Itinerario di 5 giorni: “Buon viaggio. Lisbona ti aspetta.”
Quando si dice… la vita è quello che ti accade mentre sei programmato a fare altro… è questo il caso. Scelgo un itinerario di cinque giorni a Lisbona, in quanto dovevo utilizzare un voucher Ryanair in scadenza, causa cancellazione volo del 2020 per Covid-19 programmato per la Giordania.
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Prima di questa scelta, ammetto, il Portogallo era nella lista dei viaggi, ma non ai primi posti. Arriviamo al fatidico giorno della partenza, giovedì 19 agosto 2021. Il mondo è ancora sotto pandemia, viaggiare è diventato un po’ più complicato, ma seguendo filo per segno le regole e i documenti necessari per recarmi in Portogallo, mi reco all’aeroporto di Bologna, da dove, prendo il volo delle 18.00 direzione Lisbona. Volare dopo un anno e mezzo dal mio ultimo volo è qualcosa di elettrizzante, persino lo slogan della compagnia aerea, “Sit back, relax and enjoy your flight” mi era mancato. Dopo due ore e mezza circa si atterra a Lisbona. I controlli assenti mi consentono, dopo 5 minuti, di essere già in attesa della metro che mi porterà in centro, direzione hotel.
Lisbona ha complessivamente 4 linee della metro, la rossa collega l’Aeroporto, che dista a soli 7 km dal centro alla città ed ogni singolo biglietto ha un costo di € 1.40. Soggiorno al Lisbon City Hotel, a 100 metri dalla metro e 20 minuti a piedi da Praça do Comercio, la piazza più famosa e centrale lisbonese. Dopo il check-out, esco subito per fare un giro verso il centro, camminando fino al Bairro Alto, tra i suoi saliscendi. Rincaso poco dopo, il giorno dopo mi aspetta subito una gita fuori Lisbona.
Giorno 1 – da Lisbona a Sintra
Nonostante la sveglia presto, aspetto le 7.30 per la colazione in hotel e preparato lo zaino, alle 08.15 son già in strada e mi dirigo verso la stazione dei treni Rossio (dietro l’omonima piazza). Acquisto i biglietti a/r per Sintra al costo di € 5€ e dopo un’oretta di viaggio, giungo a destinazione.
Sintra è un paese a 30 km da Lisbona ed è famosa in quanto in passato era la sede della dimora estiva dei reali. I suoi palazzi sono tutti Patrimonio Unesco, una vera e propria chicca, da girarla tutta. Dalla stazione, in 5 minuti a piedi si è in centro e la prima cosa che faccio, è dirigermi all’ufficio del turismo dove acquisto la Lisboa Card, la carta che utilizzano i turisti per poter girare illimitatamente sui mezzi del centro di Lisbona (tram, bus, funicolare…) e per ottenere alcune scontistiche su molte attrazioni di Lisbona e non. Opto per la Lisboa Card di 72 h al costo di € 42 e per quella di 48 h al costo di € 34. Si attiva dal 1° momento in cui viene utilizzata e, se si gira molto sui mezzi, conviene farla.
A 2 minuti dal suddetto ufficio, si trova il Palacio National de Sintra, il cui biglietto ha un costo di € 9 con la Lisboa Card (costo d’ufficio € 10). Entro e vengo rivestita da muri cosparsi delle famosissime azulejos, le piastrelle dipinte, importate dagli arabi, di cui il Portogallo e la Spagna sono famosi in tutto il mondo. Seguo il percorso delineato che mi consente di visitare tutto il palazzo, passando da una stanza all’altra e quando esco, mi dirigo verso la prossima tappa, la Quinta de Regaleira, a 10 minuti a piedi dal palazzo nazionale.
Decido, incamminandomi, che Sintra la visiterò tutta a piedi, non utilizzerò quindi nessuno degli autobus che permettono di girare con i mezzi. Percepisco Sintra come un museo a cielo aperto, girarla in autobus mi sembrerebbe di perdere dei pezzi di alcuni scorci che invece, camminando, coglierei. Quinta de Regaleira è qualcosa di unico, non ho mai visto un complesso di edifici con un giardino curato nei minimi dettagli come quello. All’entrata noto fila per acquistare il biglietto, ma nessuno in fila per il biglietto online, che acquisto subito al costo di € 10 e in due minuti sono dentro, olè!! Inizio a perdermi tra le vie del parco, ogni angolo è da fotografare, piante di un verde brillante che contrastano con il cielo azzurro e limpido del cielo e gli edifici che vanno dal grigio chiaro al grigio scuro… qualcosa di meraviglioso, non a caso anche Quinta è stato designato Patrimonio Unesco. Tra le cose sicuramente da vedere, merita il Pozzo dell’Iniziazione (lo trovate seguendo le indicazioni all’interno del parco), dove, una fila scorrevole di persone attende di visitare questo pozzo che è ispirato ai riti dei massoni e dei templari. Particolare ed unico.
