Argentina… dalla capitale alla Terra del Fuoco

Un viaggio, partendo da Buenos Aires, carico di emozioni
Scritto da: Vivi
argentina... dalla capitale alla terra del fuoco
Partenza il: 25/01/2012
Ritorno il: 15/02/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 4000 €
Asado uguale ad Argentina. Se dici che vai in Argentina ti dicono “allora mangerai l’Asado”, il tipico piatto argentino fatto con carne di manzo alla quale aggiungono le interiora (entrañas o achuras), le salsicce chiamate chorizos e le salsicce di sangue dette morcillas cotti alla griglia. Bè, io non l’ho mangiato ma devo dire che i mie compagni di viaggio l’hanno apprezzato parecchio. Ma l’Argentina non è solo l’Asado è colore e calore, è natura, è gente solare pronta a sorriderti e che ti abbraccia quando dici loro che sei italiano. Ma c’è un argentino che non ha radici italiane? Noi non l’abbiamo incontrato.

Ottobre – Andiamo o non andiamo…

Sono anni che si parlava dell’Argentina senza però mai decidersi, e pensare che ho dei cugini che abitano là. Poi una mattina di ottobre incontro mia cugina Graziella (abbiamo i parenti in comune), butto là la cosa, facciamo due conti, una telefonata a Buenos Aires e 7 gg. dopo prenotiamo l’aereo. Nikos, mio marito è felicissimo, lui più di tutti voleva fare questo viaggio. La partenza è per il 25 gennaio e vista la poca differenza di prezzo delle varie compagnie, la scelta cade su Alitalia. Ho avuto troppo poco tempo per preparare il viaggio così ci affidiamo ad un’agenzia di Buenos Aires e prenotiamo un pacchetto comprendente 3 gg. B&B a El Calafate con due escursioni al Perito Moreno, 3 gg. B&B a Ushuaia con l’escursione al parco della Terra del Fuoco, 3 gg. a Iguazù HB con due escursioni alle cascate, tutto il giorno dalla parte Argentina e mezza giornata da quella Brasiliana. Il costo è € 1850,00 a persona, al quale aggiungeremo volta per volta le varie entrate ai parchi e le visite mancanti. Il cambio è basato sul dollaro che non ci ha favorito per niente…al momento di pagare era addirittura sceso al di sotto del 1,30. Ovviamente facendo da soli si risparmia, però devo dire che alla fine siamo rimasti soddisfatti. Ma procediamo per gradi.

Itinerario: Buenos Aires – El Calafate; El Calafate – Ushuaia; Ushuaia – Buenos Aires; Buenos Aires – Iguazù; Iguazù – Buenos Aires; Buenos Aires – Mar del Plata; Mar del Plata – Buenos Aires; Buenos Aires – Roma – Milano.

Volo Alitalia: Milano-Roma Roma-Buenos Aires e ritorno costo € 985,00

Voli interni: Aerolíneas Argentinas

Tassi di cambio: 1 euro da 5,60 a 5,62 AR$. Variato nei 21 gg. di permanenza.

Assicurazioni: Europ Assistance, assicurazione che abbiamo da anni. Ma forse non tutti sanno che per i pensionati e familiari a carico (lo so bisogna essere “grandicelli”) il nostro servizio sanitario da la copertura ospedaliera per le nazioni Argentina e Brasile. Basta recarsi alla Asl con la tessera sanitaria e loro ti rilasciano un foglio (tipo quello che rilasciavano una volta per l’Europa quando non c’era la tessera regionale) con il quale in caso di necessità puoi accedere ai loro servizi medici esattamente come se si fosse in Italia.

Telefono: Abbiamo preso la tessera Columbus della Telecom che però non funziona in Patagonia. Lì ci sono delle postazioni che chiamano Locutorio che permettono telefonate molto economiche. Se non ricordo male 1,50 AR$ al minuto. Ovviamente i cellulari prendono dappertutto.

Gennaio: si parte!

