Cinque mesi attraverso la Thailandia, Malesia e Filippine

Un lungo viaggio in Asia...
cinque mesi attraverso la thailandia, malesia e filippine
Partenza il: 12/11/2011
Ritorno il: 01/04/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 4000 €
È stato un bel viaggio attraverso 3 paesi di diversa religione: Thailandia buddista circa 50 giorni, Malesia mussulmana circa 45 giorni, Filippine cattoliche circa 45 giorni.

Sono arrivato a Bangkok il 12.11.11 e siccome la città era allagata ho preso subito un volo per Phuket dove mi sono fermato una settimana. Ho fatto tanto mare a Patong beach dove ho conosciuto parecchia gente, ho noleggiato un motorino e sono andato in giro con un altro italiano, rischiando la vita perchè per poco un’auto non mi investiva.

Poi sono partito per Phi Phi Island in barca veloce e mi sono fermato un’altra settimana in quella bella isola che avevo già visitato. Ho fatto l’escursione classica, ho conosciuto un gruppo di giovani brasiliani e mi sono divertito parecchio ai beach bar della spiaggia principale coi fire show e la musica.

Dopo una settimana sono ripartito in barca per Ko Lanta, una bella isola lunga con tutta una serie di spiagge sul lato est e l’interno che mi ha ricordato l’isola di Cuba.

Mi sono fermato nella prima lunghissima spiaggia e poi sono andato alla scoperta delle altre in motorino in compagnia di un ragazzo giovane austriaco, Robert che avevo incontrato a Phi Phi.

La settimana è stata piacevole anche se ho fatto vita ritirata e la sera uscivo poco anche perchè non c’era granchè a parte qualche beach bar coi soliti spettacoli di fire show che cominciavano ad annoiarmi.

Poi ho raggiunto sempre in barca veloce Ko Lipe che è stata l’isola più interessante: piccolina ma con un mare stupendo e 4 spiagge una più bella delle altre.

Si cammina scalzi o in ciabatte ed in pochi minuti si raggiungono tutti i posti più belli, come la Sunrise beach che ha un’acqua fra le più chiare e trasparenti da me visti.

Ho conosciuto varie persone, turisti come me di passaggio, ma anche qui ho fatto vita piuttosto ritirata.

Quindi ho lasciato la Tailandia ed ho raggiunto in barca veloce l’isola di Langkawi in Malesia dove mi sono fermato una settimana. Non così bella, soprattutto per il mare, come le precedenti isole e inoltre la religione mussulmana non contribuisce ad una bella vita dato che la birra costa più che in Europa e le donne girano tutte velate.

Mi sono consolato facendo il giro dell’isola con una piccola auto noleggiata per soli 11 euro per un giorno. Sono salito sulla teleferica che porta in cima al monte più alto dell’isola da cui si gode una vista spettacolare. Ho visitato la capitale Kuah dove pensavo di comprare materiale fotografico, essendo zona franca, ma alla fine si risparmiava solo il 5-10% e allora ho lasciato perdere.

Sono passato poi al continente raggiungendo in traghetto e poi in pullman Cameron Highland, una bella località di montagna che gli inglesi frequentavano durante il colonialismo per sfuggire al calore della costa. Ho fatto un’escursione interessante che includeva la visita di una fabbrica di te e la relativa piantagione, le serre di fragole, altri giardini con fiori, cactus e farfalle ed un breve trekking nella foresta dopo aver ammirato il panorama da una torre.

Ho fatto belle passeggiate in loco, ammirando il paesaggio verde e collinare, le ville coloniali, gli alberghi lussuosi coi campi da golf e poi ho raggiunto la capitale Kuala Lumpur.

Mi sono fermato solo un giorno in Chinatown, Petaling street ed ho visitato vari posti, salendo sulla torre Menara alta ben 450 metri e dalla quale potevo vedere le centinaia di grattacieli che sono sparsi in un’area verde e piacevole, con alberi maestosi e altissimi.

Ho visitato le famose Petronas, le twin tower ed un parco che include vari giardini, serre, la moschea nazionale ed il museo di arte islamica.

Bella la parte coloniale della città con la grande piazza Merdeka tutta a prato e circondata da palazzi bianchi molto belli.

Ho poi raggiunto la bella città coloniale di Malacca che mi ha veramente entusiasmato.

Molto interessante perchè ci sono chiese e palazzi dell’era coloniale, soprattutto portoghese e olandese oltrechè l’ultima inglese. C’è il fiume che attraversa il centro storico con le case basse molte delle quali dipinte da coloratissimi murales che si ammirano anche prendendo parte ad un’escursione in barca soprattutto notturna perchè più suggestiva con le luci che illuminano le rive.

C’è una bella casa coloniale che l’ultimo discendente della famiglia, un simpaticissimo vecchietto, fa visitare illustrando ogni cosa.

