Fiori, colonne decorate e silenzio: questo monastero è il più instagrammabile d’Italia
Sorge nel cuore del centro storico ed è un complesso monumentale di straordinaria bellezza e, anche se considerato l’esempio più importante e significativo dell’architettura gotica a Napoli: il Monastero di Santa Chiara, inserito all’interno del Complesso Monumentale, vanta una lunga e travagliata storia ed è uno dei luoghi imperdibili per chiunque visiti la città partenopea.
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La lunga storia del Complesso Monumentale di Santa Chiara a Napoli
Quello che possiamo ammirare e visitare oggi è il frutto della ricostruzione e restaurazione, interventi effettuati dopo la tragica distruzione del Complesso Medievale di Santa Chiara, avvenuta a seguito dei bombardamenti del 14 agosto 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Bastarono pochi secondi per distruggere quello che era considerato l’esempio più importate di architettura gotica di Napoli, la cui costruzione iniziò nel 1310 per volere di Roberto Angiò e Sancia di Maiorca, la sua seconda moglie. I due sovrani, infatti, dotarono la città di numerose chiese, conventi e altri luoghi di culto. In particolare, fecero costruire questo complesso perché desideravano una cappella di corte degna del loro rango da dedicare al Santissimo Sacramento, un convento francescano per accogliere i frati che di occupavano delle funzioni liturgiche e un monastero per l’Ordine di clausura della Clarisse, grazie alle quali prese il nome di Santa Chiara.
I lavori finirono nel 1328, anno in cui venne ultimato tutto il complesso monumentale, ad eccezione del campanile. La Chiesa venne costruita in stile gotico, quello che si era sviluppato in Europa, su progetto di Gagliardo Primario, il quale la completò all’insegna della pura semplicità, quindi secondo i principi francescani: era dotata, infatti, di una sola navata lunga 82 metri, dotata di dieci cappelle per lato. Addirittura, si narra che Roberto d’Angiò la definì “una grande stalla con delle mangiatoie ai lati.” Consideriamo, però, che Roberto d’Angiò scelse il miglior pittore dell’epoca per affrescare la basilica: Giotto che dipinse scene di vita della Madonna, i miracoli di San Francesco e di Santa Chiara sulle pareti della navata.
Santa Chiara divenne, quindi, cappella di corte e centro della manifestazioni religiose e civili di Napoli nel periodo angioino. Qui vennero sepolti via via i regnanti della dinastia, i loro discendenti, nonché i più importanti dignitari della corte. In primis, ovviamente, Re Roberto, al cui sepolcro lavorarono i fiorentini Giovanni e Pacio Bertini, autori anche dell’altare e del pulpito.
Per quattro secoli Santa Chiara restò immutata, poi nel 1742 Ferdinando Sanfelice e Domenico Vaccaro iniziarono a lavorarci, cambiandola completamente. Decoratori e architetti, per abbellirla, scardinarono le antiche strutture, distrussero archi e finestroni, trifore e bifore, pavimentazione, altari e riempirono l’interno di ornamenti barocchi che ne sconvolsero l’immagine.
Chiesa, Chiostro e Monastero di Santa Chiara oggi: cosa vedere?
Come abbiamo già accennato, il complesso venne distrutto quasi completamente dai bombardamenti del 1943. Fortunatamente, la ristrutturazione ci ha restituito la chiesa e ha riportato alla luce lo stile gotico.
Dell’antico Chiostro trecentesco maiolicato è rimasto invariato il colonnato con 66 archi, ma quello che possiamo ammirare oggi è opera del Antonio Domenico Vaccaro che lo ristrutturò su commissione della badessa Ippolita Carmignano. La parte centrale del cortile è divisa in quattro grandi aule, suddivise a loro volta da vialetti interni.
Meravigliosi i 64 pilastrini di forma ottagonale, arricchiti con maioliche dipinte a mano dagli artigiani Donato e Giuseppe Massa. Decorati con tralci di vite, collegati tra loro da sedute anch’esse interamente maiolicate e che raccontano scene popolari, agresti e mitologiche. Si tratta di meravigliose maioliche policrome che regalano un gioco di prospettive e colori, perfettamente armonizzate con quelli della natura circostante! Le pareti dei quattro lati del chiostro sono interamente coperte da affreschi seicenteschi raffiguranti Santi, allegorie e scene dell’Antico Testamento.
All’interno della chiesa sono poche le testimonianze sopravvissute degli affreschi di Giotto e della sua bottega napoletana che, secondo il Vasari, un tempo rivestivano l’intera chiesa. Il complesso, dal 1995, ospita anche il Museo dell’Opera di Santa Chiara diviso in 4 sale espositive: la Sala Archeologica con reperti trovati durante gli scavi, la Sala della Storia che racconta i cambiamenti artistici del complesso, la Sala dei Marmi e la Sala dei Reliquiari che espongono urge sacre pregiate.
Il Monastero di Santa Chiara è aperto dal lunedì al sabato fino alle 17,30 e la domenica fino alle 14,30. Il costo del biglietto è di 6 € 8-18 anni 3,50 €, studenti under 30 e over 65 4,50 €.