Nel pomeriggio del 25 gennaio carichiamo la macchina con tanto di portapacchi sul tetto (siamo in quattro con una normalissima utilitaria) e come l’allegra famiglia Brambilla in vacanza, partiamo alla volta di Linate. Alle 17,30 ci imbarchiamo per Fiumicino da dove alle 22.10 partirà il nostro volo per Buenos Aires. Con i voli siamo stati fortunati, compresi i voli intercontinentali abbiamo preso 9 aerei e tutti in perfetto orario. Dopo 14 ore eccoci a Buenos Aires, che bello siamo in estate! Nostro cugino Gianni ci viene a prendere all’aeroporto e ci mette a disposizione un appartamento che sarà la nostra base a Buenos Aires. Le distanze come si sa sono enormi così ci vuole più di un’ora dall’aeroporto a casa. Sistemi due cose ti rinfreschi ed è già pomeriggio. Un giretto per prendere un po’ confidenza con la città e cena al ristorante con l’immancabile carne. Io non amo la carne quindi, svantaggiata rispetto agli altri, ripiegavo sul pollo. Alla fine della vacanza ancora un po’ mi crescevano le ali…forse avrei potuto tornare a casa volando!

Giro turistico

Il giorno dopo decidiamo per il bus turistico in modo di riuscire a vedere anche se sommariamente la città. Costo 70 AR$. La Casa Rosada che si trova in Plaza de Mayo è uno dei più importanti edifici storici di Buenos Aires, oltre a essere la sede della Presidenza della Repubblica Argentina; l’imponente edificio del Correo Central occupa un intero isolato, l’avenida 9 di Luglio è la strada più larga di Buenos Aires ed è anche una delle più larghe al mondo. Attraversarla può rivelarsi complicato soprattutto durante la settimana, quando il traffico è più intenso. All’incrocio tra l’Avenida 9 de Julio e la Calle Corrientes ecco Plaza de la República al cui centro sta il grande Obelisco alto 67 metri simbolo del viale. Il Caminito, chiamato museo a cielo aperto, è uno dei luoghi più caratteristici di Buenos Aires. Colorato, pieno di artisti di strada e ballerini di tango, e poi la Boca, i giardini di Palermo… Ogni angolo della città è pieno di elementi particolari, ci sarebbe così tanto da vedere e sebbene il giro sia abbastanza lungo abbiamo visto solo una piccola parte di Buenos Aires, questa grande metropoli di 13 milioni di abitanti. Ma fa caldo e siamo stanchi quindi ce ne torniamo a casa. Visto che abbiamo la fortuna di avere una casa vera e propria solo per noi quattro, facciamo un po’ di spesa e una bella spaghettata. I supermercati, gestiti per la maggior parte da asiatici, almeno nella zona in cui eravamo noi, sono per noi italiani un po’ più convenienti, a parte la pasta che costava 1 euro il pacchetto da 500gr, ma proporzionati allo stipendio di un argentino (circa 800,00 euro al mese anche meno) sono abbastanza cari per loro. Il giorno dopo nostro cugino decide di portarci nella sua casa di campagna a circa 90 km da Buenos Aires e lì trascorriamo una giornata di relax con lui e la sua famiglia prendendo il sole, facendo il bagno e mangiando il famoso Asado. Quando ho visto la quantità di carne messa sulla griglia, per me un pollo intero, non ho potuto fare a meno di domandare”ma chi mangia tutta questa roba?”. Bè loro calcolano mezzo chilo di carne a testa! Poi naturalmente c’è tutto il resto, dai contorni ai dolci…Dio che buono il Dulce de Leche!

29 Gennaio Buenos Aires – El Calafate

Alle 14.50 abbiamo l’aereo per El Calafate così ripresi i piumini e una valigia con le cose invernali verso le 11.30. Gianni ci accompagna all’Aeroparque da dove parte il nostro volo delle Aerolíneas Argentinas. L’aeroporto si trova sulle sponde del Rio della Plata, è quasi difficile accettare che si tratti di un fiume, data la sua grandezza. Dopo circa 3 ore eccoci arrivati. E’ una bella giornata, il sole è ancora, alto del resto siamo in estate e in Patagonia le ore di luce in questo periodo sono circa 15. Il pulmino ci sta aspettando e 20 km dopo siamo al nostro albergo, l’hotel Kapenke, 9 de Julio 112 El Calafate, Tel. +54 (0) 2902 49-1093(http://www.kapenke.com.ar/). E’ un semplice 3 stelle ma confortevole e ha l’indubbia comodità di essere in centro. Usciamo subito a fare un giretto per la cittadina piena di negozi di souvenir e ristoranti. E’ certamente pittoresca e piacevole, ma niente di speciale se non che è il punto di partenza per la visita del Parco Nazionale Los Glaciares dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’Unesco. Cena alla Lechuzita Av. Libertador 1301- 384,00 AR$ in quattro con le bevande. Non male ma a parità di prezzo ce ne sono di migliori.

