera recente a colori (altrimenti multa di 2 USD) e pagando 20 USD per persona. Usciti dall’aeroporto siamo stati accolti da un clima caldo tropicale, ma fortunatamente c’era il sole (settembre è ancora la stagione delle piogge). Abbiamo preso un remok (o tuk tuk) e con 7 USD (prezzo pubblicato, non contrattato, anche se un po’ eccessivo) siamo andati in hotel. Avevamo già prenotato prima della partenza 2 notti presso la Tonlé Sap Guesthouse – guardando la cartina della città, a nord, sul fiume, vicino al Wat Phnom. Abbiamo pagato 18 USD a notte per camera doppia con bagno e finestra. Forse si trova qualcosa di più economico, ma la posizione era ottima. Una volta sistemate le valige in camera, siamo usciti a piedi, costeggiando la strada lungo il fiume Tonlé Sap, la Sisowath Quay, verso sud. Questa è la via più animata di locali, bar, ristoranti e quindi molto frequentata dai turisti, soprattutto la sera. Ci siamo fermati in un ristorante a prendere 2 birre Angkor (la terza in omaggio) e un antipasto misto cambogiano. Abbiamo mangiato con gusto anche se un po’ timorosi sulla verdura cruda, ma tra i piatti della cucina cambogiana ci sono molte insalate. Ottima la “fruit salad”: mango, papaya, banane, anguria e dragon fruit. Abbiamo proseguito lungo la strada e abbiamo visitato il Wat Langka e poi il Palazzo Reale e la Pagoda d’Argento (6 USD per persona – bisogna avere pantaloni sotto le ginocchia e maniche lunghe, anche se poi i controlli non erano così severi). Qua abbiamo incontrato molti monaci per strada che non si sono tirati indietro per una foto e un giovane monaco molto curioso che ci ha fermato per parlare e poi si è messo in posa per farci fare una foto. Il cielo era plumbeo, sapevamo che il bel tempo non sarebbe durato molto. Abbiamo scattato molte fotografie ai tetti particolari e a queste architetture nuove, dai colori caldi giallo-arancione, che si stagliavano sul cielo nero e presto si sono fatte le 17.00 – ora di chiusura – giusto in tempo per le prime gocce. Tirati fuori i nostri k-way ci siamo incamminati per rientrare in hotel a piedi. Per cena abbiamo deciso di consultare la guida Lonely Planet e abbiamo optato per un posto vicino, sul fiume: Bopha Phnom Penh Titanic Restaurant (posto molto carino, elegante, cucina khmer, prezzi medi).

Il giorno seguente siamo andati a visitare il Wat Phnom e poi ci siamo addentrati a piedi nel centro della città fino a raggiungere il mercato: pensavamo di trovare tanti ragni, molto apprezzati dalla cucina locale, invece abbiamo trovato molto pesce essiccato/affumicato dall’odore poco invitante. Oltre ai generi alimentari si trova un po’ di tutto: il reparto gioielleria era ben organizzato e illuminato sotto la grande cupola, poi tutt’intorno si sviluppavano delle bancarelle di vestiti, scarpe, borse e zaini (molti brand copiati), souvenirs. Proprio accanto si trova un centro commerciale (Sorya Center) che abbiamo voluto vedere: al piano terra c’è il supermercato ben fornito dove a far la spesa abbiamo notato sono gli stranieri residenti in Cambogia. Al quarto piano c’è il food court dove si possono assaggiare piatti tipici locali e asiatici, ma noi abbiamo provato il fast food cambogiano (non era molto buono). Nel pomeriggio abbiamo preso un tuk tuk per andare prima al museo del genocidio Tuol Sleng e poi al mercato russo dove fare incetta di souvenirs. A cena siamo andati al FCC – Foreign Corrispondents Club – dove andavo i giornalisti (e forse anche Tiziano Terzani). Il locale è al primo piano di un edificio coloniale, aperto con vista sul fiume; la cucina è internazionale. Anche se era solo a 10 minuti a piedi dal nostro hotel, abbiamo preso così tanta acqua che eravamo completamente bagnati dalla testa ai piedi. Ha piovuto tutta la notte.

terzo giorno

Abbiamo preso un bus di linea locale per raggiungere Battambang (Sorya Company). Ci sono diverse compagnie che coprono questa tratta. Noi abbiamo prenotato tramite l’hotel il giorno del nostro arrivo. Abbiamo pagato 6 USD a persona per 6 ore di viaggio. All’arrivo ci aspettava un addetto dell’hotel che avevamo prenotato, il Chaaya Hotel. Abbiamo mandato loro una mail il giorno precedente per avvisarli con quale compagnia e a che ora saremmo arrivati. L’hotel distava poco dalla fermata degli autobus, ma con la pioggia è stato molto utile il loro accompagnamento. Abbiamo deciso al momento di prendere una camera con ventilatore (5 USD) anziché la camera con aria condizionata (10 USD). L’hotel è grande, molto frequentato dai backpackers, le camere sono essenziali e per il prezzo non potevamo chiedere di più. Il ventilatore però non lo abbiamo accesso perché non era molto stabile. Fortunatamente abbiamo tenuto la finestra aperta con la zanzariera e il temporale notturno ci ha tenuto fresco. Dopo esserci sistemati, siamo usciti per un giro a piedi. La città è molto piccola e si sviluppa lungo il fiume Stung Sangke. Ci siamo fermati in un bar per un aperitivo (birra e stuzzichini khmer) e ci siamo divertiti a fotografare i passanti in moto e in bici. Per cena siamo andati al Geko Cafè, gestito da americani e non potevamo non prendere un hamburger (molto buono!). In fondo al menu ci sono i nomi di tutte le persone che lavorano, a turno, nel locale con una breve descrizione sulla loro condizione sociale. Quando ti servono ti fanno sapere il loro nome e il nome del cuoco, così poi alla fine puoi lasciare loro la mancia (essendo un locale gestito da americani, la mancia è obbligatoria, però così ci è sembrata una cosa un po’ forzata).

