Bruges, Gent, Bruxelles in 36 ore!

Siamo in coppia, la mia fidanzata (fra tre mesi futura sposa!) ed io...sono le 6:30 di sabato 30 gennaio 2010 quando ci svegliamo...e lei non sa ancora dove siamo diretti. E' una sorpresa, un mio regalo anticipato di San Valentino: le avevo solo detto (per ragioni puramente climatiche) che saremmo andati in Belgio e che era necessario caricare il...
Scritto da: juri.bettini
bruges, gent, bruxelles in 36 ore!
Partenza il: 30/01/2010
Ritorno il: 31/01/2010
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Siamo in coppia, la mia fidanzata (fra tre mesi futura sposa!) ed io…Sono le 6:30 di sabato 30 gennaio 2010 quando ci svegliamo…E lei non sa ancora dove siamo diretti. E’ una sorpresa, un mio regalo anticipato di San Valentino: le avevo solo detto (per ragioni puramente climatiche) che saremmo andati in Belgio e che era necessario caricare il bagaglio a mano di maglioni, sciarpe, guanti e chi più ne ha più ne metta. Le previsioni meteo consultate su internet non davano altro che neve, neve…E ancora neve! Il resto era stato da me studiato già all’atto della prenotazione effettuata a fine ottobre 2009, ben 3 mesi prima. I due giorni, o per meglio dire le 36 ore che ci aspettavano, avevano un triplice scopo: visitare nel poco tempo a disposizione alcuni luoghi di una nazione a noi ancora sconosciuta, unire a tutto ciò anche il desiderio di relax del quale abbiamo bisogno e cercare di spendere non proprio il meno possibile ma una cifra ragionevole. Lavoriamo entrambi dal lunedi al venerdi e quindi gli ultimi due giorni della settimana non possono e non devono diventare uno stress.

Non credevo di riuscire a raggiungere tutti e tre gli obiettivi…Ed invece a sole due ore dal rientro a casa posso dire di avercela fatta. Cercherò di spiegare come qui di seguito sperando di essere utile a chi avrà la pazienza e lo spirito per leggere tutto l’itinerario.