Ma la cosa più bella di Malacca, è la chinatown, in assoluto la più bella da me vista in assoluto. Ci sono molti templi cinesi, ma anche una moschea e case antiche di ricchi cinesi trasformate in musei o ristoranti-alberghi di lusso. C’è un mercato notturno molto interessante e gran vita nei bar e ristoranti dove si balla anche il rock and roll, per opera soprattutto dei cinesi perchè i malesi mussulmani sono molto riservati. Insomma una bella città che mi son goduto alla grande e che raccomando a tutti, inclusa la salita alla torre girevole per ammirare il panorama cittadino e la sottostante piscina, un toccasana alle caldissime giornate.

Ho poi lasciato anche la Malesia che avrei rivisitato due mesi dopo al ritorno dalle Filippine.

Sono arrivato in aereo a MANILA, la grande capitale dove mi sono fermato un solo giorno, riservando il resto alla fine. Sono rimasto a Makati, nella city, la parte più ricca coi grattacieli, i parchi, i grandi centri commerciali ed ho visto tutte le luminarie del prossimo Natale.

In volo ho raggiunto la selvaggia e lunga isola di PALAWAN dove ho soggiornato per circa 3 settimane, prima nella capitale PUERTO PRINCESA dove sono rimasto un paio di giorni, stordito dalle migliaia di mototaxi prima di raggiungere in pullman SABANG BEACH, molto bella ma dalle acque mosse e pericolose. Ho alloggiato in un semplice bungalow sulla spiaggia dove ho trascorso la notte dell’uragano che ha fatto 2.000 morti e altrettanti scomparsi nella isola meridionale di Mindanao, per fortuna lontana. Ho avuto comunque molta paura perchè il vento era fortissimo e l’acqua era entrata dal tetto bagnando ogni cosa.

Per fortuna la mattina tutto era a posto, bastava riparare i tetti ed asciugare le cose bagnate.

Ho fatto una bella escursione in barca al famoso UNDERGROUND RIVER, ossia un fiume lungo ben 8 km tutto in grotta che si visita per un paio di km al buio, con le lampade in testa.

Ho fatto belle camminate nei dintorni della spiaggia, rischiando anche l’incontro con un coccodrillo grosso che era stato avvistato in un fiume che stavo attraversando a piedi dato che in un tratto non era profondo. Fortunatamente qualcuno mi ha bloccato e poi ho usato una zattera per passare dall’altra parte.

Dopo Sabang ho preso un altro pullman ed ho raggiunto EL NIDO, a nord dell’isola di Palawan, una bella località di mare dove mi sono fermato 5 giorni facendo due escursioni in posti bellissimi, baie stupende, isole coralline, facendo tanto snorkeling e conoscendo un sacco di persone.

Quindi mi sono deciso a raggiungere l’isola di BUSHUANGA con un viaggio terribile di 9 ore in banka, ossia la barca di legno coi bilancieri con onde altissime e pericolose che circa 10 anni fa avevano fatto affondare una banka con un gruppo di italiani che ci rimisero la vita.

CORON è la capitale dell’isola dove mi sono fermato altri 4 giorni in un albergo famigliare e molto ospitale che mi ha invitato a pranzo e cena il giorno di Natale e alla gita in barca il giorno successivo coi componenti più giovani.

A Coron ho fatto altre due escursioni bellissime, una nell’isola di fronte che ha un lago interno molto bello dove si fa snorkeling per ammirare i pesci e poi entrare in immersione nelle grotte. Un’altra bella gita è stata alla lontana spiaggia di MALCAPUYA, un’isola deserta con solo il ristorante dove abbiamo pranzato dopo aver trascorso delle belle ore in spiaggia.

Sono poi tornato in volo a Puerto Princesa per evitare il pericoloso viaggio in barca ed il lungo trasferimento in pullman ed ho anche risparmiato perchè il volo costava meno del traghetto e bus.

A Puerto Princesa sono andato a visitare una costa selvaggia con le mangrovie che crescono in acqua ed ho scoperto nuove zone interessanti della città. Ho poi raggiunto in volo CEBU CITY nell’isola omonima.

Ho visitato in una sera ed il giorno successivo la seconda città delle Filippine che non è molto bella ma comunque ha alcune cose interessanti come il Forte S.Pedro, una fortezza spagnola medioevale, la bella cattedrale dove erano in corso i festeggiamenti e le celebrazioni del Santo Nino che avrei poi incontrato anche in altri luoghi del paese.

C’è anche una cappella con la croce di Magellano che arrivato nel 1519 fu assassinato da un indigeno che oggi è considerato un eroe al quale i filippini hanno dedicato una grande statua nel parco Rizal a Manila.

La cosa che più mi ha impressionato però, è stato il grande mercato che è nel centro storico della città e che include una zona vasta molto incasinata con bancherelle e gran traffico delle jeepney coloratissime e caratteristiche del paese e tanta gente che cerca di guadagnarsi la vita in un paese molto povero dove molti vivono di stenti e dormono sui marciapiedi non avendo un tetto per sé.

Ho poi raggiunto in volo BORACAY, l’isola al nord ovest che è la località turistica numero uno delle Filippine. Molto bella con spiaggia lunghissima e sabbia bianca, acqua trasparente e molte palme, alberghi per tutte le tasche essendo divisa in tre station o settori.