Lasciata Quinta de Regaleira è quasi l’una e dopo un pit-stop culinario, riprendo il mio cammino per la sommità di Sintra. Intraprendo un percorso pedonale, un vero e proprio percorso trekking in mezzo ad alberi e di saliscendi, che mi porta alla mia prossima tappa: Castelo de Mouros, il Castello dei Mori. Da ogni angolo di Sintra si intravedono le mura di questo castello, che ricorda quelli del medioevo, ai tempi di Re Artù. Il biglietto per entrare è di € 8, Lisboa Card non inclusa. Dalle torri del castello, si potrà ammirare Sintra dall’alto verso il basso.
Dopo altri 10 minuti a piedi (complessivamente da centro al Palacio de Pena a piedi c’è circa un’ora di cammino) arrivo a Palacio de Pena. Avevo visto questo palazzo nelle varie guide, in tantissime foto, in vari documentari, ma vederlo di persona è qualcosa di unico, con i suoi colori sgargianti, gli stili mixati alla perfezione… il tutto contornato da un giardino tenuto con cura estrema. Solo questo vale la pena (scusate il gioco di parole) per venire a Sintra. Alla biglietteria mi dicono che ci sono quasi due ore di attesa per visitare l’interno del palazzo, quindi opto per il solo esterno con il giardino al costo di € 6.75 al posto di € 7.50, mostrando la Lisboa Card. Dopo circa un’oretta, tra foto, tour del giardino e delle mura del palazzo, riprendo la strada per discendere e tornare al centro cittadino, quindi alla stazione dei treni e dei bus. Me la prendo con calma, voglio godermi il paesaggio durante la discesa.
Alla stazione, vedo la fermata dell’autobus 403, la Lisbona/ Cascais che passa per Cabo Da Roca. Prendo il primo autobus utile, biglietto acquistato direttamente sul bus al costo di € 4.30 e dopo 50 minuti di viaggio arrivo al punto più occidentale dell’Europa. Sono le 18.30 e alle 20.00 passerà l’ultimo autobus che mi riporterà a Sintra. Quello che mi investe in quell’ora e mezza è un’ onda di emozioni indescrivibili, il posto è di per sé affascinante, questa collina su una scogliera a picco sull’oceano, un faro come unica cosa fisica presente, un vento perenne che ti entra dentro. È qualcosa di raro, unico, pensare comunque che da qui sono passati Cristoforo Colombo, Vasco da Gama, Magellano, e tantissimi esploratori alla scoperta di nuove terre e considerare che prima di loro si pensava che dopo quel punto, il mondo fosse finito…è magico, suggestivo, figo. Le emozioni mi invadono come il vento che soffia intorno a me e rimango immobile, su uno scoglio, ad ammirare il sole che minuto dopo minuto scende, immersa nei miei pensieri ed emozioni. Qui, dove la terra finisce e il mare comincia…semplicemente Cabo da Roca. L’autobus arriva qualche minuto dopo le 20 e per le 22 circa sono alla stazione Rossio di Lisbona. Giornata piena, intensa, ma felicissima.
Giorno 2 – Su e giù per Lisbona con il 28
Oggi si rimane a Lisbona, dopo 20 minuti circa a piedi, raggiungo Praça do Comercio, piazza chiusa su tre lati, mentre il quarto finisce letteralmente in mare. Dietro la piazza, dall’Arco de Augusta, si snoda Rua Augusta, la via dello shopping lisbonese. La percorro e all’incrocio con Rua de Santa Justa, giro lo sguardo verso sinistra ed eccolo lì, il famosissimo Elevador de Santa Justa, questo ascensore panoramico, che però è chiuso al pubblico momentaneamente. A tre minuti a piedi, c’è il Convento do Carmo, questa chiesa sconsacrata, parzialmente distrutta dal terremoto del 1755, che distrusse Lisbona, e dall’incendio che scoppiò nel 1959. Per entrare pago 4€ con la Lisboa card e dentro è tutto molto suggestivo, le mura sono rimaste intatte, ma del tetto è rimasta solo qualche navata. Particolare.
