In Calabria c’è il più grande parco italiano, ed è un luogo da record

Il Parco del Pollino è considerato l’area protetta più estesa d’Italia, un continuo susseguirsi di boschi, montagne, pascoli e profonde gole dove vivere il volto verde e incontaminato della Calabria
Redazione TPC, 20 Lug 2023
in calabria c’è il più grande parco italiano, ed è un luogo da record

È un’oasi di natura e biodiversità che occupa una superficie di quasi duemila ettari, tanto grande da dividersi tra due regioni (Calabria e Basilicata) e incastonata tra le acque di due mari (Ionio e Tirreno). Il Parco del Pollino è un’area verde da record, dove immense vallate si alternano a cime altissime, che in alcuni casi superano i duemila metri d’altezza. Questo scenario monumentale regala un’alternanza paesaggistica di rara bellezza: accanto ad angoli di una certa durezza caratterizzati dalla presenza di possenti rocce, bastioni calcarei e faglie, spiccano per contrasto il verde acceso di pianori, prati e pascoli d’alta quota.

Natura certo, ma non solo. La Calabria è una delle regioni italiane con la maggiore ricchezza di prodotti tipici enogastronomici, e il Pollino ne è una dimostrazione evidente. Che siano le patate, i salumi e i formaggi, il bergamotto o il peperoncino, questi prodotti tradizionali sono al centro di un lavoro sinergico delle istituzioni per la loro valorizzazione e per lo sviluppo del sistema del turismo enologico e gastronomico, un lavoro questo nel quale è impegnato con particolare efficacia l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo.

Le vie di terra

civita

Il Parco del Pollino ospita luoghi profondamente diversi tra loro, e in questo modo offre ai propri visitatori la possibilità di vivere una diversificata gamma di esperienze. Chi ama camminare ha nel parco tantissime opportunità di fare trekking percorrendo sentieri attrezzati e ben segnalati.

Ci sono sentieri che romanticamente si dipanano tra piante di acero, ponticelli in legno e frondosi alberi secolari, all’ombra dei quali scorrono placide acque di corsi d’acqua, torrenti e fiumicelli. Altri consentono di esplorare la Calabria d’alta quota, muovendosi tra scenari tipicamente montani e sovrastati da cime maestose. Ogni sentiero ha un suo livello di difficoltà, da scegliere in base al proprio grado di allenamento, forma fisica ed esperienza nel mondo del trekking.

Partendo dal borgo di Orsomarso si può ad esempio esplorare la Riserva naturale Valle del Fiume Argentino, attraversata da una rete di percorsi di trekking ed escursionismo che permettono vivere a piedi un’esperienza a pieno contatto con la natura.

Ampia la scelta anche per i camminatori di montagna: quelle comprese nel Parco del Pollino sono le vette più alte del sud Italia, e costituiscono un vero ‘record nel record’ per questa realtà unica nel suo genere. La cima principale è Serra Dolcedorme con ben 2267 metri d’altezza, la cui cima può essere raggiunta dai più esperti che all’arrivo saranno ampiamente ripagati dello sforzo. Dall’alto della montagna, infatti, lo sguardo può spaziare sul monte Moschereto, la piana di Sibari, il golfo di Corigliano e Rossano e la valle del Crati in lontananza.

Tra le proposte più suggestive merita menzione il percorso di Civita che conduce al Ponte del Diavolo. Questo speciale ‘trekking urbano’ permette di ammirare lo splendore della natura in questo angolo della Calabria e di muoversi a piedi tra le stradine di uno dei borghi più belli della regione. Dominato dalla parete verticale rossastra della Timpa del Demonio alta circa 800 metri e con vista sulle Gole del Raganello, è un vero e proprio borgo-terrazza del Parco del Pollino. Con questa semplice camminata, caratterizzata da un dislivello di meno di 200 metri e che ha la durata di circa un’ora, ci si muove attraverso luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, che culminano nella visione del Ponte del Diavolo.

Si arriva al Ponte del Diavolo scendendo una ripida rampa lastricata in pietra e, una volta giunti a destinazione, si può rimanere senza fiato di fronte alla vista che si apre davanti agli occhi. Il Ponte del Diavolo di Civita è infatti il luogo prediletto da cui ammirare lo spettacolo delle Gole del Raganello, le cui pareti di roccia in alcuni punti si avvicinano tanto che sembrano sfiorarsi.

Le vie d’acqua

Gole del Raganello

Il Parco del Pollino è luogo di terra ma anche di acqua, scrigno di corsi d’acqua e fiumi che ne punteggiano ovunque il paesaggio. Grazie all’enorme quantità di torrenti, rapide e cascatelle, il parco è la destinazione perfetta per ospitare le più diverse attività acquatiche.

Dalla canoa al kayak passando per il torrentismo, si arriva fino alle forti emozioni offerte dal packraft, gommone monoposto a bordo del quale avere un incontro ravvicinato e diretto con i flutti d’acqua.

È d’obbligo ‘tornare’ alle Gole del Raganello, in questa sede non sono solo da ammirare ma da vivere in prima persona, facendo esperienze acquatiche davvero adrenaliniche. Quella della Gole del Raganello è probabilmente una delle zone della Calabria più caratterizzate dal punto di vista del patrimonio acquatico. Con le alte pareti di roccia che si gettano in acqua, sono infatti mete amatissime da tutti gli appassionati di torrentismo, kayak, rafting e simili.

A bordo di gommoni, facendo canyoning o acqua trekking: queste sono solo alcune delle modalità attraverso cui immergersi in un altro mondo d’acqua. Quello del fiume Lao, raggiungibile dal borgo di Papasidero e che rappresenta un’altra tappa da segnare in agenda per gli appassionati di sport acquatici. Le correnti del fiume Lao regalano discese di media difficoltà e momenti indimenticabili per gli amanti del genere. I partecipanti sono dotati di attrezzature adeguate e dispositivi che consentano di divertirsi in totale sicurezza.

Una flora da record

Non possiamo che chiudere questo viaggio da record nel Parco del Pollino senza accennare ad un altro, interessante record di questa possente oasi calabrese.

Da circa 1200 anni proprio qui si trova un esemplare di pino di Heldreich (Pino Loricati). Pare che sia l’albero più antico d’Europa, per la sua anzianità definito fossile vivente; una sorta di dinosauro degli alberi che è anche forte e testardo esempio di resilienza. È infatti un tipo di conifera capace di resistere e prosperare in ambienti dove altre varietà di alberi non riescono a sopravvivere.

Il pino loricato trova il suo habitat dove le condizioni climatiche creano situazioni di grande difficoltà, crescendo anche al di sopra dei 1000 metri di altitudine e in zone fortemente isolate. Con i suoi rami che somigliano ad autentici baluardi vegetali, è un guerriero della natura che resiste alle intemperie, alle raffiche di vento e al trascorrere del tempo. Orgoglioso e radicato come lo spirito della Calabria insegna!



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