Ho trascorso10 giorni in questa incantevole località, facendo tante conoscenze, soprattutto Oleg, un russo di Mosca e Jean Paul, un francese di Besancon coi quali passavo le giornate in spiaggia e la sera ai ristoranti buffet dove ci facevamo scorpacciate di pesce e frutta di mare come ostriche gigantesche pagando solo 5 euro a testa.

Ho passato a Boracay un bellissimo fine anno con fuochi d’artificio per due ore in 4 postazioni nelle barche a qualche centinaia di metri dalla battigia e con Oleg ho fatto il giro dell’isola in mototaxi, scoprendo altre belle spiagge e salendo alla cima della collina da dove si gode il panorama dell’isola.

Poi ho raggiunto in poche ore di bus KALIBO dove avevo il volo per Manila. Ho visto il centro storico interessante con una bella chiesa e avrei voluto fermarmi per la processione del S.Nino che si sarebbe svolta nel week-end successivo e che attira migliaia di turisti essendo una specie di carnevale con costumi bellissimi, ma purtroppo avevo il volo già prenotato che non potevo cambiare.

Da Manila ho raggiunto nella stessa giornata in volo DUMAGUETE nell’isola di NEGROS a sud ovest. La città mi ha ricordato l’Avana di Cuba con un Malecon (la passeggiata a mare) simile, chiese antiche e poi una bella spiaggia a pochi chilometri, EL DORADO dove ho passato una bellissima giornata in un resort di lusso che mi ha ospitato pagando pochi euro.

Ho poi raggiunto la dirimpettaia isola di BOHOL a bordo di un traghetto ed ho alloggiato nella capitale TAGBILARAN dove mi sono fermato un paio di giorni per effettuare le belle escursioni alle CHOCOLATE HILLS, dei panettoni verdi in una grande e spettacolare valle, la riserva dei TARSIER, ossia le scimmie più piccole e con grandi occhi e LOBOC RIVER un fiume verde e bellissimo che si percorre sui ristoranti galleggianti mentre si mangia e si ascolta l’orchestrina in barca ed altri gruppi canterini che si incontrano durante il tragitto.

Ho visitato la bella chiesa antica di BACLAYON, la più vecchia del paese con un bel chiostro ed una ricca raccolta di oggetti religiosi.

Il giorno successivo sono tornato per raggiungere NUT HUTS, un bel resort ecologico nei pressi del fiume con un bel ristorante con vista panoramica e bungalow nella parte bassa.

Ho attraversato il fiume con una barchetta e poi ho reincontrato il gruppo canterino del giorno prima che mi ha dedicato una canzone e fatto ballare. Ho poi camminato lungo il fiume incontrando povere case, belle risaie fino a raggiungere il paese da dove sono rientrato a Tagbilaran via Loboc.

Sono poi arrivato ad ALONA BEACH dopo un paio d’ore di bus da Tagbilaran.

Qui mi sono fermato ben 9 giorni. La spiaggia è molto bella e lunga, con sabbia bianca e resort ed alberghi medi ma anche di gran lusso. Ho alloggiato in un bell’albergo usufruendo dei loro eccezionali servizi (ristorante, bar e piscina) ma dormendo in una dependance economica a soli 10 euro per notte.

Ad Alona Beach ho fatto belle amicizie: Steven un belgae Bastian un colombiano, entrambi ventenni che vivono a Shangai e poi Laurient, un francese di Marsiglia alle prese con una filippina bizzosa che aveva conosciuto su internet.

E poi due ragazze belle e simpatiche: Michelle, una cinese-brasiliana di San Paolo del Brasile che però adeesso vive a Shangai e Isabel, una bionda sexy di Bolzano.

Ho legato parecchio con queste belle persone che mi hanno tenuto compagnia durante la lunga permanenza in questo posto rilassante e piacevole. Ho fatto anche una bella escursione in barca all’isola vicina di Balicasag nei pressi della quale abbiamo fatto snorkeling per ammirare tartarughe, pescani, pesci colorati e molti coralli.

Tornato a Manila in aereo, ho raggiunto il nord dell’isola di LUZON per trascorrere una settimana nelle belle località di BANAUE e BATAD. Ma prima ho pernottato nella grande città di BAGUIO che è molto amata dai filippini perchè ha un clima fresco.

Banaue e Batad sono famose per le loro risaie a terrazze, vecchie di 2.000 anni e che si raggiungono facendo dei trekking molto belli che permettono di ammirare paesaggi mozzafiato.

Ho avuto la fortuna di incontrare nel ristorante del mio albergo Ephraim, una guida locale trentenne che si è offerto di accompagnarmi in giro per le due località e così ho potuto godere appieno della bellezza dei posti sfruttando le sue conoscenze del luogo.

Infine ho trascorso una settimana nella capitale MANILA che non mi è dispiaciuta anche se la città è piuttosto caotica e molto trafficata. Ho alloggiato in un buon albergo nella zona di Malate, la più commerciale e turistica, comoda per la posizione centrale. Ho visitato Intramuros, la grande città coloniale murata dell’epoca del colonialismo spagnolo con le sue belle chiese e poi vari musei piuttosto trascurati ed il grande parco Rizal, dedicato all’eroe filippino, simile al nostro Mazzini solo che finì per essere fucilato dagli spagnoli pur non essendo colpevole delle accuse mossegli contro.