30 gennaio

La nostra prima escursione prevede la navigazione del Lago Argentino il più grande del Parco Nazionale de Los Glaciares (Todo Glaciares 585 AR$ a persona compreso il trasporto con Aventura Andina + 100 AR$ a persona entrata al parco). La giornata è splendida, verso le 7.30 partiamo alla volta di Puerto Bandera, a 50 km da El Calafate, Già durante il tragitto il paesaggio è stupendo con l’azzurro del cielo che si riflette nelle acque del lago. Ci imbarchiamo verso le 9.00 e navigando attraverso il Braccio nord del Lago Argentino raggiungiamo il Canale Upsala, dove cominciamo a vedere la barriera degli iceberg. A colpirci sono i loro colori che vanno dal bianco azzurro fino a tonalità di blu intenso. Sembra di essere in un ambiente surreale. Continuando la navigazione nel braccio Spegazzini possiamo vedere il ghiacciaio “Seco” che rimane incastonato tra le cime delle montagne. Quando arriviamo alla parte anteriore del ghiacciaio Spegazzini, la più alta del Parco Nazionale, rimaniamo per un attimo senza parole davanti a questa parete di ghiaccio che nel centro è alta 135 metri. Il catamarano procede poi nel braccio meridionale del Lago e attraverso un muro di iceberg che qui chiamano Tempanos arriviamo al maestoso Perito Moreno scintillante sotto il sole. Ormai non sappiamo più quante foto abbiamo fatto, ma continuiamo a scattare da tutte le angolazioni. Dopo una breve fermata il catamarano riparte per riportarci al porto. La navigazione è durata circa 7.30 ore senza soste, e anche se non corrispondeva alla descrizione rilasciataci dall’agenzia, ossia non hanno fatto lo sbarco alla baia Onelli (ce ne siamo accorti solo in navigazione) ci è comunque piaciuta molto e ci ha dato modo di familiarizzare con le altre persone, italiani e argentini che abbiamo ritrovato poi nei giorni a seguire. Pranzo: panini e frutta comprati al supermercato. Cena da Rick’s Av. Libertador 1091. Abbiamo mangiato bene e non è per niente caro: bife de lomo, pollo e contorno a buffet, acqua e una bottiglia di vino 351 AR$ in quattro.

31 gennaio

Oggi è il giorno dell’incontro ravvicinato col Perito Moreno che dista da El Calafate 80 km. Ci godiamo il primo tratto di strada sotto un bel sole, ma quando cominciamo ad avvicinarci al ghiacciaio il tempo cambia e inizia a scender una pioggerella sottile che purtroppo non ci abbandonerà per tutto il giorno. All’entrata del parco paghiamo ancora 100 AR$ (per gli argentini sono 40 AR$ tutti gli ingressi ai parchi in qualsiasi parte dell’Argentina per loro sono scontati) ancora pochi chilometri e lo vediamo in lontananza. Ci fermiamo per le prime foto, già da lì ci sembra fantastico ma quando arriviamo sul piazzale dove iniziano le passerelle ecco lì siamo rimasti affascinati. Iniziamo il percorso attraverso il bosco per raggiungere i vari punti di veduta del ghiacciaio, siamo quasi arrivati al primo e sentiamo un grande frastuono…si è staccato un blocco! Che peccato pochi metri ancora e avremmo potuto assistere allo spettacolo. Non importa, già essere lì davanti a Lui è uno spettacolo, uno spettacolo che solo la natura sa dare, è emozionante starlo a guardare così solenne quasi altero nella sua imponenza. Ma qualsiasi parola o aggettivo si usi non riesce a descrivere quello che si prova, è un’emozione che rimane dentro di noi. Pranzo: al sacco. Cena: stasera pizza. Ristorante Vera Cruz Av. del Libertador 1150. Pizza grande abbastanza per 2 persone più bevande 197 AR$ in quattro e siccome è il compleanno di Gino, il marito di mia cugina, ci concediamo anche qualche dolcetto.