Il volo di andata previsto per le 8:55 da Roma-Ciampino è partito con soli 10 minuti di ritardo, poi recuperati durante il percorso. Siamo atterrati all’aeroporto di Bruxelles Sud-Charleroi alle ore 10:50. Intorno a noi solo ed esclusivamente un colore: il bianco! Tutto era coperto di neve: tetti delle case, campi, alberi…Tranne fortunatamente le strade. Il belgio è un paese all’avanguardia ed ogni notte i mezzi spargi-sale svolgono diligentemente il loro lavoro permettendo a chiunque di spostarsi in piena libertà senza l’uso delle catene. Era veramente uno spettacolo e non vedevamo l’ora di uscire dall’aereo per tuffarci in quel panorama per noi raro! Avendo porato solo un bagaglio a mano a testa e non dovendo attendere niente proveniente dalla stiva, ci siamo immediatamente fiondati nell’area riservata al noleggio delle auto: con così poco tempo da sfruttare non ho neanche pensato a soluzioni alternative anche se sò che in Belgio i treni sono veloci e puntuali. Ritirate le chiavi della macchina andiamo al parcheggio e riusciamo ad intravedere solo la targa segnalata sul portachavi: l’auto era coperta dalla neve per il 90% della carrozzeria. Prima di partire ho dovuto mettere in moto il veicolo e poi, con un pezzo di plastica trovato nel portaoggetti del cruscotto, ho dovuto “spalare” a mani nude tutta la neve ed il ghiaccio che ostruivano la visuale. Non sentivo più le dita, ma avrei proseguito per ore, tanta era l’emozione di poter rifare una palla di neve dopo credo una quindicina d’anni. Caricati i bagagli, imposto il navigatore satellitare, mettiamo in moto e partiamo alla volta della nostra prima tappa: Bruges (la mia ragazza ancora non sapeva niente di niente). La distanza da percorrere era di circa 140 km. Il cielo era nuvoloso a Charleroi ma poi, mano a mano che macinavamo la strada, si stava facendo largo un timido sole che dopo un po ‘di tentativi è riuscito ad avere la meglio ed a regalarci una bellissima luce che esaltava ancora di più il manto di neve fresca che ricopriva entrambi i lati del percorso. Arrivati tra Bruxelles e Gent la neve era quasi completamente sparita. Ci siamo fermati ad un’aera di sevizio per prenderci qualcosa di caldo da bere, per alcuni bisogni fisiologici, ma soprattutto per curiosare! E’ tutto servito col sistema del self-service. C’è solo una persona alla cassa che aspetta i clienti per fare il conto. Decidiamo, da buoni italiani, di prenderci due caffè. Sulla macchinetta ci sono due indicazioni in francese: caffè lungo e caffè corto. Optiamo ovviamente per il caffè corto, piazziamo il bicchiere nell’apposito spazio, schiacciamo il pulsante giusto e come per magìa esce fuori una bevanda dall’aroma di caffè di almeno 25 centilitri. Ci siamo guardati senza parlare. Tutti e due abbiamo pensato allo stesso momento qualcosa del tipo: “E se avessimo preso il caffè lungo…Che cosa sarebbe uscito fuori?”. Beh…Non abbiamo avuto il coraggio di scoprirlo e questa domanda non ha mai avuto risposta, per fortuna!. Siamo ripartiti alla volta di Bruges e, ormai a 10 km di distanza, ho informato la mia ragazza della prima destinazione. Erano circa le 13:10…L’albergo da me prenotato prevedeva il check-in dalle 13:00 … Eravamo in perfetto orario! Appena il tempo di tirare il freno a mano ed in pochi secondi, dopo un’ora di viaggio sotto un tiepido sole, comincia a scendere una fitta e soffice neve, come per darci il benvenuto! Siamo rimasti fermi sul posto a gustarci quello spettacolo fatto di fiocchi morbidi che ci cadevano in testa, sul viso e sui vestiti…Emozionante davvero! Sarebbe durato però solo una decina di minuti per fortuna, altrimenti i piani studiati a tavolino avrebbero subìto delle modifiche per cause di forza maggiore. Scarichiamo i bagagli, prendiamo possesso delle chiavi della camera, lasciamo il tutto all’interno senza ovviamente disfare nulla, ci armiamo di macchinetta fotografica e di una mappa dettagliata della città che mi ero preparato da casa con Google Earth ed andiamo a posteggiare l’auto al piano “-2” del centralissimo parcheggio “Zand”. Saliamo le scale e ci troviamo già immersi in piena atmosfera belga a tutti gli effetti: tipici palazzi, case e costruzioni di questa zona d’europa, tutti molto curati e rifiniti. Niente è lasciato al caso…Ogni singolo mattoncino di ogni singolo edificio è allo stesso tempo “antico” e “nuovissimo”. Si vede che questa città è soprattutto un luogo turistico. D’altra parte la dicitura di “Centro medioevale meglio conservato d’Europa” non si assegna solo per caso…Ci deve essere un valido motivo e Bruges ce l’ha! E’ l’ora di pranzo: ci sono moltissimi posticini dove poter mangiare, uno accanto all’altro. Noi abbiamo fame ma soprattutto fretta perchè il freddo ci sta entrando nelle ossa. Per questo motivo vogliamo fare il giro della città nelle ore di luce, cioè entro e non oltre le 18:00. Andiamo quindi in una catena di fast food che serve baguette, pizza e dolci. E’ una catena che non abbiamo mai visto in Italia e abbiamo deciso di provarla bocciandone altre anche per questo motivo. Prendiamo il classico menù (buono davvero!) e poi usciamo alla scoperta del centro storico. Iniziamo ovviamente dal Markt, la piazza più grande di Bruges. Entrando, il colpo d’occhio è stupendo, indescrivibile: Enormi palazzi artistici, meravigliosi colori, il campanile del Belfort che staglia su tutto…Una cosa veramente unica. Scattate le foto di rito ci dirigiamo verso la seconda piazza della città, il Burg: questa è meno appariscente del Markt ma comunque da vedere. Ci siamo poi spinti verso la parte sud, avvicinandoci ai famosi canali che delimitano l’intero centro storico. Abbiamo un solo rammarico: a dicembre, gennaio e febbraio i giri in barca sui canali sono sospesi per il freddo che c’è da quelle parti. Col senno di poi posso dire che è una decisione saggia, anche se non posso negare che una volta lì mi sarebbe piaciuto molto vedere quel luogo meraviglioso da un’altra ottica, sicuramente più particolare delle normali strade. Durante il percorso a piedi ci siamo sbizzarriti guardando ogni singola vetrina di ogni singolo negozio tipico belga: le cioccolaterie. Ad un certo punto abbiamo perso il conto…Una accanto all’altra! Scegliere quale confezione prendere per noi e quale regalare alle nostre famiglie è stata una delle imprese più difficili che si possano affrontare, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Con la nostra bustina piena di cioccolatini in mano siamo arrivati al “Minnewater Park”, il parco del lago dell’amore. Un luogo di pace e silenzio, passeggiando mano nella mano sui ponti che attraversano i canali, con i prati del parco spruzzati di neve, con le paperelle ed i cigni che ogni tanto si fanno vedere e sentire…Un luogo splendido in pieno inverno…Figuriamoci in estate, ci siamo detti. Dopo le consuete foto ricordo abbiamo passeggiato per il Begijnhof, oggi convento di suore (non so dirvi di quale ordine…Pardon!) dove un tempo vivevano donne (le beghine) che avevano fatto il voto di castità ma non di clausura. Un luogo ancora più silenzioso del Minnewater Park, più per motivi di rispetto che altro. Quello che sorprende di quella zona è l’atmosfera che si vive…Un’oasi di tranquillità in mezzo ad una città non caotica ma comunque votata al turismo e quindi ai rumori, ai bus che fanno il giro del centro, alle carrozze dei cavalli che offrono lo stesso servizio con annessa una puzza particolare ecc. Ecc.