Lasciate le Filippine, ho raggiunto in volo il Borneo Malese, prima il SABAH, con la bella capitale di KOTA KINABALU con belle isole del parco nazionale marino a mezzora di motoscafo dove ho passato due bei giorni nelle belle spiagge di sabbia bianca e acque chiare, mangiando nei ristoranti a buffet frequentati da tanti cinesi arrivati per il capodanno cinese.

KK, così la chiamano i locali è una piacevole città piuttosto moderna con grandi parchi e impressionanti palazzoni condominiali ed una parte cinese nel centro storico.

Fuori KK ho visitato il parco del monte Kinabalu, alto oltre 4.000 mt che è molto ambito e frequentato per la sua salita spettacolare che però viene a costare, per la guida obbligatoria e la notte in rifugio, circa 250 euro che mi sembravano troppi e così mi sono limitato ad un trekking interessante alla base del monte prima di raggiungere in autostop RANAU, una cittadina nei cui pressi ho visitato la terme-spa Poring con piscine e acque termali.

Il giorno dopo ho raggiunto SUKAU una cittadina lungo il fiume KINABATANGAN che è uno dei parchi più interessanti della Malesia per la sua vegetazione e la sua fauna.

Ho dormito in un semplice resort appena aperto e nei giorni successivi, ho fatto due belle escursioni in compagnia di una coppia francese e della simpatica guida che ci portati con la sua barca lungo il fiume sia la mattina presto, sia al tramonto, alla ricerca di coccodrilli, uccelli vari, serpenti, scimmie e perfino elefanti pigmei che abbiamo incontrato mentre si cibavano di fusti di canne lungo il fiume.

Abbiamo fatto anche un breve trekking nella foresta primaria vicina e questa parte della vacanza è stata ldecisamente la più selvaggia ed ecologico-ambientale.

Ho poi raggiunto in volo KUCHING, la bella capitale del SARAWAK, che significa gatto e che a questo animale ha dedicato vari monumenti e perfino un museo.

Il Sarwaw, dopo il Sabah, è l’altra provincia del Borneo Malese (il resto della grandissima isola appartiene all’Indonesia) ed è il paese dei tagliatori di teste, di Sandokan, Janez e della perla di Labuan che però è un’isola del Sabah.

Nessun malese conosce le storie di Emilio Salgari, né ha visto la serie televisiva con l’attore indiano che da noi ha spopolato circa 20 anni fa.

Kuching è una bella città lungo il fiume con una bellissima passeggiata pedonale circondata da bei parchi, edifici coloniali bianchi, moderni grattacieli sede di grandi alberghi, una chinatown con bei templi buddisti e perfino un quartiere indiano specializzatio nella vendita di articoli di abbigliamento piuttosto dozzinali.

Vi è oltre il fiume il modernissimo ed impressionante palazzo giallo e circolare del parlamento provinciale e poi il palazzo coloniale dell’Astana che ospita il governatore e Margherita, una bella fortezza bianca e piccolina a pochi metri dal fiume.

Fuori Kuching sono andato ben due volte alla riserva Semenggoh per vedere gli orang utan che vivono nella foresta e che ogni tanto arrivano alla terrazza dove le guardie del parco li attirano con l’offerta di frutta di cui si nutrono. Purtroppo non sono stato fortunato, ho visto solo un paio di piccoli orangutan che si dondolavano sugli alberi altissimi.

In compenso, in compagnia di Giancarlo, un simpatico veneziano che fa le maratone in giro per il mondo, sono andato a visitare il bel parco nazionale Bako raggiunto in pullman e poi barca. Abbiamo fatto un bel trekking lungo il sentiero della foresta fino ad arrivare ad una bella spiaggia. Abbiamo visto scimmie nausichee, cinghiali e parecchi uccelli, oltre a tante mangrovie del parco.

Il giorno dopo sono tornato in zona per visitare il Centro Culturale del Sarawak, un parco verde che ospita varie costruzioni in legno, le famose case lunghe, ma sono anche circolari, alcune altissime su palafitte ed ospitano malesi in costume tradizionale che illustrano le tradizioni della loro gente e vendono souvenir ai turisti. Bello lo spettacolo finale con ballo in costume di una compagnia molto brava e professionale.

Sono tornato a piedi per raggiungere SANTUMBONG, un villaggio di pescatori, attraversando la lunghissima e larghissima spiaggia di DAMAI rischiando di incontrare i coccodrilli che a volte si nascondono dietro le rocce ai bordi della spiaggia medesima o dietro alle mangrovie.

A Kuching ho visitato anche i bei musei locali ed il mercato del week-end molto spettacolare per i generi in vendita, fra cui frutta e verdura mai vista prima.

Quindi in volo sono arrivato a Georgetown, la bella capitale dell’isola di PENANG, a nord ovest, non lontana dalla Thailandia.