1 Febbraio: El Calafate – Ushuaia

Il nostro volo è alle 11.30 ci vengono a prendere verso le 9.00 e ci spiegano che essendo l’aeroporto privato bisogna pagare una tassa di imbarco di 38 AR$ a persona. Una cosa: sono molto fiscali con i bagagli a mano, se ne possono portare più di uno ma non devono superare i 5 kg di peso. Un’ora e mezza di volo e siamo ad Ushuaia, la città più australe del pianeta. A causa del forte vento l’aereo fa un paio di giri prima di poter atterrare così possiamo ammirare il più bel panorama aereo che abbiamo mai visto con i monti Martial innevati proprio sotto di noi. La giornata è soleggiata, ma il primo impatto appena fuori dall’aeroporto è il forte vento che, vi assicuro non esagero, mi ha soffiata via e se non fosse stato per una signora che mi ha presa al volo, sarei caduta. Arrivare qui è toccare la fine del Mondo! Così scrivono alcuni depliant, ed è questa la sensazione che si prova. Ushuaia è la capitale della Terra del Fuoco, un arcipelago formato da più isole e separato dal resto del continente dallo stretto di Magellano. E’ circondata dai monti Martial e situata sulla bellissima baia omonima ed è proprio qui che si trova il nostro albergo, l’hotel Los Naranjos – Av. San Martin 1446 – Tel. 02901 435862/873 www.losnaranjosushuaia.com/menunaranjos.html. E’ un hotel che mi sento di consigliare. Abbastanza centrale si trova sulla via principale, il personale disponibile e gentilissimo, le camere accoglienti e pulite e con un pò fortuna, come è capitata a noi, con una stupenda vista della baia che ci permesso di fotografare la nascita del sole. E poi si mangia benissimo, così bene e con prezzi normali che abbiamo mangiato sempre lì. Cena: Hotel Los Naranjos – Bife de lomo, salmone vino e acqua 450 AR$ in quattro.

2 febbraio

La mattina dopo il vento si è calmato e siamo pronti per la visita al Parco Nazionale della Terra del Fuoco. Entrata al parco 85 AR$ a persona. Prima però la guida ci fa fare tappa alla stazione del Tren del Fin del Mundo dove gli altri partecipanti devono fare l’escursione sul caratteristico e molto turistico trenino con la locomotiva a vapore. Siccome l’alternativa era aspettare più di un ora decidiamo di buttare ancora qualche pesos, per la precisione 155 AR$ a persona (con una cioccolata in omaggio compresa nel biglietto) e andare anche noi. Il percorso è piacevole, anche se niente di eccezionale, e percorre per 7 km il tragitto che una volta facevano i carcerati. Riprendiamo il pulmino e andiamo a fare la nostra escursione nel parco nazionale che si svolge un po’ in pullman e un po’ a piedi. Alcune parti del parco hanno l’aspetto un po’ spettrale con alberi rosicchiati e abbattuti qua e là dovuto all’incessante lavoro dei castori che con le loro dighe di tronchi riescono ogni anno a distruggere ettari di bosco. Durante la nostra passeggiata abbiamo la fortuna di vedere un picchio e la volpe rossa. Arriviamo fino alla Bahia Lapataia costellata da molte isolette. Qui un cartello ci avvisa che siamo alla fine della Rute Nacional N. 3, a 3065 km da Buenos Aires e a 17.848 km dall’Alaska. Pranzo: al sacco. Il pomeriggio visitiamo il museo della fine del mondo più che altro per farci mettere il timbro “fin del mundo” sul passaporto – entrata 50 AR$ a persona, andiamo al presidio Militare e poi ci riscaldiamo con la cioccolata omaggio alla cioccolateria Laguna Negra. Informazione: chi non è interessato al museo, ma vuole mettere sul passaporto il timbro della “Fin del Mundo” gratuitamente, basta che vada all’ufficio del turismo – zona porto dove ci si imbarca per le crociere del Canale di Beagle – lì ce ne sono di diversi tipi e puoi scegliere quello o quelli che vuoi. Cena: Hotel Los Naranjos – stasera pasta per tutti, vino e acqua 276 AR$ in quattro.