Tra gli altri luoghi visitati cito la chiesa del sacro sangue e la chiesa di nostra signora, anch’esse molto belle.

Cosa fare per terminare degnamente il pomeriggio? Cercare una buona sala da tè dove gustare qualcosa di caldo che ci faccia ricordare la sensazione di avere degli arti inferiori e superiori! La mia ragazza ha scovato con la coda dell’occhio un negozio che vendeva i soliti cioccolatini al piano terra e che serviva al primo piano qualsiasi tipo di bevanda calda. Ci siamo seduti (non so ancora come perchè ci saranno stati al massimo 7-8 totali tavoli a voler esagerare) ed abbiamo chiesto una cosa molto semplice: due cioccolate calde. Il cameriere arriva da noi dopo pochi minuti con due enormi tazzone da colazione…Ma grandi, più un vassoio con due tazzine di cioccolato con dentro dei dadini anch’essi di cioccolato!!! Con nostra sorpresa all’interno delle tazzone c’era solo del latte bollito. Lo abbiamo guardato come per dire: “Ma che cosa ci hai portato???”. Lui con estrema gentilezza ci ha spiegato in un perfetto inglese (io me lo sogno di parlare in quel modo sopraffino…) che i dadini di cioccolato e le tazzine andavano messe nel latte bollito e girate con un apposito cucchiano fino a quando non si fossero sciote del tutto. Alla fine sarebbe uscita la miglior cioccolata calda di tutto il belgio. Abbiamo provato, ed anche se dentro di noi eravamo più che scettici, alla fine abbiamo dovuto dargli ragione. La cioccolata era davvero squisita in quel modo. Abbiamo ringraziato il cameriere della bella scoperta che ci aveva fatto fare e siamo tornati in strada con qualche grado in più di temperatura all’interno degli abiti.

Alle 18:00 in punto (calato il sole) torniamo allo Zand, prendiamo la macchina e torniamo in albergo. Dopo una giornata di freddo ci meritiamo una doccia calda ed un sano riposo ristoratore dopo il viaggio e le ore di passeggiata senza alcuna sosta se non un quarto d’ora per il pranzo. Termosifoni della camera piazzati al massimo possibile (credo fossero 28 gradi o roba del genere…), pigiama dopo la doccia ed una bella chiacchierata ci hanno accompagnati fino alle ore 20:00 circa, quando cioè ci siamo preparati per andare a cena in un ristorantino tipico da me personalmente scelto e prenotato dall’italia. Torniamo con la macchina al parcheggio sotto lo Zand e camminiamo fino alla destinazione, dove mangiamo davvero bene spendendo una cifra ridicola. Avevo letto una marea di recensioni su internet, poi puntualmente confermate sul posto, che parlavano del belgio come un luogo in cui i ristoranti sono molto molto cari. Devo dire che è proprio così…Quindi, lasciando spennare i soliti sprovveduti, noi due abbiamo mangiato in un ambiente molto caratteristico, con soli 10 tavoli disponibili (credo che di sabato sera senza prenotazione ci siano ben poche speranze di poter trovare posto…), ma soprattutto possiamo dire di aver mangiato davvero bene. Terminata la cena abbiamo fatto il percorso inverso verso lo Zand e la macchina gustandoci Bruges finemente illuminata, anche se l’unico pensiero in quel momento era il letto. Dopo la doccia pomeridiana, quello della notte è stato il secondo momento di relax che ci siamo concessi: riposte le cose non più necesserie nei bagagli a mano e piazzata la sveglia per le 9:00 del mattino seguente (assolutamente non troppo presto), ci siamo addormentati come sassi sempre col riscaldamento acceso al massimo…

Secondo giorno: ci siamo alzati alle 9:30 per forza di inerzia (fosse stato per noi avremmo dormito altre ore tranquillamente) abbiamo chiuso i bagagli , saldato il conto dell’hotel e salutato Bruges.