Da lì, cammino verso Praça Rossio e subito dietro si erige la Igreia de Sao Domingos, suggestiva in quanto fuori rimane abbastanza anonima, ma dentro si noterà che le volta sono di un color rosso mattone, mentre le colonne portanti sono di un nero bruciato, rimaste così dopo l’incendio che colpì Lisbona nel 1959. Dalla chiesa, proseguo a piedi fino a Praça Restauradores e svolto per Calcada da Gloria, dove si trova il famoso Elevador da Gloria, la funicolare di Lisbona. Il biglietto, comprato sull’autobus, costerebbe 3.80€ ma è incluso nella Lisboa Card.
La funicolare permette di arrivare da Baixa al Bairro Alto in pochi minuti ed evitare il saliscendi ripido di Lisbona; alla prima fermata però scendo perché lì posso ammirare Lisbona dall’alto in uno dei suoi mirador, precisamente Miradouro de Sao Pedro de l’Alcantara. Io amo i panorami, quindi i Miradouro fanno al caso mio, anche se questo non mi ha lasciato particolari emozioni… ma se siete nei paraggi, una tappa la consiglio. Torno a Praça Martin Moniz e dopo una fila di mezzora alla fermata del tram, salgo sul celeberrimo Tram 28, il più noto di Lisbona e decido di farmi tutto il giro completo. È decisamente la cosa più divertente della giornata, mi consente di vedere i diversi quartieri di Lisbona, si passa dal centro, al quartiere Alfama, quello più caratteristico, dove le strade sono larghe all’incirca 4 metri e il tram si deve costantemente fermare per poter passare se incrocia le altre auto… sono sempre con lo sguardo fuori dal finestrino ad ammirare il paesaggio. La cosa particolarmente bella è che i finestrini del tram sono tutti aperti, quindi il ricircolo di aria mi mette un senso di pace addosso estrema; godersi il viaggio del tram non è mai stato così rilassante! Il tram termina la corsa a Camp de Enrique, dove c’è il mercato omonimo.
Io riprendo il tram e rifaccio il giro per fermarmi al quartiere Alfama, mia prossima meta del sabato. Scendo alla fermata Port do Sol, dove c’è il miradouro omonimo. A sinistra, a 5 minuti, si apre quello che forse è il mirador più famoso e forse fotografato di Lisbona, il Miradouro de Santa Luzia…i muri bianchi con i rami di bouganville a contrasto, mi ricordano le vie delle isole greche…bellissimo, come la vista che si apre davanti a me! Dopo qualche foto di rito, a 5 minuti si trova la Cattedrale di Lisbona, chiamata la Sé.
È sopravvissuta all’incendio del 1959, i muri esterni di color nero bruciato lo dimostrano. La visita è molto lesta, non c’è molto da vedere e quello che vedo, non mi lascia particolari emozioni. Da vedere se avete 10 minuti e vi trovate in zona, anche perché il biglietto costa 4€ e la Lisboa Card non è utilizzabile. Particolare interesse invece vanta il Castelo de São Jorge, lo si nota anche dalla fila di gente che intende entrarci. Anche qui, compro il biglietto online (non essendoci coda) ed entro immediatamente (costo 10€). All’interno del castello, oltre ad esserci il miradouro omonimo, che dà sul fiume Tago e sul Ponte 25 Abril, ci sono le mura con dei giardini al cui loro interno sono presenti famiglie di pavoni, talmente abituati ai turisti da non esserne impauriti.
Ritorno verso l’Hotel, riprendendo il tram 28 direzione Praça Martin Moniz e dopo 15 minuti, sono in hotel. Per la sera ho in mente un posticino molto defilato, nel quartiere Almada. Per raggiungerlo, arrivo a Cais Do Sodré (una dei capolinea della linea verde della metro), da cui c’è anche la stazione dei treni per Cascais e da dove partono i battelli per raggiungere Casilhas, da dove parte il quartiere Almada di Lisbona, dall’altra parte del fiume Tago. Il costo del battello è escluso dalla Lisboa Card, quindi compro un biglietto a/r al costo di € 1.80 l’uno. Dalla fermata del battello, cammino per circa 10 minuti, costeggiando il fiume e arrivo a Ponto Final (Punto Fermo in italiano). È un ristorante molto easy, con la scritta dipinta di blu sul muro bianco, i tavolini e le sedie di color giallo che riprende quello dei tram lisbonesi. I tavolini sono sul filo (letteralmente) della riva del fiume. È pieno di gente e al momento non ci sono tavolini liberi, quindi lascio il mio nome e mi metto sul bordo del fiume e aspetto di essere chiamata. Nel frattempo il bar del ristorante è aperto, se si vuole bere e stuzzicare qualcosa per ingannare l’attesa. Uno dei più bei tramonti di Lisbona l’ho visto lì, l’ho vissuto minuto per minuto, sfumatura dopo sfumatura, fino al più completo cielo blu stellato con l’illuminazione del ponte 25 Abril e della città. Meravigliosamente suggestivo. Alle 21.30 vengo chiamata, finalmente dopo quasi due ore si cena! Dopo un’oretta circa lascio quell’angolo di pace e ritorno alla Lisbona più caotica, alle prese con il sabato sera.
