Buon viaggio, Lisbona ti aspetta!
Eccomi di nuovo, come tutti gli anni, nello stesso periodo, con gli stessi compagni di viaggio, durante il ponte di San Giovanni, a raccontarvi di un’altra meravigliosa meta. Essendo rimasti entusiasti nel 2019 da Porto, come raccontato in un mio precedente articolo, non poteva mancare un’altra città portoghese, Lisbona, ottima alternativa alle classiche capitali europee.
Per diversificare la mia testimonianza, descriverò semplicemente i luoghi e le emozioni che ogni sito ci ha trasmesso, senza entrare nel dettaglio di ogni istante del nostro viaggio.
Primo, ma assolutamente necessario, l’acquisto della card Viva Viagem, che ci ha consentito di muoverci in libertà con ogni mezzo pubblico, metro, autobus e tram.
Questa volta ho deciso di soggiornare in un appartamento, anziché in un bed and breakfast e/o hotel, bellissimo, in ottima posizione. Peccato per il rione fatiscente in cui era situato: rue do Benformosos. A nostra disposizione ogni tipo di mezzo per giungere nei luoghi desiderati.
Il primo desiderio da esaudire appena arrivati e affascinati da subito dal quartiere più centrale, Baixa, la Pastel de Bacalhau e un bicchiere di Porto take away, servito su una tavolozza di legno, in memoria di Porto (prima e non l’ultima durante i successivi giorni). Ne vale assolutamente la pena, anche se non sono del tutto economiche… il nostro palato ringrazia.
Baixa è un’area situata nel quartiere di Santa Maria Maior, il cuore vibrante della città. Qui si respira un’atmosfera incredibilmente accogliente, e noi turisti ci sentiamo ben inseriti con le persone del posto calorose e amichevoli; siamo avvolti in ogni momento da suoni e colori e soprattutto sapori. Mentre ci si perde nella via dello shopping, passando un maestoso Arco da Rua Augusta, si arriva a Praça do Comércio, la splendida piazza affacciata sul Tago. È uno dei luoghi più simbolici e vivi dell’intera città, contornata da molteplici locali, dove abbiamo passeggiato spensieratamente in mezzo a moltissima gente e ad anche qualche spacciatore che “importunava” mio marito per vendere, senza troppa insistenza, la propria mercanzia. Si può definire il punto finale della località, in quanto di fronte ai nostri occhi si mirano imbarchi turistici, navi da crociera e una prospettiva del castello di Sao Jorge fino al ponte sul Tago.
Avendo camminato per moltissimo tempo, sull’infinita passeggiata che costeggia le acque, inciampo in un bagarino stile Giamaica, che preparava piña colada al momento, in un freschissimo ananas. Soddisfatta, e leggermente alticcia, come non approfittare di una bellissima giornata di sole per fare una mini crociera, Blue Cruises, su questo immenso fiume che la tanta sua larghezza da parer un mare già dalle sue sponde. Evitiamo così lo stress dei tour a piedi, ci rilassiamo assaporando un cocktail compreso a bordo, ammirando i monumenti da lontano. Unica, ma grande pecca, 2 ore di navigazione senza una sorta di guida che ci nominava ciò che avevamo davanti ai nostri occhi, dobbiamo dire grazie a nostro figlio tecnologico che ci ha fatto scoprire Google Lens. Come mi ha detto lui, vedi a voler risparmiare?
In vari momenti del nostro weekend tentiamo di prendere l’Elevador de Santa Justa, una vera e propria creazione stravagante, realizzata da un allievo di Eiffel, che unisce direttamente due diverse vie. Non appena si posa lo sguardo sulla bellissima struttura verticale in ferro, veniamo scioccati dalla fila improponibile per salirci. Non era destino prendere questo ascensore! Arriviamo dunque a piedi in cima alla Igreja do Carmo. Ci consoliamo con una, anzi più varietà delle deliziose Pasteis de Nata, in quanto siamo sempre e ovunque circondati da pasticceria dalle vetrine assai “attraenti”.
Avevo letto su qualche articolo che Lisbona non è una meta per snob, per i pochi ristoranti stellati, e troppo baccalà, alcuni inoltre arrivano anche a dire che è la città europea dove si mangia peggio. Dal mio punto di vista e non solo, è un’affermazione infondata, in quanto tutt’altro che monotona, potendo scegliere un gran numero di ristoranti di livello, trattorie e bar, dove noi abbiamo sempre mangiato in modo discreto e anche molto di più; forse ci siamo sempre fatti attrarre dalle piccole osterie a conduzione familiare, dove per pochi euro abbiamo sempre mangiato una rispettabile cucina casalinga.
Solo una sera ho voluto cedere alla tentazione di voler mangiare un hamburger; come non farci mancare la tappa presso l’Hard Rock. Sono proprio recidiva, in quanto mi ero già trovata male a quello di Londra, ma almeno avevo visitato il museo adiacente, qui nulla di buono, nemmeno il locale. Mea Culpa! Mi sento sempre di dire perciò, Bacalhau o melhor!