3 febbraio

Ci aspetta la navigazione del Canale di Beagle, il tratto di mare che fronteggia la città di Ushuaia. Il cielo è coperto, ma non fa eccessivamente freddo. Arriviamo al porto prendiamo i biglietti precedentemente prenotati all’agenzia Travel Lab, assieme ai quali ci danno dei buoni per una bibita sul catamarano, un’altra cioccolata alla Laguna Negra e la possibilità di ritirare una mappa di Ushuaia presso il negozio di souvenir La Ultima Bita. Ci sono diversi tipi di crociere noi abbiamo scelto quella che porta fino alla “Pinguinera” della durata di 5 ore. Canoeros Catamaranes 300 AR$ a persona. Il cielo si è aperto e dal catamarano vediamo splendidi paesaggi, dalle Ande che si tuffano in mare agli isolotti rocciosi che ospitano decine di leoni marini, cormorani e gabbiani, Arriviamo fino al faro del “Fin del Mundo” e quindi all’isola dei pinguini dove il catamarano si ferma per darci la possibilità di fotografare questi buffi animali. Prima di scendere ci danno anche l’attestato del navigante con tanto di timbro. Pranzo: al sacco. Cena: Hotel Los Naranjos: Bife de Lomo, Merluza Negra servita con risotto mantecato al formaggio vino e acqua 427 AR$ in quattro.

4 febbraio

Giorno di partenza. Il volo è alle 16,00, la camera dobbiamo lasciarla alle 10.00 quindi abbiamo tutto il tempo di fare ancora un giretto per questa cittadina le cui strade in salita e discesa ricordano tanto San Francisco. Abbiamo ancora un buono per la cioccolata così facciamo sosta alla Laguna Negra e ritroviamo la coppia di argentini conosciuti a El Calafate. Ci abbracciano e ci baciano come se fossimo vecchi amici e ci invitano a visitare la loro città Rosario. Per l’aeroporto di Ushuaia vale lo stesso discorso di El Calafate, bisogna pagare la tassa di imbarco 25 AR$. 4.30 ore di volo e passiamo dai 12 gradi della Patagonia ai 35° di Buenos Aires. Recuperate le valigie ci mettiamo in coda per il taxi e lì rimaniamo per almeno mezz’ora. La maggior parte dei taxi hanno nel bagagliaio la bombola del gas così caricano i bagagli sui sedili, per questo motivo abbiamo dovuto aspettare un taxi sufficientemente grande da poter caricare noi 4 e le nostre valigie. 30/40 minuti di tragitto 70 AR$.

5 febbraio

Domenica. Prendiamo un autobus e andiamo alla fiera di San Telmo il mercato più famoso di Buenos Aires dove oltre le varie bancarelle di antiquariato e souvenir si esibiscono i ballerini di tango. Gli autobus sono molto convenienti per girare la città, ovviamente dipende dalla distanza, noi tanto vicini al centro non eravamo quindi calcolate 45 minuti 1,25 AR$. Bisogna però avere le monetine, le banconote non vengono accettate. La sera cenetta casalinga e un’occhiatina al computer per vedere come vanno le cose in Italia in questi giorni sotto il gelo, noi qui al caldo ci sentiamo un pò dei privilegiati.

6 febbraio Cascate di Iguazù

E siamo di nuovo in partenza, valigia estiva si va a Iguazù. Il volo è breve 1,45 e siamo arrivati. Appena fuori dall’aeroporto ci accoglie il caldo umido, non vediamo l’ora di arrivare in albergo per fare un bagno in piscina. Alloggiamo al Saint George Hotel – Av. Córdoba 148 – Tel. + 54 (3757) 420633 www.hotelsaintgeorge.com, un albergo senza molte pretese anche se vanta un 4 stelle (secondo noi 3 bastavano); ci dicono che siamo fortunati e ci danno 2 suite, quindi abbiamo delle camere grandi e confortevoli, abbiamo compreso anche la cena quindi per queste 3 sere siamo a posto.