Giorno 3 – Belem
Me la prendo con un po’ di comodità stamattina, la mia prima tappa è il Museo delle Azulejos, che apre alle 10.00 e che è gratuito per chi possiede la Lisboa Card (costo biglietto 5€). Il museo ripercorre la storia delle famose piastrelle portoghesi, la visita è scorrevole e per me merita. Da lì, prendo l’autobus 728, fermata Alcantar de Mar e dopo 5 minuti a piedi arrivo a XL Factory, questa ex zona industriale, ora street zone riqualificata, piena di negozietti artigianali, bancarelle e street bar. Mi ricorda una Camden Town soleggiata!!
Prossima tappa: quartiere Belem. Lo raggiungo a piedi, ho voglia di passeggiare lungo il fiume Tago, quindi da XL Factory, attraverso la strada e vado appunto sul lungo fiume e inizio a passeggiare…il sole si fa sentire ma la brezza aiuta molto, passo davanti a diversi bar con terrazze panoramiche ed al MAAT, il museo della tecnologia di Lisbona, in questa struttura bianca tutta innovativa, molto bella. Passo oltre ed arrivo al famoso Monumento alle Scoperte (Padrão dos Descobrimentos), dedicato ai vari esploratori del Portogallo. Dietro è raffigurata la rosa dei venti (ora chiusa parzialmente per manutenzione), dove sono indicate le varie rotte e le date nelle quali vennero conquistate le diverse colonie. Bellissimo!
Subito dietro si apre davanti a me il Monastero dos Jeronimos, maestoso!!! Per entrare si fa fila unica con il museo dell’archeologia. Scopro con piacere che chi possiede la Lisboa card accede gratuitamente sia al museo che al convento, quindi opto per la visita combinata (altrimenti il biglietto congiunto costerebbe 12€). Il museo archeologico non è nulla di che, ma penso dipenda dalle esposizioni che propongono in un determinato momento. Parliamo del monastero, stupendo. Bellissimo, meraviglioso, con al suo centro un giardino simmetrico e la fontana al centro. Non a caso è Patrimonio Unesco e viene spesso utilizzato come sede di matrimoni (a breve avrebbe chiuso al pubblico per celebrarne uno…). Uscita dal Monastero, qualche metro più in là, c’è la pasticceria più famosa di Lisbona, Pasteis de Belem, dove si dice ci siano i migliori pasteis de nata in commercio. Questi dolci sono una droga, qui poi vengono serviti caldi, quindi doppiamente più buoni. Faccio ovviamente la fila per poterne mangiare uno, ma è scorrevolissima quindi la si affronta.
Dopo questa pausa molto dolce, riprendo la camminata e a poche centinaia di metri, si apre davanti a me il simbolo di Lisbona, la Torre di Belem, in tutto il suo splendore. Attualmente è chiusa, ma penso che il panorama migliore sia quello che offre dall’esterno. Per le 18.30 mi incammino al Doca de Bom Sucesso, il porticciolo subito prima della Torre, in quando ho prenotato una gita sulla barca a vela al tramonto della durata di due ore sul Fiume Tago. L’esperienza l’ho trovato tramite Get Your Guide, strumento che spesso utilizzo per delle visite guidate quando viaggio nelle capitali, molto comodo. Avevo prenotato il giorno prima e con 45€ ecco servita la gita su un piatto d’argento. Esperienza meravigliosa, una pace dei sensi assurda. Al ritorno hai la fortuna di goderti il por do sol (tramonto), in mezzo al fiume, con il vento freddo e le onde che si infrangono contro la barca, stupendo. La testa leggera e le sensazioni che vacillano, pure.