Ci siamo messi in macchina alla volta della seconda tappa prevista: Gent, una città con entrambi i lati della medaglia. Da una parte siamo rimasti piaceviolmente sorpresi dal panorama perchè non ce l’aspettavamo così bello e particolare. Tutti parlano di Bruges, ma di Gent se ne sentono davvero poche. E’ indubbiamente più città, nel senso che è più vissuta dai belgi e meno turistica, però offre degli scorci davvero magnifici. Abbiamo visto il Ponte di San Michele e percorso a piedi sia il Graslei che il Korenlei, le due strade che costeggiano il canale principale. L’altro lato della medaglia non dipende certo da Gent…Ma da chi la sta amministrando: proprio in questo periodo è in atto la ripavimentazione dell’intero centro storico: un buon 50% delle attrazioni e dei palazzi da vedere è circondato da gru, da escavatori e da materiali edili. Cercando di fare comunque delle foto, anche con la massima attenzione non si riesce a non incappare in qualeche macchinario da lavoro e purtroppo, non essendo questo un luogo doce si capita tutti i giorni, la cosa ci è dispiaciuta molto. Anche qua abbiamo posto l’auto in uno dei soliti parcheggi sotterranei (quello più vicino al centro ovviamente). Visto quello che c’era da vedere (sapevamo che Gent avrebbe portato via molto meno tempo di Bruges) ci siamo messi in viaggio alla volta di Bruxelles dove siamo arrivati in perfetto orario, intorno alle ore 13:00. Trovato un luogo per pranzare velocemente (sulla Anspachstraat, la via principale) scopriamo con nostro rammarico che, come a Roma, anche in belgio il maxi centro commerciale City2 (ben 4 piani di negozi) è chiuso per riposo settimanale. Niente Shopping dunque, almeno non lì dentro. Ci incamminiamo nella direzione opposta e dopo poco arriviamo sulla Grand Place: magnifica…Molto più grandiosa ed imponente del Markt di Bruges. Un colpo d’occhio eccezionale! Altre foto di rito e poi via verso la Cattedrale di San Michele, anch’essa molto bella. Non avevamo molto tempo a disposizione perchè da programma alle ore 16:15 al massimo avremmo dovuto incamminarci verso l’aeroporto di Charleroi distante circa 58 km dalla capitale belga. Allunghiamo il passo e riusciamo a farci entrare “quasi” tutto: riusciamo a vedere il Manneken Pis in tutta la sua “imponenza”: una statuina di 50 centrimetri che raffigura un putto che fà la pipì…Ognuno ha i suoi gusti, meglio dire questo che altro. Dopo aver visto la Grand Place ed aver constatato con rammarico che il palazzo principale era talmente grande da non entrare per intero nell’obiettivo della macchina fotografica…Vedere il manneken è davvero riduttivo! quasi un pugno in un occhio…Ci siamo consolati con un giro per negozi alla “Galerie de la Reine” ed infine una sosta per mangiare un dolce tipico belga: il waffle o Gaufres, come dir si voglia: un caldo e morbido biscotto ricoperto di tutto ciò che si può chiedere: personalmente l’ho scelto con cioccolato e banana (e lo consiglio a tutti) ma si può fare con panna, con fragole, con marmellata…Con qualsiasi cosa! Davvero 10 e lode! Per finire, un piccolo regalino alla mia fidanzata che ha visto un negozio di vestiti dove abbiamo comprato due magliettine estive (o due “top” come li chiama lei) davvero belle al prezzo totale di euro 42,50. Io di queste cose non me ne intendo, ma la mia ragazza mi ha detto che cose del genere prima di tutto a Roma non si trovano e poi, anche se si trovassero, costerebbero un occhio della testa! Torniamo alla macchina ed abbiamo ancora del tempo a disposizione. Decidiamo di impostare il navigatore verso l’atomium che sta a 5 km di distanza ma in quella direzione c’era un incidente che bloccava totalmente la strada. Era troppo tardi e rischiavamo di stare in fila e non riuscire a vedere nient’altro: ci guardiamo negli occhi, facciamo inversione ad U dove assolutamente NON si poteva fare (ci è andata