Consiglio, prima di cena, di assaporare il tradizionale liquore portoghese, la Ginja. Molto dolce e aromatico fatto con l’infusione di ciliegie o amarene in alcool, da bere alla goccia in piedi. Rapido, indolore e buonissimo (per me non troppo indolore). Lo abbiamo piacevolmente scoperto, avendo visto una coda immensa fuoriuscire da un piccolissimo tipico locale, e un appiccicaticcio pazzesco sotto i piedi.
Felice come una bambina, prendo il mio primo tram 28 di questa vacanza, per giungere al Castello de Sao Jorge, ammirando stradine suggestive tutte in salita, i nostri piedi e la schiena, ringraziano. Concordo con varie affermazioni, che queste rovine non sono una meta essenziale, in quanto il castello non offre nulla di particolare, se non una vista panoramica mozzafiato, che scorgi camminando lungo le mura. Pavoni sugli alberi, attenzione!
Usciti da questo sito, pausa caffè per noi con Travesseiros de Sintra, quel gusto mandorla che mi fa vedere le stelle, e mio figlio, faccio notare l’orario 10.30, una bella palla di baccalà, per fortuna senza il bicchierino di vino!
Riusciamo con qualche piccola difficoltà ad imbroccare la strada giusta, all’anima tradizionale di Lisbona, il quartiere antico e colorato di Alfama. È davvero uno dei luoghi più caratteristici e autentici, proprio per i suoi vicoli stretti, case addossate l’una all’altra. La settimana antecedente al nostro arrivo, era la festa di San Antonio, e quindi il quartiere si è messo in ghingheri, con festoni ovunque, con grandi e piccoli banchetti allestiti fuori dagli uscii. Sembra di essere alle nostre tipiche sagre dei periodi estivi; peccato che essendoci recati al mattino, non abbiamo assaporato l’aria di festa, come ci era successo a San Giovanni a Porto. Un quartiere fantasma, fatto di soli anziani seduti sulle soglie di casa (stile Italia meridionale), loro probabilmente non avevano da smaltire la sbornia della sera precedente.
Imperdibile il Miradouro do Senhora do Monte uno dei punti più alti panoramici, dove abbiamo una vista a 360° dell’intera città. Come in ogni momento, ma qui in particolar modo, si scattano una miriade di foto e soprattutto, come io adoro, selfie a go go. Salendo ancora un pochino si giunge al quartiere Graça che prende il nome dalla chiesa antistante, che regala un altro belvedere.
Ovviamente ogni nostro spostamento avveniva con metro o pullman, ma anche tanti tanti tanti passi a piedi. Vogliamo parlare dell’impresa per arrivare alla Torre di Belem? Costeggiamo il fiume e da lontano non sembrava irraggiungibile, tanto sono due passi, vento contro, gente che ci sfreccia con i monopattini presi a noleggio ovunque e, arrivati, ci accorgiamo che non era la torre bensì il Monumento alle Scoperte, omaggio scultoreo ai navigatori portoghesi. Con gli occhi fuori dalle orbite e la schiena a pezzi, minacciamo l’artefice di questa gita, che ci riporta nella zona del magnifico e immenso Monastero Dos Jeronimos, per riprendere fiato e pagare un Tuk Tuk che ci possa portare a questo forte, un must della città di Lisbona. La torre che si erge sull’oceano, contornata da verdi distese, ci da l’impressione di essere in una cartolina. Per il ritorno alla stazione dei treni usiamo un taxi, che a dispetto del prezzo iniziale, pretende pure la mancia.
Sempre grazie al mitico tram giungiamo a Barrio Alto, una delle zone più vivaci per la vita notturna dei lisbonesi, peccato che sia primo pomeriggio, e quindi possiamo ammirare altri scorci di paesaggi suggestivi, stradine colorate, botteghe, ricche di storia, con uno stile unico.
Non poteva mancare anche una visita al caratteristico Time Out Market, da una parte bancarelle di cibo, dall’altra una maxi varietà di chioschetti di ogni genere e qualità, per accontentare tutti i palati e provare le specialità del posto, in un ambiente super organizzato. Tavolate di molti giovani, a mio parere tutti studenti, che ci hanno reso l’ambiente gioioso per le loro irrefrenabili risate. Due super birre e pure noi abbiamo contribuito a scaldare l’ambiente, va bene solo io!
L’Oceanàrio è l’ultima tappa prima di prendere l’aereo per il rientro a casa. Ci ha permesso di depositare la valigie al suo ingresso gratuitamente e di iniziare la sua visita. Nulla a che invidiare a quello di Genova, ma direi ben organizzato e assai suggestivo, soprattutto la vasca principale con una varietà di pesci, ove si possono ammirare in ogni sua prospettiva.
Nell’attesa di prendere l’ultimo mezzo pubblico per giungere all’aeroporto, un giro al centro commerciale Vasco Da Gama. Essendo disposto su due piani, offre davvero un’ampia gamma di negozi, per fortuna qui la globalizzazione ha messo un po’ un freno.
“ Città che delle altre è agevolmente principessa”
poeta Camoes
La sua modernità, la sua storia, la sua organizzazione, non le fanno perdere la sua anima, dunque il titolo nobiliare le calza a pennello!
ATE’ NOS ENCONTRARMOS NOVAMENTE