10 cose da non perdere a Lisbona che non troverai su nessuna guida di viaggio
Vicoli in pendenza, un tram giallo, il n. 28, che li attraversa quasi sfiorando le pareti dei palazzi decorati di azulejos, 7 colli come Roma, una splendida baia su un fiume imponente (il Tago), un Cristo Redentore: Lisbona sembra quasi una città incantata. Dalla Torre di Belém, antico porto da cui Vasco da Gama partì alla conquista del mondo nel 1497, all’avveniristico Parque das Nações, costruito per l’Esposizione Universale del 1998, dalla grandiosa Praça do Comercio, dove batte il cuore storico della città, al Castello di San Giorgio e al suo magnifico panorama, dal Mosteiro dos Jerónimos, all’Elevador de Santa Justa, sono tante le cose da vedere nella capitale portoghese.
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Ci sono, però, alcuni luoghi di Lisbona che non compaiono spesso nelle guide turistiche, posti poco battuti dai visitatori, quasi segreti che raccontano storie di altre epoche e sorprendono i viaggiatori con il loro fascino fiabesco.
Mural das Portas do Sol, un’opera dall’insolita collocazione
La maggior parte dei turisti sale in Largo das Portas do Sol per godersi i panorami e i tetti color mattone della città, ma pochi sanno che lì vicino c’è un murale che racconta la storia di Lisbona, o almeno le parti più importanti di essa. Questo murale, opera dell’illustratore Nuno Saraiva, ha una strana collocazione: è stato dipinto, infatti, nel 2016, sulla curvatura di un piccolo tunnel nascosto vicino alle scale di Rua Norberto Araújo che danno accesso a un bagno pubblico, nel quartiere Alfama.
Un’altra curiosità di questo murale è il fatto che raffiguri in tanti riquadri le tappe più importanti della storia di Lisbona come se fosse un fumetto. Il racconto arriva fino alla Rivoluzione dei garofani del 1974, dopo aver attraversato l’epoca delle grandi Scoperte, la costruzione del Monastero dos Jerónimos, le invasioni napoleoniche e, naturalmente, il terremoto del 1755.
Casa do Alentejo, un luogo segreto nel centro di Lisbona
In Rua das Portas de Santo Antão, al numero civico 58, un palazzo dall’aspetto quasi banale cela una delle meraviglie di Lisbona. L’edificio, conosciuto anche come Palazzo São Luís da Pena e Palazzo Pais do Amaral, costruito alla fine del XVII secolo, apparteneva alla famiglia Pais do Amaral, dei visconti di Alverca. Arredamento moresco e stile marocchino, la Casa do Alentejo, ricostruita agli inizi del XX secolo, è un luogo davvero insolito. Una sontuosa scala, situata a destra del patio, conduce agli antichi saloni che all’inizio del secolo scorso ospitarono il Majestic Club, il primo casinò di Lisbona. Le pareti delle sale sono interamente decorate di azulejos.
Il palazzo oggi ospita un’associazione che ha la missione di diffondere il patrimonio gastronomico dell’Alentejo. Per sostenersi, i membri gestiscono un ristorante che offre menu con un buon rapporto qualità-prezzo e il valore aggiunto di una location mozzafiato: un luogo fuori dal tempo, bellissimo da visitare la sera quando il patio si veste di luci che ne accentuano la magia.
Il Palazzo Nazionale di Queluz, bellissimo e poco noto (anche ai portoghesi)
È tra i palazzi più belli e importanti del paese, ma rimane in gran parte sconosciuto a molti turisti, compresi i portoghesi. Il Palazzo Nazionale di Queluz fu costruito tra il 1747 e il 1786 dall’Infante Don Pedro, il futuro Pedro III, titolo che ricevette dopo aver sposato sua nipote, la futura regina Maria I. Questo imponente edificio, nato come residenza estiva della famiglia reale, ne divenne residenza permanente dal 1794 in poi. Sia il palazzo che il giardino rivelano forti influenze francesi e italiane, così come il gusto della corte portoghese dei secoli XVIII e XIX.
Tra le numerose sale del palazzo spiccano la Sala degli Ambasciatori, la Cappella, esempio di rococò portoghese, la Sala della Musica e la Sala del Trono. Una delle ali più recenti del palazzo, il Pavilhão D. Maria, è oggi utilizzata come residenza per i capi di stato stranieri che visitano il Portogallo. Esempio del barocco-rococò locale, i giardini del palazzo sono ornati da decine di statue, fontane, laghetti, un orto e un portico.
La casa più antica di Lisbona
La casa più antica di Lisbona si trova ad Alfama, uno dei quartieri più vecchi d’Europa (solo El Pópulo, a Cadice, ne supera la longevità), più precisamente, in Rua dos Cegos. L’edificio ha più di 500 anni e ha resistito al terremoto del 1755. Sulla sua facciata sono presenti simboli d’altri tempi, come una tavola del ‘600, dove si ammira la copia di una pala d’altare con un ostensorio affiancato da due angeli.
La casa, grazie alle sue dimensioni ridotte e alle solide fondamenta, è riuscita a resistere a quella che oggi è considerata la peggiore tragedia mai avvenuta in Portogallo, il terremoto che il fatidico 1 novembre 1755 devastò una gran parte della città, seguito da un maremoto e diversi incendi. Una curiosità: il famoso murale in omaggio ad Amália Rodrigues, disegnato dall’artista Vhils, si trova nella piazza accanto alla casa più antica di Lisbona.