bene…) e ci siamo diretti verso il Palazzo Reale. Devo dire che ne è valsa la pena. Costruzione immensa già vista altre volte al telegiornale ma ovviamente di tutt’altro effetto quando si ha dal vivo ad una distanza di dieci metri scarsi, molto bella e ben curata, con ovviamente un’enorme bandiera belga che sventola sulla parte centrale del suo tetto. E’ la visione di quella bandiera che chiude il nostro viaggio di 36 ore alla scoperta di 3 città importanti e suggestive del Belgio: sono le 16:15 ed abbiamo giusto il tempo di ripendere l’autostrada e dirigerci verso l’aeroporto di Charleroi. Fatto il pieno alla macchina la riportiamo al parcheggio dell’autonoleggio, consegnamo le chiavi, passiamo i controlli di rito per i bagagli a mano e ci imbarchiamo sul volo di ritorno previsto per le 18:35. Partiamo con un quarto d’ora di ritardo, recuperato anche questa volta in volo, ed atterriamo a Roma-Ciampino con 5 minuti di anticipo. Uno spettacolo anche questo visto ciò che si sente al giorno d’oggi sui ritardi aerei. Che dire: tutto è filato nel verso giusto…Ci siamo persi solo l’atomium sulla visita di tre città in 36 ore (ma non per colpa nostra). Oltre questo ci siamo davvero rilassati. Infatti sto finendo di scrivere questo itinerario quasi alle 2:00 di notte della sera stessa del rientro dal Belgio e tra meno di 4 ore e mezzo dovrò svegliarmi per andare a lavorare. Ma non è un problema: aver pianificato così bene questa esperienza (non era la prima di questa durata e di questo genere, per cui ero già rodato) rende sempre soddisfatti del risultato e dà molta carica per la…Prossima volta! Capitolo costi: lascio per ultima questa sezione per far capire come si possano passare due giornate come quelle appena descritte (senza farsi mancare niente e con servizi di tutto rispetto) spendendo relativamente poco. Nel dettaglio: – Volo A/R con ryanair (prenotato 3 mesi prima usufruendo di una promozione) ad euro 28 a persona – Macchina a noleggio per due giorni trovata dopo ore di affannosa ricerca tramite il broker Economy Car Rentals.Com al modifo prezzo di euro 31,50 a persona (63 euro totali, quindi andandi in 4, magari due coppie di amici, la macchina sarebbe costata meno di 16 euro a testa) – Albergo 4 stelle a 4 km da bruges, comodissimo perchè all’uscita dell’autostrada, qualità 3 stelle superiore, molto pulito e molto curato (quindi assolutamente niente a che vedere con gli ostelli o roba simile) a 26,55 euro a persona per una notte…Prezzo bomba ottenuto prenotando 3 mesi prima con la formula dell’importo “non rimborsabile” che dà diversi euro di sconto – Cena del sabato sera prenotata dall’italia al ristorantino tipico Gruuthuse Hof sito in Bruges al n. 36 di Mariastraat dove con 19,75 euro a persona abbiamo mangiato la zuppa del giorno, un piatto a scelta tra bistecca di manzo al pepe verde, maiale ed un salmone clamorosamente buono + insalata, patatine fritte e dolce del giorno…Mica male per una nazione dove un secondo cosa da solo 18 euro tondi tondi nel 95% dei ristoranti esistenti.

– Due pranzi al fast food per la modica spesa di euro 13 a persona totali – In belgio le autostrade sono gratis , quindi costo zero + infine 17,50 euro a testa di benzina per restituire l’auto al noleggio con il pieno come l’avevamo trovata.

Totale: due giorni completi di tutto, livello dei servizi medio-alto, senza farsi mancare assolutamente nulla ad euro 135 circa a persona. Non è assolutamente tanto (una notte+colazione in agosto all’isola d’elba in un hotel 3 stelle costa da sola 125 euro a persona…) e sono fiero di ogni singolo centesimo speso. Ho visto la mia ragazza per tutto il tempo col sorriso sulle labbra, felice di scoprire un posto nuovo per tutti e due con quelle tipologie di servizi. A risentirci…Al prossimo viaggio o fine settimana che sarà.



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