quarto giorno

Ci siamo svegliati all’alba per prendere una barca per Siem Reap (partenza ore 07.00 – arrivo dipende dalle condizioni del fiume, noi ci abbiamo messo 6 ore e mezza). Era una barca pubblica dove oltre noi c’erano altri pochi turisti e le persone che rientravano nei loro villaggi galleggianti. Abbiamo pagato 20 USD prenotando tramite l’hotel di Battambang ed era compreso anche il trasferimento fino al molo. Il paesaggio è molto suggestivo e con la stagione delle piogge il fiume era in piena, quindi abbiamo visto l’acqua arrivare ai bordi delle palafitte e solo le creste degli alberi perchè i tronchi erano completamente immersi; abbiamo preso dei canali strettissimi immersi nel verde dove poteva passare solo una barca per volta; siamo arrivati a Siem Reap completamente lavati, causa pioggia, ma soddisfatti. Purtroppo al molo ci hanno assalito i drivers dei tuk tuk, nel senso che sono proprio saltati sulla barca prima che noi potessimo alzarci a prendere i nostri zaini. Noi dovevamo avere una persona mandata dall’hotel ma nel caos che si era creato, non lo abbiamo visto e abbiamo deciso di seguire un ragazzo di quelli che erano lì. Proponevano tutti la tariffa di 1 USD per arrivare in centro a Siem Reap, ma dopo 5 minuti di strada il nostro driver si è fermato e ci ha spiegato che questa era la tariffa solo se avessimo fatto con lui anche le visite dei templi. Non trovando corretto il comportamento, abbiamo pattuito 3 USD per arrivare in hotel senza accordarci per i successivi giorni. Abbiamo pernottato al Golden Temple Villa, hotel molto grazioso, con personale gentile e disponibile. Per una camera doppia con bagno abbiamo pagato 15 USD a notte. Avevamo wifi in camera (ma questo ovunque in Cambogia), te/caffè e banane sempre disponibili gratuitamente al bar, 30′ di massaggio prova. Il ristorante dell’hotel aveva un menu ampio e vario, a prezzi medio-bassi e facevano anche servizio in camera. Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro a piedi nel centro di Siem Reap, piacevolissima cittadina piena di locali e bancarelle, ma anche di tanti drivers che non si stancavano mai di chiedere se avessimo bisogno del tuk tuk. Ci ha fatto ridere trovare in vendita una maglietta con scritto “no tuk tuk today and tomorrow”. Forse essendo bassa stagione, c’erano tanti tuk tuk fermi. Ci siamo fermati in “Pub Street” per un aperitivo verso le cinque del pomeriggio, ma il piatto “cambodian discovery” si è rivelato più una cena! Stravolti anche dal viaggio, siamo rientrati presto in hotel e ci siamo goduti un po’ la terrazza.

quinto e sesto giorno

Li abbiamo dedicati alla visita dei templi prenotando tramite l’hotel solo un driver che ci accompagnasse nel circuito piccolo il primo giorno e il circuito grande il secondo giorno (10 USD al giorno, tranne il secondo che per raggiungere Bantey Srei abbiamo pagato ulteriori 5 USD). Siamo stati molto fortunati perchè era un ragazzo molto gentile, non parlava bene inglese ma era molto disponibile. Abbiamo visitato i templi sotto la pioggia insistente il mattino e il sole cocente il pomeriggio. Non ci siamo mai fermati per la “pausa pranzo” ma abbiamo preferito fare tutto il giro. Rientravamo in hotel verso le 4 del pomeriggio, facevamo la doccia, e uscivamo per mercatini e per la cena.

settimo giorno

Abbiamo visitato in mattinata i templi di Roluos. A Lolei abbiamo incontrato un monaco che ci ha invitato a partecipare alla sua lezione di inglese. Insieme ad altri due turisti tedeschi, ci ha messo davanti alla lavagna perchè i suoi “alunni” potessero farci delle domande. Avevano un’aula dove stava creando una libreria con i lasciti dei turisti ma il suo obiettivo sarebbe quello di avere dei computers. I banchi per necessità di spazio erano fuori dall’aula. E’ stata una bella esperienza. A pranzo abbiamo mangiato in un ristorante indiano (molto buono!). Nel pomeriggio ci siamo presi una pausa dai ritmi frenetici del turista e abbiamo approfittato del massaggio di 30′ offerto dall’hotel.

ottavo giorno

Abbiamo preso il volo della Silk Air per Singapore a mezzogiorno e poi avremmo avuto una coincidenza di 10 ore. Siccome i bagagli erano stati imbarcati direttamente per Milano, abbiamo preso un taxi e abbiamo fatto un giro per Singapore, città che già conoscevamo ma avevano da poco aperto Gardens by the Bay, un parco naturale con delle installazioni architettoniche che richiamano alla figura di alberi giganti sempre illuminati. A mio parere è una bellissima città moderna nel cuore dell’Asia, in continua evoluzione!



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