Week end a Edimburgo… per il terzo tempo

Durante il prossimo week end la nazionale italiana di rugby gioca contro la Scozia. Ecco una guida pratica per vivere la città durante la partita del 6 Nazioni
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Fino a 20 anni fa il rugby in Italia era per pochi, barbuti e birraioli tipi veneti o al massimo abruzzesi. Da quando abbiamo costruito (anche grazie ad un gruppetto di argentini, fondamentali per la nostra crescita) una nazionale degna di battersi con le migliori squadre europee, è nata la febbre del rugby anche in Italia, diffondendosi da Nord a Sud con le stesse parole d’ordine: colori, sorrisi, tifo pulito, amicizia e soprattutto terzo tempo.

Nel 2000 abbiamo esordito nel 6 Nazioni, vincendo la prima partita contro la Scozia e da quel momento seguire la squadra italiana per il torneo è diventato un must per chi vuole vivere il rugby al suo massimo.

Il 6 Nazioni di quest’anno ci propone due trasferte belle intense: a Twickenham abbiamo già dato (prendendole dall’Inghilterra), e a Murrayfield, Edimburgo, il 28 febbraio contro la Scozia.

Andare in Scozia per la partita è un’esperienza al cubo, potendo in un solo week end ammirare luoghi e paesaggi unici, assaporare cibi insoliti e fare l’esperienza del tifoso di rugby all’anglosassone.

A Edimburgo, anche di prima mattina bisogna tuffarsi subito nella Old Town, per respirare quell’atmosfera cupa, uggiosa ma affascinante come nessun’altra città della vecchia Auld Reekie, (la “Vecchia fumosa” Edimburgo che spaventava ma sapeva anche avviluppare).

Solo camminando tra vicoli, scale e antichi palazzi ci si rende conto perché Edimburgo è stata nominata dall’Unesco “Patrimonio letterario” nel 2004, prima città in tutto il mondo.

I tanti che Edimburgo ha ispirato vanno da Robert Louis Stevenson a J.K Rowling che, pur avendo pensato per la prima volta ad Harry Potter mentre aspettava un treno in una delle tante stazioni di Londra, esattamente a Clapham Junction, aveva gli occhi pieni del Castello di Edimburgo, mentre buttava giù i primi capitoli della saga, mentre era seduta alla caffetteria The Elephant House, in George IV Bridge. E prima della partita, è obbligatorio visitare proprio il Castello.

Se si arriva in tarda mattinata conviene visitare e aspettare il colpo dell’One O’Clock Gun, il cannone che tutti i giorni (tranne la domenica) spara alle ore 13,00 per consentire agli abitanti di Edimburgo di regolare l’orologio. Quel colpo vi farà di sicuro risvegliare un’incredibile fame e sete che potrete acquietare tra i vicoli dell’Old Town, magari vicino la St. Giles Cathedral che è al centro della Royal Mile, strada che taglia in due la vecchia città e collega il Castello con l’Holyrood Palace. Nei giorni di partita, durante il tragitto, il paesaggio umano è fantastico: uomini in kilt, suonatori di cornamuse, ragazzi alticci dal mattino e imitatori di Mel Gibson che interpreta William Wallace in “Braveheart”.

Seduti in un pub il massimo sarebbe mangiare l’Haggis, piatto tipico scozzese che consiste in interiora di pecora tritate e bollite nel suo stesso stomaco. Ma pochi riescono nell’intento ed è meglio buttarsi sul Cock-a-leekie (brodo di pollo, con porri e prugne secche accompagnato da carne) o Scotch Broth (brodo di manzo o montone, con piselli secchi, orzo, carote, cavolo e rape). Sì, non è cucina leggerissima, ma la birra ci sta che è un incanto e prima del rugby vale ancora di più. Non può finire un pranzo senza un dolce, e allora è possibile assaggiare un pudding oppure sdraiarsi completamente con una manciata di shortbread che ti faranno ballare lo stomaco nel burro. E poi, per smaltire tutto, rotta su Murrayfield per un rito, non solo una partita.

Il 6 Nazioni è una competizione nata per caso, le squadre si sfidavano in partite amichevoli che solo i giornalisti hanno iniziato a “contabilizzare”, stilando punteggi e classifiche.

La prima sfida è stata lanciata proprio dalla Scozia all’Inghilterra, il 27 marzo 1871, con un ritorno l’anno successivo. Tutto nacque lì, con l’introduzione nel 1874 anche dell’Irlanda. Il Galles entrò nel 1883 e nel 1910 la Francia.

All’interno del 6 Nazioni poi ci sono anche altri trofei in sfide singole: la Triplice Corona, che va ad una sola squadra delle Isole Britanniche se riesce a vincere su tutte le altre, la Calcutta Cup, messa in palio tra Scozia e Inghilterra. È il trofeo di rugby più antico del mondo, datato 1879: una Coppa interamente in argento, realizzata da un artigiano indiano con le rupie rimaste nella cassa del Calcutta Football Club dopo il suo scioglimento avvenuto nel 1878. Da poco c’è anche il Trofeo Garibaldi, messo in palio fra Italia e Francia.

Scozia e Italia non hanno trofei singoli in palio, ma le sfide fra le due nazionali sono sempre state molto tirate. La Scozia è molto dolce per noi perché al nostro esordio ufficiale nel 6 Nazioni del 2000 li abbiamo battuti all’Olimpico di Roma e sempre contro di loro, proprio a Murrayfield, abbiamo ottenuto la prima vittoria fuori dall’Italia.

Murrayfiled, dall’interno, è una vera cattedrale: contiene 67.130 posti (anche se ha detenuto per anni il record di persone presenti ad una partita di rugby: 105.000 spettatori per Scozia-Galles del 1975) ed è il più grande impianto sportivo di Scozia. L’urlo dei tifosi fa veramente paura, ma per fortuna durante una partita di rugby il vicino che grida come un ossesso per un calcio di Stuart Hogg si gira e ti sorride. Anche questa è la meraviglia del rugby. Dico “anche questa” perché poi c’è il dopo partita, il terzo tempo, e lì davvero ci si diverte.

Birra, birra e ancora birra nei pub della città, da girare senza fermarsi al primo, anche se meraviglioso, in cui si entra. E, insieme alla birra, si mangia tanta carne e Scotch Pies, tortine salate ripiene di macinato di manzo e pane biscottato, il cui guscio è una pasta fatta a caldo, cosa insolita, con lo strutto.

Nei pub del centro (anche quelli della New Town non sono male) si passano ore fantastiche giocando a freccette o a biliardino, parlando con i tifosi insciarpati che ti descrivono come vogliono che giochi l’Italia, incontrando qualche signore anziano che in mezzo al casino del dopo partita beve fermo al bancone e riflette su chissà cosa.

Questa bella avventura è per chi vuole passare uno o due giorni ad Edimburgo abbinando il viaggio alla partita del 28 febbraio prossimo. Se qualcuno, poi, riesce a passare qualche altro giorno in Scozia, c’è anche Loch Ness, Glasgow, le Isole, le Highlands… (ci vorrebbe qualcosa di più di pochi giorni).



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