Parco ricreativo Moinhos de Santana dove ammirare i mulini a vento
È senza dubbio uno dei luoghi più belli della città, con diversi spazi verdi, un lago e un belvedere sul Tago che lascia a bocca aperta. Il Parque dos Moinhos de Santana si trova nella Parrocchia di Belém, vicino al Parque Florestal de Monsanto, e deve il suo nome ai due mulini a vento che si trovano nella parte alta. L’ingresso al Parque dos Moinhos de Santana è sulla Rua Tristão Vaz, dove si trova un parcheggio gratuito. L’intero parco è un vero e proprio anfiteatro con prati, un grande lago, un’area giochi con varie attrezzature ludiche (scivoli e altalene). In cima alla collina è situata un’enorme area ricreativa dove si trovano i due grandi mulini a vento.
Acquedotto di Águas Livres
L’ Acquedotto di Águas Livres fu costruito tra il 1731 e il 1799 ed è considerato, da tutti gli esperti del settore, una opera di ingegneria idraulica straordinaria soprattutto tenendo conto della sua altezza.
L’acquedotto è costituito da diverse sezioni di cui la principale, lunga 14 chilometri, inizia a Mãe de Água Velha, a Belas, e termina al bacino idrico di Mãe de Água das Amoreiras, a Lisbona.
L’Acquedotto di Águas Livres alimenta 30 fontane nel capoluogo e, per quanto riguarda la sua costruzione, la parte più visibile si trova a ridosso della valle dell’Alcântara, con un porticato lungo 941 metri, composto da 35 archi, compreso il più grande arco ogivale in pietra del mondo, alto 65,29 m e largo 28,86 m.
Casa-Museo di Amália Rodrigues, la regina del Fado
Aprire al pubblico la sua casa, situata al 193 di Rua de São Bento, è stato uno dei più grandi desideri di Amália Rodrigues, obiettivo raggiunto il 23 luglio 2001, quando l’abitazione della regina del Fado è stata trasformata in una Casa-Museo. Oltre a osservare oggetti appartenuti alla diva, dai suoi vestiti ai vari strumenti sparsi per la casa, con la visita al museo si impara molto della storia del Portogallo e delle sue tradizioni.
Dalla cucina tipicamente portoghese degli anni ’50, al giardino fiorito, passando per il famoso salotto dove Amália Rodrigues si intratteneva con intellettuali del tempo e dove incise anche un album, nel 1968, con Vinicius de Moraes. Si può visitare anche la stanza dove Amàlia dormiva e dove è vietato scattare fotografie.
Archivio Municipale di Lisbona
Costituito principalmente da raccolte di documentazioni a carattere grafico, nell’Archivio Municipale di Lisbona si trovano cartografie e memorie architettoniche, fotografiche e video, di estrema importanza per una conoscenza più approfondita della città di Lisbona.
Entrare in questo luogo è sentire la storia della città, raccontata attraverso migliaia di fotografie e altri documenti, conservati nel tempo, dal XIII secolo ai giorni nostri.
In una delle sale sono custodite migliaia di foto, macchine fotografiche, cartoline, lettere, e il profumo di storia che vi si avverte è inebriante.
In un’altra sala sono presenti diversi computer dai quali è possibile effettuare una prima ricerca e poi richiedere una consultazione fisica del materiale che si vuole visionare o approfondire.
Aldeia de Mata Pequena
Mata Pequena è un villaggio, situato alla periferia di Mafra, a mezz’ora da Lisbona. In un’unica via, da una parte e dall’altra, piccole case si incanalano verso una piazza centrale, il luogo ideale per rilassarsi un po’ osservando le verdi colline che circondano questo piccolo borgo. Quasi tutte in pietra, le casette sono illuminate da lampade e protette da una fitta macchia verde: edera, vasi pieni di fiori e un bosco abbondante che rende il borgo ancora più bello. Lungo le pareti imbiancate si nascondono vecchie biciclette.
Dei circa 70 abitanti che qui abitavano, sono pochi quelli che ancora vi risiedono e mantengono vive le usanze di altri tempi.
Palazzo Monserrate
L’interno del Palazzo di Monserrate, costruito nel 1856 a Sintra, rivela spazi eleganti e sontuosi, come la Galleria (il corridoio che collega le tre torri del palazzo), la sala della musica, la sala da pranzo o la biblioteca. Monserrate ha una storia molto antica che risale al 1540, quando Fra Gaspare Preto fece costruire un eremo dedicato alla Madonna di Monserrate, folgorato dalla sua visita all’eremo di Montserrat in Catalogna, vicino a Barcellona. Da quella data l’edificio fu trasformato in un luogo di culto e di produzione orticola, che riforniva l’allora Hospital de Todos os Santos de Lisboa. Il terremoto del 1755 distrusse completamente la struttura. Tuttavia, pur in pessime condizioni, il luogo fu affittato a Gerard de Visme, un commerciante inglese che decise di costruirvi un castello in stile neogotico.
Nel 1846, Francis Cook, mercante d’arte e collezionista inglese, diventò il proprietario di Quinta de Monserrate e il primo visconte di Monserrate. Il palazzo che si può visitare oggi è di questo periodo e combina varie influenze: gotiche, indiane e moresche. Attorno al palazzo si trova il Parco Monserrate che ospita una notevole collezione botanica con specie provenienti da tutto il mondo che si mescolano alla vegetazione autoctona per oltre 50 ettari. Il Parco di Monserrate offre uno scenario abbagliante di sentieri tortuosi in completa armonia con le specie spontanee della regione, come il corbezzolo, l’agrifoglio e le grandiose querce da sughero.