Mi sono fermato una settimana visitando la città coloniale dalla quale mi aspettavo di più., ma comunque interessante soprattutto per il rione indiano dove ho alloggiato e poi i bellissimi templi cinesi buddisti, non solo quelli del centro storico, ma anche altri fuori verso la zona moderna che ha avveneristici grattacieli lungo una passeggiata a mare che non c’è più ovvero c’è ma a molta distanza perchè lo tsunami di anni fa ha portato tanti detriti e fango da far allontanare il mare.

C’è anche un bel parco fuori città, l’orto botanico con belle piante, alberi, serre e…scimmie e poi il tempio KEK LOK SI, un enorme complesso che copre un’intera collina, con vari edifici coloratissimi ed un po’ kitsch perchè la plastica cinese vi fa da padrona, dato che perfino alcuni fiori e piante sono artificiali, senza contare le migliaia di lampade gialle e rosse.

Un’altra interessante parte di Georgetown è la zona dei ferry jetty, ossia gruppi di case su palafitte costruite lungo il porto da vari gruppi ed etnie cinesi che gareggiavano fra loro in epoche passate.

Naturalmente il maggior pregio di Georgetown sono gli edifici coloniali bianchi per i quali l’UNESCO la annovera nella sua lista delle città protette e questi si trovano al centro ed ospitano soprattutto banche, bar e ristoranti in una zona elegante.

Un giorno sono andato in escursione alla spiaggia di BATU FERRINGHI, a circa due ore di pullman da Georgetown. La spiaggia è lunga e bella, circondata da begli alberghi, ma purtroppo vi sono canali di scolo delle fogne che arrivano in spiaggia in vari posti e pertanto mi sono guardato bene dal fare il bagno, preferendo una spiaggetta rocciosa ai limiti estremi dove l’acqua era pulita e dove ho potuto fare il bagno di sole e di mare nudo, dato che non c’era nessuno, dopo tanti anni che non mi è stato possibile praticare la pratica naturista di cui sono stato cultore in passato.

Da Georgetown avrei dovuto raggiungere la costa orientale della Malesia, in particolare il bell’arcipelago delle isole Perhentian per poi proseguire verso il parco nazionale Taman Negara e l’isola di Tionman, ma purtroppo ho rinunciato perchè molti asserivano che fossero ancora sotto l’influsso del monsone anche se poi ho scoperto da altri che vi sono stati che hanno riferito di non aver incontrato tempo troppo brutto, peccato, sarà per la prossima volta. Così ho deciso di fermarmi nella bella e grande città di IPOH e poi di soggiornare all’isola di Pangkor prima di raggiungere ancora la capitale di Kuala Lumpur.

E’ stata un’ottima scelta perchè Ipoh è altrettanto coloniale come Georgetown, con una piazza centrale col grande prato e bei edifici coloniali tutto attorno e non lontani la bellissima stazione ferroviaria e poi l’edificio imponente del municipio, tutti naturalmente bianchi.

Anche Ipoh ha vari templi, soprattutto eccezionali sono quelli fuori città dentro enormi grotte.

Ne ho visitati 4 o 5, uno più bello dell’altro, soprattutto quello di Kek Long Tong e poi ho fatto altre due escursioni.

Una alla vicina città di KANGSAR che fu per secoli la capitale del sultanato del PERAK e che conserva ancor oggi l’imponente palazzo reale, Astana Iskandariah, residenza moderna e bianca del sultano, costruita nel 1933 e circondata da un parco enorme sopra una collina che domina la città.

Ancora più interessante forse perchè accessibili: la bella moschea Ubudiah, e due precedenti residenze del sultano, Astana Kanangan, tutta in legno decorato dai colori verde e giallo che oggi ospita un museo in restauro e l’altra Astana Hulu del 1903 un palazzetto molto elegante con bel parco che contiene vari oggetti, foto e ricordi del sultano attuale.

Kangsar ha un’altra zona con la piazza verde, i college del periodo coloniale, il sito che ospita il primo albero di caucciù piantato dagli inglesi che fece la fortuna della Malesia il secolo scorso, ma la parte istituzionale di cui ho scritto prima, è più bella ed elegante perchè si trova in una zona molto verde con piante bellissime ed enormi alberi che crescono lungo il fiume e nelle grandi aree verdi tutto intorno.

L’altra escursione è stata per visitare il castello di KELLY, una dimora di un ricco inglese che si era messo in testa di costruirsi una residenza sontuosa negli anni ’30, ma che poi morì prima di completare l’opera. Si raggiunge in pullman dopo un paio d’ore di strada da Ipoh, ma ne vale la pena, per la bella posizione in collina lungo un fiume e la pace del posto. Tra l’altro vicino c’è un tempio indiano che ospita fra i tanti dei anche la statua di Kelly che fu molto generoso coi suoi operai che erano stati colpiti da una epidemia mortale.

