Un angolo di Cina a Palermo: questa Casina è il capolavoro dell’Ottocento
Costruita dal re Ferdinando III di Borbone nel 1799, la Casina Cinese (meglio conosciuta come Palazzina Cinese) di Palermo è un capolavoro riuscito terribilmente bene. Un gioiellino, davvero, con dentro gli stili più variegati, anche se quello predominante è chiaramente lo stile orientale.
Pieno di dettagli e dipinti che fanno innamorare, che vanno in lungo e in largo, a cui fare tante foto ed imprimere ricordi. Avete visto Johnny Depp al cinema l’anno scorso, per caso? È presente un dettaglio storico a dir poco rimarchevole, una similitudine alla francese, per il quale la Palazzina Cinese in realtà è molto famosa.
E fra le cose migliori, le infinite foto da poter fare, per l’altissimo prezzo della visita di ben 2€.
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Il tavolo matematico: il favorito del Re
La tavola matematica. Crediti foto: Davide Mauro
Nella Palazzina Cinese la cucina è separata dalla parte residenziale, in modo da escludere la presenza dei cuochi e della servitù. Questo, ovviamente, in aggiunta all’esclusione degli odori della cucina, giudicati come poco signorili. Per essere ancora più distanziati dalla glebaglia, però. veniva utilizzata una tavola rotonda in legno che si faceva salire di un piano verso il centro di una sala da pranzo. Tutto questo grazie ad un meccanismo di legno, funi, carrucole e pulegge: tale marchingegno veniva chiamato la tavola matematica.
La tavola matematica della Casina Cinese ha quattro fori rotondi che permettono il trasporto delle portate: i piatti vengono fatti salire, consumati e poi fatti scendere di nuovo. Per comunicare coi servi, poi, usavano campanelli e nastri colorati che venivano ricollegati alle portate. Tutto ciò è molto simile ad un certo capriccio di Luigi XV poiché, in una certa zona del parco del castello di Versailles, fece erigere una sua maison de plaisir.
Come si vede qualche volta in Jeanne du Barry dell’anno scorso, il Petit Trianon è un piccolo castello dentro un castello, o meglio dentro la Reggia di Versailles, adornato da giardini di diversi stili, che venne inaugurato da Marie-Jeanne Bécu, la contessa du Barry, nel 1769. Ebbene, la maison de plaisir era un nido d’amore per le varie “favorite” del Re, e le cene intime a Petit Trianon si consumavano proprio con un tavolo matematico di simile fattura, in modo che i servitori non potessero assistere a scene sicuramente molto regali. Il tavolo matematico della Palazzina Cinese, infatti à la clochette, fu appunto progettato da Marvuglia su questo modello.
Similitudini alla francese, parte due
Piccola parte dei giardini, e un’idea per una foto
Coincidenze? Io non credo. La Palazzina Cinese fu acquistata da re Ferdinando III di Borbone e dalla moglie Maria Carolina nel 1799 come residenza vera e propria, diversamente della Petit Trianon di Luigi XV. Fu comprata dopo la fuga a Napoli dall’architetto che abbiamo nominato poco fa, Venanzio Marvuglia. Fuga che, per l’appunto, accadde subito dopo la Rivoluzione Francese.
Inizialmente la famiglia di Ferdinando si stabilì al palazzo reale, ma non faceva per loro, soprattutto perché la trovarono “invecchiata male”, o meglio dopo anche vari restauri, in pessimo stato. Non la usarono, almeno non come residenza: Ferdinando, su suo ordine, decise in seguito di far dipingere alla cinese tutta una sala. Poiché non aveva trovato una degna residenza, re Ferdinando decise di crearsela, in vista forse di un ritorno molto slow a Napoli: fece creare ciò che conosciamo oggi come il Parco della Real Favorita, per i propri sfizi ed hobby.
Ad ogni modo, nella Palazzina Cinese, oltre allo splendido portico coperto da una terrazza a pagoda, lo stile orientale è molto evidente anche nei dipinti. I dipinti mostrano scene di lavoro e di quotidianità, ma senza una continuità effettiva. All’esterno ci sono ideogrammi cinesi, mentre all’interno ci sono ideogrammi sia arabi che cinesi, puramente decorativi, oltre a tanto mobilio di ottima fattura. Le tappezzerie sono tinte con succhi d’erbe. Piccola nota di riguardo: all’interno della Casina Cinese c’è il Museo Etnografico Giuseppe Pitrè, che ospita una vasta collezione di oggetti di cultura popolare siciliana.
Palazzina Cinese di Palermo: orari e biglietti
Il Museo Etnografico Giuseppe Pitrè
Il martedì e mercoledì dalle 9 alle 14. L’ultimo ingresso è alle 13, però. Il giovedì, il venerdì e il sabato la palazzina cinese è aperta dalle 9 alle 19, con l’ultimo ingresso alle 18.
Il lunedì e la domenica, invece, la Palazzina Cinese è chiusa. O meglio: riguardo la domenica è aperta solo la prima domenica di ogni mese, dalle 9 alle 13. In quel caso è gratuita, come tanti musei pubblici: trovate la lista qui, grazie all’iniziativa #domenicaalmuseo.
Il biglietto ha un prezzo simbolico di 2€, che diventa 1€ nelle modalità ridotte. Il biglietto include anche i giardini, che sono molto curati. Le indicazioni stradali le trovate comodamente qui, ma ad ogni modo, l’indirizzo è Viale Duca degli Abruzzi 1, 90146, Palermo.
Crediti foto: Davide Mauro, wikipedia.org (tavola matematica). Tutti i diritti riservati.