7 febbraio

Giornata dedicata alle Cascate dal lato Argentino. Ci vengono a prendere verso le 7.00, una ventina di chilometri e siamo all’entrata del parco dove paghiamo la solita tassa di 100 AR$. a persona. Con il trenino arriviamo prima al punto di partenza per il percorso inferiore e superiore che percorriamo sotto un sole caldissimo (sapremo poi che quel giorno c’erano 43°) e un’umidità alle stelle, ma che importa, quello che stiamo vedendo è così bello, così bello che quasi non ce ne accorgiamo. Quando arriviamo poi alla Garganta del Diablo il più imponente dei salti lo spettacolo è grandioso. Tutto il parco, dichiarato Patrimonio dell’Umanità è grandioso. Non c’è descrizione che possa rendere omaggio a questa colossale meraviglia, bisogna sperimentarla dal vivo per riuscire a coglierne appieno la magnificenza. Non vogliamo farci mancare niente così prendiamo il gommone (Grande Avventura 260 AR$. a persona) che ci porta fin sotto le cascate, ne usciamo completamente fradici, ma che bello, non potevamo non farlo! Dopo il gommone ci aspetta un camion con il quale attraverso un’altra parte del parco arriviamo alla stazione del trenino.. Ci sono diversi punti di ristoro dove mangiare, magari in compagnia dei procioni che, evidentemente abituati, vengono a prenderti il cibo dalle mani.

8 febbraio – Parte Brasiliana

Pensavamo di dormire un po’ di più invece la sveglia è mezz’ora prima, questo per via delle code che si possono formare al confine con il Brasile. Non dimenticate il passaporto! Tassa di entrata € 18,00 pagati con carta di credito per evitare giri di cambio. La vista delle cascate dalla parte brasiliana è meno impressionante, ma è l’unico modo per vederle in tutta la loro estensione. E anche qui foto, foto e ancora foto. Al ritorno pranziamo in un ristorante, dove ci accorgiamo, portano tutti i turisti, è a buffet puoi prendere tutto quello che vuoi e si mangia molto bene. Il prezzo è modesto 10,00 euro a testa senza le bevande. In questo viaggio, ma soprattutto qui a Iguazù ci ha stupito molto vedere che quasi tutti gli argentini se ne vanno in giro con il Mate, il loro classico tè, ovviamente accessoriati di termos per l’acqua calda e tazza con bocchino per berlo. Caldo sì, caldo no si portavano tutta l’attrezzatura. Non hanno problemi nemmeno per l’acqua calda: ci sono i distributori appositi.

9 febbraio Partenza. L’aereo lo abbiamo al pomeriggio quindi mattinata di tutto relax in piscina.

10 febbraio Buenos Aires – Mar del Plata

Giusto il tempo di dormire una notte a Buenos Aires ed eccoci di nuovo in viaggio, questa volta in autobus, per Mar del Plata. 400 km 5 ore di pullman. Questi autobus non prevedono fermate quindi sono dotati di tutte le comodità dalla toilette al servizio acqua e caffè, hanno confortevoli sedili che diventano quasi letto. Ovviamente ci sono diverse categorie dalla prima classe chiamata Cama Suite alla 5° il posto comune, noi abbiamo preso 2° classe Cama-Ejecutivo. Prezzo a/r 392 AR$. a persona prenotato in internet. Troviamo nostra cugina ad attenderci e passiamo 3 giorni stupendi a casa sua accolti con tanto affetto da tutta la famiglia. In questa bella cittadina ci rilassiamo andando in spiaggia, passeggiando, facendo una gita fuori porta fino alla Serra de Los Padres, mangiando Asado e Dulce de Leche. Giorni che volano e siamo tutti un po’ commossi quando al terminal degli autobus ci salutiamo.

Ultimo giorno a Buenos Aires è il 14 febbraio, San Valentino e anche il compleanno mio e di Gianni che organizza una festicciola a casa sua.

15 febbraio Si ritorna a casa

Il nostro aereo decolla alle 14.10, lasciamo Buenos Aires e i suoi 38 gradi e lasciamo anche una parte dei nostri affetti. Domani saremo a casa certamente un po’ tristi ma anche felici per aver trascorso tre settimane alla scoperta di questa terra che ci ha regalato emozioni diverse, paesaggi diversi, persone meravigliose, arricchiti ancora una volta da quella sensazione che solo la scoperta di nuove mete riesce a darti.

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Iceberg

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Perito Moreno visto dal Lago Argentino

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