Giorno 4 – da Lisbona a Cascais
Alle 7.00 esco, colazione al bar, metro linea verde con destinazione Cais do Sodrè, da dove compro il biglietto a/r al costo di € 5 per il treno per Cascais. Il servizio è comodo in quanto ogni 10 minuti c’è un treno. Alle 8.20 sono a Cascais, dopo 40 di treno circa. Faccio un giro per il centro, la cittadina dorme ancora, persino i bar aprono per le 8.30. Nel tornare verso la stazione, mi fermo davanti a Bicas Bikes Rental, un servizio di noleggio bici al costo di € 7 al giorno (compreso di lucchetto). La bici non è tecnica, ma non sono una tecnica neanch’io della bici, quindi carichissima, parto e raggiungo la pista ciclabile di Cascais, subito dopo il museo. Da lì intraprendo la pista ciclabile più bella che io abbia mai fatto fino ad oggi.
Una volta uscita da Cascais, mi si apre davanti a me un paesaggio selvatico, fatto di piante grasse da un lato, la strada e dall’altra parte, la spiaggia con l’oceano. Percorro così i 10 km che dividono Cascais a Praia do Guincho, questa spiaggia lunga, selvaggia, dove le persone fanno surf e dove non c’è nulla, solo un hotel con ristorante. Gli ultimi km sono stati più duri perché viaggiavo controvento (e lì il vento tira bello forte) però la vista compensava la fatica, queste coste selvagge le ho ammirate in bicicletta ed è stato qualcosa di particolarmente unico, molto fiera dei miei 20km in Graziella sulla costa portoghese. Dopo un’oretta circa, parcheggio la bicicletta, trovo una zona appartata ai lati della spiaggia, in modo da potermi rilassare senza essere troppo esposta al vento e in quel pieno di chillin’, inizio a guardare il mare, ascoltare il rumore delle onde che pian piano iniziano ad essere sempre più grosse e mi incanto a guardare le persone che fanno surf… spettacolo puro. A metà pomeriggio riprendo la bici, ritorno a Cascais, che nel frattempo si è riempita di gente e i negozi finalmente aperti. Dopo un breve tour del centro, ritorno con il treno a Lisbona.
Per l’ultima sera, opto per godermi il tramonto al Miradouro de Nossa Senhora de Monte, a 700 metri dall’hotel, con tanto di scalinata ripida da fiatone finale. Fiatone che viene poi ripagato dalla vista una volta arrivata in cima. Anche qua, vengo travestita dalla meraviglia dei colori di Lisbona al tramonto. Rimango lì anche dopo il tramonto, voglio proprio godermi i primi lampioni che si accendono, le case e le piazze che si illuminano pian piano. Riscendo per cercare un posticino dove cenare al Bairro Alto e per concludere la mia serata, assaggio la Jinjinha, il liquore alle ciliegie più famoso del Portogallo. Buono e pure economico, uno shottino € 1.45.
Giorno 5 – rientro in Italia
Ho l’aereo alle 20.25, quindi ho ancora una mezza giornata da trascorrere qui a Lisbona. Parte il mio mini tour non troppo turistico.
Prima tappa: Palazzo dei Marchesi di Fronteira, che rimane nel quartiere Benfica. Per raggiungerlo devo prendere dapprima la linea verde della metro e poi quella azzurra, fermata Jardim Zoologico, da dove cammino 10 minuti e giungo a destinazione. Opto per visitare solo i giardini per € 5.00 (Lisboa Card esclusa, essendo palazzo privato), a dir poco stupendi. I giardini sono stati progettati da un italiano ed è tutto studiato nei minimi dettagli. Il verde del giardino si contrasta con il blu delle pareti degli edifici, lo stesso blu che ho trovato a Marrakesh, quando ho visitatato Jardin Majorelle.
Nel riprendere la metro blu, scendo alla fermata Parque… bellissima, piena di azulejos blu che riprendono le coste esplorate dai portoghesi e frasi famose di diverse lingue, tradotte in portoghese. Incantevole. Uscita dalla stazione, cammino 10 minuti e visito Estufa Fria, il giardino botanico, gratuito per chi possiede la Lisboa Card. Si chiama Estufa Fria in quanto non è dotata di riscaldamento elettrico, quindi le piante sono sistemate in stanze/zone a temperatura fresca o calda, ma il calore viene intrappolato dalla sole luce solare. Geniale!
Come ultima tappa del mio tour, prendo l’autobus e mi reco a Camp de Enrique, dove c’è il mercato omonimo, che ricorda le bouquerie spagnole. Mangio qualcosa proprio lì dentro e poi riprendo il tram 28 e rifaccio il giro intero, fino a Praça Martin Matiz e come sabato scorso, mi godo la vista, l’aria di Lisbona e mi rilasso completamente.
Termina così il mio viaggio…e come dice la famosa frase che è presente al Miradouro de Nossa Senhora de Monte, “Buon viaggio. Lisbona ti aspetta”.