Lasciata Ipoh sono arrivato all’isola di PANGKOR dove ho soggiornato quasi una settimana nei presi della spiaggia di KUALA NIPAH. Non è una città, ma una serie di casette che vengono affittate ai turisti e resort modesti, ma piuttosto cari lungo la spiaggia iniziale piuttosto stretta, ma con una baia molto più bella a nord. Tutto bello e perfetto fino al primo pomeriggio quando arrivano ondate di rifiuti, tonnellate di bottiglie di plastica e di vetro, ciabatte ed ogni sorta di immondizia che i villeggianti della costa buttano a mare e che poi le correnti portano in loco e danno lavori agli spazzini che tutte le mattine puliscono a fondo e trasportano all’inceneritore locale.

I primi giorni pulivo per quanto possibile, ma poi mi son stufato ed alla fine non si poteva entrare in acqua a meno di fare lo slalom tra i rifiuti. Brutta e tristissima cosa, dovuta alla maleducazione dei malesiani ed alla mancanza di un’adeguata raccolta dei rifiuti.

Durante la permanenza ho conosciuto Giuseppe, un coetaneo milanese incontrato all’unico ristorante decente del posto. E’ stata una bella amicizia, abbiamo anche fatto il giro dell’isola in bicicletta, scoprendo bei posti, la capitale bruttina ed un bel tempio cinese, altre baie e spiagge, alberghi esclusivi che si appropriano delle spiagge e non permettono l’ingresso ai non clienti.

Purtroppo ad un certo punto gli è scattata una molla di rabbia nei miei confronti per le mie opinioni politiche e finanziarie ed è sbottato in brutto modo lasciandomi allibito e così ho preferito frequentare altre persone tra cui una coppia simpaticissima composta da una triestina che fa la capo-gruppo con l’agenzia “Avventure nel Mondo”con la quale anch’io ho compiuto vari viaggi in passato, ed il suo simpatico compagno, un ex pilota romano

Alla fine ho raggiunto la capitale, ossia la ex capitale della Malesia, Kuala Lumpur, perchè la nuova capitale dal 1995 si chiama PUTRAJAYA che ho visitato un giorno in escursione da KL.

Putrajaya è una città giardino, lungo un fiume e lago artificiale, con condomini enormi e di struttura classica che non sfigurano accanto agli edifici istituzionali veramente impressionanti.

Vi è una moschea enorme e spettacolare con una piazza gigantesca che simboleggia le 13 provincie della federazione malese e poi il palazzo del parlamento, il Palazzo del Primo Ministro e del Presidente della Repubblica che va a rotazione fra i vari sultani delle provincie.

Ci sono ponti spettacolari che attraversano le varie anse del fiume, di cui uno è la copia di un altro ponte storico, se ricordo bene di Bagdad.

Kuala Lumpur che avevo già visto a grandi linee, mi è piaciuta ancora di più, anche per la parte moderna centrale con bei centri commerciali, vie pedonali sospese in gallerie per chilometri e chilometri attraverso le quali è possibile percorrere il centro cittadino senza dover attraversare strade e aspettare semafori perchè il traffico delle auto si svolge nel piano sottostante.

KL ha il metro e la skyline, cioè la monorotaia ed in genere un sistema di trasporti che noi in Italia ce li possiamo sognare, come i grattacieli veramenti spettacolari e molto più belli di altri visti in giro per il mondo, ma soprattutto perchè sono circondati da tanto verde e alberi altissimi e maestosi.

Questa volta sono andato in metro a visitare le altissime grotte BATU che ospitano un tempio indiano con due enormi statue, una blu all’entrata del complesso ed una gialla ed altissima che si trova vicina all’ampia scalinata che conduce alle grotte.

Vi sono dappertutto scimmie che cercano di ottenere cibo dai visitatori o di rubare gli oggetti dei passanti.

Ho visitato anche il bellissimo museo di arte islamica al parco cittadino nei pressi della Moschea nazionale. Sono rimasto a bocca aperta, non solo per la bellezza e l’eleganza dell’edificio che ospita il museo, ma anche per la ricchezza del suo contenuto che include antichi codici dipinti a mano, preziosi costumi, tappeti, arazzi, armi, cristalli e porcellane e poi mi hanno colpito i plastici enormi delle principali moschee del pianeta, incluse quelle di La Mecca e di Medina.

In generale la Malesia è un bel paese, più ricco della Tailandia e Filippine, solo un po’ più caro, a parte l’alcol che è proibitivo. Vi sono tre comunità: la malese, la cinese che è la più ricca e colta e quella indiana. Purtroppo, nonostante la lingua di insegnamento dalle scuole secondarie sia l’inglese, ci sono parecchi problemi di comprensione ed in genere è difficile ottenere informazioni dai malesi, mentre con i cinesi le cose vanno molto meglio.

Uno degli ultimi voli, dei 18 in totale presi, mi portò da KL a Surat Thani, località tailandese a poca distanza dall’isola di KO SAMUI. Ma presi il traghetto per l’isola di KO PHANGAN, più in là in quanto volevo partecipare al “Full Moon Party”, la grande festa nella spiaggia di Had Rin che si ripete tutti i mesi nel plenilunio.

Ho passato bellissime giornate sulla spiaggia di Had Rin e le serate nei bar e ristoranti, conoscendo un sacco di gente e ballando fino a tardi dopo anni che avevo smesso con questo divertimento.

Mi è sembrato di tornare indietro di tanti anni e mi sono buttato anche perchè fino ad allora non avevo fatto alcuna vita diciamo mondana. Infatti la Tailandia si presta più degli altri paesi visitati prima alle belle serate in allegria.

Dopo qualche giorno ed a poche ore dalla grande festa sono stato raggiunto da Winney, un simpatico trentenne tedesco che vive al confine con la Svizzera nei pressi di Basilea. Lo avevo conosciuto sul pullman dall’aereoporto al traghetto, poi lui aveva proseguito per Ko Samui e così ci eravamo separati. A Ko Phangan ho cercato inutilmente una camera per lui che mi aveva contattato via email. Alla fine vista l’indisponibilità, abbiamo diviso la camera nel mio albergo nei pressi del molo, rimanendo comunque molto indipendenti l’uno dall’altro.

La notte della festa è stata molto bella, ci siamo dipinti coi colori comprati in una bancherella, anzi io sono stato pitturato da Cassiano, un brasiliano simpatico che avevo conosciuto in spiaggia e che era molto bravo in questo genere di disegni. Mi sono comprato un cappellino colorato non notando che le foglie dipinte sopra erano di marijuana, va beh….

C’erano forse 15.000 persone (a volte in piena stagione arrivano anche al doppio) soprattutto turisti di tutte le razze, in particolare molti israeliani, giovani alla fine del lungo servizio militare di due anni e mezzo che impiegano i soldi guadagnati facendo il giro del mondo.

Molti francesi, tedeschi, scandinavi, australiani e naturalmente locali, tutti con una voglia matta di ballare e divertirsi, ma anche di bere tanto….troppo…con scene di zombies al mattino e di gente che vomita o che non si regge in piedi.

Di droga non ne ho vista, ma probabilmente c’era anche quella, ma pare confinata in alcuni bar in collina, perchè la polizia locale è tollerante ma se si viene beccati si rischia grosso e pare che a volte siano gli stessi spacciatori ad avvisare la polizia per poi dividersi l’alto prezzo che viene chiesto per uscire dal casino, sempre che non si finisca in galera da medioevo per anni e anni. Attenzione!

Io mi sono scoperto più matto del previsto ed anche esibizionista al punto da ballare sui tavoli in modo scatenato ed ero forse uno dei più vecchi della festa, ma chissene……

La festa è andata avanti tutta la notte fino alle 10 del mattino e poi è proseguita in collina in un locale per tutto il giorno. Io sono rientrato per una doccia ed un cambio di abiti e per togliermi la pitturazione e poi sono uscito dopo un acquazzone ed il rientro del povero Winney disperato per aver perso il prezioso cellulare con migliaia di foto del viaggio.

Il giorno successivo sono andato con Winney alla spiaggia dall’altro lato, molto bella e tranquilla tranne per la musica BUM BUM del locale in collina dove la festa continuava.

Ho ballato anche nelle serate successive, tanto oramai ero lanciatissimo e poi…

Sono passato all’isola di KO TAO, più piccola e tranquilla, ma neanche tanto, dato che i beach bar erano parecchi e c’erano molte feste in giro alle quali ho partecipato.

Ho conosciuto altre persone interessanti fra cui Luca, un romano simpaticissimo e poi sono stato raggiunto da Winney che era rimasto ancora a Ko Phangan.

Ho fatto una bellissima escursione in barca arrivando in un posto dove tre isolette si incontrano e sono unite da un istmo di sabbia che forma due lagune.

Inoltre sono salito in cima alla collina più alta per ammirare il bel panorama. Ho passato altre belle giornate fino alla partenza per l’ultima isola: KO SAMUI.

Qui ho trovato un bungalow a pochi metri dalla spiaggia di CHAWENG dove ho trascorso bellissime giornate facendo lunghe passeggiate, nuotate e belle serate nei bar lungo la spiaggia. Anche a Ko Samui ho fatto begli incontri, in particolare Infinita, una trentenne calabrese che vive a Rimini dove lavora durante la stagione turistica e poi gira il mondo in inverno. Siamo diventati amici affettuosi ed abbiamo passato assieme bei giorni e devo dire che mi manca tuttora.

Infinita mi ha fatto conoscere altri suoi amici, Mauro ed Arrigo e poi prima di partire per Bangkok abbiamo conosciuto Enrico e suo cognato coi quali abbiamo trascorso una bella serata in spiaggia.

Con Infinita e Mauro abbiamo fatto l’escursione dell’isola, visitando templi, altre spiagge, la capitale dell’isola e perfino una cascata d’acqua dove mi sono bagnato nelle acque fresche per il gran caldo che faceva.

Avrei voluto rimanere ancora a Ko Samui con Infinita e gli altri amici, ma purtroppo avevo il volo prenotato per Bangkok per l’ultima settimana, mentre lei è rimasta ancora un mese ed è tornata solo in questi giorni.

Che dire di BANGKOK? E’ stata credo la quinta volta che la visito e questa volta ho lasciato perdere il palazzo reale e gli altri famosi templi per scoprire quelli cosiddetti minori che sono altrettanto spettacolari, tanti, in tutta la città.

E poi sono stato a visitare il Museo Nazionale molto interessante ed alcune zone che avevo trascurato precedentemente come Siam Square con i suoi palazzi avveneristici ed i suoi centri commerciali, Silom road che di notte è un gran puttanaio e di giorno piuttosto squallida e deserta.

Ho girato sui battelli lungo il fiume Chao Praya, in metro e sulla skyline, la monorotaia che collega importanti quartieri della città che una volta si potevano raggiungere solo col famigerato tuk-tuk.

Uno degli ultimi giorni ho fatto un’escursione molto interessante ad AYUTTHAYA, la vecchia capitale tailandese per quasi 4 secoli, dal 1350 al 1750 fino alla distruzione della medesima da parte dei birmani ed il trasferimento alla più sicura Bangkok.

Vi sono arrivato in circa 3 ore in treno e poi, volendo rientrare in serata con l’ultimo treno disponibile, ho dovuto visitare la città in un paio d’ore in compagnia di un simpatico giapponese che avevo conosciuto in treno.

Abbiamo preso assieme un taxi che ci ha portato in giro a vedere i vari templi e le zone archeologiche che sono sparse in un’area molto vasta. Mi hanno ricordato i templi di Angkor Wat in Cambogia anche se quelli sono più maestosi e non furono distrutti come questi.

L’ultimo giorno ho voluto fare shopping al mercato di CHATUCHAK a nord della città dove ho comprato regali per amici, parenti e ….per me.

E così il primo Aprile, pesce d’aprile, sono ritornato a casa dopo quasi 5 mesi di assenza, reincontrando l’inverno che avevo lasciato a Novembre.

Peccato, se fossi rimasto ancora tre settimane mi sarei risparmiato questo ultimo scampolo della brutta stagione e anche le tristezze della cronaca politica, economica e sociale dell’Italia di oggi.

Alla fine in 140 giorni ho visitato circa 30 località, fatto 18 voli (con Turkish Airline Milano-Istanbul-Bangkok per 670 euro con stop all’andata di 8 ore che mi ha permesso di rivedere la bella città degli stretti) gli altri con Air Asia o Cebu Pacific Airlines, due low cost companies che vanno forte in quei paesi.

Prima di partire ho speso circa 2.000 euro per i voli, un’assicurazione con Nomads per 500 euro, medicine, vaccinazioni, ecc. Successivamente circa 1.000 euro al mese per una spesa totale di 7.000 euro.

Avevo prenotato alcuni alberghi per i primi tempi, ma sarebbe stato meglio evitarlo perchè quello che si trova su internet è più caro di quello che si trova direttamente sul posto e perchè bisogna perdere tempo a trovare il posto prenotato.

In genere spendevo 10-15 euro per la camera con bagno privato, tv e ventola. In genere quelle con l’aria condizionata costano molto di più e fanno ammalare e pertanto le ho evitate quando c’erano le altre disponibili.

A volte ho speso parecchio di più come a Phi Phi Island dove un semplice bungalow mi costava ben 30 euro o all’aereoporto di Kuala Lumpur dove ho alloggiato all’albergo dell’aereoporto perchè avevo un volo la mattina presto.(costo 35 euro!)

Per mangiare ho speso poco in quanto ho frequentato anche ristorantini frequentati dai locali dove si mangia come e a volte meglio che nei ristoranti per turisti, spendendo la metà o ancora meno.

Altrimenti nei soliti ristoranti dove comunque si spende meno di 5 euro per pasto e a volte anche soli 2 euro! La birra tira su il costo ma nelle Filippine costa 0,50 euro la bottiglia ed in Tailandia 1 euro, mentre in Malesia si arriva a 3 o 4 euro per bottiglia!

Ho speso di più per le escursioni, ma anche quelle sono economiche: mai più di 10 euro, con pranzo incluso e gita di un giorno. Si spende poco anche per i trasporti, sia i mezzi pubblici che i taxi. Perfino a Bangkok con 1,50 euro mi facevo portare in taxi da Khaosanroad, il quartiere dei backpackers dove alloggiavo, fino alla stazione dei treni in un percorso di 20 minuti.

Il tuk tuk costa di più e gli autisti sparano prezzi fuori di testa sperando nell’ingenuità del turista quando col meter taxi con aria condizionata e musica si spende la metà, ma bisogna spesso insistere perchè azionino il meter in quanto tendono a chiedere prezzi a forfait che sono sempre molto più alti.

In finale direi che il viaggio è stato senz’altro positivo, in particolare in Tailandia dove mi sono divertito di più e dove il mare è più bello, però anche le Filippine non sono male, i filippini sono proprio simpatici e ci sono posti che valgono la visita, tutti quelli che ho visto più tanti altri.

Una riserva l’avrei sulla Malesia che è un paese ricco e ben organizzato ma che lascia un po’interdetti per le tante proibizioni al divertimento che la religione mussulmana impone ai locali e anche ai turisti. Però anche in Malesia si visitano posti belli e interessanti, tutti quelli che ho visto mi sono piaciuti anche se mi sono divertito meno.

Alla prossima!



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